Perù e Bolivia, un viaggio rimasto nel cuore e nella mente

Un'esperienza indimenticabile tra cultura e tradizione, dignità e spensieratezza, alla scoperta di una natura stupefacente
Scritto da: PAOLO&MARTY
perù e bolivia, un viaggio rimasto nel cuore e nella mente
Partenza il: 01/08/2014
Ritorno il: 23/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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L’idea del viaggio in Perù e Bolivia è nata più di un anno fa, affascinati da tempo da queste zone del Sud America e convinti definitivamente dopo aver ascoltato i racconti entusiasti di una coppia di amici che ha fatto il viaggio la scorsa estate.

Prima di entrare nel dettaglio, qualche consiglio generale che speriamo possa essere utile a chi volesse visitare questi due magnifici paesi:

– come nostra abitudine, abbiamo organizzato il tutto in completa autonomia, prenotando la maggior parte delle cose via internet con largo anticipo (in loco abbiamo prenotato solamente alcune escursioni), si può fare senza difficoltà;

– mal d’altura: abbiamo pianificato il viaggio per acclimatarci all’altitudine in maniera graduale (2 notti ad Arequipa prima di salire oltre i 3000 mt) e avevamo comunque portato con noi dei diuretici (tipo Diamox). A parte qualche leggero mal di testa non abbiamo sofferto per niente, nemmeno quando abbiamo dormito a 4600 mt;

– tutti gli spostamenti in autobus in Perù li abbiamo fatti con Cruz del Sur in posti cama (sedili reclinabili), ci siamo trovati molto bene anche negli spostamenti notturni. In Bolivia, invece, i bus sono più spartani e abbiamo preferito viaggiare solamente di giorno (compagnia Emperador);

– capitolo vaccinazioni: le opinioni sull’obbligatorietà del vaccino contro la febbre gialla per accedere alla Bolivia provenendo dal Perù erano contrastanti, noi abbiamo deciso di rischiare e non l’abbiamo fatto… c’è andata bene, in aeroporto alla dogana nessuno ci ha chiesto nulla… gran sospiro di sollievo!!!

Itinerario in sintesi:

01/08: Venezia – Lima, notte a Lima (3B Barranco, buono)

02/08: mattina visita di Lima, pomeriggio trasferimento a Paracas in autobus, notte a Paracas (Gran Palma, discreto)

03/08: isole Ballestas e riserva di Paracas, bus notturno da Paracas ad Arequipa con cambio ad Ica

04/08: visita Arequipa, notte ad Arequipa (La Casa de Melgar, buono)

05/08: visita Arequipa, notte ad Arequipa (La Casa de Melgar, buono)

06/08: tour Canyon del Colca, notte a Chivay (Pozo del Cielo, ottimo)

07/08: tour Canyon del Colca, nel pomeriggio trasferimento a Puno, notte a Puno (Tierra Viva, ottimo)

08/08: visita Puno e Sillustani, notte a Puno (Tierra Viva, ottimo)

09/08: visita isole Uros e Taquile, bus notturno da Puno a Cuzco

10/08: visita Cuzco (Tierra Viva Plaza, ottimo)

11/08: visita Valle Sagrado (Tierra Viva Plaza, ottimo)

12/08: visita Valle Sagrado, trasferimento ad Aguas Calientes (Adelas Hostal, sufficiente. Buono per pulizia e servizio, pessimo per la posizione fronte strada/ferrovia, sembrava che il treno passasse in camera)

13/08: il giorno del Macchupicchu (Tierra Viva Plaza, ottimo)

14/08: volo Cuzco – La Paz e visita di La Paz (Casa de Piedra, ottimo)

15/08: volo La Paz – Uyuni e primo giorno di tour del Salar (Luna Salada, ottimo)

16/08: secondo giorno di tour (Tayka de Sal, non buono, sporco e trasandato)

17/08: terzo giorno di tour (Tayka de Desierto, buono)

18/08: quarto giorno di tour e rientro ad Uyuni (Jardines de Uyuni, buono)

19/08: trasferimento a Potosi e visita della città (Tukos La Casa Real, discreto)

20/08: trasferimento a Sucre e visita della città (De Su Merced, eccellente, l’hotel migliore del viaggio)

21/08: visita della città e viaggio di rientro in Italia (lunghissimo, arrivo previsto per il 23/08 mattina)

Ed eccoci al dettaglio del nostro viaggio

01/08: volo Airfrance da Venezia a Lima con scalo a Parigi, siamo arrivati attorno alle 19.30, taxi e hotel per una notte di riposo.

