Guadalupa, l’evasione a colori
La mattina dopo ci attende les Grands Fonds, l’unica zona collinare di Grande-Terre, il cui punto panoramico più significativo si trova a Morne l’Escade. Apprezziamo la folta vegetazione di un bel verde brillante che qui è rigogliosa. Ritorniamo sulla costa sud ricca delle spiagge di sabbia più belle, dove sorgono numerosi insediamenti turistici per tutti i gusti: Plage de la Caravelle (Club Med), lunga e con le immancabili palme da cocco, Plage des Raisins Clairs è attrezzata con docce, ristoranti e locali, Plage de Gosier, da dove si può raggiungere la piccola isola Gosier partendo dall’imbarcadero in barca o, per i più sportivi, a nuoto! Dopo un bagno delizioso e qualche ora di sole cocente ci godiamo un pranzo a base di pesce sulla terrazza di un ristorante sul mare.
Il giorno successivo si meritiamo una giornata di relax in spiaggia, ma cominciamo ad organizzare il tour della Basse-Terre che decidiamo di spezzare in due parti in due giorni diversi per meglio assaporare la vacanza. La Basse-Terre è montuosa e umida. coperta da foresta pluviale tropicale impenetrabile e vaste piantagioni di banane. Terra dalle vette imponenti, dominata dal vulcano Soufrière (1476 m) lungo le cui pendici sgorgano numerose cascate. Ritorniamo verso la capitale Pointe-à-Pitre per risalire il litorale nord-est sul Gran cul-de-Sac Marin ornato da mangrovie, barriera corallina e magnifici isolotti.
Il paesaggio è unico e noi siamo ammutoliti davanti a tanta natura selvaggia. Deviamo verso l’interno per visitare una distilleria di rum che ci consente di vedere la lavorazione della canna da zucchero, la relativa fermentazione e distillazione fatta ancora in modo tradizionale. Riusciamo anche a visitare la casa coloniale dei proprietari che oggi viene affittata a richiesta dai turisti, ma che mantiene l’arredamento originale e le vecchie fotografie degli avi della famiglia francese che iniziò l’avventura con molto coraggio e tanta fortuna nel secolo scorso. Al termine un giro sul trenino ci permette di vedere la piantagione tutt’intorno. Un piccolo spaccio offre assaggi dei loro prodotti che spaziano dal rum, varie marmellate e salse che sono anche in vendita. Tra Sainte-Rose e Deshaies una serie di spiagge (des Amandiers, de Clugny) si fanno ammirare e si prestano a una felice sosta marinara. Lungo la Cote-sous-le-Vent troviamo la Plage de Grande-Anse e Petite-Anse molto pittoresche e con sabbia dorata. Dopo il pranzo ci concediamo la visita al giardino botanico Deshaies per conoscere le varietà di fiori tropicali e piante esotiche: orchidee, bouganville, ibischi, fiori del Ginger, mango, papaya, guava, cacao, bambù giganti, alberi del pane, acacie, ecc. In un settore a parte molto grande alcuni pappagalli stanno beccando frutti di mango di cui sono ghiotti. Sono abituati alla presenza dell’uomo e si posano sulle nostre mani con nostra grande ilarità. Riprendiamo il cammino verso Pointe-Noire per attraversare il Parc de la Guadaloupe diretti a Petit-Bourg sulla costa orientale della Basse-Terre. E’ un tratto di foresta tropicale che si concede ai nostri occhi come anticipo del Parco Nazionale e del vulcano che vedremo il giorno successivo e già si preannuncia interessante. Ritornando verso il villaggio di Sainte Anne ci fermiamo al mercato coloratissimo che costeggia la spiaggia, incuriositi dai prodotti esposti e dal profumo di spezie che ci avvolge.
La mattina successiva partiamo per il giro della zona sud di Base-Terre, dominata dall’imponente massiccio della Grande Signora, la Soufrière alta 1467 m, ricoperto da una lussureggiante foresta tropicale costituita Parco Nazionale dal 1989 e ricca di spettacolari cascate. All’altezza di Petit-Bourg nel parco di Valombreuse c’è il Bassin de Colot con le cascate Tombour, vicino a Goyave sulla strada forestale di Moreau si può arrivare con una camminata di qualche ora alle cascate Moreau. Sul mare il paese di Sainte-Marie fu il luogo di sbarco di Cristoforo Colombo nel 1493 e noi con la fantasia immaginiamo il grande navigatore genovese coi suoi uomini alla ricerca di acqua dolce in questa foresta impenetrabile. Decidiamo di fermarci vicino a St. Saveur per prendere la strada verso il fiume Grosse Corde e percorrere il Bassin Paradis per arrivare in circa mezz’ora alle cascate di Carbet divise in tre tronconi. Si paga l’ingresso del passaggio pedonale che è molto ben tenuto e periodicamente ripulito per evitare che la vegetazione l’inghiotta. Inoltre i forestali devono togliere i massi che eventualmente ostruiscono il percorso perché questa isola, come tutte quelle caraibiche, è soggetta a tifoni. Attraversiamo ponti di legno, passerelle e superiamo diversi dislivelli immersi in una natura prepotente composta da giganteschi alberi, grovigli di liane e piante e fiori che noi europei teniamo in casa in piccoli vasi. La grande cascata ci appare all’improvviso, bianca e impetuosa, e si tuffa nello specchio verde/blu. Dato che il caldo è soffocante decidiamo di percorrere soltanto il primo tratto e scattare fotografie delle altre due cascate da lontano perché richiedono molte ore di camminata. Chi ama il trekking può esplorare questo grande Parco che sicuramente dona grandi emozioni. Dato che il vulcano oggi è avvolto dalle nubi ritorniamo sul mare a Capesterre-Belle-Eau diretti a Trois-Rivières, dove visitiamo il Parc des Roches