Perù, Bolivia e nord del Cile: 18 giorni in autonomia
PREMESSA e CONSIGLI
L’idea di un viaggio in Sud America, e in particolare in Perù, era già da alcuni anni nella mia mente, ma un po’ per motivi economici (mi sono laureato da poco), un po’ per la logistica non semplicissima, non ero mai riuscito a portare in fondo il progetto. Quest’anno invece, entrato a lavorare e avendo mia sorella Alessandra (22 anni) raccolto con entusiasmo la mia proposta, siamo riusciti finalmente a organizzarlo.
Indice dei contenuti
L’itinerario è partito con un’idea di massima e si è poi raffinato con il tempo, grazie agli spunti di altri racconti letti sul sito di Turisti per Caso o sulla guida Lonely Planet (LP nel seguito) del Perù, che ci ha accompagnato nel viaggio. A Dicembre 2014 l’itinerario di massima era già abbastanza definito e a Febbraio abbiamo acquistato i voli (andata su Lima e ritorno dal Cile) per 1350€ a persona con American Airlines, accettabili considerando la tratta diversa tra andata e ritorno e il periodo di Ferragosto. Abbiamo quindi successivamente deciso di aggiungere 2 voli interni per ulteriori 250€ circa a testa. Per carattere, ho preferito prenotare la quasi totalità dei pernottamenti dall’Italia (direttamente su booking.com), in modo da risparmiare qualcosa e da avere sempre un posto di rifermento il più possibile affidabile: valutate voi se siete disposti a sacrificare un po’ della vostra flessibilità per avere anche più tempo a disposizione nei luoghi visitati o meno. Il livello globale di sicurezza nelle città, anche per noi che viaggiavamo da soli, ci è sembrato meno terribile di quanto letto altrove (con la parziale esclusione di La Paz), ma certamente non è paragonabile a quello delle principali capitali europee. Infine un viaggio del genere è impegnativo, prevedendo un gran numero di spostamenti e necessitando di un certo grado di adattamento da parte di chi lo compie: noi abbiamo preferito lo zaino al trolley come bagaglio (e secondo me la scelta è stata azzeccata) e abbiamo previsto sempre un po’ di margine per poter recuperare eventuali ritardi e/o contrattempi che, come leggerete, si sono puntualmente verificati. Per il resto godetevi questi luoghi meravigliosi, abbandonatevi a questi paesaggi sconfinati e immergetevi in culture e civiltà lontanissime da quelle a cui siete abituati: il Sud America vi saprà conquistare e sorprendere!
Spesa complessiva: 3000€ a persona (2000€ di trasporti, 330€ pasti e cibo, 220€ pernottamenti, 400€ ingressi e escursioni, 50€ spese varie minori)
Cambi a Agosto 2015:
Perù: 1€ = 3,723 Nuevos Soles (SOL)
Bolivia: 1€ = 7,795 Bolivianos (BOL)
Cile: 1€ = 783,12 Pesos Cileni (CH$)
USA: 1€ = 1,139 Dollari ($)
1°giorno – Giovedì 6/08/2015 (Milano)
Il viaggio comincia con il trasferimento a Milano con l’Intercity delle 17.24 da Livorno. Il treno arriva puntuale alle 21.50 in stazione da dove prendiamo la metro verde fino a Garibaldi per andare a cena con il mio amico Lorenzo, che ci ospiterà per la notte. Mangiamo un piatto veloce a Bio.it e poi andiamo a nanna perché domani mattina abbiamo alle 6.55 l’espresso per Malpensa, preferito al bus per evitare problemi di traffico.
2° giorno – Venerdì 7/08/2015 (Volo)
Il comodo espresso di TreNord ci porta a Malpensa prima delle 8, in netto anticipo per il volo delle 10.10 per Miami. I bagagli vengono spediti direttamente a Lima. Il volo con American Airlines (10h) è piuttosto scomodo e il servizio offerto è essenziale, ma ci porta comunque puntuali a Miami alle 14.10 (-6h di fuso) per un prezzo onesto. Dopo circa 2 ore e mezzo prendiamo la coincidenza per Lima (5h) dove ad attenderci abbiamo il comodo servizio di TaxiDatum (prenotato dall’Italia) che per 20$ ci porta al nostro hotel (Casa de Baraybar, molto buono) a Miraflores (50$ la doppia) dove ci concediamo il meritato riposo.
3° giorno – Sabato 8/08/2015 (Lima)
Dopo un’abbondante colazione in albergo con pane e marmellata, uova, cereali e frutti tropicali, iniziamo l’esplorazione del centro storico della città dove, dietro consiglio dell’albergo, ci siamo recati in taxi per 20SOL. Partendo da Plaza San Martin, seguendo i consigli della LP, percorriamo la pedonale Jiron de la Union fino alla Chiesa della Merced per poi deviare verso ovest alla scoperta di alcuni palazzi e chiese meno conosciute, tra cui la chiesa des los Nazarenos e la Casa de Oquendo, che ci viene illustrata gratuitamente da una gentilissima guida. Arriviamo quindi in Plazas de Armas dove ammiriamo il palazzo Arcivescovile e la Cattedrale, che però all’interno (10SOL) non ci entusiasma. Dopo una deviazione per il Parque de la Muralla, diamo un’occhiata al Monastero di San Francisco (senza entrare) per poi visitare l’affascinante Mercado Central: qui suoni e odori si mischiano ad un effervescente umanità e pranziamo per pochi SOL (meno di 3€!) a un chiosco dove assaggio il mio primo ceviche (davvero ottimo!) e uno stufato di carne (abbinamento rivedibile!). Dopo pranzo diamo un’occhiata al quartiere cinese (Barrio Chino) e a qualche casa coloniale prima di pendere di nuovo il taxi per il Parque dell’Amor a Miraflores, dove osserviamo il volteggiare dei parapendii e i surfisti che sfidano le onde. Scendiamo ad altezza spiaggia prima di risalire verso il poco lontano faro: Miraflores sembra anni luce lontana dal centro storico, risultando molto più curata e moderna. Dopo un caffè in un bar con terrazza panoramica sull’oceano, ci dirigiamo all’hotel a recuperare gli zaini e poi in taxi (15SOL) alla stazione della PerùBus, dove alle 17 abbiamo il bus (prenotato su internet per 9$ a testa) per Pisco (3h e mezzo). Lima ci ha lasciato una sensazione contrastante: non è una città “brutta” ma la sua atmosfera sempre immersa nella garùa (la tipica nebbia che sale dall’oceano) è opprimente e molte zone sono veramente mal messe. Il tragitto in bus scorre veloce e, poco dopo le 20.30 previste, arriviamo a Pisco dove ci aspetta il nostro transfer per Paracas (40SOL): probabilmente ci sono soluzioni più economiche, ma la LP metteva in guardia sulle frequentazioni della stazione di Pisco di notte. Arriviamo al Brisas de la Bahia Hotel (40$ la doppia, discreto) per le 21.15 e, dopo una non entusiasmante cena a uno dei pochi ristoranti aperti del lungomare con un piatto a base di polpo e seppie marinati e calamari fritti, andiamo a dormire.
