Corsica 2014: prima parte

Venti giorni fra mare e montagne
Scritto da: Tiziano1962
corsica 2014: prima parte
Partenza il: 27/06/2014
Ritorno il: 16/07/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Siamo partiti come sempre di venerdì (27 giugno) alle 8.00 da Livorno. Il giorno prima della partenza è sempre concitato, nonostante si sappia dove si va e quello che si trova… fai le valigie, decidi quante e quali portare, prepara la valigia della tecnologia (come la chiamo io), lo zaino degli attrezzi (prese, prolunghe, adattatori, chiavi inglesi, brugole, ect ect) e, caricata l’auto (rigorosamente ad incastro tutto preciso per viaggiare nel modo migliore) e dopo una pizza veloce e ci si butta a letto. La sveglia suona alle 4.00, un caffè rapido, una doccia al volo e si parte (sono sempre le 5 e mezza). Passaggio al bancomat per prendere quei due spiccioli che servono per il viaggio, altra tappa al distributore per mettere 20 euro di gasolio nel serbatoio dell’auto (il pieno lo faccio a bastia costa 20 centesimi meno al litro) e via in autostrada. Sono un centinaio di km tra la spezia e livorno, l’euforia di ritornare “a casa”, così come diciamo io mia moglie e mio figlio quando parliamo della Corsica, è tanta. Quest’anno poi è in previsione di cominciare a cercare una casa da comprare quindi siamo ancora più euforici. Dopo pochi km di autostrada l’euforia svanisce. Mi sembra di aver preso un insetto e invece no, è un sasso… cavoli mi ha scheggiato il parabrezza… la storia comincia male. Arrabbiato come un orso proseguo sperando che la scheggiatura (mi costerà 310 euro di sostituzione del parabrezza al rientro in italia) non si espanda. Arriviamo a Livorno verso le 7.20 il piazzale è vuoto, quindi mi fanno salire immediatamente e alle 7.45 (ma non dovevano essere le 8.00?) si parte. Il viaggio è tranquillo, il mare è una tavola. Se si esclude la solita ballata nella prima ora davanti a livorno (ma ormai siamo abituati), è anche noioso. Oramai noi, insieme ad altri che come noi da anni percorrono la tratta, ce ne stiamo nel salone a giocare con i tablet o a leggere un libro. Alle 12.00 siamo a Bastia e poi si sbarca.

L’arrivo a Bastia è, come tutti gli altri anni, caotico per la presenza di diversi traghetti in arrivo e in partenza, almeno 3 oltre al nostro. Comunque la voglia di respirare l’aria dell’isula è tanta e quelli sono piccoli dettagli. Quest’anno la presenza di un traghetto delle Sncm attraccato senza nessuna auto in attesa dell’imbarco mi ha fatto pensare (e non mi sbagliavo, ma questo lo racconterò più avanti), ma in quel momento il problema del vetro era prioritario ma risolvibile. Infatti, appena sbarcati ci siamo fiondati letteralmente verso furiani dove c’è un centro commerciale molto grosso con un ipermercato, un centro per il bricolage, e altre attività e dove ho trovato quello che cercavo…. un cianoacrilato (tipo loctite) adatto per il vetro da mettere nella scheggiatura in modo che il parabrezza non si rompesse del tutto (anche se l’interno era integro). Fatto questo, che era la priorità, siamo rientrati in città e ci siamo diretti a saint florent passando dal col de Teghime. Comincio con il dirvi che il bello di questo tragitto non è certo nella strada (è la peggiore che si possa scegliere per raggiungere l’ile rousse) ma nel panorama che salendo si vede e che permette di spaziare a 180° dagli stagni sulla ds al capo corso sulla sx alla capraia davanti, e proprio l’isola della capraia (che se muniti di un binocolo abbastanza potente si vede in tutti suoi dettagli) è lo spettacolo nello spettacolo.