Gravées. E’ un parco archeologico creato nel 1970 e oggi classificato Monumento Storico e quindi protetto. Una guida ci accompagna nel tour e ci racconta la storia di queste rocce. Il parco di circa un ettaro è situato di fronte all’arcipelago des Saintes, le rocce vulcaniche sembrano buttate in modo caotico al centro di una vegetazione lussureggiante e le strane testimonianze incise sulle rocce furono lasciate dagli Indiani Arawak che occupavano l’isola prima dei Caribe, amerindi del Sudamerica. I Caribe chiamarono Guadalupa Karukera cioè “isola dalle belle acque” antico nome dato circa 2000 anni fa quando occuparono l’isola. I disegni hanno un aspetto rudimentale, le figure sono schematiche, i visi rotondi con occhi, bocca e grandi orecchie, il petto ornato da collane. Viene loro attribuito un significato religioso. Camminiamo in un giardino superbo e la giovane guida ci presenta le differenti specie di piante, alcune originali dell’isola come ricino, manioca, vétiver e altre importate dagli europei nel ‘600/’700 come il caffè, il cacao e la canna da zucchero divenute coltivazioni locali. La guida ci mostra anche tante piante utilizzate sino ai giorni nostri. Foglie, radici medicinali e semi per tingere sono la gamma di erbe utili secondo le tradizioni indigene. Riprendiamo il nostro viaggio verso la Pointe à Launay. Il panorama sul litorale meridionale si affaccia sulle isole Les Saintes proprio di fronte. Risaliamo verso nord direzione Basse-Terre, antica capitale, perché abbiamo l’intenzione di visitare il Fort Louis Delgrès costruito nel 1649 in posizione strategica sulla falesia a piombo sulla costa con l’obiettivo di contrastare le incursioni dei Caribi dalle isole e di accogliere le navi provenienti dall’Europa. Si tratta di una fortezza originale con spesse mura di pietra che offre un’ampia vista panoramica sul mare, sulla città e sulla collina. Casematte, polveriere, cucine, cisterne e cannoni in postazione ricordano le sanguinose battaglie navali anglo-francesi nelle Antille. In buona posizione notiamo il memoriale in onore di Lous Delgrès, eroe della soppressione, conosciuto per la proclamazione antischiavista del 1802. A Baillif troviamo un tipico ristorante sul mare consigliato dalle guide specializzate con cucina creola/francese molto valido. Dopo pranzo, con calma risaliamo verso nord. Di fronte alla spiaggia di Malendure troviamo la riserva Cousteau che è famosa in Guadalupa per le immersioni subacquee. Luogo protetto e fragile, con le famose isole Pigeon, ospita centinaia di pesci, coralli, spugne e tartarughe. Per chi è appassionato questo è il sito dove vale senz’altro la pena di immergersi. Per completare il nostro tour panoramico visitiamo la Grivelière, antica abitazione destinata alla coltivazione di caffè, oggi dichiarata monumento storico e l’unica del genere ancora in attività. Situata nel cuore del Parco Nazionale nella Valle di Grande-Rivière è un’antica proprietà agricola risalente al 1700 e oggi gestita dall’Associazione Verte Vallée. Ci si arrampica letteralmente su una stradina asfaltata ma molto stretta che gira intorno alle colline e dove è obbligatorio suonare il clacson. Per fortuna il traffico è scarso e noi siamo immersi nella foresta intricata. Le costruzioni includono la casa dell’antico proprietario, i locali per la lavorazione del caffè, la terrazza per seccare il cacao, il forno per il pane e la preparazione del cibo, le baracche di legno degli schiavi che qui lavoravano. Vi si trova anche un giardino con erbe mediche e un giardino creolo con piante di caffè, di cacao e di vaniglia che ancora oggi consentono una piccola produzione di caffè 100% arabica, di cacao e di vaniglia. Alla fine della visita ci offrono caffè e cioccolata da provare e uno spaccio consente l’acquisto dei loro prodotti.
Bisogna dire che per noi italiani il caffè è acquoso poiché siamo abituati ad un’altra tostatura, mentre la cioccolata viene fatta grattugiando cioccolato in acqua o latte. I restanti giorni della nostra vacanza trascorrono sulle spiagge sud di Grande-Terre: Plage de la Caravelle, una parte destinata al Club Med, ma l’altra libera sotto palme svettanti; Plage di Sainte-Anne molto frequentata dagli abitanti del villaggio; Plage des Raisins Clairs dotata di docce, ristoranti e gazebo e la Plage des Chateaux sul promontorio estremo che rimane la nostra preferita. E’ lunga diversi km, ornata da vegetazione che consente ombra ristoratrice con acque turchesi e calme perché la barriera corallina chiude la laguna. Nelle vicinanze diversi locali per il pranzo assicurano la sosta ristoratrice. Le Isole di Guadalupa offrono quindi una vasta scelta di attività per un soggiorno davvero indimenticabile. Il blu del mare e la sabbia bianca delle spiagge invitano alla pratica delle attività nautiche, il verde della foresta invoglia a esplorare la natura, la cultura guida alla scoperta delle tradizioni indigene e i sapori sorprendono con i deliziosi piatti della cucina locale. Un sapiente mix di ingredienti per vacanze caraibiche da sogno, ma non lussuose. La semplicità regna sovrana e alcune case coloniali sono state trasformate in piccoli resort dedicati all’accoglienza e al relax in un’atmosfera tranquilla. Questa isola è il centro culturale creolo/caraibico, briosa mescolanza di influenze francesi e africane, dove il dolce far niente è l’occupazione primaria.