Norvegia in moto: il ritorno

Da Kristiansand a Kristiansund tra parchi, fiordi e la strada panoramica sull'atlantico
Scritto da: Claudio del Gusto
norvegia in moto: il ritorno
Partenza il: 15/06/2014
Ritorno il: 26/06/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
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Norvegia 2014 “il ritorno”

Appena terminato il viaggio in Norvegia dello scorso anno, avevo preventivato di farne un altro nel 2015, ma dopo quattro mesi la voglia di tornare in quei posti è stata forte ed ho cominciato a pianificarne uno nuovo per il mese di giugno 2014. Nelle fredde e piovose giornate invernali ho studiato l’itinerario guardando le carte, le guide turustiche, acquisendo notizie sui luoghi e paesi che avrei incontrato su google map ho cercato di capire le caratteristiche del terreno, delle strade e così nel mese di maggio tutto era pronto.

La data della partenza fissata al 15 giugno, l’itinerario di massima è Kristiansand – Kristiansund attraversando l’Austria, la Germania e la Danimarca, circa 7500 km preventivati.

Quando arriva finalmente il giorno alle quattro del mattino esco dal garage, in Italia è ancora freddo e piove ininterrottamente dall’autunno. Veramente forte, piove appena entro sulla E45 a Terni, e non molla fino al Brennero dove arrivo nel primo pomeriggio. Il panorama lo conosco bene ma dopo una giornate di nuvole nere e “lavate”, un bel sole sulle Alpi è veramente confortante.

Anche se consapevole che ormai è quasi ora di fare la tappa notturna, lascio ugualmente l’autostrada a Vipiteno per prendere la statale del Brennero divertendomi a fare qualche curva. La prima cosa che ti salta alla vista appena varchi il confine con l’Austria, è il prezzo della benzina inferiore di circa 50 centesima rispetto al costo dell’Italia.

Sul valico si incontrano parecchi motociclisti tra cui una arzilla signora che con la sua Vespa 125 torna, dal raduno di Mantova, ad Amburgo, moto sole e montagne finalmente la miscela giusta per un buon inizio di viaggio. Scendo verso Innsbruck per poi proseguire in Germania dove intendo di fermarmi per la notte a Garmisch. Una cena con il sugo di capriolo fa parte dei desideri per chiudere i primi 1000 km del viaggio

Il secondo giorno (16/06)

Viaggio esclusivamente in autostrada passando per Monaco, Noribenrga, Kassel, Hannower, Amburgo. Quasi 1000km senza una buca e senza pedaggio con molto traffico ma senza alcun problema e senza limiti di velocità.

Sono le diciotto della sera quando passo nel tratto di autostrada che attraversa la zona portuale di Amburgo. Si intravedono le migliaia di container accatastati sulle banchine e le grosse navi che li trasportano Sto in sella da 11 ore ma devo continuare se il giorno dopo voglio imbarcarmi, quindi proseguo ancora per oltre cento km a nord per trovare una sistemazione. Esco dall’autostrada appena vedo in un borgo di cui non mi sono nemmeno preoccupato di sapere il nome. L’unica cosa a cui sono interessato è una doccia, una cena e una bella dormita.

3 giorno (17/06)

La mattina successiva si riparte alle 6,00. Ancora una giornata di sole. Passata l’ultima città tedesca, Flensburg, devo fare ancora 360km in Danimarca, per arrivare nel porto di Hitshals, in tempo per prendere il traghetto in partenza alle 12.15. Il limite di velocità sarebbe di 130km/h ma con la massima prudenza spingo un po’ di più. Con largo anticipo, alle 11, sono in porto presso gli uffici della Color Line a fare il biglietto. 54€ compresa la moto e via in navigazione godendosi il sole sul ponte di poppa. Sono le 15.00 e finalmente sto in Norvegia a Kristiansand . La temperatura è di 25° niente male a confronto di quella lasciate in Italia .

