Portogallo on the road 9
Indice dei contenuti
Prima di tutto alcune info pratiche
Per dormire abbiamo prenotato quasi tutti gli alberghi prima di partire e qualcuno quando eravamo già lì tramite Booking, non era alta stagione e abbiamo trovato molti turisti solo nelle due città principali, Porto e Lisbona
Per organizzare il viaggio abbiamo usato le guide della Mondadori e Lonely planet (per Lisbona) e come sempre i preziosi consigli dei diari di viaggio dei tpc.
Se noleggiate la macchina in Portogallo mi raccomando ricordatevi di affittare anche il dispositivo elettronico Viagem (una sorta di nostro Telepass) per il pagamento delle autostrade poiché alcune autostrade (specie nel nord e in Algarve) si possono pagare solo in questa maniera e l’alternativa per il pagamento è quella di recarsi in un ufficio postale entro 5 giorni lavorativi. Le autostrade sono sgombre da traffico e in ottime condizioni, molte sono nuove.
Le tappe di viaggio in Portogallo sono state le seguenti:
21 ottobre Braganca
22-23 ottobre Oporto
24 ottobre Foresta nazionale di Bussaco
25 ottobre Batalha
26 ottobre Obidos
27 ottobre Sintra
28-31 ottobre Lisbona
MARTEDì 21 OTTOBRE: BRAGANCA
Dopo la mattinata trascorsa a visitare la bellissima Salamanca (la consiglio vivamente anche se rimane un po’ scomoda da raggiungere dall’Italia ma la si può integrare in un tour della Castilla e Leon insieme a incantevoli città come Segovia, Avila e Burgos) partiamo alla volta del Portogallo e della città di Braganca in cui arriviamo nel tardo pomeriggio. E qui ci assale lo sconforto…diciamo che non è stato il massimo cominciare il nostro tour portoghese con questa città. Le guide me la segnalavano come meta turistica, in realtà impattiamo nella desolazione più completa e in un imponente senso di decadenza che pervade la città vecchia quasi completamente abbandonata al proprio destino con molti negozi sfitti e edifici diroccati. Sapevo che la crisi nel nord-est del Portogallo si era fatta sentire parecchio ma non immaginavo fino a questo punto… Ci dirigiamo verso il castello sperando di incontrare qualche anima viva ma anche qui nel villaggio all’interno delle mura tutto chiuso e solo qualche abitante diffidente alle finestre, ci siamo sentiti come in un film ambientato in un futuro post-apocalittico. Ma ogni esperienza di viaggio, qualunque essa sia, ha il suo fascino e un momento da ricordare e per noi questo momento corrisponde al Solar bragançano, il ristorante che abbiamo trovato per cena (non che ci fossero molte alternative…). Sembra di tornare indietro nel tempo in questo enorme locale arredato con mobilio d’epoca e gestito da due signori eleganti e raffinati, ci hanno fatto sentire come nobili d’altri tempi, abbiamo mangiato benissimo, crema di zucca e cinghiale con le castagne e uvetta il tutto annaffiato da un ottimo rosso della casa. Al momento del conto (25 euro a testa) il proprietario ci ha offerto a entrambi del Porto invecchiato 10 anni… Spero davvero che questa cittadina possa riprendersi dal punto di vista turistico ed economico perché il castello merita e i due proprietari del ristorante ci hanno lasciato davvero un bel ricordo…
MERCOLEDì 22 OTTOBRE: BRAGANCA-PORTO
Ci svegliamo presto dal momento che oggi ci aspetta uno degli spostamenti più lunghi dell’intero viaggio. La destinazione finale è Porto ma abbiamo previsto di allungare il tragitto per poter vedere la Casa de Mateus, Guimaraes e il santuario Bon Jesus da Monte (vicino Braga). Sulla strada per Vila Real cercavamo qualcosa di interessante da vedere e lo abbiamo trovato nella Casa de Mateus: a circa un’ora da Braganca questa bella villa storica esempio della architettura barocca portoghese presenta dei giardini molto curati la cui attrazione principale è rappresentata dal tunnel dei cedri (lungo 35 metri ed alto 7,5) e lunghe distese di vigneti (le cui foglie in questa stagione presentavano colori meravigliosi). Per mancanza di tempo abbiamo visitato solo i giardini ma con qualche euro in più si può entrare anche dentro al palazzo (la cui facciata compare sull’etichetta del famoso vino Mateus rosè).
Ripartiamo per dirigerci verso nord nella verde regione del Minho e lungo la strada decidiamo di fermarci per pranzo ad Amarante, una cittadina davvero graziosa la cui vita ruota tutta intorno al fiume e a un grande ponte romano che collega la chiesa di San Gonzalo alla via principale del piccolo paese dove si trovano tante osterie con un terrazzino sospeso sul fiume Tamega. Noi scegliamo Lusitana (Rua 31 de Janeiro 43) dove il simpatico proprietario che parla un italiano stentato ci consiglia un delizioso capretto con patate riso e insalata accompagnato dal vinho verde tipico di questa regione.
