Viva la revolucion
Habana, Vinales, Cienfuegos, Trinidad, Remedios (cayo Brujas), Varadero, Habana.
So per certo che il vostro cruccio e’: selfdrive o autista? Noi abbiamo contattato Rene e Lizzy: alaide@infomed.sld.cu. Scrivete a loro, saranno i vostri angeli custodi e troveranno per voi l’autista/guida/amico/animatore/consigliere. Con 100cuc al giorno (vitto, alloggio, benzina, parcheggio, pedaggi inclusi) si prenderà cura di voi e vivrete con un cubano preparatissimo la vostra vacanza senza preoccuparvi di nulla se non di godervi il paesaggio.
17-18 Aprile Habana
Stiamo al Vedado da Glenis Maria Rodriguez Castillo, interlocutrice colta e disponibile. Le pareti del suo salotto liberty sono tappezzate di foto di Fidel che appunta spille onorifiche al marito, qua e là teche con cimeli militari, libri storici, bottiglie di Havana Club e un enorme frigorifero americano carico di bibite. Le sedie a dondolo sono un must nelle case particular, così come soprammobili di ogni genere poggiati su centrini di pizzo. Ai cubani piacciono le foto, anche la famiglia più’ modesta ha foto dei figli immortalati nel giorno del 16esimo compleanno vestiti a festa in pose molto kitsch!
Il primo giorno giriamo a piedi camminando tanto anche per le strade del Vedado caratterizzato da ville coloniali sgarrupate e alberi centenari dai tronchi possenti e le fronde pesanti. Visitiamo l’Hotel Nacional e passeggiamo lungo il Malecon per poi infiltrarci in centro Habana e Habana vecchia. C’e’ tanta gente per le vie cubani e turisti, bancarelle, venditori di frutta, patatine, libri, musicisti. Veniamo travolti dagli artisti di strada sui trampoli in abiti carnevaleschi, non ci capacitiamo di come possano resistere con questo caldo, Salvatore ha il cranio fucsia, rimediamo con un bel panama che manco i narcotrafficanti colombiani si sognano. Ci infiliamo nella casa del tabacco e ci lasciamo sedurre dal fresco dell’aria condizionata e dalla nebbia dei sigari. Saliamo alla camera oscura, esperienza interessante e bella vista dalla terrazza. Poi pausa mojito alla bodeguida del medio e dopo pranzo con il battello attraversiamo il porto naturale e scarpiniamo fino alla collina del Cristo. Ceniamo vicino a casa poi nanna che il fuso orario vuole ancora da dire la sua.
Il secondo giorno noleggiamo un taxi (25cuc dalle 8 alle 13) per raggiungere la casa di Hemingwey un pò fuori dalla città. Lungo il tragitto foriamo una gomma e mentre noi scattiamo foto a raffica e respiriamo il fumo nero degli scarichi delle auto, il nostro tassista risolve il problema con l’aiuto dei passanti. Tornando all’ Habana fermiamo il taxi in Plaza della Revolucion per le foto di rito e ripartiamo per un giro in auto per il centro raggiungendo il Capitolio e Plaza Central con la statua del mio eroe preferito: Josè Martì. Infine scendiamo per andare in un ristorantino in prossimità di un mercato per rientrare poi a casa a piedi. Dopo la siesta ripartiamo girando intorno al’Università passando per callejon de Hamel, un vicolo invaso di sculture e murales di stile afro-cubana. Esploriamo androni di palazzi fatiscenti, curiosiamo dalle finestre delle case; fotografiamo ragazzi che giocano a calcio per le vie e spiamo l’esito delle partite di domino improvvisate per strada. Le donne lavorano all’uncinetto sedute sull’uscio di casa circondate da bimbi mocciolosi. Arrotini, maniscalchi, estetiste, coppie di ubriachi che litigano si avvicendano sul nostro cammino. Sbuchiamo in Plaza della Catedral ormai e’ sera e per cena ci fermiamo al Dona Eutimia in una via laterale della piazza. Per smaltire il pasto ce ne torniamo al Vedado a piedi passando per il Malecon che e’ invaso di cubani in festa, del resto e’ Sabato sera.
