Alla scoperta della città rossa: Marrakech
Arriviamo di venerdì, giorno santo, intorno alle 8:00 del mattino ora locale, dopo essere partiti da Bergamo intorno alle 6:30. Subito dopo aver lasciato i bagagli al Riad, partiamo alla scoperta della “città rossa”.
Prima tappa: piazza Jemaa el Fna e la Moschea Ben Youssef, il cuore della città. Purtroppo il nostro percorso viene interrotto quasi subito: veniamo infatti fermati da un ragazzo del posto che si offre di accompagnarci ad un mercato berbero sceso il giorno stesso in città. Seppure poco convinti, decidiamo di seguirlo. Una volta arrivati a destinazione, capiamo che il mercato berbero di cui ci parlava era nient’altro che la conceria (chiamata Tanneries) del paese. Da bravi turisti siamo caduti nella trappola e siamo costretti, dopo un orribile tour durato circa un quarto d’ora, a dare 5 euro alla pseudo-guida. Fatto tesoro di questa esperienza, decidiamo di affidarci solo al nostro istinto ed di accettare indicazioni solamente dai negozianti locali, ma solo dopo aver acquistato nel loro negozio.
Dopo la conceria, finalmente raggiungiamo l’immensa piazza Jemaa el Fna, nella quale incontriamo incantatori di serpenti, venditori di succo d’arancia fresco, tatuatrici e altri personaggi alquanto folkloristici. Una volta visto piazza e Moschea (solo esternamente), decidiamo di fermarci a mangiare un boccone e poi di incamminarci verso le Tombe Sadiane, mausoleo dell’omonima dinastia. Terminata questa visita, ci incamminiamo verso il Palazzo El Bahia, una enorme struttura quasi per nulla arredata ma con splendidi decori in stile marocchino.
A Marrakech, si sa, fa caldo e la temperatura oltrepassa i 40°. Essendo stati sotto al sole per l’intero giorno, verso le 17 decidiamo di ritirarci in Riad e ricaricare le batterie per la sera. Dopo un’ottima cena nello stesso Riad, decidiamo di fare un giro nel souk, il mercato per eccellenza, nel quale puoi trovare qualsiasi cosa a prezzi davvero stracciati. Inoltre non bisogna mai dimenticarsi che è regola nei Paesi arabi contrattare per qualsiasi cosa. Questo ti può portare via molto tempo, ma ne vale sicuramente la pena!
Il mattino dopo ci svegliamo sul presto per poter partire con il “fresco” e ci dirigiamo ai Giardini Majorelle, acquistati anni fa dallo stilista Yves Saint Laurent. Sicuramente un’ottima meta in cui godersi un po’ di fresco e di ombra ed in cui vedere piante e fiori particolari. Decidiamo di approfittare del fresco di questa oasi per mangiare un boccone al bar dei giardini per poi ripartire alla volta del centro. Siamo a piedi, vogliamo goderci ogni angolo della città, e questo purtroppo ci rallenta molto. Per questo motivo non facciamo in tempo a visitare il Palazzo Dar Si Said, che, in periodo di Ramadan, chiude alle 15:00. Poco male, perché abbiamo così l’opportunità di perderci di nuovo fra le mille stradine del souk a contrattare su spezie, oli ed abiti tradizionali. Si fa sera e, dopo una bella doccia rinfrescante, decidiamo di andare a mangiare il cous-cous al ristorante Naima dopo aver letto commenti positivi su internet. L’aggettivo giusto per definire questo piccolo locale è “casalingo”, poiché ha solo 5 tavoli ed i piatti vengono cucinati proprio davanti ai nostri occhi, ma questo è il suo fascino. Scopriamo con dispiacere che per poter mangiare il cous-cous bisogna prenotare con un po’ di anticipo il tavolo (cosa che noi non avevamo fatto), ma i gentili proprietari ci cucinano lo stesso dell’ottima carne di montone, accompagnata da cetrioli, peperoni e da uno squisito thè alla menta. Cena ottima e spesa irrisoria (circa l’equivalente di 10 € a testa), ci sentiamo davvero di raccomandare questo ristorante. Per concludere in bellezza la nostra mini-vacanza, decidiamo di tornare in piazza a gustarci per un’ultima volta la vita notturna di Marrakech.
Sicuramente, avendone l’occasione, torneremmo volentieri in questa città così particolare, ma ora è arrivato il momento della prossima, emozionante avventura!