Sri Lanka, poteva restarci nel cuore
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I voli ( Alitalia/Ethiad ) li abbiamo prenotati a febbraio di quest’anno con il sito volagratis mentre, la richiesta di visto on-line lo abbiamo fatto qualche giorno prima della partenza sul sito governativo dello Sri Lanka al costo di 30 dollari ciascuno.
16.07
Lavoriamo la mattina prevista per la partenza e nel tardo pomeriggio prendiamo il primo volo Catania/Roma e successivamente Roma/Abu Dabi.
17.07
Atterriamo nella capitale dell’emirato arabo alle 05,30 del mattino e considerato che dobbiamo sostare per le prossime 10 ore, decidiamo di uscire dall’aeroporto. Sbrigate velocemente le formalità per il visto d’ingresso alla dogana, ci mettiamo d’accordo con un tassista che per cinque ore ci porterà in giro per la città al prezzo totale di 80 euro… peccato che sia da poco cominciato il Ramadan e tutti i negozi/centri commerciali sono chiusi con apertura non prima delle 13.00!
Vediamo il porto turistico, con delle barche da sogno, visitiamo un villaggio che è una ricostruzione di com’era una volta la città e di seguito andiamo a vedere l’emblema della città… l’accecante Moschea bianca dello sceicco Zayed. Ne vale davvero la pena vederla (nonostante il caldo soffocante specialmente per le donne costrette ad indossare un pastrano nero completamente coperte) per la ricchezza impressionante dei marmi esterni ed interni ed i lampadari fuori misura che la illuminano!
Rientrati in aeroporto ci attende l’ultima tratta effettuata con volo Ethiad ( devo dire che gli standard di buona qualità a cui mi hanno abituato Qatar Airwais ed Emirates non sono stati eguagliati dalla compagnia degli Emirati Arabi Uniti ) che ci porterà in tarda serata a Colombo.
Dopo le formalità alla frontiera, ritirati i bagagli incontriamo il nostro driver/guida Alan che ci accoglie con una profumata collana di fiori di benvenuto per poi accompagnarci in albergo (nella nostra prima notte in terra di Cylon, alloggiamo al Goldi Sands l’unico albergo di cui non riporteremo un buon ricordo ), dove stanchissimi andiamo immediatamente a dormire.
18.07
Il nostro driver ci viene a prendere puntuale in prima mattinata, ci dirigiamo verso Galle, dove arriviamo nel primissimo pomeriggio alloggiando al Fort Printers ( piccolo boutique hotel molto confortevole ed in pieno centro città vecchia ). Anche se pomeriggio e sotto un sole cocente cominciamo subito la visita della città vecchia che si trova all’interno del “Forte” – Patrimonio dell’Unesco-. Passeggiamo lungo i bastioni fortificati, giriamo nelle viuzze interne caratterizzate da negozi tipici e locali alla moda, assistiamo anche ad una partita di cricket a livello internazionale che viene ripresa in diretta dalla tv nazionale.
Questa sera non abbiamo la mezza pensione, ma preferiamo restare a cenare in albergo con delle ottime aragoste (…qualche piacere ogni tanto!).
19.07
I nostri compagni di viaggio decidono di partecipare all’escursione di whale-watching : di mattina presto partono alla volta di Mirissa per imbarcarsi su di un barcone con altri turisti ( prezzo 8.000 rupie a testa per i posti a prua ), sono tornati entusiasti!
Noi li aspettiamo in albergo ( preferiamo riprendere le forze dopo tutte le ore di volo che ci siamo sorbiti ) dove ci raggiungono verso le 11.00; il tempo di prendere armi e bagagli e ci rimettiamo in macchina la successiva tappa di Tissamaharama. Lungo il tragitto ci fermiamo per delle foto a Matara sul ponte pedonale che unisce la terra ferma al tempio di Parey Dewa, il mare è troppo forte per fare una passeggiata.
Alloggiamo al Priyankara Hotel ( stanze confortevoli, bella piscina con laghetto annesso ) e l’indomani, prima dell’alba, si parte per il safari al Yala National Park. Cena in albergo.
