Sudafrica, Dubai e Musandam di Oman
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Non esistono voli diretti dall’Italia; per raggiungere il Sudafrica dall’Italia si può scegliere di transitare da Francoforte per prendere la compagnia di bandiera Sudafricana o volare Emirates facendo scalo a Dubai. Noi scegliamo questa seconda ipotesi e allora … perché non approfittare degli stop-over gratuiti per fermarci due giorni a Dubai all’andata e tornare in Oman (un paese che abbiamo visitato e amato due anni fa per altri tre giorni http://turistipercaso.it/oman/67760/sultanato-delloman-tra-natura-e-antichi-forti.html) al ritorno?
Il mese scelto per il nostro viaggio è settembre, sicuramente non ideale per la caldissima Penisola Arabica ma uno dei migliori per vedere la fauna Sudafricana; il clima secco invernale (le stagioni nell’emisfero Australe sono invertite rispetto alle nostre) agevola gli avvistamenti degli animali che tendono a concentrarsi vicino ai corsi d’acqua, inoltre la vegetazione è meno rigogliosa facendo sì che gli animali rimangano più ‘a vista’. L’organizzazione del viaggio è, come sempre, interamente ‘fai da te’.
GIORNO Volo Italia/Dubai
GIORNO 2 e 3: DUBAI
Visitare Dubai in estate significa un continuo passare fra i 40-42° della temperatura esterna e i 20° dell’aria condizionata presente in tutti i luoghi chiusi (fermate dell’autobus comprese), nonostante fossimo preparati ad affrontare questa situazione lo troviamo però piuttosto faticoso, bisogna sempre portarsi dietro un golf o una felpa per evitare fastidiosi malesseri. Nei due giorni che abbiamo disponibili, visitiamo l’immenso e sontuoso Dubai Mall, il Burj al Khalifa e le famosissime fontane, la Jumeirah Mosque, i Souk dell’oro e delle spezie, attraversiamo il Dubai Creek con l’abra (taxi d’acqua) e infine riusciamo anche a rilassarci un po’ a Jumeirah Beach (ovviamente non nelle ore centrali della giornata, assolutamente improponibile date le alte temperature). Di Dubai, oltre alla pulizia e al senso di sicurezza che si prova in ogni angolo della città, ci stupiranno i bar e i ristoranti, molto curati nell’estetica sia dell’arredamento che dei piatti.
GIORNO 4 Volo Dubai/Città del Capo
Un volo di quasi 10 ore ci porta da Dubai a Città del Capo dove ci sistemiamo presso la Guesthouse che avevamo già prenotato dall’Italia http://capetownboutiquehotel.co.za nel coloratissimo quartiere malese di Bo-Kaap, posizione centrale bellissime camere di design ma inadatto a sonni leggeri dato che la moschea è vicinissima.
GIORNO 5: PERIPLO DELLA PENISOLA DEL CAPO
Il tempo è piovigginoso e freddino, così decidiamo che il nostro primo giorno verrà dedicato al giro ad anello della Penisola del Capo, faremo un primo pieno delle nostre passioni: natura e animali.
Visitiamo la penisola in senso antiorario: attraversiamo i ricchi quartieri di Clifton, superiamo Camps Bay e ci fermiamo per una prima escursione a Hout Bay. Da Hout Bay per pochi euro ci si può infatti imbarcare su una delle navi che, con un percorso un po’ movimentato di 40’ nell’agitato oceano, ti porta a vedere un isolotto popolato da una colonia di foche. Più che ancora delle simpatiche foche, attirano la nostra attenzione e il nostro stupore i numerosi surfers che sfidano le onde in acque gelide e molto agitate (e per non farsi mancare nulla, abitate da squali!).
Proseguiamo l’itinenario su un tratto di strada panoramica a pedaggio, la Chapman’s Peak Drive fino a raggiungere l’ingresso del Table Mountain National Park dove faremo le foto di rito al Capo di Buona Speranza e a Cape Point. Durante il tragitto vedremo all’interno anche diversi animali: aquile, struzzi, tartarughe terrestri, antilopi e numerosi babbuini.
Successivamente, seguendo la costa ad est del Capo di Buona Speranza, arriviamo a Simon’s Town e alla famosa spiaggia di Boulders Beach, sede di una grande colonia di graziosissimi e rumorosi pinguini (CONSIGLIO: informatevi prima sugli orari di chiusura per non rischiare di arrivare troppo tardi).
