La nostra Cambogia tra templi, villaggi galleggianti, mare e tante emozioni

Alla scoperta di un paese capace di rendere il viaggio un'esperienza di vita
Scritto da: LARANGELI
la nostra cambogia tra templi, villaggi galleggianti, mare e tante emozioni
Partenza il: 15/01/2015
Ritorno il: 02/02/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Quando ci chiedono la meta del nostro ultimo viaggio, la risposta “Cambogia” suscita generalmente due tipi di reazione. C’è chi la conosce “solo” per Angkor, e ci chiede come sia l’impatto con questi templi così maestosi e c’è chi la conosce “solo” per il tragico passato segnato dalla follia dei Khmer rossi e ci chiede se sia davvero sicuro visitare un paese in cui l’instabilità e gli strascichi di violenza si sono protratti fino a poco tempo fa. Ecco, queste due identificazioni della Cambogia in realtà ne sono solo i confini, tra questi due estremi e le conseguenti contraddizioni, vive un paese quasi surreale, una povertà forte, un popolo abituato a sopravvivere ma tanti sorrisi, villaggi galleggianti così scenografici e suggestivi da non credere siano reali, templi immersi nella giungla e inaspettatamente anche isole con un mare che non ha nulla da invidiare al vicino e famoso mare thailandese. Detto questo, anche noi tempo fa, prima di definire l’itinerario del viaggio, pensavamo di dedicare alla Cambogia solo qualche giorno per visitare Angkor, pensavamo di fare come tanti un viaggio in Laos o Vietnam e poi di sconfinare solo per visitare quel che questa terra offre di più famoso. Poi qualche documentario….i libri di Terzani…e i racconti di altri viaggiatori ci hanno incuriosito, ci hanno fatto capire che forse sarebbe stato un peccato dedicare a questo paese solo un “ritaglio di tempo”. E la scelta di dedicare un intero viaggio alla Cambogia è stata la scelta più azzeccata che potessimo fare. Questo viaggio ci piace definirla un’“esperienza” perché così è stata.

Il primo passo, come sempre, è stato battezzare il periodo e cercare un volo aereo non troppo costoso e nemmeno troppo scomodo in termini di scali. Abbiamo scelto di volare con Qatar (Bologna/Roma – Roma/Doha – Doha/Phnom Penh) approfittando di un’offerta uscita in settembre: 795,00 € a testa, partenza il 15 gennaio e rientro il 01 febbraio (in Italia rientro il 2). Al costo del biglietto abbiamo aggiunto assicurazione sanitaria e annullamento con Columbus € 110,00 totali per entrambi. Non mancava altro che pianificare l’itinerario e procedere alle prenotazioni! Come al solito gli strumenti sono stati: lonely planet, il sito turisti per caso e il confronto con altri gentilissimi viaggiatori, tripadvisor per le recensioni sugli alloggi e attrattive e booking per le prenotazioni. Il costo totale del viaggio, a persona, comprensivo del volo aereo è stato di circa € 1.450,00 (meno di quanto preventivato).

Ed ecco, di seguito le ns tappe e relative impressioni:

15 gennaio

Partenza da Bologna con Alitalia, scalo a Roma e volo Qatar per Phnom Penh con scalo a Doha

16 gennaio

Arrivo puntualissimo a Phnom Penh dove ad attenderci c’è il driver dell’Alibi Guesthouse (30 usd a notte camera matr. con bagno privato). Abbiamo scelto il trasporto in tuk tuk (7 usd) invece che in taxi, si risparmia qualche usd e in due e con solo zaini come bagagli non è assolutamente “sacrificato”. L’impatto ci ricorda Bangkok anche se sinceramente smog e caos ci sembrano ancora più amplificati! L’Alibi guesthouse si presenta come una piccola oasi di verde e tranquillità in un caos di cemento e tuk tuk. La camera è spaziosa e funzionale e lo staff molto accogliente. Decidiamo di sgranchirci un po’ le gambe approfittando del fatto che l’Alibi si trova davvero in una posizione ottimale, a pochi passi dal palazzo reale e dal lungofiume, in una delle zone probabilmente più curate della città. Ci rendiamo conto che uno dei “problemi” principali, se così si può definire, di Phnom Penh, è l’attraversamento delle strade!!! E’ incredibile, le carreggiate sono continue fiumane di motorini carichi di persone e merci di ogni tipo, di tuk tuk, di biciclette ed enormi Suv! E’ un sollievo arrivare alla zona pedonale davanti al palazzo reale, le luci del tramonto iniziano a regalare a Phnom Penh quell’atmosfera che probabilmente, un tempo, contribuì a definirla “La perla d’Asia”. Passeggiamo lungo le sponde del fiume perdendoci tra le scene di vita quotidiana di monaci, turisti, venditori ambulanti, mendicanti e fedeli in preghiera davanti a piccoli templi. Per cena scegliamo “friends” di cui abbiamo letto nella lonely planet, rappresenta un ottimo inizio culinario, mangiamo squisite tapas di pesce! (16 usd in due).

