Sudamerica zaino in spalla di per 3 mesi e mezzo
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LA CROCIERA E L’IDEA DEL VIAGGIO
Ogni anno verso fine novembre/inizio dicembre la Costa e la MSC spostano alcune loro navi dal Mediterraneo ai Caraibi e al Sud America ed in marzo le riportano nel Mediterraneo. Le crociere di fine novembre/inizio dicembre sono molto economiche rispetto a crociere simili in altri periodi dell’anno ed è stato proprio il loro costo ridotto che ci ha fatto venire l’idea di fare questo lungo viaggio, andando in crociera in 21 giorni fino a Buenos Aires, lasciare le valige con i vestiti ”da crociera” in deposito in un albergo di Buenos Aires per fare il giro in Argentina/Cile/Bolivia/Uruguay con gli zaini, poi tornare nello stesso albergo di Buenos Aires per le ultime notti, riprendere le valige e tornare in Italia in aereo.
Organizzando il viaggio avevamo stabilito un programma di massima per capire quanti giorni ci servissero per fare il giro che avevamo in mente e, tenendoci alcuni giorni finali di mare ”di riserva”, abbiamo stabilito che il 3 marzo andava bene per il ritorno, comperando il volo di rientro per quella data.
La crociera ha toccato Barcellona, Casablanca, Tenerife, Recife, Maceio, Salvador de Bahia, Rio de Janeiro, Santos, Montevideo con termine a Buenos Aires il 10/12/2014. Crociera piacevole e tranquilla, buon clima e nessun problema di mal di mare.
Il costo totale della crociera per 2 persone con cabina con finestra è stato di EUR 2656.
I VOLI
Il costo dei voli per 2 persone sono stati:
– Aerolineas Argentinas, Buenos Aires-Ushuaia (solo andata), EUR 410
– Lan Airlines, Santiago del Cile-Isola di Pasqua (andata e ritorno), EUR 1478
Volo di andata in business class perché non c’erano altri posti liberi
– Alitalia, Buenos Aires-Malpensa (andata e ritorno), EUR 1650
Abbiamo dovuto prendere il biglietto di andata e ritorno perché con tutte le compagnie il biglietto di sola andata costava di più dell’andata-ritorno. Il rimborso per il ritorno non effettuato sarà di circa EUR 70 che ancora non abbiamo avuto.
IL VIAGGIO
In Argentina e Cile era periodo di altissima stagione, sia per le loro vacanze estive che per la concomitanza con i periodi di Natale e Capodanno. Specialmente nella terra del Fuoco, che ha una stagione turistica breve, i prezzi degli alloggi erano cari e difficili da trovare. Prima della partenza avevo prenotato gli alberghi a Buenos Aires, Ushuaia, Puerto Williams, Punta Arenas, Puerto Natales e all’isola di Pasqua, mentre gli altri alberghi li prenotavo man mano con Booking.com. Abbiamo sempre cercato sistemazioni economiche in centro con bagno privato. La colazione è sempre stata compresa nel costo dell’albergo (tranne che in due alberghi a Santiago e a Buenos Aires). Se non rammento male tutti gli alberghi avevano riscaldamento o ventola da soffitto o aria condizionata ed in ogni caso tutti sono stati confortevoli.
Prima di partire avevo anche prenotato il traghetto che parte una volta alla settimana da Port Williams per Punta Arenas (Transbordadora Austral Broom S.A) con un viaggio di circa 30 ore.
Sia il traghetto che i vari bus disponevano di sedili ”cama” o ”semi-cama”, quindi ben reclinabili e confortevoli, a volte forniti di coperta e cuscino e cibo (dipende dalla compagnia e dalla fortuna).
All’isola di Pasqua e in Uruguay abbiamo affittato una macchina per alcuni giorni.
Un po’ dovunque abbiamo partecipato a gite organizzate (di solito di gruppo, a volte c’eravamo solo noi), mentre nella zona di Salta abbiamo fatto un tour privato di 6 giorni con autista.
Abbiamo mangiato molta carne, un po’ di pesce, parecchie pizze e piatti di pasta o ravioli, ingrassando di circa 4 chili alla fine del viaggio. Ottimi e molto economici sia i vini che le birre.
IL CLIMA
Il clima è stato generalmente buono per tutto il viaggio. Nella Terra del Fuoco abbiamo ovviamente trovato pioggia e vento forte alternati a sprazzi di bel tempo. Il vento fortissimo ci ha accompagnati anche più a nord in tutta la Patagonia, com’è ben noto. L’ombrello che ho aperto a Ushuaia si è rotto in pochi secondi a causa del vento e da allora abbiamo sempre utilizzato le giacche a vento impermeabili e i sopracalzoni da pioggia. L’ombrello l’ho poi ricomprato solo in Bolivia. Nella Terra del Fuoco, nonostante il freddo, gli abitanti locali non usano né guanti né cappello né, ovviamente, ombrelli: i turisti si riconoscevano subito perché erano gli unici tutti intabarrati e con cappello di pile e guanti. Non abbiamo mai avuto né troppo freddo né troppo caldo. Specialmente nei vari giri in battello nel sud di Argentina e Cile abbiamo usato tutti i nostri vestiti a strati, quindi sottotuta da sci di lana, maglie varie, maglione di pile, giacca di piumino con sopra la giacca ”guscio” impermeabile, oltre ai sopracalzoni impermeabili e cappello di pile e guanti.
A volte il vento era così forte che si camminava a fatica.
All’Isola di Pasqua abbiamo avuto quasi sempre cielo nuvoloso, a volte con pioggia.
I COSTI
Uruguay, Cile e Argentina, nell’ordine, sono cari, con prezzi simili o superiori ai nostri. Bolivia e Paraguay sono invece economici.
