Marrakech “Express” 4
Partecipanti: mamma, papà e figlio di 8 anni
Periodo scelto: 14-17 Novembre: con il volo Ryanair acquistato a Luglio siamo riusciti a spendere 80€ a testa a/r; voli puntuali, al check-in online dell’andata mi hanno anche “regalato” l’imbarco prioritario sebbene non lo avessi richiesto.
Un paio di informazioni per la tratta Marocco – Italia con Ryanair:
1) sebbene facciate check-in online ed abbiate le vostre carte di imbarco già stampate con posto assegnato, dovete comunque recarvi al banco del check-in Ryanair per farvi apporre un timbro sulle carte di imbarco che dimostra l’avvenuto primo controllo del passaporto. Se non lo fate non vi fanno passare agli imbarchi.
2) Arrivate in aeroporto almeno 1,5/2 ore prima del volo perché oltre alla coda per il timbro suddetto, il 2° controllo dei passaporti è ancora più lungo e devastante a livello di nervi e pazienza. Ricordatevi che andrà riempita di nuovo la scheda di identificazione personale per ogni passeggero (che si fa all’arrivo per avere il visto), con tutti i dati corretti e va inserita NEL passaporto – l’addetto al controllo non mi voleva controllare il passaporto perché la scheda era fuori dal libretto! Se ci sono più voli in partenza e solo pochi addetti al controllo (prima delle 7AM) la coda diventa incredibilmente lunga e lenta.
Una considerazione: nonostante tutti i controlli, la perquisizione fisica di ognuno e le mille persone alle quali presentare biglietto, carta di imbarco, passaporto e quant’altro – sono passata per ben due volte (all’andata da Bergamo e al ritorno da Marrakesh) con un paio di forbicine nel bagaglio a mano. Io non mi ero accorta di averle, ma nessuno le ha viste.
Alloggio scelto: Riad La Croix Berbere, nella Medina, a 80€/giorno la stanza tripla con colazione. Bel posto molto pulito e curato – è incredibile come dal vero risulti microscopico rispetto alle foto viste sul sito, comunque scelta azzeccata, gente simpatica sempre pronta a darti mille informazioni e rendere il tuo soggiorno il più piacevole possibile. Il giorno della partenza (avvenuta alle ore 5AM) avevamo chiesto solo un po’ di caffè e del latte per il bambino (la colazione viene servita a partire dalle 7AM), ci hanno fatto trovare la colazione completa, con pane fresco, marmellata, yougurt e succo d’arancia appena spremuto. Organizzano anche il transfer da e per l’aeroporto con dei pullmini personali al prezzo di circa 10-11€ a tratta. Essendo la prima volta che visitavamo questa città abbiamo scelto questa soluzione per non avere lo stress di cambiare i soldi, cercare il pullman pubblico per poi perderci nel labirinto di vicoli senza nome da cui è composta la Medina.
Avendo a disposizione 2 giorni e un mezzo pomeriggio, abbiamo suddiviso la città in zone per le visite: all’arrivo – ore 15 circa, abbiamo fatto la registrazione al Riad, lasciato i bagagli e siamo subito usciti per la scoperta dei dintorni. In pochi minuti a piedi si arriva a “La Place” la celeberrima Jemaa el Fnaa, con il Minareto della Koutoubia a fare da custode. Abbiamo mangiato qualcosa di veloce al Cafè Toubkal e ci siamo subito immersi nella visita dei Suq.
