Guatemala e Belize in fai da te… dai monti al mare
Guatemala e Belize: viaggio fai da te dai monti al mare
Periodo: 8 – 22 Gennaio 2015; Spesa: 1840 € a testa; Itinerario: Citta del Guatemala – Antigua – Chichicastenango – Panajachel – Lago Atitlan – Rio Dulce – El Remate – Tikal- Cayo Caulker (Belize) – Belize City.
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Il nostro viaggio inizia con un volo American Airlines in partenza da Milano alle 9.40 con scalo a Miami ed arrivo a Città del Guatemala alle 2030 (-7 ore). Costo del volo prenotato a Dicembre 950 € a persona.
Per lasciare la macchina abbiamo utilizzato a Milano Malpensa il nostro ormai abituale parcheggio dell’Hotel Mariuccia a Robecchetto con Induno (25 € fisso più 1 € per ogni giorno di parcheggio; a nostro parere una delle tariffe più economiche in zona). Dal momento che Città del Guatemala non offre molto, pare essere un luogo piuttosto pericoloso e visto il nostro arrivo in serata abbiamo provveduto a prenotare dall’Italia il trasporto sino ad Antigua chiedendo consiglio all’albergo scelto per la notte e contattando quindi Sergio Barrios (sergiobarrios64@hotmail.com) che ci attendeva puntuale al nostro arrivo (costo trasferimento 35 $). Abbiamo pernottato ad Antigua per due notti alla Posada Juma Ocag ( 200 Q a notte camera con bagno – 20 € circa; 1€ = 10 Q ; 1 $ = 7.5 Q ). In genere per i nostri viaggi optiamo per sistemazioni spartane, scegliendo tra le recensioni quelle segnalate come sufficientemente pulite. L’albergo é situato in posizione comoda (vicino al mercato), offre the e caffè a disposizione tutto il giorno ed il personale è molto gentile.
Venerdì 9 Gennaio: Antigua
Giornata dedicata alla visita di Antigua e alla raccolta di informazioni nelle varie agenzie locali per completare la programmazione del nostro viaggio. Dopo una sostanziosa ed economica colazione alla Casa de las mixtas, andiamo alla scoperta di questa bella città coloniale. Antigua ha come punto di orientamento il Parque Central e le varie strade prendono il nome a seconda della loro posizione rispetto a questo, il che rende abbastanza difficile perdersi (es. 1, 2, 3… Calle Oriente o Calle Poniente..). Sulle panchine di questa piazza vale la pena fermarsi a guardare i locali che passano mischiati ai turisti, ai venditori e ai lustrascarpe, a gustare la frutta venduta sbucciata e tagliata dalle bancarelle o l’ottimo pane alla banana che alle 14 sforna la panetteria annessa al ristorante Donna Luisa poco distante dalla piazza. Noi abbiamo visitato la Chiesa di Nostra Signora della Merced (gratis la chiesa, 15 Q a testa per la visita del monastero, dove si può ammirare una grande fontana, pare la più grande dell’America Latina), la Cattedrale (da non perdere la suggestiva visita alle rovine, 8 Q, che si mischiano alla vegetazione), il convento de Capuchinas (interessante, 40 Q) e la Chiesa di San Francesco. Abbiamo poi fatto un giro al mercato artigianale vicino al nostro albergo che non offre merce di particolare qualità. Per gli acquisti molto meglio il Mercato del Carmen, il negozio Nim Po’t ed altri negozi nella stessa via. Come sempre d’obbligo la contrattazione prima di ogni acquisto. Cena al ristorante Winer (125 Q , non eccezionale) di fronte all’albergo. Consultando diverse agenzie, anche se a malincuore, modifichiamo il nostro itinerario iniziale, eliminando il sito di Copan in Honduras che, calcolati i tempi per i trasporti, renderebbe il resto del viaggio un po’ troppo tirato. All’agenzia Monja Blanca (4a Calle Poniente 26) acquistiamo l’escursione al vulcano Pacaya per domani ed il trasferimento da Antigua a Rio Dulce che ci servirà nei prossimi giorni. L’escursione al vulcano viene proposta da tutte le agenzie, con prezzi che oscillano tra i 9 ed i 15 $, ai quali va aggiunto il costo dell’entrata al sentiero pari a 50Q a persona. Noi l’abbiamo pagata 120 Q per due persone ( ingresso escluso) chiedendo lo sconto visto l’acquisto dalla stessa agenzia anche del trasferimento. È possibile scegliere tra la partenza alle 6 con rientro alle 13 circa e quella alle 14 con rientro alle 2030.
