Baby Trekking in Tarvisiano e Carnia
Da sempre amo le montagne, ma mai ero stata su quelle Friulane…certo, ne avevo sentito parlare, avevo visto anche qualche foto, ma mai avrei potuto immaginare la bellezza che ho trovato!
Andiamo però con ordine…cosa scegliere di vedere in un weekend con bambino di un anno e mezzo a seguito? Qualcosa che fosse accessibile anche a lui, che non lo stancasse troppo e che consentisse anche a noi genitori di goderci appieno le meraviglie “formato famiglia”; ebbene: tarvisiano e arnia offrono davvero moltissimo a mamma e papà, il brutto è solo…dover scegliere!
Come primissima tappa, non appena usciti dall’autostrada che, comodissima conduce sino a Camporosso, abbiamo deciso di prendere l’ovovia che trasporta velocissimi (meno di dieci minuti e 1000m di dislivello) al magnifico borgo del Monte Lussari, dove sorge anche il santuario trecentesco (ricostruito però più recentemente), antico luogo di pellegrinaggio di ben tre popoli (italiano, austriaco e sloveno): la sua origine si perde nella leggenda, che narra di pecore inginocchiate attorno ad una statuetta della madonna che, sebbene spostata di sera nella chiesa di Camporosso, la mattina veniva puntualmente ritrovata sul monte…
La visita in questo luogo è davvero magica, perchè sembra di essere tornati indietro nel tempo: questo paesino così sospeso in cima alla montagna riesce a trasmettere emozioni veramente particolari, ed è accessibile anche ai più piccini: noi col passeggino siamo scesi lungo lo sterrato per poi risalire l’unica stradina; La scalinata che, poco oltre, consente di raggiungere la chiesa, sembrerebbe essere per noi e il nostro comodo bimbo un ostacolo: è invece aggirabile da una mulattiera sulla sinistra che, correndo intorno alla cima del Lussari, risbuca in prossimità dei negozietti, per infine continuare sino all’entrata della pieve.
Non si può invece arrivare col passeggino alla sommità del monte, dove sorge una grande croce; io ho lasciato momentaneamente il papà con il piccolino per andare a godermi il panorama, a 360°, che spazia sino alle cime austriache e slovene: niente paura, ci vogliono davvero due minuti dal retro della chiesa, e ne vale davvero la pena!
Una volta terminata la nostra gita e scesi sempre tramite cabinovia (si potrebbe fare anche a piedi servendosi del Sentiero del Pellegrino, ma non è un percorso “carrozzabile”, ed il tempo da mettere in conto non è inferiore alle due ore), ci siamo concessi di conoscere la graziosa cittadina di Tarvisio, e di fare due passi lungo la Ciclovia Alpe Adria, pista ciclabile qui nata sui sedimenti della vecchia ferrovia pontebbana che univa Tarvisio a Udine (il cui traffico è ora stato spostato prevalentemente in galleria): si cammina sempre in pendenza modestissima (quasi piana) incontrando anche le vecchie stazioni ormai non più in uso. Volendo, si potrebbe anche noleggiare una mountain bike con seggiolino per compiere il percorso più velocemente e coprire una distanza maggiore, scoprendo anche luoghi decisamente incantevoli…questo tratto fa parte del più ampio tratto che collega Salisburgo a Grado e completato qualche anno fa: un modo davvero interessante di avvicinarsi alla bicicletta e ai bei percorsi che consente di compiere!
Per il nostro pernottamento abbiamo scelto l’Hotel il Cervo, facente parte del club di prodotto Family Montagna, che raggruppa tutte quelle strutture particolarmente adatte alle famiglie. Noi avevamo una bella stanza grande, con la culla per il piccolino e un balcone con panorama veramente mozzafiato su tutto il paese e le montagne circostanti; non avremmo potuto scegliere di meglio, vista anche l’abbondante colazione, che ha illuminato gli occhi dei miei due uomini presenti.
