Thailandia, venghino signori, venghino!

Attraversiamo la Thailandia partendo dalla sregolata capitale. Riusciremo a resistere a tutte le tentazioni? A tutte sicuramente no...
Scritto da: IgorDR
Partenza il: 05/08/2013
Ritorno il: 25/08/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
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È incredibile che questa meta indocinese che ha da sempre esercitato un grande fascino su di me, l’abbia visitata per ultima. Sarà per i tanto decantati massaggi tailandesi, sarà per la Thai Boxing, ma è praticamente da sempre che desideravo visitare la Thailandia. Eppure sono stato in Indonesia, Cambogia, Malesia, Laos, Vietnam, praticamente in tutto il sudest asiatico, tranne che in Thailandia. Secondo me la causa è quella che io chiamo la sindrome di Highlander, che è quella cosa che accade quando tutti i tuoi amici vanno prima di te a vedere un film, te ne parlano in termini eccezionali, ma poi quando alla fine vai a vederlo tu, sarà che ti aspettavi chissà che, ne rimani inevitabilmente deluso.

La Thailandia ha effettivamente un difetto (per alcuni probabilmente sarà un pregio) rispetto alle altre nazioni dell’Indocina: è estremamente turistica, la prima impressione è che sia un enorme parco giochi. Volete imparare a condurre un elefante? Volete schiaffare un biberon nel gargarozzo di un cucciolo di tigre? Volete due massaggiatrici che unte d’olio vi si spalmano addosso? Nel grande luna park che è la Thailandia tutto questo (e molto di più) è possibile, basta pagare.

Scordatevi le feste tribali nella giungla del Sulawesi, qui nei villaggi si arriva in pullman e gli abitanti indossano gli abiti tradizionali solo quando vi vedono arrivare. Scordatevi le placide navigazioni in solitaria nei fiumi del Borneo, qui le imbarcazioni sono stracolme all’inverosimile di turisti.

A leggere queste prime righe potreste pensare che la sindrome di Highlander abbia colpito ancora e che dunque sia rimasto deluso. Non è esatto. Se qualcuno oggi mi chiedesse “Andiamo a vivere in Thailandia?”, non arriverebbe a completare la frase. Nonostante tutto la Thailandia è in grado di sorprendere, ha ancora molti angoli incantati, come vedremo nel prosieguo del diario di viaggio.

QUELLO CHE BANGKOK PRENDE, BANGKOK NON RENDE!

A noi sicuramente non ha preso la voglia di tornarci. Sarebbe inutile vi elencassi tutte le attrazioni di Bangkok, sono tantissime e le potete trovare su qualsiasi guida turistica, magari vi regalo qualche chicca.

Per iniziare vi propongo una bella vista panoramica della città, giusto per rendervi conto dell’immensità della capitale thailandese. Se arrivate di giorno, allora salite sulla montagna dorata (un minuscola collinetta in realtà) presidiata dal Wat Saket.

Se invece il vostro primo approccio con la metropoli è notturno, cosa c’è di meglio di un bel drink al Vertigo and Moon Bar, posizionato strategicamente sulla terrazza del Banyan Tree Hotel.

Se un giorno a pranzo avete voglia di pesce, fatevi portare da un taxi al mercato galleggiante di Taling Chan: non aspettatevi i mercati vietnamiti di Can Tho, il mercato di per sé non meriterebbe una visita e vi sconsiglio anche la gita in barca tra i canali. Stipati all’inverosimile su una malandata barchetta, con le vostre ginocchia piantate sul petto, potrete ammirare… assolutamente nulla! Come vi dicevo però, qui a un prezzo irrisorio potrete mangiare pesce fino allo sfinimento.

La Lonely Planet riporta il Chao Mae Tubtim come un curioso tempietto dedicato alla venerazione del fallo maschile. In realtà è un ammasso disordinato di lingam depositati nel retro di un hotel. Andateci se proprio non avete niente da fare (difficile a Bangkok) e giusto per sbizzarrirsi in qualche foto goliardica e irriverente.