17 gennaio

Dedichiamo il nostro primo effettivo giorno cambogiano alla scoperta del triste passato di questo paese.

Dalle testimonianze dello scrittore-viaggiatore Tiziano Terzani, abbiamo conosciuto ciò di cui sono stati capaci i Khmer Rossi, rappresentati dal fanatismo e la follia della loro guida Pol Pot. Forte del suo ingresso alla guida del paese, e accolto inizialmente come il salvatore della patria, Pol Pot in poco tempo ha dato vita alla sua orribile creatura, educando i suoi soldati bambini alla violenza e a non accettare tutto quello che era contro le “idee” del regime, sottoponendo a lavori estenuanti, torturando e uccidendo milioni di innocenti. Si parla di circa 3 Milioni di persone uccise, tutti innocenti, tutti solo colpevoli di essere cambogiani. Per gli spostamenti ci affidiamo ad uno dei driver dell’Alibi guesthouse, il trasporto per il “tour” ci costa USD 17.

Prima tappa campi di sterminio di Choeung Ek, il tragitto in tuk tuk è piuttosto lungo e polveroso (come d’altronde sarà sempre), l’ingresso costa 6 dollari per persona, viene fornita un audio guida disponibile in tutte le lingue. Si rivela molto utile perché visitare questo luogo senza le dovute spiegazioni renderebbe tutto molto più povero, sia in termini di emozioni che di conoscenza e consapevolezza. Vale la pena visitare questi luoghi senza fretta, ascoltare tutte le tracce dell’audioguida, comprese le brevi ma significative testimonianze di carnefici e vittime, e fermarsi al termine della guida per vedere un breve filmato. Trovarsi in quei luoghi ad ascoltare le descrizioni di ciò che avveniva proprio lì, nei teatri stessi di quelle atrocità, lascia un carico di sensazioni tali che nel nostro caso eravamo inibiti persino nello scattare foto perché ci sembrava che tutto fosse così forte e tragico, da non dover essere disturbato in alcun modo. Terminata la visita torniamo in città, destinazione museo Tuol Sleng, ingresso 3 dollari a persona. Questo ex liceo fu trasformato in carcere di tortura dai Khmer rossi, qui a parlare sono le centinaia di foto dei prigionieri tra i quali anche anziani, donne e bambini, immortalati con gli occhi pieni di paura, di smarrimento, ma a volte con anche con ingenui sorrisi ignari dell’atroce destino che li attendeva. Dopo questa giornata ci ritroviamo con un carico di sensazioni pesante ma che ci permetterà probabilmente di capire meglio questo paese in tutti i suoi aspetti, questo ci ha reso possibile ambientarci con molta naturalezza, di aprire la mente per comprendere senza giudicare usi e modi di vivere così diversi dai nostri. Pranziamo alle 15.00 in hotel con ottimi noodles e riso. Concludiamo la giornata con una passeggiata sul lungofiume fino ad arrivare al Wat Phnom (tempio dal quale prende il nome la città), ingresso 1 usd a persona.

18 gennaio

Tramite l’hotel abbiamo prenotato il bus da Phnom Penh a Battambang, la compagnia è la Sorya, costo USD 8 a persona. Ci vengono a prendere direttamente in hotel alle 8.30 di mattina, il mezzo è vecchiotto e piuttosto sporco, il viaggio dura circa 6 ore con un paio di soste in quelle che sono le versioni cambogiane dei ns autogrill (addirittura con copertura wifi…ma con bagni senza scarichi, una delle tante contraddizioni di questo paese!!!). Arriviamo a Battambang e il bus si ferma in questa sorta di piazzale dove subito vediamo avvicinarsi vari driver. Noi dobbiamo raggiungere il Royal Hotel, già prenotato con booking (20 usd a notte camera matrimoniale con bagno) ma per il quale non abbiamo richiesto alcun trasferimento. Un driver ci chiede la ns destinazione e sorpresa, ci dice proprio di lavorare per il Royal hotel. Lo ammetto, siamo increduli, ci sembra la classica mossa per accaparrarsi un cliente per i tour dei giorni successivi. E per un po’ non ci fidiamo, anzi non ci fidiamo finche non arriviamo all’hotel, addirittura il driver non vuole essere pagato per la corsa ma chiede solo di affidarsi a lui per il tour nei dintorni da organizzare il giorno dopo. Esausti e affamati gli chiediamo di darci un po’ di tempo per pensare e nel frattempo chiediamo info alla reception del royal. Ci confermano che “Ti-Ti” lavora per loro e così finalmente accontentiamo Ti Ti e ci mettiamo d’accordo per incontraci alle 9 dell’indomani mattina. Pranziamo al “Wood house” proprio di fronte all’hotel, ristorante assolutamente consigliato. L’impressione di Battambang è di una città sonnolenta, un po’ fuori dal tempo, non ci entusiasma particolarmente ma sicuramente l’atmosfera rilassata del lungo fiume e delle tranquille vie interne mette subito a proprio agio. La stanza al royal è molto spaziosa e comoda, l’hotel è tra l’altro in una posizione perfetta. La sera ci fermiamo a bere due bicchieri di vino in un caratteristico locale gestito da due simpatici francesi.