19 aprile mattina: arriva Jerman uno degli autisti del “circolo serrado” di Rene e Lizzy. Grande! Si parte in direzione nord con tappa a Las Terrazas poi Soroa per la visita all’orchidario. Si rivela un ottimo guidatore e guida turistica, ci spiega tutto ciò che vediamo ed e’ simpaticissimo. Facciamo uno stop casa di un campesito (piccolo agricoltore) che ci spiega tutto il processo di lavorazione del tabacco da sigaro e che il 98% del raccolto e’ proprietà dello stato! L’autista, ironica, butta lì un “Viva La Revolucion” giusto per farci intendere quanto sia apprezzata la politico economica del governo, spieghiamo loro che la tassazione in Italia non e’ da meno quindi : Viva la democrazia e viva il capitalismo etc etc etc…
Ci godiamo questa pausa bucolica tra galline e maiali intanto nostro ospite arrotola un sigaro usando il miele come collante mentre la moglie ci prepara un buonissimo caffè estratto dai semi di loro produzione. Salvatore dice sì al tabacco e prenotiamo un po’ di sigari che torneremo a ritirare.
Arriviamo a Vinales alla casa particular di Herman il polonio, nulla di entusiasmante ma i proprietari sono molto gentili. Dopo una rapida doccia usciamo per cena e per un paio di mojto accompagnati da un buon sigaro.
20 Aprile: megacolazione in famiglia, lasciamo qualche indumento da lavare (costa uno sproposito) e misteriosamente la lavatrice si mangia 250cuc che Salvatore aveva lasciato nelle tasche dei jeans, ma caliamo un velo pietoso su questa disavventura. L’autista puntualissimo ci porta in gita in barchetta alla cueva del Indios, ‘na roba di 15 minuti. Alle 10 varchiamo i cancelli del parco del murales della preistoria e saltiamo in groppa ai nostri ronzini. 5cuc l’ora noi abbiam fatto 2 ore. Cavalchiamo tra i campi di tabacco mentre i contadini solcano il terreno rosso con vomeri trainati dai buoi. I mogotes lussureggianti fanno da sfondo e gli pterodattili volteggiano nel cielo azzurro… beh forse non erano proprio pterodattili (bensì avvoltoi dal collo rosso) ma sembrava davvero di stare in Jurassc Park. Pausa caffè con la moglie del nostro cavaliere/guida mentre lui, armato di macete, si dirige al campo e ci taglia due canne da zucchero le pulisce e ce le offre. Jerman ci coglie dei mango e dopo averli sprimacciati un pò tra le mani ci spiega di fare dei forellini nella buccia con i denti per succhiare la polpa. Buonissimissimi.
Pranziamo velocemente in paese e via verso Cayo Jutias: una bella spiaggia, con lettini e ombra affittabili ad 1,5 cuc. L’acqua e’ calda, e qualche giovane jeneteros tenta di approcciare me e Claudia che ci facciamo passare entrambe per le mogli di Salvatore…ci credono e ci mollano. Tornando a Vinales ci fermiamo a comprare dei mango da un contadino che sta lì con i secchi pieni di frutta al lato della strada, l’autista gli allunga qualche centesimo per avere un secchio. Anche Caludia, io e Sabbatore, il cui nome originale e’ stato modificato dalla pronuncia dell’autista, scendiamo dall’auto. Porgiamo un paio di cuc al contadino e alla vista di moneta “forte” si esalta e svuota tutti i secchi nel bagagliaio e ci prepara dei cocchi da bere. Intanto una bimba bionda corre giù dalla collinetta e l’autista le regala i crackers e un barattolo di salsa, lei scappa via felicissima. L’uomo non si ferma piu’ continua a servirci cocco e mango cosi’ dico all’autista di mettere in moto se no finisce che qui ci regala pure la casa!
Durante il viaggio ci fermeremo ancora in prossimità di abitazioni modeste, quelle fatte di assi di legno e tetti di paglia, per lasciare sapone, pastelli e abiti. Anche l’autista e’ indignato da tanta povertà, dice: 57 anni di rivoluzione e guarda come e’ costretta a vivere certa gente, senza acqua, senza elettricità e campano usando i buoni dello stato i cui prodotti sono di infima qualità. Chi puo’ ha una mucca o due e coltiva l’indispensabile se no si deve accontentare di mortadella fracica, pane raffermo, uova, riso e fagioli neri. VIVA LA REVOLUCION!
