Bernina e non solo
La mattina dopo è molto emozionante per noi, perchè ci aspetta la gita con il famoso “trenino Rosso del Bernina”, che è poi il motivo principale per cui siamo venuti fin qui. Dunque partiamo ed è veramente simpatico scoprire che il Trenino passa dentro il paese per poi cominciare la sua arrampicata. Appena lasciato Tirano, si aprono davanti a noi scenari meravigliosi! Siamo soli dentro il vagone, per cui ci spostiamo da un finestrino all’altro pur di non perdere nulla di ciò che si apre davanti ai nostri occhi. Macchina fotografica e telecamera vanno a pieno regime, facendo egregiamente il loro lavoro. Il viadotto circolare di Brusio cattura ancor più la nostra attenzione e non delude le nostre aspettative: è decisamente unico e spettacolare! Quando giungiamo al lago di Poschiavo ci perdiamo nell’azzurro del lago in cui si riflettono i monti circostanti: siamo senza parole! Continuiamo a salire tra monti e vallate e quando il trenino affronta curve strette, noi che siamo al primo vagone, vediamo che il trenino si chiude quasi ad anello mostrandoci gli ultimi vagoni che sono poco più in basso e che si inerpicano. Giungiamo alla stazione di Cavaglia e siamo già a 1700 metri di altezza. Peccato non poter scendere, perchè è tutto chiuso, non essendo ancora cominciata la stagione. Man mano che saliamo cominciamo a trovare sempre più neve intorno a noi e boschi di abeti rossi e larici che incorniciano il paesaggio. Saliamo… saliamo ed ecco il Lago Bianco, nei pressi del passo del Bernina, con il suo colore biancastro dovuto al ghiacciaio che alimenta le sue acque. Siamo immersi nel bianco accecante della neve incontaminata a ben 2253 metri di altezza. Anche qui non scendiamo perchè la stazione è chiusa e non sarebbe possibile trovare riparo dal freddo. Da qui si comincia a scendere: non c’è nessuno, ma bisogna pensare che in pieno inverno qui c’è molta attività di sciatori ed impianti di risalita: la funivia Diavolezza è ferma, ma comunque ci sono alcune macchine parcheggiate vicino i cannoni sparaneve; infatti, pocom più avanti, notiamo che ci sono degli sciatori che ammiriamo per le loro evoluzioni. Scendiamo alla stazione di Pontresina; da qui un bus ci porterà a Saint Moritz, perchè ci sono lavori in quest’ultimo tratto ed il trenino finisce qui. Saint Moritz è una perla, una bellissima località turistica che ora è un paesino tranquillo, perchè in questo periodo ci sono pochi turisti. Giriamo per le sue tranquille vie: la “Casa del Caffè”, una vera e propria istituzione, poi il Comune a Piazza da Scoula, lo slanciato campanile della chiesa protestante e soprattutto il lago ghiacciato. Proprio sul lago ogni anno, si svolge una gara ippica con lo scenario delle montagne dell’Engadina ed allora c’è un gran numero di turisti che accorrono qui. Torniamo al bus-navetta che ci riporta a Pontresina ed il trenino puntuale ci riporta indietro. Facciamo anche un’altra tappa scendendo a Poschiavo per visitare questo paesino svizzero. Ci perdiamo nelle sue viuzze: ecco il Comune e la chiesa di San Vittore Mauro, nonché il fatiscente Caffè Sport, segno di tempi andati, ma ancora lì a testimoniare che in tutti i paesi e città esiste un “caffè sport”. Riprendiamo il trenino ripercorrendo a ritroso l’ultimo tratto di ferrovia fino alla stazione retica di Tirano. Ancora un’ottima cena in albergo mentre facciamo progetti per il giorno dopo. Dopo una ricca colazione, siamo pronti a partire con la nostra bella e comoda auto per la Val Zebrù. Abbiamo chiesto informazioni e scegliamo il “percorso Fantelle”, meno noto ma più panoramico: davanti a noi ecco una spettacolare vista di cime e valli circostanti. Saliamo fino ad un rifugio che naturalmente è chiuso, ma ci sono tavoli tutt’intorno e quindi ne approfittiamo perchè ormai è ora di pranzo e la passeggiata ci ha messo fame. Mangiare qui in mezzo alla natura, in questo incredibile silenzio è qualcosa di fantastico! Torniamo indietro con ancora un ultimo sguardo alla natura che ci circonda. Ora ci dirigiamo invece verso Livigno: naturalmente faremo qualche piccolo acquisto, consapevoli della dogana che ci aspetterà al ritorno. Il paese è pieno di turisti, le strade sono percorse avanti e dietro di gente che ha con sé pacchi e pacchetti ed anche noi facciamo alcuni acquisti di profumi nonché il pieno di benzina prima di andare via. Dopo un veloce controllo alla dogana, rientriamo in hotel nportando con noi il ricordo di un’altra indimenticabile giornata.