Attraversiamo la città nel caos creato da un auto in panne, con la moto passando sull’impossibile supero oltre 3 km di coda per prendere la strada per Stavanger . Sono le 17 e qui occorre trovare una sistemazione per la notte dato che alle 18 generalmente chiude tutto. A Lyngdal trovo un campeggio sul fiordo 600krn per la prima notte in Norvegia. Sistemato il bagaglio e lo stomaco decido di fare una passeggiata. Come avevo previsto , in giro non c’è nessuno e tutti i negozi sono chiusi, comunque qualche foto sulla spiaggia del fiordo è il passatempo prima di coricarsi.

4 giorno (18/06)

La mattina mi sveglio prestissimo e approfitto del secchio e acqua del bungalow per dare una pulita alla moto, poi partenza. Colazione dopo una cinquantina di km sono a Flekkenfiord una cittadina carina silenziosa con un bellissimo centro storico con gli edifici in legno chiamato “la città olandese”. Poche persone sulla banchina che si godono il raro sole nel silenzio classico di questi posti. Dopo un te caldo , riprendo la strada lasciando la costa e mi inoltro nell’entroterra in direzione di Vikesa poi Birkjedal seguo la strada 975 tra il verde del muschio e i laghi di tutte le dimensioni. Quando trovo l’indicazione per lysebotn svolto per recarmi al mio primo appuntamento con la natura

Mi inoltro per la stretta strada che si inerpica tra le montagne dove due auto non hanno lo spazio per incrociarsi, dopo qualche chilometro comincio a trovare le prime macchie di neve . Man mano che salgo il paesaggio si fa stupendo con panorami che si perdono nell’orizzonte tra laghi ghiacciati e nevai ritrovo quel blu intenso dell’acqua che mi aveva stupefatto l’anno precedente. Passato il valico,tra muri di neve alti oltre i due metri, una ripida discesa ti porta verso Lysebotn, ma fatto solo un km mi fermo in un piazzale di un ristorante da dove si può vedere tutto il fiordo.

Inutile dirvi cosa si prova soprattutto perché oltre ad essere di una bellezza unica ed inaspettata è effettivamente la prima emozione forte del viaggio. Penso che già questo spettacolo basti per compensare tutti i chilometri percorsi nei giorni precedenti

Mi informo sugli orari del traghetto e mi dicono che ci vogliono tre ore di attesa. Troppo. Torno indietro sulla stessa strada gustandomi ancora una volta i paesaggi che mi si aprono ad ogni curva fino a tornare sul bivio che avevo lasciato e quindi proseguire verso nord nella regione del Setesdalen in un altopiano desertico sotto il punto di vista di popolazione , ma ricco di laghi e paesaggi dai colori unici.

La sera siamo al bivio della strada 9 con la 134 e proprio sull’incrocio c’è l’ingresso del camping dove decido di fermarmi. Anche qui il prezzo del bungalow è di 600 krn ma è dotato di doccia e bagno.

Dopo la sistemazione resto seduto sulla veranda a gustarmi il sole caldo, ma le lunghe scie degli aerei e le nubi lenticolari mi annunciano l’arrivo di tempo instabile

5 giorno (19/06)

Quando il mattino successivo mi metto in viaggio il cielo ti fa sperare al meglio. Non passa nemmeno un’ora quando il freddo e una pioggia sottile ma fitta mi fa fermare presso una capanna di pastori dove necessita urgentemente il maglione di pile e gli antipioggia. Sono sulla sponda dello Stavatnet, proseguo e costeggio il Kjelavatn, un lago grandissimo circondato ancora da metri di neve nel parco dell’Hardargervidda.

Una mattinata fredda tra montagne e laghi la temperatura è di 5° le manopole riscaldate oltre che a scaldarti le mani asciugano i guanti. Continuo sulla statale 13 e in lontananza vedo la sede stradale invasa da spruzzi di acqua.

Rallento e quando sono sul posto mi ritrovo sotto una cascata meravigliosa. La Latefoss, alta 165, con flussi separati che fondono proprio sotto il ponte su cui passa la strada. Anche se piove e l’acqua sprigionata dalla cascata stessa non si può fare a meno di fermarsi ad ammirarla.