Sabato 10 Gennaio: Vulcano Pacaya – Chichicastenango
Alle sei ci preleva dal nostro albergo il pulmino dell’agenzia che, dopo aver raccolto un gruppo di giovani studenti, percorre circa un’ora e mezza di strada per arrivare all’inizio del sentiero che sale sul vulcano. Si cammina insieme ad una guida per poco più di un’ora, con la possibilità, se si è troppo stanchi, di farsi trasportare dai cavalli guidati in genere da bambini. La salita è facilmente affrontabile con qualche pausa e porta sino ad una colata lavica, dove le guide si fermano e mostrano come si scaldano i marshamellow infilzati su uno stecchino (chissà perché poi proprio i marshamellow!), in alcuni posti dove esce il calore. Il cratere non è chiaramente raggiungibile e se capita una giornata nuvolosa come la nostra, lo si può solo immaginare tra una nube e l’altra. Sarà il meteo non proprio favorevole ( vento e freddo sulla cima!!!Molto utile una giacca a vento), che ci impedisce di vedere i paesaggi sottostanti, sarà che non è la prima volta che saliamo su un vulcano, ma nel complesso, a noi l’escursione non ci ha entusiasmato. Se volete trascorrere mezza giornata all’aria aperta, visto anche il costo contenuto, o non avete mai visto zone vulcaniche, potrete comunque decidere di farla. Dopo un pranzo veloce, ci rechiamo al cimitero di Antigua incuriositi dalle tradizioni che in Guatemala esistono, riguardo al culto dei morti. Ma, come prevedevamo, delle feste e dei banchetti organizzati nei cimiteri il 2 novembre non troviamo nessuna traccia. È comunque interessante notare come alcune tombe sono addobbate con ghirlande colorate. Alle 16 ci trasferiamo a Chichicastenango. Volevamo essere li la sera prima del mercato sia per poterlo vedere con meno folla ( tutte le agenzie propongono partenze da Antigua il giovedì e la domenica, giornate in cui si svolge il famoso mercato, alle 7 con rientro alle 14), sia per assistere all’allestimento che inizia già dalla serata precedente. Cercando di organizzare anche questo trasferimento dall’Italia non abbiamo trovato shuttle di agenzie nel pomeriggio ma solo Chicken bus (vecchi scuolabus americani riadattati come mezzi di trasporto, folcloristici, simpatici ma dalla guida piuttosto sportiva). Abbiamo quindi concordato con il proprietario dell’albergo di Chichi, un trasporto privato al costo di 45 $. Abbiamo pernottato all’Hotel Chalet, posto curioso , leggermente decentrato dalla piazza principale, stanze e spazi comuni arredati in maniera particolare. Acqua della doccia tiepida
( 240 Q a notte stanza doppia con bagno). I proprietari, Manuel e la moglie Lucia sono abbastanza invisibili per quanto gentili, se riesci a trovarli in questa che sembra più una casa che un albergo. Il paese è tranquillo, non ci si sente in pericolo girando alla sera, tra le bancarelle di cibo ed i lavori in corso per il giorno seguente. Abbiamo cenato bene alla Casa di San Juan (190 Q), vicino alla chiesa, con piatti tipici.
Domenica 11 Gennaio: Chichicastenango – Panajachel
Dopo una sostanziosa colazione al ristorante del bell’ albergo San Thomas (45 Q a testa per frutta, uova, pane dolce molto buono e caffè, nonché un buono per utilizzare il bagno tutta la giornata), ci addentriamo tra le mille bancarelle facendo qualche acquisto. Le cose che si trovano non sono diverse da quelle viste ad Antigua e le bancarelle propongono oggetti molto simili, comprabili a metà o un terzo del prezzo iniziale richiesto. È comunque piacevole assaporare l’atmosfera ed ammirare gli splendidi bambini che spuntano da ceste, scatole ed anfratti nascosti. Ai viaggiatori come noi sempre alla ricerca, anche in questi posti turistici, di qualcosa di più autentico, consigliamo di soffermarsi sulle scalinate della chiesa di San Thomas e di raggiungere il cimitero che si trova dietro la chiesa più piccola, di fronte a quella grande. Sulla scalinata le venditrici di fiori fanno da cornice alle persone che bruciano incensi davanti al portale della chiesa. Basta varcare la soglia per lasciarsi alle spalle la cultura maya ed assistere ad un rito cristiano con belle musiche. Ma non appena finito il rito, donne e uomini in costumi tipici, appaiono indaffaratissimi a sistemare candele sulle piattaforme di cemento del corridoio centrale, spargendo acqua benedetta e pregando. La sensazione che si ha è quella di una serena convivenza tra usanze antiche e moderne, tra cultura cristiana e tradizioni Maya. La voglia di portarsi a casa più immagini possibili spingerebbe a fotografare ogni cosa, ma anche al di fuori della chiesa, dove non è esplicito il divieto di fotografare come all’interno, le donne appaiono infastidite e raramente concedono il permesso. Non resta quindi, che scovare angolini nascosti dove scattare qualche foto nella maniera meno invadente possibile o rinunciarvi portandosi via le immagini solo nella propria memoria. Il cimitero è un luogo dai mille colori, così diverso dai nostri, con croci e tombe di diversa fattura ed uno spazio centrale dove alcune persone, che non appaiono infastidite dai pochi turisti che decidono di raggiungere questa meta, compiono rituali intorno al fuoco con candele colorate, bottiglie di alcool, probabilmente utilizzate come offerte ai defunti e grossi sigari fumati anche dalle donne. Tutto intorno i bambini scorrazzano tra le tombe,facendoci capire come, in questa cultura, si mantenga un filo tra chi é in questo mondo e chi non c’è più.
