Sudafrica, un tour di due settimane nel Paese dell’arcobaleno

Consigli utili per un itinerario on the road in un paese affascinante con paesaggi unici e ancora molte contraddizioni. Da Johannesburg al Kruger Park e poi tutta la Garden Route fino a Cape Town
Scritto da: Valee24
sudafrica, un tour di due settimane nel paese dell'arcobaleno
Partenza il: 08/08/2014
Ritorno il: 23/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Prima di passare al racconto del nostro splendido viaggio In Sudafrica, mi piacerebbe dare subito alcuni consigli utili a tutti coloro che intendano intraprendere un tour nel Paese dell’arcobaleno.

1) Io e la mia compagna abbiamo iniziato la pianificazione del viaggio a marzo per agosto acquistando i biglietti aerei (Andata con Qatar via Doha e ritorno con Emirates via Dubai a circa 900 euro a persona). Abbiamo scelto di volare con queste due compagnie e non ce ne siamo affatto pentiti, la comodità ed il servizio a bordo sono stati ottimi.

2) Per chi intendesse soggiornare all’interno del parco Kruger nei campi attrezzati come abbiamo fatto noi consigliamo di prenotare il prima possibile. A marzo per agosto già molti campi presentavano il tutto esaurito. La prenotazione avviene esclusivamente tramite il sito www.sanparks.org

3) La rete stradale che abbiamo percorso è in ottime condizioni. All’interno del Kruger e delle riserve ci sono però strade sterrate che si possono scegliere in alternativa alla strada asfaltata e che danno la possibilità di vedere ancora più da vicino gli animali. Se tornassimo indietro probabilmente affitteremmo un 4×4 per poterle percorrere in tutta tranquillità. Dall’Italia ci siamo portati il navigatore nel quale avevamo precedentemente scaricato la mappa del Sudafrica, eventualmente è possibile farselo consegnare con la macchina a noleggio.

4) I nostri mesi estivi corrispondono a quelli invernali in Sudafrica. Il sole sorge verso le 7 del mattino e cala tra le 17,30 e le 18 di sera, tenetelo quindi in considerazione nel programmare gli spostamenti. Durante le ore di sole la temperatura può raggiungere anche i 27 – 28 gradi mentre di notte scende anche fino ai 5-6 gradi.

5) Noi non abbiamo fatto profilassi antimalarica per soggiornare all’interno del Kruger, abbiamo preferito portarci un buon repellente e spruzzare i nostri abiti con la permetrina. Prima di partire abbiamo preferito vaccinarci contro Epatite A e tifo, oltre a fare il richiamo dell’antitetanica ma questo non è assolutamente obbligatorio anche perché le condizioni igieniche del Paese sono assolutamente accettabili. Abbiamo stipulato un’assicurazione sanitaria prima di partire.

6) Acquistare una scheda telefonica all’arrivo è altamente consigliato poiché le tariffe per chiamate verso l’estero sono estremamente vantaggiose. Noi ne abbiamo presa una della compagnia MTN anche con 2 giga di traffico dati.

7) Per quello che riguarda la sicurezza possiamo dire di non aver mai avuto problemi e non ci siamo mai sentiti in pericolo o a disagio. Basta adottare sempre misure di cautela come in ogni viaggio. Al calare del sole eravamo sempre in albergo e per la visita alla township ci siamo affidati ad una guida del posto.

8) Prima di partire ho richiesto la patente internazionale anche se per affittare l’auto non è necessaria. Non sono mai stato fermato dalla polizia quindi non posso dirvi se è realmente indispensabile anche perché ho letto che molti non la richiedono. Posso dirvi però che ci sono molti controlli lungo le strade ed anche macchinette fisse per la velocità (ho sicuramente preso una multa nei pressi di Betty’s Bay!).

9) I prezzi degli alberghi sono in linea con quelli occidentali pur trattandosi di bassa stagione, mentre mangiare è molto più economico così come la benzina (1 euro al litro).

Il volo Qatar che ci porterà a Doha e da li a Johannesburg parte in perfetto orario alle 22,40 dell’8 agosto. Il viaggio che stiamo programmando da marzo ha finalmente inizio e stiamo per raggiungere un’altra delle mete che sognavamo di visitare da tempo.

Atterriamo a Johannesburg il giorno successivo, il tempo di sbrigare le pratiche doganali e cambiare i nostri euro con gli Zar, acquistare una scheda telefonica locale e prelevare la macchina a noleggio (un Polo affittata con la Hertz) e ci dirigiamo all’hotel Southern Sun nei pressi dell’aeroporto. Il viaggio è risultato molto comodo ma comunque stancante, sono oramai le 5 del pomeriggio ed il sole sta calando (ad agosto in Sudafrica è inverno). Decidiamo pertanto di riposarci e cenare con dell’ottimo manzo, l’indomani si parte alla volta del Kruger e la distanza da ricoprire supera i 400 km.

