Albania, Saranda e dintorni
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In effetti dell’Albania molti sanno poco o niente. L’ideale quindi per chi vuole visitare mete inconsuete e poco turistiche. Per quanto riguarda la questione sicurezza che pare essere la preoccupazione maggiore nell’immaginario collettivo degli italiani, i molti diari di viaggio di TuristiPercaso.it e le indicazioni del sito del ministero degli Interni “Viaggiaresicuri.it” ci hanno tranquillizzato su questo fronte. E in effetti, una volta sul posto, non abbiamo mai percepito situazioni di rischio per la nostra sicurezza. Vinti quindi dalla curiosità, decidiamo di programmare una settimana delle nostre ferie nella Terra delle Aquile. Non conoscendo il paese nè le abitudini, ma soprattutto viaggiando con un bambino piccolo, scegliamo di avere una base fissa abbastanza agiata dove alloggiare e da lì spostarci giornalmente per le nostre escursioni. Vista l’economicità delle sistemazioni, prenotiamo tramite booking.com un albergo in riva al mare nella cittadina di Saranda, nel sud del paese. A pochi giorni dalla partenza, l’albergo ci dirotta verso un altro hotel sempre in riva al mare e allo stesso prezzo (230 euro a camera per 6 notti). E scopriremo, una volta arrivati lì, che ci è andata meglio visto che questo secondo albergo è in una posizione molto più prestigiosa del primo: davanti al porticciolo turistico e nella parte pedonale del lungomare della città.
10 luglio 2104
Io, mia moglie e il nostro bambino di 3 anni, con la macchina bella carica, partiamo da Roma alla volta di Brindisi per imbarcarci sul traghetto che va a Igoumenitza, Grecia. Nave della Grimaldi Lines che non ci ha entusiasmato particolarmente. Quelle della stessa compagnia che portano in Sardegna sono tenute mooolto meglio…
11 luglio 2015
Sbarco alle 4.30 del mattino… perdiamo un po’ di tempo… facciamo un giro nel paesetto di Filiates, in mezzo ai monti, con panorama spettacolare sul mare. Riscendendo, perdiamo un altro po’ di tempo in un bagnetto mattutino a Sagiada, ultimo paese a nord prima della frontiera con l’Albania, giusto per tentare di levarci di dosso quello stordimento che la notte passata insonne ci ha lasciato. Ripartiamo quindi avviandoci verso il posto di frontiera di Qafe Bote che, secondo la mappa è a pochi chilometri più a nord, ma di fatto assolutamente non segnalato sulla strada. Come se non esistesse! L’asfalto veramente sconnesso sembra portare nel nulla… Ma alla fine, continua continua, ecco la dogana! Una volta controllate le nostre carte di identità, siamo obbligati a comprare per 50 euro un’assicurazione integrativa, visto che la Carta Verde non copre l’Albania. La macchina appartiene a mia moglie e non abbiamo mai saputo (fortunatamente) se questa assicurazione valeva anche se alla guida c’ero sempre io… Vabbe’, meglio così! Lasciamo il posto di frontiera alla volta di Saranda prendendo non la via diretta costiera ma quella per l’interno. La prima impressione che abbiamo è quella di una natura abbastanza incontaminata. Dobbiamo zigzagare bruscamente un paio di volte per non investire delle tartarughe e un bel po’ di volte per non sfondarci la macchina in una delle molteplici buche e tratti sterrati improvvisi che si incontrano sulla strada. Assolutamente sconsigliato viaggiare col buio! Arriviamo a Saranda e la cittadina si rivela abbastanza vivace. L’albergo in riva al mare ha un panorama spettacolare, con isola di Corfù di fronte. Il tratto di lungomare è carino con vari locali per i turisti, ma niente di troppo turistico o affollato. Sembra più un turismo locale e di albanesi che lavorano all’estero e che tornano lì per le ferie. Pomeriggio in Visita alla cittadina tra moschea, chiesetta e negozietti. In molti angoli della città, soprattutto nelle parti più interne, troviamo mucchi di calcinacci abbandonati, che ci danno la sensazione di post conflitto bellico. Un giro al Castello che domina tutta la città e da cui si gode un panorama imperdibile è d’obbligo. E’ anche presente un ristorante con tavoli all’aperto e sedie di altri tempi che però non abbiamo provato. La sera mangiamo infatti al ristorante Limani di fronte l’albergo: ottima cucina italiana a costi decisamente competitivi. E questa dei prezzi sarà una caratteristica che fortunatamente ci accompagnerà per tutta la vacanza albanese!