Poco prima del tramonto arriviamo a Muizenberg per osservare i surfers e il gruppo di pittoresche cabine colorate da loro utilizzate.
GIORNO 6: CITTA’ DEL CAPO
La parte più importante e assolutamente imperdibile di una visita a Città del Capo è la salita con la cabinovia alla Table Mountain da dove si gode una vista spettacolare… si gode a patto che ci siano buone condizioni meteo che, almeno in questo periodo dell’anno, è un po’ capriccioso! La zona è piuttosto ventosa e nel giro di poco tempo si può infittire una coltre di nubi e nebbia che coprono il panorama. Il nostro consiglio è: acquistare tramite internet i biglietti per la cabinovia che valgono per 14gg a partire da una data che decidete voi al momento dell’acquisto (su internet costano anche leggermente meno e, se non usufruiti , possono essere rimborsati) e poi affidarsi ai gestori del B&B per capire quando salire; loro fanno un doppio controllo sulle condizioni meteo, sia controllando le indicazioni in tempo reale del sito della cabinovia sia guardando le montagne e controllando da dove soffia il vento. La scelta dell’orario di visita del Table Mountain influenzerà l’organizzazione del resto della giornata!
Per quanto riguarda noi, trascorriamo una gradevole mattinata al Victoria & Alfred Waterfront una zona turistica di Città del Capo, lontana dalla violenza e criminalità che purtroppo attanaglia il Sudafrica.
Nel primo pomeriggio saliamo al Table Mountain (7km circa dal centro città), trovando cielo terso e panorama….beh, realmente mozzafiato! Giunti in cima ci sono dei semplici sentieri adatti a tutti (gran parte anche alle sedie a rotelle) e la salita non è assolutamente impressionante nemmeno per chi, come me, soffre di vertigini.
Chiudiamo la giornata con una rapida visita al giardino botanico di Kirstenbosch. Il giardino è molto ben curato ma considerate che, per come è posizionato, in inverno alle 16 tramonta già il sole e i colori diventano piatti e pertanto inadatti alle foto.
CONSIGLIO: L’ideale sarebbe suddividere la giornata in questo modo: mattina salita al Table Mountain (tenete però conto che al mattino c’è più coda alla cabinovia), tarda mattinata al giardino botanico per godersi un picnic nel bellissimo prato e pomeriggio al V&A Waterfront per poi fermarsi anche a cenare lì… certo tutto questo se le nuvole sul Table Mountain vi consentono di tenere questa tabella di marcia dato che sono il pezzo forte attorno al quale deve ruotare l’organizzazione del resto del tempo!
GIORNO 7 CITTA’ DEL CAPO – HERMANUS (WHALE WATCHING) – WINELANDS – CITTA’ DEL CAPO
Mantenendo come ‘base’ Città del Capo oggi ci dirigiamo verso Ovest con destinazione finale la cittadina di Hermanus, famosa perché nella sua baia durante l’inverno si possono vedere da riva le megattere.
Facciamo una prima sosta durante il tragitto a Bettys Bay un piccolo paese sede di una piccola e tranquilla colonia di pinguini.
Proseguiamo il nostro itinerario seguendo la costa, il panorama è molto bello. Arriviamo infine ad Hermanus e, dopo aver parcheggiato, muniti di binocolo facciamo una passeggiata sul lungomare. Le megattere sono in effetti visibili e numerose anche se non vicinissime. Passiamo un paio d’ore godendoci i loro salti e spruzzi fuori dall’acqua, un po’ pentiti di non aver prenotato una escursione in barca per avvistarle da un punto di vista ancora più ravvicinato.
Nel pomeriggio, dopo aver deciso di desistere nell’impresa di proseguire l’itinerario fino a Gansbaii, luogo famoso per le immersioni nelle gabbie per vedere gli squali bianchi (siamo un po’ contrari ai metodi di avvicinamento degli squali che utilizzano delle esche e inoltre…il clima non è certamente invitante per una immersione!!), facciamo ritorno a Città del Capo seguendo l’itinerario delle Winelands.
L’itinerario descritto, per l’intera giornata, è di circa 300km.