Il giorno successivo siamo partiti alla scoperta delle bellezze naturali intorno a Tarvisio; come primissima tappa, potevamo non scegliere i laghi di Fusine, di cui molti mi avevano parlato come imperdibili?
E, in effetti, mi sono immediatamente innamorata!
Siamo partiti dal lago Superiore, subito amato dal piccolo di casa per l’enorme quantità di sassi che ha potuto lanciare; da qui si può anche raggiungere, in un’oretta di cammino, il rifugio Zacchi, per una giornata tra boschi e panorami fiabeschi; noi invece ci siamo spostati verso il Lago Inferiore, le cui acque turchesi catturano immediatamente cuore e anima, e le magnifiche cime che vi si specchiano, lasciano il turista decisamente ammaliato; noi abbiamo deciso di compiere un giro col nostro passeggino ma, ad un certo punto, il bel sentiero largo e dal fondo liscio, diventa sassoso e pieno di radici, che non ci ha permesso il prosieguo. Niente panico però! Basta armarsi di zaino e il problema è già bello e risolto; se non l’aveste, col bebè nel suo mezzo si può comunque camminare lungo la parte più bella. E si può anche fare un fantastico pic-nic; se però il pranzo al sacco non dovesse piacervi, allora ben due rifugi sorgono sulle rive del lago e coi, loro profumini, invogliano qualsiasi persona a fermarsi…noi ovviamente non saremmo stati da meno, ma avevamo un altra tappa da raggiungere: l’altopiano di Montasio.
E quindi, dai laghi di Fusine (bellissimo e caratteristico anche il villaggio di Fusine in ValRomana) siamo tornati a Tarvisio per prendere la direzione di Sella Nevea, località sciistica, dove siamo arrivati in circa mezz’oretta; da qui, una stradina strettissima e in ripidissima salita, si stacca sulla destra per portarci in brevissimo tempo fra i verdissimi prati dell’altopiano, dove si abbiamo parcheggiato..
Qui sarebbe stato facile farsi invogliare a dirigersi immediatamente verso la Malga Montasio e sedersi per gustare le prelibatezze tipiche a base dell’omonimo formaggio ma noi stoici abbiamo voluto prima meritarcelo!
Preso stavolta il nostro zaino, abbiamo inserito il piccino che, dolcemente, si è fatto scarrozzare sino ai 1660m del Rifugio Giacomo di Brazzà, che dall’area sosta di Casere Parte di Mezzo guarda giù dall’alto dello sperone su cui è posto; in circa 30/40 minuti, passando anche vicinissimo alle mucche al pascolo (che, si sa, ai bimbi piacciono sempre!), siamo arrivati alle sue porte, godendoci il panorama spettacolare sul monte Montasio e sul Canin…sotto il sole cocente si è faticato parecchio, sebbene la larga mulattiera non fosse mai impegnativa; decisamente meglio in discesa, col fresco venticello a dar sollievo e in lontananza la malga Montasio, che ora nessuno ci poteva togliere!
E, dopo esserci gustati i piatti tipici e riposati il giusto, eccoci ripartire alla volta di un’altra perla della zona: il lago di Raibl, presso Predil.
Il realtà le verdi acque le avevamo già intraviste passando verso Sella Nevea ma, parcheggiata l’auto in una delle numerose aree di sosta, abbiamo potuto vedere la vicino questa alpina bellezza e vedere, con nostro stupore, che questa è praticamente una stazione balneare! Infatti, accanto a calette pi o meno selvagge, dove in molti prendono il sole, ci sono anche veri e propri bagni, attrezzati con ogni comodità, anche con scivoli per gommoni che finiscono dritti nell’acqua! Noi non ci siamo certamente fatti mancare l’occasione di provare anche l’ebbrezza di bagnare i piedini, compreso il piccolo principino, che ha particolarmente gradito! Ma non solo il puccio delle estremità: c’era tantissima gente che addirittura si tuffava e nuotava…insomma: se raggiungere il mare da qui non è comodissimo, ecco creata un’alternativa altrettanto invogliante! E che fresca brezza tra le ombre degli alberi…da non andar più via.
