Astypalea e Cicladi

Natura, mare cristallino, un po’ di trekking e relax tra Astypalea, Amorgos, Donoussa e Naxos
Scritto da: Elibasetta
astypalea e cicladi
Partenza il: 13/06/2015
Ritorno il: 27/06/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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PREMESSA

Scrivendo queste pagine dopo aver letto altri diari, e rivedendo le nostre foto di spiagge vuote fatte a tutte le ore del giorno, e col mare quasi sempre calmo, mi rendo conto che il fatto di poter fare le vacanze in questi posti a giugno, come facciamo solitamente noi, consente di vederle molto diversamente da come sono in alta stagione: tenetene conto!

Sabato 13/6

Il programma alla partenza ha di sicuro solo il volo Ryanair 11.45-15.10 Orio Atene, bagaglio a mano (e tenuta multistrati ryanair) per girare indicativamente tre cicladi di quelle che non abbiamo visto: Astypalea, (sì, lo so, è Dodecanneso, ma tanto cicladica…) Amorgos e Donoussa preferibilmente; se no Sifnos, Serifos e Kythnos.

Se si arriva puntuali si tenta di prendere la Blue Star Ferries delle 17 o 17.30 per Astypalea (dove abbiamo prenotato una notte agli Stampalia Studios, visto che arriveremo in piena notte) se no pernottiamo al Pireo e domani partiamo per Sifnos.

Tutto va per il meglio: aereo puntualissimo, navetta Ryanair che con sole due fermate ci porta al Pireo giusto tra una biglietteria e il molo della Blue star Naxos … perfetto: vada per il programma 1: Astypalea arriviamo!

Alle 17.30, puntuale come un orologio svizzero, la Naxos parte.

Ceniamo sulla nave, purtroppo c’è solo una specie di fast food, ma scopriamo niente male, con gusti greci.

ASTYPALEA

Domenica 14/6

Arriviamo all’isolato porto di Agios Andreas, nonostante il mare calmo e fermate solo a Paros, Naxos, Donoussa ed Amorgos, con discreto ritardo, poco prima delle 4 di mattina. Ci sentivamo degli eroi noi, invece tutti quelli che scendono hanno solo bagaglio a mano! Ad Aspettarci taxi 1, Georgios, che invece di portare su prima i 4 prenotati ci propone di salire in 6 e, nonostante la scatola di sardine che siamo, guida con discreta disinvoltura e sorpassa anche in curva contromano.

Ci accoglie Maria agli Stampalia studios, di Pera Yalos. Poco sopra il porto, appartamentini nuovi, ingresso indipendente, se al primo piano con terrazzino lato mare con vista sulla Chora e sul castello, ben arredati, super accessoriati (ad es. per fare il caffè c’è il bollitore, la macchina con filtro americana e la moka – devo vedere se anche il pentolino per il greco: si, c’è!) e pulitissimi. Il ns è al primo piano, molto ampio. Troviamo per noi: una bottiglia di vino locale amabile, noccioline, un misto di buonissimi grissini locali di farine diverse conditi in modo diverso, molte bustine di the, caffè zucchero e Nescafé, biscotti da caffè, succhi d’arancia, acqua gasata e non e un barattolo di ciliegie in sciroppo. Che accoglienza! Si va a letto che il gallo canta da un pezzo e si dorme (poco ma) benissimo; al mattino concordiamo altre 4 notti qui e Maria ci porta un dolce fatto da lei stamattina (fugassa?) con pasta fillo, crema, cannella e zucchero a velo.

Poi si scende al porto/spiaggia a fare spesa (e cercare l’auto da 20 a 25 euro/giorno le piccole, da 28 a 35 piccolo fuoristrada, tutte nuove o in ottime condizioni). Prendiamo alla fine una Suzuki Jimmy 4×4 bianca nuova da Kyranno, quello che poi scopriamo essere il ferramenta/benzinaio poco sopra; ci porta li infatti il “commesso” che non parla una parola di inglese e che ci aveva raggiunto nel negozio dove avevamo trovato solo una …sordomuta! In compenso con la sordomuta abbiamo telefonato al proprietario della barca che fa la gita agli isolotti, che ci conferma esserci per domani.

Andiamo alla spiaggia di Agios Costantino, che ci aggrada assai! Panoramica la strada asfaltata tra le vallate e colline piene di oleandri rosa sopra Livadi, poi un km circa di sterrato, buono ma non largo.

Ampio arco, ad un estremo una chiesetta, sassolini grigi freschi e sabbia scura, acqua pulitissima, alcune grandi tamerici, qualche ombrellone, una piccola taverna tradizionale appena ritinteggiata , ancora chiusa ma con toilette accessibile e pulita e cucina attiva per il beach bar (figlio?) arredo in materiali industriali di legno riciclati, ( bancali e bobine) semplice e fine con musica soft, dove alle 15.30 mangiamo, unici clienti, 2 abbondanti insalate greche con olivine verdi locali e un piatto di calamari fritti innaffiati da una Mithos. In tutto sulla spiaggia siamo 8 più uno Yorkshire nano e un meticcio.

Bei bagni e relax, ce ne andiamo alle 18.15 e facciamo due passi a Livadi: incontriamo Georgios il tassista, Maria sul motorino e vediamo in spiaggia i ns vicini di casa italiani: non siamo certo in una metropoli! Compriamo un barattolo o di miele locale per colazione e torniamo a casa.