20.07
Sveglia alle 04.00 del mattino, colazione a sacco preparata dal personale dell’albergo e partenza con jeep adatta allo scopo ( ci si affida a delle agenzie che organizzano i safari sul posto ), il costo del biglietto è abbastanza salato e certo non è come essere in Kenya, ma partecipare ad un safari fotografico in questa bellissima e vasta area è stato emozionante. Sfortunatamente non abbiamo visto il leopardo (solo le sue impronte fresche) ma in compenso abbiamo fotografato innumerevoli specie di uccelli, tra cui un tucano, un’aquila dalla testa bianca e vari tipi di colibrì ed ancora scimmie di varie razze, pappagalli dai colori sgargianti, coccodrilli ed un’intera famiglia di daini che si andava ad abbeverare in un piccolo stagno. Un solo elefante selvatico perché, ci spiegava in inglese il nostro autista, che in questa stagione secca, i pachidermi, se ne stanno alla larga dalle rotte battute dalle jeep.
Ritorniamo in albergo in tarda mattinata e dopo aver bevuto un succo di mango riprendiamo il cammino verso la prossima tappa: Hill Country.
Arriviamo ad Ella nel pomeriggio, visitiamo il little Adam’s peak e con una passeggiata di poco meno di un’ora, si arriva in cima alla collina da cui si gode un panorama sulle verdissime colline che circondano Ella (cominciamo a scorgere le prime piantagioni di the). Riscendiamo per prendere possesso delle camere al 98 Acres Hotel ( bellissimo ), ubicato nel verde della foresta e nel bel mezzo di una piantagione di the.
Le camere sono 10 in tutto suddivise in cinque bungalow a due piani, il ristorante è un corpo a se’. Le pietanze, sia della cena che della colazione, si devono prenotare prima perché vengono preparate al momento dallo chef, non c’è nulla di pronto.
21.07
Ci siamo informati sugli orari del treno che da Ella ci porterà su a Nuwara Eliya, e decidiamo di goderci il più possibile la tranquillità dell’hotel e prendere il treno delle 11.00 da Ella.
Acquistiamo un biglietto di ” prima classe ” che sono con i posti assegnati e numerati, diamo un arrivederci al nostro driver che ci riprenderà alla stazione di Nanu-oya ( non esiste la stazione di Nuwara Eliya ).
Il paesaggio si alterna tra paesini sperduti nella jungla ad estese piantagioni di the caratterizzate da piantine tutte della stessa altezza che danno la sensazione di un grandissimo tappeto verde intenso che copre il movimento naturale delle colline.
Scendiamo dal trenino e dopo un piccolo tragitto in auto e molti tornanti su di una strada in costruzione arriviamo alla piccola Inghilterra in terra Sri Lankese.
Se non fosse per la popolazione, sembrava per magia di essere catapultati in una piccola contea inglese della fine dell’800, case ordinate ed in perfetto stato, giardini tenuti e mantenuti alla perfezione con il proprio immancabile ” prato inglese “, piccolo campo da golf con giocatori in tenuta sportiva e cani randagi ( inoffensivi ) che circolano per il green di gioco.
Siamo a quasi 2.000 metri di altezza e l’aria è pungente, ma basta un maglione di cotone ed un buon k-way per non sentire freddo.
Facciamo una passeggiata nel centro della cittadina, visitiamo il mercato ed andiamo al Victoria park.
Alloggiamo al St.Andrew’s hotel, della catena Jet Wingh Hotel, non ci pentiamo della scelta! La magia continua anche in albergo, camere ben arredate e spaziosissime, servizio all’altezza. Abbiamo la mezza pensione a buffet ed il cibo è abbondante e di ottima qualità.
