Indonesia e Singapore: la nostra prima volta in Oriente
Indice dei contenuti
1 Agosto
Si parte! Volo Venezia-Doha-Jakarta, dopo uno scalo piuttosto lungo a Doha ripartiamo per Jakarta dove ci fermeremo solo la notte del 02/08 prima di ripartire la mattina successiva per Yogyakarta (Jogja) con volo Garuda. In molte guide, e da altri diari di viaggio, Jakarta sembrava essere troppo caotica e poco interessante per meritare una visita.
3 Agosto
Arrivati attorno alle 9, siamo stati accolti dal nostro driver (tour organizzato online con Jogjatrans.com, feedback più che positivo). Il primo impatto è stato quello di una città caotica ma al tempo stesso ordinata, impressionante il numero di scooter fermi ai semafori! Insomma, un caos calmo. Come prima cosa ci dirigiamo a visitare la tomba sacra a Kote Gede, sobborgo di Yogyakarta noto negli anni ’30 per la lavorazione dell’argento. La seconda tappa, infatti, si svolge all’interno di un laboratorio artigianale per la lavorazione dell’argento, dove una gentile commessa ci segue nella dimostrazione delle varie fasi del processo produttivo: a partire dal filo, con lavorazioni minuziose per strato, creano spille, pendagli e bracciali. Incredibile quanta manualità ci sia dietro a questi piccoli oggettini (una sorta di filigrana).
Dopo una sosta per il pranzo nel nostro primo ristorante tipico, facciamo tappa in una scuola/negozio di batik, dove ci spiegano la tecnica e ci mostrano i quadri realizzati dal maestro e dagli studenti, molto interessante. Il pregio del batik sta nel numero di colori e nella minuziosità dei disegni.
Ci dirigiamo quindi verso Prambanan, un complesso di spettacolari templi induisti situati a circa 17 km dal centro di Yogyakarta. Questi templi furono costruiti tra l’VIII e il X secolo d.C. Nell’ordine di dimensione ed importanza: Candi Shiva Mahadeva, Candi Vishnu e Candi Brahma, caratterizzati da un templio centrale e da templi minori che lo circondano. Purtroppo il sito è stato interessato da 2 importanti terremoti, l’ultimo nel 2006, che hanno distrutto alcuni templi e reso inagibile l’accesso ad altri, ci sono cantieri dedicati alla ricostruzione ma il lavoro sembra lungo. L’esperienza di assistere al tramonto ai piedi di queste meravigliose opere è stata davvero molto suggestiva.
4 Agosto
Sveglia all’alba e ritrovo previsto con il nostro autista alle ore 3 per partire alla volta di Borobudur. Il tempio si trova a circa 45 minuti d’auto dal centro di Jogja. Muniti di pile saliamo le ripide gradinate in direzione della cima, per appostarci a vedere l’alba. Il sole non si fa attendere molto e da una coltre di nebbia bassa spuntano un pò alla volta vulcani che si stagliano tra le pianure circostanti. Il sito è ben tenuto ed è stato ricostruito e messo in sicurezza dopo un intervento dell’UNESCO. L’area su cui poggia, infatti, era soggetta a pericolosi cedimenti a causa del terreno melmoso. Il tempio è costituito da 6 terrazze, a loro volta sormontate da 3 grandi terrazze circolari. La costruzione è concepita con la visione buddista del cosmo tradotta in pietra, partendo dal mondo terreno e salendo a spirale verso il nirvana. Le terrazze sono coperte da bassorilievi che, si ritiene, fossero stati colorati per attirare la luce del sole e farla risaltare. Vi sono numerose statue del Buddha seduto in diverse posizioni.
Al termine della visita, sicuramente uno dei ricordi del viaggio che conserviamo con maggiore piacere, ci dirigiamo alla scoperta dei villaggi circostanti: Candirejo, Karang e Nglipoh. In quest’ultimo, centro di lavorazione della ceramica, visitiamo la casa-laboratorio di una simpatica coppia di signori che ci fanno vedere le varie fasi di lavorazione della creta: tornio, asciugatura e cottura… la simpatica signora fa cimentare Martina nella creazione di un posacenere a tornio, buffo come si divertono a vedere e correggere la manualità di Martina, per loro è così naturale e semplice come movimento! Affascinati da questa esperienza, acquistiamo il nostro primo souvenir ed il signore orgogliosamente ci chiede una foto tutti assieme. Basta veramente così poco per strappare loro un sorriso! Addentrandoci all’interno dei villaggi, i bambini ci guardano affascinati e ci salutano contenti.