GIORNO 8: VOLO CITTA’ DEL CAPO-JOHANNESBURG / JOHANNESBURG-MARLOTH PARK
Restituiamo la prima auto a noleggio e con un volo di circa 2ore con una compagnia low-cost locale (Mango – buon servizio a prezzi decisamente concorrenziali), arriviamo a Johannesburg. La tensione è alta dato che si tratta di una città molto pericolosa. Il nostro obiettivo è ritirare la nostra seconda auto a noleggio, inforcare velocemente l’autostrada (che proprio autostrada non è dato che ha alcuni attraversamenti pedonali) e percorrere i 450km che ci dividono dal Parco Kruger nella zona più a nord-ovest del paese, quasi al confine con il Mozambico.
La strada è noiosa ma in buone condizioni e con delle belle stazioni di servizio, purtroppo l’ultima parte del viaggio diventerà un lungo tormento a causa dei lavori stradali che bloccano il traffico e i numerosissimi tir che viaggiano lentissimi e che non sempre è agevole superare (complice anche un po’ la complicazione della guida a sinistra).
Il Parco Kruger chiude alle 18 e quindi, consapevoli di non poter arrivare in tempo per varcare i cancelli del parco e raggiungere una sistemazione per pernottare al suo interno, ci fermiamo poco prima in una Riserva Naturale privata – Marloth Park. Il Marloth Park confina con il Kruger e al suo interno ci sono tanti mammiferi ma non i tanto desiderati BIG 5 (leone, leopardo, elefante, bufalo, rinoceronte). Ha un cancello di ingresso regolato da un guardiano ma comunque aperto per tutta la notte. Entriamo che è ormai buio (in SudAfrica il sole tramonta presto, intorno alle 18) e durante il breve tragitto riusciamo ad avvistare anche qualche piccolo mammifero (facoceri/lepri/piccole antilopi). Dormire presso il Crocodile Kruger Lodge www.crocodilekruger.co.za , sistemazione decorosa con angolo cottura.
GIORNO 9 e 10: KRUGER PARK
Partiamo di buon’ora dal Marloth Park per percorrere i 35km che ci separano da uno degli ingressi meridionali del Parco Kruger, il Crocodile Gate. Facciamo i documenti per l’ingresso nel parco e acquistiamo una cartina dettagliata per poterci orientare al meglio nei prossimi giorni. Con largo anticipo avevamo prenotato due notti all’interno del parco nei Lodge statali www.sanparks.org; la prima notte c/o il Satara Rest Camp e la seconda c/o l’Olifants Rest Camp, entrambe le sistemazioni sono dotate di angolo cottura (nella veranda esterna) e il secondo ha anche la vista panoramica sul fiume (anticipiamo già che per noi il supplemento della camera con vista in questo Resort è un requisito irrinunciabile, e poco più costoso, per godersi il soggiorno. Bisogna solo pensarci e prenotare alcuni mesi prima).
Già a pochi metri dall’ingresso del Parco cominciamo ad avvistare i primi mammiferi che, al termine delle tre giornate passate in questa zona, saranno veramente tanti. Visitiamo la zona sud del parco, molto ricca di mammiferi, ci fermiamo per il pranzo al Lower Sabie e poco prima del tramonto giungiamo al Satara Camping Lodge, non prima di aver assistito ad un bellissimo tramonto.
La zona del Satara è quella comunemente considerata la più ricca di felini, decidiamo così di alzarci all’alba per essere pronti alle 6 per l’uscita dal resort all’apertura dei cancelli. In poco tempo arriviamo in una zona di appostamento consigliata – la pozza d’acqua di Girivati e dopo pochi minuti si accende la magia: due giovani leoni maschi che arrivano ad abbeverarsi e successivamente passano a 1m dalla nostra auto!!! Torniamo al resort, ancora emozionati facciamo colazione, prendiamo i bagagli e ci mettiamo in marcia.
Passiamo ancora una giornata a fare il pieno di animali di ogni genere e nel pomeriggio raggiungiamo il nostro nuovo resort: l’Olifants. Con anticipo avevamo prenotato un bungalow con angolo cottura e vista sul fiume, gli animali che si vedono dalla veranda non sono vicinissimi ma il colpo d’occhio sulla vallata è semplicemente straordinario!
GIORNO 11: USCITA DAL PARCO KRUGER – BLYDE RIVER CANYON
Oggi passeremo l’ultima mezza giornata nel Parco Kruger per poi uscire dal parco e dirigerci verso il Blyde River Canyon che ci porterà già verso la via del ritorno su Johannesburg.