22.07
Colazione all’altezza dello standing dell’albergo e partenza per la visita ad una piantagione di The. Noi scegliamo di visitare la fabbrica di Mackwoods con estensioni di the immense; ci guida un’addetta della fabbrica che, in buon italiano, ci spiega tutto il processo di fabbricazione della preziosa bevanda, iniziando dalla raccolta fino al confezionamento in sacchi da 50 kg. Alla fine della visita ( che a dire la verità non dura più di un quarto d’ora ) andiamo al negozio adiacente al corpo di fabbrica per assaggiare il The B.O.P. ( che da quanto risulta rappresenta la qualità migliore ) per poi eventualmente comprare le relative confezioni, in foglioline da immergere nell’acqua calda o nelle classiche bustine. Il negozietto è carino si possono comprare anche i servizi da the molto ” old english “.
Riprendiamo la macchina e cominciamo a scendere di quota, la destinazione finale è Kandy. Durante il percorso abbiamo qualche fastidioso inconveniente meccanico ed elettrico con la macchina, ma si riesce a riparare ed a mettere in condizioni l’auto di riprendere il viaggio, anche se per il resto del tour siamo stati con un finestrino perennemente chiuso.
Ci fermiamo in vari punti panoramici per scattare delle foto; la strada è abbastanza lunga e piena di curve e tra i vari tornanti veniamo ” inseguiti ” da un venditore ambulante di fiori che ha scambiato un nostro gesto di saluto per una richiesta di acquisto: ci ha rincorso per tutto il percorso prendendo dei viottoli che tagliano le colline per poi ritrovarlo puntualmente ad ogni tornante per venderci il suo mazzo di fiori. Ci fa tenerezza per la sagacia, la resistenza ed il pericolo che affronta nel discendere così velocemente ( con le infradito ) quei sentieri irti… così gli regaliamo delle rupie per premiarlo.
Si raggiunge Kandy nel tardo pomeriggio e decidiamo di visitare il giardino botanico di Peradeniya sorprendente per la varietà di piante presenti e per i vialoni alberati. Alcuni alberi ci hanno impressionato perché’ pendevano (a prima vista) dei strani frutti neri che in seguito e con l’aiuto dello zoom della macchina fotografica si riveleranno, invece, essere una miriade di pipistrelli a testa in giù pronti a spiccare il volo all’imbrunire.
Abbiamo il tempo di andare a teatro per assistere ad una rappresentazione di danze folcloristiche locali ( pensavamo di vedere il solito spettacolo per turisti e ci siamo dovuti ricredere! ), la compagnia era professionalmente preparata ed alla fine dello spettacolo ci hanno fatto vedere la tradizionale passeggiata sui carboni ardenti di alcuni dei danzatori.
Poco prima del tramonto, visitiamo, il tempio del dente di Buddha.
Qui ho la prima ( di una lunga serie) grossa delusione sulla scelta di essermi affidato alle cure della Secret Lanka; mi aspettavo che il nostro driver/guida ci accompagnava all’interno del tempio per le spiegazioni di ciò che andavamo a visitare, invece ci ha lasciato all’entrata del sito sacro comunicandoci che ci avrebbe aspettato all’uscita del tempio.
Perplessi ed infastiditi dal comportamento del driver entriamo, a piedi nudi, e ci accodiamo alla fila di fedeli per vedere il luogo sacro. Il sito è molto suggestivo ed incantevole – complici le luci del crepuscolo e l’illuminazione serale – e sarebbe stato più’ apprezzato se avessimo avuto una storiografia di cosa si stava osservando. Capito l’andazzo, il giorno successivo ci siamo messi a leggere la guida della Lonely (meno male che l’avevamo portata) per erudirci e prepararci su cio che avremmo visto in seguito.
In serata raggiungiamo il nostro albergo Hotel Citadel della catena Cinnamon hotel, anche questa ottima scelta che alla luce del sole si rivelerà anche paesaggisticamente superbo.
23.07
Ci svegliamo con molta calma, dedichiamo del tempo ad un piccolo tour dell’albergo che merita per il luogo dove è stato edificato – sulle rive del fiume che bagna Kandy- , scattiamo delle foto e poi colazione in terrazza con panorama mozzafiato dello scorrere lento del fiume inglobato in una foresta verde.