Domenica 10 agosto si presenta con un bellissimo sole invernale e dopo una sostanziosa colazione saliamo in macchina e partiamo alla volta di Marloth Park, una riserva che confina con il parco Kruger nella zona Sud, a poca distanza dal Mozambico e dal Gate Crocodile Bridge. Imposto il navigatore che ci siamo portati dall’Italia con scaricata la mappa del Sudafrica ed imbocchiamo l’autostrada. Il viaggio risulta tranquillissimo ed arriviamo al Crocodile Kruger Safari Lodge ad ora di pranzo. La struttura è bellissima (anche se raggiungerla è risultato un po’ scomodo a causa dello sterrato e noi viaggiamo con una Polo, non con un 4×4!) immersa nel verde della riserva con camere accoglienti ed una bella piscina all’aperto. Prenotiamo per il pomeriggio un Sunset Drive che ci permette di fare i primi avvistamenti di elefanti, giraffe, zebre, leonesse. Come detto la riserva confina con il Kruger (c’è una recinzione a dividere i due parchi) e gli avvistamenti quindi sono particolarmente facili. Rientriamo soddisfatti nel Lodge e ci prepariamo per la cena a lume di candela.

I prossimi quattro giorni saranno dedicati al Kruger. Ci svegliamo di prima mattina (cosa che faremo sempre!) e ci dirigiamo verso il Gate Crocodile Bridge. Abbiamo i campi prenotati per tre notti (prenotazione effettuata direttamente dall’Italia attraverso il sito della SanParks), mostriamo quindi la prenotazione al check in e ci stampano la ricevuta di ingresso. All’interno del parco la velocità massima da tenere è di 50km/h e per coprire i 180km che ci separano dal primo campo in cui pernotteremo (l’Olifants) impieghiamo circa 8 ore poiché le soste sono molto frequenti per scattare foto agli animali che incontriamo lungo il tragitto. Abbiamo incontri “ravvicinati” con elefanti ed i loro cuccioli, bufali, impala, giraffe, leonesse, gnu, kodu e facoceri. Ammiriamo gli ippopotami fare il bagno, un gruppo di avvoltoi divorare una carcassa ed una quantità infinita di volatili. Il Parco è enorme e durante il tragitto è vietato scendere dalla macchina se non nelle zone attrezzate dove ci fermiamo a pranzo insieme ad altri turisti e ad un nutrito gruppo di scimmie. Questa sosta ci fa conoscere da vicino anche l’hobby nazionale, il barbecue (o braai). Infatti a differenza nostra che ordiniamo una salsicciotta di carne da consumare seduti, tutti gli altri sono intenti a cuocersi il pranzo sulle griglie presenti in ogni parco e riserva che visiteremo. Arriviamo all’Olifants nel primo pomeriggio e prenotiamo subito il Night Drive per la sera stessa ed il Sunset Drive per il giorno successivo. Devo dire che durante queste due escursioni non vediamo molti più animali rispetto a quelli visti per conto nostro il pomeriggio. L’Olifants è un campo molto suggestivo con una vista mozzafiato sul fiume sottostante da cui prende il nome, il campo più bello che visiteremo. I successivi giorni li passiamo a “scorrazzare” per il parco, provando anche a seguire qualche pista sterrata (anche se con la Polo risulta impresa ardua!) e passiamo l’ultima notte al campo Pretoriuskoop (anche questo molto suggestivo a differenza dello Skukuza nel quale ci fermiamo a pranzo ma pieno di turisti, stile villaggio-vacanze), nella zona in cui avvisteremo molti rinoceronti anche con il loro cucciolo.

Il segreto per gli avvistamenti è avere pazienza (in primis!) ed affidarsi anche ai tabelloni affissi in ogni campo che riportano i luoghi in cui sono avvenuti gli ultimi “incontri”. La mattina presto e la sera tardi sono sicuramente gli orari migliori. Alla fine dei quattro giorni noi siamo riusciti a vedere una grande quantità di animali, purtroppo non abbiamo avvistato il leone ed il leopardo.