Dopo una ventina di km si arriva nella città industriale di Odda ingresso al Folgefonna National park. Una breve sosta e proseguo a nord costeggiando il fiordo sino a Eidfiord sulla statale 7 dopo quaranta km altro panorama unico le cascate del Voringfoss. Alta 163 m incastonata in una gola verticale ti lascia senza parole è senza dubbio una delle cose più belle che ho visto in questi viaggi in Norvegia. E’ anche uno dei posti dove ho potuto vedere un alto numero di turisti e tra loro anche una coppia di Italiani (cosa molto rara).

La strada prosegue nella contea dell’Hordaland attraversando il parco nazionale dell’Handargervidda in uno spettacolo della natura unico si passa la città di Geilo per arrivare a Gol famosa per il raduno invernale delle moto. Qui lascio la statale 7 e svolto a sinistra sulla 52 fino all’incrocio per la 16. Dovrei girare a destra ma è tardi quindi svolto in direzione del primo abitato e mi sistemo presso un camping qualche km prima di Borgund

6 giorno (20/06)

Giornata fresca ma è sereno. Cento km per arrivare al bivio della statale 53 che sale verso il lago Tyin. Quando sei sulle sponde del lago grazie anche alla giornata limpida il panorama è infinitamente stupendo in lontananza si vedono le vette e il ghiacciaio del Koldedalsbreen.

Costeggi il grande lago e poi inizi la discesa su una stretta strada con i tornanti in grezze e buie gallerie fino ad arrivare nella città di Ovre Ardal dove si seguono le indicazioni per Turtagro. Terminato l’abitato nei pressi di una cascata inizia la strettissima strada che sale vertiginosamente tra tornati impegnativi dove speri di non incontrare nessun mezzo che scenda verso di te. Dopo tre km circa la salita è meno ripida e la strada è leggermente più larga. Anche qui salendo si attraversa una vasta zona innevata fino alla sbarra, dove si paga il pedaggio, che è situata nel punto più alto della strada.

La discesa finisce nel villaggio di Turtagro una località creta dagli alpinisti locali. Si svolta a destra e si risale la statale 53 la SOGNEFJELLET ROAD dove c’è il più alto passo montano dell’Europa del nord

Su questi 108 km di strada c’è di tutto, dal Sognefjord (venendo da Sogndal) lungo 204km, allo Jostedalbreen che è il più ampio ghiacciaio della Norvegia e il Galdopiggen che è la vetta più alta.

Viaggi avendo il ghiacciaio Smorstabbreen davanti a te in un quadro innevato e gelido ma bellissimo

Una volta giunti sull’altopiano la strada, quasi sempre dritta tra muri di neve, ti dà la possibilità di ammirare il paesaggio che ti lascia incantato e ti fa dimenticare sia la fatica della strada percorsa che il freddo che nonostante il sole non permette una temperatura superiore a 4/5° ed un vento sferzante che completa il quadro. Ti accorgi che faceva veramente freddo quando scendi verso Lom e la temperatura comincia a risalire a 10°

A lom c’è da visitare la chiesa medioevale in legno, anche se secondo me quella più bella è a Borgund. Lasciata Lom si prende la statale 15 per recarsi a Geiranger. Lungo la strada una vera e propria bufera mi investe. La temperatura scende rapidamente a 3° e la pioggia si trasforma in nevischio. Viaggio con la visibilità ridotta dalla nebbia e sono costretto a tagliare dal mio programma la Strynefjellet, una strada antica e panoramica di montagna, senza pensarci due volte prendo la statale 63 e scendo verso Geiranger la piccola città turistica sulle sponde del fiordo omonimo dove sono attraccate tre le navi da crociera

Lasciato l’abitato popolato dai turisti, la strada si arrampica su una parete che delimita il fiordo e dopo qualche chilometro c’è una piattaforma artificiale che si affaccia verticalmente sull’acqua del fiordo, con un vuoto di trecento metri. Si riscende poi sull’altro versante fino ad arrivare sulle sponde di un altro braccio del Geirangerfjord dove si traghetta per Vradall.