Rientriamo dalla nostra gita in periferia per visitare il Kraton, palazzo dei sultani, immenso, centro politico e culturale dove vivono e lavorano circa 25.000 persone. Al suo interno si possono trovare numerosi negozi e laboratori artigianali. Visitiamo il laboratorio per la creazione delle marionette, costruite con pelle di bue e lavorate con chiodi di diverse dimensioni per essere poi colorate con tinte naturali che rappresentano le diverse virtù: amore, purezza ed equilibrio. In una bottega vediamo per la prima volta il buffo zibetto della palme, il famoso “produttore” del più costoso caffè: kopi luwak. Questo animaletto si nutre dei chicchi più rossi della piante del caffè e li espelle arricchendoli di enzimi, questi chicchi vengono poi lavorati per creare una miscela molto costosa… noi preferiamo evitare l’assaggio di questa “prelibatezza”, vediamo se nel proseguo del viaggio cambieremo idea.
Stanchissimi per l’intensa giornata facciamo ritorno in hotel a riposare, l’indomani ci aspetta un lungo viaggio in auto.
5 Agosto
Giornata di puro trasferimento da Yogyokarta a Bromo, circa 12 ore di auto rispetto alle 10 attese, causa traffico intensissimo. Ci consola una buonissima cena in hotel (Java Banana, caro ma decisamente consigliato viste le alternative).
6 Agosto
Partenza alle 3h30, direzione Gunung Penanjakan per attendere l’alba. Il sole sorge poco a poco sulle vette del Gunung Bromo, Kursi, Batok e Gunung Semeru, emergendo dalla coltre di nebbia che avvolge la vallata. Ogni commento sul panorama mozzafiato è superfluo e anche le migliori foto non possono rendere onore alla bellezza del paesaggio. Verso le 6 ci dirigiamo in jeep attraverso il Laotian Pasir alle pendici del Gunung Bromo per risalirlo tra una folla di persone. L’escursione si è rivelata senza dubbio un’esperienza meravigliosa, l’unica pecca annunciata è il gran numero di turisti con cui è necessario condividerla, ma si sa che Agosto non è un mese come gli altri.
Rientrati in hotel, dopo una doccia ed una ricca colazione, ripartiamo alla volta dell’Ijen Plateau.
7 Agosto
E’ arrivato il giorno della sveglia più “drammatica” del viaggio… all’1 ci attende la jeep che ci condurrà al vulcano Ijen. Dopo un’oretta di tragitto arriviamo all’area di sosta da cui parte il camminamento per raggiungere la cima del vulcano, la strada inizia a salire quasi subito ma la gente è molta e ci si fa coraggio… le torce davanti a noi sembrano non smettere mai di salire. Arrivati in cima, muniti di maschera per i fumi di zolfo (noi le abbiamo noleggiate al campo base, col senno di poi non ci sono sembrate indispensabili ma meglio così), iniziamo a scendere all’interno del cratere per vedere i famosi “blue fires”: si tratta di fiamme blu che si sviluppano tra le nuvole di zolfo attraverso reazioni chimiche, la gente è molta ma il fenomeno particolarissimo merita senz’altro. Questo spettacolo si può vedere solo di notte! Durante la discesa vediamo un paio di portatori di zolfo con le loro gerle, povera gente, salgono il vulcano 2 volte al giorno per poche rupie con ceste di 70 kg e scarpe improbabili. Risaliamo con pazienza dal cratere del vulcano dopo aver fatto mille foto. Arrivati in cima saliamo sul punto migliore per appostarci e attendere l’alba, nel frattempo il vulcano attivo in lontananza continua a tuonare e fumare. Con le prime luci dell’alba ci attende uno spettacolo indescrivibile: un cratere giallo per lo zolfo fumante con al suo interno un lago azzurro/verde che sembra quasi solido tanta è l’intensità del suo colore, il tutto circondato da rocce rosse e con un altro vulcano fumante a fare da sfondo… il panorama più bello del viaggio! Non ci stancheremmo mai di fare foto ma dobbiamo iniziare a scendere perché oggi ci attende il trasferimento a Bali! Alle 10 il nostro driver ci conduce al porto per imbarcarci, in mezz’oretta arriviamo a Bali e l’isola ci accoglie tra le centinaia di piante di frangipane! Ci dirigiamo verso Pemuteran, un paesino sul mare molto tranquillo dove ci concediamo un pò di relax prima di proseguire con il viaggio: ottima cucina, mare e qualche buon massaggio!
