India, dove tutto può succedere

Viaggio di nozze in Rajasthan con una capatina in Nepal
Scritto da: lallina84
india, dove tutto può succedere
Partenza il: 19/05/2014
Ritorno il: 07/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Dopo profonde indecisioni, spinti dai racconti entusiasti di amici e blogger, finalmente abbiamo, o meglio io ho, scelto l’India come destinazione per il nostro viaggio di nozze. La preparazione è iniziata diversi mesi prima, prima di tutto con la ricerca di un tour operator locale serio. Navigando un po’ su internet, dopo aver scambiato mail con 4 agenzie la scelta è ricaduta su Karni, della Popular India Vacations (indiakarni@hotmail.com). Preventivo €1270,00 a persona compresi: macchina con aria condizionata e autista personale, tutti i pedaggi autostradali ed il carburante, 18 notti in hotel categoria 4 e 5 stelle con sistemazione B&B, sistemazione in pensione completa + 2 safari al Ranthambore N.P., elefante per la visita all’Amber Fort, due uscite in barca sul Gange, treno seconda classe per Varanasi, volo A/R per Kathmandu.

Secondo passo l’ottenimento del visto. Noi ci siamo appoggiati alla nostra agenzia viaggi che ha fatto da intermediario con un’agenzia di Roma alla quale abbiamo dovuto mandare con corriere passaporti e form compilato sul sito dell’ambasciata indiana a Roma. Purtroppo i tempi sono stati più lunghi del solito perchè l’Ambasciata ha creato diversi ostacoli pretendendo di visionare persino i nostri estratti conto personali. Alla fine comunque siamo riusciti ad ottenere il visto turistico con ingresso multiplo per la “modica cifra” di €300,00 in due.

Terzo passo, fondamentale, i vaccini. Noi abbiamo fatto tifo ed epatite A che sono basilari. La rabbia non è consigliata a meno che non partiate con intenzione di fare volontariato tra gli animali. L’entusiasmo era alle stelle. Ci siamo sposati il 17 Maggio e lunedì 19 alle 6.00 del mattino abbiamo preso il volo Olbia-Roma Meridiana. Dopo di che volo Roma-Istanbul delle 10.55 con la Turkish. Mettiamola così… noi non siamo due pesi piuma ed il volo sino ad Istanbul con i sedili veramente troppo stretti mi ha fatto temere il peggio! Invece dopo lo scalo alle 19.55 siamo ripartiti per Delhi e l’aeromobile era impeccabile così come il personale, il servizio è davvero eccellente, la Turkish un’ottima compagnia, ci hanno addirittura fornito oltre alla copertina anche la mascherina per gli occhi ed i calzini per girare sull’aereo! persino i pasti erano ottimi!!! Il costo totale del volo, Roma-Delhi per due persone è stato di €1092,60 Arrivati a Delhi abbiamo compilato il form da consegnare alla dogana, ricordate sempre di tenere sotto mano nome ed indirizzo di un hotel in cui alloggerete o vi creeranno problemi! Una volta fuori abbiamo trovato ad aspettarci Madan, che sarebbe stato la nostra guida per i 12 giorni sucessivi, una persona veramente deliziosa! con lui si può tranquillamente parlare in inglese, è disponibilissimo e molto riservato. Essendo le 5 del mattino ci ha accompagnati subito in hotel, il Goldwin Deluxe, nascosto in una viuzza del centro città, moderno e pulito per gli standard che poi avremmo avuto modo di valutare… il personale alla reception parla un inglese stentato e non si sforza di farsi capire, infatti hanno preferito parlare con Madan e farsi tradurre! Dopo un’ora circa di attesa perchè la stanza fosse pronta, giustificatissima, era l’alba, a quell’ora non sono previsti check in, ci hanno accompagnati di sopra. E lì abbiamo appreso la prima grande verità indiana. La mancia. Se l’aspettano e non hanno problemi a farlo capire. Semplicemente rimangono lì in piedi finché non gliela si dà! Dopo un po’ di relax affrontiamo la città, il caldo è e sarà torrido per tutta la durata del viaggio, infatti Maggio è bassa stagione, 45 gradi di media con picchi di 49 in alcune zone. Il caos è totale però affascinante. I clacson suonano in continuazione. La prima cosa che facciamo è prendere un risciò per girare i mercatini locali. Siamo gli unici turisti. E’ un’esperienza forte ma bellissima. I “banchi” della carne e del pesce, gli odori, tutto nuovo, tutto diverso. L’escursione dura circa mezz’ora. Alla fine della quale impariamo un’altra grande verità indiana, la seconda: in India sei quasi costretto a comprare. Non quello che ti piace, quello che le persone a cui ti rivolgi ti portano a comprare. Dopo qualche giorno sarà diventato snervante oltre che costoso. Torneremo a casa con una serie di cose totalmente inutili e con il portafogli molto più leggero! Visitiamo i monumenti più importanti di Delhi, in circa mezza giornata considerate temperatura e stanchezza. Qui però ho anche il primo impatto negativo con la popolazione maschile. Un uomo mi si fermerà davanti, mi sputerà quasi sui piedi e mi dirà “This is for you” è solo il primo di una serie di atteggiamenti sgradevoli ed irrispettosi che mi verranno rivolti. Cerco di convincermi che sia a causa della mia “diversità”, del mio non classico aspetto da “donna perbene” però sarà dura tanto che in India non riuscirò mai a mettere piede nemmeno fuori dall’hotel da sola. Cosa mai capitatami in nessun paese straniero. E’ una sensazione sgradevole. Altra verità indiana: il cibo è ottimo! il butter curry, il naan, il riso, tutto! ma.. piccante. In India la parola piccante raggiunge un nuovo livello. E non servirà chiedere “not spicy please” perchè loro, quando porteranno via i piatti pieni per 3/4 e vi chiederanno spiegazioni, se risponderete troppo piccante vi diranno “eeeeh ma in India è così!”.. il bello di non frequentare ristoranti esclusivamente turistici! per cui riempite una borsa di crackers, biscotti e altre piccole cose di cui nutrirvi quando il vostro stomaco implorerà pietà!