02/08: ci siamo alzati presto per dedicare l’intera mattinata alla visita di Lima, in realtà abbiamo trovato la città piuttosto anonima e di scarso interesse. Ad onor del vero, non siamo tipi da visite a musei, quindi considerate il nostro giudizio legato semplimente all’aspetto architettonico e paesaggistico della città. Dopo un pranzo veloce, abbiamo preso un taxi verso la stazione dei bus, dove avevamo prenotato il trasferimento verso Paracas (circa 3 ore di viaggio). Una volta arrivati, abbiamo fatto un giro delle diverse agenzie per organizzare la giornata seguente, quando avevamo previsto di visitare le isole Ballestas e la riserva nazionale di Paracas (non avrete difficoltà a prenotare le gite sul posto).

03/08: trasferimento al porto e partenza per le isole Ballestas. Il tour, comprensivo degli spostamenti in barca, è durato più o meno un paio d’ore, e sinceramente non è stato niente di eccezionale. Paesaggi sicuramente interessanti e qualche foto simpatica ai leoni marini, ma niente di più. Al rientro, siamo ripartiti alla volta della riserva di Paracas, che abbiamo invece trovato interessante sia dal punto di vista culturale sia per l’aspetto naturalistico. Dopo un pranzo caratteristico in un piccolo villaggio di pescatori, siamo rientrati in città attorno alle 15.30, fatto un giretto nei mercatini lungo il porto, prima di recarci alla stazione dove ci aspettava il bus notturno per Ica e successivamente quello per Arequipa (12 ore, però sui posti cama si riesce tranquillmente a riposare). Col senno di poi, eviteremmo questa giornata a Paracas dedicando un giorno in più ad altri posti di gran lunga più interessanti.

04/08: arrivati ad Arequipa verso le 9, abbiamo lasciato i bagagli in hotel e siamo subito usciti alla scoperta della città, trovandola decisamente più affascinante e caratteristica rispetto alla capitale. Arequipa è chiamata la città bianca per la grande quantità di edifici di questo colore costruiti con una pietra vulcanica locale. Abbiamo passato la mattinata a gironzolare per le viuzze del centro, tra splendidi scorci delle corti interne degli edifici e la vivacità di Plaza de Armas. Nel pomeriggio abbiamo fatto una visita approfondita del bellissimo monastero di Santa Caterina, realmente una città nella città, cominciando con una visita guidata molto coinvolgente sulla storia del monastero e sulla vita delle suore che tuttora lo abitano (offerta libera, noi abbiamo lasciato 30 soles), proseguendo poi in autonomia per ritornare negli angoli più caratteristici e scattare qualche foto. Quindi siamo rientrati in hotel per un paio d’ore di relax nello splendido giardino interno.

05/08: secondo giorno alla scoperta di Arequipa. Abbiamo visitato alcune chiese, tra cui ci è piaciuta particolarmente l’Iglesia de la Compania, per poi recarci al Museo Santuarios Andinos, dove è custodito il corpo di Juanita, la fanciulla dei ghiacci sacrificata sul vulcano Nevada Ampato e il cui corpo si è incredibilmente conservato fino al suo ritrovamento nel 1995. Visita molto interessante e consigliata. Pomeriggio ancora a gironzolare per la città.

Un consiglio: Arequipa si può tranquillamente visitare in un giorno pieno, noi ci siamo fermati 2 giorni semplicemente per acclimatarci all’altitudine e sinceramente ne è valsa la pena, considerando tra l’altro che la città è molto piacevole.