Nei giorni intorno al 2 novembre l’usanza vuole che si facciano volare gli aquiloni attraverso i quali le anime dei defunti scenderebbero nuovamente sulla terra. Pranziamo velocemente al ristorante Las Brasas (consigliato, prezzi onesti e possibilità di mangiare sia hamburger, che piatti tipici). Dopo aver cercato di capire come raggiungere Pana con i mezzi pubblici (pare esista un Chicken Bus alle 13, che lo raggiunge in maniera diretta, ma non siamo riusciti a capire dove si fermi dal momento che, se chiedi a dieci persone, otterrai dieci informazioni diverse; in alternativa poco dopo il benzinaio è possibile salire su un microbus per Los Encuentros e raggiungere Pana cambiando nuovamente a Sololà). Decidiamo di ottimizzare i tempi comprando per 140 Q il trasporto con shuttle dell’agenzia Maya Chichi Van. Se optate per questa soluzione rivolgetevi invece all’agenzia Chicchi Turkaj Tours di fronte all’Hotel San Thomas che lo propone a 100 Q (naturalmente lo abbiamo scoperto dopo). Viaggiando con gli shuttle dell’agenzia si spende un po’ di più ma si guadagna in comodità ed a quanto pare anche in sicurezza, visto che gli incidenti dei mezzi pubblici sembrano frequenti. Gli shuttle ti prelevano direttamente dall’albergo e sono diretti. Raggiungiamo Pana con un’ora di viaggio. Lo shuttle ci lascia davanti all’albergo da noi scelto: Mario’s Room (ottima sistemazione con camere spaziose all’interno di un piccolo giardino, con amache davanti alla stanza. Cosa non da poco per gli alberghi di questa categoria acqua della doccia molto calda! Panajachel si compone di una strada principale (Calle Santander) piena di ristoranti ed agenzie turistiche. Bella la zona lungo il lago, ma purtroppo, alcuni locali che ci piacevano, chiudono prima delle 20. È sostanzialmente un posto turistico usato come tappa per visitare il lago o per organizzare gli spostamenti successivi, visto che gli shuttle delle agenzie lo collegano alle diverse zone di interesse del Guatemala e persino a San Cristobal in Messico. Dall’agenzia di fronte all’albergo acquistiamo il trasferimento per domani verso Antigua (90 Q a persona) ed il trasporto in lancia per alcuni paesi sul lago (100 Q a persona). L’alternativa per visitare i paesini è recarsi all’imbarcadero e prendere una lancia pubblica, ma non ci è parso che il costo differisse molto. Ceniamo in una delle numerose bancarelle sulla strada,con pollo alla griglia per una spesa di 60 Q in due.
Lunedì 12 Gennaio: San Marcos – San Juan – San Pedro – Santiago – Antigua
Dedichiamo la mattinata e parte del pomeriggio alla visita di alcuni paesi del Lago Atitlan, con la lancia prenotata ieri che ci accompagna nei vari posti, lasciandoci circa un’ora di tempo per visitarli liberamente. La vita nei paesini scorre tranquilla e tutto pare organizzato per accogliere il turista, senza nel contempo contaminare troppo l’atmosfera locale. In ogni paese è facile essere avvicinati da ragazzi alla guida di tuc tuc che si offrono come guide per accompagnarti nei luoghi più caratteristici. I tuc tuc sono meravigliose apecar che traggono il loro nome dal caratteristico rumore del motore truccato, che permette a questi mezzi di arrampicarsi ovunque.
San Marcos ci accoglie con le sue numerose offerte, di corsi di meditazione, reiki e yoga. Un luogo silenzioso, dove intraprendere percorsi di conoscenza personale e dove basta arrampicarsi per qualche stradina per godere di bei paesaggi sul lago. San Juan ospita diversi artisti, cosa di cui va molto fiero, al punto che attraggono l’attenzione i numerosi murales che raccontano le tradizioni locali. Nelle strette vie i negozi di souvenir, con venditori mai troppo insistenti, si alternano a gallerie d’arte, che espongono quadri da ammirare più per i loro colori che per i talenti artistici espressi. San Pedro è il paese più vivace. Qui molti turisti decidono di pernottare, sia per assaporare l’atmosfera del posto, sia per salire sul vulcano che porta lo stesso nome del paese. Ed infine Santiago, dove decidiamo di affidarci alla guida di un gentile ragazzo che, al costo di 80 Q (proposta iniziale 150, se ve la sentite di sostenere la contrattazione, è probabile che si possa scendere ancora) con il suo potente mezzo ci scorazza in giro per il paese per 30 minuti. Vediamo, quindi, un belvedere, un cimitero altrettanto colorato di quello visto ieri, una zona dove alcune lapidi ricordano persone decedute nella guerra civile, la cattedrale con i suoi santi ornati da vestiti sgargianti, la “lavanderia”, dove le donne per tradizione lavano i loro panni nelle acque del lago ed infine la star del paese: il Maximon. Trattasi di una divinità, rappresentata da una statua di legno vestita distintamente e con tanto di sigaro in bocca. Per un intero anno, la statua viene ospitata da una famiglia locale, la cui casa diventa meta di pellegrinaggio, preghiere e riti maya che si svolgono ininterrottamente di giorno e di notte. Impossibile trovare da soli l’abitazione, ma la guida saprà accompagnarvi a colpo sicuro spiegandovi che l’ingresso costa 5 Q a persona più altri 5 se volete scattare foto… neanche