9 Agosto
Giornata dedicata allo snorkeling e al “non far niente”, la spiaggia non è nulla di eccezionale ma l’hotel è davvero incantevole (Taruna Homestay) e ne approfittiamo per ricaricarci in vista dei prossimi giorni.
10 Agosto
Alle 10:30 ci attende Dewa, il driver consigliato da altri tpc che ci accompagnerà nei prossimi giorni alla scoperta di Bali.
Ci dirigiamo verso le cascate di Munduk, alte 15 m e immerse tra le piantagioni di caffè e chiodi di garofano. Proseguiamo quindi verso il lago Bratan, passando per un view point sui laghi gemelli che purtroppo non riusciamo a scorgere a causa della nebbia. Visitiamo il tempio di Pura Ulun Danu Bratan dedicato alla dea della acque, Dewi Danu. Si tratta di un tempio hindu-buddista posizionato nel mezzo di un isolotto. Anche se non è consentito l’accesso ai turisti nelle zone del tempio dedicate ai riti, sbirciando dalle mura è possibile scorgere i fedeli mentre portano in offerta al tempio fiori ed incensi, rituale che ci accompagnerà per i prossimi 4 giorni. E’ molto bello vedere come in ogni abitazione hindu vengano preparate con dedizione le offerte, cestini intrecciati di foglie di banano contenenti petali di fiori coloratissimi, a volte frutta o riso, posti davanti ad ogni tempio e riempiti di incensi. Tutte queste offerte colorano templi e città, un’immagine che resterà sempre impressa in noi.
E’ la volta delle risaie di Jatiluwih, immerse nelle verdi colline… il tempo purtroppo non gioca a nostro favore, il cielo è coperto e non siamo in grado di apprezzare appieno lo spettacolo dei terrazzamenti, speriamo di avere più fortuna nei giorni successivi.
Ci dirigiamo quindi verso l’ultimo tempio previsto per oggi, il Pura Luhur Batukau, probabilmente il tempio più mistico tra i tanti visitati a Bali, complici l’aria di semiabbandono, i pochi turisti e la pioggerellina fitta che ci bagna durante la visita.
Alla sera arriviamo ad Ubud, che abbiamo preso come base per visitare i diversi siti di interesse sparsi per l’isola nei prossimi giorni.
11 Agosto
Oggi il nostro programma prevede la visita in autonomia della città. Iniziamo a percorrere la Monkey Forest road verso Puri Saren Agung (Palazzo di Ubud), le aree visitabili sono ristrette in quanto la maggior parte del sito è occupato dalla famiglia reale e dai suoi ospiti. Ci dirigiamo quindi verso il Pura Taman Saraswati (Palazzo sull’acqua), templio molto bello a pochi passi dal palazzo e caratterizzato dalle strutture in pietra e dai tetti in paglia, ricoperto di offerte votive. Tappa successiva è il mercato di Ubud, che fino alle 9 del mattino è occupato da bancarelle di frutta, verdura e spezie locali, per far poi spazio a bancarelle maggiormente turistiche.
Sistemati i regali per amici e parenti, ci incamminiamo per una passeggiate tra le risaie visitabili a piedi dal centro città, la strada pedonale che si immerge tra le risaie si imbocca seguendo l’indicazione per l’Organic Sari dopo il Palazzo sull’Acqua. Per 2/3 km ci si immerge in distese di risaie e piccoli bar, una vera e propria oasi di pace.