Poi a piedi alla Chora: la Chora si vede praticamente da qualunque parte dell’isola, come una colata di panna montata sulla collina bruna; gli 8 mulini appena ristrutturati sul crinale, il profilo scuro e austero di quello che resta del castello, addolcito dalle due cupole azzurre delle chiese al suo interno. Ti entra nel cuore. Al castello. Il vento sferza, il sole è calato ma il clima resta piacevole, siamo i soli e appena viene buio scendiamo. Cerchiamo una taverna sul mare, ne troviamo una semplice bianca e azzurra sulla spiaggia. Qua i bar ancora ancora un nome ce l’hanno, ma delle taverne noi il nome non lo vediamo. C’è un bel panorama sulla Chora. Questa ha un menù poco variato ma pesce fresco e soprattutto la scegliamo per quello che non ha: il mega schermo, che rovina tutto nelle taverne del lungo mare, che come menù sembravano anche meglio. Prendiamo un gemistà, un’insalata menta (con lattuga, pomodori, menta, mela, cetriolo, peperone verde) un polipo bollito (in realtà in umido) e una specie di oratona locale, un quarto di vino e acqua. Con i caffè, offerti, ci porta un dolcino friabile molto buono.

Lunedì 15/6

Giretto mattutino a Maltezana a vedere le spiagge di questo tratto di costa, molto arida e rossiccia. Niente oleandri, arbusti bassissimi spinosi o odorosi, qualche basso cespuglio di fiorellini viola. Quelle principali sono piuttosto strette, di sabbia terrosa o sassolini, con qualche tamerice alle spalle: Stenó ci piace di più, ma non ci fermiamo: prima c’è Marmari, poi Plakes, Maltezana e più piccola Shoinontas. Il paesino di Maltezana è piccolo e non si vedono locali aperti. Ci devono essere delle calette belle.

Poi giornata in barca (tot 30 euro più 8 di pasto) Alle 11 parte. Siamo una dozzina. Tutti tranquillissimi, ci si sparpaglia sulla barca, noi stiamo a prua con 3 ragazzi greci e si resta ciascuno per suo conto per tutta la giornata. Grande nave militare all’imboccatura della baia ( cosa ci farà qui?) con elicottero. Gli isolotti qui sono tutti bassi ma aspri, di grigia roccia sedimentaria, credo, quasi nulla la vegetazione. Due soste di due ore l’una: alla lingua di sassolini chiari che divide una zona di mare blu da una turchese e collega due isolotti di Konoupia e due ore a Koutsomitis, che è, al contrario, una striscia di mare turchese chiaro che divide due isolotti, ciascuno con una spiaggetta di sassolini quasi bianchi e comodi per sdraiarcisi: questa ci piace di più, acqua color piscina, e portiamo a nuoto i Tolini per la lettura, dopo aver mangiato un panino (è ancora inizio stagione e sulla barca non hanno fatto insalate) e bevuto un caffè greco offerto dal comandante. Lungo il rientro, a sorpresa, ci fermiamo per un ultimo bagno, in un piccolo fiordo di un isolotto che ha un arco/ grotta. Bella la roccia dorata dalla luce calda della sera e anche l’acqua verde fondo di bottiglia chiaro.

Rientrati a casa bussa Maria che ci ha preparato una sua specialità locale, delle specie di mezze seadas ripiene di una specie di ricotta locale, aromatizzata alla cannella, e cosparse di miele. Vabbè , allora ceneremo a casa, sul ns terrazzino vista Castello, aggiungendo un piatto di crostini integrali e pomodori che ci eravamo presi per le merende, innaffiati dal vino amabile che abbiamo trovato all’arrivo. Caffè greco e dolce di Maria.

Martedì 16/6

Krisi Ammos (sterrato a dx dell’aeroporto), selvaggia, abbastanza piccola, di sabbia dorata, non un granché , entrata in acqua con qualche sasso, ci troviamo solo altre 2 persone (nudisti). Oggi si cuoce, qui c’è acqua calma ma un filino di piacevole vento fresco. Poi andiamo alla ricerca dei mosaici di Maltezana; qualcuno lo troviamo alla chiesa di Santa Barbara, appena alle spalle della spiaggia, ben segnalata ma abbandonata tra i rovi. Troviamo poi “le terme romane” , completamente abbandonate e senza mosaici. Piacevole pranzo con choriatichi al café taverna Analipsy lungo la strada.

Proseguiamo per Vathi. Stanno lavorando sulla prima parte del lungo sterrato per asfaltarla; l’hanno allargata e depositano ogni circa 20 metri dei mucchi di ghiaia. Dopo qualche kilometro lo sterrato si stringe e diventa accidentato; sono contenta di avere il fuoristrada e in alcuni punti metto le ridotte. Sono meno contenta di aver fatto solo 15 euro di benzina : dopo pochi km andiamo in riserva e la benzina si trova solo alla Chora ! Arriviamo a Meso Vathi che credevamo abitato ma ci sono solo due casette vuote e una chiesetta ; raggiungiamo Exo Vathi, alla fine della strada, ma non c’è proprio niente e forse non siamo dello spirito giusto; l’unico nostro pensiero è riuscire a risalire dallo sterrato prima che la benzina finisca per poi fare tutta la discesa in folle. Ce la facciamo! Quando arriviamo dal ns benzinaio faremmo i salti di gioia. Arrivati a casa Maria ci avvisa che ci sta facendo dei dolci e tra poco ce il porta. Usciamo e andiamo a farci un bagno al tramonto a Livadi. L’acqua è molto bella, anche il fondo, la spiaggia non ci entusiasma.