4°giorno – Domenica 9/08/2015 (Paracas)
Dopo la colazione, dove ci viene offerto un succo misto con papaya e altro, l’agenzia con cui avevamo prenotato i tour per la giornata (Emotion Tour Perù) ci comunica che le escursioni alle isole Ballestas sono sospese per tutto il giorno a causa del mare mosso. Bighelloniamo quindi un paio d’ore sul lungo mare e alle 10 (orario anticipato) partiamo quindi per la Riserva di Paracas su un pulmino sgangherato da 24 posti. Dopo una breve sosta al Centro Visitatori (abbastanza interessante) la nostra ottima guida ci porta nei pressi de ‘La cattedrale’, una formazione rocciosa parzialmente crollata nel 2007 in un bello scenario a picco sull’oceano. Nel frattempo si è alzata una piccola ma fastidiosa tempesta di sabbia: ci vengono spiegate alcune delle principali specie di uccelli visibili nella riserva, per fermarci poi in alcuni punti panoramici e spiagge, tra cui la Playa Roja. Dopo il pranzo (pesce alla piastra, riso e patete fritte, non male) in uno dei ristoranti di pesce di Lagunillas, torniamo a Paracas. Inizia quindi il difficile trasferimento verso Arequipa: prendiamo un taxi collettivo per Pisco e da qui il bus della Perubus per Ica (5SOL), dove ci sono molte compagnie che servono Arequipa. Purtroppo per la sera tutte le compagnie principali hanno tutte le corse al completo e siamo quindi costretti a ripiegare sul bus della Romeliza delle 19.15, sperando che vada tutto bene (l’idea di soggiornare a Ica, visto il caos e la polvere, non ci sorrideva affatto). Il bus, frequentato solamente da peruviani, è un coacervo di situazioni (e odori) non sempre gradevoli ma è comunque un’esperienza particolare.
5° giorno – Lunedì 10/08/2015 (Arequipa)
Alle 3 di notte abbiamo una sorpresa per nulla simpatica: causa frana che ha bloccato la strada, dobbiamo fermarci e la sosta si protrarrà per quasi 5h: in questo tempo sembra che nessuno abbia fatto assolutamente nulla per risolvere la situazione, il che, considerando che stavamo percorrendo la strada tra le 2 principali città del paese (una malridotta superstrada a una sola corsia per senso di marcia) può dare un’idea concreta sullo stato delle infrastrutture in Perù. In definitiva un già scomodo viaggio di 12h ripiegati in due sui seggiolini, si trasforma in un’odissea di 17h, che ci porta ad Arequipa dopo mezzogiorno anziché alle 7.15. Prendiamo un taxi (9 SOL) per il nostro hotel (Las Torres de Ugarte), molto buono e in eccellente posizione. Dopo breve riposo ci fiondiamo allo Zingaro (risorante top della LP) dove consumiamo un superbo pranzo a base di carne accompagnato da birra artigianale: rimarrà il miglior pasto dell’intera vacanza per meno di 20€ a testa. È quindi arrivato il momento di iniziare la visita della città: cominciamo dal Monastero de Sanata Catalina (imperdibile!), antico monastero che occupa un intero quartiere: dipinto con accese tinte “coloniali”, contrasta magnificamente con il cielo, quest’oggi di un azzurro splendente. Dopo un rapido passaggio all’Iglesia di San Francisco (non memorabile) ci dirigiamo, sotto consiglio della LP, al quartiere di Yanahuara, dal cui mirador ci godiamo la città alle luci del tramonto. Riscendiamo quindi in Plazas de Armas, dove ammiriamo la cattedrale illuminata e la bella piazza. L’interno della cattedrale invece non ci entusiasma particolarmente. Dedichiamo quindi le ultime ore della giornata all’esplorazione senza meta del centro città, che già ci aveva colpito per la sua organizzazione e per essere, complessivamente, molto raccolto. Per cena avevamo puntato lo Zig Zag, che purtroppo però è pieno e quindi ripieghiamo sul Nina-Yaku, che fa una cucina peruviana-fusion che non mi fa impazzire. Dopo cena facciamo un salto al Farren’s Irish Pub (gli altri locali più tipici sono piuttosto deserti) dove assaggiamo il pisco-sour, che però si rivela per me un po’ troppo dolce. Ale è però colta da un forte attacco gastro-intestinale e siamo quindi costretti a ripiegare rapidamente in hotel.
