A zonzo per New York City
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DOMENICA 21 GIUGNO: MIDTOWN
Il mattino successivo siamo riposati e pronti per iniziare la nostra scoperta di questa grande città. Ma prima, colazione! Su tripadvisor leggiamo di un bagel cafè proprio nella nostra zona, nei pressi di Tompkins square e decidiamo di cercarlo. Il posto è molto carino e specializzato in bagels, le ciambelle di origine ebraica. Matteo sceglie la versione con uova e prosciutto mentre io, che proprio la colazione salata non riesco a farla, opto per un bagel alla cannella. Sono buoni ma pesantissimi, tant’è che del mio ne mangio solo metà. Con la pancia (stra)piena ci dirigiamo verso midtown e scendiamo dalla metropolitana a Grand Central, la stazione centrale, la quale già di per sé costituisce un attrattiva turistica. Appena usciti alla luce del sole siamo già col naso all’insù, per osservare il grattacielo Metlife, famoso per essere ispirato nella sua forma al Pirellone di Milano. Passeggiando in zona ci troviamo nel bel mezzo di un mercato e iniziamo a sentire i primi odori della cucina di strada Newyorkese, principalmente hot dog. Raggiungiamo il Rockefeller Center ma proseguiamo prima verso il MOMA, il museo di arte moderna. Visitiamo il piano terra, dedicato alle opere di Andy Warhol, poi andiamo dritti all’ultimo piano per visitare il museo in discesa, dato che a quanto pare i piani quarto e quinto sono i più amati. Al sesto piano, dedicato alle mostre temporanee, ci imbattiamo in una personale di Yoko Ono, dove acquistiamo una bella stampa che ritrae John e Yoko, quindi proseguiamo la nostra visita alla collezione permanente del museo, imbattendoci in Picasso, Dalì, Van Gogh e altri autori della corrente del puntinismo, cubismo e futurismo. Affamati ci mangiamo il nostro primo hamburger in zona, poi saliamo sul Top of the Rock, l’osservatorio di Rockefeller center, dal quale ammiriamo per la prima volta lo skyline di NY. Tornati coi piedi per terra, ci dirigiamo alla famosa New York Library, la biblioteca, nella quale però la bellissima stanza di lettura antica è chiusa. Ci accontentiamo di un’esposizione sui manifesti americani della prima Guerra Mondiale e poi usciamo a rilassarci nel vicino Bryant Park: una piccola bomboniera verde attorniata da grattacieli, pieno di tavolini e sedie su cui fermarsi, e nel quale proprio in questo momento si sta esibendo una banda musicale. Proseguiamo in direzione Times Square, imbattendoci nell’Hard Rock cafè e nel ristorante Bubba Gump gamberi, ispirato al famoso film Forrest Gump. Qualche foto e poi raggiungiamo la immensa, coloratissima e affollatissima piazza, dove oltretutto un bel gruppo di persone sta facendo yoga all’aperto. Stanchissimi, saliamo su un taxi che ci riporta a casa. Dopo la doccia decidiamo di uscire per cena nella nostra zona, nei pressi di St. Mark’s place, che per fortuna è piena di giovani e di locali in cui mangiare o bere qualcosa. Scegliamo da tripadvisor Panna II, un ristorante indiano la cui particolarità è più che altro la location: piccolissima e piena zeppa di luci e decorazioni sulle pareti e sul soffitto. Mangiamo un curry (io vegetariano, voglio cercare di limitare la carne che inevitabilmente in questi giorni sarà la protagonista dei nostri pasti) senza infamia e senza lode, poi scegliamo un locale peruviano in cui bere un buon cockail e concludere la nostra prima serata nella City.