06/08: partenza al mattino presto per il tour del Canyon del Colca, che avevamo organizzato via mail con l’agenzia Colca Tours (ci siamo trovati molto bene, consigliata). Nel giro di un paio d’ore, si sale dal centro di Arequipa fino a raggiungere il picco a 4910 metri nella Reserva Nacional Salinas y Aguada Blanca, facendo diverse tappe intermedie per le foto di rito e per acclimatarsi gradualmente all’altitudine. I paesaggi sono mozzafiato, sembra davvero di essere in un altro pianeta, con alpaca e vigogne che vagano libere in queste distese di terra e pietre. Splendido il panorama dal Mirador de los Volcanes, da cui si possono ammirare ben 8 vulcani. Per pranzo siamo scesi a Chivay, dove si trovano anche la maggior parte degli hotel per passare la notte. Per il pomeriggio era prevista una gita alle piscine termali, a cui noi purtroppo non abbiamo partecipato perché Martina era un po’ influenzata.

07/08: pick-up in hotel aĺle 6, oggi è la giornata del canyon e dei condor. Il tragitto che conduce alla Cruz del Condor è davvero una meraviglia, la strada costeggia infatti il canyon del Colca offrendo delle vedute spettacolari sui terrazzamenti inca. Dopo alcune tappe intermedie nei diversi punti di interesse, dove chiaramente abbiamo scattato miriadi di foto, siamo arrivati al mirador attorno alle 8.30 e ci siamo accodati alle decine di turisti in religiosa attesa… attesa ampiamente ripagata nel giro di pochi istanti, quando un gruppo di condor ha cominciato a planare al di sopra delle nostre teste. Sono degli animali affascinanti, con un’apertura alare attorno ai 3 metri. Siamo rimasti per un’oretta con il naso all’insù ad ammirare quello spettacolo eccezionale e a scattare decine di foto, dopodiché la guida ha ricompattato il gruppo e siamo partiti per una bellissima passeggiata lungo il canyon. Rientrati a Chivay per il pranzo, siamo quindi saliti sul bus che in circa 5 ore ci ha condotto a Puno. Anche questo tragitto ci ha riservato paesaggi incredibili, compresa una splendida laguna popolata di fenicotteri.

08/08: di prima mattina abbiamo organizzato le visite per il pomeriggio a Sillustani e per il giorno seguente alle isole del lago Titicaca, dopodiché abbiamo fatto un giretto in centro. La città non è niente di che, ma il mercato locale e quello nella zona del porto meritano senza dubbio una visita, soprattutto il primo è davvero molto caratteristico. Alle 14.30 siamo partiti con una guida privata per Sillustani (130 soles complessivi, 80 per il taxi, 20 per i due ingressi e 30 per la guida), un tour molto interessante all’interno di questa cittadella dove si trovano i resti di numerose torri funerarie sulle sponde del lago Umayo. La guida ci ha fornito informazioni dettagliate sulle abitudini delle popolazioni locali e sulle modalità in cui queste torri furono erette.

09/08: per visitare le isole del lago Titicaca, siamo andati alla ricerca di qualcosa di non turistico, visto che avevamo sentito da più parti che spesso la grande quantità di turisti rischia di togliere autenticità a questi splendidi luoghi. Alla fine abbiamo optato per l’agenzia Edgar Adventures, che proponeva un tour nella parte meno turistica di Taquile, un pranzo tipico con una famiglia locale nella penisola di Llachon ed infine una visita delle Uros Titino (anziché le più conosciute ed inflazionate Uros). Viaggio in barca veloce, che permette di comprimere notevolmente i tempi degli spostamenti. La giornata è stata fantastica, eravamo in un gruppo di 11 persone e in tutto il tragitto abbiamo incontrato praticamente solo una coppia di altri turisti. Taquile è un’isola meravigliosa, con degli scorci paesaggistici bellissimi e una natura incontaminata, ci abbiamo trascorso buona parte della mattinata. Il pranzo con la famiglia locale neĺla penisola di Llachon è stata davvero un’esperienza autentica, con il cibo cucinato come da loro tradizione all’interno di un rudimentale ‘forno’ di pietre sotto terra. Molto interessante anche la visita all’isola flottante nel pomeriggio, con la popolazione locale che ci ha spiegato come vivono nelle isole e come vengono costruite. Al rientro a Puno, dopo qualche ora di attesa in hotel, siamo andati alla stazione degli autobus per il trasferimento notturno da Puno a Cuzco.