Ripartiamo per Guimaraes per una sosta veloce in questa graziosa città medievale (sarà la prima e l’ultima senza i saliscendi spezzagambe tipici di ogni città portoghese!) con vicoli caratteristici e molti studenti universitari con la divisa tipica (abito scuro con mantello e copricapo nero) che pare abbia ispirato i film del maghetto Harry Potter. Guimaraes è una città davvero piacevole ricca di storia e a malincuore dobbiamo lasciarla per incamminarci verso la prossima tappa ovvero il santuario del Bon Jesus da Monte ancora più a nord. Attraversiamo Braga (che ahimè non riusciremo a vedere per mancanza di tempo) e iniziamo a salire in collina verso questo santuario dei primi dell’800. Ci porta in cima una funicolare di legno risalente al 1882 (la più vecchia al mondo tuttora in uso) che utilizza l’acqua come energia motrice e arranca cigolante in salita (l’alternativa è farsi tutti la scalinata a piedi fino in cima). La vista che si gode dal santuario sulle verdi colline del Minho è molto affascinante e permette di farsi una bella idea di questa verde regione, mentre la scalinata del santuario mi ha colpito molto per la sua grandezza, certo avrebbe sicuramente bisogno di un restauro che gli donerebbe i fasti di un tempo.
Si sta facendo buio, siamo stanchi e decidiamo di ripartire per Porto che dista un ora circa da Braga; la strada corre veloce e in poco tempo arriviamo in centro città. Girare in macchina a Porto è davvero complicato, strade strette e trafficatissime e pedoni che si buttano in mezzo alla strada per attraversare, noncuranti del semaforo pedonale rosso! Con non poca difficoltà riusciamo a trovare il nostro hotel, il B&B Porto Centro in Praca da Batalha, un vecchio cinema Art Deco ristrutturato e dotato di moderne anche se piccole camere. Unica pecca la colazione a pagamento, noi abbiamo preferito optare per una deliziosa pasticceria nelle vicinanze che offriva ottimi pasteis de nata (il dolce tipico portoghese). Dopo una veloce doccia usciamo alla ricerca di un posto dove cenare e ci dirigiamo verso la Ribeira, sapendo che in questa zona turistica della città lungo la sponda del Douro non avremmo fatto fatica a trovare un locale dove sfamarci. Chiedo a una ragazza del posto dove poter mangiare qualcosa e lei mi consiglia di attraversare il ponte di ferro Dom Luis I e cercare un posto sull’altra sponda del fiume, a Vila Nova de Gaia dove ci sono locali meno frequentati da turisti, più economici e con la stessa qualità del cibo…ci sediamo alla Taberninha do Manel situata sul lungoDouro con una vista incantevole sulla città di Porto. Mangiamo fuori grazie al clima mite gustandoci un mix di olive, prosciutto locale e pane fatto da loro come antipasto e a seguire un ottimo baccalà con patate. Torniamo in camera satolli e soddisfatti non prima di esserci arrampicati lungo una scalinata infinita che ci riporta alla parte alta della città (l’elevador era già chiuso) e che ci permette di digerire l’abbondante cena!
GIOVEDì 23 OTTOBRE: PORTO
Giornata intera dedicata alla scoperta di questa città. Iniziamo con la stazione di Sao Bento il cui ingresso principale è ricoperto interamente da azulejos per poi proseguire fino alla Sé, la cattedrale della città dove consiglio di visitare il chiostro. Poi ci inoltriamo per i pittoreschi vicoli in discesa delimitati da case diroccate che ci conducono alla Ribeira (vista di sfuggita la sera precedente) dove ammiriamo le tipiche case che guardano il fiume, dimore un tempo non troppo lontano di marinai e di tutti coloro dediti al commercio fluviale. Sul fiume ormeggiano le tipiche imbarcazioni per il trasporto del Vino Porto nei tipici barili di legno (ora usate per portare i turisti in crociera fluviale fino a ridosso dell’Oceano Atlantico alla foce del fiume Douro). Dalla Ribeira si risale verso la parte alta della città e si incontra il Palacio da Bolsa del XIX secolo che decidiamo di non visitare a causa di lavori di ristrutturazione al suo interno (dicono essere molto bello). Risaliamo ancora fino ad arrivare alla Torre Dos Clerigos, simbolo della città dalla quale si può godere una incantevole vista a 360 gradi. Essendo mia moglie una fan della saga cinematografica di Harry Potter una tappa obbligatoria è stata la Livraria Lello e Irmao (Rua das Carmelitas 144), una piccola libreria in cui sono state girate delle scene del film “Harry Potter e la camera dei segreti”. La scala di legno dalla forma davvero strana è molto particolare e si staglia imponente al centro della libreria. Non si possono scattare fotografie all’interno e c’è sempre un notevole afflusso di gente a tutte le ore ma una breve visita qui dentro dovete assolutamente programmarla! Continuando il nostro tour ci avviciniamo alla parte più moderna e meno “decadente” della città rappresentata dal lungo viale che porta dinnanzi al municipio. Svoltando a destra si arriva al Mercado de Bolhao che sinceramente mi ha deluso un po’… mi aspettavo di trovare qualcosa di meglio con decine di bancarelle di pesce carne o prelibatezze varie ma siamo rimasti delusi poiché al nostro arrivo c’erano poche e sporche bancarelle aperte. Sono già le due del pomeriggio e la fame inizia a farsi sentire, decidiamo di provare la deliziosa Francesinha del Caffè Santiago (Rua Passos Manuel 226), il famoso sandwich di Porto inventato da un emigrante portoghese che consiste in due fette di toast con all’interno diversi tipi di carne il tutto ricoperto da una colata di formaggio fuso e uovo.
Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Vila Nova de Gaia al di là del fiume e scendiamo con la teleferica (suggestiva ma costosa) che si prende dalla cima del ponte di ferro per provare una degustazione del celebre vino liquoroso Porto presso una delle tante cantine che lo produce: scegliamo la Sandeman, forse la più turistica ma anche la meglio organizzata per chi come noi ha poco tempo (tour guidato di trenta minuti a 5 euro a testa con degustazione finale di due tipi di Porto). Decidiamo di chiudere il nostro pomeriggio con un concerto di fado in un negozio di strumenti musicali scoperto per caso (Casa da guitarra in Av Vimara Peres 72, proprio all’inizio del ponte Dom Luis I): assistiamo a un magnifico ed emozionante concerto a soli 5 euro con degustazione di Porto offerto nella pausa. Se passate per questo negozio informatevi assolutamente su orari e giorni in cui si tiene questa rappresentazione e non ve ne pentirete. Stanchi rientriamo in albergo per poi andare a cena al Novo Mondo (Rua des Caldeireiros 73), locale surreale a gestione familiare con pochissimi tavoli e dove il proprietario ti mostra i piatti del giorno su una unta tovaglia di carta attaccata alla porta. Cibo semplice e genuino (zuppa e polpette fritte di baccalà con riso e insalata) a soli 8 euro a testa! Non lasciatevi intimorire dall’esterno ed entrate fiduciosi!
VENERDì 24 OTTOBRE: PORTO-BUSSACO
La mattina seguente, avendo già praticamente visto tutta la città, decidiamo di recarci verso il mare alla foce del fiume Douro con un caratteristico tram in legno. Il percorso in tram dura circa una mezz’oretta e una volta arrivati a Passeio Alegre ci si incammina verso il molo sul quale si infrangono con violenza le possenti onde dell’Oceano Atlantico. Qui non c’è praticamente nulla da vedere (di carino ci sono i giardini pubblici con palme e uccelli colorati), non lo consiglio a meno che non si sia già vista per bene tutta Porto e si abbia una mezza giornata libera come noi. Torniamo a pranzare con una francesinha al caffè Santiago e poi ci rimettiamo alla guida…Ah dimenticavo! Se si arriva a Porto in macchina è fondamentale scegliere un hotel con il garage privato perché parcheggiare a Porto è praticamente impossibile!
La nostra prossima tappa è la cittadina di Aveiro distante circa 50 minuti di macchina da Porto in direzione sud. Ci accoglie una località di pescatori con tante case colorate e un bel mercato del pesce nella piazzetta principale, c’è anche la possibilità di fare un escursione in barca nei canali di Aveiro ma per chi come noi ha in casa bellezze come Venezia si può anche soprassedere… Ci concediamo una merenda in una pasticceria del centro dove decidiamo di provare le specialità tipiche del posto, le cosiddette “uova molli” (ovos moles), dolcetti poco più grandi di una noce con una superficie d’ostia e il ripieno di tuorlo e zucchero, a dir la verità non ci hanno fatto impazzire perché, indipendentemente dal fatto di essere una vera e propria bomba calorica, sembra proprio di mangiare un uovo sodo accompagnato da un sapore dolciastro! Decidiamo poi di andare a vedere il tramonto sull’oceano (un fuori programma che si rivelerà il momento più magico della vacanza) a Costa Nova, località di villeggiatura a circa 10 minuti di macchina da Aveiro: ci accoglie un incantevole villaggio di pescatori unico nel suo genere con pittoresche e originali casette con facciate di legno a righe colorate che ci catapulta in un’atmosfera d’altri tempi. Queste strisce colorate orizzontali o verticali ricordano molto le canotte dei gondolieri e a me hanno fatto venire in mente quei costumoni a righe da uomo anni ‘50. Ci dirigiamo alla spiaggia battuta da un forte vento con le dune levigate, in mare ci sono diversi surfisti che si esibiscono in acrobazie sui cavalloni imponenti. Ci sediamo in un bar sulla spiaggia e baciati dall’ultimo sole ci godiamo quello che sarà il tramonto più bello e romantico di tutta la vacanza.