le divinità concedono gratis la loro immagine! Qui, gli Sciamani, grazie anche ad una buona dose di aguardiente (acquavite), si “collegano” con lo spirito del Maximon, profondendo rituali che si svolgono attraverso litanie e gesti purificatori. Al momento del nostro arrivo una signora in ginocchio sta ricevendo un rito e giusto per ricordarci che, tutto ciò che ha tradizioni antiche non esclude necessariamente l’apporto di tecnologie moderne, la stessa si prodiga a filmare il tutto con il proprio cellulare. Intorno candele accese, sigarette offerte al ligneo signore, bottiglie di alcool e soldi. A questo proposito la guida ci invita a mettere il nostro compenso direttamente davanti alla statua rischiando di inciamparsi tra le decine di candele mandando a fuoco tutto l’ambaradan, casa compresa, attirandosi immani sciagure a vita. Lasciando questo posto, la sensazione di avere perfettamente ricoperto il ruolo del turista da spennare, si mischia con quella di avere, invece, disturbato uno spazio mistico autentico e davvero molto importante per queste persone. Probabilmente una cosa non esclude l’altra e nel dubbio ci sentiamo comunque di consigliare la visita. La lancia ci riporta a Pana alle 1530 giusto in tempo per recuperare i nostri bagagli e per salire alle 16 sulla navetta che in due ore e mezza circa ci riporterà ad Antigua. Ci facciamo lasciare nuovamente alla Posada Juma Ocag, dove dobbiamo accontentarci di una stanza più piccola della precedente ma ad un prezzo inferiore (180 Q). Buona cena alla Fonda de la Calle Real dove camerieri, in abiti tipici, servono piatti locali a prezzi contenuti.
Martedì 13 Gennaio: Rio Dulce
Alle 7.30 ci viene a prendere una navetta dell’Agenzia Monja Blanca (dove abbiamo acquistato il trasporto per Rio Dulce al costo di 180 Q a persona), che ci accompagna a Città del Guatemala. Da lì alle 10, prendiamo un autobus di prima classe della Fuente del Norte con comodi sedili reclinabili. Alle 15.30 arriviamo a Rio Dulce, un’ora in ritardo rispetto a quanto previsto ma d’altra parte in Guatemala gli orari sono del tutto relativi. Il paesino ci appare piuttosto caotico e non particolarmente attraente. Dal momento che l’autobus ci lascia davanti agli uffici di Fuente del Norte cerchiamo di comprare il biglietto per Flores che ci servirà tra due giorni, ma dopo averci elencato svariati orari e prezzi ed averci fatto capire che il biglietto si poteva fare, cambiano idea (o forse non abbiamo capito noi, il pezzo prima) e ci dicono che non si può prenotare. Riusciamo solo a capire che alle 9.30 parte un autobus di seconda classe e che per la prima classe occorre aspettare il pomeriggio. Ma noi volevamo partire al mattino, spieghiamo, e loro ci rassicurano: no problem alle 1230 c’è l’autobus di Linea Dorada. Benissimo! Chiediamo dove sono gli uffici, ma loro scrollano la testa e ci dicono che sono chiusi! Non ci pare ci siano altre alternative, che occuparci del biglietto il giorno in cui partiremo. Per la sistemazioni in questa zona ci sono due alternative: fermarsi in paese, dove pare gli alberghi non siano un granché o spostarsi in suggestive ed alcune molto più costose, sistemazioni sul fiume. Nei giorni scorsi avevamo preso contatto con la Finca Tatin, sistemazione ad un’ora da Rio Dulce e 20 min da Livingston, con bungalow spartani a prezzi accessibili. Tuttavia, una volta scoperto che il nostro arrivo a Rio Dulce sarebbe stato oltre l’orario delle lance pubbliche, che fermano su richiesta in ogni albergo sul fiume, li abbiamo contattati, per chiedere se potevano venirci a prendere e quale sarebbe stato il costo. Ma come per altre mail, scritte prima di partire, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Poco soddisfatti di ciò, decidiamo di dirigerci altrove scegliendo una sistemazione più costosa ma molto più vicina a Rio Dulce : Hacienda Tijax. Ci rechiamo quindi, come da loro indicato nella mail, al Sundog Café chiedendo di avvertirli del nostro arrivo e in cinque minuti una lancia ci viene a prendere. L’hacienda si trova a pochi minuti di barca da Rio Dulce ed è raggiungibile anche a piedi dal paese anche se, dalle loro spiegazioni, non è semplice capire dove sia la strada. Costituita da una serie di bungalow in legno, alcuni disturbati dal via vai delle barche, altri più immersi in una splendida vegetazione. La sistemazione è nel complesso carina, anche se, rispetto alla media degli alberghi incontrati sino ad ora, non offre tantissimo in rapporto al costo (392 Q a notte bungalow a tre letti con materassi vissuti e acqua fredda, nonostante una fantastica H che troneggia su uno dei rubinetti della doccia e che ci ha fatto ben sperare, ma inutilmente!). Ristorante con cucina discreta, poco più caro della media (cena 250/ 300 Q, colazione 40 Q). Bello lo spazio comune ed ottimi i cocktail da assaporare a lume di candela. Il personale non si prodiga più di tanto in informazioni sulla zona e sulle possibili escursioni organizzate, che si svolgono prevalentemente a piedi o a cavallo, nella loro riserva. Ahimè in serata comincia a piovere e non smetterà sino alla nostra partenza.