Il 14 agosto è un giorno di “spostamenti”. Ci alziamo molto presto la mattina per un ultimo avvistamento di rinoceronti e salutiamo il Kruger. In serata raggiungiamo il sud del paese, non prima di aver riconsegnato l’auto all’aeroporto Kruger Mpumalanga ed aver affrontato due voli: il primo che ci riporta a Johannesburg ed il secondo in direzione Port Elizabeth. Arrivati in aeroporto preleviamo la nostra seconda auto (sempre con la Hertz, questa volta una Ford Fiesta con bagagliaio più capiente della Polo) e soggiorniamo alla Treetops Guesthouse. L’indomani mattina, dopo una sostanziosissima colazione, il proprietario ci consegna una piccola guida scritta di suo pugno con le cose più interessanti da visitare lungo la Garden Route. Lo ringraziamo poiché è proprio quello che faremo durante questi giorni prima di arrivare a Città del Capo!

La meta di oggi 15 Agosto è Plettenberg Bay. Lungo il tragitto ci fermiamo a scattare alcune foto allo Storm River Bridge, un ponte altissimo incastrato in una gola lungo l’autostrada, facciamo una passeggiata nella favolosa Tsitsikamma Natural Reserve dove, seguendo un tragitto di circa un’oretta, percorriamo due ponti sospesi sopra l’oceano immersi in una rigogliosa vegetazione, visitiamo il Tenikwa Rehabilitation Centre dove ammiriamo da vicino alcuni felini che non abbiamo avvistato al Kruger, tra cui il leopardo ed i ghepardi. La guida del centro ci fa addirittura entrare nel recinto dove vivono due ghepardi ed abbiamo la possibilità di ammirarli da molto molto vicino. Prima di raggiungere il nostro albergo rimane il tempo per una visita a Monkeyland, una foresta dove vivono circa 600 scimmie di diverso tipo in assoluta libertà e dove percorriamo il ponte sospeso più lungo del Sudafrica… circa 200 metri a più di 20 metri di altezza. Arriviamo a Plettenberg Bay in tardo pomeriggio ed il nostro albergo (il Milkwood Manor) è situato proprio sulla spiaggia; abbiamo così l’opportunità di fare una lunga passeggiata ed avvistiamo anche la nostra prima balena che a pochi metri dalla riva ci mostra le sue pinne!

Il nostro tour lungo la Garden Route prosegue il giorno successivo verso Mossel Bay. Il tragitto di circa 150 km impone però alcune soste obbligate. La prima è la Robberg Peninsula a pochi chilometri da Plettenberg Bay. La passeggiata di circa tre ore all’interno della riserva è a mio avviso imperdibile, si percorre la scogliera fino ad una lingua di spiaggia solcata a destra e sinistra dal mare, si possono vedere gruppi di foche nuotare in un mare limpidissimo e scorci paesaggistici meravigliosi. La seconda sosta avviena a Knysna dove ci fermiamo per scattare delle foto dall’alto alla baia di questa tranquilla cittadina. Proseguendo lungo la statale decidiamo di fare una deviazione nei pressi della città di George per ammirare il panorama dall’alto dall’Outeniqua Pass per poi tornare indietro e raggiungere Mossel Bay dove ci attende la bellissima stanza dell’Aquamarine Guesthouse con una terrazza che si affaccia direttamente sul porto e sulla baia. Per la serata decidiamo di mangiare pesce e prenotiamo, attraverso la guesthouse, un ristorante sul porto. Un servizio navetta ci viene a prendere e ci riporta in camera una volta terminata la cena..molto comodo e sicuro!

I successivi due giorni saremo ad Hermanus, una tranquilla cittadina sul mare punto di partenza per l’avvistamento delle balene. Naturalmente noi non ci facciamo sfuggire l’opportunità e ci facciamo venire a prendere direttamente in albergo ed accompagnare al porto da dove partiamo per un tour di circa due ore che ci porta ad ammirare da vicino questi grandi mammiferi. Passiamo il resto della giornata visitando il grazioso mercatino della città, scattiamo altre foto e ceniamo nel ristorante di fronte all’albergo. Il giorno successivo prendiamo l’auto e seguiamo la bellissima strada costiera fino a Betty’s Bay dove ammiriamo una folta colonia di simpatici pinguini. Riprendiamo la strada e ci dirigiamo a Stellenbosch dove vorremmo visitare le famose aziende produttrici di vino. Purtroppo arriviamo tardi, i tour guidati riprenderanno solo nel pomeriggio, decidiamo allora di fare due passi nel centro città, visitiamo alcuni negozi, pranziamo e prima del calare del sole torniamo ad Hermanus dove abbiamo prenotato il ristorante consigliato dalla nostra Lonely, il Fisherman’s Cottage, dove mangiamo del pesce delizioso.