LUNEDÌ 22 GIUGNO: LIBERTY ISLAND E FINANCIAL DISTRICT
Lunedì mattina abbiamo in programma la gita in barca fino alla Statua della Libertà, quindi dopo la colazione, stavolta fatta a casa con cookies e succo di mango, andiamo in metro verso downtown, e ci imbarchiamo sul traghetto che ci porterà a Liberty Island, lasciandoci indietro il meraviglioso skyline di Manhattan. Scopriamo la storia della bellissima Lady Liberty e la ammiriamo dal basso da ogni angolazione, a pranzo un hamburger e poi ci imbarchiamo nuovamente per raggiungere la vicina Ellis Island, dove ripercorriamo le vicissitudini degli immigranti (spesso italiani) che arrivavano nel paese dei sogni e delle speranze. Tornati a Manhattan, camminiamo verso la nuovissima Freedom Tower, o One Word Trade Center, il cielo si riflette nelle sue pareti a specchio, rendendola ancora più bella. Per ora decidiamo di non salire, anche vista la coda infinita all’ingresso, ma preferiamo visitare le fontane costruite laddove sorgevano le Torri Gemelle ed il memoriale dell’ 11 settembre, davvero toccante. Successivamente camminiamo per Wall Street e scattiamo l’immancabile fotografia col toro. Per cena decidiamo di portarci in zona Union Square e scegliamo la Tortaria un locale messicano molto semplice, frequentato per lo più da universitari, dove mangiamo dei buoni tacos sorseggiando un cocktail a base di tequila. Per digerire: un espresso da Eataly proprio accanto al bellissimo Flatiron, il palazzo triangolare a forma di ferro da stiro.
MARTEDÌ 23 GIUGNO: WEST VILLAGE, MUSEO DI STORIA NATURALE, EMPIRE STATE BUILDING
Martedì mattina ci incamminiamo subito verso la parte opposta di Manhattan, a piedi, per raggiungere la High Line, ma prima: la casa di Carrie di sex and the City vale una deviazione! Scattata la foto (semplicemente all’ingresso di una normalissima casa del West Village), saliamo sulla High Line, una ex ferrovia sopraelevata, ora parco alternativo e piacevole passeggiata. Una volta tornati sulla strada principale, torniamo indietro fino al Chelsea Market: inaspettato. Il mercato coperto è bellissimo, pieno di leccornie ed ordinatissimo! Ci facciamo ingolosire da del buon Roast Beef e ne assaggiamo qualche fetta, ma poi, nel reparto pescheria più pulito del mondo, ci cuociono al momento un’aragosta a vapore, semplice e fantastica! Dopo pranzo ci dirigiamo in metro verso il Museo di Storia Naturale, che devo dire mi ha un po’ deluso: mi aspettavo grandiosi dinosauri e invece ho trovato animali impagliati, qualche intricato concetto di storia della terra e la stanza più attesa (quella del t-rex) chiusa! Tornando a casa passiamo da Lincoln Center, un complesso di tre edifici legati al mondo dell’arte (tra cui l’Opera House) vicino alla famosa Juilliard school, dove però non c’è assolutamente nulla da fare (non avendo in programma di partecipare a qualche spettacolo) se non sdraiarci sulla simpatica gradinata di prato a rilassarci un po’. Arrivati a casa ci prepariamo per cena, che consumeremo da Momofuku, un moderno ristorante coreano-americano nel nostro quartiere, per poi raggiungere in taxi l’Empire State Building e ammirare dalle sue terrazze panoramiche la City illuminata.