La mattinata la trascorriamo passeggiando pigramente per la città; visitiamo il mercato centrale dove facciamo i primi acquisti di spezie.
Ci rimettiamo in macchina, la nostra prossima meta sarà Sigirya ed i suoi dintorni.
Dopo pochi chilometri visitiamo, a piedi nudi, il monastero di Aluvihara costruito nella roccia viva con varie grotte che custodiscono dei Buddha reclinati e pitture murali: foto di rito. Assistiamo ad una piccola dimostrazione di scrittura su foglie di palma, da parte del custode, all’entrata del complesso monastico.
Proseguiamo ancora chilometri e chilometri ed arriviamo a Dambulla, in cui è situato il celebre complesso del Royal Rock Temple. Qui l’interno è composto da cinque grotte di diverse dimensioni che contengono innumerevoli statue di Buddha e dipinti murari di pregevole fattura, come al solito il nostro driver ci ha lasciato giù all’ingresso e noi, dopo la salita non faticosa per arrivare al sito, abbiamo dovuto prendere una guida del luogo ( parlante inglese ).
In serata arriviamo al nostro albergo Green Paradise Hotel, costruito da italiani (l’ho intuito per l’impianto elettrico occidentale), dove soggiorneremo tre notti. L’albergo è formato da bungalow a schiera molto confortevoli con l’unico neo di ricevere la visita notturna di formiche in vacanza che , comunque, non danno alcun fastidio. Piscina grandissima, anche qui abbiamo optato per la mezza pensione, cibo ottimo.
24.07
Mattinata dedicata alla visita della rocca di Sigiriya. Portatevi acqua a sufficienza perché con il caldo ed i piccoli sforzi per salire gradini a mai finire vi servirà certamente un buon ricambio idrico. Anche qui, dopo avere subito il salasso del biglietto d’ingresso, ci affidiamo alle cure di una bravissima guida del luogo che parla un buon italiano e spiega tutti i particolari e le curiosità che caratterizzano il sito archeologico che si rivela davvero esaltante per le raffigurazioni pregevoli alle pareti di alcune concubine del re che per il panorama mozzafiato ( dopo aver solcato i 1.202 gradini per arrivare sulla sommità della cima).
Il pomeriggio lo abbiamo utilizzato per visitare i dintorni, utilizzando un simpatico carretto trainato da un bue. Ci siamo addentrati in un tipico villaggio di gente del posto per osservare come vivono nella loro quotidianità’, specialmente come cucinano. Per il ritorno in albergo abbiamo affittato due tuk-tuk ed il finale della serata lo abbiamo rivolto al rilassamento puro in piscina.
25.07
Tutta la giornata sarà dedicata alla visita approfondita del vasto sito archeologico di Polonnaruwa; qui non siamo stati molto fortunati (al contrario di Sigiriya) con la guida che parlava un “primitivo” italiano ed aveva fretta ( faceva davvero caldo ) di concludere il più’ presto possibile il giro del sito. Insomma non abbiamo potuto godere a pieno quanto abbiamo visto, nonostante tutto il posto è da non perdere assolutamente!
Poco prima del tramonto facciamo una cosa da “turisti veri”: cediamo alla tentazione/emozione di cavalcare un elefante e facciamo un piccolo giro nella vegetazione e delle foto con lo sfondo la rocca di Sigiriya!
26.07
Da oggi si conclude la parte “impegnativa” del viaggio in Sri Lanka per schiudersi la fase di completo relax. Ci dirigiamo verso nord-est e raggiungiamo Trincomalee dove alloggeremo per quattro notti al Chaya Blue per concederci solo riposo, sole e mare.
26/27/28/29.07
Un giorno decidiamo di prenotare, tramite un pescatore conosciuto in spiaggia, l’escursione a Pigeon Island ( tremila rupie a testa compresa la tassa d’ingresso perché l’isolotto e’ riserva naturalistica ), paradiso terrestre di coralli e pesci dai mille colori e forme; la spiaggia è ricoperta di corallo morto anche per via dello tsunami che ha colpito l’isola nel 2004. Giornata fantastica!