Mercoledì 14 Gennaio: Livingston
Decidiamo di sfidare le intemperie e di recarci ugualmente, nonostante la pioggia incessante a Livingston, utilizzando le lance collettive (200 Q a persona andata e ritorno, 125 Q la sola andata). Comunicando la nostra intenzione al personale della reception, la lancia ci viene a prendere e così fa con altri turisti in altri alberghi. Se sarete più fortunati di noi con le condizioni meteo questa traversata è assolutamente da fare. La lancia si ferma più volte lungo il tragitto, per ammirare diversi punti interessanti: il castello di San Felipe, una riserva pienissima di bellissimi uccelli, una sorgente di acqua calda, una zona del fiume particolarmente ricca di ninfee. Lungo il tragitto abbiamo modo di vedere alcune altre sistemazioni, oltre alla Finca Tatin ci pare carino l’Hotelito Perdido che avevamo contattato, ma non aveva posto. Certo chi decide di soggiornare in questi posti, maggiormente immersi nella vegetazione (confermato da amici che lo hanno fatto) non deve essere particolarmente timoroso di condividere l’abitazione con ragni ed insetti vari. Arriviamo a Livingston alle 12 piuttosto umidi, nonostante i teli di plastica gentilmente forniti dal personale della lancia per ripararsi. Facciamo un giro nel paese abitato dall’etnia garifuna, dalla pelle scura e dai tratti caraibici. Livingston è piena di locali e l’agenzia di viaggio Happy Fish offre possibilità di escursioni e prende prenotazioni (al costo di 175 Q) per l’autobus delle 12 da Rio Dulce per Flores. Con il senno di poi, se volete visitare questa zona, conviene recarsi da Antigua a Puerto Barrios (più o meno lo stesso tempo del trasporto che occorre da Antigua a Rio Dulce), raggiungere Livingston con una lancia e decidere se pernottare a Livingstone (ha buone recensioni Casa Rosada) e partecipare a qualche escursione da lì (es.Playa Blanca proposta insieme a Los Siete Altares) oppure spostarsi in una sistemazione sul fiume. Infine per raggiungere Rio Dulce si possono utilizzare le lance collettive, di cui alcune hanno orari fissi (9.30 e 1430 da Livingston) ed altre partono, solo se piene. Pranziamo al ristorante Buga Mama (consigliatissimo! Ottima qualità del cibo e prezzi buoni. Da provare i gamberi cucinati in diverse maniere e il Tapado, piatto locale, una sorta di zuppa di pesce cucinata nel latte di cocco), i cui proventi vengono devoluti ad una associazione non governativa, che si occupa di diversi progetti educativi nella zona. Alle 14.30 inizia il nostro bagnatissimo viaggio di ritorno, che fortunatamente non effettua tutte le soste dell’andata e che in un’ora ci deposita, zuppi come pulcini, alla nostra hacienda. Scopriamo con piacere, che l’albergo possiede una asciugatrice che per 30 Q trasforma i nostri vestiti da fradici a leggermente umidi.. praticamente un successo. Purtroppo la magica atmosfera serale del luogo viene rovinata da un folto gruppo di chiassosi turisti americani appena arrivati.
Giovedì 15 Gennaio: Flores – El Remate
Ci facciamo accompagnare, dalla lancia dell’albergo, a Rio Dulce, dove ci dicono dovrebbe esserci un autobus per Flores alle 9.30. In effetti giunti al terminal della Fuente del Norte ci fanno un biglietto per 65 Q a persona, per un autobus di seconda classe. Viaggiare con questo tipo di mezzi offre la possibilità di stare a contatto con i locali, ma il rischio è che, potrete effettuare parte del viaggio in piedi. I posti, infatti, non sono numerati e gli autobus vengono stivati all’inverosimile. Inoltre capita che nel bagagliaio viaggi qualche pennuto che starnazza tra uno zaino e l’altro che gli arriva addosso, ma questo fa parte dell’atmosfera paesana. Siamo nel complesso fortunati, perché riusciamo a trovare due posti anche se non vicini. Se siete preoccupati per non avere con voi cibo per il pranzo, nessun problema. Nel corso del tragitto saliranno donne con pentole sulla testa che grideranno “comida comida” e avrete a disposizione pollo, riso, pesce e altre leccornie. Nel caso non ve la sentiate proprio di fare un pasto completo cedete almeno alla frutta tagliata perché é buonissima ed economica. La cosa inspiegabile è, come queste guatemalteche dai fisici neanche troppo snelli, riescano ad infiltrarsi tra le decine di persone in piedi nel corridoio, senza far crollare nulla dalle loro teste. Tutta la nostra ammirazione. Tutto sommato il viaggio è quasi piacevole e in poco più di quattro ore siamo a Flores. Seguendo i consigli della guida decidiamo di non fermarci qua, ma di proseguire verso El Remate. Chiediamo informazioni per i microbus e scrollando la testa ci dicono che si trovano nell’altro terminal. In men che non si dica veniamo accerchiati da tassisti, che si offrono di accompagnarci per 40 Q. Iniziamo una contrattazione dicendo