19 gennaio

La colazione non è compresa nella camera ma decidiamo cmq di farla in hotel, è servita all’ultimo piano sul tetto ed è bello il risveglio osservando dall’alto la città che si anima. Lo staff del Royal è tutto gentilissimo e molto disponibile, dai ragazzi della reception a quelli che si occupano della ristorazione. Alle 9.00 si parte con Ti-Ti per il tour comprendente:

Allevamento coccodrilli: ingresso 3 usd a testa / bamboo train: 5 usd a testa / vineria (assaggio non obbligatorio usd 2) / fruit bat / Banan Temple 2 usd a testa e comprende ingresso anche al Phnom Sampeau.

Con la guida ci troviamo bene, il tour tocca siti più o meno interessanti, sicuramente particolare l’allevamento di coccodrilli anche se, senza avere la possibilità di tenere in mano i cuccioli, questa visita sarebbe stata molto meno memorabile, lungo la strada ci siamo anche fermati per assaggiare un cibo tipico consistente in riso cotto dentro una canna di bambù; per quanto riguarda i templi il più bello è stato il Banan, e pensare che inizialmente volevamo optare per il tour più corto sacrificando questa visita. Per quanto riguarda il Phnom Sampeau, si può scegliere se salire a piedi (lungo il percorso ci si ferma anche a vedere la killing cave, o affidarsi ad un passaggio in “motoretta” (5 usd), la guida ha palesemente spinto per non andare a piedi (probabilmente per incentivare ad affidarsi così a suoi amici) ma noi abbiamo insistito per salire autonomamente e ciò ci ha fatto scoprire che le 2 ore di camminata erano davvero un’esagerazione. Il costo del trasporto in tuk tuk per questa giornata è stato di 30 ud. Rientriamo in hotel alle 15.30 circa, e finiamo la giornata passeggiando per Battambang, facendo scorta di acqua e viveri per il lungo trasferimento dell’indomani, ceniamo al Wood house con un buonissimo burger vegetale ed involtini (8,25 usd in due).

20 gennaio

Puntuali, alle 6.45 ci vengono a prendere direttamente al royal hotel: destinazione porto e viaggio fluviale fino a Siam Reap. Tutto questo l’avevamo prenotato tramite il valido staff del royal. La barca è davvero “basic”, arriviamo che i posti sono già quasi tutti occupati e così ci accontentiamo di quelli nella parte posteriore, temiamo siano i peggiori e invece si riveleranno un’ottima scelta: più spazio per sgranchirsi le gambe e posizione ottimale per scattare foto! Non essendo stagione delle piogge, in alcuni punti il livello dell’acqua è davvero scarso e la barca è costretta a rallentare tantissimo. Questo sicuramente influisce sulla durata del viaggio che però rifaremmo senza alcuna esitazione. Questo trasferimento/tour ci ha regalato tra le immagini più belle e suggestive di tutto il ns viaggio. Personalmente lo consiglierei ma devo ammettere che la durata del trasferimento fa sì che le opinioni tra i turisti possono essere davvero all’opposto, è molto soggettiva la reazione a questa esperienza. Nel ns caso la curiosità e le scene di vita vera hanno avuto la meglio sulla scomodità e lentezza ma dipende da quello che ci si aspetta, se si sono fatte in passato esperienze simili ecc. Per noi era la prima navigazione fluviale e il susseguirsi di villaggi, all’apparenza simili ma molto diversi tra loro, ci ha affascinato e conquistato. Arriviamo a Siam Reap nel pomeriggio, alle 16.00 circa, la barca attracca al porto e subito viene invasa dai driver che cercando di accaparrarsi i clienti. Sinceramente non vediamo l’ora di arrivare al Bayon Shadow villa (prenotato con booking usd 60 per 4 notti, camera matrimoniale con bagno) e così non contrattiamo nemmeno il prezzo per il tragitto (6 usd). Il driver ci chiede dove alloggiamo e tatticamente annuisce facendoci intuire sappia dove portarci, lungo il tragitto si ferma dalla sua famiglia per mostrarci dove vive poi inizia a parlare con la moglie per capire dove si trovi il ns hotel e inizia a proporci il tour per i giorni successivi. Proviamo anche ad affidarci a lui ma non sembra disposto ad assecondare le ns richieste di vedere anche i templi più lontani e spinge per farci fare i classici tour del piccolo e grande circuito. Sinceramente iniziamo ad innervosirci, abbiamo bisogno di tempo per valutare cosa vedere e così, stanchissimi e con un driver che non conosce bene l’inglese…iniziamo a spazientirci. Gli chiediamo di portarci semplicemente in hotel e diciamo che per i tour ci arrangeremo autonomamente. Rammaricato ci porta a destinazione, ci dispiace ma Come constateremo tra qualche giorno è davvero importante avere un driver affidabile e sveglio, caratteristiche che ahimè non sembrano appartenere a questo ragazzo.