6° giorno – Martedì 11/08/2015 (Arequipa)
Ale non sta ancora bene e sono un po’ preoccupato per il viaggio in bus che abbiamo prenotato nel pomeriggio per Puno: decidiamo quindi di trascorrere una mattinata tranquilla alla scoperta di quegli aspetti della città che ieri non avevamo avuto tempo di approfondire. Dopo la colazione visitiamo alcuni palazzi storici (Casa de Moral, Casa Ricketts) e l’Iglesia della Compañia, dove ci colpiscono in particolare i chiostri in sillar bianco. Dopo una breve occhiata all’Iglesia della Merced e al mercato di San Camillo, ci dirigiamo infine al famoso Museo Santuario Andinos, dov’è conservato il corpo di Juanita, una fanciulla sacrificata durante una cerimonia Inca: il museo è piccolo ma ben fatto. Assolutamente consigliata la visita guidata per apprezzarlo al meglio. Dopo aver recuperato gli zaini in hotel, andiamo in taxi (9SOL) al terminal del bus, dove alle 14 abbiamo la corsa di Cruz del Sur per Puno: il servizio è molto buono (e proporzionalmente più caro) ed infatti sul bus ci sono solo stranieri. Puntualissimi (nonostante una piccola tempesta di neve) alle 20.30 siamo a Puno dove, dopo aver comprato i biglietti del bus per Cuzco per il 13/8 alle 22 con TourPerù (Cruz del Sur già esaurita!) prendiamo un taxi (5 SOL) per l’albergo (Tierra Viva Puno Plaza, vicinissimo alla cattedrale e probabilmente il migliore dell’intera vacanza). Sentiamo i primi effetti del soroche (mal di testa e un po’ di nausea), fortunatamente contenuti, e decidiamo quindi di mangiare qualche biscotto comprato per pranzo e di andare direttamente a dormire.
7° giorno – Mercoledì 12/08/2015 (Puno e lago Titicaca)
Ci svegliamo e affacciandoci alla finestra scopriamo che sta nevicando copiosamente: qui non nevica da anni e c’è un certo entusiasmo tra i locali, mentre noi ce lo saremmo risparmiati volentieri, anche perché la neve si trasforma presto in pioggia e nuvole basse. Consumiamo un’eccellente colazione e decidiamo quindi di modificare i nostri programmi rinunciando all’escursione a Ichu che avevamo in programma. Diamo una breve occhiata alla cattedrale di Puno, che non ci sembra particolarmente meritevole. Ci dirigiamo quindi a piedi verso il lago Titicaca (20min dal centro città), ma dopo poco ci prende una forte pioggia mista a nevischio che ci costringe alla ritirata. Decidiamo quindi di recuperare in anticipo i nostri bagagli in albergo e di dirigerci direttamente verso le isole Uros, dove abbiamo prenotato la notte presso la popolazione locale (Aruma Uro Hostal, circa 70$ la doppia). Con il trasporto pubblico (5SOL) veniamo portati a queste bellissime isole fatte di canna ti totora intrecciata e galleggianti sull’acqua, il cui procedimento di costruzione ci viene illustrato direttamente dagli abitanti. Intanto ha smesso di piovere e sta addirittura uscendo il sole e lo spettacolo delle oltre 80 isole di canna contro il blu intenso del lago è da non perdere. Ci accordiamo quindi con uno degli abitanti che in barca a remi ci porta alla nostra isola di destinazione: arriviamo verso le 14 e veniamo accolti dagli abitanti, in coloratissimi abiti tradizionali. Passiamo il pomeriggio a fare foto agli straordinari scorci che si possono ammirare da questa minuscola isola, dotata, come molte altre, anche di una piccola piattaforma panoramica sopraelevata. Possiamo osservare la vita degli abitanti in modo assolutamente non turistico (nessun ‘Vamos a la playa’ cantato dai locali come invece accade altrove) e ci godiamo la magnifica luce (ora c’è un sole accecante!) che illumina questo tratto di lago sul far della sera. Ceniamo con gli altri ospiti con i piatti preparati dai locali (zuppa e trota alla piastra, entrambi molto buoni). Dopo cena (in realtà sono solo le 20.30) ci ritiriamo nella nostra capanna tradizionale (bagno comune esterno e niente riscaldamento) e andiamo presto a letto con le splendide immagini di questo pomeriggio, tra cui l’esuberanza dei bambini locali che spesso contagia gli ospiti: un’esperienza assolutamente consigliata!
8°giorno –Giovedì 13/08/2015 (Isola Taquile, Sillustani)
Ci accordiamo per la colazione alle 7.30 e decidiamo di prenotare un’escursione all’isola Taquile: purtroppo non è possibile dall’isola prendere il battello pubblico e siamo quindi costretti a ripiegare su un tour organizzato (27$/pp). Siamo accompagnati in barca (stavolta a motore) per aggregarci al tour, che dopo una sosta a un’altra isola delle Uros ci porta in 1h1/2 all’isola Taquile. Purtroppo comincia a piovere e quindi non possiamo apprezzare a pieno i paesaggi e i colori di quest’isola. Arriviamo dopo una 30ina di minuti di cammino alla piazza principale, dove ci vengono raccontate le tradizioni locali: qui dai vestiti indossati dalle persone (molto belli e elaborati) si può dedurre la loro condizione coniugale. L’isola ha dei bei scorci ma anche alcuni orridi edifici in cemento: dopo il classico (per i tour) pranzo in ristorante (20SOL/pp) ci accingiamo a scendere dall’altro lato dell’isola: ancora una volta i panorami sono grigi per via della poggia, ma sicuramente l’isola, almeno per noi, non ha lo stesso fascino delle Uros. Complessivamente, anche per la modalità del tour organizzato, decisamente troppo turistico, non ci sentiamo di consigliare questa escursione (che può sicuramente aumentare di fascino con il sole). Il traghetto ci porta a Puno per le 15: la guida del tour (e prima di lui anche il personale dell’albergo) ci ha sconsigliato la visita di Ichu e quindi decidiamo di contrattare con un taxi privato l’escursione a Sillustani. Ci accordiamo per 60SOL (andata + 1h di attesa + ritorno), addirittura a un prezzo inferiore di quello riportato sulla Lonely Planet. Il tragitto attraversa villaggi agricoli e arriva a questo complesso di torri funerarie in circa 40 minuti. Il sito archeologico è estesissimo e collocato in un contesto paesaggistico meraviglioso, circondato dal lago Umayo e da splendide montagne. Il sito è interessante e meriterebbe ben più di 1h di visita, ma sicuramente il suo punto di forza è il paesaggio circostante. Rimpiangiamo di non avere il sole al posto del cielo nuvoloso di oggi, che tende ad appiattire un po’ tutto. Arriviamo a Puno per le 18 e decidiamo di dare un’ulteriore occhiata al centro della cittadina percorrendo Av. Lima e le zone limitrofe. Visto che alle 22 abbiamo il bus di TourPeru per Cuzco andiamo a cena prima delle 19 al Mojsa, in plazas de Armas, dove mangiamo carne di manzo accompagnata da verdure locali arrosto: decisamente consigliato. Per 5 SOL prendiamo un taxi fino al terminal degli autobus, dove partiamo puntuali, comodamente sdraiati iati sui nostri sedili cama (raggiungono 155° di inclinazione) acquistati per soli 50 SOL (anziché 40 SOL, prezzo dei posti semi-cama). TourPeru offre un ottimo bilanciamento tra qualità del viaggio e prezzo.