10/08: Cuzco è davvero una città splendida, ricca di vita e di storia, di cultura e tradizione. Abbiamo dedicato la giornata per girala in lungo e in largo, dall’autentico mercato San Pedro, caratteristico soprattutto per la parte gastronomica, alle splendide viuzze di San Blas. Plaza de Armas poi, su cui spicca l’imponente cattedrale, è il degno centro di gravità del magnifico centro storico. Tra i diversi siti di rovine inca, noi abbiamo visitato quelli di Qoricancha e Sacsayhuaman, trovandoli entrambi molto suggestivi. Il secondo, appena fuori la città, lo abbiamo raggiunto a piedi con una bella (ma impegnativa) camminata che parte da San Blas.

11/08: oggi avevamo in programma la visita di una prima parte di Valle Sacra, siamo partiti attorno alle 7 dall’hotel con un taxi privato e, dopo poco più di un’ora di viaggio, abbiamo raggiunto le saline di Maras. Complice un magnifico sole, il luogo era di una bellezza indescrivibile, abbiamo passato più di un’ora tra foto e sguardi estasiati. Consigliamo vivamente di visitarle di prima mattina, la luce è splendida e non c’è davvero anima viva. Posto stupendo. Tappa successiva Moray, un sito costruito dagli inca per coltivare quinoa, frumento e molti altri prodotti vegetali. Si tratta di una serie di terrazzamenti che formano delle specie di anfiteatri. Abbiamo trovato anche questo posto davvero spettacolare, da non perdere, considerate almeno un’ora per la vista, visto che tutta la zona si può percorrere dall’alto in basso attraverso un’articolata rete di camminamenti. Rientrando verso Cuzco abbiamo fatto un’ultima tappa a Chincero, famosa soprattutto per il suo mercato domenicale (oggi purtroppo era lunedì), le cui rovine sono sicuramente più modeste rispetto a quelle di Moray, ma comunque interessanti. All’interno di un’abitazione/negozio, abbiamo inoltre assistito ad una bellissima dimostrazione di come viene lavorata la lana di alpaca, partendo dal lavaggio della lana grezza fino ad arrivare alla tessitura, passando per la tintura del filo con colori ricavati da prodotti naturali (cocciniglia, pietre vulcaniche…). Dopo una mattinata davvero fantastica, il taxi ci ha riportato felici e soddisfatti in albergo attorno alle 14 (costo del servizio 120 soles). Dopo un pranzo veloce, abbiamo fatto una visita alla splendida cattedrale, prima di tornare in hotel per qualche ora di relax.

12/08: oggi il programma è intenso! Partenza alle ore 7 per Pisaq con il taxista Cecilio. Dopo un’oretta di taxi siamo stati tra i primi a salire alle rovine, composte da terrazzamenti enormi su ogni lato della montagna, sembra che questo sito avesse un’area centrale dedicata alla misurazione dell’ora. Sembra impossibile vista l’imponenza dell’area, ma gli inca comunicavano a voce da un lato all’altro della montagna grazie all’eco. Dopo una camminata di un paio d’ore, impegnati a scattare mille foto, ci siamo avvicinati verso l’uscita e siamo scesi in città per una visita al mercato, molto caratteristico e conosciuto. Tra tutti i mercatini visitati durante il viaggio, ci è sembrato senza dubbio quello con l’offerta migliore. Ci siamo quindi diretti ad Ollantaytambo, dove abbiamo mangiato velocemente per poi dedicarci alla visita delle rovine. Abbiamo trovato anche questa cittadella estremamente affascinante, ennesima prova di quanto geniale sia stata questa popolazione del passato. Attorno alle 15 siamo andati in stazione, dove abbiamo preso il treno per Aguas Calientes (Vistadome, prenotato da casa con Perurail). Cena con Fabio ed Ilaria, una coppia di ragazzi molto simpatici conosciuti in treno, e a letto presto per la levataccia del giorno successivo.