Per noi invece stasera cena casalinga con aragosta, buonissima cucinata in un intingolo al pomodoro e servita con riso e fagioli neri, platano fritto, zuppa… non riusciamo a finire tutto e per mandar giù passeggiamo fino alla piazza e ci infiliamo nella casa social. Mojito, sigaro, musica e ballerini scatenati.
Il 21 partiamo per Cienfuegos con sosta ritiro sigari, poi l’autista si ferma a comprare una gamba di maiale affumicata! Arriviamo a Sant’Antonio dove abita la sua famiglia e facciamo una serie di stop da parenti vari a lasciar fette di porchetta. Avevo letto in qualche diario di un autista nella cui casa si trovava un enorme tigre di peluche…ed eccola lì che regna proprio nel salotto del nostro autista. Usiamo il suo bagno ci offre della frutta intanto fa gasolio con imbuto e bidone.
Per un tratto di strada l’autista ci lascia guidare la sua chevrolet del ’52 con motore mitsubishi e plancia Pegeout, un ibrido difficile da immaginare ma fila che e’ una meraviglia. Tempestiamo il nostro cicerone di domande sulla vita a cuba, sulla politica, sulla prospettiva della fine dell’embargo, ormai siamo un team. Il tormentone Viva la revolucion echeggia nell’abitacolo ogni volta che argomentiamo la fallace condotta politica castrista. Salvatore prepara una playlist con Jovanotti, Celentano, Giuliano Palma, Daniele Silvestri e ce li cantiamo macinando km sorpassando carretti coi cavalli, camion, trattori, motorini, biciclette.
Fa caldo nelle ore centrali del pomeriggio e il nostro autista guida e racconta. Noi fotografiamo il paesaggio che scorre: colline verdi e campi di tabacco, altissime palme reali e tozzi banani, mango, canna da zucchero, papaya. Rene chiama tutti i giorni per informasi sulla nostro benessere e organizzare gli alloggi secondo i nostri capricci, non ci perde mai.
Giungiamo a Playa Larga che non ci entusiasma, ci fermiamo solo per far foto lungo la costa e per un bagno rinfrescante alla cueva de los peces una caverna verticale profonda 70metri
Ogni tanto l’autista ci indica un punto tra le fronde delle palme: ecco il tocororo, l’uccello blu, bianco e rosso simbolo di cuba, noi non non l’avremmo mai individuato!
Riprendiamo il cammino, la strada e’ ricoperta da una polverina rosa e sale uno strano odore come di fritto misto. L’autista ci spiega che, in questa stagione, al tramonto i granchi attraversano e vengono schiacciati dalle auto. A volte i pneumatici scoppiano ma di solito hanno la meglio sui gusci dei crostacei che poi si cuociono quando il sole scalda l’asfalto. Romantico, vero?
Finalmente arriviamo a Cienfuegos dove ci accoglie Deileys nella sua bellissima casa, una di quelle garantite dal “circolo serrado” e Jerman ci avvisa che “la mangia” di Deileys e’ una delle migliori. Peccato che arriviamo un po’ tardi per farla mettere ai fornelli e ceniamo fuori in un ristorante con terrazza sulla baja.
22 Aprile. La colazione e’ a dir poco pantagruelica: succo di guayaba fresco, bricco di caffè, uova, mango, ananas e papaya, formaggio e pane fresco. Avanzano i toast con prosciutto e formaggio e ce li portiamo via per il pranzo; ci spiace non poter stare piu’ a lungo, anche Deileys e’ un’ottima compagna di chiacchiere e parla perfettamente inglese. Fino ad ora abbiamo comunicato solo in spagnolo, cioe’ loro ci parlano in spagnolo e noi in italiano e fidatevi che funziona! Altro giretto in paese e poi via Verso Trinidad. Facciamo sosta al parco del Pincho che si trova lungo la strada, ingresso 9cuc ma li vale. Ci tuffiamo nelle lagune create dalle cascatelle, anche il nostro autista si infila il costume e si esibisce con mirabolanti capriole impensabili per uno con un addome tanto prominente. A Trinidad avremmo voluto stare da Marelis, ormai entrata nella leggenda. La nostra guida dice che “la mangia” di Marelis e’ la migliore di tutte, ma e’ al completo quindi veniamo dirottati in pieno centro a casa dalla cugina all’hostal Albertico. Le camere sono comode un po’ calde ma, come ovunque, risolviamo con aria condizionata e ventilatori. Siamo stati benissimo anche qui, e “la mangia”, soprattutto l’aragosta, e’ stata superlativa per non parlare delle colazioni!
