Noi, Dubliners per caso

La capitale dell'Irlanda è sempre piacevole, città giovane e vivace tra cultura e birra scura
Scritto da: girovaga54
noi, dubliners per caso
Partenza il: 01/10/2015
Ritorno il: 05/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Eravamo stati in Irlanda già nel 2009 senza visitarne però la capitale, dovendo all’epoca affrontare un lungo itinerario che dal Donegal, attraverso tutta la costa ovest ci ha portato fino a Cork, nel sud dell’isola.

Meravigliosa Irlanda! I luoghi più belli che abbiamo mai visto nei nostri viaggi, l’atmosfera dei suoi piccoli villaggi, l’allegria e la simpatia dei suoi abitanti, il vento, le onde impetuose sulle scogliere, le serate passate al pub a bere e cantare come se fossimo nati e vissuti sempre lì.

L’abbiamo nel cuore, questa terra ed ora, presentatasi l’occasione di andare a Dublino, non ce la siamo lasciata sfuggire.

Certo a Dublino non si respira la stessa aria che nei piccoli centri, la città è abbastanza grande, piuttosto caotica nella viabilità, sicuramente porta sulle spalle il peso di essere la sola vera città dell’isola, di essere la sede delle istituzioni politiche, dell’economia, ma anche di grandi tradizioni culturali: non dimentica che nel 1700 poteva vantarsi di essere, dopo Londra, la seconda città dell’Impero britannico e la quinta più grande città d’Europa.

Ma è anche una città che non nasconde i segni della povertà e dei gravi problemi che ci sono stati e che ora si sente pronta alla riscossa. Comunque, una città tutta da vivere e da gustare.

GIOVEDì 01 OTTOBRE

Ci accompagna Riccardo all’aeroporto di Ciampino dove il volo RYANAIR FR 9431 delle 10:55 parte con un leggero ritardo di un quarto d’ora, ma arriva in perfetto orario all’aeroporto di Dublino alle 13:35.

Su indicazione del gestore del B&B in cui alloggeremo, facciamo subito l’abbonamento per tre giorni (costo € 19,50 a persona) per viaggiare su tutti gli autobus della DUBLINBUS, della LUAS e della DART senza il pensiero di doversi munire di spiccioli in continuazione (per fare il biglietto sul bus occorrono solo monetine, non è previsto di avere il resto). La tessera Leap Visitors Card deve essere passata sull’apposita obliteratrice ogni volta che si sale a bordo.

Prendiamo il bus della linea 41 che, con il bus linea 16, assicura il collegamento tra l’aeroporto e il centro città e scendiamo, dopo un tragitto di circa trenta minuti in Drumcondra Road Upper alla fermata Griffith Avenue Junction, praticamente di fronte al nostro alloggio, il B&B “TINODE HOUSE”, al n. 170.

My God, una bellissima casa georgiana ci aspetta.

Comodissima, location da consigliare assolutamente, non solo per la piacevolezza della struttura (bella la camera, meravigliosa la sala per la colazione e la veranda), grande cura dei particolari, vera atmosfera “british”, padrone di casa fantastico, ma anche per la posizione in un quartiere residenziale e servito alla grande dai mezzi pubblici.

Posiamo i bagagli e poi… subito alla scoperta dei tesori che Dublino saprà offrirci. Sempre alla fermata in cui siamo scesi, riprendiamo di nuovo il bus (lì si fermano l’1, l’11, il 16, il 33, il 41 e il 44, tutti diretti in centro), e in breve siamo in O’Connell Street, una delle arterie principali: attraversato il ponte sul fiume Liffey e percorso un tratto di Westmoreland Street, siamo già di fronte all’ingresso del TRINITY COLLEGE, la prestigiosa università apprezzata in tutto il mondo, fondata nel 1592 da Elisabetta I d’Inghilterra per evitare i viaggi di istruzione all’estero dei giovani nobili irlandesi. L’ingresso al College è libero e varcato il portone ci si trova nel vasto slargo acciottolato detto Parliament Square su cui si affacciano alcuni degli storici edifici che compongono il complesso: il Theatre (l’aula degli esami), la Chapel (la cappella), la Dining Hall (la mensa). Al centro si innalza il Campanile al di là del quale si apre un grande prato, chiamato Library Square per via dell’edificio della Old Library che lo delimita a destra: fanno da sfondo a tutto ciò le pareti in cotto rosso delle Rubrics, l’edificio più antico del College, oggi adibito ad alloggi per professori ed allievi interni.