12 luglio 2014 – Spiaggia di Saranda
Decidiamo di provare la spiaggia comunale per rilassarci ancora un po’: un ombrellone e due lettini 200 leke per tutto il giorno (1,5 euro). Mentre il bambino si diverte sugli scivoli proprio dietro l’ombrellone, facciamo amicizia con degli albanesi che lavorano al nord d’italia e che si trovano li’ in vacanza. Scambiamo qualche parola sui prezzi e sui dentisti locali da loro consigliati per il basso costo. Come tutti gli altri albanesi che incontreremo sulla nostra strada, ci chiedono tranquillamente dove alloggiamo e quanto spendiamo. Alla nostra risposta sincera, storcono il naso dicendoci che potevamo andare in case di albanesi spendendo non più della metà di quanto ci costava l’albergo. E non capiamo se dobbiamo pure sentirci in colpa per questo… Comunque, in un certo senso può anche affascinare la schiettezza di questa gente. La sera proviamo la taverna tipica Beqo in cui scopriamo i piatti tipici albanesi a base di agnello.
13 luglio 2014 – Spiagge di Borec e Borsh
Si parte alla volta delle spiagge a nord di Saranda. Percorriamo la strada litoranea verso nord che in realtà non viaggia lungo il mare ma si inerpica per le montagne lungo la costa mostrando dei panorami mozzafiato. Notiamo come al solito la precarietà del manto stradale: inizio a capire quanto la guida in queste strade albanesi sia assolutamente non rilassante, in quanto bisogna essere concentrati al massimo per qualsiasi imprevisto che si possa parare davanti: una macchina contromano, una buca, un tratto non asfaltato, un animale di qualsiasi tipo e taglia (Cani, mucche, tartarughe, ecc…). Capiamo ancora una volta che viaggiare di notte potrebbe essere molto rischioso. Scendiamo verso la spiaggia di Borec ma non ci soddisfa: sabbia, sassi e mare mosso. Allora riprendiamo la macchina e ci spostiamo più a nord fermandoci alla spiaggia di Borsh: sempre sabbia e sassi ma lunghissima e dagli ampi panorami. C’è uno stabilimento costituito da un baretto, lettini e ombrelloni (o capannine di canne al posto di questi) e decidiamo di fermarci. Il paesaggio è bello e reso più affascinante dalle montagne dietro. Ma c’è qualcosa che ci colpisce molto: è domenica e noi siamo gli unici avventori dello stabilimento, a parte i parenti dei gestori. Tutti gli ombrelloni sono vuoti! Ci chiediamo come mai… forse non è abitudine delle famiglie albanese passare le domeniche al mare? Comunque ci godiamo la giornata e facciamo amicizia con gli amici del gestore che ci riconfermano che avremmo dovuto soggiornare presso case private di locali… Al ritorno, sulla strada panoramica percorsa la mattina, ci fermiamo in un locale che si sviluppa a ridosso di una cascata che si divide in cascatelle più piccole. A ridosso di ognuna di tali cascatelle ci sono delle terrazzette attrezzate con sedie e tavolini. Scegliamo un tavolo e ci accomodiamo per goderci un caffè accompagnati dal rumore dell’acqua.
14 luglio 2014 – OCCHIO BLU + Girokastro
La giornata non è molto soleggiata. Scegliamo allora di andare a visitare l’Occhio Blu (Syri I Kalter). La strada non è segnalata, ma chiedendo informazioni in città prima di partire riusciamo a trovarla. Si paga un piccolo biglietto di ingresso per la macchina. A un certo punto si parcheggia e si fa un sentiero che porta a un piccolo laghetto creato da un fiume sottorreaneo che emerge con dei colori blu/Azzurro intenso che danno il nome al posto. Pare che ai tempi del comunismo fosse un posto precluso alla popolazione e riservato ai membri del regime e alle loro famiglie. Dire che l’acqua è fredda è un eufemismo! Ma vedere un russo che si tuffa senza problemi mi manda in competizione e mi butto… li’ per li’ è traumatico e ti chiedi se supererai la prova. Dopo pochi secondi scappi fuori per non morire, ma uscendo si ha una sensazione notevole di piacere. Pranziamo al ristorante del posto lungo le rive, che per pochi euro ci da acqua di sorgente e agnello alla brace. Il pomeriggio andiamo a Girokastro, cittadina ottomana molto bella che vale la pena visitare nonostante la strada.