9° giorno – Venerdì 14/08/2015 (Cuzco)
Arriviamo puntuali alle 5 a Cuzco dopo essere riusciti a dormire qualche ora. Aspettiamo un’ora abbondante al terminal e ci facciamo portare per le 6:30 in centro a El Ayllu, un caffè che dovrebbe aprire a quell’ora e che invece troviamo chiuso. Ancora con gli zaini in spalla visitiamo quindi la vicina chiesa di San Francesco (non memorabile), ma al ritorno il caffè non è ancora aperto. Decidiamo quindi di passare all’hotel a lasciare gli zaini: l’Amaru Hostal (54$ a notte la doppia), nel quartiere San Blas, si rivelerà un’ottima scelta e ci permette di alleggerire notevolmente il carico. Dopo essere finalmente riusciti a fare colazione, iniziamo a visitare la città, che da subito ci è sembrata molto elegante e raffinata. Partiamo dalla bellissima Plazas de Armas, su cui si affacciano la cattedrale (affiancata da due chiese minori) e la chiesa de la Compania de Jesus, che però quando arriviamo non sono visitabili causa messa. Decidiamo quindi di effettuare un percorso che ci permetta una prima esplorazione della città: passiamo dalla chiesa e dal convento di Santa Clara, dal palazzo di giustizia e da Loreto, un bel passaggio pedonale con muri inca da entrambi i lati: qui in un cortile interno ci sono 3 o 4 lama che ci permettono di scattare alcune foto ad effetto. Deviamo quindi verso l’Iglesia di Santo Domingo (bruttoccia) e le molto più interessanti rovine di Qorikancha. Quindi rientriamo verso il centro città osservando il convento di clausura di Santa Catalina e tornando quindi in Plaza de Armas. Qui entriamo nella cattedrale e nelle chiese limitrofe (25 SOL): le chiese sono interessanti, con alcuni dipinti della scuola Cusquena, senza ovviamente essere minimamente paragonabili con le più belle chiese italiane. Vediamo solo dall’esterno l’Iglesias della Compagnia de Jesus e decidiamo di fare un’oretta di pausa in albergo, perché l’arrivo alle 5:00 del mattino si sta facendo sentire. Dopo il pranzo con un’omelette e una birra a un pub su Plaza de Armas (bella vista) diamo un’occhiata alla Iglesia della Compagnia de Jesus, per poi dirigerci all’esplorazione di San Blas, il quartiere degli artisti, composto da strette e ripide viuzze in salita. Il quartiere con la plazoleta San Blas ci piace molto. Decidiamo di dedicare il resto della giornata all’esplorazione dei siti archeologici immediatamente fuori Cusco, per cui acquistiamo il costoso boleto turistico. Con una bella passeggiata raggiungiamo Sacsaywamàn, un sito estesissimo con belle rovine archeologiche che quest’oggi si stagliano sul cielo azzurrissimo: sicuramente scenografiche. A piedi (10-15 minuti) arriviamo quindi a Q’enqo dov’è visibile un imponente megalite con incisioni simboliche, che però non ci entusiasma particolarmente. Prendiamo quindi un colectivo per i più lontani siti di Tambomachay (vasca cerimoniale) e Pukapukara (struttura forse residenziale), piuttosto interessanti. È già buio quando prendiamo un collettivo che ci riporta a Cusco dove, dopo un paio di foto alla Plaza de Armas illuminata, andiamo a cena, in seguito a qualche tentativo a vuoto, al Pacha Papa a San Blas, un ristorante tipico dove mangio carne stufata con erbe aromatiche per 105 SOL in due. Quindi andiamo a letto.