Gli spazi del College sembrano infiniti, ci si potrebbe passare veramente qualche ora piacevolmente: la maggior parte dei turisti, però, si dirige decisamente verso la Old Library per visitarne gli interni (biglietto di ingresso € 10,00 a persona).

L’attrazione maggiore è costituita dal famoso Book of Kells, spettacolare manoscritto dell’VIII secolo, un Evangelario miniato di incalcolabile valore giunto quasi integro fino a noi, custodito in una bacheca corazzata in una sala appositamente dedicata.

Ammirato questo capolavoro, si sale nella Long Room, la bellissima biblioteca a doppia altezza realizzata nel 1862 quale deposito della Old Library e che custodisce oltre 200.000 volumi d’epoca. Il colpo d’occhio è notevole: in una bacheca è conservata la celebre arpa celtica, detta di Brian Borù, simbolo dell’Irlanda.

Usciamo a malincuore da questo luogo che, pur essendo in pieno centro città, sembra lontano mille miglia, silenzioso e rarefatto e ci rituffiamo nel caos cittadino, tra lavori stradali e semafori non rispettati. Ebbene sì, questa la devo proprio dire: i pedoni irlandesi passano sistematicamente col rosso, ai semafori stanno fermi solo i turisti, quasi increduli e indecisi se seguire il cattivo esempio o aspettare pazientemente, visto che il verde sembra non scattare mai.

Ci incamminiamo nella pedonale Grafton Street, molto animata essendo la via dello shopping per eccellenza, che collega il Trinity con il più famoso parco cittadino, il St. Stephan’s Green, un ampio parco frutto di una riqualificazione dell’area, un tempo assai degradata, intrapresa nel 1880 ad opera di Sir Arthur Guinness. Il percorso nel parco si snoda tra laghetti, viali alberati e ampi spazi a prato, frequentatissimo in ogni ora del giorno dai Dublinesi. Molto interessante è anche percorrerne il perimetro all’esterno per ammirare tutta la quinta dei suoi palazzi ottocenteschi, alcuni di grande rilievo, nonché il Royal College of Surgery, sorto per la formazione dei chirurghi irlandesi, di fronte al quale Fabio si sofferma con ammirazione forse pensando che se avesse abitato a Dublino, avrebbe varcato più volte quella soglia.

E’ un pomeriggio tiepido e quindi, invogliati a camminare, se pur già abbastanza stanchi, imbocchiamo Dawson Street dove si affaccia Mansion House e proseguiamo nell’esplorazione delle zone adiacenti, deviando poi in Fleet Street non resistendo alla tentazione di una escursione nel famoso quartiere di Temple Bar. Qui regna la confusione tipica dei luoghi frequentati da giovani che entrano ed escono dai diversi coloratissimi pub. Sosta all’Hard Rock Cafè per l’immancabile T-shirt da collezione per i nostri figli ed infine, attraversando il famoso Ha’penny Bridge (il suo nome ricorda il dazio di mezzo penny che una volta si doveva pagare per attraversarlo), ritorniamo in O’Connell Street.