Il secondo giorno abbiamo affrontato il primo spostamento in auto verso Jaipur. Ennesima verità: in India i termini stop, precedenza, contromano… sono relativi! i viaggi in auto sono una roulette russa! spostamenti di 200km richiedono fino a 5 ore… 5 ore col fiato sospeso perchè il frontale è sempre dietro l’angolo! Arrivati a Jaipur prendiamo la nostra stanza al Royal Orchid Central. Bellissimo albergo, stanze moderne e pulitissime, personale eccellente, consigliatissimo. Il pomeriggio, dopo una pennichella, lo dedichiamo alla visita del Birla Mandir Temple e dei due piccoli templi dedicati a Ganesha adiacenti. Esperienza fantastica, noi unici occidentali tra centinaia e centinaia di indiani, bambini che ci seguivano per chiedere foto e chiederci da dove arrivassimo. Indimenticabile.

Il secondo giorno a Jaipur lo passiamo con Raju, una guida che parla un perfetto italiano. Jaipur non è la classica città indiana. E’ ricca e lo si nota. Molto più pulita, più verde, più bella. Templi e musei puliti e valorizzati. Il tempio delle scimmie, fuori città, è gestito dalla comunità che vive all’interno delle mura per cui è conservato un pochino peggio ma è bellissimo e vale indubbiamente la pena visitarlo! le scimmie sono libere.. e dispettose! una piccoletta ha rotto il sacchetto di noccioline di mio marito privandolo del piacere di dargliele lui stesso! Il palazzo dei venti l’abbiamo visto soltanto dall’esterno su consiglio di Raju. All’Amber Fort siamo saliti a dorso d’elefante. Avevo molti dubbi al riguardo ma ho potuto constatare che gli animali non soffrono. Intanto lavorano solo nelle ore meno calde. Per cui dalle 11 in poi vanno in pausa. Salgono carichi e scendono scarichi e quando non hanno clienti vengono tenuti all’ombra. Niente di simile a quello visto in altre parti d’asia che ci aveva scioccati. Comunque, il forte ci ha “rubato” oltre 3 ore. Bellissimo, sembra di andare indietro nel tempo, toglie il fiato. Anche la vista dall’alto è veramente emozionante. Il City Palace non è speciale ma vale la pena visitarlo, noi abbiamo anche potuto assistere ad una lezione di strumenti tipici per bambini. Jantar Mantar può rapire gli appassionati del genere. Io lo devo ammettere… non sono portata per le scienze e ho sopratutto patito il caldo, però resta comunque un’esperienza particolare. Sopratutto con Raju che non perde occasione per decantare la grandezza del Maraja jai singh! L’ultima sera Karni, ci ha voluti portare a cena fuori con le sue due figlie, sono stati molto carini e gentili.