Dopo aver a lungo visitato la parte centrale del parco, nelle vicinanze dell’Olifants Rest Camp, decidiamo di ripercorrere alcune strade in direzione Satara, dato che è la zona che ci ha dato le maggiori soddisfazioni in merito all’avvistamento della fauna…l’intuizione non verrà delusa: altri due leoni, questa volta maschio e femmina!
A Satara pranziamo e, dopo aver salutato elefanti, impala e giraffe come se fossero dei grandi amici che sai che non vedrai per molto tempo, non con poco rammarico e nostalgia lasciamo il Parco. Usciamo dall’Orpen Gate ma ci accorgeremo successivamente che la scelta sul Gate di uscita non sarà purtroppo felice. Prima cosa, solo una volta giunti a destinazione, e con una cartina dettagliata della zona capiamo che se fossimo usciti da Phabeni Gate avremmo risparmiato un bel po’ di strada oppure che, in alternativa, avremmo potuto partire un po’ prima e percorrere la R532 da nord verso sud questo ci avrebbe permesso di raggiungere il Blyde River Canyon e vederne i punti panoramici già il giorno stesso. Oltre a ciò durante il tragitto che dall’uscita di Orpen a Graskop, lungo la R40 attraversiamo alcuni paesi molto poveri con diverse township e zone degradate che ci faranno fare un viaggio poco tranquillo.
Arriviamo in serata a Graskop dove avevamo prenotato un cottage alcuni kilometri fuori dal centro, vicino alle Berlin Falls. Il Thaba Tweni cottage è veramente enorme e bellissimo con cucina, veranda con vista sulla vallata e un romanticissimo camino che, anche se non sarebbe stato il caso dato che la serata non era così fredda, accendiamo per riscaldare un po’ il nostro animo dopo la sgradevole esperienza del tragitto.
GIORNO 12: BLYDE RIVER CANYON – JOHANNESBURG
Prima di ripercorrere i 450km che separano la zona del Mpumalanga (zona nord-ovest del SudAfrica) con l’aeroporto di Johannesburg, il nostro itinerario prevedeva di dedicare una mezza giornata alla visita ad alcuni dei punti panoramici del Blyde River Canyon.
Avevamo letto nelle varie guide e racconti di viaggio che non si tratta di paesaggi imperdibili ma che, essendo comunque ‘di strada’ è possibile visitare queste zone includendole nel tragitto di rientro; eravamo consapevoli che il tempo a nostra disposizione non era molto…quello che non avremmo mai immaginato era il fatto di non vedere assolutamente nulla!!!…sì, proprio nulla di nulla dato che tutto era avvolto da una nebbia fittissima! Proviamo a spostarci in auto su altri punti panoramici, proviamo a scendere un po’ più a valle fino a quando la nebbia non si dirada per poi tornare a risalire…e ancora nulla, solo un compatto manto bianco e lattiginoso…!
Un po’ sconsolati ci dirigiamo a Graskop per una tappa consolatoria che, con il senno di poi, forse si potrebbe definire ben meglio della destinazione panoramica: ci concediamo un pancake indimenticabile in uno storico locale, Harry’s Pancakes…slurp!
Facciamo poi strada in direzione Johannesburg, un po’ preoccupati che il nostro gps, scegliendo l’itinerario più veloce, potesse portarci in zone malfamate di una delle città definite fra le più pericolose al mondo. La nostra intenzione non era quella di visitarla, un po’ per timore e un po’ perché non siamo amanti delle città ma della natura, ma solo di dormire in zona aeroporto per poter prendere il volo mattutino del giorno successivo. Abbiamo scelto un B&B a Benoni www.sleepeezy.co.za, una cittadina residenziale a soli 8km dall’aeroporto. La scelta si rivelerà vincente: confortevole, ottimo rapporto qualità-prezzo e proprietari cortesi.
GIORNO 13: VOLO JOHANNESBURG – DUBAI
Si torna a Dubai con un confortevole volo Emirates, e con il ritorno a Dubai ci si rilassa un po’ dopo un po’ dopo la tensione accumulata in SudAfrica. Dobbiamo dirlo, sapevamo che la criminalità era un problema in questo paese ma molti diari di viaggio parlano in tono rassicurante, raccontando che a loro non è successo nulla e non hanno avuto problemi. Beh, nemmeno noi abbiamo avuto problemi ma onestamente passare il tempo a controllare chi si avvicina alla tua auto, a ricordarsi di chiudere le sicure appena messi in cammino, anche solo ascoltare le raccomandazioni dei gestori dei B&B che mettono in guardia da zone e comportamenti…beh non è esattamente quello che si può definire un viaggio rilassante. In Namibia 8 anni fa non avevamo mai avuto percezione di pericoli, la gente era decisamente più cordiale e forse la povertà e l’emarginazione non così visibile…
Arriviamo in nottata, ritiriamo la nostra terza auto in affitto e ci rilassiamo nella ns stanza d’albergo all’Holiday Inn Express, molto vicino all’aeroporto. Questo hotel è una base molto comoda per i voli che arrivano in tarda serata o che partono al mattino presto.