L’accoglienza al Bayon Shadow villa è tra le migliori del viaggio, salvietta rinfrescante, bevanda fresca. Il Bayon collabora con vari driver ed ha un listino dei tour che prevede oltre al piccolo e grande circuito anche la visita a templi più lontani, abbinando le attrazioni in base alla vicinanza e raggiungibilità a seconda del mezzo scelto. Dobbiamo rivedere i ns piani in quanto i templi più lontani sono visibili in un’unica giornata affidandosi ai costosi tour in auto (noi speravamo si potessero vedere tutti in giornata e con tuk tuk…). Optiamo per spostarci in tuk tuk per tutti i 3 giorni della ns visita di Angkor, questo significa riprogrammare e adattarci a ciò che ci è consigliato e ahimè togliere dall’itinerario il Kbal Spean, perché a qualcosa ahimè dobbiamo rinunciare.

Probabilmente affidandosi ad altri driver agenzie forse si potrebbe risparmiare qualche dollaro e magari si avrebbe anche più flessibilità nei vari “abbinamenti dei templi fuori mano” ma noi abbiamo deciso di fidarci del Bayon shadow villa e la scelta è stata premiata da un driver molto sveglio e soprattutto parlante un buon inglese, c’è da dire che “guida di angkor” alla mano e, a parte i classici e imperdibili piccolo e grande circuito, è davvero difficile scegliere cosa vedere perché ogni luogo meriterebbe di essere visto ma non sarebbe sufficiente una settimana per farlo!. Sicuramente la pecca dei “listini” al Bayon shadow villa è che sono piuttosto rigidi, non c’è margine di contrattazione e questo ci sembra un po’ assurdo in un paese in cui si contratta per tutto. Il tramonto e l’alba sono “opzionali” piuttosto costosi in proporzione ai costi degli interi tour e l’ultimo giorno, al momento di pagare, abbiamo dovuto “discutere” interminabilmente per un’incomprensione proprio sui prezzi del listino. Ma ribadisco, lo staff è sempre stato gentilissimo e competente, tenete solo a mente appunto questa “rigidità” nel gestire i tour!. La sera gironzoliamo tra pub street e il mercato notturno, ceniamo al bbq loves (9 usd in due).

21/22/23 gennaio

Queste giornate sono state dedicate al tour (usd 84) così composto:

1°giorno: Beng Malea + Roulos

Consiglio: il driver ci ha fatto partire alle 7.00 ma non è necessario iniziare così presto la giornata, per prima cosa ci ha accompagnato alla biglietteria di Angkor dove abbiamo fatto il ticket per 3 giorni (usd 40 a testa), il biglietto è personale e comprensivo di foto che viene scattata al momento. Poi si parte direzione Beng Malea che dista 2 h in tuc tuc (ingresso 5 USD in quanto non compreso nel biglietto del complesso archeologico di Angkor). Arrivando alle 9.00 si rischia, com’è successo a noi, di visitare il sito insieme a orde di gruppi di cinesi…è un peccato perché la visita al tempio meriterebbe un’atmosfera un po’ più “riservata”, percorrendolo in “fila indiana” perde molto fascino, per fortuna è possibile addentrarsi tra le rovine e scoprire qualche scorcio suggestivo in solitudine, chiedete al driver di visitare questo sito in altri orari, magari in tarda mattinata quando i gruppi organizzati si fermano per il pranzo. Inoltre visitare Beng Malea + Roulos non impiega un’intera giornata, motivo in più per poter iniziare questo tour tranquillamente qualche ora più tardi! Per quanto riguarda Roulos il tempio che più ci ha colpito è stato il Bakong. Rientro alle ore 15.30, doccia e poi solito giretto in pub street, ceniamo in uno dei mille locali di cucina tipica, si sbagliano e ci portano solo una portata…meglio così perché questi noodles non sono granchè, così più tardi ci fermiamo per assaggiare amok e coccodrillo in un caratteristico locale nel mercato notturno. Diciamo che nessuna di queste due pietanze ci ha entusiasmato ma poco male…abbiamo speso 6 usd in due!!!.