10° giorno –Sabato 15/08/2015 (Cuzco)
Dopo l’ottima colazione in albergo (macedonia con yogurt, pane e marmellata, uovo e tè) ci dirigiamo in Calle Puputi, da dove parte il colectivo per Pisac (3 SOL/pp): qui visitiamo il rinomato mercato (che offre alcuni prodotti tipici molto belli, ma ci appare un po’ turistico) e quindi prendiamo un taxi (25 SOL) per andare alla parte alta delle rovine (quasi 700 metri di dislivello): da qui scenderemo a piedi. Le rovine, ancora contro un cielo azzurrissimo, e i terrazzamenti sono bellissimi e anche la discesa (seppur piuttosto impegnativa) ci regala panorami magnifici. A metà discesa ad Ale si stacca la suola di uno scarpone: rimediamo con stringhe e cordini, ma siamo un po’ preoccupati per l’escursione di domani a Machu Picchu. Ridiscesi a Pisac, prendiamo il bus per Urubamba (3SOL/pp, strapieno) e da qui ingaggiamo un taxi che per 60SOL ci porterà a vedere Salinas e Moray, con soste di 40 minuti a ciascun sito. L’escursione complessivamente durerà oltre 2 ore e mezzo. Attraversando bei paesaggi arriviamo dall’alto alle Salinas, che subito ci ammaliano: sono migliaia di vasche multicolori dove avviene il percorso di salinizzazione, disposte sul declivio della montagna. Entrati dall’alto è possibile camminare ai bordi delle vasche: un’escursione altamente consigliata! Rimontati in taxi attraversiamo il piacevole paesino di Maras per raggiungere Moray, dei terrazzamenti circolari a più livelli che si suppone fossero usati dagli Incas per fare esperimenti sulle condizioni climatiche più adatte per le diverse coltivazioni. Ritornati a Urubamba prendiamo un collettivo per Ollantaytambo, da dove alle 19:00 abbiamo il treno per Aguas Calientes, avamposto per Machu Picchu. Arriviamo poco prima delle 18:00: inizia a piovere e quindi a malincuore siamo costretti a rinunciare alla visita alle rovine archeologiche di questa piacevole cittadina. Alle 19:00 siamo a bordo dell’Espresso (carissimo! oltre 100$/pp andata e ritorno) della PeruRail. In poco meno di due ore siamo a destinazione e dopo una sontuosa cena a Indian Feliz (vedi Lonely Planet), dove prendiamo un menù con zuppa, pezzi di filetto presentati a spiedino e un dolce per 69.50 SOL, andiamo a dormire all’Adelas Hostal (50$ la doppia, pulito e economico per la media ma vicino alla ferrovia e quindi adatto solo a chi pensa di svegliarsi presto).
11° giorno –Domenica 16/08/2015 (Machu Picchu)
La tanto agognata giornata a Machu Picchu inizia con una rapida colazione alle 5:30. Alle 5:50 siamo in coda per prendere il bus (12$) per il sito (biglietti acquistati online con largo anticipo). Dopo mezz’ora di coda e 25 minuti circa di viaggio siamo a destinazione. Attenzione: è importante avere un buon repellente perché il sito pullula di feroci insetti che lasciano in dote pinzi sanguinolenti. Lo spettacolo delle rovine tra le verdi montagne è emozionante e indescrivibile e certamente ripaga del salato biglietto d’ingresso (circa 40$). Abbiamo anche prenotato la salita alla Montaña (suggerita dalla LP rispetto a quella del Wayna Picchu) che si rivelerà dura ma bellissima, con spettacolari viste sul sito dall’alto. Noi impieghiamo circa un’ora e un quarto per la salita e 50 minuti per la discesa, al termine della quale anche i miei scarponcini da trekking cedono, con le suole che si staccano. Non avendo altre scarpe rimediamo con dei cordini, che tengono bene o male firma la scarpa ma rendono camminare difficoltoso. In circa 3 ore visitiamo approfonditamente il resto delle rovine (i cui dettagli potete leggere in qualsiasi guida) e verso le 14:00 (dopo 7 ore complessive) abbandoniamo il sito ancora in pullman (volevamo tornare a piedi per un sentiero percorribile in circa un’ora, ma lo stato delle nostre scarpe non ce lo consentono). Mangiato un gelato per pranzo, prendiamo il treno delle 15:52 per Ollantaytambo, proprio quando si scatena un vero diluvio (il tempo era stato soleggiato per tutta la mattina). La giornata a Machu Picchu complessivamente ci ha molto soddisfatto. A differenza di quanto scritto sulla Lonely Planet i collectivos per Cusco (circa due ore) sono frequenti e quindi, poco dopo le 20, siamo nuovamente in città. Dopo una poco appagante cena a Los Tominos (sulla strada che va dalla Plaza de Armas a San Blas) andiamo a letto perché domani mattina ci aspetta il volo per La Paz.