Poi ovviamente ci sono quelle cose che se non le fate non potete dire di essere andati a Bangkok. Si può ad esempio andare a Bangkok e non assistere ad un incontro di Muai Thai? Circondati da centinaia di thailandesi esagitati che allungano i soldi verso i bookmaker, giovani atleti si sfidano senza esclusioni di colpi (nel vero senso della parola, pochissimi sono i colpi vietati) nello sport nazionale, la boxe thailandese. E ancora, si può andare a Bangkok e non assistere in un night club alle prodezze ginniche degli organi genitali di signorine molto dotate? Come ad esempio spegnere tutte le candeline di una torta di compleanno o sparare con i muscoli pelvici palline da ping pong a lunga distanza. Vedete un po’ voi, lascio al vostro personale senso della morale, per me sarebbe come andare a Monaco di Baviera e non bersi una birra.

Per dormire vi consiglio il Baan K Residence by Bliston: non solo è silenzioso (già questo a Bangkok è un lusso), ma è vicinissimo sia alla metro che allo Skytrain. Inoltre la sera da un lato avete la Moon Tower per farvi l’aperitivo, dall’altro avete la vita notturna di Silom e il quartiere a luci rosse di Patpong.

VENGHINO SIGNORI, VENGHINO!

Con un volo aereo ci spostiamo all’estremo nord ai confini con la Birmania. Per il resto del viaggio, sfruttando mezzi di terra e di acqua scenderemo lentamente verso sud. A leggere sulle guide turistiche, Chiang Mai offre avventura e folklore: trekking nella giungla, passeggiate a dorso di elefante, torrenti impetuosi e popolazioni indigene. In realtà è un parco divertimenti, le escursioni sono organizzatissime e studiate nei minimi dettagli per farvi vedere tutto nel più breve tempo possibile. Volete un esempio della classica escursione (quella che vi vendono tutti) vissuta in prima persona? La mattina vi vengono a prendere all’hotel (un paio di ore si perdono per andare a prendere tutti i turisti ai vari hotel della città). Prima tappa un ranch di elefanti dove sperimentare un giretto di 20 minuti a dorso di elefante, poi 30 minuti di passeggiata per fare un bagno di 20 minuti sotto a una cascata. Pranzo e poi con lo stomaco pieno cosa c’è di meglio di un po’ di rafting. Al termine delle rapide, giretto con una placida zattera di legno. Per finire gita ad un paio di villaggi indigeni, dove prima di arrivare la guida avrà provvidenzialmente telefonato in modo che gli abitanti si facciano trovare con i vestiti tradizionali.

In poche parole se volete divertirvi va benissimo, ma se volete avventura e folklore veri, allora andate a Luang Prabang in Laos. Tra giri in giostra e tappe a mercatini di souvenir convenzionati, la cosa che mi è piaciuta di più è stata il Wat Rong Khun nei pressi di Chiang Rai: costruito con gesso bianco e specchi, assolutamente controtendenza, questo tempio è la cosa più eccentrica e kitsch che vedrete in tutta la Thailandia. Se alla vostra guida accompagnatrice non saranno saltate le adenoidi a forza di urlare per farvi rispettare le serratissime tappe dell’escursione, soffermatevi anche sui dettagli, vedrete improbabili affreschi di Budda in compagnia dell’Uomo Ragno o angoscianti sculture di dannati che si protendono da sottoterra. Tappa obbligata è la gita ad uno dei villaggi Karen. Le donne di questa particolare etnia dall’età di 5 anni iniziano ad indossare anelli di ottone per allungarsi il collo. Anche qui non chiedetemi di giurare che sia tutto autentico, non mi sorprenderebbe scoprire che la sera le signore si levino gli anelli, salgano su un autobus e abbandonino il villaggio per andare a dormire a casa in città.