2° giorno: Bantrey Srei + grande circuito + tramonto al Pre Rup

Partenza alle 9.00 e rientro alle 18.30. Bellissimo il Bantrey Srei! Nel grande circuito forse il tempio ad aver maggiormente conquistato la nostra attenzione è stato i il Preah Khan. Il tramonto al Pre Rup non è niente di entusiasmante. Come la prima sera ceniamo al bbq, spendiamo poco (7 usd in due) e mangiamo benissimo. Soliti giretti tra folla di turisti, locali di tutti i generi e bancarelle di frutta, tarantole fritte, larve e serpenti!

3° giorno: alba Angkor wat e piccolo circuito

Alle 5.00 passa a prenderci il driver. In questa giornata ricordi e le immagine più belle ce li hanno lasciati sicuramente il Bayon, il Ta Phrom e la magia che si respira attorno ad Angkor Wat. Nel ns caso di Angkor Wat ci ha colpito soprattutto l’atmosfera e la maestosità dell’ingresso, l’aspettare l’alba dinnanzi a questa grande testimonianza dell’impero Khmer è stata un’esperienza davvero unica. Volutamente non ci soffermiamo nell’elencare e descrivere tutti i templi, non certo perché non ne valga la pena ma si tratta di templi famosissimi e per i quali le informazioni non mancano, la visita più o meno approfondita dipende dal proprio interesse e dal tempo a disposizione. Si può passare dall’affidarsi ad occhi chiusi al driver o ai suggerimenti dell’hotel o di un’agenzia, al voler invece documentarsi preventivamente per cercare di impostare la visita a proprio piacimento. In entrambi i casi non si rimane delusi perché quel che offre Angkor è semplicemente sorprendente. Nel nostro caso abbiamo cercato di includere anche qualche templio più lontano, inoltre abbiamo scelto di lasciare la visita di Angkor Wat e del piccolo circuito per l’ultimo giorno. In linea di massima ci siamo affidati all’itinerario proposto proprio dalla lonely planet. Ci eravamo procurati la guida “Angkor” del National Geographic, a parte l’ignobile rilegatura che ha fatto sì fosse distrutta dopo averla appena sfogliata, per il resto la sua utilità è stata piuttosto limitata. Sinceramente le indicazioni della Lonely Planet sono più che sufficienti per la visita dei 3 giorni. Inoltre considerate che, fuori dai templi, sono in vendita guide in tutte le lingue a prezzi irrisori.

Rientriamo circa alle 16.00. Prenotiamo, per il giorno dopo, il tour al villaggio galleggiante Kompong Pluk, usd 18 per persona, in una delle tante piccole agenzie turistiche (alla stessa “agenzia” ci rivolgiamo per cambiare gli euro in dollari e il cambio applicato è stato piuttosto favorevole), cena al solito bbq e un po’ di shopping al mercato notturno.

Per quanto riguarda Siam Reap, sicuramente una città che non ha nulla a che vedere con il resto della cambogia, pub street e il night market sono decisamente affollati da turisti da tutto il mondo. Turisti che, in molti casi, della cambogia vedranno solo Angkor e poco altro. C’è una vastissima scelta di ristoranti e locali, impossibile non trovare qualcosa che faccia al proprio caso. Noi ci siamo trovati benissimo mangiando bene e spendendo poco soprattutto nei Street BBQ, BBQ allestiti in strada (la cena più costosa è stata di 11 usd in due), fuori dai ristoranti mettendo i tavoli sui marciapiedi ed allestendo una vera e propria cucina all’aperto. Durante il giorno invece abbiamo sempre pranzato con frutta comprata nelle bancarelle fuori dai siti (1/2 usd) e poco altro portato con noi, come cracker e barrette. Per quanto riguarda lo shopping, con il senno di poi, avremmo comprato molte più cose. Ci siamo trattenuti lasciando le “spese futili” alla fine del viaggio, sperando di trovare le stesse cose nei mercati della capitale. In realtà molti dei prodotti del mercato notturno non li abbiamo trovati a Phnom Penh. Parlo del bellissimo abbigliamento, soprattutto per le ragazze: t-shirt e canotte a pochi euro…tornando indietro ne avrei fatto scorta!!! Anche per l’artigianato c’è una vastissima scelta. Consiglio per chi ancora, come me, è tra i pochi a inviare le vecchie “cartoline”: conviene acquistarle dai bambini che si aggirano fuori dai templi, 10 cartoline 1 dollaro, nei negozi sono poco diffuse e costano molto di più. I giorni a Siam Reap trascorrono così’, tra intense giornate assolate tra i templi e tardi pomeriggi/serate a zonzo per queste vie piene di turisti, carretti di frutta e cibo cambogiano.

Al Bayon avevamo compresa anche la colazione e questa forse è l’unica pecca di questa struttura, che per il resto è in ottima posizione e con un buon rapporto qualità/prezzo, la colazione è scarsa in termini di qualità e quantità ma poco male, con pochi euro si rimedia abbondantemente andando in uno dei tanti bar/ristoranti nella zona. C’è da dire che a Siam Reap l’offerta turstica non manca e abbiamo notato molte accoglienti guesthouse che varrebbe la pena valutare.