Nel frattempo, il nostro driver ci avvisa che, a causa dei preparativi per le cerimonie funebri nel suo villaggio, per i giorni successivi si vede costretto a chiedere ad un suo amico (Wayan) di sostituirlo alla guida, nessun problema per noi. Ci spiega che le cerimonie funebri nei villaggi sono collettive perché sono poche le persone che possono permettersi cremazioni singole, tumulano quindi i defunti per poi cremarli durante una cerimonia collettiva ogni 5 anni. Nelle loro credenze l’anima del defunto veglia, protegge, guida e compare in sogno alla famiglia per i primi 5 anni dalla morte, dopo di che si verifica la reincarnazione. Curioso come in ogni parte del mondo le persone vivano le loro fedi in maniera così diversa.
12 Agosto
La nostra nuova guida ci attende al nostro hotel, si presenta in abiti tradizionali: serang, camicia batik e tipico copricapo. Dopo qualche difficoltà iniziale di adattamento all’inglese della nostra nuova guida, scopriamo che la guida è veramente appassionato del suo lavoro e che, oltre che da driver, ci farà anche da guida turistica nelle tappe a venire, con una grandissima carica di energia! La prima fermata prevista è alle risaie terrazzate di Tegallalang. Arriviamo tra i primi, pioviggina e la discesa tra le terrazze si fa difficile, ma il paesaggio intorno a noi giustifica la fatica! Dopo un pò di saliscendi il cielo si schiarisce, uno spettacolo fantastico e… che caldo!
Soddisfatti, risaliamo in auto, prossima tappa Tampaksiring per la visita a Gunung Kawi. Arrivati al tempio, percorriamo una lunga gradinata (per fortuna in discesa) e raggiungiamo i 10 “candi” suddivisi in 2 aree, la prima per gli uomini e la seconda per le donne. Si tratta di un complesso di templi molto diverso dai precedenti, completamente incastonato nella roccia.
Tappa successiva è Tirta Empul, ovvero il tempio della purificazione, al cui ingresso troviamo una grande pianta sempre avvolta in un tessuto bianco e nero. Wayan ci spiega che i colori bianco e nero del tessuto rappresentano l’equilibrio tra il bene e il male, sempre coesistenti ed in lotta perenne. All’interno del tempio vi sono diverse vasche usate durante i riti, 2 di queste vasche hanno diverse sorgenti di acque sorgive con poteri magici, vediamo diversi turisti bagnarsi dalle fonti. Il rito prevede la purificazione a queste fonti per poi proseguire la cerimonia.
Lasciato Tirta Empul, la guida ci conduce alla visita delle piantagioni, dove si trovano piante di caffè, cacao, vaniglia, ginger ed altre spezie. Ci spiegano il processo di torrefazione del caffè, dalla tostatura alla polverizzazione e rivediamo il famoso zibetto, produttore del Kopi luwak. Il giro si conclude con una degustazione di tutti i diversi thè e caffè aromatizzati, ne approfittiamo per acquistarne alcuni. Proseguiamo quindi alla volta di Penelokan, villaggio in cima ad una montagna da cui si gode di una vista su un vulcano attivo che sovrasta un lago… in realtà ripartiamo velocemente dopo il un pranzo rapido perché la tappa non ci soddisfa più di tanto. Ci dirigiamo quindi verso Bedulu a visitare Go Gajah, la grotta dell’elefante, dove la nostra guida ci racconta che la sorgente dentro alla grotta produce acqua solo durante le cerimonie. E’ molto credente e si diletta nel raccontarci aneddoti di ogni tipo. Rientrando verso l’hotel, facciamo 2 soste nei villaggi degli intagliatori di legno e in quello dedicato alla lavorazione dell’argento.