Saliamo alla Chora per cena. Scegliamo la taverna Barbarossa , arriva un filino di vento, e ci troviamo benissimo: tabulé con cetrioli, pomodori e prezzemolo, Chorta con zucchine bollite, melanzana col formaggio e due tranci di tonno ai ferri. Tutto abbondantissimo. Con acqua, vino e caffè fanno 40 euro (in Italia solo il tonno sarebbe costato di più).

Mercoledì 17/6

Programma ambizioso (è l’ultimo giorno qui, vogliamo vedere quello che ci manca). Colazione e alle 8 andiamo alla Chora e al Castello a fare qualche foto, cerchiamo di sapere gli orari del museo: ufficio del turismo chiuso fino alle 10 e lo stesso la biblioteca, chiediamo in municipio dove ci dicono, come fosse una cosa normale, che il museo non si visita perché lo Stato per quest’anno non ha ancora mandato l’addetto! Mah! Quindi scendiamo a Tzanakia, subito dopo Livadi, un paio di curve dopo la chiesa (e la spiaggia) di Aghios Vasilios, sentierino dolce di 5 minuti (ingresso ben segnalato).

Molto bella, non grande, di comodi sassolini grigi, acqua trasparentissima, di nudisti. Non siamo i primi, ci troviamo Gianni, che attacca bottone e con cui chiacchieriamo tutto il tempo. In pensione, dopo aver girato un po’ tutta la Grecia,viene qui dal 2002, da solo, anche due volte l’anno. Quando ci lasciamo ci invita a bere un aperitivo stasera e dice che se rintraccia la bibliotecaria le chiede se ci fa visitare il museo: speriamo!

P. ci teneva ad andare ad Agios Ioannis, perché si farebbe un po’ di trekking ma io temo lo sterrato che tutti ci hanno consigliato di evitare.il fatto di esserci fermati così tanto a Tzanakia depone a mio favore e, dopo una merenda di ciliegie (di Naousa, buonissime) e un altro bagno, ci dirigiamo verso Kaminakia. Lungo sterrato anche qui. La spiaggia è quella che preferiamo, pochissimi i frequentanti: abbastanza lunga, ad una estremità rocce arrotondate chiare, più di metà di sassolini tondi bianchi grigio chiaro, senza ombra, la parte restante di sabbia dorata con grandi ombrose tamerici alle spalle. Acqua calmissima, trasparentissima, bel fondale chiaro. Alle spalle una taverna con tavolini in legno scuro dove mangiamo insalata greca con formaggio, cipolla, peperoni ed olive molto particolari di qui e alla fine, col caffè, ci offrono una squisita marmellata di fichi interi. Alle spalle c’è un altra larga costruzione, bianca e blu, chiusa: sarà un’altra taverna? Con alloggi? La sera lo scopriamo: si, ed è della stessa proprietà del ristorante dove ceniamo a Pera Yalos, Karabo. Lo sterrato in salita è meglio che in discesa, il pezzo più brutto sono i primi ripidi tornanti, alcuni li hanno già cementati, in altri si slitta perché coperti da grosso ghiaione (forse in preparazione della copertura in cemento).

Anche oggi Maria ci ha preparato dei dolci, biscotti che ci porteremo ad Amorgos. Alle 7 andiamo all’appuntamento aperitivo con Gianni, saliamo alla Chora alla ricerca di Stella, l’insegnante di inglese e bibliotecaria di Astypalea, nella speranza che ci possa aprire per 10 minuti il museo. Intanto che la aspettiamo ci facciamo un ouzo sul terrazzino un cafeinon con le pareti tappezzzate di foto. Purtroppo, una volta arrivata, l’insegnante di inglese si limita a mandarci all’ufficio Informazioni. Lì una ragazza gentile ci dice che senza un permesso ad hoc di Rodi non possono usare le chiavi. Dice che le dispiace e ci dà due guide dell’isola. Al rientro paghiamo lo studio a Maria e ci salutiamo affettuosamente invitandola a venirci a trovare la prox volta che viene in Italia. Non è attirata dal volo, dice che verranno con la loro macchina: tre giorni invece che tre ore, ma tanto loro d’inverno di tempo ne hanno.

Ceniamo sul lungomare, da Karabo: tavolini bianchi lato spiaggia, oggi il mega schermo del bar vicino, sempre loro, ha solo video musicali a basso volume: si può fare. I gestori una giovane famiglia cicciotta; bella atmosfera, ci fa da sottofondo il gioco semplice delle tre bambine con la bicicletta con la mamma o forse zia abbondantemente incinta e il papà /zio che alterna il servizio , efficiente, ai tre tavoli occupati, con gli scherzi con le bambine. Mangiamo insalata di barbabietole, Chorta, filetto di pollo con funghi e salsa specialità del ristorante e una magnifica porzione di capra con pomodoro e patate al forno, specialità dell’isola, più anguria con miele e sesamo offerta dalla casa.