24 gennaio

L’ultimo dei 4 giorni previsti per questa tappa decidiamo di dedicarlo alla visita di un villaggio galleggiante Kompong Pluk: scegliamo a “sentimento” leggendo le brevi descrizioni sulla lonely planet. Ammetto che siamo un po’ restii su questo tour, temiamo sia troppo “a misura di turisti” e costruito. Scegliamo il tour delle 14.00 in modo da poter goderci il tramonto sul lago Tonle Sap. Puntuali vengono a prenderci direttamente in hotel, durante il tragitto per l’imbarco (piuttosto lungo) facciamo una sosta in un negozio di pietre preziose e in quello che era un killing fields, entrambe queste soste non sono degne di nota. Il percorso per il punto d’imbarco è davvero impegnativo, molto polveroso e siamo ben contenti di non aver scelto di raggiungerlo in tuk tuk! Iniziamo la navigazione e quello che a breve si mostra ai nostri occhi è davvero suggestivo. Altissime palafitte si ergono ai lati del fiume e tra loro si intreccia la vita locale, è proprio questo brulichio di attività quotidiane che rende il tutto reale, così com’è, niente è costruito per i turisti. Quello che vediamo è un modo di vivere che, certo rappresenta un’attrattiva, ma che non è modificato per sorprendere i turisti perché la sua “normalità” basta da sola per stupirci e affascinarci. Facciamo una breve sosta nel villaggio, ora attraversato da una strada (strada sommersa durante il periodo delle piogge), la guida ci racconta un po’ delle abitudini locali, ci mostra il templio e la scuola, forse vorremmo più tempo per addentrarci un po’ di più nella visita. Purtroppo qui vediamo tra gli episodi più tristi del nostro viaggio, o meglio qui ci troviamo di fronte ad una realtà che davvero ci sbatte in faccia la povertà e ci fa riflettere; si pensa che in queste comunità regni la condivisione proprio per lo stato precario in cui si vive e quando si assiste a scene in cui, bambini di pochi anni, fanno quasi a botte per non dover dividere con gli amici i biscotti regalati da un turista o avere solo per sé un palloncino…bè vi assicuro che la stretta al cuore è davvero forte. Ma la navigazione continua… Si arriva ad una piattaforma galleggiante nella quale si può scegliere di sostare e semplicemente ammirare il paesaggio oppure di farsi accompagnare dalle donne del villaggio alla scoperta della foresta pietrificata sulle loro tipiche imbarcazioni, costo: 5 usd a testa. C’è da sottolineare che questo è un “extra” non incluso nel biglietto del tour, specifico che non vi è alcun obbligo e nessuna pressione ma scegliamo di fare questa esperienza anche perché ci viene spiegato che quanto pagato viene utilizzato esclusivamente per il sostentamento della popolazione locale. Di questa scelta non ci pentiremo, la foresta pietrificata è suggestiva ma lo è ancora di più ritrovarsi sul lago Tonle Sap, su questa piccola imbarcazione, ed essere travolti dai colori e dall’atmosfera di un tramonto indimenticabile. Questo è sicuramente tra i ricordi più belli del viaggio. Ci fermiamo su un ristorante galleggiante (i prezzi sono decisamente più alti rispetto alla “terra ferma” cmq si possono assaggiare le specialità locali come serpente e coccodrillo) e qui finiamo di ammirare lo spettacolo della natura. E’ ora di rientrare, ormai è buio, ad un certo punto la barca sembra avere dei problemi e ci fermiamo avvolti dalle tenebre in mezzo al fiume. Rispetto all’orario di rientro previsto (18.30) abbiamo già “sforato”, nessun problema se non fosse che questa sera, alle 23.00, dobbiamo partire con bus notturno per raggiungere Phnom Penh! Temiamo che si tratti di un guasto ma fortunatamente la cosa si risolve relativamente in fretta, e con ns sorpresa realizziamo che la barca era andata in panne a 5 minuti dall’arrivo al porticciolo. Una volta rientrati a Siam Reap, alle 20.30, ceniamo al Khmer Taste (6 usd) preleviamo i bagagli che gentilmente ci avevano custodito al Bayon e chiamiamo un tuk tuk per il “terminal” dell’autobus (è davvero a pochi minuti…potevamo tranquillamente raggiungerlo a piedi!!!).

Il bus parte puntuale alle 23.00 (IBIS, 16 usd per persona prenotato tramite internet), abbiamo scelto le sistemazioni in alto che sconsigliamo vivamente perché si ha l’aria condizionata sparata addosso… A parte questo il viaggio non si rivela particolarmente scomodo.