MERCOLEDÌ 24 GIUGNO: CENTRAL PARK, MET, HARLEM
Dopo la colazione a base di pound cake al limone e alla banana comprate il giorno precedente al Chelsea Market, raggiungiamo in metro Central Park, dove compriamo (a peso d’oro) l’occorrente per un buon pic nic da Le Pain Quotidien e affittiamo le biciclette per tre ore. Percorriamo in bici tutto il perimetro di Central Park, fino ad Harlem e ritorno, poi pranziamo sull’erba con la meravigliosa visuale del castello davanti agli occhi. Uscendo dal parco passiamo per Strawberry Fields, l’oasi dedicata a John Lennon. Una volta restituite le bici (in ritardo, perché non trovavamo l’uscita dell’immenso parco) ci facciamo accompagnare da un taxi al MET, il museo metropolitano, dove c’è veramente di tutto: ogni tipo di arte da ogni luogo e periodo storico. Decidiamo di visitarne solo le opere salienti per risparmiare tempo ed energie, specialmente perché la sera abbiamo un appuntamento: la messa gospel ad Harlem! Attraversiamo il parco in orizzontale (questa volta a piedi) per raggiungere la metro che ci porterà a nord, ma prima cerchiamo la famosa statua di Alice nel paese delle meraviglie: la foto è d’obbligo. Arriviamo ad Harlem e visitiamo la chiesa di St. John the Divine, la più grande d’America, che troviamo addobbata per ospitare una cerimonia di premiazione la sera stessa: sembra quasi un teatro o una discoteca! Prima di farci portare in taxi alla Abyssinian Baptist Church, facciamo una pausa merenda in una pasticceria lì accanto e recuperiamo energie. Una volta giunti sul luogo vediamo subito la fila di turisti pronti ad entrare per la messa gospel, ma un addetto alla sicurezza inizia ad elencarci regole: niente spalle scoperte, e per gli uomini niente pantaloncini e niente maglietta, solo camicia. E assolutamente niente zaino. È un disastro: io per fortuna sono coperta, Matteo ha portato i pantaloni lunghi, ma è in t-shirt e soprattutto abbiamo uno zaino. Non ci arrendiamo e troviamo subito la soluzione (a differenza di un nostro connazionale che se ne va imprecando): Teo compra per 2$ una camicia da un ragazzo prontamente intervenuto fiutando il business, svuotiamo lo zaino trasferendo tutto nella mia borsa, che non si chiude più, e lo abbandoniamo dietro una macchina, sperando di ritrovarlo ma pronti a sacrificarlo (e infatti non lo vedremo più). Finalmente entriamo ed assistiamo alla funzione, totalmente diversa dalle nostre, molto emozionante. Per cena andiamo da Sylvia’s, un’istituzione per la cucina del sud, e mangiamo pollo fritto, patate dolci, costine con la famosa salsa di Sylvia e focaccine dolci.
GIOVEDÌ 25 GIUGNO: CHINATOWN, LITTLE ITALY, BROADWAY
Giovedì mattina ritentiamo con la colazione fuori: questa volta io punto sui classici pancakes, mentre Matteo ordina Eggs Benedict, siamo soddisfatti. Con calma ci incamminiamo verso Chinatown, dove visitiamo il Mahayana Buddist Temple e la sua gigantesca statua dorata del Budda. In cambio di un’offerta pesco una frase che mi preannuncia fortuna. Passeggiando raggiungiamo Little Italy, ormai ridotta ad una via, è molto particolare ed è bello vedere celebrata l’italianità, ma ci facciamo l’idea che ormai sia italiana di nome ma non di fatto, specialmente vedendo i ristorantini trappola-per-turisti. Ne approfittiamo per lo shopping di souvenirs e continuiamo verso Nolita (North of Little ITAly) dove troviamo tanti negozietti vintage in cui fare qualche altro acquisto. Ci fermiamo a pranzare da Taim con hummus e falafel, sorseggiando un freschissimo infuso di limone, menta e zenzero. Incontriamo di nuovo il Flatiron, questa volta di giorno, e torniamo a casa. Presto, perché stasera ci aspetta una serata speciale: tutti in ghingheri ci dirigiamo a Times Square, precisamente al New Amsterdam Theatre di Broadway, dove alle 19.00 assistiamo al musical Aladdin: che dire, una meraviglia. Per un’appassionata di musical come me, vedere a Broadway la mia favola preferita fin da quando ero bambina (fra l’altro recitata, cantata e ballata in modo eccelso, con scenografie pazzesche) è davvero un sogno. Dopo lo spettacolo è tardi per andare al ristorante: mangiamo un hamburger al volo da Shake Shack e raggiungiamo il 230 fifth, uno splendido rooftop bar che ci regala la meravigliosa vista frontale dell’Empire State Building. È mezzanotte: è il compleanno di Matteo!
