Norvegia all around
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Questo è il reportage che racconta i miei otto giorni in giro per il Paese dei Fiordi, con il mio zaino in spalla: paesaggi meravigliosi, unici, da togliere il fiato… proprio come me l’aspettavo, non una virgola in meno! Il mio itinerario, studiato a tavolino per una migliore riuscita, è stato abbastanza soddisfacente per tutte le aspettative che avevamo.
Non siamo arrivati a Capo Nord, o alle isole Lofoten, purtroppo con soli sette giorni di ferie abbiamo fatto il possibile ed il risultato è stato questo: Oslo, Bergen, Odda (scalata su Trolltunga di 25km: il mio sogno si è avverato!), Voss, Oslo.
Inutile dire, ahimè, che la Norvegia è uno dei più cari Paesi d’Europa, e per i viaggiatori Low Cost e fai da te è un po’difficile spendere “poco” come si può fare nel resto del continente. Un esempio? Prezzo medio delle sigarette 12€; Caffè (rigorosamente lungo!) 5€; Bottiglietta di acqua 3,50€; Birra, nei supermercati 9€, nei locali 12€. Il tutto in Nok (corone norvegesi). Insomma, non è una meta proprio economy se si vuol fare un bel giro e non restare limitati ai 4/5 giorni in capitale (NB: la vera Norvegia non è Oslo!). In compenso, i trasporti pubblici sono funzionali, puliti e puntualissimi. La gente del posto è educatissima e molto disponibile. Le temperature sono ovviamente piu’ basse, ma basta attrezzarsi un po’.
Supermercati ed attività commerciali chiudono alle ore 19:00.
Con le didascalie sotto le mie foto, vi racconto un po’ come ho trascorso i miei giorni in questo meraviglioso ed incontaminato angolo di mondo… che non dimenticherò mai.
Giorno 1. ARRIVO A OSLO
Primo giorno di assestamento, dopo aver volato con un Pescara/Oslo Ryanair, (trovato un mese prima a 70€). La durata del volo è di circa due ore e mezza. Arrivati ad Oslo Torp, aeroporto secondario, prendiamo una navetta che ci porta nel centro città (durata circa 1h 30m), passando per boschi, laghetti e piccoli paesini con le casette a tetto spiovente. Primo impatto? Tanto verde, tanta natura, tanta aria pulita. Ma era solo un assaggio di quel che ci aspettava… Oslo è l’ultimo dei nostri interessi, perciò ce la lasciamo per ultima: stanchi, passiamo la notte all’Anker Hostel in camera condivisa e all’indomani colazione, zaino in spalla e via al vero viaggio: Bergen!
Giorno 2. TRATTA OSLO/BERGEN
La tratta Oslo/Bergen è di rilievo particolare: diverse classifiche internazionali giudicano la suddetta tratta l’itinerario più affascinante e spettacolare al mondo. Personalmente, sono stata per tutto il tempo con gli occhi incollati al finestrino: le emozioni che si provano sono indescrivibili. Il viaggio dura circa 7 ore, ed il biglietto è prenotabile attraverso il sito della ferrovia norvegese NSB (https://www.nsb.no). Attraverso il sito si può usufruire di una vasta scelta di orari e prezzi, tra i quali vi è il MINIPRICE (prezzo scontato). Dato l’elevato costo del biglietto (ma variabile), vi consiglio, in caso di andata e ritorno, di prenotare una tratta di giorno per potersi godere lo spettacolo, ed una di notte (si paga meno della metà!). I treni norvegesi sono puliti ed efficientissimi. Durante le sette ore non c’è che mettersi seduti e ammirare lo spettacolo. La linea collega le due città principali della Norvegia attraversando un paesaggio meraviglioso, laghi, fiordi, prati, boschi e ghiacciai, il cui tratto più spettacolare è quello che passa sull’Hardangervidda, l’altopiano più elevato d’Europa con Finse, a 1.222 metri sul livello del mare, come punto più alto.
L’arrivo a Bergen non è stato dei migliori, ma un po’ ce lo aspettavamo: è risaputo che Bergen è il paesino più piovoso della Norvegia per eccellenza, perciò ci siam dotati di KWAY, ombrello e felpe pesanti per proteggerci dal freddo. Appena arrivati non abbiamo perso tempo, e, sempre con lo zaino in spalla, ci siam avviati verso Bryggen. Difatti, il paese è diviso in due: Bryggen, il quartiere storico, e Vagen, il quartiere moderno e commerciale. Dalla stazione, dirigendoci verso Bryggen, ecco che l’odore del pescato attraversa le strade, ti entra nelle narici e non ti da tregua: eccoli li’, i famosi FISKERTORGET (=mercatini del pesce). Diverse bancarelle che offrono i più svariati piatti a prezzi NON indifferenti. Tra i vari commercianti notiamo anche molti ragazzi italiani. Comunque, tra le varie proposte, le “tipicità” del posto che non ci siamo fatti mancare: il granchio reale, il salmone selvatico, e la BALENA (sa’di tonno!). Prezzo medio di un piattino con gli assaggi, 12 euro a testa, ma credetemi, ne vale la pena.
