Islanda, meravigliosa terra tra ghiaccio e fuoco
Ecco il resoconto del nostro viaggio alla scoperta di questo posto magico.
11/08. Dopo tanti mesi passati ad organizzare tutto alla perfezione è arrivato il giorno della partenza…non mi sembra vero! Arriviamo a Reykjavik a mezzanotte, giusto il tempo di ritirare la nostra fedele compagna Yaris e di raggiungere la prima sistemazione poi nanna… domani inizia l’avventura!
12/08 Si parte! Lasciamo il cottage di Sandgerdi, dove abbiamo pernottato stanotte, e partiamo diretti al cosiddetto “Circolo d’oro”. Purtroppo oggi piove, ancora non lo sappiamo ma pioverà ininterrottamente tutto il giorno: dietro la coltre di nebbiolina riusciamo appena a scorgere le meraviglie del paesaggio circostante mentre percorriamo la N1 diretti alla nostra prima tappa, il parco nazionale di Thingvellir. Qui aveva sede il primo parlamento vichingo, situato in una faglia dove la spaccatura del terreno è ben visibile (uno dei tanti punti in cui le placche nordamericana ed euroasiatica si “scontrano”). Dopo una breve passeggiata proseguiamo verso Geysir, che dire: uno spettacolo unico! Tutta la zona è piena di pozze fumanti ed è la terra stessa che emana vapori sulfurei, ma il punto forte è il geyser Strokkur che, puntuale come un orologio svizzero, esplode ogni 6-7 minuti rompendo il silenzio che si crea tra un’eruzione e l’altra. Anche dopo aver assistito a questo fenomeno numerose volte (credo di aver perso il conto) la meraviglia è sempre la stessa! Concludiamo in bellezza la nostra giornata con la cascata di Gullfoss: nonostante la pioggia, l’imponenza di questa cascata a doppio salto ci lascia a bocca aperta!percorriamo a piedi il sentiero che costeggia tutta la cascata e permette di arrivare sopra la cascata stessa da dove si gode una vista meravigliosa. Le sorprese non sono finite: arrivati alla guesthouse che avevamo prenotato scopriamo che non esiste più, o meglio che il proprietario non ospita più nessuno. Superato il panico iniziale, ci dirigiamo ad una guesthouse vicina che fortunatamente aveva ancora un cottage disponibile… a volte è meglio non prenotare con troppo anticipo!
13/08. Partiamo con la speranza che il tempo oggi migliori, ma purtroppo sarà una vana speranza: la pioggia ci ha accompagnato per tutto il giorno, ma non ci ha impedito di seguire il nostro programma di viaggio. La giornata di oggi sarà all’insegna delle cascate. Ci fermiamo per una prima sosta alla cascata di Seljalandsfoss, che si può ammirare in lontananza dalla strada principale, ed ha la particolarità di avere un sentiero che passa dietro l’acqua. C’è da bagnarsi un po’, ma è davvero un’esperienza suggestiva! Poco distante e raggiungibile a piedi dallo stesso parcheggio, si trova la cascata Gljufurarbui, meno famosa ma altrettanto affascinante, in quanto si trova dentro una specie di grotta. Proseguiamo verso Skogafoss, una cascata molto imponente fiancheggiata da una scalinata che permette di salire fino ad una piattaforma proprio sul “salto” dell’acqua… considerando i 431 scalini che bisogna salire direi che non ne vale molto la pena; la cascata si può ammirare in tutto il suo splendore anche dal basso. Prima di pranzo raggiungiamo la spiaggia di Reynisfjara, nei pressi di Vik. Si tratta di una spiaggia nera incorniciata da colonne di basalto da dove sono visibili diversi faraglioni e il celebre arco di Dyrholaey in lontananza. Mentre stavamo scattando le foto di rito alle colonne di basalto ci siamo accorti che gli altri turisti sulla spiaggia stavano guardando in alto sulle scogliere… e abbiamo visto un piccolo gruppo di pulcinelle di mare che stavano prendendo il volo! E’ stata davvero una bella emozione vedere questi buffi animaletti cosi da vicino! Il tratto successivo della N1 fino al parco di Skaftafell è dominato dai “sandur”, una distesa di sabbia e detriti provenienti dal ghiacciaio Vatnajokull con qualche ciuffetto di erba e muschio qua e là, un paesaggio reso ancora più spettrale dalla foschia che non sembra volerci abbandonare. Attraversando questo paesaggio quasi lunare raggiungiamo il parco di Skaftafell, da dove parte il sentiero per la cascata di Svartifoss. Ovviamente piove, o meglio diluvia, ma non ci lasciamo scoraggiare e ci incamminiamo lungo il sentiero: lo spettacolo che ci attende è indimenticabile, una serie di colonne di basalto che sembrano disposte come le canne di un organo fanno da sfondo ad una delle cascate più belle dell’isola, almeno per noi! Ci dimentichiamo della pioggia e che siamo ormai fradici nonostante le mantelline antipioggia, e scattiamo un sacco di fotografie prima di prendere la via del ritorno. Passeremo poi la serata in ostello ad asciugare tutti i panni con il phon.