AMORGOS

Giovedì 18/6

Sveglia alle 4.20 e partenza puntualissima con la Blue Star alle 5.15 quando comincia a schiarirsi il cielo: la nave è tutta per noi, il mare piatto. Ci vengono a prendere all’arrivo ad Egiali alle 6.40 e fortunatamente lo studio è già disponibile. Muses, scelto su booking per il prezzo (qui sono più cari che ad Astipalea) è l’ideale come posizione, dietro la spiaggia, tranquillo, ci mette al 1 piano, n 3, con balcone su tre lati, pulito, luminoso e ben areato. Materassi nuovi e comodi ma il resto dell’arredo non un granché e mancano comodini, abat jour, appendini o mensole. Fornitura dignitosa. Ethel, cugina del proprietario, che ci riceve, parla italiano bene perché studia a Roma. Ci dice che il Muses ha 7 anni, è stato rilevato lo scorso anno dal cugino che ha già l’hotel studios Elia ( ci mostra uno studio, curatissimo e stiloso, circa 60 euro) dove lei sta durante la giornata come receptionist, e che il prox anno sistemerà anche questo. È simpatica professionale e disponibile. Facciamo un giretto nel borgo al porto per la spesa per le colazioni mentre dobbiamo rinviare l’acquisto della mappa (SKAI MAPS, dettagliate, anche con info sui sentieri) perché i negozi sono ancora chiusi. Lungo il porto ci sono solo bar, molto carini e colorati, taverne, studios e negozi. I borghi abitati originari sono quello alle spalle e i tre sula collina: Tholaria, Lagada e Potamos. La spiaggia è bella: lunga, sabbia dorata, acque limpide e tamerici, ai bordi caffè e taverne. Quindi… non ci attira e decidiamo di passare questi due giorni esplorando i dintorni a piedi.

Consultiamo il sito dei sentieri delle Cicladi consigliatomi da Artemisia di Turisti per caso (www.cycladen.be) e partiamo per Tholaria; qui i sentieri sono molto belli, odorosissimi; questo è una mulattiera, la vegetazione è più ricca che ad Astipalea, abbondano finocchietto selvatico, una specie di salvia, olivastri o simili, limoni e soprattutto fichi; Tholaria è bianchissima, scalette e vie di pietra grigia decorate con disegni bianchi di fiori e creature del mare stilizzati, apparentemente deserta. Beviamo una spremuta all’Hotel Vigla dove chiediamo informazioni sul sentiero per la spiaggia di Micri Vligada (ci vogliono scarpe buone ma non è difficile) e proseguiamo. Qui il paesaggio cambia e diventa più aspro e quasi alpino. Il percorso dura in tutto 35/40 minuti): dopo 5 sembra di essere sulle Dolomiti, come roccia, non come vegetazione, bassi cespugli odorosi e cardi, incessante il rumore delle api. La spiaggia è alla fine di una gola/ letto asciutto di torrente, e si vede solo verso la fine. Sassolini grigio chiari, acqua bella. Facciamo il bagno, e risaliamo. Facciamo un giretto nella assolata Tholaria e pranziamo con insalata greca, insalata di pomodori e tzaziki, soli avventori, alla Taverna Panorama, in cima al Paese, fresca, tranquilla (ma cosa qui non lo è?), pulita e con uno spazioso interno tappezzato da vecchie foto e in particolare da quelle del trio di archi dello zio Niko, le cui serenate registrate fanno da sottofondo al nostro pranzo. Dalla cucina aromi invitanti; la signora sta preparando porco con peperoni e patate per la cena. Con birra e caffè, raki offerto, paghiamo 18 euro. Non siamo stanchi e proseguiamo per Lagada, 1ora e 5 di sentiero in quota tra i cespugli, sempre ben segnato. Da Lagada scendiamo (bella larga scala/mulattiera) al porto di Egiali. Bagno alla spiaggia di Eghiali e cena sul porto: Chorta, capra con pomodoro e patate e briam, vino, acqua, caffè e raki offerto.

Venerdì 19/6

Oggi è brutto e ventoso quindi… camminiamo. Prima prendiamo il sentiero per Psili Ammos e facciamo tutte le spiagge del promontorio a nord di Eghiali: poi tentiamo di risalire da verso Tholaria seguendo indicazioni di un sentiero che non esiste sulla carta dei sentieri ma rinunciamo e rientramo dallo stesso percorso. Il tempo non migliora, il vento è freddo, decidiamo di andare ad Agios Pavlos, sono circa 7 km lungo la strada asfaltata ma abbastanza piani e tutti lungo mare. Se viene bello facciamo un bagno, se no amen. Non viene bello, neanche quel tanto di luce che basterebbe a fare una foto. Pranzo alla taverna di Agios Pavlos: insalata di pomodori, tzaziki e triglie freschissime ai ferri, birra, acqua, caffè offerto , tot 18 euro. Una pacchia!

