Minitour anticrisi: Novara di e dintorni
Spesso si tende ad “inciampare” nell’errore mentale che, più ci si allontana per un viaggio, più ci si sente turisti, non notando luoghi sotto casa interessanti che ti fanno sentire un turista!
Come mezzo di trasporto userò il treno, più economico, che mi permetterà di arrivare in centro città o poco distante, senza impazzire con parcheggi molte volte a pagamento….e, se sarò stanca, al ritorno potrò fare anche un pisolino!
Ed ecco che sono nati i miei mini-tour anti-crisi, placebo per la mia convulsione… questo mese ho visitato la città di Novara…ve la voglio raccontare.
Giunta in stazione, attraverso la piazza di fronte a me e, lungo corso Garibaldi, trovo al IAT (ufficio di accoglienza turistica)… prima cosa, entro per prendere la cartina della città con indicati i luoghi di maggiore interesse.
Sguardo veloce per organizzare sommariamente un percorso e via alla scoperta di questa città piemontese!
In largo Cavour, la statua dello statista sembra indicarmi gli scavi delle antiche mura romane alla sua sinistra, tutte le opere di questo grande impero meritano uno sguardo, ed io non mi sottraggo a questo impegno.
Mi immetto nella grande via pedonale e prendo la prima strada a destra (via Guadenzio Ferrari) perchè voglio subito visitare la basilica di San Gaudenzio e la sua cupola neoclassica a pinnacolo alta 122 mt. progettata da Antonelli, che già si faceva notare da largo Cavour.
I lavori della basilica ebbero inizio nel 1577 e furono completati nel 1659, all’interno sono custodite le spoglie di S. Gaudenzio e degne di nota sono le cappelle dove si trovano opere barocche molto pregiate. Quando siete di fronte all’altare alzate lo sguardo e lasciatevi trasportare dalle sensazioni nel vedere la cupola sopra di voi.
Non sono potuta salire sulla sorella della mole Antonelliana di Torino perchè Novembre è l’unico mese in cui è chiusa al pubblico! Peccato, non ho potuto gioire della bellezza di vedere Novara dall’alto, di sentirmi come un drone! Per chi fosse interessato, nella stessa via, prima di arrivare alla basilica, vi è il museo di storia naturale Farraggiana-Ferrandi fondato da Catherine Faraggiana e da suo figlio Alessandro. Contiene una collezione di animali imbalsamati, circa 2500 esemplari, di tutto il mondo, in gran parte mammiferi ed uccelli. Dopo la visita della basilica, proseguo per via san Gaudenzio per raggiungere Corso Italia che, insieme con Corso Felice Cavallotti, rappresentano le vie del passeggio cittadino.
Le vie del centro storico di Novara, ricche di negozi e caffè, conservano ancora l’impianto romano e l’antico stile di pavimentazione a porfido.
Seduta in un caffè, sorseggiando una bevanda calda, osservo il via vai della gente, le luci dei negozi, l’uomo delle caldarroste che le fa scoppiettare nella sua pentola, impregnando l’aria di quell’atmosfera unica che sa di autunno. Sul mio viso la felicità per le cose semplici.
Da corso Italia entro a visitare il bellissimo complesso del Broletto di origine medievale, sul cui cortile si affacciano palazzi di epoche diverse, lo attraverso, ed esco dalla parte opposta.
Di fronte a me, l’imponente edificio in stile neoclassico del duomo di Novara.
Edificato nel XIX secolo su progetto dell’arch. Antonelli… (sì, ancora lui!), si presenta enorme, con un bellissimo colonnato, protetto da una cancellata di ferro di bella fattura.
Da qui, andando verso destra, raggiungo l’ottocentesca piazza martiri della libertà, che si presenta quadrata, su cui affacciano il castello Visconteo-sforzesco a sud, il teatro Coccia ad est, vanto della città di Novara, con il suo porticato in granito rosa con colonne in stile dorico, il palazzo del mercato (Palazzo Orelli) a nord e da ovest Palazzo Venezia. Al centro della piazza fa bella mostra di se la statua equestre di Vittorio Emanuele II 1° re d’Italia.
Come tutti i castelli anche questo ha la sua leggenda, si narra che nelle sue segrete ci sia un cavallo d’oro massiccio voluto da Ludovico il moro, opera del genio Leonardo da Vincisarà ancora lì? Chissà!
Lasciando questa bella piazza e ritornando sui miei passi, faccio una piccola deviazione sulla destra per vedere il battistero ed il chiostro del Duomo, le cui entrate sono nella stradina dietro il teatro.