Sabato – di prima mattina siamo subito andati nella parte Nord della città a visitare la Medersa Ben Youssef ed il Museo di Marrakech; una volta finito le visite ci siamo spinti fino alle Concerie a Dar Debbagh. Una annotazione: ero pienamente convinta di voler vedere la lavorazione e la tintura della pelle, ma questa visita mi ha profondamente colpito per il degrado, la povertà e la sporcizia che si trova in quella parte della città, dove pochi turisti hanno lo stomaco di arrivare – se poi a tutto questo aggiungiamo una puzza immonda ed il fango sudicio (ebbene si, quel giorno pioveva) credo che me la sarei risparmiata. Se ci andate, siate consci che quasi sicuramente vi perderete quindi sappiate che passerete dalle “mani” di qualche giovanotto pronto a guidarvi fino a questo posto, che vi passerà poi a una guida (che, con un rametto di menta sul naso per coprire l’odore vi spiegherà in qualche modo la lavorazione), passando per ovini in attesa del loro triste destino, fino a salire su pelli appena scuoiate per poter vedere dall’alto questo posto che ha molto del girone infernale; Successivamente verrete portati in un negozio di pelli e tappeti per gli eventuali acquisti – alla fine del giro vi troverete attorniati da questi personaggi in cerca di autore che vorranno soldi per il lavoro (?) svolto – ma non certo una mancia libera, si parte da 10€ a testa (noi abbiamo dato 10€ per tutti e ce ne siamo andati il più velocemente possibile da quel posto sudicio).
Per fortuna sulla via del ritorno ci siamo imbattuti nella Place des Epices, una piccola piazzetta che ti fa ritornare in pace con Marrakech; al Cafè des Epices un locale molto carino e tranquillo abbiamo gustato degli ottimi panini.
Nel pomeriggio, ancora Suq soprattutto la zona dei “teinturiers” dove verrete abbagliati dai colori sgargianti delle tele, i tappeti, le sciarpe, i copriletti e abbiamo visitato l’Ensemble Artisanal.
Alla sera, cena al Cafè Chez Zazà, nella zona denominata Bab Fteuh, un angolo all’interno della stessa “Place”.
Domenica ci siamo diretti verso Sud a visitare La Kasba: Moschea, Tombe Sadiane, la porta Bab Agnau; poi a piedi ci siamo spostati verso il Museo Dar Si Said attraversando la Mellah, l’antico ghetto Ebraico.
Siamo tornati all’Ensemble Artisanal per gli ultimi acquisti ed abbiamo mangiato nel bar ristorante al suo interno, un’oasi di pace e serenità.
Alla sera, dopo aver nuovamente camminato per i Suq nel dintorni di Jemaa El Fnaa, abbiamo cenato nel Ristorante Le Marrakchi, dove abbiamo gustato dell’ottimo vino locale.
Ultime considerazioni:
Sono convinta che 2 giorni siano sufficienti per visitare la Medina, munendosi di buoni piedi – non abbiamo visitato nè la città nuova né i giardini Majorelle (sotto la pioggia sinceramente non penso fosse il massimo della vita).
Andateci se vi piacciono i mercati, perché davvero troverete pane per i vostri denti – mi domando come facciano a sopravvivere tutti, perché la quantità di bancarelle, botteghe, mercatini, carretti ambulanti… è impressionante.
I Musei hanno ben poco da offrire, ma le stanze sono esse stesse dei piccoli musei di ceramiche, mosaici, legno intagliato e pietra finemente cesellata.
Ho trovato i marocchini dei lavoratori instancabili, a qualsiasi ora del giorno e della notte sono occupati a produrre e vendere i loro prodotti, per poi pulire le botteghe con mezzi di fortuna.
Jamaa el Fnaa è un brulicare continuo di gente che di giorno prepara i banchetti del mercato e di sera allestisce le tante bancarelle per la cena. Gruppi di musicisti vi intratterranno con musica tipica, così come le donne venderanno i tatuaggi all’Henne e gli incantatori di serpenti cercheranno a tutti i costi di piazzarvi un rettile sul collo (sempre dietro compenso monetario congruo).
Wi-fi pubblicizzato ovunque ma poco presente.
Sebbene oltre ai musulmani in Marocco siano presenti molti cattolici e la legislazione sia notevolmente laica, in particolare con il codice di diritto di famiglia riformato nel 2004, che tutela le donne molto più di quanto non faccia la legislazione a base islamica di altri Stati a maggioranza musulmana, ho trovato moltissime donne coperte quasi completamente, persino gli occhi.