12°giorno –Lunedì 17/08/2015 (La Paz)
Dopo la colazione alla caffetteria dell’albergo, prendiamo un taxi alle 7:40 con il servizio ‘Taxi Datum’ che, per 20 BOB, ci porta dall’albergo all’aeroporto. Purtroppo il volo ha circa un’ora e mezza di ritardo e quindi arriviamo alle 12:00 passate. Il volo di Peruvian Airlines (80$, 1h) ha sedili strettissimi, ma è anche mezzo vuoto, con un servizio complessivamente buono. Arrivati a La Paz prendiamo un taxi (60 BOB) che da El Alto ci porta all’albergo prenotato: l’Hostal Ananay. Situato in Calle Jaèn, una delle vie più caratteristiche della città, è molto particolare, ubicato in una casa coloniale tradizionale arricchita con arredi originali, come alcune amache nella zona comune. Lasciate le valigie e armati di cartina pranziamo rapidamente al caffè Mestizo (in fondo alla via) di proprietà di un artista bohemien e della moglie, che prepara tutto con ingredienti freschissimi. Qui assaggiamo anche la birra aromatizzata alle foglie di coca: non male. La nostra esplorazione inizia quindi dalla stazione dei bus, parzialmente disegnata da Eiffel. Prendiamo quindi la linea rossa della teleferica, che ci permette di ammirare la città da un punto di vista bellissimo e ci conduce a El Alto. Questa linea ci permette di ammirare anche il famoso Cemeterio, l’enorme cimitero cittadino. Ridiscesi, ci dirigiamo in piazza San Francesco, dov’è possibile ammirare l’omonima chiesa. La piazza è spesso animata da spettacoli di strada. Ci attendono quindi quelli che sono forse una delle principali attrazioni della città: i mercati. Cominciamo dal Mercato della Stregoneria, dov’è possibile vedere i famosi feti di lama, che dovrebbero propiziare la buona sorte per chi costruisce una casa. Nel complesso, seppur interessante, ci è sembrato che il mercato si stia progressivamente trasformando in un’attrazione turistica. Ci avviamo quindi al Mercato Negro: qui si vende veramente di tutto e gli acquirenti sono quasi esclusivamente locali. Tuttavia, forse influenzati da quanto letto sulle guide, soprattutto in alcuni vicoletti, non abbiamo percepito una grande sensazione di sicurezza e quindi, dopo un breve giro, siamo tornati sui nostri passi. Sotto consiglio del proprietario del nostro albergo decidiamo di percorrere la grande e trafficata via principale, El Prado, fino ad arrivare al Museo di Arte Contemporanea, disegnato in parte da Eiffel, e a Plaza del Estudiante. Da qui prendiamo un taxi (20 BOB) per il Mirador Killi Killi: la vista spazia a 360° e non è certo un posto turistico, anche se la vista goduta dal punto di arrivo della linea rossa della teleferica non era certo da meno. Decidiamo di ridiscendere a piedi attraverso le ripide scale che portano verso Plaza Murillo (con molti edifici di rilievo) e la cattedrale (costruita in pendenza). Dopo una passeggiata per questa zona (con numerosi mercatini) ci dirigiamo a cercare un ristorante per la cena e, dopo un tentativo a vuoto, troviamo l’Angelo Colonial su El Prado (attenzione! c’è un ristorante omonimo vicino al Mercato della Stregoneria). Si vede subito che il ristorante è di lusso per i boliviani e l’atmosfera (a lume di candela) è veramente bella, mentre i piatti complessivamente non ci sono sembrati granché. Per una cena da 3 portate comunque spendiamo 250 BOB in due. Dobbiamo tornare in hotel a piedi, ma la cartina è poco precisa e ci troviamo fuori dai percorsi abituali: preferiamo ripiegare su un taxi che per 10 BOB ci porta a destinazione. Domani altra alzataccia.
13°giorno –Martedì 18/08/2015 (Salar de Uyuni (1))
Oggi la sveglia è addirittura alle 4:00 perché alle 4:15 ci aspetta il taxi (prenotato dall’albergo) per andare all’aeroporto a prendere il volo per Uyuni (Amaszonas, ore 6:00): il biglietto è stato piuttosto caro (circa €180/pp) ma ci ha permesso di evitare un notevole sfacchinata sugli autobus boliviani, non particolarmente noti per le loro virtù. L’aeromobile è ottimo e alle 6:50 siamo nel minuscolo aeroporto della cittadina: ci aspetta un taxista mandatoci da Red Planet Expedition per 15BOB/pp, ma abbiamo scoperto che ci sono taxi normali che ti porto in città per 10-15 BOB complessivi. Il tassista ci lascia nell’unico bar aperto a quell’ora, frequentato dai viaggiatori in partenza per il tour nel Salar con le varie agenzie. Verso le 8:00 ci viene a recuperare il responsabile dell’agenzia, che ci porta in sede per spiegarci il funzionamento del tour (e per pagare). Breve parentesi sull’agenzia con cui abbiamo effettuato il tour: Red Planet Expedition è mediamente più cara delle concorrenti (abbiamo pagato 190$/pp) ma noi ci siamo trovati decisamente bene: guide capaci e entusiaste, autisti professionali, pasti di qualità discreta, programma del tour rispettato alla lettera. Probabilmente si può migliorare ancora e non possiamo dire se altre agenzie offrano un servizio paragonabile a prezzi inferiori, ma sinceramente ci sentiamo di consigliarla. Ultimo suggerimento: prenotate per tempo (non è richiesto nessun anticipo), basta ricordarsi di mandare una mail di conferma 3 giorni prima dell’inizio del tour. Come da accordi il tour comincia alle 11:00, così prima della partenza abbiamo il tempo di acquistare acqua, snack e altre cose consigliate per i tre giorni. Il nostro gruppo è formato da 10 persone (noi e un’altra ragazza italiana (Silvia), due inglesi, un australiano, un sudafricano, un neozelandese e una coppia di Singapore) più una guida (Lucio) e due autisti divisi in 2 jeep 4×4. Per le notti e alcune fermate saremo in compagnia di altre 10 persone (con un’altra guida, Oscar) che incontreremo solo in alcune delle fermate (l’obiettivo è evitare il sovraffollamento). Dopo 15 minuti dalla partenza il primo stop è al cimitero dei treni, non imperdibile ma apprezzabile per lo scenario con un cielo azzurro limpidissimo. Seconda fermata quindi a Colchani dove vediamo il mercato locale e come viene prodotto il sale. Questa sosta è in realtà piuttosto turistica. Dopo il pranzo (pollo e verdure e una fetta di torta) ci addentriamo finalmente nella bianca lucentezza del Salar: vediamo le piramidi di sale e i ‘buchi’ nel sale stesso, per poi fermarci all’hotel di sale. Da qui procediamo per chilometri e chilometri all’interno dell’accecante Salar, circondati dalle perfette forme geometriche del sale: ogni descrizione possibile non renderebbe giustizia alla bellezza di questo luogo, che per me rimarrà il top dell’intera vacanza. Ci fermiamo nel mezzo del Salar e per una buona oretta la nostra guida Lucio ci aiuta a scattare delle divertentissime foto con gli effetti prospettici. È quindi ora di dirigersi all’Isola del Pescado (Inca Wasi Island) dove i cactus giganti rendono ancora più magnifico il paesaggio del Salar, sempre incorniciato dal magnifico cielo azzurro. Dirigendosi verso il villaggio di Atulcha, ci fermiamo a godere del magnifico spettacolo del tramonto del Salar: questa giornata è stata davvero indimenticabile. L’hotel di sale è carino (ci viene assegnata una doppia) anche se ovviamente non c’è riscaldamento e ci si deve quindi portare vestiti adatti: complessivamente comunque non abbiamo sofferto il freddo. Per cena mangiamo una soup e un piatto che ci viene presentato come tipico boliviano, con un misto di carne, wurstel, patate e altre verdure che comunque ci riempie. Andiamo a letto presto perché la colazione per il giorno dopo è fissata per le 6:30.