Riprendiamo la nostra Opel Corsa e ripartiamo per il Bussaco Palace Hotel che ci lascerà a bocca aperta. Attraversiamo in macchina paesini d’entroterra isolati senza incrociare anima viva per diversi chilometri fino a quando arriviamo all’ingresso di questo enorme foresta (di Bussaco appunto) all’interno della quale si dovrebbe trovare il nostro albergo. Il palazzo di Bussaco è uno splendido esempio di architettura gotica-manuelina, costruito alla fine del XIX secolo nel posto dove si trovava il Convento de Santa Cruz, di cui rimangono il chiostro e alcune celle. E’ stata la residenza di caccia della famiglia reale. All’interno pezzi di arredo pregiati, quadri antichi e statue di marmo. Camere datate e non proprio confortevoli ma dormire in questo scenario da sogno fa dimenticare anche l’assenza di qualche comfort. L’atmosfera magica di questo posto e il meraviglioso parco nel quale è immerso è ahimè inversamente proporzionale alla cena che si è obbligati a fare nel ristorante dell’hotel dato che intorno non c’è assolutamente nulla. Sicuramente l’ambientazione è da 10 e lode all’interno di un salone con lampadari di cristallo, il vino è il loro con un’ampia scelta ma il cibo non è dei migliori e il conto non è proprio in linea con gli standard portoghesi…
SABATO 25 OTTOBRE: BUSSACO-BATALHA
Questa mattina ci avventuriamo nella grande foresta di Bussaco purtroppo devastata da un inaspettato tifone di vaste proporzioni che ha colpito il Portogallo centrale nel gennaio 2013: i segni della devastazione permangono ancora ma grazie al lavoro di numerosi volontari il parco sta lentamente cercando di tornare al suo stato originale. La parte più interessante del parco è quella a est del palazzo dove si trova la Valle dos Fetos piena di belle felci e la Fonte Fria con un laghetto in fondo abitato da un bellissimo cigno; il resto del parco ha purtroppo subito diversi danni con alberi divelti e alcune delle piccole cappelle poste lungo il percorso della Via Crucis danneggiate.
Riprendiamo la macchina in direzione della cittadina universitaria di Coimbra per una visita veloce della città e dell’università: l’impressione anche se l’abbiamo vista solo un paio d’ore è quella di una graziosa città adagiata sul Rio Mondego che presenta una antica e affascinante cattedrale e una delle università più antiche d’Europa.
La prossima tappa della nostra giornata on the road è Tomar col suo Convento de Cristo dove arriviamo alle 16.30 un’ora prima della chiusura (attenzione perché in bassa stagione i monumenti e i musei in Portogallo chiudono abbastanza presto). Il Convento de Cristo è un enorme fortezza del XII secolo appartenuta ai cavalieri templari, uno dei monumenti storici più importanti e meglio conservati del Portogallo. Calcolate minimo un paio d’ore per poterlo girare tutto, da non perdere la Charola e i numerosi chiostri. Se avete intenzione di visitare anche i monasteri di Batalha e Alcobaça sappiate che si può fare un biglietto unico per tutti e tre i monumenti patrimonio dell’Unesco in maniera da risparmiare qualcosina. Dopo la visita al Convento ci concediamo un’oretta in giro per Tomar e incappiamo in una festa di paese molto simile alle nostre con luna park e bancarelle che vendono di tutto, assaggiamo un pan con chorizo squisito. Si è fatto buio e ripartiamo per Batalha dove arriviamo al nostro hotel, il Mestre Afonso Domingues posto proprio di fronte al monastero che visiteremo domani mattina. Cena di baccalà all’ottimo Vintage, il ristorante dentro all’hotel e poi crolliamo nel letto. Batalha è un paesino anonimo la cui vita ruota tutta intorno alla cattedrale, quindi è comodissimo da usare come tappa intermedia per dormirci solo una notte per poi poter visitare il monastero la mattina seguente
DOMENICA 26 OTTOBRE: BATALHA-OBIDOS
Passiamo la prima parte della mattinata a visitare il monastero (calcolate un’ora per vederlo bene, da non perdere la cappella incompiuta e il chiostro con l’adiacente sala capitolare dove due militari stanno di guardia alla tomba del milite ignoto) per poi rimetterci in marcia verso Nazaré dove ci regaleremo il pranzo migliore di tutta la vacanza. Prima facciamo una breve sosta ad Alcobaça per vedere al volo il monastero de Santa Maria, patrimonio dell’Unesco. L’ingresso alla chiesa è gratuito come per Batalha mentre si paga per visitare il chiostro e gli ambienti interni cosa che non facciamo per mancanza di tempo.