che ci sembra una cifra esagerata ma loro insistono..eh no…dobbiamo andare sino all’altro terminal! Fermiamo un tuc tuc che dopo averci chiesto 10 Q, carica noi e i nostri bagagli ed intraprende un lunghissimo viaggio, che durerà all’incirca due minuti per arrivare al lontanissimo “altro terminal”! Ma almeno ora siamo esattamente dove volevamo andare. Con 20 Q e mezz’ora di viaggio su quest’altro mezzo piuttosto affollato, raggiungiamo la nostra meta. Ci fermiamo alla Posada Ixchel sulla strada principale (110 Q a notte, camera spartana, ma pulita e soprattutto acqua calda! Molto gentile la signora che ci accoglie e che è stata molto disponibile sia a darci informazioni, che a tenerci i due bagagli grossi quando siamo andati a Tikal con il solo ‘occorrente per una notte). Altre sistemazioni, sono lungo la strada che costeggia lo splendido lago di Peten Itza, leggermente più costose ma immerse nel verde e con una visuale davvero bella. Chiediamo informazioni all’agenzia Horizontes Maya sul prezzo dell’autobus per Belize City (160 Q prenotabile anche direttamente dall’albergo; due partenze giornaliere alle 5.30 e alle 8) e costi per escursione a Yaxha : solo il trasporto 125 Q a testa, ma con un minimo di tre persone, altrimenti si paga 375 Q (anche in due), più 80 Q di entrata al sito. Compriamo, quindi, il biglietto per il Belize e non potendo condividere la spesa con una terza persona, decidiamo di rinunciare a Yaxha. Facciamo una lunga passeggiata lungo il lago che troviamo splendido e ci fermiamo ad ammirare il tramonto vicino ai pontili, in un paesaggio da cartolina. Incuriositi prenotiamo dalla Casa di Ernesto l’escursione notturna (dalle 19 alle 21) per l’avvistamento dei coccodrilli. Come prevedevamo di coccodrilli neanche l’ombra,anche se, in verità, ci mostrano due occhietti a filo d’acqua che potrebbero essere quelli di qualsiasi animale, rane comprese, ma il percorso in lancia nel buio più completo ha il suo fascino. Mentre i barcaioli non paiono darci peso più di tanto, noi rimaniamo estasiati dai versi delle scimmie urlatrici che si sentono in una zona dove il fiume costeggia la selva. Rimanere nel buio ad ascoltare questi che sembrano più ruggiti che versi di scimmie, ha un che di inquietante ed affascinante al tempo stesso. Il barcaiolo ci spiega che da un pò di giorni piove ma che il canto delle scimmie è segnale del tempo che cambia. Quindi, dice lui, domani ci sarà il sole. Domani… forse… perché,appena finita questa spiegazione, il bel cielo stellato si copre in men che non si dica e comincia a piovere! Torniamo sulla terra ferma e sotto un bel diluvio torniamo in albergo, senza racconti di coccodrilli, ma con quelle voci della giungla che certo non scorderemo più.
Venerdì 16 Gennaio: Tikal
Trascorriamo la mattinata al Biotopo Cerro Cahui (ingresso 40 Q; si raggiunge percorrendo a piedi la strada che costeggia il lago). Piacevole passeggiata in mezzo al verde con alcuni miradores sul lago ma nulla di più. Nessun avvistamento di animali che la guida descrive (scimmie, cervi, tapiri, ecc..). Nel pomeriggio con l’intenzione di raggiungere Tikal con un collettivo, iniziamo la nostra richiesta di informazioni per gli orari, ottenendo le più disparate risposte. Non ci rimane che piazzarci nel posto che ci viene indicato come fermata. Dopo circa un’ora veniamo caricati da un meraviglioso autobus locale, che per 20 Q ci farà percorrere i 31 km che ci separano da Tikal. I passeggeri sono tutti assorti nella visione di un film, proiettato da un nuovissimo televisore a schermo piatto, posizionato sopra la testa dell’autista. Il vero problema è che anche l’autista stesso pare assorto nella proiezione, quando non interrotto dalle frequenti telefonate che riceve sul cellulare. Nel corridoio casse di pomodori ed un mucchietto di maceti viaggiano insieme a noi! Nonostante la guida sportiva arriviamo sani e salvi all’ingresso del parco, dove ci dicono di scendere per fare il biglietto (150 Q a testa ; se fatto dopo le 16 il biglietto vale anche per il giorno dopo). L’autobus ci aspetta e dopo averci fatto risalire, percorre ancora sette km sino all’entrata vera e propria del sito. Abbiamo prenotato, usufruendo di un’offerta di Booking.com una stanza al Jaguar Inn (316 Q), la cui comodità sta proprio nell’essere dentro il parco. Diciamo che se presa a cifra piena questa sistemazione presenta qualche pecca: camere non arredate eccezionalmente, doccia con scarico molto lento, wifi a pagamento (ti chiedono un dollaro per avere la psw!), ristorante non eccezionale e con poca scelta. Pernottando qui si può, però, decidere di visitare il parco quando non è ancora arrivata la massa di turisti, anche se entrare fuori degli orari di apertura, cioè prima delle 6 e dopo le 18, costa 100 Q in più.
