Scacchi a Marostica
Scelta la gradinata dal sito che cura anche quell’evento (33 € cadauno), ho cercato su booking un posto per la notte. Non me la sentivo infatti di ripartire dopo mezzanotte guidando l’auto per altre 2 ore e mezza.
A Marostica ovviamente trovo tutto già prenotato e i posti rimasti hanno prezzi proibitivi, così cerco nel circondario e trovo a Bassano a circa 8 km, un B&B molto bello, (Zen Ganden) nella prima periferia del paese che per soli 60 € ci ha fornito anche un’abbondante colazione.
I tempi sono stretti per via del lavoro di Agnese, ma giungiamo prima a Bassano dove lasciamo i bagagli e poi a Marostica verso le 19.30.
Parcheggiata la macchina in una stradina laterale, evitiamo le affollate pizzerie della piazza, chiusa per l’occasione, e ceniamo con panini in un accogliente bar laterale. Per le 20.40 siamo con altre decine di persone ad aspettare l’apertura dei cancelli. E’ bella anche questa attesa, per chi sa coglierla, perché qua e là si sentono vivaci commenti, spesso dialettali, degli altri turisti specie quelli dei gruppi organizzati: “Marco, avete visto Marco? me ga scapà proprio adesso che devo dargli il biglietto. Dove saria andato quel puteo? Ma non era con tigo?” “Con mi? Ma cossa te disi?” “ E la pioggia? Speriamo che regga altrimenti ciapemo una bagnada coi fiocchi” “Lasa passar Maria, non vedi che son vestiti in costume?” Per chi è abituato ad ascoltare, è bella e suggestiva anche l’attesa.
Saliti sulle gradinate, dopo circa 30 minuti inizia lo spettacolo. Una breve spiegazione proiettata con immagini sulla grezza facciata del Castello Inferiore che fa da sfondo alla piazza e dal quale usciranno poi tutti i personaggi. Le guide parlano di circa 600 attori, tra figuranti, attori e giocolieri, tutti rigorosamente in costume. In pratica tutta Marostica, penso ridendo. La storia del torneo, raccontata lì per lì da qualche personaggio, nasce a causa della rivalità in amore tra Rinaldo e Vieri rampolli di nobili famiglie e innamorati contemporaneamente della bella Lionora figlia del castellano di “Marostega”. Costui, non volendo spargimenti di sangue in duelli per questioni d’amore, propose ai contendenti che la disfida avvenisse tramite il “nobil gioco degli scacchi,” promettendo così la mano della figlia a chi dei due avesse vinto la gara. Il perdente si sarebbe però consolato sposando un’altra sua stretta parente. Dopo balletti, abili sbandieratori, sfilate e coreografie molto ben curate, inizia la disfida tra bianchi e neri, torri, pedine, alfieri e persino cavalli reali (rigorosamente bianchi e neri) accompagnati da palafrenieri. In breve tempo la regina nera dà scacco matto al re bianco sancendo la vittoria della sua squadra. La festeggia anche il suono di campane che si odono in lontananza. Dopo un’ulteriore e eccellente esibizione di sbandieratori, la festa finisce con fuochi d’artificio che partono dai merli del Castello Inferiore seguiti da un effetto scenografico degli stessi che a mo’ di colata lavica cadono dagli spalti e dalla torre, vicino al portone d’ingresso.
Il giorno dopo, decidiamo di ritornare velocemente a Marostica per visitare meglio questa bella città. La sera prima infatti avevamo visto sul colle che la domina una imponente cinta muraria e decidiamo in mattinata di salirci. In pieno centro, lateralmente alla chiesa del Carmine, ci inerpichiamo quindi a piedi per l’ irto sentiero dei Carmini che ci porta in cima, al Castello Superiore. Di lassù, abbiamo la vista di tutta Marostica e della pianura circostante. Qualche foto e via.
Il tempo stringe, in tarda mattinata ritorniamo velocemente a casa. Ma il ricordo della visita particolarmente bella, forse perché legata a questo evento ci è assai cara.