In Argentina c’è il cambio nero che loro chiamano ”blue” e ci sono siti Internet ) con un cambio indicativo, anche se io li ho trovati sempre peggiori di quello che indicava il sito. Il cambio ufficiale in Argentina era di circa 10 pesos per un euro e io ho cambiato, sia a Buenos Aires che a Salta, a circa 14,40 pesos per un euro, cambiando in tutto circa 4000 euro al cambio blue dai cambiavalute incontrati in strada (loro o i loro galoppini che poi portavano i turisti in ufficietti in zona). Non ho avuto alcuna paura di ricevere soldi falsi e comunque tutte le banconote ricevute erano buone. In questo periodo l’euro ha perso molto valore nei confronti del dollaro e quindi ritengo che il cambio blue sia peggiorato.
Non ho visto tracce di crisi in Argentina. Ci hanno stupito Cile e Uruguay per l’alto tenore di vita.
Per avere un’idea dei prezzi pubblicherò a parte come foto (salva-immagine da un foglio Excel) il nostro programma di viaggio con gli alberghi usati e il loro costo, oltre ai prezzi per i trasporti. I costi sono ”a coppia” ed espressi in valuta locale con il controvalore in euro al cambio che avevo fatto.
ASSICURAZIONE SANITARIA
Non è stato facile trovare una assicurazione sanitaria per un periodo così lungo ed alla fine abbiamo scelto la Columbus al costo di 470 euro (costo per due persone con zero franchigia). Durante la crociera sono ricorso alle cure + medicine del medico di bordo spendendo 146 euro che l’assicurazione mi ha rimborsato.
Conviene fare l’assicurazione tramite i siti di ricerca (per esempio piuttosto che direttamente sul sito della compagnia, perché i siti di ricerca offrono uno sconto.
Ci siamo ammalati, probabilmente di influenza, solo durante la crociera (assieme a tantissimi altri croceristi) ed io ho sofferto un po’ di mal di montagna in Bolivia (mal di testa attenuato dal Diamox), mentre freddo, pioggia, vento, caldo, disagi… non ci hanno fatto nulla, a dimostrazione che nei viaggi il fisico reagisce molto meglio alle malattie rispetto a quando si vive tranquillamente a casa.
WI-FI, TABLET, E-READER, FOTOGRAFIA
Questo viaggio non sarebbe stato possibile, o sarebbe stato molto ma molto più scomodo, senza wi-fi e tablet. Noi abbiamo usato un tablet Acer W4 da 8” con Windows 8.1, 64 GB di HD + 64 GB di scheda di memoria aggiuntiva. Nel tablet ho immesso, tra le altre cose, i 27 diari di viaggio che ho scelto di portare con noi, le guide Lonely Planet in PDF di Brasile-Argentina-Cile-Uruguay-Bolivia ed innumerevoli files con informazioni varie sul nostro percorso.
Ma fondamentale è stata la possibilità di prenotare gli alberghi con Booking.com man mano che il viaggio procedeva, dato che in Sudamerica era alta stagione e non era facile trovare alberghi liberi direttamente sul posto.
Il sistema era questo: arrivati in una località e comperato il biglietto del bus, avendo quindi certezza del giorno e orario di arrivo nella località seguente, prenotavo l’albergo per la località successiva, in modo da avere un indirizzo in mano da mostrare al tassista all’arrivo del bus nella località seguente e limitare al massimo le perdite di tempo. Tre mesi e mezzo sembrano tanti ma per un viaggio così dinamico il tempo è preziosissimo.
Praticamente tutti gli alberghi dove abbiamo alloggiato avevano il wi-fi ed anche molti ristoranti.
Non abbiamo preso schede telefoniche locali.
Durante i lunghi trasferimenti leggevamo libri sul tablet e sul Kindle, mentre per le fotografie abbiamo usato due macchine compatte Canon, le 240HS e 270HS con schede di memoria da 32GB ognuna.
ARGENTINA
BUENOS AIRES
Città bellissima, tanto verde, miscuglio di palazzi antichi in stile europeo e grattacieli. Emozionante il ritrovo delle Madri di Plaza de Mayo al giovedì pomeriggio ed anche noi ci siamo uniti al loro corteo.
Bel giro con il bus turistico ”Buenos Aires bus” che fa 25 fermate in circa 3 ore (se non si scende mai).
La via dello shopping e dei cambiavalute blue è in Calle Florida, mentre la vera trappola per turisti con immensi mercati coperti di souvenir è nella zona del Caminito. Molto interessante il museo d’arte moderna MALBA. Abbiamo assistito a due spettacoli di tango al caffè Tortoni e al teatro Piazzola, scegliendo in entrambi i casi la combinazione ”solo spettacolo”, senza cena. A me è piaciuto di più lo spettacolo del caffè Tortoni. Mi sento decisamente di consigliare il nostro albergo situato in posizione molto centrale e che è stato uno dei più economici e confortevoli di tutto il viaggio, oltre al fatto che ci hanno tenuto in deposito gratis per quasi tre mesi le nostre due valige ”da crociera”: Hotel Merit San Telmo.
A Buenos Aires abbiamo sventato la truffa del solito tassista disonesto che avevamo preso all’uscita del porto per raggiungere l’albergo con tutti i bagagli: il tassista, che cercava di fare l’amicone, si era inventato una qualche manifestazione e quindi l’impossibilità di portarci in albergo (dove avremmo potuto chiedere consiglio ed aiuto alla reception) fermandosi a qualche isolato di distanza e pretendendo il pagamento in dollari (io avevo a portata di mano banconote da 100 USD) asserendo che le banconote in pesos argentini che avevo erano fuori corso. Solo dopo lunghe ed accese discussioni si è convinto ad accettare i nostri pesos (già usati il giorno prima per vari acquisti) ma resta il fatto che ci siamo trovati lontano dall’albergo molto scossi per la discussione e con un sacco di bagagli. Non è stato un bell’inizio.
Avendo letto e sentito di numerosi furti ai danni di turisti siamo stati molto attenti con i nostri zainetti e sempre pronti a rintuzzare il trucco delle finte ”cacche d’uccello” sui vestiti con solerti aiutanti pronti a pulire lo sporco facendo sparire gli zaini, ma non abbiamo subito attacchi di quel tipo.
La permanenza a Buenos Aires è stata molto piacevole con tante cose da fare e vedere e se non fosse così lontana ci torneremmo spesso.