Il quarto giorno ci siamo spostati a Bikaner. Una città piccola, sporca, con le fogne a cielo aperto. Sono molto orgogliosi delle loro Haveli ed hanno ragione, perché sono bellissime, ma in gran parte abbandonate, una vera tristezza. Il forte è piccolo e molto, molto sporco, potendo tornare indietro non avrei mai lasciato lì dentro i miei soldi. Ma la gente a Bikaner è veramente gentile, sorridente, ospitale. I ragazzi ti fermano per strada solo per fare due chiacchiere, sapere da dove arrivi… le contraddizioni dell’India! Abbiamo alloggiato al Lallgarh Palace. Esternamente un palazzo da favola con un parco enorme e veramente bello. Ma la nostra stanza era sporca, sporchissima, il voler mantenere un’ambientazione da mille e una notte non sempre paga, l’acqua nella doccia non era calda ma tiepida tendente al freddo e perché lo restasse e non si trasformasse in gelida si dovevano aspettare almeno 15 minuti tra una e l’altra. Bocciato! Non è quello che ci si aspetterebbe una volta varcato il cancello!

Il quinto giorno partenza da Bikaner direzione Deshnoke, raggiunta in mezz’ora circa, per visitare finalmente il Karni Mata Temple, tempio dei topi. Si entra scalzi per cui è meglio portare un paio di calzini da poter gettare via subito dopo (noi abbiamo riciclato quelli Turkish!). Che esperienza! Consiglio a chiunque visiti il Rajasthan di aggiungere questa tappa! All’interno del tempio ci sono centinaia, forse migliaia di topi!! In realtà appena entrati credevamo che alcuni fossero morti ed eravamo un po’ preoccupati per i risvolti sanitari, invece facevano la nanna!!! Che cosa incredibile! Niente può descrivere questo luogo! Le persone pregano, i bambini corrono e giocano con i topi che usano le gambe dei visitatori per delle velocissime sponde in corsa… anche sulle mie, per cui, ecco, dovrei sconsigliarlo a chi non è un appassionato di animali! Ma se così fosse… sforzatevi, non ve ne pentirete!!! Mio marito l’ha fatto e ne è stato felice!

Ripresa la macchina direzione Jodhpur. Alloggio all’Heritage Kuchman Haveli. L’Haveli è bellissima e centralissima, in pochi minuti a piedi si raggiunge il centro col suo mercatino caotico e la torre dell’orologio, i proprietari disponibili, gentili, persone squisite però purtroppo come tantissime altre volte, stanza che definir sporca è troppo riduttivo, assenza di frigo bar che coi 48 gradi esterni non è il massimo ma il problema principale era che una volta usciti in città il generatore di ogni stanza veniva disattivato per cui al rientro le stesse erano forni!

Jodhpur è una città affascinante anche se purtroppo non può più essere definita la città blu visto che da qualche anno i cittadini hanno deciso di ridipingere le loro case e ben poche hanno mantenuto il caratteristico colore soprattutto nella parte vecchia. Abbiamo iniziato il nostro tour con una passeggiata a piedi il primo pomeriggio per le viuzze caratteristiche e ne abbiamo approfittato per assaggiare il famoso lassi, bevanda tipica che è simile ad uno yogurt cremoso con un sapore molto particolare. Buono, se siete in due vi consiglierei di prenderne uno per iniziare perché le dosi sono molto abbondanti ed il sapore dopo il primo assaggio diventa stucchevole. Vi verrà offerta dell’acqua ma rifiutatela, non viene presa da bottiglie sigillate ma dai rubinetti.

Il giorno seguente iniziamo il nostro tour dal Cenotafio Bianco Jaswant Thada, su una collina fuori città. Non è possibile visitare l’interno ma anche l’esterno è incantevole, ideale per scattare decine di foto con scorci di assoluta bellezza! Dopo di che ci spostiamo al Mehrangarh Fort, diverso da tutti quelli precedentemente visitati, bellissimo! Abbiamo conosciuto persone di tutte le età che ci hanno seguito sino all’esterno per avere delle nostre foto ed essere immortalati da noi, un’esperienza umana strepitosa! Appena concluso, dopo un paio d’ore, ci siamo fatti accompagnare nel cuore di quel poco che è rimasto della “città blu” per scattare qualche foto. Abbiamo conosciuto una meravigliosa signora che ci ha invitati in casa e ha voluto scattassimo tante foto a lei e ai suoi due nipotini e mio marito ha rischiato d’essere caricato da una mucca un po’ intollerante! Non credo ci sia bisogno di precisarlo ma ricordate di chiedere sempre il permesso prima di scattare fotografie, i musulmani in particolar modo non le vogliono perché in gran parte pensano che rubino loro l’anima, ma anche i mariti induisti non sono particolarmente propensi a regalare ad altri un ricordo visivo delle loro mogli.