Oggi è il giorno di Cape Point e Capo di Buona Speranza. Il tempo purtroppo non è dei migliori, piove, ma appena arriviamo alla riserva naturale un piccolo spiraglio di sole fa capolino e cessa di piovere, siamo fortunati e possiamo goderci la meraviglia del luogo senza intemperie. Cape Point è un posto straordinario, la vista dal faro adagiato su uno sperone di roccia è favolosa e decidiamo anche di compiere una breve passeggiata che ci porta in un punto ancora più avanzato a strapiombo sul mare. Riscendiamo verso il parcheggio e ci dirigiamo al capo di buona speranza dove facciamo anche noi le foto di rito dietro al famoso cartello in legno! Stanotte dormiremo a Simon’s Town ma prima di arrivarci facciamo una sosta alla famosa spiaggia dei Boulders dove ammiriamo nuovamente una simpatica colonia di pinguini ed i loro “piccoli” sdraiati su una spiaggia di sabbia candida.

Gli ultimi due giorni della nostra vacanza saranno dedicati alla visita di Città del Capo. Purtroppo il tempo è davvero brutto e l’escursione a Robben Island per la visita alla prigione di Mandela viene annullata. Siamo davvero dispiaciuti anche perché l’avevamo prenotata ad Aprile ma d’altronde in Sudafrica è inverno e dovevamo mettere in conto che non tutto sarebbe andato per il verso giusto..dopo due settimane di vacanza è il primo giorno di maltempo. Non ci perdiamo d’animo e ci tuffiamo nella visita del Waterfront e dei suoi lussuosi negozi, non certo alla portata di tutta la popolazione ed abbiamo anche tempo per un giro in battello all’interno del porto: capiamo perché il tour è stato annullato, il mare è davvero molto mosso!

Il giorno successivo, tramite il nostro albergo (Primi Oxford House a dieci minuti a piedi dal Waterfront) abbiamo prenotato due escursioni: la prima alle Township e la seconda alla città e la costa.

Consigliamo vivamente la visita alle township sudafricane per capire come ancora oggi a 20 anni dalla fine dell’apartheid le condizioni di vita e le opportunità non siano uguali per tutti e la differenza tra bianchi e neri sia ancora molto marcata. Con la nostra guida visitiamo Langa, Nyanga, Guguletu, Redcross, Khayelitsha… visitiamo le case dei più fortunati che hanno almeno un tetto in muratura sopra la testa e la corrente elettrica a dispetto di molti che ancora vivono in baracche di fortuna, un asilo, un centro culturale ed anche il “laboratorio” di un abitante che pratica la medicina tradizionale africana. Anche la nostra guida, pur avendo un lavoro, vive a Langa con la sua famiglia ed altri due milioni di persone non avendo l’opportunità e le risorse per uscire dalla township. Il tour si conclude nel commovente District Six Museum sorto sopra le ceneri di un quartiere nero espropriato dai bianchi e raso al suolo, nel quale è possibile vedere le foto di come era il quartiere e ricostruzioni delle abitazioni. Il pomeriggio invece, come detto, visitiamo la città, dalla famosa Table mountain fino a Signal Hill per ammirarla dall’alto e poi scendiamo verso la costa ed il Green Point, meta balneare dei ricchi sudafricani..che differenza rispetto alle township. Auto di grossa cilindrata, megaville e condomini di lusso, quasi esclusivamente di proprietà di bianchi. Prima di tornare in albergo passiamo nei pressi del nuovo stadio, del waterfront, delle vie principali della città fino al colorato quartiere di Bo Kaap. E’ la nostra ultima sera in Sudafrica, cena a base di pesce e poi torniamo in albergo a preparare le valigie, il giorno successivo un volo ci porterà da Cape Town fino a Dubai e da li a Roma.

Il Sudafrica è un paese affascinante con paesaggio mozzafiato che difficilmente capiterà di vedere in altri luoghi. Vale davvero la pena spendere qualche ora di cammino per addentrarsi nelle riserve naturali, noi lo abbiamo fatto e non ce ne siamo pentiti poiché abbiamo avuto l’opportunità di ammirare panorami splendidi e ricchi di forme di vita tra le più differenti. Tuttavia è anche un paese pieno di contraddizioni dove ancora la differenza tra bianchi e neri è molto marcata e dove si percepisce chiaramente che la maggior parte della ricchezza è in mano a pochi. Le guide che abbiamo incontrato lungo il nostro viaggio ci hanno spiegato con molta dignità e fiducia che il percorso di emancipazione è ancora lungo, e quello che più ci ha colpito è stata la totale assenza di rabbia nelle loro parole. Consigliamo davvero un viaggio in Sudafrica a tutti coloro che hanno la voglia di scoprire un paese straordinario con ecosistemi e paesaggi estremamente variegati, siamo sicuri che anche a voi rimarrà nel cuore!



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