15 luglio 2014 – KSAMIL
Decidiamo di provare la famosa e rinomata spiaggia di Ksamil. Usciamo da Saranda in direzione sud e ci accorgiamo che stanno costruendo tanti tanti alberghi. Probabilmente l’intenzione è quella di rendere in un futuro non tanto lontano questa un tempo tranquilla cittadina di mare nel punto più turistico dell’Albania. Ksamil a una ventina di km a sud è un paesone turistico in cui secondo me non vale la pena soggiornare. La spiaggia sembrerebbe caraibica: sabbia bianca fine, acqua azzurra, isolotti, isola di Corfù proprio lì davanti che sembra si possa toccare allungando le braccia; peccato che gli ombrelloni a distanza super-ravvicinata e i moletti di cemento rovinano la favola (a parer mio). Si può arrivare a nuoto ai primi due isolotti e l’acqua bassa e la sabbia fina la rendono ideale per i bambini. Facciamo amicizia con una famiglia di Tirana (che parlano italiano, come un po’ tutti qui, grazie alla TV italiana…) che ci raccontano un po’ del loro passato. Inoltre ci dicono che questi posti erano preclusi alla popolazione un tempo, come tutti i posti vicini al mare e di confine per i pericoli consueti di fuga della popolazione. Questa spiaggia riscoperta è diventata adesso meta degli albanesi più agiati. E di questo ce ne accorgiamo dai prezzi “folli”: allo stabilimento Tre Ishujt, dove andiamo noi, un ombrellone e due lettini vengono ben 6 euro al giorno! 🙂 Consigliato il ristorante della spiaggia che per prezzi per noi competitivi fa succulenti piatti di mare.
16 luglio 2014 – Si torna a KSAMIL
La mattina chiediamo se c’è qualcuno che affitta barche per vedere la costa via mare, ma stranamente, a parte l’iniziativa di pochi che ti propongono giornate di mare nelle loro barchette a prezzi esorbitanti, non riusciamo a trovare cooperative o associazioni che fanno questo per mestiere. E’ sempre tutto lasciato all’iniziativa dei singoli. E questo ci dice come siano ancora indietro qui nello sviluppo del turismo. Decidiamo quindi di tornare a Ksamil dai nostri amici albanesi.
17 luglio 2014 – Butrinto e ritorno in Grecia
Ultimo giorno programmato in Albania, decidiamo di tornare verso la Grecia lungo la strada costiera che avevamo evitato all’andata e di fermarci a visitare il parco archeologico di Butrinto che è proprio di passaggio. Il sito vale la visita perché le rovine degli antichi Greci e Romani che qui si sono succeduti si sono conservate molto bene. Butrinto si trova sulle sponde di un fiume-laguna. E dall’altra parte continua la strada per il confine greco. Finita la visita, si pone il problema di come passare di la’, visto che ponti non ce ne sono e l’alternativa sarebbe tornare indietro e riprendere il percorso interno dell’andata allungando di decine e decine di chilometri! Ma niente paura: per 5 euro c’è una chiatta di legno trainata da funi metalliche che ti traghetta dall’altra parte del fiume con tutta la macchina. E’ un’esperienza dal sapore di altri tempi che consiglio di fare a chi si trovasse da quelle parti. Arrivati dall’altra parte, i pochi km che ci dividono dal posto di confine con la Grecia sono sterrati e non segnalati. Rischiamo di perderci più volte ma fiduciosi di una macchina che ci segue speriamo di andare nella direzione giusta. E alla fine riusciamo ad avvistare la dogana.
CONCLUSIONI
Albania… un posto sicuramente particolare fatto di gente genuina ed ospitale. Gente vera a volte fino all’invadenza quando ti fanno quelle domande che a noi italiani possono suonare indelicate. Gente che qualcuno direbbe ingenua, ma che io dico onesta, perchè non ci hanno mai dato la percezione di volerci “fregare” in quanto turisti, come invece mi è successo in altre parti del mondo. Ma anche terra di calcinacci e scheletri di cemento armato sparsi un po’ ovunque dentro e fuori le città. La sensazione è quella di un luogo che potrebbe dare tanto e che vuole mettersi al passo con quei paesi che ha attorno, verso cui fino a pochi anni fa i suoi abitanti scappavano per sfuggire alla miseria e da cui adesso stanno tornando. Una terra in cui la sensazione di essere rimasta indietro cozza con la voglia della gente di sentirsi in linea col resto d’Europa. Terra da visitare ancora… appena dall’altra parte dell’Adriatico.