E’ora di cena, ma all’improvviso ci rendiamo conto che i locali lungo la strada non sono molto allettanti per noi maturi sessantenni (dicasi Burger King, McDonalds, Subway e che più ne ha più ne metta), ma nello stesso tempo siamo troppi stanchi per ritornare indietro e scegliere con cura un posto ad hoc: così entriamo da “La Pizza”, turistico al massimo, ma semplice e pulito, dove ordiniamo petto di pollo con una salsa di cui non ricordo il nome, patatine e insalata più l’immancabile Guinness al prezzo di € 28,00 in due. Comunque non da disprezzare, nonostante tutto.

Riprendiamo il bus n. 16 e rientriamo nel nostro bellissimo B&B per un meritato riposo.

VENERDì 02 OTTOBRE

Anche oggi è una bellissima giornata, decisamente inusuale per l’Irlanda e in questa stagione, poi. Due chiacchiere con il gestore (si fa per dire, la cadenza irlandese non la capiamo proprio, molto più arrotondata rispetto all’inglese) e poi con il solito bus n. 41 di nuovo in fondo a O’Connell Street: ripercorriamo il tragitto di ieri, però di fronte al Trinity, costeggiato l’immenso edificio neoclassico della Bank of Ireland, ci incamminiamo su Dame Street, arteria ampia e trafficata, piena di locali di buon livello perché vogliamo visitare il Castello il cui ingresso si apre su un piccolo slargo, Palace Street Gate. Varcato il cancello, invece, ci ritroviamo di fronte ad un grande piazzale conosciuto come la “Corte Inferiore” su cui si trova la costruzione neogotica della Chapel Royal (accessibile solo con una visita guidata in inglese) a cui si appoggia l’unica superstite delle quattro torri originarie del castello e che oggi ospita il Garda Police Museum (Museo della Polizia).

Entriamo quindi nella “Corte Superiore”, altro vastissimo cortile su cui si affacciano gli edifici del Castello vero e proprio.

Il biglietto di ingresso è di € 6,00 a persona, assolutamente ben spesi in quanto la visita al piano nobile dove si trovano gli State Apartments è imperdibile: una serie di ambienti di rappresentanza uno più bello dell’altro, danneggiati da un incendio nel 1941 ma perfettamente restaurati, ricchi di quadri pregevoli, di tappeti, di lampadari di ottima fattura, fino ad arrivare alla fantastica St. Patrick’s Hall, dall’ordine di San Patrizio che vi fu istituito, tutta di velluto blu intenso.

Proseguendo la nostra passeggiata sul proseguimento di Dame Street che ora prende il nome di Lord Edward Street, ci affacciamo poi all’interno della City Hall, costruita con la funzione di Borsa, ora Municipio, per ammirare la rotonda centrale poggiante su dodici colonne.

Chiude Lord Edward Street la grande mole della Christ Church, di fondazione antichissima (forse addirittura vichinga), ma rimaneggiata pesantemente al punto di non avere più la connotazione originaria. La visita è a pagamento, ma decidiamo di non entrare proprio dopo aver letto le manomissioni operate all’interno. Comunque tutto il contesto esterno è molto suggestivo, anche se rende ancora di più osservando la chiesa dalla parte dell’abside.

Si è fatta l’ora di pranzo: ci è piaciuto, passandogli davanti, un localino proprio prima della Christ Church, “PEACOCGREEN”. Ci aveva attirato la vetrina, in cui sono esposti libri, piccoli oggetti di antiquariato, scatole di latta di the, panini e dolciumi. Il locale è minuscolo, ma fornito anche di un altrettanto minuscolo piano superiore, quattro tavolinetti, qualche sedia, su cui ci si può accomodare per mangiare: carinissimo, ottimi anche i due grandi panini imbottiti in modo gustoso al prezzo di € 15,00 in due, comprese birra e Sprite.