Sabato 17 Gennaio: Tikal
Alle sette siamo già pronti per addentrarci nel parco e dopo aver contrattato per la visita con guida parlante italiano (il prezzo che chiedono inizialmente è 50 $, poi scendono un pò, ma non troppo) decidiamo di muoverci da soli seguendo il percorso, ben fatto, della Lonely Planet. L’ambientazione è davvero bella e per arrivare da un tempio all’altro, ben indicati da visibili cartelli, si passa sotto la volta della giungla con un sottofondo di uccelli che cantano. Vediamo anche qualche scimmia ragno e un pizote, che si aggira vicino all’ingresso. Il numero di turisti non è eccessivo neanche con il passare delle ore e si può salire su alcuni templi o ammirarli da sotto in tutta tranquillità. Se non siete appassionati di archeologia la visita di Tikal si può effettuare in mezza giornata, vedendo le cose più importanti. Dopo un pranzo non eccezionale in uno dei deserti comedores all’entrata, torniamo ad El Remate con un trasporto meno folcloristico di quello di ieri, al costo di 30 Q a persona. Anche se non avete il biglietto di ritorno basta che vi avviciniate al centro informazioni e prima o poi qualcuno vi caricherà. Arrivati a El Remate, facciamo un giro in paese che nella sua semplicità offre diverse cose per turisti, persino un bancomat non segnalato dalla guida. A questo proposito noi abbiamo cambiato qualche dollaro all’agenzia Horizontes Maya, pensando che a Tikal il cambio fosse maggiormente svantaggioso, invece abbiamo verificato il contrario (7.5 anziché 7). Ceniamo al ristorante Las Gardenias che offre una buona scelta e prezzi modici.
Domenica 18 gennaio: Caye Caulker
L’autobus per il Belize da noi atteso alle 8, arriva con un’ora di ritardo e che autobus! Sedili piccolissimi e scomodi, gente stivata dentro il mezzo e bagagli lanciati sul tetto. D’altra parte appartiene alla società San Juan Travel, di cui abbiamo letto numerose critiche sui racconti di viaggio, ma nel Peten non é facile non averci a che fare, visto che gestisce la maggior parte dei trasporti. Consigliamo per questo trasferimento, di andare alla ricerca dell’autobus di prima classe di Linea Dorada, che dovrebbe partire da Flores intorno alle sei di mattina.
Viaggiamo per cinque ore passando la frontiera del Guatemala, dove paghiamo una tassa di uscita di 20 Q a testa e cambiamo gli ultimi soldi rimasti da un tizio salito sull’autobus nell’ultimo pezzo. Ci sono anche diverse persone che cambiano alla frontiera, per cui per non incorrere in fregature, informatevi sul cambio in corso, che nel nostro viaggio era 1 $ Usa = 2 $ beliziani. L’autobus ci lascia vicini al molo degli water taxi. Noi abbiamo utilizzato la San Pedro Belize Express (27 $ a/r più economica rispetto ad un’unica tratta), utilizzando un coupon che ci è stato consegnato alla frontiera. Esiste un’altra compagnia (Caye Caulker) che si incontra prima sulla strada e che senza coupon è più economica. In 45 minuti siamo a Caye Caulker. Noi ci siamo innamorati di questo posto, ma occorre sapere alcune cose prima di scegliere questa destinazione. L’isola è l’ideale per riposarsi dopo i vari spostamenti del Guatemala, ma se vi aspettate spiagge caraibiche sulle quali crogiolarsi al sole, avete sbagliato posto. Per abbronzarsi, le persone si affollano sul pontile pubblico vicino allo split, una spaccatura creata da un uragano, o sui pontili privati degli alberghi. Dai pontili si può anche avere accesso al mare, che però in molti punti è pieno di alghe. L’isola è piccolissima e si gira a piedi, le strade non sono asfaltate e non ci sono macchine, ma solo golf car e biciclette. Se siete amanti della vita mondana scegliete piuttosto la vicina San Pedro, la isla bonita di Madonna, che offre qualche locale in più. A Caye Caulker (che si pronuncia chicolker), la vita finisce tra le 21 e le 21.30, dopo di che non resta che ascoltare il rumore delle onde del mare sdraiati su un’amaca, magari immersi nella lettura di un buon libro. E allora perché ci si può innamorare di questo posto? Perché non capita tutti i giorni di fermarsi e non far nulla, perché la gente sorride ed è gentilissima, perché i rasta ti passano vicino cantando allegramente sulle loro biciclette, perché il paese è cosparso di cartelli che consigliano “go slow”. Spesso i ragazzi si avvicinano e cominciano a raccontarti qualcosa della loro vita e mentre tu pensi : “Dai sù veniamo al dunque, cosa mi vuoi vendere?” loro ti stringono la mano e se ne vanno salutandoti con un grande sorriso. Poi ti incontrano il giorno dopo e si sbracciano per farsi vedere. Roba d’altri tempi che in molti posti invasi dal turismo, non esiste più da anni. I prezzi delle sistemazioni sono meno economici di quelli del Guatemala, anche se è possibile soggiornare a prezzi più contenuti in ostelli o alberghetti di bassa categoria (se viaggiate a budget contenuto provate a farvi vedere e valutare le condizioni delle stanze di Sandy Lane Guest House, Jeremiah’s Inn, Lena’s Guest House). Noi non avevamo prenotato nulla e ci siamo stupiti di trovare diversi posti con l’indicazione No vacancy. Ci siamo, quindi, affidati alla guida di un ragazzo che, senza nulla in cambio, si è offerto di accompagnarci a trovare un albergo e così ci siamo fermati la prima notte, al M & N Hotel (49 $ a notte), spartano, ma discreto, con un angolo cucina all’interno della stanza, ma ahimè scopriremo solo al rientro dalla cena, abitato da giganteschi scarafaggi.. Ok domani si cambia casa!!!!!