30.07
A malincuore lasciamo Trincomalee, per l’ultima parte del nostro lungo tour, la nostra destinazione è Anuradhapura al centro-sud dell’isola.
La strada non offre nulla di interessante ed è quasi sempre dritta, arriviamo in albergo nel tardo pomeriggio. Ovviamente chiudiamo in bellezza per quanto riguarda gli hotel: alloggiamo al “Forest Rock Garden Resort” albergo meraviglioso, le camere sono dei mini appartamenti costruiti ad altezza degli alberi che ci circondano in mezzo alla foresta; le parti in comune del resort vorrebbero dare l’idea ( al turista ) di essere all’interno di un palazzo reale antico. Servizio eccellente, anche qui abbiamo optato per la mezza pensione, unico neo per gli amanti della carne è che il ristorante è esclusivamente vegetariano!
31.07
Mattinata dedicata prima alla visita dell’albero più antico del mondo il “Sacred Sri Maha Bodhiya” e poi al vasto sito archeologico di Anuradhapura ed ai suoi svariati Dagoba ( pagode di mattoni pieni ).
Conclusioni
Il viaggio è stato lungo e strutturato in modo da essere diviso in tre parti distinte ( a onor del vero la paternità della buona riuscita della costruzione del viaggio oltre che al sottoscritto bisogna darla anche al Sig. Elia Noris titolare della Secret Lanka, ma per quel che riguarda l’organizzazione in loco bisogna stendere un velo pietoso): nella prima parte abbiamo apprezzato l’aspetto naturalistico del Paese; nella seconda, invece, e’ stata esaltata l’aspetto archeologico con la visita dei maggiori siti Patrimonio dell’Unesco mentre, l’ultima parte del viaggio, l’abbiamo dedicata al riposo più assoluto per riprenderci dallo stress accumulato nei mesi invernali e prepararci in gran forza alla ripresa lavorativa.
In questi posti ancora incontaminati la cortesia e la gentilezza della popolazione e’ la caratteristica che più ci attira a visitare queste terre oltre, ovviamente, ai luoghi e panorami bellissimi che abbiamo visitato. La cosa, invece, che non abbiamo gradito è stata la consapevolezza di voler essere sfruttati al massimo (quasi spremuti come dei limoni, per il solo fatto di essere turisti in visita in Sri Lanka ) per gli esorbitanti prezzi di entrata nei siti.
Non abbiamo assolutamente sofferto per il cibo perché abbiamo optato il più delle volte per la mezza pensione negli alberghi prescelti e quindi ai buffet serali che proponevano cibo locale ma anche internazionale.
Torniamo a casa con un ottimo ricordo dello Sri Lanka, dei suoi paesaggi di mare agitato al sud, di foreste rigogliose in ogni dove, di lussureggianti giardini di The stagliati sulle montagne e di un mare accogliente e gentile al nord, dove è ancora molto presente l’esercito per effetto della recente conclusione della guerra civile.
Il Paese, in generale, è molto tranquillo e non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza. Noi preferiamo viaggiare con determinate comodità, ma è possibile anche utilizzare i mezzi pubblici per gli spostamenti: abbiamo visto innumerevoli autobus (per lo più sgangherati) attraversare in lungo ed in largo la “lacrima di Buddha” e soggiornare in strutture più modeste di quelle che noi abbiamo scelto. I cingalesi sono molto cordiali e gentili, puliti (sempre relativamente) ed educati; si sono accorti che il turista è la loro ricchezza e dunque lo trattano al meglio delle loro possibilità ma, allo stesso tempo, lo sfruttano per averne il massimo vantaggio.
Devo confessare che, forse anche per colpa della nonguida, quando siamo partiti non abbiamo avuto la sensazione di magone nel lasciare lo Sri Lanka che, ad ogni modo, consiglio di visitare per le sue bellezze naturali e storiche oltre come già detto per la popolazione autoctona.