13/08: è arrivato forse il giorno più atteso del viaggio, oggi ci aspetta il Machu Picchu, sveglia alle 4.30 e alle 5 eravamo in fila per l’autobus (biglietti acquistati la sera prima), fila che peraltro era già considerevole. Alle 5.30 i bus hanno cominciato a caricare gente e attorno alle 6.30 siamo finalmente entrati nella cittadella. Emozionante, meravigliosa, si potrebbero trovare tanti aggettivi per descriverla, ma senza renderle giustizia, così come le tantissime foto scattate. Siamo corsi subito verso la capanna del custode per scattare le classiche foto prima che ci fosse l’invasione dei turisti, quindi ci siamo diretti verso la Montaña per la scalata. Avevamo prenotato da casa la salita alla montagna, che di fatto rappresenta l’alternativa al Wayna Pichu, consigliati da amici che ci avevano detto che c’è molta meno gente e che il panorama è forse migliore rispetto al Wayna. Alle 7 in punto hanno aperto il cancello ed è cominciata la nostra scalata. Devo dire che è stata davvero impegnativa, non siamo grandi sportivi ma il percorso è senz’altro impegnativo soprattutto perché a quell’altitudine il fiato è molto corto. Ci abbiamo impiegato circa 1 ora e mezzo per salire, ma ne è valsa davvero la pena: vista sul Macchupichu da brividi e distesa di montagne innevate ad incorniciare questi paesaggi da sogno. Siamo rimasti una mezz’ora sulla cima a goderci questi panorami meravigliosi e poi con calma siamo ritornati alle rovine. Dopo un po’ di riposo, ci siamo aggregati ad un’interessante visita guidata della cittadella. Nel pomeriggio siamo rientrati prima ad Aguas Calientes, poi treno fino ad Ollantaytambo e taxi per Cuzco.

14/08: preparati i bagagli, ci siamo diretti in taxi all’aeroporto di Cuzco, dove alle 12 avevamo il volo per La Paz (Amaszonas). Arrivati in Bolivia, abbiamo dedicato il pomeriggio alla visita di La Paz. Così come Lima, la città non ci è piaciuta, l’abbiamo trovata grigia e piuttosto anonima. Poco male, per noi La Paz era comunque solo una tappa di passaggio.

15/08: sveglia prestissimo e taxi fino all’aeroporto, dove alle 6.30 ci attendeva il nostro volo per Uyuni (Amaszonas). Atterrati puntuali all’aeroporto più in mezzo al nulla che avessimo mai visto, ci attendeva un tassista dell’agenzia Ruta Verde. Colazione abbondante, un paio d’ore di attesa e finalmente alle 10 siamo partiti. Il tour operator con cui avevamo prenotato il giro del Salar ci era stato consigliato da una coppia di amici che aveva fatto il nostro stesso viaggio l’anno prima e con cui si erano trovati molto bene. Rispetto ai tour standard di 3 giorni, abbiamo optato per uno di 4 giorni che permettesse di visitare più posti e seguisse un itinerario diverso da quelli tradizionali, per poter godere dei diversi paesaggi in orari ‘non canonici’ e senza quindi la consueta folla di turisti. Inoltre, sapendo che le condizioni climatiche sarebbero state impegnative, abbiamo preferito avere un tour privato e dormire nelle migliori strutture possibili. Chiaramante così facendo la spesa per il giro è salita di molto (circa 600 euro a testa), ma col senno di poi lo rifaremmo con le stesse modalità. Detto questo, i dettagli… partiti attorno alle 10 dal centro di Uyuni con il nostro autista Fabio, abbiamo fatto una breve tappa al Cementerio de Trenes (niente di che), di fatto niente più che un deposito di vagoni in disuso, per poi dirigerci verso un laboratorio per la lavorazione del sale a Colchani (turistico). Ma il protagonista della giornata è stato ovviamente il salar, dove avremmo passato tutto il resto della giornata. Che dire del Salar? Impressionante, una magnifica distesa di sale, di un bianco accecante, in mezzo a cui perdersi, per godere di un silenzio assoluto e del nulla più totale intorno. Abbiamo scattato una miriade di foto, da quelle paesaggistiche alle classiche e divertentissime foto di prospettiva. La giornata era limpidissima e il nostro primo pic-nic preparato dall’autista è stato splendido… noi tre, con le nostre seggioline in mezzo ad un deserto bianco. La giornata è passata veloce ed è stata magnifica, nel tardo pomeriggio siamo arrivati in hotel, costruito completamente in sale (wifi, riscaldamento per tutta la notte e acqua calda ad ogni ora). Prima di cena, abbiamo assistito ad uno splendido tramonto dalla terrazza dell’hotel.