Vicino al Battistero è di grande effetto il monumento ai caduti dei due conflitti mondiali, entro. Attorno a me una moltitudine di volti mi osserva, giovani, pieni di sogni e di speranze, vite frantumante per il desiderio di pochi. Mi rifugio nei miei pensieri, ringraziando mentalmente queste persone, è il minimo che possa fare. Mettendo il naso dentro il palazzo Vescovile, per cercare il chiostro, vedo tra le rose e il rosmarino un leprotto e, come Alice nel paese delle meraviglie, lo seguo. Mi ritrovo vicino ad un pozzo, in un’area di pace, nel verde, tra i profumi di erbe aromatiche circondata da un bellissimo quadriportico che raccoglie sotto le arcate antichi monumenti epigrafici del territorio novarese… voilà mi trovo nel chiostro della canonica dove è possibile visitare anche il museo.
Ritorno su via fratelli Rosselli ed arrivo a Piazza Cesare Battisti, o più conosciuta come piazza delle Erbe. Non è una vera e propria piazza ma uno spazio triangolare che racchiude un porta fortuna. Qui nel suo bel pavimento in porfido bisogna cercare la pietra triangolare e pestarla perché porta fortuna. Si narra che la piazza si estenda secondo una precisa disposizione geometrica formando un triangolo, ed il punto preciso per misurare la distanza di Novara dalle altre città sembra sia proprio rappresentato da questa pietra che anticamente indicava il centro esatto della città. A questo punto, occhi a terra alla ricerca della pietra magica-porta-fortuna. TROVATA! Per evitare a tutti di guardare in terra come se cercaste una lente a contatto persa… vi do due indicazioni per trovarla: di fronte alla libreria a fianco del dehor… sperate che non vi abbiamo messo sopra l’ombrellone!
Questa ricerca mi ha stremato e quindi decido di cercare un posto dove rifocillarmi… passeggiando lungo corso Cavallotti dove le tradizioni e la storia si incontrano in questo centro storico che assomiglia a un salotto ottocentesco. Mi faccio tentare da un’insegna “ristorante pizzeria Centro”, entro, mi accomodo ed apro la lista. Ma quante pizze ci sono! Classiche, Speciali, Tipo Focaccia, Gorgonzola e… un’infinità di pizze, mi butto su una mai provata prima, alla parmigiana, come dire… per stare leggeri. Finisco con pastiera napoletana e caffè, tutto ottimo!
Dopo un lauto pranzo, forse un po’ di moto è consigliato, anche per far tacere la coscienza. Quindi mi dirigo nella vicina via canobio, attraversando un’altra piazza…Matteotti dove si affacciano il palazzo Cabrino (ora Municipio), palazzo nobiliare eretto nel XVII sec. dalla famiglia Cabrino secondo moduli barocchi, e palazzo Natta-Isola (ora provincia e prefettura) edificato nella seconda metà del cinquecento.
In via Canobio si può vedere Casa Medici, costruito nel 1570 che si distingue dagli altri per il suo colore bianco candido, dove si affacciano i due piani decorati in stucco.
Ma tutta la mia attenzione viene catturata da Casa della porta, antico palazzo costruito nel XV secolo secondo lo stile gotico che il recente restauro ha portato all’antico splendore i dettagli architettonici delle finestre, degli archi e delle cornici. Pare che diventerà sede di botteghe artigianali per giovani, speriamo sarebbe un’idea bellissima, l’arte nell’arte!
Dopo questo bel palazzo visito la vicina casa museo Rognoni Salvaneschi, situato nell’omonima casa, la quale fu edificata nel XV sec. Nel museo ci sono due sale, la visita (gratuita) non richiede molto impegno. Si può ammirare una piccola parte della collezione della fam. Rognoni… cose carine che fanno sorridere e fanno ricordare oggetti visti in infanzia (parlo per quelli nati negli anni 70).
Adesso, dopo tanta cultura, un po’ di frivolezza… Ritorno sui miei passi e faccio un giro nel negozio di Zara prima di riprendere la strada che mi riporterà alla stazione per tornare a casa, a scrivere questo diario ed a programmare per il prossimo mese un giretto in una città a me vicina.
Sono ancora molti i punti di interesse che offre questa città, ma il mio tempo limitato impone scelte, questo è quello che ho potuto e voluto vedere. Poi, credo che in ogni luogo occorra sempre lasciare qualcosa non visto, per non precludere il piacere di tornarci con una consapevolezza diversa.
Chi l’avrebbe mai detto che con poco sforzo e un budget ridotto, mi sarei sentita così carica di emozioni, sensazioni, arricchita nel mio bagaglio culturale ed anche nel mio peso grazie alla pizza parmigiana e alla pastiera…
Quanto mi è costato tutto questo? 30 euro a persona! Si può fare! Obbiettivo raggiunto, costo limitato e divertimento illimitato!