25 gennaio – 29 gennaio

Il 25 arriviamo a Phnom Penh alle 6 e alle 8 abbiamo la coincidenza per Sihanoukville (anche questa prenotata sul sito della compagnia, usd 11 a testa). Ne approfittiamo per fare colazione in un bellissimo locale sul Mekong. Il bus successivo è un minibus e il viaggio dura circa 4 ore, a Sihanoukville cerchiamo subito un tuk tuk per il porto, il conducente si ferma in un’agenzia per farci fare i biglietti per il traghetto (20 usd a testa andata e ritorno per cui importante conservare i tickets!). Manca ancora un po’ di tempo all’imbarco e così pranziamo in un locale sulla spiaggia (noodles vegetariani, usd 6,5 in due). Per gli orari dei traghetti potete consultare il sito http://www.sihanoukville-cambodia.com o, ancora meglio, chiedere direttamente gli orari alla struttura in cui alloggerete! Prenotiamo già il bus per il ritorno del 30 gennaio tramite l’ufficio di info turistiche presente proprio all’inizio del molo, su consiglio dell’operatore abbiamo tenuto un po’ di margine in quanto gli orari dei traghetti non sono “fissi” ma possono subire modifiche (compagnia ibis, 10 usd a testa). Inizia a riunirsi un bel po’ di gente in partenza per le isole. Noi abbiamo scelto koh Rong Samloem, questa scelta è stata dettata più da “sensazioni” che da altro, la lonely planet si rivela molto scarsa in merito alle isole al largo di Sihanoukville, sia in termini di trasporti, che alloggi ecc. Su internet si trovano informazioni ma sicuramente il mare non è la maggior attrattiva della Cambogia e ne consegue che forum di discussione e racconti sono piuttosto limitati in merito. Il traghetto per Koh Rong è affollato di turisti, soprattutto giovani richiamati dalla fama “festaiola” dell’isola, il traghetto per koh Rong Samloem invece è semivuoto e i turisti sono di tutte le età. Come siamo contenti di aver scelto Koh Rong Samloem! Arrivati sull’isola individuiamo il Beach Island Resort (prenotato con booking, usd 185 per 5 notti, vip bungalow), l’accoglienza è praticamente inesistente ma lo staff “assente” e poco ospitale sarà un po’ la caratteristica del resort. Per fortuna la location è fantastica!!! Spiaggia meravigliosa, mare cristallino ,il bungalow è una chicca, alle spalle la giungla e davanti a noi solo 2 lettini per godersi praticamente un tratto di spiaggia tutto per sé!!! Questi giorni sull’isola trascorrono nell’ozio totale. (Da sottolineare che sull’isola non c’è acqua calda, l’energia elettrica c’è solo per qualche ora e non ci sono sportelli per prelevare o cambiare denaro, noi non abbiamo nemmeno trovato una qualche sorta di minimarket). Ci rigeneriamo in tutti i sensi, complice anche un ottimo clima che ci fa godere a 360° di questa isola meravigliosa. Per colazione ci siamo sempre rivolti al vicino Saracen bay resort in quanto puntuali nell’apertura (che al Beach Island è spesso a “discrezione” dello staff) e con servizio ottimo, i prezzi sull’isola sono decisamente alti ma sono così in tutte le strutture presenti per cui meglio mettersi l’anima in pace. Il prezzo della colazione è di 5/6 dollari a testa ma considerate che si tratta di un vero e proprio pasto, infatti a pranzo ci siamo sempre arrangiati con piccoli spuntini. Per cena sia il Beach Island che il Saracen bay sono ottimi, si mangia bene e i prezzi sono allineati (noi abbiamo speso sempre circa 15 usd in due). Sicuramente l’atmosfera del ristorante del Beach Island è la più carina, c’è anche un piccolo bar sulla spiaggia dove sorseggiare birra o cocktail prima o dopo cena (anche se incomprensibilmente ha lo stesso orario di apertura del ristorante). Non ci siamo avventurati più di tanto nell’interno dell’isola, soprattutto perché ci sono molte zanzare ed insetti, siamo però andati a vedere la famosa Lazy beach…avevamo fatto un pensiero sul fatto di soggiornare al lazy beach resort in quanto è la struttura meglio recensita sull’isola. La spiaggia è molto bella ma sinceramente saracen bay è altrettanto affascinante inoltre anche se poco, offre almeno una minima scelta di luoghi in cui poter cenare. C’è da dire che saracen bay è piuttosto estesa e la qualità del soggiorno dipende da dove ci si trova, percorrendola tutta a piedi abbiamo notato che nella parte opposta rispetto al Beach Island e al Saracen bay ci sono molti cantieri per la costruzione di nuovi bungalow e resort, attorno ai cantieri sono accampati gli operai con le loro famiglie, nella cultura cambogiana il rispetto dell’ambiente non è molto contemplato e questo significa cumuli di rifiuti e spiaggia poco pulita. Ecco… sicuramente essere in questa parte della spiaggia, tra lavoro in corso e rifiuti, avrebbe reso la permanenza decisamente meno piacevole! Consiglio: non perdetevi un bagno notturno, nuotare tra il plancton luminoso è davvero magico!