Bella la gita in giornata nella zona di Tigre, raggiungibile con innumerevoli treni regionali dalla stazione di Retiro con gita in barca sui canali. Suggerisco di fare questa escursione piuttosto che quella a Colonia in Uruguay perché Colonia, per noi italiani pieni di borghi bellissimi, non ha nulla da offrire.
Bisogna stare attenti agli orari dei voli della Aerolineas Argentinas perché li cambiano spesso, come scritto in altri diari, ed anche il nostro per Ushuaia è stato spostato posticipandolo: l’avevo capito leggendo in Internet gli orari di partenza dello stesso volo nei giorni precedenti, ma per averne la certezza ho chiesto alla reception dell’albergo di telefonare alla compagnia aerea.
USHUAIA
La stagione turistica di Ushuaia è molto breve e quindi in dicembre/gennaio i prezzi aumentano molto rispetto ad altri periodi dell’anno. La parte turistica della città si trova sulle pendici di una montagna e quindi le strade parallele alla strada principale sono man mano sempre più in alto. La nostra guest house che avevo scelto sulla base della mappa e che si trovava a soli 4 isolati dalla strada principale era scomodissima perché in cima ad una ripidissima e lunga salita. Ushuaia è strapiena di alberghi e guest house ed è piena di turisti, almeno nel ns periodo. Faceva freddo ma non freddissimo, però sempre con molto vento e pioggia a tratti.
L’ombrellino mi si è rotto in pochi secondi. Abbiamo fatto la solita gita al parco in bus, due gite in battello (suggerisco quella di tutto il giorno con battello+bus della Canoero con la quale si vedono benissimo anche i pinguini) e vari musei di Ushuaia (molto bello quello nelle ex-prigioni). La seggiovia per andare al Cerro Martial era chiusa.
Per andare a Puerto Williams c’è una sola compagnia che effettua la traversata ed è la Ushuaia Boating. Il prezzo carissimo è di 115 USD a testa e la traversata si effettua con un gommone Zodiac coperto, ovviamente molto instabile.
ATTENZIONE: spesso la navigazione viene sospesa anche per parecchi giorni di fila a causa delle condizioni del mare, quindi non si è mai certi né di andare né di ritornare nei tempi previsti. Noi abbiamo fatto una traversata al limite della praticabilità ed è stata terribile, poi per parecchi giorni hanno sospeso la navigazione di tutte le imbarcazioni.
EL CALAFATE
El Calafate è un posto lussuoso e caro dove mi sembrava di essere un pollo da spennare perché tutto costava molto. A parte quello la città e i dintorni sono bellissimi. Abbiamo fatto la gita dei vari ghiacciai del lago Argentino e quella del ghiacciaio Perito Moreno (battello e passerelle davanti al ghiacciaio). Tutto bello ma per chi ha poco tempo e deve scegliere suggerisco le passerelle davanti al Perito Moreno. Sui battelli all’aperto fa freddissimo. Per andare alla zona delle passerelle del Perito Moreno non serve una gita organizzata ma basta prendere il biglietto di un bus pubblico che parte al mattino a vari orari e ritorna al pomeriggio. Deludente la Laguna Nimez. Bello il museo del ghiaccio e divertente il bar del ghiaccio con temperatura sottozero. A El Calafate abbiamo comperato il biglietto del bus diretto per Puerto Madryn con la RPT RP Transportes e quello per El Chalten organizzando il viaggio in questo modo: partenza da El Calafate alle 8, arrivo a El Chalten alle 11:15, notte a El Chalten, partenza il mattino dopo verso le 8, arrivo a El Calafate verso le 11, partenza per Puerto Madryn alle 15:45 con arrivo a verso le 12 del giorno dopo.
EL CHALTEN
Paesotto di montagna. Prima di entrare in paese il bus si ferma alla sede del parco per assistere ad una conferenza sull’uso corretto della visita del parco, in inglese e in spagnolo. Molto interessante, anche da un punto di vista emotivo, la conferenza in inglese, con il ”ranger” che ci ha convinti a non lasciare mai più nei parchi i residui di cibo anche se biodegradabili e dicendoci che potevano fare controlli sugli zaini per controllare che ci portassero via i rifiuti di ogni tipo. Belle passeggiate ben segnate. Pochi posti per mangiare e nessuna vita serale. Qui si viene solo per fare trek. Sempre molto difficile vedere il Fitz Roy perché coperto dalle nubi: noi lo abbiamo visto bene solo dal bus mentre stavamo partendo.
PUERTO MADRYN
Altra città molto turistica. Abbiamo fatto le solite gite con un’agenzia turistica più la visita al museo paleontologico di Trelew, molto bello. A Puerto Madryn ho avuto molte difficoltà a trovare qualcuno che cambiasse valuta con il cambio blue e alla fine ho cambiato USD in un’agenzia di viaggio ad un cattivo cambio. La strada attorno alla Penisola Valdes è sterrata ed è in buono stato, ma con un limite di velocità basso perché ci sono parecchi animali in giro (per esempio struzzi). Credo che gli incidenti accadano perché il buono stato della strada invoglia a correre ma le eventuali improvvise frenate sullo sterrato fanno sbandare la macchina. Piacevole, piccola, molto turistica e strapiena di giovani la cittadina di Puerto Piramides: secondo me conviene soggiornare a Puerto Madryn piuttosto che qui. Niente balene perché non era periodo. Tutto bello ma mi aspettavo un po’ di più da questa famosissima Penisola Valdes. Bella la gita a punta Tombo per vedere da pochi passi migliaia di pinguini (dicono 600.000). La città gallese di Gaiman non mi ha detto molto e solo Katy è andata a prendere il tè gallese con una montagna di pasticcini, sia per il mio scarso interesse che per il prezzo astronomico. A Puerto Madryn siamo arrivati il 31/12 ed era tutto chiuso, con i pochi ristoranti aperti prenotati da chissà quando, per cui abbiamo fatto il cenone nella camera d’albergo con alcuni biscotti e una bottiglietta di spumante.