La mattina dopo accompagniamo i nostri amici alle terme di Bormio, mentre noi decidiamo per un altro giro turistico. Proprio vicino c’è il forte Venini del paese di Oga. Questo antico forte si trova a 1800 metri di altezza e risale ai tempi della prima guerra mondiale: doveva difendere il territorio italiano da eventuali attacchi Austro-ungarici. Peccato sia aperto da maggio, per cui dobbiamo accontentarci di un giro esterno: c’è ancora il filo spinato con i cartelli che avvisano del pericolo, perchè dopo tantissimi anni svolge ancora egregiamente il suo ruolo. Facciamo delle belle foto e tornando a Bormio, lungo la strada vediamo il piccolo cimitero di Oga. Debbo dire che in questo contesto, con lo scenario dei monti innevati, persino il cimiterino ha un suo fascino e ci fermiamo per fotografarlo. A Santa Caterina Valfurva ci fermiamo per uno spuntino all’unico bar aperto che incontriamo e la proprietaria, gentilissima, ci indirizza verso il ghiacciaio dei Forni. È un grandissimo ghiacciaio nel parco dello Stelvio: fa molto freddo quassù a 2250 metri, ma lo spettacolo è unico; il ghiacciaio si apre sterminato ed imponente davanti a noi, che ci sentiamo tanto piccoli ed impotenti! Mentre aspettiamo di andare a recuperare i nostri amici ale terme, facciamo un piccolo giro per il paesino di Bormio: un negozietto di souvenir mi incuriosisce ed ecco che approfitto per fare vari Acquisti cercando di non dimenticare nessuno per un regalino. La Chiesa di San Vitale ci incuriosisce con i suoi affreschi accanto al Portale di ingresso. Si torna tutti in albergo per un altra buona Cena serviti sempre dalla carissima Jessica che ormai si dedica a Noi. Oggi vogliamo andare a vedere il lago Palù: ci dirigiamo verso il paesino di Chiesa in Valmalenco, per scoprire che la funivia che Porta sul lago è chiusa. Con la macchina giungiamo al rifugio Sasso Nero, ad appena 1500 metri di altezza, poi da qui bisogna arrampicarsi a piedi fino a 2900 metri. Andiamo? Sì certo, siamo pronti anche per quest’avventura! La salita è piuttosto faticosa e man mano cominciamo a trovare anche un po’ di neve… ma la fatica è ricompensata pienamente quando davanti a noi poco più sotto, appare il lago! È ancora quasi interamente ghiacciato, tranne alcuni piccoli tratti, ed è circondato da boschi con lo sfondo dei monti innevati. Siamo senza parole, la natura è molto generosa offrendoci questo meraviglioso panorama che non ci stancheremmo mai di ammirare mentre qua e la i bucaneve fanno la loro prima timida apparizione. Ridiscendere è meno faticoso, ma questa camminata ci ha messo parecchio appetito. Per fortuna possiamo mangiare al rifugio Sasso Nero: formaggi e salumi tipici con dell’ottimo pane e poi un bel piatto di pizzoccheri veramente buoni. Nel pomeriggio andiamo verso un altro paesino: Gerola Alta. Qui si produce un ottimo formaggio tipico della zona che è il “bitto”. C’è addirittura un museo ad esso dedicato, che andiamo a visitare. La signora del negozio ci guida tra tantissime forme e ci spiega che possono essere acquistate e tenute qui per completare la stagionatura. Queste forme sono poi personalizzate con scritte ed immagini che le differenziano e le caratterizzano. Inoltre, questo formaggio ha un sapore diverso secondo gli anni di stagionatura e questo lo constatiamo personalmente quando assaggiamo le varie annate. Ha un sapore unico e delicato che avvolge il palato… buono! Naturalmente ne acquistiamo un po’ per gustarlo anche a casa.
Ultimo giorno di vacanza
Questa mattina piove un po’, ma non importa, abbiamo già la nostra meta programmata: andremo a vedere il parco delle incisioni rupestri di Naquane. Prima di arrivare, facciamo una breve sosta ad Aprica per un caffè. Proprio a fianco del bar c’è un negozietto di souvenir, così curiosando un po’ ci accoglie una signora anziana. Tra un acquisto e l’altro, sapendo che veniamo da Roma, chiama subito il marito e ci raccontano che ci sono stati anche loro una sola volta molto tempo fa. Sono veramente due persone simpatiche e gioviali ed in ultimo, dopo gli acquisti, ci regalano anche delle presine molto carine. Giungiamo al parco che custodisce rocce con incisioni preistoriche e protostoriche. Si possono ammirare 104 rocce di arenaria levigata dai ghiacciai delle zona. Questo fenomeno è unico ed il parco è stato riconosciuto patrimonio dellUnesco. Entriamo ed una ragazza che lavora qui ci fa da guida illustrandoci le immagini scolpite sulle rocce; in alcuni casi è molto difficile distinguere qualcosa, ma con il suo prezioso aiuto e le sue spiegazioni la visita è davvero interessante! Inoltre non piove più, anche se il cielo è coperto, per cui terminiamo la visita con tranquillità ringraziando la nostra guida improvvisata. Prossima tappa Ponte di Legno, un altro paesino caratteristico della zona, diventato famoso per altre vicende. Giriamo per le sue stradine anche se fa molto freddo. Abbiamo ancora un po’ di tempo, per cui andiamo a visitare una cantina storica della zona: la tenuta La Gatta, poco fuori Tirano. Anticamente, nel ‘500, si trattava di un convento domenicano che poi divenne residenza della famiglia La Gatta. Da circa 40 anni è subentrata la famiglia Triacca che ha trasformato la tenuta in un luogo di degustazione per gli amanti dei vini valtellinesi. Ci aggiriamo visitando le cantine e la chiesetta antica. Rientriamo e ci prepariamo a gustare ancora una buona cena in hotel, poi prepareremo le valigie: domani si torna a casa.
La mattina siamo pronti presto: una buona colazione ed ancora un giro per il paese di Tirano prima di prendere la macchina per avviarci verso l’aeroporto di Malpensa. Lungo la strada siamo colti dalla pioggia. Giunti al lago di Como, ci fermiamo a pranzare al paesino di Colico, sperando che intanto il tempo migliori un po’. Invece continuiamo la strada con la pioggia, per cui non possiamo nemmeno fermarci lungo il lago.
La vacanza è veramente finita, ma è stata molto bella, abbiamo visto tante cose anche insolite, ma soprattutto siamo contenti di aver preso il famoso Trenino Rosso del Bernina!