Per visitare Trinidad sono necessari due giorni se almeno uno lo volete dedicare a Playa Ancon. La città è turistica, bella con le vie di acciottolato e negozi pieni di oggetti d’artigianato, molte abitazioni tengono le porte spalancate e gli ingressi vengono adibiti a veri e proprie esposizioni di quadri. Di sera la piazza si anima e accoglie sulle gradinate cubani e turisti che sorseggiano mojito e cuba libre, c’e’ musica ovunque, bei ristoranti, locali e l’atmosfera e’ calda. Claudia si lascia coinvolgere nelle danze alla casa della musica. Salvatore si fa attirare da un tizio e nonostante svariate raccomandazioni, compra cohiba e montecristo. A casa si prende lo sgrido dal nostro ospite che testa il prodotto girandolo fra le mani come si farebbe con il bastoncino per accendere il fuoco, il sigaro fa le briciole quindi è un po’ vecchiotto. Vabbe’. Anche Jerman lo prende in giro, Sabbatore hai comprato i sigari di foglia di banano!
24 Aprile, lasciamo Trinidad. Ci fermiamo al museo/fabbrica della ceramica, al belvedere per qualche foto panoramica alla valle de Los Ingegnos. Evitiamo sia il trenino a vapore sia la salita sulla torre. Passeggiamo tra bancarelle e lenzuola stese al sole. Le donne ricamano: centrini, copriletto, abiti, camicie e scarpine per bimbi, si trova di tutto; se amate il genere questo e’ il posto giusto per fare acquisti. Arriviamo a Santa Clara per la visita al mausoleo del Che. Sabbatore sembra un bimbo felice e si perde nel museo dedicato all’eroe sudamericano. Giungiamo a Remedios in serata e ci accoglie Lurdes con suo marito in una casa spettacolare con stanze grandi che affacciano nel giardino interno. Ceniamo in una casa particular bellissima La Paloma. Con 11cuc pesce a volontà servito con solito riso, fagioli neri e platano fritto, dolce al cocco e caffe inclusi. L’atmosfera e’ fantastica, arriva il Pequegno gigante un ometto di 1metro e 50 con una voce straordinaria che suona la sua chitarra abbracciandola con passione. L’autista canta con lui poi lo invitiamo a sedersi e ci racconta di sè e di Cuba, uno di quei racconti che si può concludere con un ironico VIVA LA REVOLUCION. Remedios non ha nulla di interessante a parte l’altare dorato della chiesa in piazza che ospita la madonna incinta. Ma a noi e’ piaciuta l’atmosfera di paese poco turistico e accogliente infatti ci fermiamo due notti.
25 Aprile. Pronti per il mare si va a Cajo las Brujas, l’unico con la spiaggia libera da resort, molto bello, peccato che il paesaggio sia deturpato dalla presenza di gru che stanno costruendo alloggi per il turismo di massa. Percorsi i 40km di istmo artificiale per raggiungere l’atollo ci fermiamo a comprare “la mangia” in una specie di autogrill perchè abbiam dimenticato di prendere quello che ci aveva preparato Lourdes a casa. Non ci sono servizi qui ma per fortuna qualche ombrellone di legno e paglia ci ripara dal sole cocente. L’acqua e’ limpida e cominciano ad arrivare gruppetti di cubani che giocano a calcio e si godono il mare come noi. Rientriamo cotti dal sole ma felici. Lurdes ci prepara il pollo alla criolle e poi ci spaparanziamo sul dondolo in giardino a chiaccherare con i nostri ospiti bevendo rum decano e fumando i famosi “sigari di foglia di banano” di Trinidad.
26 Aprile. A malincuore lasciamo Remedios ma visto che siam qui perche’ non fare un salto a Varadero? E allora via… Rene ci trova due stanze a Santa Marta appena fuori da Varadero in un motel con ristorante sulla terrazza, non ci piace, non e’ una casa particular ma e’ l’unico alloggio decente a meno di 30 cuc. Per una notte va bene.