Rientriamo ad Egiali e facciamo un veloce bagno. Nel frattempo Il tempo migliora e decidiamo di seguire il consiglio di Ethel di andare a vedere il tramonto (sarà alle 20.38) da Potamos; ci vuole far accompagnare in macchina ma preferiamo salire a piedi (quasi 200 metri di altitudine) prima lungo una strada ripida, poi con una bella scalinata che attraversa prima il paese basso, poi il paese alto, in cima al quale c’è la taverna Kamara sunset. Da un terrazzo sporge una signora molto anziana, avrebbe piacere di fare 4 chiacchiere con noi ma parla ovviamente solo in greco e pure senza denti.. rinunciamo, in cambio si fa fare volentieri una foto. Prima si aggiusta bene il foulard e dopo che ho fatto la foto mi chiede (unica parola che capisco): “OREA?” “Bella?” Mangiamo Fava, due ottime melanzane al forno e un capretto patatato piatto tipico locale che offrono durante le feste religiose, vino, acqua e caffè, più raki meli offerto dalla casa. Siamo arrivati giusti giusti per il tramonto, bello; ma più bello il paesino e la passeggiata.

Sabato 20/6

Colazione in terrazza, chiudiamo le valigie, salutiamo Ethel, il noleggiatore ci porta in ufficio a prendere la nostra scassatissima Panda grigia (75 euro 3 giorni) e partiamo per Katapola. Bella la strada, molto panoramica; visto che c’è il sole ci fermiamo ad Agios Pavlos a fare le foto che ieri non abbiamo fatto, poi prendiamo una breve deviazione per Asfondilitis, panoramico, una bella chiesetta e qualche casupola. Da qui passa il bel sentiero che attraversa tutta l’isola da nord a sud. Arriviamo a Katapola, sull’ampio golfo, alla Villa Le grand blue. Ci accolgono Angeliki e Stergios; con misto inglese (lei) francese (lui, che ha lavorato 10 anni a Parigi) si fanno 4 chiacchiere; lei ha due fratelli in Germania e tutti gli anni a novembre quando chiudono qui partono in macchina e fanno le ferie tra Italia, Francia e Germania. Lo studio è semplice ma molto curato e carino: bianco e blu fuori, bianco e azzurro e ferro battuto dentro, mobili simil ikea ma molto di gusto, atmosfera romantica e super funzionali. Ha due terrazzi vista mare, uno normale uno grande quadrato doppia apertura, più finestra sul terzo lato della stanza e finestrino nel piccolissimo bagno. Non ha angolo cottura, ma frigo e bollitore, con un minimo di stoviglie.

Di mattina andiamo a fare una lunga passeggiata, passando dalle spiaggia a nord est di Katapola, vorremmo fare un giro circolare scendendo dopo Ta nera, ma sbagliamo sentiero e ci troviamo dopo quasi due ore in cima al monte Viglia, sul sentiero che porta alla Chora; torniamo indietro fino al sentiero giusto e scendiamo in paese dalla vallata alle sue spalle. Facciamo il bagno alla spiaggia dopo il cimitero e ci fermiamo a mangiare in un bel ristorantino Vitsentos con sedie gialline e tovagliette a quadri gialli e lilla. Molto fine ma cibo non un granché e caro.

Pomeriggio spesa e bagno nella spiaggia di Katapola, con tempo variabile.

La sera andiamo alla Chora, un vento pazzesco e fa anche freddino; ad un primo impatto meno affascinante di quella di Astypalea ma scoprendola si apprezza; all’interno bella, pochi i negozi i locali e le taverne aperti ma di un gusto decisamente raffinato.

Ceniamo in una micro piazzetta con gradini davanti ad una chiesetta in una taverna dove c’è un gruppetto di francesi un po’ anziani, dallo stile si direbbe parigini. Ottima cena: polpette di zucchine servite con guarnizione di verdure e crude, polipo al cartoccio, capra con pomodoro e patate, vino, acqua, caffè.

Domenica 21/6

Colazione sul terrazzino e usciamo con molta calma. Andiamo al monastero di Hozoviotissa che sono già le 10. Il contrasto tra la parete bruna e l’unico muro bianchissimo del monastero è emozionante, la salita meno impegnativa del previsto, nonostante il sole, forse perché c’è il vento. Ricorda un po’ l’atmosfera di Kalabaka. Bisogna essere vestiti decentemente che per loro vuol dire che le donne… non possono mettere i pantaloni! E io mi ero portata i jeans apposta! Per cui mi faccio una gonna lunga con il salviettone. Siamo 3 coppie in tutto all’interno, quando ci offrono il rakomeli (che io non bevo, come si fa alle 11 di mattina con questo sole?) e acqua fresca (hanno una enorme bottiglione/ tanica, sarà da 50 litri: mi chiedo: chi l’avrà portata fino a qui? (non ho visto neanche una carrucola) . Da qui c’è una vista mozzafiato sul mare blu e su un paio di spiagge chiarissime (immagino irraggiungibili via terra) sotto il costone.

Scendiamo 2 km sotto alla spiaggia di Agia Anna che si raggiunge con una breve bella scalinata: è piccola, di sassolini chiari e lastroni bianchi, acqua dal turchese al verde al blu. Ci fermiamo poco perché è “affollata” per i nostri gusti. In effetti.. saremo almeno in 12. Decidiamo di esplorare la zona sud dell’isola. Quelli che sono segnati come centri abitati in realtà sono 4 (4 di numero) case, spesso vuote. Prima tappa taverna pradisiaka Giorgalinis a Vroutsi: sono le 3 e mezza: insalata greca col formaggio locale mizithra e verdure varie. Quando arriviamo sospettiamo addirittura che non sia aperta perché siamo soli, anzi c’è una famiglia greca, poi arrivano una coppia giovane e i 4 francesi che c’erano ieri alla taverna della Chora.