Poco distante poi, a Cave, c’è anche la possibilità di entrare nelle vecchie cave con una visita guidata, da prenotare direttamente in loco:sarà divertentissimo fare l’ingresso sul trenino per poi proseguire a piedi alla scoperta di un antico lavoro che qui veniva svolto fin dall’anno 1000; ora le miniere hanno cessato l’attività, ma sono sempre molto affascinanti e raccontano una lunga, e a volte dolorosa, storia.
Ritornati a Tarvisio giusto in tempo per sistemarci e rilassarci un po’ prima della cena, abbiamo col cuore salutato questa zona, perchè l’indomani sarebbe stata la volta della Carnia: abbiamo promesso che torneremo, perchè le cose da vedere sono ancora tante, come l’orrido dello Slizza o il sentiero degli Gnomi a Camporosso…insomma: non mancheremo qui per molto tempo!
Domenica invece, alzati di buon grado, abbiamo preso la via del ritorno, ben consci però che quello che ci avrebbe atteso era un’altra giornata piena di bellissime cose da vedere; la nostra prima tappa è stata Bordano, nota come il paese delle farfalle, grazie alla sua “casa”, che ne ospita esemplari rarissimi provenienti da ogni parte del globo; dopo un breve filmato introduttivo alla vita dei lepidotteri ed una sala con spiegate le varie specie, ci si addentra nelle tre serre, in cui è stato ricreato l’ambiente caldo-umido dei tropici, per consentire loro un’esistenza pari a quella che avrebbero avuto in loco.
Ciò che io mi aspettavo era di vederle in teche, ma non ero assolutamente preparata invece alla bellezza cui ho assistito: le farfalle svolazzano tutt’intorno, posandosi sugli alberi e sui fiori, ma anche sulle persone (e sul crapone del mio piccino, per esempio, che era veramente affascinato ed interessatissimo); i colori che ho potuto ammirare sembravano quelli di cui mi servivo da piccolissima alle elementari per disegnarle, talmente cangianti da sembrare finti! Si sentivano tantissimi “ooooh” di tutti i bambini…è certamente un luogo imperdibile, soprattutto per i piccoli!
Da qui, in pochissimo tempo abbiamo raggiunto il lago di Cavazzo, detto anche dei Tre Comuni, dal momento che le sue acque lambiscono Trasaghis, Bordano e la stessa Cavazzo Carnico; sulle sue rive, come per Raibl, ci sono moltissime persone che trovano rinfresco e che si immergono per trovare sollievo alla calura estiva; noi abbiamo compiuto, col passeggino, un bel sentiero che ne costeggia un tratto, ammirandolo da diverse prospettive, e cogliendone anche la bellezza naturale; incredibile a dirsi, ma ci sono anche pesci davvero enormi, che catturano l’attenzione di grandi e piccini!
Da qui non potevamo perderci anche un piccolo tour gastronomico alla scoperta delle prelibatezze carniche: ci siamo dunque diretti ad Arta Terme, graziosa cittadina qualche km sopra Tolmezzo, per deliziare il nostro palato con i locali cjarsons, che sono risultati graditi pure al nostro piccolo, che se n’è gustato un bel piatto! Non è mancato nemmeno il frico, altra prelibatezza, preparato secondo la ricetta tipica con patate e formaggio, che ci ha definitivamente conquistati! In quest’agriturismo eccezionale, curato fin nei minimi dettagli, abbiamo anche potuto fare la conoscenza di cavalli, puledri, galline….una vera full-immersion nella natura!
Che cosa aggiungere? Beh, che un weekend è davvero troppo poco per conoscere ed apprezzare tutte le bellezze che la montagna del Friuli Venezia Giulia può offrire…chiamiamo questo un piccolo assaggio, certi che torneremo!