Messico, 3120 chilometri di on the road
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Giovedì 14 agosto, tarda sera: decido che non sarà questo l’anno del ramadan da viaggiatore. Valuto varie mete, incluse alcune con viaggi e avventure nel mondo, ma alla fine decido che è la volta buona per una meta da sempre rimandata, il Messico. Volo Delta per Cancun prenotato per il 19 agosto con rientro sempre da Cancun il 31 e alcune idee in testa da valutare giorno per giorno durante il viaggio. Risultato? Un bellissimo giro, molto faticoso fisicamente, ma che rifarei domani. Di seguito il sunto del mio viaggio:
19 agosto
Arrivo a Cancun alle 19.30 e affitto la macchina in loco. Decido di farlo con la Hertz dopo averla confrontata con altre compagnie: i prezzi erano più o meno simili ma mi davano più tranquillità in caso di problemi vista la loro internazionalità. Scelgo una jeep Wrangler unlimited, un po’ perché mi andava di farlo e un po’ perché non sapevo a cosa sarei andato incontro e mi dava più serenità. Scelta a posteriori sbagliata perché visti i km percorsi, con quello che ciuccia, ci ho lasciato giù un bel po’ di soldini x nulla. Oltre a quelli del maggior costo di noleggio ovviamente (900 pesos al di). Prendo l’auto, direzione zona hotelera. Rapida cena, giusto il tempo per farmi fregare con i prezzi della Riviera Maya, e a letto, non prima di aver prenotato l’hotel per la sera successiva a piste, con booking.
20 agosto
Mattina a Rio Lagartos, che mi è’ piaciuto un sacco e lo consiglio. Ero da solo col barcaiolo, manco un turista in giro. Coccodrilli, flamingos, colori, acque salate su cui galleggiare. Poi direzione piste con l’idea di fermarmi in un sito nella strada per Valladolid, salvo scoprire che chiude alle 16 e non alle 17 come pensavo. Mi imbatto in un forte temporale che mi fa rallentare parecchio e arrivo a Piste’ sulle 18. Ceno in strada e poi vado all hotel che è a pochi metri. Bagno in piscina, prenoto per il giorno dopo a Merida e a letto.
21 agosto
Chichen Itza alle 8, in pole position. Non voglio guide. Turisti pochissimi e zero bancarelle tra i piedi. Alle 10.30 sono fuori e mi dirigo verso Diznup dove si trovano un paio di bei cenotes. Ne scelgo uno dei due, quello con più luce, entro e ci faccio il bagno. Bello, ma io non amo moltissimo la sensazione di stare al chiuso e decido che questo sarà il mio primo ed ultimo cenote. Direzione Merida dove arrivo verso le 17: hotel bellissimo (medio mundo) che costa anche poco. Giro per la città, che trovo molto bella e interessante, tappa obbligata direi. Tanto che rifletto sul fatto di rimanerci una notte in più modificando le mie idee, ma diventerebbe tutto più complesso. Prenoto dunque a Campeche per la sera successiva.
22 agosto
Merida la mattina, con un lungo e bellissimo giro al mercato. Per le 13 il termometro segna 41 gradi e fa un caldo pazzesco, sono un lago di sudore e non capisco come facciano i messicani a non esserlo. Sono in auto e parto alla volta di Campeche, con tappa intermedia ad Uxmal (bello, molto meglio di Chichen Itza secondo me). Anche qui saremmo stati in 20 persone all’interno del sito. Avrei voluto fermarmi anche ai siti della ruta puuc ma la strada e’ lunga e non ce l’avrei fatta. Arrivo a Campeche in serata e mi becco una pioggia torrenziale di 2 ore che purtroppo mi blocca in camera. Sarà l’unica della vacanza fortunatamente, ma impedisce di girare un po’ il centro della città che sembra carino. Esco più tardi, ceno e faccio due passi in giro. Il giorno dopo e’ tempo di Chiapas è prenoto hotel a San Cristobal.