Ripartiamo per la pittoresca cittadina marittima di Nazaré, quando arriviamo a destinazione troviamo un’atmosfera magica ad accoglierci. Onde altissime si infrangono fragorose sulla battigia, in spiaggia molte famiglie con bambini e coppie che approfittano della calda giornata di sole e qua e là anziani pescatori riconoscibili dalla camicia a scacchi che tessono le reti da pesca e chiaccherano all’ombra dei porticati. Una donna vestita di nero seduta sulla strada principale del paese che tiene in mano un cartello per affittare camere a turisti e un odore di pesce grigliato che ci invoglia a cercare subito un posto dove pranzare. Nazarè è disposta su due livelli: lungo la costa la cittadina appena descritta mentre su un promontorio sovrastante si trova Sitio collegata a Nazaré da una veloce funicolare. Da Sitio la vista è incredibile, l’oceano si staglia in tutto il suo splendore e il colpo d’occhio su Nazarè è impressionante. Decidiamo di cercare a Sitio un posto dove mangiare e lo troviamo in una delle sue vie interne, da O Buzio in Rua Teofilo Braga 4: qui proviamo finalmente il tanto decantato Arroz de Marisco, ci portano un grande pentolone pieno di crostacei vongole cozze il tutto accompagnato da riso e immerso in un brodetto molto saporito (simile a una zuppa di pesce). Anche i piatti che arrivano agli altri tavoli sono davvero invitanti ci colpisce un maxi spiedone verticale con infilati gamberi e carne (credo salsiccia), mi sento davvero di consigliare questo posto a chiunque si trovi in vacanza a Nazaré! Con la pancia piena riscendiamo sulla costa per stenderci una mezz’oretta in spiaggia e mentre io me la dormo di brutto mia moglie viene completamente lavata da un’onda improvvisa mentre cerca di immortalare questi meravigliosi cavalloni… Compriamo un pantalone e una maglietta di ricambio in uno dei numerosi negozietti presenti sul lungomare e ripartiamo alla volta di Obidos, una delle cittadine con la cinta muraria medievale meglio conservata del Portogallo.
Obidos è un piccolo gioiello e passeggiare al tramonto sulle sue mura che sovrastano le case bianche all’interno dà una sensazione di relax unica. Il nostro hotel è l’Estalgem do Convento appena fuori dalle mura (una cinquantina di metri e si è subito nel centro del paese), un convento ristrutturato e trasformato in albergo. Dopo una rinfrescante doccia ci dirigiamo a cena al Tasca Torta, un localino dal design moderno in cui ci portano un interessante selezione di affettati e formaggi locali e un filetto con patate. A Obidos consiglio di non perdersi il giro completo sulle mura medievali (attenzione che non hanno protezioni dal lato interno!) e di perdersi fra le viuzze del paesino; lungo la via principale quella che va dalla Porta da Vila decorata con azulejos al castello si trova la maggior parte dei ristoranti e negozietti e una libreria davvero originale ricavata da un ex mercato biologico, con i libri contenuti in cassette di legno e in cui si vende anche frutta e verdura.
LUNEDì 27 OTTOBRE: OBIDOS-SINTRA
Iniziamo la mattinata con un altro giretto per Obidos, i negozi sono ancora chiusi così come i bar e ci godiamo la quiete prima dell’arrivo dei molti turisti che ogni giorno accorrono anche dalla vicina Lisbona. Ci rimettiamo in marcia destinazione Peniche e nel giro di una ventina minuti siamo già su una delle spiagge più frequentate dai surfisti di tutto il mondo: le onde sono alte ma quello che più colpisce è la lunghezza di questa spiaggia che sembra non finire mai; ovunque gruppetti di surfisti alle prime armi con l’istruttore che insegna a loro le tecniche disegnando sulla sabbia con un rametto e in acqua surfisti esperti si divertono con evoluzioni spettacolari! Peniche è famosa per essere una delle tappe del mondiale di surf oltre ad essere un paese molto grazioso. La tappa seguente è Cabo Carvoeiro a 2 km da Peniche, nel punto più occidentale della penisola omonima, una scogliera selvaggia alta 25 metri dominata da un maestoso faro.
Da Cabo Carvoeiro ci dirigiamo verso Sintra, cittadina a trenta minuti da Lisbona ricca di palazzi costruiti nei primi del novecento da architetti visionari e imprenditori fuori dagli schemi. Il palazzo che decidiamo di visitare oggi pomeriggio è quello di Monserrate. Il parco è bellissimo e molto curato pieno di piante locali e specie da tutto il mondo, mentre il palazzo è in fase di restauro e quindi non lo apprezziamo pienamente. Lasciamo Monserrate per dirigerci verso la tappa che più aspettavo da tutta la vacanza…Cabo da Roca! Il punto più occidentale del continente europeo (si intende terraferma) ha sempre suscitato in me un grande fascino evocato anche dalle parole di Camoes che così lo descrive:” il luogo dove finisce la terra e comincia il mare”. Il vento soffia impetuoso e i verdi prati lasciano posto a impervie scogliere. Il consiglio è quello di arrivare fin quassù al tramonto quando tutto si colora di un arancione intenso! Soddisfatti e appagati da questo momento rientriamo verso Sintra al nostro hotel di stanotte, il Tivoli Sintra (si può trovare di meglio, camere vecchie con moquette puzzolente e accoglienza alla reception un po’ freddina…). L’aspetto positivo è che siamo in pieno centro proprio di fronte al Palàcio Nacional de Sintra quindi non ci è difficile trovare un ristorante per la sera anche se ci aspettavamo molta più ressa data l’affluenza vista nel pomeriggio ma probabilmente erano tutti turisti provenienti da Lisbona in giornata. Scegliamo la trattoria Alcobaça dove mangiamo il piatto del giorno, un passabile pollo cotto nella birra accompagnato da un’insalata mista.