Così rifocillati, proseguiamo il nostro itinerario che ci conduce di fronte alla Cattedrale di San Patrizio, la cui fondazione prese avvio già nel 1190 sul luogo dove sorgeva il pozzo usato dal Santo per battezzare i nuovi Cristiani. Il biglietto di ingresso è di € 6,00 a persona. L’interno è di grande suggestione, con scenografici monumenti funebri, le bandiere dei reggimenti irlandesi che hanno servito l’esercito britannico, un albero in bronzo stilizzato, con i rami spezzati a ricordare i soldati irlandesi caduti nella Prima Guerra Mondiale.

Una visita sicuramente da non perdere.

Dal sacro al profano. Sempre a piedi, il modo migliore per conoscere le varie sfaccettature di una città, attraversando un quartiere molto popolare, devo dire, dai toni un po’ forti, arriviamo di fronte a quella che viene considerata la maggiore attrazione di Dublino, nonché il sito più visitato dell’intera Irlanda: la Guinness Storehouse, l’immensa fabbrica della famosissima birra scura, vari edifici in mattoni e silos per la conservazione, depositi e la piattaforma circolare del Gravity Bar al settimo piano, punto finale della visita guidata in inglese attraverso tutte le fasi della lavorazione della bevanda. La quale visita guidata ha però un costo non indifferente, € 20,00 a persona, che francamente mi sembrano eccessivi. Decidiamo di non partecipare alla visita (che comunque è consigliabile prenotare on line in anticipo), anche perché ne avevamo già fatta una simile in Scozia.

Siamo un po’ stanchi e quindi ci riavviciniamo al centro con il bus n. 13 fino all’inizio di Dame Street, poi, però, non resistiamo alla tentazione di continuare la conoscenza di questa città che man mano ci prende sempre di più e ci fa sentire a nostro agio pur con tutte le sue scritte ostinatamente in gaelico. Camminiamo fino a Marrion Square, altra grande piazza alberata dove si trova il famoso monumento ad Oscar Wilde in quella posizione scomposta e con il sorriso beffardo che ha fatto tanto discutere. La piazza è il fulcro dell’elegante quartiere di case georgiane dai portoni rossi, verdi, gialli, celesti. Arriviamo fino all’ultimo dei “green” del centro, Fitzwilliam Square, il più piccolo, ma il più “in”, la zona dove oggi abitano quasi esclusivamente professionisti e medici e dove troviamo anche la sede dell’Istituto Italiano di Cultura.

Ci siamo allontanati troppo per rifare a ritroso tutto il percorso a piedi, quindi grazie alla comodità dell’abbonamento, prima con il bus 39A e poi con il bus 11 rientriamo al nostro B&B.

Il nostro simpatico gestore ci aveva fornito il nominativo di un pub di buon livello a due fermate di bus dall’alloggio per cenare questa sera: “FAGAN’S DRUMCONDRA” al 146 Lr. Drumcondra Road.

Entriamo titubanti, troviamo un locale elegantissimo, divani, lampade soffuse, quadri, piante, una cameriera simpaticissima con cui familiarizziamo subito e soprattutto ottime pietanze con un conto molto contenuto: € 38,00 in due compresa una enorme fetta di torta.

Siamo veramente soddisfatti e non rinunciamo nemmeno a risalire sul bus 16 e fare nuovamente un giro in Temple Bar e dintorni prima di capire che è veramente ora di andare a dormire.

SABATO 03 OTTOBRE

Stamattina andremo fuori Dublino, nella località di MALAHIDE, precisamente, per visitare il Castello.

Con l’immancabile bus 41 scendiamo alla solita fermata in fondo a O’Connell Street, poi, lungo l’ampia Abbey Street (che trovate svoltando a sinistra), con un po’ di fatica e chiedendo più volte informazioni, riusciamo a trovare Talbot Street dove fa capolinea il bus 42 fino a Malahide. Le partenze hanno una cadenza ogni mezz’ora e il biglietto è compreso nell’abbonamento. La località si trova a circa quattordici chilometri a nord di Dublino e il tragitto per arrivare dura circa 40/45 minuti. E’ meglio chiedere al conducente del bus dove scendere per andare al Castello, altrimenti vi ritrovate direttamente nel villaggio.