30 gennaio

E’ arrivato il momento di salutare questa oasi di pace, il traghetto parte alle 10.30 (il giorno prima bisogna ricordarsi di riservare il posto in barca e chiedere conferma dell’orario, noi l’abbiamo fatto tramite l’orchidea resort). Arrivati a Sihanoukville abbiamo ancora un po’ di tempo prima di partire con il bus per la capitale. Il bus dell’ ibis ci viene a prelevare direttamente all’info point, è piccolo e prenotare è d’obbligo!! Il viaggo per Phnom Penh è estenuante!!!! Arriviamo dopo interminabili ore. Raggiunto l’alibi guest house (visto che c’eravamo trovati bene i primi giorni, avevamo prenotato qui anche le ultime due notti) con un tuk tuk abbiamo forze solo per cenare al grand river con i soliti noodles (ormai piatto ufficiale di questo viaggio) e pad thai shrimp (16,25 usd in due).

31 gennaio

Colazione all’alibi, saldo della stanza (questa volta spendiamo 18 usd a notte in quanto hanno disponibile solo una stanza più piccola, ma assolutamente accogliente, rispetto a quella dei primi giorni) e poi visita del palazzo reale. All’entrata mi fanno notare che io, Lara, non posso entrare con le spalle scoperte ma, fiduciosa, penso di potermela cavare con un ampio foulard portato appositamente per questo scopo. Ma mi dicono sia obbligatoria una maglietta e mi invitano a comprarla lì… per principio torno in hotel che tanto dista pochi minuti a piedi e torno con una maglietta a maniche lunghe. L’ingresso costa 6,5 usd a testa, l’architettura e i colori sono innegabilmente d’impatto ma non siamo particolarmente entusiasti della visita, forse abbiamo troppi ricordi legati al bellissimo palazzo reale di Bangkok…anche se sono passati tanti anni, le immagini di quello splendore sono ancora così vive che il confronto secondo noi non regge. Comunque la giornata continua con la visita al mercato russo, speravamo di trovare le stesse cose che a Siem Reap avevano attirato la nostra attenzione ma non è così e rimaniamo un po’ delusi. Pranziamo da friends che anche questa volta non ci delude, gironzoliamo ancora un po’ per le vie vicine al lungofiume e riesco persino a trovare una buchetta per imbucare le cartoline (ero già arrivata alla conclusione di spedirle dall’Italia…). La sera ceniamo in uno dei tanti locali di cucina cambogiana, ci sbagliamo a ordinare e così ci servono una zuppa invece dello sperato piatto di noodles… noi che per tutto il viaggio avevamo evitato ogni sorta di brodaglia prendiamo questo episodio come un segno del destino e così assaggiamo anche questa specialità locale, non è poi così male!

1 febbraio

L’aereo parte nel pomeriggio e così la mattina facciamo l’ennesima buonissima e abbondante colazione all’alibi guesthouse poi prepariamo i bagagli e decidiamo di salutare Phnom Penh facendoci un’ultima passeggiata nel bellissimo parco che inizia proprio di fronte al nostro hotel.

2 febbraio

Arriviamo a Bologna in tarda mattinata, volo puntualissimo. Un’altra meravigliosa avventura si è conclusa.

Alcune info pratiche

– Denaro: i dollari sono comunemente usati per cui potrete cambiare direttamente gli euro in usd, non importa cambiare in valuta locale: vi capiterà di riceverne come resto e sarà sufficiente per piccoli acquisti nei mercati o dai venditori ambulanti. Consigliamo di partire già con qualche dollaro per le prime spese in modo da non dover cambiare subito in aeroporto dove il cambio è svantaggioso. Gli sportelli per prelevare contante sono diffusissimi (erogano usd non riel) e spesso abilitati anche per le carte prepagate. Quasi tutti gli hotel e molti ristoranti accettano le carte di credito (att.ne: sull’isola di Koh Rong Samloem non ci sono sportelli, uffici cambio e molti hotel accettano solo il pag. in contanti!)

– Wi-fi: l’abbiamo trovato in tutti gli hotel, tranne sull’isola. Il wi-fi in Cambogia è ormai diffusissimo anche nella maggior parte delle attività quali bar, ristoranti e a volte anche sui bus turistici come quelli dell’Ibis!

– Clima: a gennaio (il loro inverno) abbiamo trovato un clima fantastico, l’abbigliamento da considerare è estivo ma è necessario avere con sé qualcosa di più pesante in quanto al mattino presto l’aria è decisamente frizzante (soprattutto quando si percorrono diversi km in tuk tuk).

Per info potete scrivermi al mio indirizzo angelilara78@gmail.com e sarò ben lieta di rispondervi!



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