BARILOCHE
Bariloche è nella bellissima regione dei laghi. Molte costruzioni ricordano quelle della Baviera. Le gite nei dintorni (per esempio quella al famoso belvedere con la seggiovia) si possono fare con il bus locale, ma bisogna procurarsi una tessera dei bus e caricarla. In città ci sono innumerevoli ed enormi negozi di dolci e cioccolatini (ottimi quelli di Mamuschka anche per il buon rapporto qualità/prezzo). Abbiamo fatto una gita di un giorno fino a San Martin de los Andes passando per 7 laghi. Tutte le cittadine della zona sono belle e piene di fiori. Sulla via Mitre ci sono due uffici di cambio che fanno il cambio blue con buon cambio, come a Buenos Aires, e tanti singoli che come a Buenos Aires offrono cambi. Da Bariloche siamo andati in Cile a Puerto Varas in bus, ma c’è anche un servizio molto più caro ma sicuramente bellissimo via bus-lago-bus-lago-bus-lago-bus (http://www.cruceandino.com/en/circuits/puerto-varas-bariloche): a Bariloche costava meno di quanto indicato in Internet ma sempre troppo per noi.
HUMAHUACA / IRUYA
(Rientrati in Argentina dalla Bolivia al confine di La Quiaca)
Ci è piaciuta molto l’atmosfera rilassata di Humahuaca, pregevole dal punto di vista architettonico, piena di giovani, hostal e ristoranti e negozietti/bancarelle di souvenirs. Siamo andati in giornata ad Iruya in bus, ma fino a poco prima della partenza al mattino non si sa mai se la strada sarà praticabile oppure no perché ci sono parecchi guadi da attraversare e quando piove i bus non partono. La strada, a parte i guadi, è terribile tutta curve e strapiombi e stretta e sterrata. Gli autisti sono dei maghi del volante e all’arrivo si è felicissimi di scendere sani e salvi. La parte più bella della gita è il viaggio, mentre Irula è un semplice turistico villaggio di montagna che forse è sopravvalutato. Il viaggio in bus invece… è fantastico! A Humahuaca c’è una sola agenzia di viaggi con il titolare sempre in giro, per cui per proseguire il viaggio fino a Purmamarca lungo la spettacolare valle di Humahuaca con le sue montagne colorate, quindi con molte soste fotografiche, mi sono accordato con un tassista e abbiamo fatto il tragitto Humahuaca-Purmamarca in taxi. Il Pucurà de Tilcara, tappa obbligata lungo il percorso, è poco interessante come ricostruzione di un pueblo ma è uno spettacolare belvedere sulle montagne colorate della zona. Bisogna assolutamente percorrere la valle di Humahuaca con la possibilità di fermarsi quando si vuole (quindi niente bus di linea).
PURMAMARCA
E’ un paesino che sembra essere stato fondato solo per il turismo sfruttando la sua Montagna dei sette colori che si raggiunge in 5 minuti a piedi (più salita sulla collinetta davanti, a pagamento) dalla piazza principale invasa dalle bancarelle colorate. Molto bello il giro a piedi di 3 km attorno alla montagna colorata. Da Purmamarca si può fare la gita collettiva alla Salinas Grandes e i minibus partono solo quando sono pieni al pomeriggio vicino alla stazione dei bus: non c’è nessun ufficio e gli autisti/organizzatori attendono sui gradini dei negozi. Non ci sono invece bus diretti per Salta e quindi bisogna per forza cambiare bus a Jujuy.
SALTA
Bellissima città molto animata. Per il cambio blue andare nella piazza principale all’angolo di sinistra guardando la cattedrale, dove ci sono anche molte banche. Moltissime agenzie turistiche, una delle quali ci ha truffati. La zona di Salta è famosa per essere spettacolare con paesaggi di ogni tipo, ma servono una buona macchina e un autista/guida. La nostra idea era quella di fare un tour privato di 6 giorni/5 notti arrivando fino a El Penon. Con il mio programma dettagliato sono andato in varie agenzie per capire se il programma era fattibile e quanto costava. Il problema era che il clima non era favorevole perché era piovoso e buona parte del percorso era su piste molto brutte. Alla fine l’agenzia Turismo la Linda ci ha organizzato velocemente il tour per 1850 USD (pernottamenti compresi). Si era chiarito che il tragitto fino a El Penon sarebbe stato possibile solo in condizioni climatiche buone. Il mattino dopo ho voluto incontrare l’autista HUGO e anche lui mi ha detto la stessa cosa.
L’indomani siamo partiti ed il giro è stato bellissimo solo che ho scoperto verso la fine del tour che sarebbe stato impossibile arrivare a El Penon con la ns macchina che non era 4×4, perché lì si arriva solo con una 4×4, e l’ho scoperto perché non aveva mai piovuto e quindi ho messo alle strette l’autista Hugo. In pratica l’agenzia e l’autista speravano nella pioggia per potermi dire che non si poteva andare a El Penon causa pista impraticabile, ma invece non avendo piovuto è venuta a galla la loro truffa. Ovviamente il noleggio di una macchina 4×4, che l’agenzia non possedeva, avrebbe fatto aumentare molto il loro costo. Comunque a parte questo spiacevole episodio il nostro tour della Puna è stato bellissimo: Salta – Cachi, Cafayate, quebrada de Las Conchas – San Antonio de los Cobres – Tolar Grande – Salar de Arizaro – Cono di Arita… eccetera – Salta.
Salta ha una vivacissima zona di locali/ristoranti con spettacoli e tavoli all’aperto da non perdere in fondo alla via Balcarce oltre il nr 800. Com’è ben noto non si può mancare la visita al Museo di Archeologia di Alta Montagna con i commoventi corpi dei bambini sacrificati (solo uno esposto a turno, ma è più che sufficiente). Piacevole giro in ovovia sulla collina che sovrasta Salta.
Qualche anno fa avevo chiesto allo stand dell’Argentina al BIT (fiera del turismo a Milano) cosa mi consigliassero di vedere e mi hanno suggerito la zona di Salta: avevano ragione perché sia il tour attorno a Salta che il tragitto dalla Bolivia a Salta che Salta stessa sono spettacolari.