Per esplorare il nord del paese Chiang Mai è perfetta, da qui potrete raggiungere tutte le mete in giornata. L’Hotel M immediatamente dentro le mura cittadine (i 20 metri che ne sono rimasti), è perfetto, senza infamia e senza lode vale esattamente il prezzo che si paga.

SI PREGA DI PARLARE SOTTOVOCE

Dopo tanti giri in giostra, cosa c’è di meglio di un po’ di relax. Il parco storico di Sukhothai racchiude le rovine dell’antica capitale del Regno di Sukhothai, che per circa 140 anni dominò buona parte della regione indocinese. Nel quieto parco, potrete pedalare tra i maestosi templi e godervi l’aria pulita grazie ad un’anomala assenza di mezzi motorizzati.

Qualsiasi hotel dell’area storica vi noleggerà le biciclette, compreso il Baan Rim Klong Resort gestito da una cordiale famigliola cinese. Tanto per dirne una, dovevamo ripartire la mattina presto molto prima dell’orario della colazione, eppure la signora si è svegliata prima, ci ha preparato la colazione e poi suo marito ci ha accompagnato alla stazione.

IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Lopburi ha alcune graziose rovine, un vivace mercato e un’ottima cucina. Ma a Lopburi non si viene per queste cose banali. A Lopburi si viene per farsi graffiare e derubare da gang di macachi organizzati, i veri e incontrastati padroni della città. A parte il panico iniziale, per evitare di andarsene piangendo da Lopburi, è sufficiente non indossare niente che vi possa essere sottratto: occhiali, cellulari, cappelli, foulard, ecc. Tenete presente che le scimmie vi saltano addosso in gruppo e vi aprono pure gli zaini. Se volete che vi stiano a distanza, è sufficiente che teniate un dissuasivo bastone in mano, senza mai colpirle… altrimenti sì che si incazzano! Vivere a Lopburi non deve essere facile, praticamente non puoi mai tenere le finestre aperte. I negozianti per evitare che i primati entrino nei negozi, hanno escogitato il curioso stratagemma di mettere un coccodrillo di peluche all’ingresso. Sembra funzionare.

Mentre in qualsiasi altra città del mondo avere un hotel lontano dal centro sarebbe uno svantaggio, qui ovviamente è meglio. Al tranquillo Lopburi Inn Resort quando la sera sarete stufi di subire violenze, potrete rilassarvi seduti all’aperto.

UN’ISOLA NEL CENTRO DELLA THAILANDIA

Con un veloce trasferimento in treno arriviamo ad Ayutthaya, l’antica capitale del regno Khmer. Essendo circondata da un fiume che le gira tutt’attorno, potremmo tecnicamente definirla un’isola. Finezze semantiche a parte, prima di una sontuosa cena di pesce al mercato notturno, vi consiglio al tramonto di noleggiare una barca e circumnavigare la città per godere appieno dei meravigliosi templi illuminati. Di giorno invece, la maniera migliore di visitare i templi è noleggiare uno scooter e girare in tutta libertà la città. Vedrete Budda sdraiati, seduti, in piedi, incastrati in un albero… insomma Budda come se piovesse. Sarò anche ripetitivo, ma a pranzo, tra una sgasata e una frenata, recatevi al mercato galleggiante per la solita immancabile abbuffata ittica.

Il Krungsri River Hotel è vicinissimo alla stazione dei treni e, a meno che non trasportiate un baule, potrete tranquillamente arrivarci a piedi. La posizione è perfetta, affacciato sul fiume e a metà strada tra il mercato galleggiante (a est) e il centro storico (a ovest).

L’IMBARAZZO DELLA SCELTA

Anche dal punto di vista delle escursioni naturalistiche, non c’è che l’imbarazzo della scelta. I parchi nazionali sono 112, così tanti che viene da domandarsi perché per fare prima non abbiano dichiarato l’intera Thailandia come un’unica area protetta. Noi abbiamo scelto di visitare il Khao Yai. Non so dirvi come sono gli altri 111 parchi nazionali, ma nel nostro caso siamo rimasti molto soddisfatti; a parte le immancabili sanguisughe e l’interminabile viaggio in treno per arrivare, i nostri sforzi sono stati premiati con l’avvistamento di buceri, elefanti selvatici e vari tipi di primati tra cui uno con le palpebre azzurre.

