Una settimana in giro per Zanzibar, in Vespa
A chi ha un po’ di dimestichezza in materia di guida su due ruote e di guida in Africa consiglio di noleggiare una Vespa. E’ quello che faccio abitualmente, sono rientrato a Nairobi venerdì scorso dopo aver trascorso una settimana a Zanzibar con un amico che è venuto a trovarmi dall’Italia e anche questa volta abbiamo deciso di percorrere in lungo e in largo l’isola su due ruote.
Ecco cosa bisogna sapere:
Per guidare a Zanzibar occorre un permesso di guida temporaneo, la patente internazionale non vale. Ad ottenerlo ci pensa il noleggiatore. Basta fornirgli copia del passaporto e copia della patente. Il costo è di 10000 scellini.
Noleggio: a Stone Town ci sono vari noleggiatori. Vi chiederanno circa 30 dollari al giorno, potete scendere a 20 se i giorni di noleggio aumentano. Da controllare:
– gomme
– cavi freni e frizione
– candela (candela di scorta e chiave per cambiarla)
– luci
– presenza ruota di scorta e chiave esagonale per cambiarla
– assicurazione
A Zanzibar si guida sul lato sinistro ella strada e il posto di guida delle auto è a destra (come a Londra). Se siete abituati alla guida italiana state sempre attenti alle rotonde e agli incroci! E’ lì che rischiate di andare contro mano.
Le strade asfaltate sono in buone condizioni, l’isola è prevalentemente pianeggiante e non ci sono montagne, tornanti, etc. Le strade che portano alla maggior parte delle spiagge, agli alberghi e le strade dei paesini costieri non sono quasi mai asfaltate, sono tagliate nella roccia corallina e piene di buche.
I distributori di benzina non sono ovunque. Pianificate bene i vostri giri per evitare di restare a secco. In tutti i villaggi si vende benzina “informalmente”, se siete senza potete acquistarla, ma attenzione, può’ essere sporca. Inoltre bisogn miscelarla con un 2% (approssimativo) di olio, la Vespa va a miscela.
Non date mai per scontato che gli altri automobilisti – e soprattutto gli altri vespisti o ciclisti – rispettino le regole della strada, Prevenite i possibili errori degli altri. C’è l’abitudine di accendere gli indicatori direzionali apparentemente senza senso, in realtà solo per segnalare al mezzo che ci segue che c’è un veicolo in arrivo in direzione opposta, o per indicare al veicolo che arriva dalla direzione opposta la propria presenza e il proprio margine di ingombro, quindi non è affatto detto che un mezzo con la freccia accesa stia per girare o per superare.
Rallentate sempre all’ingresso di zone abitate: bambini, carrettini, cani, polli, capre, attraversano sempre senza preavviso.
Anche se i locali raramente lo fanno, indossate sempre il casco: non solo per ovvie ragioni di sicurezza, ma soprattutto per la polizia, i posti di blocco sono frequenti e i poliziotti non aspettano altro di beccare il mzungu in flagranza per estorcergli 10 mila scellini. La polizia a Zanzibar è tendenzialmente corrotta e comunque facilmente corruttibile, meno che in Kenya e decisamente meno che in Congo RDC (in parte anche a causa dei salari estremamente bassi), e vede nel bianco una fonte inesauribile di cash. Insomma, difficilmente prenderete una multa, ve la caverete in ogni caso con “kitu kidogo” (qualcosina). Capita spesso di essere fermati, la maggior parte delle volte vi guarderanno in faccia e se sorridete e vi mostrate sicuri di voi non vi chiederanno neppure i documenti e vi lasceranno andare. Vivo in Africa, parlo ormai swahili, con tutti tranne che con i poliziotti: l’esperienza mi ha insegnato che il fatto di parlare l loro lingua fa loro credere che conosciate meglio la loro mentalità e siate quindi più abituati ad elargire denaro. Un bel sorriso e un atteggiamento sicuro vi aiuteranno. Se il poliziotto cerca di farvi capire che vorrebbe “qualcosa”, mostrate di non capire assolutamente cosa stia dicendo (il loro inglese è spesso inesistente), vi lascerà andare. Se proprio insiste, mettete mano alla tasca e tirate fuori 5/10mila scellini, 2,50/5 euro). Se invece proprio non vi va di sottostare alla sua richiesta mostratevi sbigottiti e fate apertamente il gesto di leggere il suo numero di matricola e il suo nome e di annotarli su un pezzo di carta. In tal caso vi lascerà andare. Utile avere con sé il n° di tel del noleggiatore, che potrà facilmente togliervi dalle rogne in caso di bisogno, i noleggiatori conoscono i poliziotti e li “ungono” abitualmente.
Zanzibar è abbastanza piccola, ma non è minuscola e pensare di girarla tutta facendo base nello stesso posto può essere pesante, perché le distanze aumentano. Noi questa volta ci siamo organizzati così, abbiamo trascorso 3 notti a Bwejuu (costa sud-est), da dove abbiamo esplorato la zona compresa tra Michamvi (il promontorio a Nord di Bwejuu) fino a Kizimkazi (sud-ovest), passando per Paje, Jambiani, Jozani Forest, 3 notti a Kendwa, da dove si può arrivare tranquillamente fino a Matemwe, Kiwengwa, Pongwe e una notte a Stone Town.
Il bagaglio può essere un problema, va ridotto al minimo. Fortunatamente fa caldo e non occorre molto. Un paio di magliette, una felpa (inutile tra novembre e marzo, più utile tra giugno e settembre) due costumi da bagno, un paio di pantaloni lunghi, un paio di scarpe chiuse e un paio di ciabatte è tutto quello che vi serve per una settimana. Nei lodges e nelle guest houses potete farvi lavare il vestiario con pochi spiccioli
Girare in Vespa per Zanzibr è splendido, dà un gran senso di autonomia e libertà, si può andare praticamente dappertutto e si evita la maledetta aria condizionata che si è costretti ad accendere appena si monta in auto.
Una piccola precisazione: le Vespa di Zanzibar in realtà sono Star, identiche alle nostre PX, ma fatte in India su licenza.
Un saluto a tutti e godetevi Zanzibar, in Vespa!