POSADAS
Altra piacevole moderna città sul grande fiume Paranà. Le missioni gesuitiche della zona, a parte quella di San Ignacio, non sono granché perché in gran parte distrutte. Noi siamo andati a San Ignacio in bus pubblico e poi lì, con un’agenzia trovata vicino alla stazione dei bus, abbiamo fatto un giro delle altre con una specie di taxi. Con la stessa agenzia e lo stesso ”tassista” abbiamo fatto il giro delle missioni in Paraguay che sono in condizioni un po’ migliori. Non pensavo che le missioni fossero così grandi, imponenti e vaste, con tante decorazioni in pietra. La gita in Paraguay si fa in giornata e può essere utile sapere che con la VISA e MASTERCARD in un paio di banche è possibile prelevare USD da cambiare eventualmente in Argentina al cambio blue. Le due banche usate sono state Banco Regional Buena Vista e Banco Continental. Sugli ATM non c’era alcuna decalcomania o indicazione che chiarisse la possibilità di prelevare USD. Siamo entrati in Paraguay attraversando il ponte che congiunge Posadas con Encarnacion attraversando il larghissimo fiume Paranà. Veloci procedure di uscita e entrata, ma chilometrica fila di auto/camion/moto in entrata in Argentina, e l’autista ci ha spiegato che in Paraguay tutto costa molto meno che in Argentina per cui tanti commercianti vanno in Paraguay a rifornirsi. Encarnacion è strapiena di grandi negozi di tutti i tipi e di banche. L’ingresso alle missioni e il pranzo vanno pagati in moneta locale (prelevabile nei bancomat) e alcuni cambia-valute vicino al ponte di confine ricambiano i soldi rimasti in pesos argentini.
GUALEGUAYCHU
Siamo venuti qui perché avevamo scoperto dall’Italia che era la sede del più importante carnevale dell’Argentina e sul loro sito Internet (http://www.gualeguaychu.info/carnaval.htm) abbiamo visto le date delle sfilate, facendo combaciare il nostro tragitto con una di quelle. Oltre alle sfilate che si svolgono come a Rio in una strada dedicata con le tribune ai lati, la cittadina è graziosa con un piacevole lungo fiume e tanto verde. La sfilata è iniziata verso le 22:30 finendo verso le 2, ed è stata ENTUSIASMANTE, SPETTACOLARE, BELLISSIMA!
Fantastico e coinvolgente l’entusiasmo del foltissimo pubblico, con cori e balli e canti. I gruppi si susseguivano uno dopo l’altro divisi, con un brevissimo intervallo, in tre parti. Tutti in piedi e molti, come noi, in piedi sopra le sedie. Bellissimi costumi professionali e carri spettacolari. Belle ragazze, buona musica al giusto livello sonoro, tantissimo entusiasmo.
La città è al confine con l’Uruguay ma c’è un solo bus al giorno che ci va, tranne la domenica. Per arrivare a Fray Bentos e proseguire verso Montevideo abbiamo preso un taxi prenotandolo il giorno prima.
CILE
PUERTO WILLIAMS (isola di Navarino davanti a Ushuaia)
Vera cittadina alla fine del mondo, con strade fangose, poche casette, pochi negozi. Boss della zona è la signora Patty titolare dell’Hostal Pusaki perché è veramente in grado di risolvere qualsiasi problema. Bel museo con Internet gratis. La banca ha un bancomat ma non cambiano USD o EUR, che vengono invece cambiati da Chile Express nella piazza del cosiddetto Centro Commerciale. Se si resta bloccati a Puerto Williams a causa del mare si può ripartire con l’aereo oppure con il battello che una volta alla settimana fa la traversata da Puerto Williams a Punta Arenas in circa 30 ore. A causa del periodo natalizio avevo prenotato il traghetto dall’Italia, senza versare anticipi ma pagando a Puerto Williams (solo in contanti e solo pesos cileni). La compagnia è la Transbordadora Austral Broom S.A (http://www.tabsa.cl/portal/). Nave Yagan confortevole, posti comodi e viaggio tranquillo.
PUNTA ARENAS
Bella città moderna con piacevole lungomare. Bello il cimitero. Bel museo Braun Menendez. Sulla strada Avenida Colon ci sono due cambiavalute dove ho cambiato 500 euro al buon cambio di 740. Il dollaro era a 607 contro i 580 di Port Williams. Abbiamo avuto molte difficoltà per trovare un taxi quando siamo arrivati alle 23.30 circa con il traghetto e il porto è molto lontano dal centro.
PUERTO NATALES
Città molto turistica piena di alloggi e ristoranti. Buona parte della agenzie turistiche sono nelle vicinanze della piazza principale accanto alla cattedrale. Bellissima gita giornaliera al parco delle Torri del Paine. Sono più belli i panorami con i laghetti che le torri del Paine che si vedono molto in lontananza e ricordano le nostre torri dolomitiche. Cena scadente da Don Jorge nella piazza principale dove abbiamo scoperto che in Cile aggiungono sempre al conto il 10% di mancia facoltativo (che non ho pagato).
PUERTO VARAS
Siamo arrivati qui provenendo in bus da Bariloche in Argentina. Al confine con il Cile solito controllo molto accurato per evitare l’introduzione in Cile di frutta e verdura: tutti i bagagli scaricati dal bus, tutti i bagagli a mano perquisiti mentre gli altri sono stati annusati da appositi cani-poliziotto, controllo all’interno del bus, nel motore e nel vano bagagli, perdendo un sacco di tempo. Puerto Varas ha due bei vulcani (uno dei due, il Calbuco, ha eruttato un mese dopo) ben visibili dall’altra parte del lago. Bella gita sul vulcano Osorno, con vari tratti di seggiovia, ma suggerisco di fermarsi al primo e poi scendere a piedi fino al parcheggio.