14°giorno –Mercoledì 19/08/2015 (Salar de Uyuni (2))
Dopo una colazione complessivamente piuttosto varia (anche se essenziale) siamo pronti ad affrontare il secondo giorno, che oggi ci porterà all’esplorazione di alcune delle più belle lagune boliviane. Partiamo con il deserto di Chiguana, circondato dai vulcani. Dopo una breve sosta al paesino di Saint-Augustin, passiamo da alcuni splendidi paesaggi con lama al pascolo, dove consumiamo il pranzo (milanese, quinoa e altri cereali locali). Il tempo non è splendente come ieri ma ciò non ci impedisce di apprezzare il Siloli Desert, con bellissime formazioni rocciose tra cui spicca il particolarismo ‘Albero di pietra’. Con alcuni raggi di sole che si fanno luce all’orizzonte, arriviamo alla Laguna Colorada, con l’acqua di un rosso intenso e popolata da tre diverse specie di fenicotteri. Sotto un leggero nevischio arriviamo al vulcano del Sol della Mañana (5000 metri), dov’è possibile ammirare le fumarole e altre attività vulcaniche. Fa un freddo becco e verso le 19:00 ci ritiriamo al basico rifugio che ci ospiterà per la notte. Ovviamente non c’è riscaldamento, ma ci sono 5 o 6 camere con 4-6 letti ognuna, con coperte: condivideremo la notte in una camera da 4 con la coppia mista neozelandese-sudafricana formata da Martin e Michelle. Per cena pollo (ancora!) accompagnato con dei non memorabili spaghetti e un vino boliviano offerto dagli organizzatori: la compagnia è davvero piacevole! Dopo cena tutti (comprese le guide) nella vicina pozza termale (35-40°C) a immergersi sotto le stelle: inizialmente siamo un po’ riluttanti per il freddo (-4°C!) ma dentro è magnifico, con la neve che ci imbianca i capelli mentre siamo immersi fino al collo. Davvero una bella esperienza!
16°giorno – Giovedì 20/08/2015 (Salar de Uyuni (3) + San Pedro de Atacama)
Anche oggi colazione alle 6:30. I gruppi con le altre agenzie vengono a fare il bagno termale stamattina e quindi la piscina naturale è affollatissima. Un altro punto a favore di Red Planet Expedition. Oggi le attività saranno piuttosto ridotte perché abbiamo scelto l’opzione del tour che prevede, invece del rientro a Uyuni con circa 8 ore di jeep, il trasferimento a San Pedro di Atacama in Cile. Abbiamo comunque tempo di ammirare le particolari formazioni rocciose del deserto di Dalì e quindi la Laguna Bianca e la Laguna Verde. In particolare questa, con il vulcano Licancabur sullo sfondo e di nuovo il cielo limpidissimo, è davvero uno spettacolo. Una jeep ci accompagna quindi alla frontiera con il Cile dove ci informano che attualmente è tutto bloccato causa neve. L’agenzia ci assiste comunque nell’operazione e, dopo un’oretta, riusciamo a far apporre il timbro di uscita sul passaporto e saltiamo sul pulmino che in circa 45 minuti ci porterà dai 4300 m e gli 0°C della frontiera ai 18°C e poco più di 2000 metri di San Pedro di Atacama. Tra Cile e Bolivia non corrono buoni rapporti e i nostri bagagli vengono controllati a mano (seppur in modo sommario) dagli agenti di frontiera. Arriviamo in paese (anche per via del cambio di fuso di più un’ora) all’ora di pranzo e consumiamo un non memorabile pasto al La Plaza, in Plaza de Armas. Ci accorgiamo subito che i prezzi sono decisamente alti (vicino agli standard italiani), soprattutto per noi che in Bolivia eravamo abituati a spendere pochissimo. Dopo pranzo lasciamo i bagagli all’albergo (hostal Casa Huespedes-Turipite): è a 10 minuti dal centro, ma non avremo mai la sensazione di essere in pericolo anche rientrando tardi la sera. Ci sono solo un po’ di cani randagi come del resto in tutta la città. L’albergo è molto semplice (non è inclusa la colazione ma c’è una cucina comune a disposizione) ma offre un ottimo rapporto qualità prezzo (€40 a notte doppia con bagno privato). Usciamo quindi per farci un’idea delle possibili escursioni che si possono fare in zona nei prossimi giorni: purtroppo la cosa si rivela più difficile del previsto, perché ci sono miriadi di agenzie a vari prezzi e molte delle escursioni standard sono chiuse per neve. Alla fine, dopo diversi giri e contrattazioni, decidiamo di andare in mountain-bike in autonomia il giorno successivo, mentre prenotiamo per 45000 CH$ l’escursione al Salar de Tara per il 22 agosto all’agenzia Terra Extreme. Visto che si è fatto tardi completiamo le commissioni (biglietti del bus per Calama per andare all’aeroporto il 23 agosto e alcuni regalini) e visitiamo la piccola cittadina. A cena andiamo al Bendito Desierto dove prendiamo il menù con ceviche di fiume (buono!) e carne (io manzo al vino e Ale maiale) con dolce per un conto complessivo di 18500 CH$. Non male! Andiamo quindi a letto per essere pronti alle attività dell’indomani.