16/08: partenza soft attorno alle 9.30 e prima tappa verso l’isola di Incahuasi, una collina rocciosa nel mezzo del salar, popolata da oltre 4000 cactus giganti. Ci abbiamo passato circa un paio d’ore, è davvero affascinante ed estremamenete particolare, ci sono dei sentieri che permettono di percorrerla interamente, facendoti scoprire mano a mano le diverse angolature dell’isola. I contrasti di colore tra il cielo blu, il bianco del salar e il verde di questi enormi cactus crea delle immagini talmente belle da non riuscire a descriverle. Proseguendo, ci siamo diretti in direzione del vulcano di Tunupa, alle cui pendici si trova una piccola laguna dove abbiamo visto i nostri primi fenicotteri boliviani. Altro pranzo in un’ambientazione da sogno, per poi dirigerci verso la piccola comunità di Coquesa, dove una ragazza del posto ci ha fatto da guida verso una caverna dove sono incredibilmente conservati degli scheletri umani (Momias de Coquesa) appartenenti a civiltà pre-incaiche. Sulla via verso l’hotel, abbiamo fatto un’ultima tappa al piccolo ma caratteristico Museo de Chantani, dove un membro della comunità ci ha mostrato fieramente i ritrovamenti di ceramiche ed utensili vari appartenenti a civiltà passate, prima di condurci ad un giardino dove espone le sue sculture e rocce naturali che hanno sembianze di persone ed animali.

17/08: la prima tappa è stata la Gruta de las Galaxias, un’interessante grotta con dei cunicoli lungo cui si possono ammirare alghe e coralli pietrificati, che testimoniamo come il salar fosse un tempo ricoperto d’acqua. Tappa successiva San Juan, dedito alla coltivazione della quinoa, dove una signora della comunità locale ci ha accompagnato all’interno di un’interessantissima necropoli, dove sono ancora ben conservati nelle chullpas i resti di quelle che erano le persone più importanti della comunità passate. Il nostro pic-nic si è svolto anche oggi in un punto spettacolare, tra enormi rocce rosse e con una serie di vulcani dormienti (a parte l’Ollagüe) a fare da sfondo. Il pomeriggio è stato dedicato alla visita di 4 splendide lagune, Cañapa, Hedionda, Chiarkota e Honda… bellissime e poco frequentate, con tantissimi fenicotteri che si cibano a pochi metri da riva, le montagne che si riflettono sulle acque cristalline, abbiamo passato delle ore magnifiche.

18/08: quarto e ultimo giorno del tour, che sarà anche il più denso. Siamo partiti dall’hotel alle 6.30, dalla jeep abbiamo assistito ad una splendida alba, le prime foto della giornata sono state per l’Árbol de Piedra (albero di pietra), poi il nostro programma prevedeva come prima tappa la Laguna Colorada. Ci siamo però resi conto che di prima mattina i famosi colori non risaltano come avviene invece da fine mattinata in avanti, quindi abbiamo parlato con l’autista convincendolo a modificare il giro per la giornata per tornare nella più famosa delle lagune più tardi. Inizialmente non era così convinto, perché così facendo avremmo allungato il giro e saremmo rientrati più tardi ad Uyuni, poi però, vista la nostra insistenza, ci ha dato l’ok. A questo punto siamo ripartiti spediti verso Sol de Mañana, un bellissimo bacino di geyser fumanti dove risaltano dei meravigliosi colori. Un passaggio veloce alle Termas de Polques, dove non ce la siamo sentiti di immergerci causa freddo, quindi con la jeep abbiamo attraversato il deserto di Salvador Dalí con la sua Valle de las Damas, un complesso di formazioni rocciose che ricordano la forma di donne vestite con ampie gonne. Dopo un passaggio veloce alla Laguna Blanca, l’ultima tappa prima di pranzo è stata la meravigliosa Laguna Verde, il cui colore intenso contrasta con la terra rossa tutto intorno…. a fare da sfondo, l’altissimo vulvano Lucancabur. Ci siamo quindi rimessi in macchina in direzione della Laguna Colorada, sulle cui rive abbiamo fatto il nostro ultimo pic-nic… quando si dice chiudere in bellezza. La discussione mattutina con l’autista è valsa decisamente la pena, la laguna si è presentata di un rosso meraviglioso e luccicante, in contrasto con il bianco del litorale e il cielo blu, con centinaia di fenicotteri che ne popolavano la superficie… uno spettacolo unico e degna conclusione del nostro splendido tour, da qui in poi ci siamo incamminati sulla lunga strada del ritorno, che non ha mancato comunque di riservarci ancora splendidi panorami e qualche tappa degna di nota, come la Mina Capina, un incredibile insieme di formazioni rocciose di un rosso intenso che si estendono per chilometri. Se fossero nello Utah minimo sarebbe uno dei parchi nazionali più frequentati, qui non abbiamo visto praticamente nessuno. Siamo arrivati ad Uyuni attorno alle 19.30 e abbiamo acquistato i biglietti per il primo bus disponibile per Potosi del giorno successivo.