IMMERSIONI DA RECORD

Premesso che le più belle immersioni della Thailandia sono nel Mar delle Andamane ed in particolare alle isole Surin e Similan, se come noi andrete in Thailandia ad Agosto, allora purtroppo vi saranno precluse. La stagione delle piogge e il mare mosso rendono impossibile anche solo raggiungerle, figuriamoci le attività subacquee. L’alternativa è spostarsi dall’altro lato della Thailandia ovvero all’interno del golfo del Siam e a quel punto l’occhio del subacqueo cade inevitabilmente su Ko Tao. In Thailandia tra i subacquei c’è un detto: per imparare va a Ko Tao, ma poi le immersioni valle a fare alle Similan. E’ tremendamente vero, pensavo che niente potesse battere “l’immersionificio” del Mar Rosso, ma ho scoperto a mie spese che Ko Tao è una vera e propria catena di montaggio subacquea. I numeri in questo caso valgono più delle parole: pensate che da sola, la minuscola isoletta rilascia più brevetti sub all’anno di qualsiasi altra nazione. L’hotel dove siamo stati noi, il Ban’s Diving Resort, si trova addirittura sul Guiness Book of Records come l’hotel che rilascia più brevetti subacquei al mondo. Se dunque volete farvi un corso sub allora questo hotel o comunque tutta la Sairee Beach sono perfetti: di giorno scuola e di notte bagordi. Se non siete subacquei cambiate zona dell’isola, scappate da Sairee Beach. Le immersioni sono piacevoli ma niente di memorabile. Tenete presente che ormai, data la mia lunga carriera subacquea, per sorprendermi ho bisogno di vedere un pesce pagliaccio che prende a schiaffi uno squalo grigio, però secondo il mio modesto parere l’unica immersione che valga la pena di fare è Chumpon: nessun pezzo grosso, ma tante nuvole di pesce.

LA CAPITALE DEL PECCATO

Prima di tornare in Italia però, dovevo fare due cose presenti da sempre nella mia agendina thailandese: vivere in prima persona le sfrenate notti delle località marittime thailandesi e vedere i panettoni calcarei che decorano il mare color smeraldo. Potrete soddisfare entrambi i desideri in un colpo solo andando a Phuket! La capitale del vizio offre notti peccaminose e grandi abbuffate di pesce (noi aragosta ogni sera). Oltre a tutto ciò, se come noi siete amanti dell’artigianato, avrete modo di dedicarvi allo shopping compulsivo e decorare il vostro salotto italiano con soprammobili di ogni tipo. Da Phuket inoltre, come vi avevo anticipato, partono ogni giorno escursioni alla baia di Phang Nga. Avete presente quel mare meraviglioso che si vede in tutti i documentari, quello verde e trasparente da cui spuntano centinaia di scogli calcarei? Quella è Phang Nga. Avete presente l’incredibile isola del film di James Bond, quella dove il cattivo Christopher Lee aveva installato il laser per distruggere il modo? Si tratta sempre di Phang Nga!

Per alloggiare a Phuket vi consiglio il bellissimo ed economico Burasari Resort. E’ abbastanza lontano dalla Bangla Road (la via del peccato) da non venirne disturbati. Allo stesso tempo è abbastanza vicino ad essa da poterla raggiungere comodamente a piedi, non senza venire comunque adescati lungo il percorso da decine di graziose massaggiatrici… questa però, è un’altra storia.

Se volete vedere le gallerie fotografiche o il video dell’aggressione da parte dei macachi a Lopburiwww.andataritorno.com/viaggi/28/bangkok www.andataritorno.com/viaggi/27/thailandia



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