Dopo una breve sosta nei mercatini del pesce, ci dirigiamo verso BRYGGEN: è il quartiere storico di Bergen, detto anche quartiere anseatico, in quanto in passato dei mercanti tedeschi detti HANSA, fecero di Bryggen la capitale del commercio marittimo norvegese. BRYGGEN mi ha stupita ed ha effettivamente lasciato il segno, un po’ per la sua storia, un po’ per le sue architetture, un po’ per la vista di cui si gode, a ridosso del monte Urliken, tra le nuvole. La facciata si presenta come un susseguirsi di edifici variopinti, dove ci sono negozietti, locali e ristorantini. Ma per capire meglio la storia di Bryggen bisogna addentrarsi nelle stradine che costeggiano gli edifici: in passato, tutte le porte di legno ed i locali che sono presenti lateralmente, erano delle botteghe di artigiani o piccole attività commerciali. Dopo gli svariati incendi che hanno colpito Bryggen, sono rimasti solamente 61 edifici, tutti ristrutturati secondo dei metodi che hanno lasciato le strutture “primarie” di legno, quasi intatte. Il tutto accompagnato da una sottile pioggerellina, che bagnava il legno e profumava le strade. Per l’hotel, abbiamo dormito nel P-Hotel, nel quartire di Vagen. Per mancanza di tempo abbiamo omesso la ULRIKSBANEN ossia la funivia di Bergen che porta su al monte Ulriken dal quale si può godere di un panorama mozzafiato. Abbiamo alloggiato, per quanto riguarda l’hotel, al P-Hotel, nel quartiere di Vagen.
Giorno 3: VAGEN E ODDA
Vagen è l’altra parte della città, piu’ moderna e piu’ commerciale, ove abbiamo trascorso qualche ora della mattinata seguente, per far colazione e per vedere qualche negozietto. Ma, il tempo di riprenderci dall’aria salmastra che inebriava Bergen, e dal suo incanto, che saliamo su un autobus diretto ad Odda: luogo nel quale avrei realizzato uno dei miei sogni, la scalata per TROLLTUNGA! Da Bergen ad Odda ci vogliono due ore e mezza tra boschi e valli incantate, ed inconsapevolmente e con grande sorpresa, il nostro autobus si è imbarcato su di un traghetto per attraversare l’Hardangerfjord. Una prospettiva perfetta per fare delle foto. Arrivati ad Odda ci siamo sistemati al Trolltunga Hotel, e la camera ci ha accolti con una finestra che aveva una meravigliosa vista sul fiordo.
Farsi un giro per Odda prima della gran scalata del giorno dopo, non è stata una cattiva idea: è un paesino semplice, davvero piccolo, come i paesini standard norvegesi, affacciato sul rinomato fiordo di Hardanger. Il verde che domina questo paesaggio è indescrivibile, non puoi che sdraiarti sull’erba e rilassarti. Dato che i supermercati e le attività commerciali chiudono alle 19:00, abbiamo pensato bene di fare uno spuntino “tipico” in riva al fiordo: salmone e birra Hansa (locale!). Ebbene si, la riva del fiordo è costellata di panchine e tavoli da pic-nic in legno… come puoi non approfittarne?
Giorno 4 – TROLLTUNGA!
E’ ARRIVATO IL GIORNO TANTO ATTESO: T R O L L T U N G A. Uno dei miei sogni stava per avverarsi. Si tratta di 22km di scalata, fino ad arrivare in vetta, al famoso sperone di Trolltunga: detto sinceramente? Non avrei mai pensato di tornare da li’ VINCENTE! …da Odda. Per arrivare a Trolltunga, in estate fino al 17 Agosto vi è un bus che arriva a Tyssedal, luogo in cui si inizia il cammino. Dopo il 17 Agosto, basta organizzarsi con l’hotel che prende i vari nominativi ed organizza i taxi (se in 4 passeggeri, si spende circa 8€ a testa). Noi abbiamo condiviso il taxi con una coppia di spagnoli conosciuti il giorno prima in ostello. Vi consiglio di partire alle 8 di mattina, in quanto per il cammino ci vogliono circa 10 ore.
Ritornando a Trolltunga… Siamo scesi dal taxi con l’autista che ci diceva: ecco, fa comunque un certo effetto. THIS IS THE START… alzo la testa e guardo gli scalini, che sono solo 1,5km dei totali 22… Mi ricordo le parole del mio amico, che c’è stato qualche giorno prima.