VENERDÌ 26 GIUGNO: FREEDOM TOWER E BROOKLYN
Per colazione ci vuole una torta, per fortuna il giorno precedente abbiamo comprato dei brownies! La giornata speciale di Matteo inizia con la salita al nuovissimo Freedom Tower, per la quale inaspettatamente non facciamo neanche una gran coda (forse perché il cielo è abbastanza coperto dalle nuvole). A differenza degli altri due grattacieli che abbiamo “scalato”, questo è molto moderno, e già dall’ascensore iniziano gli effetti speciali. La vista è speciale, a 360 gradi, e la tecnologia la incornicia perfettamente.
Una volta scesi dal più alto grattacielo dell’emisfero occidentale, ci dirigiamo a piedi verso il ponte di Brooklyn, comprando lungo la strada dei panini da Subway, ed un hot dog come “antipasto”. Il sole picchia, ma la passeggiata sul ponte è piacevole, e ci regala begli scorci di Manahattan. Arrivati a Brooklyn, cerchiamo il Bridge Park, dove ci adagiamo sull’erba a mangiare i nostri panini osservando lo skyline della City e sorseggiando una limonata fresca comprata in un chioschetto sul posto. Ci rilassiamo un po’, poi torniamo verso casa con la metro. Abbiamo scoperto che Big Gay, un famoso gelataio su quattro ruote, ha aperto un negozio proprio nella nostra zona: non potevamo certo non assaggiare un cono! Scegliamo il classico alla vaniglia guarnito con dulce de leche, sale e cereali e ricoperto di cioccolato, una squisitezza. La sera, per la cena del suo compleanno, Matteo sceglie una steak house suggeritagli da un amico: Benjamin a midtown. Ordiniamo, ovviamente, una t-bone per due persone, con contorno di patate e spinaci cremosi, il tutto innaffiato da un’ottima bottiglia di vino rosso californiano. Il servizio è impeccabile e la carne morbidissima (il cameriere ci mostra addirittura di poterla tagliare con un cucchiaio!), siamo pieni fino a scoppiare ma ci dividiamo anche una fetta di cheesecake con tanto di candelina. Rotolanti decidiamo di smaltire qualche caloria camminando in direzione casa.
SABATO 27 GIUGNO: ULTIMI MUST
Il nostro ultimo giorno newyorkese ci alziamo con estrema calma, abbiamo ormai visitato tutto, ci restano solo gli ultimi sfizi. Dopo una mezza colazione a casa, assaggiamo anche un’immancabile donut, la ciambella, poi ritorniamo a midtown per vedere e fotografare la LOVE sculpture che ci eravamo completamente persi. Lì accanto c’è un’altra tappa da me tanto attesa: il mitico negozio Tiffany sulla 5th Avenue. Il negozio è lo stesso del famoso film “Colazione da Tiffany”, grande, luminoso, elegante… e mi sento un po’ Audrey Hepburn. Guardiamo qualche diamante luccicare, poi saliamo al terzo piano e compriamo per me un bel braccialetto d’argento con il cuoricino e la classica scritta, fantastico ricordo di questa bellissima vacanza. Teo invece sulla fifth si compra un bel paio di pantaloni, siamo soddisfatti. Ultimo sfizio: vogliamo andare a mangiare da Spotted pig, nel west village. Non importa che non sia proprio vicino: è il nostro ultimo giorno e non vogliamo che ci manchi nulla! Saltiamo sulla metro per l’ultima volta e andiamo a mangiarci un fantastico hamburger con formaggio Roquefort (in realtà per me senza, ed è buono lo stesso!) e patatine sottilissime al rosmarino. Decidiamo di tornare a casa a piedi, ma ben presto ci sorprenderà una leggera pioggia: ci rifugiamo in uno Starbucks a bere un caffè caldo (le temperature si sono abbassate), per poi prendere un taxi fino a casa. È ora di preparare le valigie, un ultimo saluto al quartiere e poi, sotto la pioggia fattasi più fitta, prendiamo l’ultimo taxi giallo, che ci condurrà in aeroporto.