MARTEDì 28 OTTOBRE: SINTRA-LISBONA
La mattina seguente dobbiamo decidere quale edificio fra il Palacio da Pena e la Quinta da Regaleira visitare dal momento che aprono alle 10 e considerando che vogliamo essere a Lisbona per il primo pomeriggio sappiamo che non riusciremmo a vederli entrambi. Avendo letto che il primo risulta molto bello visto da fuori ma deludente all’interno optiamo per la Quinta da Regaleira (e non ce ne pentiremo!). Rimaniamo a bocca aperta non tanto per l’edifico quanto per i giardini che la circondano: nella tenuta si trovano laghetti, grotte e labirinti sotterranei nonché statue e stranezze architettoniche con numerosi riferimenti all’esoterismo, all’alchimia e alla mitologia classica, il tutto concepito a inizio del 1900 dalla mente eccentrica del suo proprietario, l’imprenditore António Augusto Carvalho Monteiro. Da non perdere la coppia di pozzi con scale a chiocciola che scendono nell’entroterra collegati tra loro da cunicoli sotterranei.
Verso mezzogiorno, dopo un paio d’ore immersi nelle stranezze di questa affascinante tenuta, prendiamo la nostra macchina e partiamo verso Lisbona che raggiungiamo in soli 40 minuti di viaggio. Riconsegniamo la nostra Opel Corsa con un filo di malinconia alla Hertz dell’aeroporto e prendiamo un taxi per raggiungere l’Holiday Inn Express (Rua Alexandre Herculano,40) dove passeremo le ultime tre notti del nostro viaggio. Consiglio vivamente questo hotel distante circa 15 minuti a piedi dal Rossio (che equivale a centro città), il personale giovane e disponibile, la ottima pulizia delle camere e le finestrone insonorizzate che danno sulla strada abbastanza trafficata ci hanno fatto trascorrere delle giornate davvero molto rilassanti. Dopo una breve pennica di mezz’oretta usciamo dall’hotel e scendendo lunga la Avenida da Liberdade ci dirigiamo verso il quartiere della Baixa passando davanti alla Stazione del Rossio con la sua bella facciata neomanuelina. Decidiamo di seguire l’itinerario suggerito dalla guida Lonely Planet di Lisbona che ci catapulta in un viaggio nel tempo fra vecchi negozi di cappelli o fili e bottoni, pasticcerie in funzione dall’ottocento e minuscole botteghe che vendono baccalà al chilo pesato su bilance d’epoca. A questo proposito da non perdere la piccola Conserveira de Lisboa (in Rua dos Bacalhoeiros 34) risalente agli anni ’30 che vende solo pesce in scatola di tutti i tipi- le sue pareti sono piene di scatolette colorate-, l’ideale per comprare un simpatico souvenir per amici e parenti. In seguito è d’obbligo fermarsi da A Ginjinha in Largo de Sao Domingos 8 per bere il famoso liquore portoghese di Obidos servito in bicchierini di vetro dal proprietario proprio sotto il ritratto di Espinheira, inventore della bevanda.
Il sole sta tramontando e decidiamo di andare ad ammirare il tramonto sulla città dalla sommità dell’antico Elevador de Santa Justa (uno dei tanti elevador della città, l’unico in verticale), la fila è molto lunga quindi se volete arrivare in cima per il tramonto calcolate una buona mezz’oretta di coda (in bassa stagione!). Dopo l’affascinante tramonto dalla terrazza dell’elevador ci inoltriamo alla scoperta dei quartieri Chiado e Bairro Alto in cui si trovano tanti negozi bar e ristoranti. Scegliamo di fare un aperitivo in un locale davvero caratteristico, l’Old Pharmacy (Rua Diario de Noticias 83) una vecchia farmacia trasformata in un piccolo pub con delle botti come tavolini e scaffali antichi pieni di bottiglie di vino. Luci soffuse e colorate completano un’atmosfera davvero particolare. Da non perdere per gli amanti del buon vino. Per cena incappiamo per caso in un locale che non ci deluderà per niente, il Toma là-dà-cà (in Travessa do Sequeiro, 38): ci invoglia il fatto che fuori ad aspettare un tavolo libero ci sia tutta gente del posto e dopo una breve attesa ci fanno sedere e possiamo degustare del buon tonno e salmone grigliato accompagnato da verdure con un ottimo rapporto qualità prezzo. Rientriamo in albergo dopo una lunga e affascinante passeggiata per le vie del Bairro Alto piene di turisti e gente del posto che affollano i numerosi locali del quartiere.