Proseguiamo per la spiaggia Kalotaritissa, tra ampie curve e arriviamo a vederla dall’alto, bella, lunga, ampio arco, di sabbia, con acque chiare e basse, qualche ombrellone, bar sulla spiaggia e cabina/cesso. Facendo il bagno scopriamo che fondale è pieno di ricci. Qui non li mangiano e li troveremo ovunque, d’ora in poi. Risaliamo lentamente verso nord, visto che abbiamo deciso di cenare da Marouso, che ci hanno consigliato Stergios e Angeliki, ad Arkesini. Ci fermiamo a fare un bagno alla spiaggia,di Paradeisa ad Agia Paraskevi che si raggiunge con un breve sterrato. È tra le rocce e alle spalle ha del verde, così l’ acqua ha un colore bellissimo. Ripartiamo subito e cerchiamo la antica torre di Agia Triada e Arkesino, ma o è chiusa (come sembra, anche l’ufficietto davanti) o non c’è proprio, proviamo una deviazione per Rachoula, strada stretta in salita in cemento, ma arriviamo quasi nel niente per cui ci rassegniamo al fatto che qui non c’è proprio nient’altro da vedere e lentamente arriviamo da Marouso. Sono solo le sette e mezza ma va bene così, così non torniamo con il buio. Le porzioni sono enormi e il prezzo basso! Mangiamo: ottimo coniglio pomodoro e patate, gemistà, Saganaki, baklava, vino, acqua caffè

Lunedì 22/6

Nuvolo sparso e vento. Visita alla antica Minoa, città minoica, completamente abbandonata, con reperti archeologici abbandonati anch’essi sul tavolo che una volta serviva agli archeologi. Poi scendiamo e andiamo a piedi alla spiaggia Meltezi, molto carina, sabbia fine e dorata, attrezzata e con chiosco bar; ci prendiamo l’ombrellone con le sdraio (6 euro). Rientriamo al porto con la barchetta che fa la spola e che non ci fa pagare perché le persone pagano all’andata il biglietto unico andata e ritorno. Mangiamo insalate, una greca una no , birra, vino e caffè a Le grand blue, sul porto. Pomeriggio a casa in terrazzo fino al tramonto quando ci avviamo per la cena alla Chora, pantaloni lunghi, felpa e giubbino. Stasera il vento ti porta via e si gela veramente. Dopo un po’ di indecisione torniamo alla taverna dell’altra sera (Kath’Odos) ma mangiamo meno bene (sarà il freddo?) fuori prima e appena si libera un tavolo, dentro: filetto di pollo con salsa allo yogurt e limone (ma sapeva di curry) e pesce al forno con cipolle e peperoni, torta all’arancia, vino acqua e caffè.

DONOUSSA

Martedì 23/6

Solita sveglia all’alba e scendiamo al porto a prendere la Blue Star delle 6.55 per Donoussa. Lì, a Stavros, porto e “capitale“ dell’isola (isola che tutta intera d’inverno ha 60 abitanti), ci aspetta Lukas, che ci porta ai suoi Makares Studios, che sono all’estremo opposto del micro paesino, al di la della spiaggia. In auto serve fare km e mezzo di strada a curve quando a piedi si attraversano i 150 metri di spiaggia e si è arrivati! È arrivata con noi anche una coppia giovane di spagnoli.

Aspettiamo nel terrazzo attrezzato anche con cucina che fa da area comune che la ns casa sia pronta. È un ambiente che ci piace moltissimo. Tutto semplice molto di buon gusto, nuovissimo (costruiti nel 2014) tutto da l’effetto di curato e di benessere. Piante e orto ben curati, piccole sculture in pietra o legno e metallo, alcune mobili, sparse qua è la, muri al solito bianchi con gli spigoli smussati e parti in legno e arredi esterni grigio perla. Nell’attesa, Lukas ci consiglia itinerari a piedi, spiagge e taverne. Anche l’appartamento è bellissimo. A piano terra, davanti al mare, è diviso in due (zona letto e cucina) da una piccola panca con spalliera e cuscino a quadretti bianchi e rosa. I muri sono gialli paglierino, l’arredo grigio perla, la biancheria Cocomat (è proprio vero che ci si dorme bene) tutta bianca… Insomma, una delizia. Due patii, uno sul giardino uno fronte mare (a 20 metri da noi) rivolto al tramonto, vista sull’isolotto di Makares e su Naxos.

Giornata abbastanza soleggiata ma freddina e ventosa.

Partiamo per Kalotaritissa a piedi: abbastanza ben segnalato, in parte bel sentiero, molto panoramico, la parte centrale un ex sterratone (forse utilizzato dai camion per piantare i pali della luce, che seguiamo per questo tratto) ora con dei solchi di un metro; così si arriva in cima, ad un vallo, da ci si scende ripidamente con sentiero pietroso e bella vista sulla spiaggia, abbastanza chiara, prevalentemente di sabbia, con taverna alle spalle. È anche la fine della strada e il capolinea dell’autobus. La durata indicata del sentiero è un’ora e 1.30 ma all’andata impieghiamo un’ora e 40, comprese le soste per le fotografie. Al ritorno 1 ora e 30 come da cartello.