19/08: siamo partiti da Uyuni alle 10 con la compagnia Emperador, che ci hanno detto essere una delle migliori, in effetti il viaggio non è stato male, alle 14 circa eravamo già in stazione a Potosi, quindi diretti in albergo con un taxi. Quello che rimaneva della giornata, lo abbiamo speso gironzolando per il centro. La città non si può dire che sia brutta, ma non l’abbiamo nemmeno trovata affascinante. Per chi, come noi, non fosse interessato a visitare le miniere, a nostro avviso si può tranquillamente saltarla.

20/08: avevamo riservato tramite l’hotel un taxi condiviso per Sucre (200 bs per 4 persone, col vantaggio di pick-up e drop off in hotel), ci sembrava una soluzione economica e veloce (il bus di boliviani ne costa 17, ma parte e arriva dalle stazioni e si ha quindi bisogno di altre corse in taxi). Col senno di poi, sono state due ore abbastanza tese, qui in Bolivia guidano davvero come dei pazzi, l’arrivo in hotel è stato un vero sollievo. Capitolo Sucre: città semplicemente splendida (più di Cuzco a nostro avviso), degna conclusione di questo viaggio. Eravamo molto stanchi, soprattutto dopo il tour del salar, quindi abbiamo deciso di passare questo ultimo giorno semplicemente andando a spasso per la città, senza macchina fotografica e senza ingressi a musei (qui peraltro ce ne sono davvero molti). È stata una giornata piacevolissima e molto rilassante, Sucre ha un clima splendido e la città è vivace, pulitissima, con una notevole architettura coloniale, ci ha dato l’impressione di passeggiare in un centro europeo senza perdere però i caratteri tipici delle città boliviane. Consigliatissima per ricaricare le pile dopo un viaggio bellissimo ma impegnativo.

21/08: il giorno della partenza. Un’ultima passeggiata in città e alle 12.40 abbiamo preso il primo volo da Sucre a Santa Cruz, dove all’una di notte ci aspettava la prima tratta del rientro (Santa Cruz – Buenos Aires).

22/08: volo Buejos Aires – Roma

23/08: volo Roma – Venezia, dove siamo atterrati alle 9.30

È stato un viaggio bellissimo ed emozionante, seppur impegnativo dal punto di vista fisico per via dei continui spostamenti e delle sensibili escursioni termiche.

Il Perù ci ha affascinati soprattutto per la sua storia e la sua cultura, poter ammirare siti archeologici così maestosi e ben conservati è stata una grande emozione.

La Bolivia è stata un’esperienza indelebile, natura selvaggia allo stato puro, paesaggi che sembrano appartenere ad un altro pianeta.

In entrambi i paesi, abbiamo avuto la fortuna di conoscete persone disponibili e cordiali, sempre molto dignitose, fortemente attaccate alle loro tradizioni e devote alla natura e alle sue leggi.

Buon viaggio a tutti!

Martina e Paolo



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