VILLARRICA
Carina Villarrica ma ancora più piacevole è la vicina Pucon dove siamo andati in giornata. Anche qui il vulcano Villarrica ha eruttato alcuni mesi dopo la nostra visita. Tutta questa zona di laghi è bella come quella argentina dall’altra parte delle Ande. All’ufficio turistico ci avevano detto che non c’erano gite con partenza da Villarrica ma solo da Pucon, ma non era vero perché sulla stessa via dell’ufficio turistico ci sono due agenzie e con una di quella abbiamo fatto la gita di tutto il giorno chiamata ‘’Tour Huilo Huilo’’, molto varia e divertente tra bellissimi paesaggi. Il vulcano Villarrica è molto vicino sia alla citta di Villarrica che a quella di Pucon. Con il senno del poi avremmo alloggiato a Pucon anziché a Villarrica. Anche da Pucon partono bus diretti per Santiago.
SANTIAGO DEL CILE
Bella città moderna ma non all’altezza di Buenos Aires. Purtroppo siamo subito incappati nel solito tassista truffatore che ci ha chiesto 30.000 CPL (circa 42 euro) per un tragitto di 10 minuti dalla stazione dei bus all’albergo, bloccando le portiere del taxi finché non l’ho pagato. Tanto per intenderci il tragitto da Santiago all’aeroporto durato circa 40 minuti è costato 15.000 CPL. Bellissimo ed emozionante il recente Museo della Memoria, che non si trova dove dice la mappa della Lonely Planet ma più distante, rispetto al centro, di circa 1 km. Da non mancare è anche il museo di arte pre-colombiana. Consiglio caldamente l’albergo IBIS nello stesso palazzo del terminal dei bus Alameda, dove arrivano anche i bus dall’aeroporto: albergo economico, molto confortevole e comodissimo per gli spostamenti. In Cile gli stranieri che pagano gli alberghi in USD, anche con la carta di credito, non pagano l’IVA. Katy ha apprezzato moltissimo la casa di Neruda “La Chascona” (io non c’ero andato) malgrado il grande affollamento. Tra le due montagnole classiche con il belvedere ci è piaciuta di più quella vicino al centro chiamata Cerro Santa Lucia.
ISOLA DI PASQUA
Il volo Santiago/Isola di Pasqua va prenotato con largo anticipo: noi, acquistando i biglietti con 3 mesi di anticipo, abbiamo trovato posto all’andata solo in business class, comodissima ma cara. Il nostro albergo era confortevole ma fuori dal centro (cosa che non avevo capito guardando la mappa di google) e quindi non lo consiglio, a meno che non si voglia utilizzare la cucina dell’albergo (non c’è ristorante) per la cena. I taxi comunque sono molto economici. Qualcuno mi ha chiesto se valga la pena spendere tanti soldi per visitare l’Isola di Pasqua e la mia risposta è sì, ne vale la pena. Abbiamo noleggiato una macchina perché era più economico il noleggio che le gite, eppoi perché volevamo visitare alcuni luoghi all’alba e al tramonto in piena libertà. La macchina l’ho noleggiata sul posto senza prenotazione, sono tutte dei fuoristrada 4×4 ma non si usano mai 4×4 perché le strade sono buone ed asfaltate, con pochissimo traffico. Il tempo non è stato buono con nuvole e pioggia. Siamo andati a vedere i due spettacoli folcloristici che erano in programma e ci è piaciuto di più quello ”polinesiano” Kari-Kari. Abbiamo trascorso 4 notti sull’isola ed il periodo è stato corretto per visitare e rivisitare l’isola a varie ore del giorno e con vari climi.
VIGNA DEL MAR / VALPARAISO
Una signora cilena di Valparaiso, conosciuta durante la gita al parco delle Torri del Paine, ci aveva suggerito di non alloggiare a Valparaiso perché molto pericolosa bensì a Vigna del Mar, e così abbiamo fatto. Vigna del Mar è una elegante cittadina turistica distante pochissimi chilometri da Valparaiso, dove siamo andati due volte usando bus locali. Effettivamente Valparaiso si presenta piuttosto male, trasandata e sporca, ma le casette colorate abbarbicate sulle colline sono bellissime. Al cerro (collina) Alegre c’è il Palacio Babirizza-Museo di belle arti: la Lonely Planet non ne parla ma è un palazzo bellissimo con ricca collezione di quadri e merita sicuramente una visita. Visitata anche un’altra casa di Neruda “La Sebastiana” in bellissima posizione. Passeggiando una signora ha raccomandato a Katy di tenere ben stretta la macchina fotografica perché c’era il rischio che gliela strappassero di mano.
LA SERENA
La Serena è ancora più bella e caratteristica di come la presenta la Lonely Planet: ci si sta proprio bene in una bella architettura coloniale. Nel gazebo della piazza principale si è sistemato un piccolo circolo degli scacchi dove chiunque può giocare pagando un piccolo importo, cosa che ho fatto. Siamo anche andati in bus a Coquimbo, una cittadina vicina su un promontorio alla fine di una chilometrica spiaggia. Il bus, con un viaggio di circa un’ora, è arrivato ai piedi della grande croce di cemento che sorge in cima alla collina. Al ristorante Casona 900 (che consiglio) abbiamo conosciuto un ragazzo italiano trentenne, che lavorava con il padre nella loro piccola impresa metallurgica nel vicentino, che era a La Serena in cerca di lavoro, trovandolo, perché diceva che in Italia non riuscivano più a lavorare. Serata con brivido a causa di una leggera scossa di terremoto.
SAN PEDRO DE ATACAMA
E’ stata una delle località più care di tutto il viaggio, tanto che avevo previsto di starci 3 notti poi ridotte a due a causa del prezzo astronomico degli alberghi. La cittadina è molto rustica con le strade in terra battuta brulicanti di turisti. I bancomat della banca non sono abilitati per le carte straniere e bisogna andare a prelevare nelle due farmacie della strada principale, ognuna con un bancomat. Siamo andati alla conferenza delle 21 dell’astronomo canadese Alain Maury poco fuori San Pedro: tutti in piedi all’aperto ad ascoltare l’astronomo che parlava in inglese, poi si usano vari telescopi puntati su stelle-galassie-pianeti-luna ed alla fine viene servita dell’ottima cioccolata calda. Abbiamo fatto le gite alla Valle della Luna (carina ma niente di eccezionale) e una durata tutto il giorno a varie lagune altoplaniche più la zona della Pietras Rojas de Hierro, arrivando fino ai 4400 metri della Pietras Rojas (bellissima gita). Le innumerevoli agenzie fanno più o meno le stesse gite agli stessi prezzi, non accettano carte di credito ma solo contanti. Da San Pedro siamo partiti per il tour di 3 giorni/2 notti in Bolivia fino a Uyuni pagando 90.000 pesos a testa. L’agenzia che ha raccolto i vari turisti è stata la Atacama Mistica. Deludente il museo archeologico, tra l’altro da anni senza poter esporre le mummie per proibizione degli indios.