Pranziamo poi l’autista ci accompagna a Varadero. Per qualche strana legge i tassisti della penisola hanno il monopolio dei trasporti quindi lui non puo’ esercitare la sua professione e non può riportarci fuori quindi per tornare dobbiamo fare il ponte a piedi. Prima di rientrare ceniamo seduti in spiaggia al molo 15, il primo subito dopo il ponte, prendiamo dei piattoni con carne e riso e ci godiamo il tramonto.
27 Aprile. Attraversiamo il ponte alle 9 del mattino, l’autista rischia i punti della patente dandoci uno strappo oltre il confine. Per fortuna non c’e’ in giro nessuno a parte qualche ragazzo ubriaco con bottiglie di rum in mano, cerchiamo di far colazione e dobbiamo accontentarci di pane e formaggio. Saltiamo sul bus turistico che con 5cuc a testa fa da spola sù e giù per tutta la lunghezza di Varadero. Ecco, non prendetelo! Un’ora per vedere niente se non Hotel orribili i cui progettisti secondo la diagnosi di Sabbatore, architetto nella capitale, dovevano avere turbe psichiche. Quando finalmente scendiamo ci tuffiamo in mare. Le spiagge di Varadero sono bellissime e il colore dell’acqua varia dal blu al verde in tutte sfumature possibili che si rincorrono sulla superficie secondo i capricci delle nuvole. Ci rilassiamo poi torniamo per pranzare al molo 15 e via attraversiamo il ponte a piedi, l’autista ci carica e lancia la sua fidata Chevrolet in direzione Habana. Prima di arrivare però facciamo sosta a playa Santa Maria, e qui, a venti minuti dalla capitale, sorpresa delle sorprese,troviamo il mare piu’ limpido e cristallino di tutta la vacanza. E’ sera inoltrata quando arriviamo in Habana Centro dove l’autista ci porta a casa di un amico in un bellissimo appartamento in un vecchio palazzo in ristrutturazione. Il nostro ospite e’ gentilissimo e siamo nel cuore della città. Ci infiliamo per le vie poco illuminate e troviamo la Guarida celebre ristorante noto per Fresia e Chocolat ceniamo a prezzi europei poi smaltiamo lungo il malecon. E’ l’ultima notte a Cuba,
28 aprile, facciamo una colazione ricca e abbondante intanto arrivano Rene e Lizzy. Finalmente li conosciamo, si tengono sempre per mano, e li seguiamo per la città, sù e giù dai taxi collettivi ci raccontano di Cuba, del rum, di Fidel e dei loro sogni. Recuperiamo le valige che e’ già pomeriggio inoltrato e riposiamo un paio d’ore, poi arriva l’autista per portarci a casa di Rene. Scoppia un’acquazzone qualche minuto prima di andare a cena. Corriamo in auto tutti e cinque inzuppandoci e l’autista prontamente seleziona Jovanotti, piove senti come piove….
Arriviamo al ristorante e Rene, che parla perfettamente italiano, sfodera un repertorio di barzellette che manco Zelig, Lizzy ride. Noi tre e l’autista ci guardiamo complici, Lizzy non sa che per tutta la vacanza l’autista, parlando di lei, la prendeva in giro e ne imitava la risata e non riusciamo più a fermarci ma manteniamo il piccolo segreto. A mezzanotte accompagniamo i nostri angeli custodi a casa, baci abbracci e via per l’ultimo viaggio con il nostro compagno. Ci salutiamo commossi poi le porte dell’aeroporto si aprono e ci separano dall’autista e da Cuba.
Ora basta sentimentalismi, parliamo di cose serie: danaro! Scrivo in euro perchè ormai il cuc e l’euro hanno lo stesso valore.
670 eu il volo, 45 eu assicurazione con viaggi sicuri , visto 25eu + 10 di spedizione con cubapoint arrivato in 3 gg, alloggi circa 25 eu a notte per camera, vitto dai 2,5 eu ai 12, auto 100eu al giorno, ingressi a musei e parchi dai 2 ai 9 euro, mance varie, visto uscita 25eu, in totale noi abbiamo speso 1700 eu a testa circa. Sabbatore ne ha spesi un po’ di più 😉 causa donazione alla lavatrice.
Fate buon viaggio, se vi serve scrivete 😉