Proseguo sulla 63 e la strada costeggia il fiume Vradola passando nella valle circondata dalle vette innevate di fresco, anzi più precisamente – da pochi minuti-.

Sul valico si incontra un ampio piazzale con annesso ristorante e negozi e una volta parcheggiata la moto ci si inoltra per un sentiero attrezzato che ti porta ad affacciarti sullo strapiombo dove è stata costruita strada dei Troll, la Trollstigen: 11 tornanti con 9% di pendenza, lo Stelvio norvegese. E’ il punto di ritrovo di tutti i motociclisti anche se non mancano camper ed autobus che trovano e provocano notevoli difficoltà soprattutto quando si incrociano. In un clima piuttosto nebbioso scendo lungo la via dei troll divertendomi a guardare i volti atterriti dei turisti sugli autobus che viaggiano sfiorando il baratro al bordo della strada.

Con direzione Andalsnes poi proseguo costeggiando il fiordo fino a Lindesetkvista dove mi sistemo per la notte

7 giorno (21/06)

Sono le sei e trenta del mattino quando mi sveglio, fuori piove e il cielo non promette schiarite soprattutto nella direzione dove intendo andare. Dopo solo poche centinaia di metri ungiovane cervo mi attraversa la strada e solo una rapida frenata mi impedisce di investirlo. Resto fermo a guardarlo mentre corre verso il bosco. La pioggia si fa sempre più insistente e decido di tornare indietro di qualche km per attraversare il fiordo con il traghetto, recandomi a Afarnes. Nella sala di attesa per l’imbarco vedo il traghetto avvicinarsi e anche le nuvole si spostano lasciandomi sperare. Una volta imbarcati esce il sole e proseguo il viaggio verso Kristiansund alternando tratti di sole e pioggia.

Quando entro in città il cielo è bello, sono le nove del mattino e per strada non c’è nessuno. I negozi sono ancora chiusi ma c’è la possibilità di fare un giro turistico senza problemi di traffico

Lasciata la città trovo le indicazioni per la ATLANTERHASVEIEN la strada panoramica a pagamento che passa sull’oceano Atlantico con i molteplici ponti che vanno da isolotto a isolotto e alcuni con strutture avveniristiche come quello ad arco incurvato famoso su tutte le pubblicità della Norvegia.

La strada continua fino alla città di Molde dove ci si imbarca con direzione Alesund si prosegue sulla E39 e poi la 136 fino al centro della città portuale sull’Atlantico.

Alesund è una bomboniera con case multicolori sul bordo del mare ed è piena di vita con molti turisti

La visito per oltre due ore fino a quando un temporale violento mi costringe a rimettermi in sella e proseguire per la E39 . Due traghetti e si arriva a Volda per mangiare, poi si continua verso Stryn ma si è fatto tardi e sulla strada trovo un camping dove per 600 krn mi affittano una villetta a due piani con terrazza sul fiordo

8 giorno (22/06)

Un’altra mattina di pioggia anche se la temperatura si aggira sui 13°. A Stryn trovo aperto il distributore di benzina dove, nell’annesso supermercato, stanno sfornando dei dolci buonissimi ripieni di uvetta e strudel, quello che ci vuole per contrastare il cattivo tempo.

Continuo costeggiando il fiordo fino a Loen dove seguo le indicazioni per il ghiacciaio del Kjenndalsbreen.

Percorro una stretta strada ed essendo le 7,30 del mattino, non incontro praticamente nessuno. La strada sale sulla costa della montagna e sotto c’è il Lovatnet, un lungo lago che riempie la valle. Termina la strada asfaltata, all’inizio di quella sterrata, c’è un cassonetto all’interno del quale trovi le buste dove devi mettere le monete in relazione al mezzo che hai. 35krn per le moto e prosegui fino ai piedi dell’imponente ghiacciaio sospeso sulla ripida parete. Ghiaccio blu , cascate, neve perenne e tutto ciò che occorre per incantarti.