La strada è abbastanza piacevole in diversi punti. Dallo scorso anno stanno lavorando per allargarla, e in una mezz’ora camminando piano si arriva sulla sommità. Lì c’è un monumento in ricordo dei goumiers (truppe coloniali) che durante la guerra del 40/45 combatterono e si fecero massacrare in quei luoghi. Il monumento (che è quello che ho come avatar) è in arabo e in francese, ed è completato da un pezzo di artiglieria posto lì ad imperituro ricordo della guerra, e che per me è il mio personalissimo termometro sulla situazione dell’isola… se quando arrivo lì trovo le auto della police national a presidiare il monumento vuol dire che c’è maretta, se non c’è nulla la situazione è tranquilla. La strada, appena scollinato, diventa subito ripida, ma nel contempo offre subito lo scorcio del mare del golfo di saint florent. Sono pochi km di discesa per arrivare a Parimonio, un luogo che paesaggisticamente non ha nulla, ma è il luogo dove si produce uno dei vini più famosi e migliori di tutta la corsica (dipende da che qualità si prende costa pure un patrimonio). Ancora pochi km e si arriva a saint Florent. Sono le 15 e non abbiamo ancora pranzato (se si esclude un toast consumato a bordo) la fermata a Saint Florent è d’uopo e necessaria prima del salto verso l’ile rousse, attraverso il desert des agriates…

La fermata a Saint Florent è il primo assaggio per respirare un po’ di aria di corsica (bastia è una città e non ha più l’anima puramente corsa). Il primo posto turistico che si incontra su questo percorso ma è anche il posto probabilmente più vip della zona (visti gli yacht ancorati fa concorrenza a Portovecchio). Tanto per cominciare diciamo che ha un bel parcheggio, a pagamento, vicino al molo e con prezzi umani. Utilissimo per chi vuole fare una visita mordi e fuggi oppure fermarsi a prendere un caffè per interrompere il viaggio. Dal molo si possono vedere le barche dei pescatori e spesso e volentieri, cosa assai rara ovunque, i pescatori che stendono le reti. Il paese ha mantenuto l’impronta ligure con la cittadella in alto e il paese arroccato sotto, con le case che sono costruite in modo da formare una sorta di barriera difensiva. In poche parole le case servivano nei secoli scorsi sia da abitazione che da difesa contro le incursioni barbaresche non avendo su quel lato alcun approdo e chi si avventurava nella porzione di mare poteva essere preso d’infilata sia dalla cittadella che dalle case…

Continuando il giro del paese “vecchio” degna di nota la piazza sotto la cittadella e la fontana. Per il resto, come in ogni posto turistico ci sono negozi di souvenir e ristoranti. Personalmente non ritengo saint florent un posto idoneo a passarci delle ferie lunghe. La mancanza o meglio la presenza di poca spiaggia limita molto. Certo vicino ci sono le spiagge di lodo e saleccia, fra le più belle della Corsica, però il costo, a mio parere esagerato, 30€ a testa per il viaggio in fuoristrada e 16 con le popeye il traghetto, rendono estremamente dispendioso recarcisi tutti i giorni. Va bene che in ferie uno non sta attaccato al centesimo, ma spendere 50 euro (in 3) al giorno solo per andare in spiaggia mi sembrano eccessive.

Il giro del paese è rapido nell’attesa che nel bar dove andiamo si liberi un tavolino all’aperto… tanto per vedere che nulla è cambiato. Visto che un tavolo è libero ci sediamo per mangiare qualcosa che, in definitiva più di un pranzo è una colazione (caffè all’italiana, aranciata, un paio di tramezzini un gelato). Una mezz’ora di relax seduti al tavolo leggendo il corse matin (tanto per sapere due notizie locali) e si riparte. Notiamo però un dato stupefacente, l’assenza quasi totale di francesi continentali, italiani, tedeschi, auto dell’est e auto francesi che non abbiano la targa 2b o 2a (Bastia ed Ajaccio) praticamente niente e la cosa ci sembra strana… ok, lo scorso anno in concomitanza al nostro arrivo c’era la partenza del tour de france e quindi c’era molta più gente del solito ma quest’anno non c’è proprio nessuno. Tornando verso l’auto leggo di sfuggita un cartello… un tipo di merce è terminata non per volontà del negozio ma per cause diverse. La cosa mi incuriosisce e mi sembra strana come è strana l’aria che si respira (preoccupazione). Interpreto questi due segnali come un segnale che la crisi economica si sta facendo sentire anche in francia (sono diversi anni che amici corsi mi dicono che anche in francia cominciano ad esserci problemi). Tranquilli e rilassati ci prepariamo al passaggio del desert des agriates.



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