Al mattino stiamo su questa spiaggia principale, chiara, acqua bella, qualche riccio, poi mangiamo alla taverna: Insalata greca senza formaggio, polpette di capra con pomodoro e patate, zucchine fritte, Mithos, acqua, caffè. Ci servono un ragazzo e una ragazza. Sono i figli della proprietaria che d’inverno abitano ad Atene dove si sono laureati e lavorano; d’estate vengono qui a gestire la taverna della mamma. La nonna, una vecchina sveglissima, vivace e chiacchierona, con il foulard nero e il grembiule sopra un abito nero, età difficile da indovinare, il viso scuro incartapecorito depone per oltre 80, è l’unica abitante di inverno di Kalotaritissa, insieme alle galline e alle capre, oltre a un cane. Il medico dell’isola viene a visitarla una volta alla settimana. Sta benissimo, pare, e non ne vuol sapere di spostarsi per stare in compagnia.

Il pomeriggio lo passiamo sulla spiaggia alla sx, guardando il mare, dove ci sono nudisti e la sabbia e l’acqua sono ancora più chiare. C’è una terza spiaggia, simile a questa, dall’altro lato rispetto alla principale.

Rientriamo in paese sempre via sentiero.

Tramonto dal ns terrazzino e cena da Iliovasilema, che sarebbe tramonto, attaccato a casa ns, porzioni abbondantissime: souvlaki, horta, gemistà , dolce tipo fugassa (Galattoburico), torta di pasta fillo ripiena di una specie di crema di uovo, caffè , acqua, vino, caffè.

Mercoledì 24/6

Via sentiero, 15 minuti, andiamo alla spiaggia di Kedros, anche qui nudisti, un po’ tanta gente per i ns gusti, anche se la spiaggia è lunga e bella. Riconosciamo Ettore, di Milano, che avevamo conosciuto a Folegandros due anni fa e che ci aveva appunto consigliato Donoussa. Lui e la moglie, oramai entrambi in pensione da anni, sono qui dal 13 maggio! Mangiamo alla taverna alle spalle, bene. Dovrebbe essere famosa, ci dice Ettore, per le verdure del suo orto, che peraltro non sono mature! Così ci mangiamo alici marinate, molto buone, fava (dobbiamo aspettare 20 minuti perché la prepara espresso) e delle ottime frittelle di baccalà.

Ripartiamo col sentiero ed andiamo all’antico mulino, diroccato su un promontorio, con un bel panorama, sotto una spiaggia pare irraggiungibile via terra.

Sul sentiero del ritorno ci fermiamo in una caletta con scogli chiari e scogli scuri, una minuscola spiaggetta (2 metri circa) e il fondale bianchissimi. Bel bagno, peccato che non siamo soli, c’è una famiglia con bambini italiana, che al ritorno raccoglie il timo per portarlo a casa.

La sera andiamo a cena da Capetan Giorgios, unico locale aperto tutto l’anno, sopra il porto. Vedo che il fritto è buono, per cui prendiamo i gavros fritti, souvlaki con le patatine e la horta.

Giovedì 25/6: Ultimo giorno a Donoussa

Prendiamo il bus al porto e andiamo a Mersini, da cui parte il sentiero per la spiaggia di Livadi, circa 15/20 minuti di discesa, in parte sentiero a scalinata, in parte sassoso. Dopo poco dall’inizio del sentiero, sul primo pezzo con le scalinate e proseguendo dritti invece che svoltare per la spiaggia, si arriva ad un boschetto con una bella fonte, con due vasche, origine di tutto questo verde.

Livadi è più chiara di Kedros e alle spalle ha parecchi alberi (monopolizzati da liberi campeggiatori, anche se sarebbe vietato). Sabbia effettivamente abbastanza fine e acqua pulita e chiarissima. Quasi tutti nudisti. Sui lati della spiaggia qualche sirmata dismesso e occupato da campeggiatori, uno in particolare che rientra dal mare su una tavola da surf con il suo cane, si mette nel sirmata a letto a leggere e li rimane per tutta la mattina. A fine mattina saliamo alla taverna Tsi- Tsi, che dicono sia la migliore dell’isola, bell’ambiente con lo stesso stile dei ns studios, dove mangiamo un tris di pesci marinati ( molto buoni: acciughe, gavros e minisgombri) una insalata di polpa di granchio (ma fatta con surimi, yogurt , maionese e limone) e una insalata cretese (crostini integrali coperti da tanto pomodoro fresco tritato, cipolla e cetriolo, due olive), solita birra acqua e caffè.

Sono le cinque meno un quarto, troppo presto per tornare, troppo tardi per scendere all’altra cala, Fiki, e risalire in tempo per prendere il pullman.