GIORNO 14: DUBAI-KHASAB (SULTANATO DELL’OMAN)
Di ritorno a Dubai, ci godiamo tre giorni di relax prima del rientro in Italia. L’itinerario da noi programmato prevede in due ore di auto di raggiungere la Penisola del Musandam, una piccola penisola propagine del Sultanato dell’Oman.
Dopo aver passato la frontiera terrestre fra i due paesi ed aver pagato le relative tasse (uscita dagli Emirati in contanti e ingresso in Oman da pagarsi con carta di credito), arriviamo nel nuovissimo http://www.atanahotels.com. Khasab non offre assolutamente nulla da vedere, un porto, quattro capre e due moschee… e così passiamo il pomeriggio letteralmente a mollo nella piscina dell’hotel dato che le altissime temperature non consentono di fare altro. La serata trascorre fra una gradevole cena nel ristorante dell’hotel e lo stupore di vedere le piccole barche a motore dei contrabbandieri iraniani che veloci scorrono avanti e indietro nel porticciolo di questa Penisola.
GIORNO 15: IN BARCA – PENISOLA DI MUSANDAM
Il Musandam è una penisola dal paesaggio molto particolare, rocciose colline disabitate a picco sul mare si susseguono formando alcuni fiordi; diverse compagnie offrono crociere sulle tipiche imbarcazioni – i dhow – di mezza giornata o un giorno intero con soluzioni analoghe: pranzo e bevande comprese, due soste per fare snorkeling e lo spettacolo dei numerosi delfini che inseguono le imbarcazioni giocando e saltando.
La compagnia che abbiamo scelto per la crociera dell’intera giornata è la Musandam Sea Adventure, che si dimostrerà molto professionale e attenta … e poi i delfini così vicini proprio non li avevamo mai visti!
Alle 16, al termine della crociera, ci rimettiamo in viaggio. Ripassiamo le due frontiere terrestri (questa volta sarà un po’ più semplice e veloce dato che non è previsto il pagamento di tasse) e torniamo negli Emirati Arabi. Abbiamo scelto Ras al Khaimah, una cittadina nell’omonimo Emirato, dove trascorrere un paio di giorni di relax al mare. L’albergo è l’Hilton, che non ha bisogno di presentazioni…6 piscine di cui una di acqua salata e una di acqua rinfrescata artificialmente (eh si, da noi ci sono quelle riscaldate e da loro quelle rinfrescate!).
GIORNO 16 e 17: MARE RAS AL KHAIMAH (EMIRATI ARABI)
E come degna conclusione di questo lungo viaggio ci concediamo due giornate di mare e relax. Le temperature, oltre i 40° di settembre non consentono di prendere il sole ma solo di passare il tempo a mollo in piscina o in mare; anche sotto l’ombrellone infatti non si trova pace. L’acqua ha una temperatura mai sentita prima, caldissima! Un brodino che però rende gradevole anche stare dentro per lungo tempo.
Si torna a Dubai, dove per la nostra ultima notte in territorio Arabo pernottiamo nuovamente all’Holiday Inn Express dell’Aeroporto. Con una comoda navetta gratuita dell’Hotel raggiungiamo il Terminal 3 da dove una ben organizzata metropolitana, ci porterà a fare un ultimo giro per Dubai: rivediamo il Dubai Mall e le fontane del Burj al Khalifa e la zona della Marina, senza tralasciare il Mall of Emirates, un centro commerciale famosissimo per aver al suo interno una folle costruzione con una pista da sci completa di skilift.
GIORNO 18: VOLO DUBAI-ITALIA
Qui si conclude la nostra avventura attraverso tre diversi Stati: SudAfrica, Oman ed Emirati Arabi.
Se vi occorrono altre informazioni contattatemi su: antonella.piccin1@virgilio.it, sarà un piacere rispondervi!