13 Agosto
Ripartiamo da Ubud in direzione Candidasa per avvicinarci al porto da cui ci imbarcheremo per le Gili. Visitiamo il Taman Kertha Gosa a Semarapura per vedere il tempio galleggiante (Bale Kambangy), unico tempio visitato il cui tetto è coperto da pale colorate e affrescate, visitiamo quindi il museo e ripartiamo per Pura Besakih. Il sito, composto da 23 templi, è molto bello ma poco promosso dalle guide turistiche a causa, si dice, delle truffe e dei raggiri messi in atto dalle guide locali. In realtà, facendo tesoro dei piccoli accorgimenti di Wayan, la visita è filata via tranquilla, l’importante è evitare di parlare con le persone locali che provano ad avvicinarsi.
L’ultima tappa prevista è Taman Tirta Ganga, un sito principalmente turistico (da qualche tempo hanno aperto al suo interno un albergo) ma carino per le grandi fontane e i laghetti. Ci divertiamo a passeggiare qua e là, per entrambi è poca la voglia di lasciare Bali, isola che ci ha affascinato molto. Visto l’anticipo sulla tabella di marcia, la guida ci propone di visitare un piccolo villaggio caratteristico, dove l’attività principale è tessere a telaio dei tessuti molto belli. Quello che ci colpisce di più è la vita comunitaria di questo paesino! Un cittadino ci guida tra le case ed il loro tempio e lasciamo un’offerta per ringraziarlo. Purtroppo il giro a Bali si conclude a Candidasa, aspettiamo frementi la partenza dell’indomani per le Gili Air.
14 Agosto
Con un pò di anticipo arriva in hotel il transfer prenotato per il porto, da dove salpiamo attorno alle 11 (fastboat Gili Gili). La traversata di un’ora e trenta circa trascorre veloce e il mare è calmo, una volta arrivati alle Gili Air prendiamo un trasporto locale (calesse trainato da cavallo) per raggiungere il nostro resort… iniziano 4 splendidi giorni di assoluto relax, tra sole e snorkeling, albe e tramonti in riva al mare.
Le Gili ci sono piaciute, in realtà abbiamo apprezzato più la tranquillità del posto rispetto alla barriera corallina, bella ma assolutamente non paragonabile a quella che si può ammirare, per esempio, nel Mar Rosso.
18 Agosto
La fastboat ci riporta a Bali attorno all’ora di pranzo e puntuale parte il transfer (compreso nel biglietto del traghetto) verso l’aeroporto, da dove alle 20h40 prendiamo il nostro volo KLM che ci porta a Singapore. Inizia l’ultima parte del nostro viaggio.
19 Agosto
Singapore è una metropoli a misura d’uomo, pulitissima ed estremamente ordinata, facile da vivere e da visitare grazie ad un’ottima rete di trasporti.
Come nostra consuetudine, il primo giorno assomiglia più ad una maratona che ad una vacanza, a fine giornata ci rendiamo conto di aver visitato buona parte dei quartieri della città, da Chinatown a Little India, passando per i Gardens on the Bay e il financial district… la città ci piace, chiacchierando a cena diciamo che ci potremmo tranquillamente vivere, se non fosse per l’umidità davvero ai limiti della sopportazione.
20 Agosto
Giornata dedicata a parchi e animali. Partiamo la mattina dal giardino botanico, enorme e tranquillo polmone verde, poi nel primo pomeriggio è la volta dello zoo, sicuramente bello e ben tenuto ma vedere gli animali in gabbia fa sempre un certo che… rimaniamo invece piacevolmente stupidi dal Night Safari, nel quale si fa una visita di circa 45 minuti attraverso il parco… nella notte, le barriere sembrano dissolversi e a tratti si ha davvero la sensazioni di essere nella natura in mezzo agli animali. Sicuramente non è paragonabile ai safari notturni che abbiamo avuto la fortuna di fare in Sudafrica, ma ci sentiremmo comunque di consigliarlo (molto più dello zoo).
Di rientro, facciamo una breve tappa ai Gardens by the Bay per goderci il panorama notturno, prima di rientrare in albergo esausti.
21 Agosto
Passiamo l’ultima giornata cercando di vivere un po’ di più la Singapore meno turistica, cercando i locali e i negozietti frequentati dalla gente del posto. Il tempo corre veloce e arriva ben presto l’ora di spostarci in aeroporto, da dove nella notte partiamo per il rientro a Venezia.
Buon viaggio a tutti, Paolo&Marty