Comunque, pur sbagliando inizialmente il sentiero, scendiamo (lungo come quello di Livadi ma più dolce): bella spiaggetta, piccola, sabbia e scogli chiari ai lati, acqua bellissima. Ce la prendiamo comoda tanto il ritorno a questo punto ce lo dobbiamo fare a piedi: oltre alla risalita, ci sono circa 5 km di strada asfaltata, però tutta in costa quindi senza salite. Proviamo ad entrare, dopo un km e mezzo, nell’ “abitato” (si fa per dire) di Messaria, ma la stradina di cemento con tanto di “kalo elzate” (benvenuti) e fiorellini dipinti a calce finisce dopo 100 metri ad un gruppo di tre (3) case, chiuse e senza segni di vita. Ultima spesa per la colazione di domani tornando a casa, merenda di frutta e doccia, paghiamo Lukas che mi conferma che abita lì sotto e che la casa con tutte le decorazioni, le sculture e, le luci e il piccolo anfiteatro è del fratello, che è un artista; poi torniamo per cena da Iliovasilema, mangiamo grande pagello ai ferri, patatine, gemistà e horta, vino, acqua, caffè.

NAXOS

Venerdì 26/6

Lukas alle 7 ci accompagna al porto (che acqua, fosse così anche nei porti italiani…) e alle 7.30 partiamo per Naxos, dove passeremo l’ultima giornata.

Abbiamo prenotato uno studio economico ad Agia Anna, Anemos Stusios, in una stradina a pochi metri dal mare. Ottima posizione, proprietaria deliziosa. Non essendo ancora pronto lo studio (che poi scopriremo appena ristrutturato e riarredato, in modo semplice e funzionale, con gusto e pulitissimo) al ns arrivo ci offre un caffè a casa sua, si fa 4 chiacchiere (è neozelandese sposata 35 anni fa con un uomo di qui), poi ci offre uno yogurt con uvetta prodotta con metodi biologici dalla cognata e da lei sciroppata. Ci mettiamo il costume e andiamo a piedi in spiaggia, ad Agios Prokopios, sempre bella (sabbia chiara grossa che non vola col vento e acqua azzurro chiaro). Certo, dobbiamo dimenticare la solitudine e l’ambiente naturale delle nostre piccole isole! Qui l’acqua è meravigliosa ma ci fanno effetto queste grandi differenze: la spiaggia è quasi completamente attrezzata e fittamente frequentata (mi chiedo come sarà in agosto: quanto siamo viziati!!); famiglie, giovani, coppie, anziani, gente che sta tutto il tempo sotto l’ombrellone e paripatetici di tutte le età (in gran maggioranza italiani) che passeggiano in gruppo chiacchierando tutto il tempo ad alta voce: di problemi di lavoro, di politica, di altre vacanze, di fatti di famigliari e vicini. Ci stiamo reimmettendo nel nostro mondo abituale. Ci piazziamo nella zona libera frequentata solo da pochi, nudisti. Certo, un conto è il nudismo su spiagge deserte, un altro il nudismo con i gruppi di passeggiatori (ovviamente in costume) che ti passano in continuazione a due metri e gli ambulanti che vengono quasi a toccarti per richiamare la tua attenzione e venderti le loro (sicuramente poco greche) cose.

Quando di sole, gente e bagni siamo sazi, rientrando ad Agia Anna ci fermiamo a mangiare un’insalata greca buona ed economica con una birra alla taverna O Fotis, terrazzino di legno bordo strada sulla spiaggia.

Una doccia a casa e poi noleggiamo un motorino per fare un giretto toccata e fuga poco più a sud a Mikri Vigla, bella, lunga, sabbiosa e un po’ meno frequentata, per poi andare a fare un giretto in centro a Naxos intorno al castello, un aperitivo Ouzo e polpette di polipo da Smyrneiko al porto aspettando il tramonto per una classica foto del sole attraverso l’arco che ben può esprimere la botta di nostalgia che già ci prende per dover abbandonare queste isole. Rientriamo ad Agia Anna, facciamo due passi per andare a cena in un ristorante familiare un paio di km più a sud, a Plaka (qui a Naxos si mangiano buone verdure, tanti di questi ristoranti hanno il loro orto) .

SABATO 27/6: IL RIENTRO

Partiamo alle 8.30 con l’autobus da Agia Anna per il porto di Naxos (comodissimo, passa ogni mezz’ora dalle 8 di mattina fino all’una di notte), prendiamo per l’ennesima volta il traghetto Blue Star (oramai ci sembra casa nostra) dove facciamo il ns ultimo pasto greco con tanto di Retsina al self service, e arriviamo al Pireo con un bell’anticipo che ci consente di raggiungere l’aeroporto con tutta calma (BUS X96, 5 euro a testa, un’oretta).

La vista ci riporta all’attualità: sul traghetto invece delle solite telenovelas (o come si chiamano in Grecia) stanno trasmettendo Tsipras che fa la conferenza stampa e annuncia che domenica prossima si farà il referendum, poi partono i dibattiti politici, non capiamo una parola ma i volti sono tirati; i greci sul traghetto sono tutti davanti agli schermi. Durante il tragitto in autobus guardiamo tutti gli sportelli Bancomat che incontriamo; alcuni sono vuoti, ma davanti ad altri effettivamente cominciano ad esserci file di 4 o 5 persone.

Alle 22.45, con un anticipo di un quarto d’ora, il nostro volo, puntualissimo atterra a Orio al Serio.

Grazie Grecia! A noi dai sempre tanto, ci auguriamo col cuore che voi e l’economia europea sappiate superare questo pericoloso sbandamento; noi, agevolazioni fiscali per le isole o no, non smetteremo certo di venire i prossimi anni.

Elisabetta.roberto@libero.it



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