BOLIVIA
DA SAN PEDRO A UYUNI
La frontiera tra Cile e Bolivia è molto rustica: non ci sono bagni né cambiavalute né bar né negozietti. Pratiche burocratiche veloci. L’agenzia ha offerto una colazione con tè caldo e biscottini. Alla frontiera ci hanno divisi nelle varie jeep a 6 posti, abbastanza confortevoli. Il bagaglio va sul tetto delle jeep. Il paesaggio è meraviglioso e non starò qui a descriverlo perché accurate descrizioni si trovano già abbondantemente in Internet. Io e un altro ragazzo siamo stati male per l’altitudine e abbiamo preso il Diamox (efficace con me che avevo solo mal di testa, ma non abbastanza per il ragazzo che ha avuto anche problemi di stomaco). L’autista, per prevenire i problemi dell’altitudine, ci ha offerto le foglie di coca che abbiamo preso malgrado il sapore molto amaro. Abbiamo dormito la prima notte in una camerata da sei e la seconda notte in un albergo tutto di sale in una cameretta da 2. I letti avevano lenzuola, cuscino e coperte: noi abbiamo anche usato i nostri sacchi a pelo ma gli altri ragazzi non li avevano. Faceva freddo ma sopportabile. Più che sufficienti i pasti. Bellissimo il salar sia un po’ allagato che asciutto, con le solite foto stupide che sono ormai entrate nella tradizione del posto. All’alba il sottile strato d’acqua sembrava uno specchio. Ottimo autista e compagni di viaggio giovani e simpatici di varie nazionalità. Insomma, è stata una escursione meravigliosa. Hanno ragione tutti quelli che parlano del salar de Uyuni in termini entusiastici.
UYUNI
Carino il cimitero dei treni, ma la cittadina non dice nulla e serve solo come luogo di veloce sosta obbligata prima di andare altrove. L’agenzia di Uyuni con la quale abbiamo effettuato il viaggio dal confine del Cile a Uyuni si chiama Turismo San Juan. Uyuni è comunque piena di turisti in transito e quindi ci sono molti alberghi e ristoranti, tutti concentrati nella via pedonale in centro. Nessuna banca aveva i bancomat abilitati per le carte straniere ma ci sono parecchi cambiavalute. Il ns albergo in teoria avrebbe dovuto accettare la VISA ma il collegamento non funzionava e così ho dovuto pagare in contanti. Non c’è una stazione degli autobus ma una strada dove ci sono gli ufficetti di tutte le compagnie.
POTOSì
Potosì è a 4070 metri di altitudine e si sente. Le strade sono su e giù e vanno prese con mooolta calma. Bellissima città che ha fondato la sua ricchezza sulle centinaia di miniere d’argento del Cerro Rico (la collina che domina Potosì) e sulle ossa di circa 8 milioni di schiavi africani che morivano entro pochi mesi dal loro arrivo. Ora molte miniere, non più ricche come in passato, sono state date a varie cooperative di minatori ed è possibile visitarle. La visita non è uno scherzo perché sono miniere ”vere” con i minatori che ci lavorano. La visita l’ho fatta solo io perché Katy temeva di soffrire di claustrofobia: ha fatto bene a non venire non tanto per la claustrofobia perché i percorsi sono ampi e ben areati ma per le tante scomode scale a pioli che bisogna usare per passare da un livello all’altro.
Prima della visita ci si veste da minatori con casco e luce frontale. La visita è molto interessante e non difficile per chi è in discreta forma fisica. L’aria è perfettamente respirabile tranne quando si incontrano dei minatori che si riposano e fumano le loro pestilenziali sigarette. All’agenzia Koala Tour mi avevano detto che nella miniera avrebbe fatto freddo per cui mi ero vestito pesante, ma invece la temperatura era gradevole e più elevata di quella esterna ed ho sofferto molto il caldo. Nelle banche non sono riuscito a prelevare con il bancomat mentre con la VISA sì. Molto belli sia il convento di Santa Teresa che il Museo della Moneda, entrambi solo con visite guidate ben fatte. Abbiamo assistito al Carnevale dei Minatori e alcuni giorni dopo abbiamo saputo che un minatore era morto a causa della dinamite che loro usano al posto dei petardi. Alla sera il centro è praticamente illuminato a giorno, fin troppo. Potosì merita sicuramente una visita e ha 2 stazioni degli autobus, entrambe lontane dal centro ma vicine tra loro. Il bus per Tupiza si prende dalla stazione nuova enorme ma semideserta con innumerevoli compagnie di bus. Sia in albergo che all’agenzia di viaggi mi avevano detto che c’erano solo bus notturni per Tupiza, ma io volevo viaggiare di giorno e andando alla stazione dei bus ho trovato una corsa diurna: il mio consiglio è quello di andare personalmente alla stazione dei bus in taxi (prezzo fisso molto basso per qualsiasi distanza) per scegliere direttamente ora e compagnia di viaggio. Per accedere alle banchine dei bus bisogna pagare una piccola tassa e la ricevuta va tenuta perché all’uscita del bus dalla stazione sale un controllore che chiede a tutti i passeggeri di esibirla.
TUPIZA
Tupiza è al centro di una zona molto bella che ricorda i parchi americani con i pinnacoli e le rocce rossastre.
Abbiamo fatto un bel tour di tutto il giorno con l’agenzia Tupiza Tours, solo noi e l’autista. Per andare da Tupiza a Villazon, confine con l’Argentina, ci sono solo dei minibus. Alla dogana abbiamo fatto una coda lunghissima di un paio d’ore sotto il sole cocente, poi taxi fino alla sgangherata e caotica stazione dei bus di Villazon e bus per Huamahuaca.