Lunedì 19 Gennaio: Caye Caulker
Al mattino trasferiamo i nostri bagagli al Mara’s Place che avevamo contattato via internet, ma che per la notte di ieri non aveva posto. Sistemazione che consigliamo vivamente per il buon rapporto qualità prezzo (55 $ a notte contatti: maras_place@hotmail.com). Vicinissima allo split con strutture in legno tutte colorate e curata nei dettagli. Ottima la pulizia delle stanze, spaziose e fornite di terrazzini con amache ed utilissimo il pontile privato di fronte, che evita di stiparsi su quello pubblico. Oggi il cielo è coperto e trascorriamo la giornata gironzolando piacevolmente alla scoperta dei vari angoli dell’isola. Front Street è la via principale, alla quale se ne affiancano altre due. Praticamente impossibile perdersi anche per chi ha poco senso dell’orientamento come noi. Nella zona a sinistra dell’imbarcadero, dopo il cimitero, ci sono sistemazioni graziose sul mare a prezzi non troppo economici. Sull’isola è presente anche un piccolo aeroporto dal quale è possibile effettuare voli sul Blue Hole (circa 200 $) o raggiungere altre località, come la stessa Belize City. Per quanto riguarda il cibo la scelta è varia. Mediamente care in proporzione, le colazioni, anche se abbondanti e con diverse possibilità di scelta (all’Amor y cafè, a nostro parere sopravvalutato dalle recensioni, due caffè, due succhi, yogurt con frutta e granola e uova con bacon 25 $). Per una cena si può spendere mediamente dai 30 ai 50 $ in due. Svariato e buonissimo il cibo di strada, anche se con prezzi non differenti da quello dei ristoranti (provate gli spiedini di pesce, gamberi e conch – un mollusco- cotti al momento e serviti con riso). Se amate l’aragosta e capitate in alcuni mesi dell’anno, Gennaio compreso, questo è il posto dove potete togliervi la voglia, dal momento che un’aragosta media e molto gustosa viene venduta a circa 10 €.
Martedì 20 Gennaio: Caye Caulker
Giornata dedicata a una delle cose più belle che si possano fare sull’isola, ossia le uscite in barca. I prezzi sono tendenzialmente alti ma ne vale assolutamente la pena. Nella via centrale si susseguono agenzie che offrono escursioni a prezzi simili, brevi di tre ore o più lunghe. La differenza sta nel fatto, che in alcune è compreso il pranzo servito in barca, mentre in altre è prevista una sosta a San Pedro con pranzo libero. Noi abbiamo scelto Carlos Tours e ci sentiamo vivamente di consigliarlo. Il costo è 65 $ a persona e si rimane fuori dalle 1030 alle 1630, con un’ora e mezza di sosta a San Pedro. Si effettuano quattro soste per lo snorkeling (attrezzatura fornita), che per quanto ci riguarda ci hanno fatto provare emozioni meravigliose, più che in tutti gli snorkeling che abbiamo fatto in altre parti del mondo. A parte le miriadi di pesci di tutte le dimensioni, abbiamo nuotato vicinissimi a due tartarughe, un sacco di mante e squali nutrici. Questi ultimi incutono inizialmente un pò di timore, se non altro per le loro dimensioni, ma una volta presa confidenza si può persino toccarli! Carlos dimostra tutta la sua passione per il mare, al punto che, sembra quasi che i pesci lo riconoscano. Meraviglioso vedere come abbraccia uno squalo tenendolo in modo che i turisti lo accarezzino e lui rimane immobile senza nessuna costrizione. Non abbiamo potuto evitare di comprare il cd di foto scattate da lui (abbraccio di ognuno di noi con squalone compreso!!!) che vende a 15 $ e che è proprio un bel ricordo di questa fantastica esperienza. Se avete più giorni potete pensare di effettuare un tour in barca a vela di tre giorni e due notti previste in campeggio. Ragamuffin Tour, lo propone a 350 $. Le agenzie organizzano tutto l’anno le uscite per vedere i lamantini, ma Carlos ci ha detto che è possibile vederli solo da aprile a novembre.
Mercoledì 21 Gennaio: Belize City
E’ giunto purtroppo il giorno della nostra partenza. Lasciamo l’isola al mattino presto, proprio quando comincia ad animarsi. A Belize City l’aeroporto si raggiunge in taxi (chioschetto vicino all’arrivo del Water Taxi, tariffa fissa 25 $ per due persone, più 5 a testa per ogni persona in più). Partiamo alle 13 e dopo uno scalo a Miami ed uno a Madrid atterriamo a Milano alle 14.30 del giorno seguente.