14/08. Questa mattina torniamo indietro di una trentina di km per ammirare la bellissima laguna di Jokulsarlon, che ieri abbiamo appena intravisto dalla strada. Per fortuna ha smesso di piovere, cosi finiamo per passare tutta la mattinata a fotografare questa meraviglia della natura: una laguna piena di iceberg con riflessi azzurri che dal ghiacciaio si muovono verso il mare. Un posto davvero indimenticabile! Lo stesso vale per la spiaggia dove gli iceberg finiscono il loro viaggio… una distesa di sabbia nera costellata di “ghiaccioloni” di vari dimensioni e forme. Dopo più di tre ore lasciamo questo posto incantevole diretti a Seidisfjordur. Lungo la strada avvistiamo un branco di renne a pochi metri dalla carreggiata; è incredibile trovarsi a pochi metri da questi animali “selvaggi”. Lungo i fiordi orientali la N1 segue il percorso tortuoso della costa; seguendo il navigatore decidiamo di prendere una scorciatoia che ci porta ad oltrepassare un passo montano su una strada sterrata… e ovviamente ricomincia a piovere. Nei rari momenti di schiarite il paesaggio che ci circonda è davvero incredibile, per il resto stiamo solo attenti ad evitare le buche della strada.(Una volta arrivati a destinazione ci accorgeremo di aver scheggiato il parabrezza con un sasso, fortunatamente l’assicurazione stipulata con il noleggio copre i danni ai vetri). Quando finalmente smette di piovere il cielo si riempie di arcobaleni e ammiriamo il paesaggio del fiordo in tutto il suo splendore, le vette delle montagne circostanti sono ancora ricoperte di neve e rendono ancora più magico questo posto dove passeremo la notte.
15/08. Oggi ci spostiamo da Seidisfjordur al lago Myvatn, dove passeremo i prossimi due giorni. Leggendo la fedele Lonely Planet ci aspettavamo un paesaggio brullo e spoglio, invece abbiamo percorso forse uno dei tratti di strada più belli del viaggio: un’alternanza continua tra il verde delle colline e il nero dei campi di lava, assolutamente meraviglioso! Facciamo un’unica deviazione dalla strada principale per raggiungere le cascate di Dettifoss e Selfoss. Ci sono due strade per raggiungere le cascate, noi prendiamo la strada asfaltata n° 862 che porta al lato occidentale della cascata e raggiungiamo con una breve passeggiata tra rocce basaltiche il punto panoramico sul salto. Dettifoss è impressionante, ci si arriva vicinissimi e la portata di acqua è enorme. Ammiriamo, un po’ più da lontano, anche Selfoss: molto scenografica in quanto si tratta di più cascate che si riversano in un canion. Proseguiamo per il lago Myvatn ma, prima di raggiungere l’ostello che abbiamo prenotato per la notte, dedichiamo il pomeriggio alla regione del Krafla. Si tratta di una zona vulcanica e geotermale molto vasta che riserva alcune perle davvero imperdibili. Per prima cosa raggiungiamo con una breve passeggiata i crateri di Leirhnjukur e Viti e abbiamo un primo assaggio delle meraviglie che emergono dal sottosuolo. Meraviglie che trovano la loro apoteosi nel campo di Hverir: una distesa di terra rossa piena di bocche fumanti e pozze di fango ribollenti dove i minerali che emergono dal sottosuolo colorano la terra di bianco, grigio, azzurro, rosso… in alcuni punti il vapore fuoriesce con una tale potenza da fischiare e ovunque si sente una puzza di zolfo incredibile. La giornata è stupenda e ci fermiamo a scattare centinaia di fotografie a questo posto davvero unico ed incredibile, forse uno dei nostri preferiti. Dopo aver fatto il pieno di meraviglia raggiungiamo il nostro ostello sulle rive del lago e siamo piacevolmente sorpresi dal constatare che di moscerini non c’è neanche l’ombra.