MERCOLEDì 29 OTTOBRE: LISBONA
Iniziamo la seconda giornata a Lisbona con un tour sul famoso tram 28 che scorrazza cigolante lungo i quartieri più affascinanti della città (Graça, Alfama, Baixa e Chiado fino ad arrivare a Estrela). Personalmente non mi ha entusiasmato troppo forse anche per via del notevole affollamento presente a bordo (occhio ai borseggiatori!); consiglio comunque per prenderlo di recarsi in Praca Martin Moniz (inizio tratta) sul presto per evitare lunghe code e una volta entrati di sedersi a destra per poter ammirare meglio gli scorci sul fiume Tago (cosa che non ho fatto io e me ne sono pentito). Una volta arrivati a Estrella si hanno due possibilità, o tornare indietro con lo stesso tram ma bisogna fare un nuovo biglietto oppure incamminarsi di nuovo verso il centro a piedi come abbiamo fatto noi. Prima fermatevi a vedere la bella Basilica de Estrela (di fronte al capolinea del tram 28) e poi rilassatevi nei Jardim de Estrela. Dai giardini poi ci siamo diretti in Rua de Sao Bento per ammirare l’imponente facciata del Palacio da Assembleia da Republica (il Parlamento portoghese) per poi ritornare nel quartiere del Chiado dove abbiamo fatto una sosta allo storico Caffè A Brasileira per una fotografia con la statua di Pessoa. Scendiamo nuovamente alla Baixa per risalire verso il Castelo da Sao Jorge fermandoci prima a vedere la Sé (la cattedrale, bella ma niente a che vedere con quella di Porto); sulla visita al castello mia moglie era un po’ scettica in quanto nel nostro tour on the road ne avevamo visti di veramente belli e avendo pochi giorni avrebbe preferito continuare a visitare il resto della città. In realtà la visita che dura circa un paio d’ore risulta davvero interessante e l’organizzazione è eccellente. Appena si entra c’è uno spettacolo per i turisti di falconeria, numerosi coloratissimi pavoni girano indisturbati per tutto il giardino, la vista sulla città è a dir poco superba (migliore di quella dai vari miradouro); da fare assolutamente la visita alla Camera Obscura situata all’interno di una torre dove un sistema di specchi e lenti proietta la città su una base concava bianca (le visite sono guidate in lingua inglese spagnola o portoghese, durano circa venti minuti e prendono solo 20 persone alla volta). Se avete poco tempo lasciate stare la zona degli scavi esterna alle mura del castello, non un granché.
Dopo un pranzo salutare con riso allo zafferano e verdure bollite al caffè del castello ci dirigiamo verso il quartiere dell’Alfama ma prima ci concediamo due foto al miradouro di Largo das Portas do Sol da cui si gode della vista sui tetti rossi di Graça e Alfama. Scendiamo nell’Alfama, è ancora primo pomeriggio e molti negozi sono chiusi ma riusciamo comunque ad assaporare l’atmosfera particolare che si respira in questo labirinto di vie strette e acciottolate con panni stesi al sole e le note malinconiche del fado che provengono dall’interno delle case: qui la gente chiacchera per strada e i bambini giocano nelle piccole piazze che si aprono improvvisamente. Scesi nuovamente a livello del Tago ci fermiamo in Praca do Comèrcio a guardare il tramonto sul fiume per poi rientrare in albergo non prima di aver degustato un’altra ginja accompagnati dalla musica suonata da un gruppo di artisti di strada.
Per cena grazie alla dritta di un nostro conoscente che aveva fatto un periodo di studio a Lisbona abbiamo prenotato in un ristorante davvero caratteristico, il Pharmacia. Il locale è arredato con i mobili d’epoca di una vecchia farmacia preesistente proprio a fianco al Museo della Farmacia. Tutto è a tema dall’acqua contenuta all’interno di un bottiglione di sciroppo al sale e pepe contenuti in fialette di vetro. La degustazione di gazpacho è servita all’interno di una provetta e il conto è portato dentro un barattolino sterile per le urine….davvero originale, ideale per passare una serata diversa dal solito. Particolare non trascurabile si mangia davvero bene non troppo economico (menu fisso 30 euro o petiscos da 8-9 euro l’uno) ma ci sta per il servizio che offrono e l’ambientazione! Ci dirigiamo poi a vedere la tanto decantata dal nostro amico erasmus Pink Street a Cais do Sodré: la città di Lisbona ha deciso di recupere una zona degradata della città colorando di rosa Rua Nova do Carvalho e decidendo l’apertura di locali notturni e bar parallelamente al recupero e valorizzazione degli immobili. Se vi trovate a passare in questa zona di movida affollata da giovani lisbonesi e turisti salite alla Pensão Amor (al civico 38) e non ve ne pentirete: ex bordello rinato come spazio artistico offre musica dal vivo, una libreria di testi erotici, boutique che vendono biancheria intima e addirittura un sexy shop. E’ un locale fuori dal comune dove ballare fino a tardi o semplicemente bere un cocktail su un comodo divano circondato da dipinti e statue a tema erotico (evitare il sabato sera se non si vuole fare coda per entrare).