17° giorno –Venerdì 21/08/2015 (San Pedro de Atacama)
Facciamo colazione verso le 8:30 all’unico bar aperto (in Caracoles) e per le 9:00 siamo a ritirare le bici a Letchir Expediciones, che per 7000 CH$ ci fornisce chiusure, caschetti, luci e kit di riparazione. La prima meta (raggiungibile in 20 minuti) è Puskar de Quitor (3000 CH$), un sito archeologico il cui punto forte è certamente lo splendido panorama sulla Valle della Morte è sulla valle della Quebrada del Diablo che si ammira dal Mirador. Ritorniamo sui nostri passi e dopo ulteriori 4km siamo alla Valle della Morte: la strada per arrivare è un po’ più faticosa, ma è molto bello girare per la valle indisturbati (i gruppi arrivano solo nel pomeriggio). Ci aspettano quindi i 15km della Valle della Luna: entrati nella riserva (3000 CH$) ci viene fornitia una mappa con le diverse cose da vedere. Interessanti le cave di sale e altri punti panoramici, ma la vista dal Mirador è assolutamente superba: si può camminare sulla cresta della montagna, su uno stretto sentiero che conduce fino a un punto con vista a 360° da cui si può ammirare tutta la valle. Proseguendo (la strada è un continuo saliscendi con pendenze anche impegnative, talvolta sulla sabbia) arriviamo fino alle Tre Marie, dopo di cui la strada è bloccata a causa di una frana. Inizia quindi il ritorno: l’escursione è decisamente faticosa (portatevi molta acqua), ma solo così si può apprezzare a pieno la bellezza di questa valle. Per cena andiamo a ‘Le delizie di Carmen’ in Caracoles (c’è un’altra sede in una stradina più piccola) ma il piatto inondato da una montagna di patatine non ci entusiasma particolarmente.
18° giorno –Sabato 22/08/2015 (San Pedro de Atacama)
Il tour per il Salar De Tara (45000 CH$/pp) parte puntualmente alle 8:00, dopo una breve colazione nella cucina comune dell’hostel. Siamo solo in tre perché una coppia cilena non si presenta. L’escursione ripercorre la strada verso il passo con la Bolivia, arrivando fino a circa 4500 metri e attraversando bellissimi paesaggi, tra cui il Mirador sul vulcano Licancabur e la tipica formazione rocciosa del Monjes de la Pakana, la Laguna Verde cilena e, ovviamente, tutto il deserto di Atacama e il salar de Tara. Dopo un breve pranzo (ancora pollo!) alle 14:00 (con ben 2 ore di anticipo rispetto al previsto) veniamo lasciati all’albergo: la motivazione è che eravamo solo in tre. La guida non ci ha messo particolarmente fretta ma, tutto sommato, non so se riprenoteremmo con la stessa agenzia. L’escursione invece ci è decisamente piaciuta. Visto che è presto (e nonostante i nostri sederi molto doloranti causa lunga biciclettata su sellini duri del giorno precedente) decidiamo di riprendere le bici (stavolta da Km 0, consigliato da Lonely Planet, che è più economico – 3500 CH$ anziché 5000 CH$ per la mezza giornata – ma non ci fornisce né caschetti né luci). Decidiamo di andare alla Quebrada del Diablo, che non è segnalata benissimo: il percorso è molto bello (e fattibile) e anche qui ci si può infilare tra sentieri labirintici tra le rocce. Riconsegnate le bici andiamo a cena a La Casona (LP) che complessivamente delude le nostre attese.
RITORNO – 23-25/08/2015
Il viaggio di rientro è un’odissea: facciamo San Pedro-Calama in bus (un’ora e mezzo, 3000 CH$) e da qui andiamo in taxi in aeroporto. Il volo LAN ha quasi tre ore di ritardo, ma riusciamo a farci spostare sull’aereo precedente (nonostante in aeroporto nessuno parli inglese) per non perdere la coincidenza da Santiago a Miami. Con una mega-rincorsa per l’aeroporto di Santiago riusciamo a non perdere il volo per Miami e da qui, dopo 5 ore di scalo, prendiamo quindi il volo per New York. Dal JFK (dopo altre 6 ore) abbiamo il volo per Milano (tutti questi voli con American Airlines che è economica ma non brilla certo per confort). Dopo altre 4 ore di treno (e oltre 50 ore complessive!!!) mettiamo finalmente piede nella nostra amata Livorno: un’odissea che ripeterei 100 volte per le meraviglie architettoniche e paesaggistiche di cui abbiamo potuto godere in questo indimenticabile viaggio.
Conclusioni
Un viaggio in Sud America, soprattutto nelle zone da noi visitate, regala al viaggiatore alcune delle esperienze e dei paesaggi più belli di tutto il continente americano e, forse, dell’intero globo: oltre ai meravigliosi paesaggi naturali e alle impressionanti rovine archeologiche di civiltà antichissime, già abbondantemente descritte nel diario, l’entrare a contatto con popolazioni estremamente povere ma allo stesso tempo molto aperte verso l’altro, costituisce di per sé un’esperienza che giustifica il viaggio. A nostro parere però, solo un viaggio pianificato in autonomia, alla ricerca di esperienze diverse e realmente a contatto con la popolazione locale, permette di vivere a pieno questa esperienza. Il viaggio potrà risultare certamente impegnativo, talvolta faticoso, ma certamente vi regalerà ogni giorno esperienze “di vita vera”, che un tour organizzato non può essere in grado di offrire. Quindi preparate la valigia e partite, lo splendido Sud America sarà sempre pronto ad accogliervi!
Mi sono infine divertito a fare una classifica dei Top e Flop di questa vacanza:
Flop 5:
1. Agaus Calientes
2. Tour Isola Taquile
3. Lima
4. La Paz
5. Paracas
Top 5:
1. Salar de Uyuni
2. Machu Picchu
3. Lago Titicaca
4. Valle della Luna
5. Valle Sacra
Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it