URUGUAY
MONTEVIDEO
Strana città con due facce: il centro monumentale ma dismesso e il lungomare ricco e moderno. Se non fosse per il fatto che l’Uruguay è caro, questo sarebbe un bel posto dove vivere. A Montevideo abbiamo affittato una macchina della Dollar per 4 giorni e siamo partiti lungo la costa verso nord. La costa è un susseguirsi ininterrotto di spiagge bellissime e semideserte per decine, forse centinaia, di chilometri. Come dicevo prima tutto è molto caro ma gli stranieri che pagano con carta di credito non pagano l’IVA sia per il noleggio macchina che in molti ristoranti e anche qualche albergo reclamizza sconti pagando con VISA. Dovunque si vede pubblicità della VISA. L’Uruguay è molto ben tenuto e ordinato, con palazzi moderni molto belli.
PUNTA DEL ESTE
Bei palazzoni ma l’immaginavo più vivace. La spiaggia con la famosa mano è vicina alla strada principale. Ristoranti cari. L’area urbana è molto vasta con bei viali alberati e villette tranquille.
LA PALOMA
Non ci è piaciuta e ce ne siamo andati via subito.
LA PEDRERA
Ci è piaciuta subito e abbiamo dormito qui. Bella spiaggia, atmosfera rilassata, pochi alberghi e ristoranti e negozi.
CABO POLONIO
Uno di quei posti fasulli che vivono sulla loro passata fama di ”posti selvaggi” ma che non lo sono più. Per arrivarci bisogna prendere dei grossi buffi bus/camion perché il tragitto è in un parco con pista di sabbia e qualche guado. Il paese è molto grande pieno di alberghi (piccoli, ma parecchi sono moderni e confortevoli), ristoranti finto-rustico ma eleganti e cari, c’è la corrente elettrica, tantissimi negozietti, eccetera eccetera. Moltissimi giovani con zaino in spalla. Boh, a me non è piaciuta per niente e ce ne siamo andati via il prima possibile.
PUNTA DEL DIABLO
Questo è il posto dell’Uruguay che mi è piaciuto di più. Purtroppo ci siamo rimasti poco perché alla radio avevano detto che stava arrivando un uragano (notizia falsa) e allora abbiamo preferito riprendere subito la strada del ritorno verso Montevideo. Quello che ci è piaciuto di Punta del Diablo non è stata la spiaggia bensì la vivacità del posto e i prezzi finalmente umani. Se torneremo in Uruguay verremo per prima cosa qui.
LA BARRA
Pareva che a La Barra, vicinissima a Punta Del Este, ci fosse la ”vita”… ma noi non l’abbiamo trovata. Nel complesso il posto ci è sembrato smorto e deludente.
PUNTA BALLENA
Semplice base di appoggio (la parte bassa, perché Punta Ballena alta è piena di villone) per dormire vicino a Punta Del Este. Molto interessante la visita alla casa/museo Casapueblo, dove abitava lo stravagante artista Carlos Paez Villarò.
COLONIA DEL SACRAMENTO
Da Montevideo c’è un bus ogni ora per Colonia. Secondo noi questa città ha un ottimo ufficio marketing perché si vende molto meglio di quanto sia realmente. Il centro storico è piccolo e carino e vivace, ma nulla di particolare. La spiaggia è lontana e brutta. Il mare è un miscuglio di fiume limaccioso e mare sporco. Come ho detto parlando di Buenos Aires, secondo me non conviene venirci apposta in gita. Comunque noi siamo passati di qui anche per prendere il traghetto per Buenos Aires. Ci sono 3 compagnie di traghetti con prezzi simili ma comunque il costo minore è stato quello della Colonia Express, che ha anche la nave più piccola ma comunque confortevole. Non abbiamo avuto problemi durante la navigazione.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Dobbiamo scordarci lo stereotipo, che almeno avevo io, del sudamericano caciarone e disordinato. Argentina, Cile e Uruguay ci hanno fatto un’ottima impressione. Città moderne, ordinate, pulite. Spiagge libere sempre pulite. Tanta gente sull’erba dei parchi tenuti benissimo dai giardinieri e mantenuti puliti dalla gente. Tante code ordinate per prendere il bus o davanti al bancomat o fuori dalla porta di piccoli negozi. Traffico ordinato per strade quasi sempre a senso unico. Chiare indicazioni delle vie nelle città. Pedoni molto rispettati: bastava affacciarsi sulle strisce perdonali che le macchine si fermavano subito. Clacson quasi mai usati. Bei negozi con un sacco di merce. Non si vedono serrande abbassate con cartelli vendesi/affittasi. Molti cartelli di ricerca personale sulle vetrine di negozi e locali pubblici. Strade dello shopping strapiene di gente. Automobili solo dalla categoria media in su. Tutti gentili e nessun problema con la lingua (io parlavo in italiano e loro in spagnolo del Sudamerica). Bus molto confortevoli, treno di pendolari Buenos Aires-Tigre da fantascienza se confrontato con nostri treni pendolari. Dovunque bellissimi musei molto tecnologici. Alla sera tanta gente in giro nei bellissimi locali. Solo a Buenos Aires siamo stati molto attenti ai furti mentre altrove non ne abbiamo sentito il bisogno. Anche girando a piedi alla sera non abbiamo mai avvertito alcun pericolo. Tutto è filato liscio come l’olio.
La Bolivia è molto più povera ma anche lì non abbiamo avvertito pericoli ne abbiamo avuto problemi. Dovunque abbiamo incontrato tantissimi cani randagi, anche di grossa taglia, ma mai aggressivi ed apparentemente ben nutriti: stavano sempre ad una certa distanza, ci seguivano per un po’ e poi se ne andavano. Noi non ci siamo mai annoiati né ci eravamo stancati di viaggiare. Non siamo andati nella parte nord del Cile e nella zona di La Paz in Bolivia e alle cascate di Iguazù perchè c’eravamo già stati in altri viaggi.