In realtà vi sono due modi per salire: uno è proprio quello degli scalini, che non sono altro che i binari della vecchia funicolare, e l’altro è il sentiero nel bosco. Quale scelgo? Ovviamente gli scalini! Zaino in spalla, acqua a sufficienza, panini, scarpe da ginnastica, due felpe e calzini di ricambio, taaaanta forza di volontà e pazienza… pronti per la vetta! La salita è faticosa, la pendenza è massima, e proprio quando ti sembra di esser arrivata sulla terra ferma, ci sono gli altri gradini nascosti… ma… NEVER GIVE UP!!!!
Terminato il km e mezzo di gradini, mai perdere di vista la T rossa tracciata sulle rocce: indica il sentiero.
Ad ogni chilometro, c’è un cartello che indica quanto stai scalando: a metà strada, il “cartello” diventa un vero e proprio miraggio, un obbiettivo da raggiungere, e lo cerchi piu’ di ogni altra cosa.
Durante la faticosa salita è bello conoscer escursionisti da ogni parte del mondo che salgono addirittura con lo zaino e la tenda in spalla per passarci la notte e sfidare le basse temperature. Mi ha colpito una coppia proveniente dalla Repubblica Ceca. La ragazza, con cui ho condiviso parte della discesa mi ha detto: Lei, una professionista. Io, una novella: ero però soddisfatta del risultato. E la vista… durante il cammino… è davvero indescrivibile….. toglie il respiro…
Arrivata in vetta, ho buttato giù queste righe.
<<26.08.2014 _ Non chiedetemi come ci sia potuta arrivare lassu’ e soprattutto in che stato… potrei rispondervi mooolto male …chiedetemi piuttosto quali emozioni abbia provato quando, dopo 22KM di scalata, ho realizzato di aver appena compiuto una delle cose che mi ero prefissata di fare nella mia vita prima di morire! Vado a dormire distrutta, ma fiera di quelle immagini che ho ormai nel cuore, e di quello che racconterò ai miei genitori, e soprattutto, di quel che potrò un giorno raccontare ai miei figli!>>…
GIORNO 5 – VOSS
Per rilassarci un po’, l’indomani prendiamo un autobus diretto a Voss (tre ore da Odda). Non sentivo più le gambe, avevo dolori ovunque. Voss è un piccolo paesino a ridosso del lago, urbanisticamente non molto lontano da Odda. E’ per eccellenza il paese della Norvegia dove si praticano sport estremi. Parapendio, rafting, canyoning etc. …Ma noi, stanchi e doloranti, ci siamo solo voluti rilassare in riva al lago, poi abbiam dormito al Voss Hostel.
Giorno 6 – RITORNO AD OSLO
Dopo esserci abbondantemente riposati e dopo aver passeggiato a lungo per Voss, ripartendo per Oslo, incontriamo un ragazzo bresciano che stava rientrando in Italia dopo aver lavorato per tutti i mesi estivi in una fattoria, piu’ a nord di Voss. Dopo un po’ di chiacchiere, arriva puntuale il nostro treno delle 00.21 diretto ad Oslo: la NSB è così ben organizzata ed efficiente che per le tratte notturne mette a disposizione di ogni passeggero un KIT con rispettivo plaid, tappi per orecchie, cuscino gonfiabile e paraocchi. il Tutto per assicurare il comfort ed il sonno del passeggero… CHE, COME ME, ARRIVA AD OSLO ALLE 7 DI MATTINA E NON SI SVEGLIA 😀
Giorno 7 – Oslo
Oslo non mi ha colpita particolarmente. Certo, per chi visita solo Oslo, sarà sì una bella capitale, anche se un po’ piccola (620.000 abitanti, praticamente un po’ più grande di Bari!), ma sarà che mi son riempita di laghi, fiordi, boschi, montagne… l’aria della grande città non la sopportavo proprio, anche se nel 2010 Oslo è stata nominata la città più VERDE. Comunque: molto carino è il molo, detto AKER BRYGGE, dove la sera si possono trovare dei bei ristorantini (ma molto costosi!). A sinistra dell’Aker Brygge si sale su per il castello Akersus. Sull’Aker Brygge è possibile incorrere in pescherie proprio a bordo barca, ove vendono il pesce fresco appena pescato. Altri punti d’interesse, la Galleria Nazionale ove poter ammirare il celebre Urlo di Munch oltre ad altre opere fino agli anni ’60 del 1900. Vicino alla Galleria Nazionale c’è la via dello shopping, la Karl Johans Gate, che porta alla Cattedrale. Vi consiglio anche il parco Vigeland, il parco delle statue, se avete voglia di una passeggiata nel totale relax.
Stanchi ma già nostalgici, ritorniamo a casa.