Scendiamo infatti di fronte ad un cancello dal quale si accede al bellissimo parco che circonda il castello e dopo una bella passeggiata tra boschetti e prati verdissimi, eccolo apparire, con l’aspetto del solido maniero di pietra grigia. Il castello è la dimora storica della famiglia Talbot che vi risiedette fin dal XII secolo, finché l’ultima erede, Rose Talbot, alla morte del fratello, non potendo pagare la onerosa tassa di successione, fu costretta a vendere tutta la proprietà, ritirandosi a vivere in Tasmania, dove possedeva degli allevamenti di pecore e da dove ritornava ogni anno in estate per trascorrere un periodo a Malahide (le era stato concesso di usufruire di alcune stanze della stupenda dimora).

Il biglietto di ingresso costa € 7,50 a persona e vi si accede con una visita guidata in inglese, usufruendo però di una ottima audio guida nella propria lingua senza ulteriore supplemento di prezzo: il castello merita sicuramente di essere visitato, gli arredamenti delle stanze sono originali e tutto è stato lasciato intatto a testimoniare lo stile di vita dei suoi ultimi residenti. Particolarmente interessante è il salone da pranzo con le originarie travature che sembra essere la più antica sala medievale in Irlanda.

Altrettanto interessante è la visita dei bei giardini, quello all’italiana, quello all’inglese, il Walled Garden (il Giardino Murato), la Victoria House (la Serra Vittoriana).

Passando accanto alle rovine della antica abbazia (Malahide Abbey), con una piacevole passeggiata, nel corso della quale abbiamo avuto modo di assistere anche ad una partita di cricket, raggiungiamo in poco tempo il villaggio di Malahide, piccolo e affacciato su un grazioso porticciolo. Peccato che oggi il cielo sia un po’ coperto, ma siamo in Irlanda ed è bellissimo così!

Ci fermiamo per pranzo in un locale di cui avevamo letto un’ottima recensione che ci sentiamo sicuramente di confermare: FAWLERS, al 12 di New Street. Bel posto, dove gustiamo una buona “soup” e toast speack e formaggio al prezzo di € 15,50 in due.

Per rientrare a Dublino scegliamo di provare i treni della DART, che è una sorta di metropolitana di superficie tra la città e le località della costa (biglietto sempre compreso nell’abbonamento). Devo dire che mi è parso più gradevole il viaggio sul bus, anche se niente da dire sull’efficienza, la puntualità e la pulizia dei convogli. Scendiamo alla stazione di Pearce e a piedi arriviamo fino alle FOUR COURTS (Le Quattro Corti), l’elegante e solenne edificio con la facciata a pronao corinzio, affacciato sul fiume Liffey, sede dell’Alta Corte di Giustizia della Repubblica d’Irlanda.

Siamo parecchio stanchi e comincia a tirare anche un vento freddo, per cui approfittiamo del tram LUAS che ferma nei pressi per ritornare in centro fino ad Abbey Street. Ultimo giro nella zona pedonale di Henry Street e Mary Street (laterali a O’Connell Street), due vie dello shopping, su cui prospettano oltre che i negozi delle varie catene (e vai con la globalizzazione!!) alcune belle facciate e si apre un mercato rionale che si tiene tutti i giorni della settimana dalla mattina al tardo pomeriggio.

Bus n. 1 per riposarci un po’ nella nostra accogliente camera e poi di nuovo a cena da Fagan’s.

DOMENICA 04 OTTOBRE

Anche oggi faremo una gita “fuori porta” approfittando anche della bella giornata di sole.

Vogliano andare a HOWTH, un piccolo centro balneare a sedici chilometri a nord- est della città, meta molto frequentata dai Dublinesi che amano passeggiare lungo le scogliere ricoperte di erica fino al Faro di Baily.