GIOVEDì 30 OTTOBRE: LISBONA
Decidiamo di dedicare questo penultimo giorno nella capitale portoghese a Belém, un borgo fluviale che rievoca più che mai le grandi scoperte dell’epoca coloniale portoghese. Prendiamo il tram 15 da Praca da Figueira e dopo una mezz’oretta di viaggio scendiamo di fronte al maestoso Mosteiro dos Jerònimos in cui dovete assolutamente entrare per ammirare il soffitto di pietra! All’interno si trovano anche le tombe del navigatore Vasco da Gama e del poeta Camões. Ci dirigiamo poi verso il monumento costruito come tributo ai grandi esploratori e navigatori portoghesi, il Padrao dos Descobrimentos: è possibile salire in cima con un ascensore (costa 3 euro) per scattare bellissime foto del ponte 25 de Abril e del fiume Tago e per godere della brezza atlantica. Prima di pranzare visitiamo il Museu Colecção Berardo (ingresso libero!) che ospita diversi capolavori tra cui opere di Picasso, Pollock, Mirò e Warhol ma che resta ancora inspiegabilmente fuori dai principali circuiti turistici…
Per pranzo ci fermiamo sotto il gazebo con vista fiume dell’Este Oeste situato nella stessa struttura che ospita il Museu Berardo: se avete voglia di sushi o pizza questo è il posto che fa per voi, propone sia piatti tipici della cucina italiana sia dell’ottimo e fresco sushi (i cuochi giapponesi lo preparano in una cucina a vista all’interno del locale); prezzo un po’ sopra gli standard portoghesi ma a Belém non ci sono molti posti dove pranzare. Decidiamo poi di visitare la Torre di Belém e devo dire che può bastare vederla bene da fuori, il biglietto costa 6 euro e l’afflusso di gente è tale che si formano code sia per salire che per scendere lungo la stretta e claustrofobica scala a chiocciola (tempi di attesa di venti minuti/mezz’ora!!) Non si può lasciare il quartiere di Belém senza prima aver provato la celebre pastel de Belém all’Antiga Confeitaria de Belém (in Rua Vieira Portuense 72), preparata con ricetta segreta e servita calda e con una spolverata di cannella che la differenzia da tutti gli altri pasteis de nata serviti in tutta la città. Rientriamo nel centro città e ci dirigiamo al Miradouro de Sao Pedro per concederci un aperitivo al tramonto con vista sul castello.
L’ultima sera ci regala il momento più coinvolgente della vacanza! Stanchi e affamati ci dirigiamo alla Marisqueria Uma (Rua dos Sapateiros 177) per provare il loro Arroz de Marisco; avevo letto di questo posto sia da un diario di viaggio di un tpc che da tripadvisor, ero a conoscenza dei modi burberi e bruschi dell’anziano proprietario ma mai avrei pensato di non essere accettato nel locale perché a suo dire troppo tardi (erano solo le 21)… Uscendo sconsolato (già pregustavamo la loro succulenta zuppa di pesce) incrocio sulla porta 4 ragazzi italiani che avendo assistito alla scena ci invitano a sederci con loro dato che avevano prenotato per sei ma due di loro avevano dato forfait all’ultimo! Gioia immensa! Non potevano che essere studenti Erasmus per accogliere due perfetti sconosciuti al tavolo con loro! Abbiamo passato una serata molto piacevole mangiando un ottimo Arroz de Marisco e chiacchierando! Non conosco i loro nomi (effettivamente non ci siamo presentati…) ma chissà magari leggeranno questo diario di viaggio in modo da scoprire che li ringrazio davvero tanto!
VENERDì 31 OTTOBRE: lISBONA-ROMA
L’ultima mattinata la dedichiamo al Parque das Nações, progettato in occasione dell’Expo ’98 facilmente raggiungibile con la metro (fermata Oriente sulla linea rossa) principalmente per ammirare l’Oceanàrio di Lisbona, sicuramente il più bell’acquario europeo dopo quello di Genova, consigliatissimo per chi viaggia con bambini! Passeggiamo sul lungofiume circondati da grattacieli particolari (come la Torre Vasco da Gama a forma di caravella) e fotografiamo il ponte più lungo d’Europa (il Vasco da Gama sul fiume Tago). Ci lasciamo stupire dai giochi d’acqua del Caminho da Agua e dopo una pizza in uno dei tanti locali sul lungofiume ritorniamo alla Gare do Oriente (straordinaria stazione frutto dell’ingegno architettonico di Calatrava) per riprendere la metro verso l’hotel e recuperare i nostri bagagli. Questa zona della città è davvero moderna con edifici nuovi e bizzarri, in forte contrasto con la Lisbona che fino ad ora conoscevamo!
Recuperati i bagagli prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso l’aeroporto per prendere il volo che ci riporterà in Italia.
Questi giorni a Lisbona mi hanno davvero lasciato il segno, mi ero preparato alla visita di questa città rileggendo un libro che mi aveva molto colpito nella mia adolescenza, Sostiene Pereira di Tabucchi e sarà per il coinvolgimento emotivo nel vedere i luoghi descritti sarà per il fascino d’altri tempi della città ma mi sento davvero di consigliarla a tutti!