Nonostante l’insistente pioggia, aspetto fiducioso, momenti di schiarite per fare qualche bella foto.

Si torna indietro per riprendere la statale 60 e poi la 5 fino a Sogndal poi si traghetta per arrivare Laerdal. E’ da qui che si prende la strada 243 chiamata la strada delle nevi.

Nella prima parte della ripida salita, l’asfalto lascia a desiderare, bisogna procedere lentamente in quanto il freddo ha creato dei rigonfiamenti che potrebbero danneggiare la moto.

Quest’anno sulla parte sommitale ho trovato meno neve rispetto a quello precedente, comunque il paesaggio è sempre affascinante anche perché dopo che hai iniziato la discesa la strada ti fa ritrovare sulla sommità del fiordo di Aurdal che è tra i più belli della Norvegia

La sera la passo nella cittadina di Aurdal. E’ domenica ed è tutto chiuso, in compenso ha smesso di piovere e il panorama che si gode dalla veranda del bungalow è ciò che si desidera dopo una lunga giornata in moto .

9 giorno (23/06)

Sono le sei del mattino, c’è il sole, si lascia la città prendendo la strada n.50 con direzione Hol. Il primo tratto sale su tornanti e gallerie con bellissimi panorami e vista del sottostante lago Vassbygdevatnet, poi percorri lunghe gallerie per ritrovarti su un altopiano dove complice l’umidità il freddo ti penetra fino alle ossa. Il termometro segna 9° ma avverti un freddo superiore di dove le temperature le avevo trovate molto più basse. Non vedo l’ora di cominciare la discesa nel versante opposto per abbassarmi di quota e infatti in prossimità dell’abitato di Hol la temperatura risale a 15° e finalmente sto meglio. Proseguo per la città di Geilo dove prendo la st.40 del Telemark.

250 km tra boschi e laghi infiniti senza incontrare una buca o avvallamenti di asfalto e tantomeno traffico. Viaggio veloce e alle 19 sono nuovamente al porto di Kristiansand

C’è un traghetto veloce della Nordfjord che parte tra un ora faccio il biglietto (35€) e mi imbarco. Alle 22,15 sono nuovamente in Danimarca a Hirtashals dove praticamente si conclude il mio secondo viaggio in Norvegia

Il 10 giorno (24/06) lo trascorro per attraversare la Danimarca con un bel sole e la Germania fino a Hannower dove la pioggia mi da il tempo di sistemarmi in albergo

L’11 giorno (25/06) piove e a volte grandina soprattutto quando sono sul Danubio nei pressi di Monaco di Baviera. Quando prendo l’autostrada per Garmisch sembra che si stia facendo notte in anticipo e fa freddo da accendere le manopole. Anche se è tardi decido ti tirare fino in Italia passando sul famoso “ponte d’Italia”

Ritrovo il sole dopo il Brennero dove ritrovo anche gli automobilisti maleducati, sosto per la notte a Egna in Alto Adige

Il 12 giorno (26/06) dalla Valsugana scendo fino a Padova poi Ferrara Ravenna Cesena Terni e alle 18,00 sto ad Avezzano.

7100 km soddisfatto di aver coperto tutto l’itinerario programmato con l’ausilio delle sole carte stradali senza navigatore senza aver sbagliato una sola volta la strada. Soddisfatto anche di come mi sono organizzato sotto l’aspetto logistico, sfruttando l’esperienza della volta prima, mangiando con quello che compravo nei supermercati e dormendo con il mio sacco a pelo nei bungalow evitando inutili costi dei stratosferici dei ristoranti e alberghi.

Dimenticavo di citare il prezzo della benzina in Norvegia che è di 1.93€ al lt. ma è compensato da quel paesaggio unico che solo lì puoi trovare senza la sensazione di aver già visto qualcosa di simile in qualche altro posto.

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