16/08. Oggi ce la prendiamo con calma, ci svegliamo un po’ più tardi del solito e dedichiamo l’intera giornata all’esplorazione delle rive del lago. Partiamo dalla riva orientale e ci fermiamo alle grotte di Grjotagja. Saliamo poi sul cratere di Herfel da dove si ammira un paesaggio impagabile sulla zona circostante. Rimaniamo un po’ delusi dal campo di lava di Dimmoborgir, forse perché ormai di lava ne abbiamo vista tanta, quindi facciamo solo un breve giro in uno dei sentieri ben segnalati nella zona e osserviamo cumuli di lava dalle forme bizzarre, ma niente di eccezionale. Proseguendo lungo le rive del lago raggiungiamo i pseudo crateri di Skutustadir e Hofdi, dove facciamo una breve passeggiata e arriviamo ad un punto panoramico sul lago… giusto il tempo di essere assaliti dai famigerati moscerini. Completato il giro del lago ritorniamo all’ostello e, a differenza delle altre sere in cui ci siamo sempre preparati da mangiare da soli, decidiamo di andare a mangiare la pizza. Anche perché la pizzeria è letteralmente a due passi dalla nostra camera e ce la prendiamo da asporto. Ordiniamo la pizza più strana, farcita con trota affumicata e pinoli, e devo dire che era davvero squisita, niente da invidiare ad alcune pizzerie italiane. Con la pancia piena ci godiamo un bel tramonto sul lago e poi tutti a letto.
17/08. Oggi mettiamo a riposo la nostra Yaris e partiamo con MyvatnTour alla scoperta dell’interno dell’isola, in particolare la nostra meta è la caldera dell’Askja. La giornata è stupenda, e durante il lungo viaggio in autobus ammiriamo un paesaggio da sogno: un deserto di lava, montagne, cascate. Il paesaggio sembra lunare ed è proprio qui che gli astronauti si vennero ad allenare prima dell’allunaggio! Durante il percorso facciamo diverse soste fino ad arrivare all’inizio del sentiero per la caldera dell’Askja e il cratere di Viti. Sul sentiero c’è ancora la neve, che rende ancora più surreale questo posto, e dopo una camminata di circa un’ora raggiungiamo la nostra destinazione e non possiamo non pensare che è uno dei luoghi più belli del mondo. Circondati da montagne innevate spiccano i crateri dell’Askja e il più piccolo Viti, dove a volte è possibile fare il bagno in quanto l’acqua è calda. Ci godiamo fino all’ultimo minuto questa meraviglia poi ci rimettiamo in marcia per raggiungere l’autobus e riprendere la via del ritorno. Arriviamo in ostello distrutti ma molto soddisfatti: l’escursione è abbastanza cara, ma vale sicuramente la pena prendervi parte.
18/08. Siamo ancora su di giri per l’escursione di ieri e la giornata di oggi riserva altre emozioni: infatti abbiamo in programma di arrivare ad Husavik per la gita in barca alla ricerca delle balene. Il mare è una tavola piatta e le 3 ore di navigazione passano in un attimo; siamo fortunatissimi e riusciamo ad avvistare 5-6 megattere e un gruppo di delfini che fanno capolino più volte: un’emozione irripetibile! L’escursione è stata organizzata alla perfezione e abbiamo apprezzato il rispetto mostrato nei confronti delle balene: a differenze di altre compagnie che si lanciavano sulle balene rischiando di urtarle, la nostra imbarcazione si fermava più distante e spegneva il motore quando veniva avvistato qualche animale. Dopo pranzo ripartiamo diretti ad Akureyri dove passeremo la notte. Lungo il percorso ci fermiamo ad ammirare la cascata di Godafoss, è sempre più difficile individuare la cascata più bella! Dopo tanta natura Akureyri ci appare una città anonima, ci sono tanti negozi e ristoranti, ma tutti con prezzi astronomici. Riusciamo però a completare il rituale giro di souvenir e mangiamo quello che viene definito (non sappiamo bene da chi) il migliore gelato d’Islanda.