Prendiamo il bus 31 (partenze con cadenza ogni mezz’ora) in Talbot Street e dopo un bel tragitto di circa cinquanta minuti, scendiamo a Howth Summit. E’ importante verificare che il vostro bus arrivi fin lì perché alcuni fanno una corsa limitata al villaggio.

Una volta scesi al capolinea e imboccata a sinistra una strada in salita, in pochi minuti ci siamo ritrovati a respirare finalmente… la nostra Irlanda. La scogliera battuta dal vento, le nuvole che corrono veloci e all’improvviso minacciano pioggia, il sole che riappare subito dopo, il mare a volte calmissimo, a volte furioso: tutto questo ci era rimasto dentro e questo volevamo rivivere almeno una volta durante questa seconda puntata in terra gaelica.

Lungo la scogliera si possono percorrere sentieri di diversa difficoltà, contraddistinti da colori diversi: noi imbocchiamo quello che in due ore circa riconduce nei pressi del porto della cittadina: però poi cambiamo idea perché il tempo sta virando al peggio e noi non siamo perfettamente attrezzati, quindi decidiamo di tornare indietro e ridiscendere con il bus, salvo poi pentirci nuovamente quando riesce un bel sole: ma, appunto, questa è Irlanda.

Passeggiamo pigramente lungo il molo da cui si vede la piccola Island Eye, una isoletta ormai disabitata e sulla quale è stata istituita una riserva ornitologica.

E’ ora di pranzo, scegliamo un locale lungo la strada fronte porticciolo, “FINDLATERHOUSE”, invitante all’esterno, gradevole all’interno ma assolutamente disorganizzato nel servizio e niente di eccezionale nella qualità e che pertanto non mi sento di consigliare.

Ci avviamo a piedi verso il nucleo del piccolo borgo e presto troviamo le rovine, visitabili liberamente, di una chiesa da cui si gode una bella vista sul porto e sul faro.

Bella escursione fuori Dublino, da fare sicuramente.

Ritorniamo in città sempre con il bus 31 (la località è servita anche dalla DART con passaggi frequenti) ed essendo scaduta la validità dell’abbonamento, dobbiamo fare il biglietto che costa € 3,30 a persona.

Prima di rientrare al B&B, entriamo da “CARROLLS”, uno dei tantissimi negozi di questa catena che vende artigianato tipico dell’Irlanda, i gadgets della Guinness e molto altro per acquistare qualche regalino da riportare ai nostri figli.

Anche stasera ceniamo da Fagan’s, poi al calduccio della nostra camera (qui i termosifoni sono già accesi).

LUNEDì 05 OTTOBRE

Purtroppo siamo arrivati già al termine di questa piacevole vacanza: stamattina ci siamo svegliati con la pioggia e quindi decidiamo che andremo a visitare la National Gallery of Ireland per stare al coperto, anche se noi amiamo poco chiuderci in un museo, seppure ricco di opere pregevoli, preferendo vivere il contatto con la città per conoscere meglio le abitudini dei suoi abitanti. Facciamo colazione, lasciamo i bagagli in custodia e, nel mentre usciamo per prendere il bus, esce il sole cosicché cambiamo rapidamente programma. Con la massima calma gironzoliamo dove capita, scoprendo qualche angolino veramente carino e inaspettato, ripassando davanti a cose già viste che apprezziamo ancora meglio, scopriamo un intero quartiere dove non eravamo mai capitati, ci troviamo di fronte al Powerscourt House, notevole edificio georgiano convertito in un grande centro commerciale. Pranziamo infine in un elegante locale al n. 28 di Dame Street, “MERCANTILE” prima di riprendere per l’ultima volta il bus in O’Connell Street ed andare a ritirare i nostri bagagli. Raggiungiamo rapidamente l’aeroporto con il solito bus 41 e partiamo in perfetto orario alle 16:30 con il volo RYANAIR FR 9434. Alle 20:35 siamo a Ciampino.

Irlanda, ci rivedremo!



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