23 agosto
Ore 7 sono in macchina, direzione Palenque. Ci arrivo comodo e fresco in tarda mattinata, verso le 11.30. La strada e’ bella, il traffico scarso e si può correre senza gran problemi. Ormai mancavano meno di 200 km per San Cristobal e non capivo come mai d’un tratto il navigatore mi segnava 5 ore all’arrivo… sarà andato in tilt penso io. Non avevo ancora visto la strada che mi si sarebbe proposta davanti: curve continue, topes non segnalati che se non inchiodi resti col volante in mano, bambini che alzano le corde per farti fermare e cercano di venderti chissà che, e salita salita salita che non ti accorgi ma passi dal livello del mare o quasi ai 2500mt delle colline prima di planare su San Cristobal. Ad Agua Azul mi fermo per vedere le cascate e pranzare. Riparto e son senza benzina, ovviamente non c’è l’ombra di un distributore fino ad Ocosingo. Mi fermo però in una baracca dove vendono gasolina e ne faccio 10 lt. Arrivo a San Cristobal sulle 18 e vado in hotel, veramente molto bello. Esco e apprezzo subito il refrigerio dell’alta quota. Dopo 3 giorni a 40 gradi, i 15 della serata di San Cristobal sono un toccasana. Città molto molto bella, forse il posto che mi rimarrà più nel cuore di questo viaggio. Decido infatti di rimanerci un giorno in più.
24 agosto
Vado in mattinata al canyon del sumidero. E’ domenica e ci sono molti locali che fanno la gita e quindi trovo un po’ di casino. La gita e’ carina ma direi non un must. Mi fermo anche a Chiapas de Corzo che tuttavia non ha granché da dire. Rientro nel primo pomeriggio che dedico ancora a San Cristobal fino a sera tarda. Resterei ancora ma devo rientrare su Palenque.
25 agosto
Mattina tra San juan chamula e Zinacantan che, pur essendo palese lo sfruttamento turistico della loro cultura, ti lasciano indubbiamente colpito e stupito sugli usi e i costumi degli indio messicani. E’ ora di ripercorrere la strada infinita, stavolta in direzione opposta verso Palenque. Mi fermo a metà, ad ocosingo, per un rapido pranzo e poi via fino all’arrivo. Sembra non finire mai, non si riesce a fare i 50 di media. Arrivo a palenque per le 16 e vado al sito archeologico. Tardi, avrei dovuto arrivare un po’ prima perché ho solo 1h e 30 per visitarlo. Bello, indubbiamente affascinante così incastonato nella foresta. Ma il caldo pazzesco mi fa sudare di brutto ed è una faticaccia farsi tutti gli scalini. Esco e vado in hotel, serata nel brutto centro del paese con cena in un classico ristorantino messicano. Mi domando come faccia un vegetariano a stare in Messico…difficile non mangiare carne.
26 agosto
Parto di buon’ora direzione yaxchilian, al confine col Guatemala. Prima delle 9 sono lì e prendo una lancia per andare lungo il rio Usumacinta. Il giro mi è piaciuto veramente molto e lo consiglio anche se da Palenque sono circa 160km. Il sito e’ misterioso, immerso in una rigogliosissima giungla ricca di animali. Al ritorno mi fermo anche a Bonampak, tappa assolutamente evitabile secondo il mio punto di vista a meno che non siate grandi appassionati di archeologia e vogliate vedere le pareti dipinte. Tardo pomeriggio rientro in hotel e pianifico i giorni seguenti, i più facili, di relax al mare.
27 agosto
Parto che non sono neanche le 6 ed è buio. Mi aspettano i 700km che dividono Palenque da Tulum e non ho idea di come sarà la strada. Nessun problema in realtà, fila tutto liscio ma pago la scelta dell’auto: strade veloci da fare anche a 150 km/h e sembra che nel serbatoio ci sia un buco da quanto beve la mia jeep: non credo di aver fatto più di 8km/litro… Arrivo però a Tulum che sono le 12:30… fantastico. Alloggio a la rosa del vento, camera fronte mare. Ora è giunto il tempo di rilassarsi.
28-29 agosto
Non mi muovo da qui salvo fare lunghe passeggiate per la riserva naturale. Per il resto leggo e dormo all’ombra delle palme. Ceno all’ottimo, sia come location che come qualità del cibo, ristorante del resort. La sera una gigante tartaruga marina si ferma di fronte al mio alloggio.
30 agosto
Resto il più possibile al mare e poi rientro su Cancun, dove alloggerò nei pressi dell aeroporto. Purtroppo gli ultimi 10 km prima di riconsegnare l’auto saranno fatali: in uscita dal parcheggio dell’hotel striscio il paraurti su una fioriera. Provo a far finta di nulla con quelli della hertz che sono però molto più furbi di me. 175 us dollars grazie signore. Prego e arrivederci. Vado a letto che non è serata.
31 agosto
L’aereo e’ alle 8. Si parte. Sarò a casa dopo un paio di scali il 1 settembre. Arrivederci Messico.