19/08. Oggi lasciamo la N1 e ci inoltriamo nella solitaria penisola di Trollaskagi. Il paesaggio cambia radicalmente: niente vulcani, niente pozze sulfuree.. solo colline verdissime e fiordi incantevoli. Ci fermiamo nel paesino di Siglofjordur, una vera chicca, poi proseguiamo fino ad Hofsos dove scorgiamo una piccola spiaggia con colonne basaltiche. La strada scorre veloce e raggiungiamo nel primo pomeriggio Blonduos, dove passeremo la notte. Visto che c’è un bel sole e abbiamo ormai imparato quanto è mutevole il clima in Islanda, decidiamo di proseguire per la penisola di Vatnsness alla ricerca delle foche. Percorriamo una quarantina di km su strada sterrata, ma ben percorribile (almeno quando non piove) e riusciamo a vedere le foche in due punti, purtroppo sempre un po’ da lontano, ma è comunque un’emozione unica vedere questi buffi animali che si crogiolano al sole. Dopo aver fatto il pieno di natura ritorniamo verso Blonduos e prendiamo possesso del nostro cottage sul mare: la pulizia lascia molto a desiderare e il proprietario è a dir poco eccentrico, ma almeno ci godiamo un bellissimo tramonto!
20/09. A proposito del tempo mutevole… oggi piove! Partiamo diretti alla penisola di Snaefellsness con una prima breve sosta alla cascata di Kologljufur. Ben presto ci rendiamo conto che la strada per arrivare a Stykkisholmur è orribile, uno sterrato di più di 60 km pieno di buche enormi e al limite dell’impraticabile, e la pioggia sicuramente non aiuta. Siamo costretti a procedere a passo d’uomo e la meta sembra non arrivare mai. Arrivati a Stykkisholmur finalmente ritorna l’asfalto quindi procediamo con il giro della penisola, che ci regala degli scorci davvero suggestivi e una della esperienze più disgustose del viaggio: l’assaggio della carne di squalo putrefatto! Ci fermiamo nella fattoria di Bjarnarhofn, e dopo aver preso parte alla visita del piccolo museo in cui ci viene spiegato come viene lavorato e conservato lo squalo, arriva il momento dell’assaggio; la prima impressione è quella di un pezzo di pesce crudo, poi la bocca viene invasa dall’acido dell’ammoniaca e rimane solo disgusto. Tra l’alto la sera ci siamo accorti di aver sudato ammoniaca anche noi!! Completato il giro della penisola ritorniamo a Stykkisholmur dove passiamo la notte in un ostello situato proprio di fronte al faro di Sugandisey.
21/09. È già l’ultimo giorno del viaggio, stasera arriviamo a Reykjavik. Dopo aver fatto colazione, iniziamo la giornata con una bella passeggiata al faro, poi ci mettiamo in strada diretti a Borgarnes. Volevamo visitare il museo del Borgarfiordur, segnalato nella guida come molto interessante, ma purtroppo era chiuso. Proseguiamo verso la capitale, ma quando siamo ormai vicini butto là un “ e se tornassimo a Geysir visto che è presto?”. Ok, Reykjavik può aspettare, ricominciamo il giro e torniamo ad ammirare lo spettacolo di Strokkur, stavolta con più calma visto che non piove. Rimaniamo più di mezzora a passeggiare tra le pozze fumanti poi riprendiamo la strada verso Reykjavik. Arrivati all’ostello, lasciamo le nostre cose in camera e facciamo una bella passeggiata cercando di vedere un po’ tutto: la famosa Hallgrimskirkja riusciamo a vederla solo da fuori perché c’è la Messa e non ci fanno entrare; camminiamo lungo il porto e ci fermiamo a cenare al Sea Baron con la caratteristica zuppa di aragosta; percorriamo le colorate vie del centro per poi fare ritorno all’ostello dove ci aspetta il ragazzo del noleggio per ritirare l’auto, fortunatamente senza problemi per il vetro scheggiato!
Purtroppo siamo arrivati alla conclusione di questo bellissimo viaggio che ci ha fatto scoprire una terra meravigliosa, dove la natura è ancora incontaminata e si mostra in tutta la sua bellezza. La lunga organizzazione ci aveva creato delle aspettative molto alte che non sono state per niente deluse, anzi… anche se li avevamo già visti in foto, i paesaggi che abbiamo attraversato ci hanno entusiasmato e lasciato senza parole. Non scorderemo facilmente questa terra di ghiaccio e fuoco!