Dopo un riposino nel pomeriggio veniamo accompagnati a conoscere i Bishnoi ed il mausoleo dedicato ai 360 martiri che nel 1730 vennero massacrati mentre cercavano di proteggere i loro alberi sacri dal maharaja che voleva abbatterli per costruire il forte. Quello dei Bishnoi è un popolo pacifico protettore di ogni forma di vita e di ogni creazione della natura. Poterli conoscere è stato un onore! I bambini sono incredibili, ci hanno circondati, volevano che scattasi loro foto e poi gliele mostrassi. Non credo potremo mai dimenticare i loro sguardi e le nostre lacrime malinconiche mentre andavamo via!

Il settimo giorno al risveglio purtroppo una brutta sorpresa, hanno avuto inizio i miei primi problemi di salute! Il viaggio sino a Pushkar è stato orribile per me! Ho passato l’intera giornata in hotel, il Master Paradise, che è discreto ed ha parecchi spazi comuni molto gradevoli. Mio marito ha visitato la città su mio consiglio per un paio d’ore e mi ha detto che ha una grande forza spirituale! Mi è dispiaciuto molto non poterla vivere con lui!

L’ottavo giorno siamo ripartiti, direzione Ranthambhore National Park! Abbiamo alloggiato al Tiger Machan, un campo tendato molto lontano dal centro della cittadina. Essendo fuori stagione vi erano 4 ospiti in totale compresi noi per cui non vi era alcuna animazione di nessun genere e le ore buche sono state un po’ noiose, ma online ho letto commenti veramente favorevoli di chi l’ha potuto vivere in alta stagione! Le tende sono ampie, c’è un ottimo sistema di condizionamento ed il personale è tutto molto gentile, nonostante parlino un inglese non perfetto. Purtroppo anche qui, la sporcizia è una pecca, tant’é che dopo aver chiesto un riso bianco per cena visti i miei problemi di salute.. ho trovato in mezzo un verme! Non è stato piacevole! Comunque, il nostro tour prevedeva due safari, ma volendo se ne possono organizzare ulteriori direttamente attraverso l’hotel. Il primo pomeriggio non era previsto alcun safari per cui l’abbiamo passato a ciondolare in giardino ed io a cercare di riposare e di riprendermi! La mattina successiva alle 5.50 è arrivata la jeep per la prima parte dell’esperienza. Consiglio a chiunque sia in zona di visitare questo parco!! Noi abbiamo passato in totale 6 ore all’interno, tre anche nel pomeriggio con partenza alle 15.00 e siamo riusciti non solo a vedere due tigri ma una serie infinita di animali di ogni specie!! Io sono impazzita per le scimmie e per i pavoni che facevano la ruota! Inoltre anche la flora è stupefacente, gli alberi compongono delle vere opere d’arte. E’ stata un’esperienza che ci ha riempito l’animo! Potendo ci saremmo fermati un giorno in più per poterne fare altri due!

Il decimo giorno spostamento verso Agra. Sulla strada tappa a Fatehpur Sikri, la città rossa, abitata soltanto per 12 anni a causa della carenza d’acqua. Qui ci sono decine e decine di persone di tutte le età che cercano di vendervi paccottiglie, che parlano italiano e che sono veramente tanto insistenti. Il che, con i dolori costantemente presenti ed il caldo può essere veramente snervante. Fatehpur è molto bella, ma è sufficiente una visita veloce. La Moschea Jami Mashid, enorme, è stupenda! All’interno vi è la tomba in marmo bianco del mistico Salim Chisti, sormontata da una cupola. Qui i fedeli vengono a donare stoffe che a fine giornata vengono raccolte e riutilizzate per creare abiti per i meno abbienti. Con le stoffe vengono consegnati loro tre laccetti di cotone rosso che possono essere legati alla grata che protegge la tomba e che permettono di esaudire 3 desideri. Qui le donne musulmane ma anche di fede hindù vengono a chiedere di poter avere dei figli.

Per me è importante raccomandare di munirsi dei calzini prima visitare la Moschea. Come in tutti i luoghi di culto musulmani ed induisti è obbligatorio entrare a piedi scalzi. E se la visitate a mezzogiorno con 50 gradi, il marmo bianco dei pavimenti non perdonerà!! Io ho sofferto troppo, tanto da piangere, per cui i calzini sono consigliatissimi!!

Da qui, dopo un pranzo veloce, in mezz’ora abbiamo raggiunto Agra. Alloggio al The Taj Vilas, albergo di recente costruzione, perfetto, personale disponibile, stanza pulitissima in condizioni impeccabili, una vera manna dal cielo per noi! Attraversando la strada tra l’altro c’è un Mc Donald’s ed anche questa può essere nonostante tutto una benedizione dopo tanto cibo indiano! La città di Agra, in una descrizione rapida, è una discarica a cielo aperto! Una città veramente brutta ed invivibile! Ma per contro i suoi monumenti sono in perfette condizioni! Anche qui ci è stata data la possibilità di avere una guida che parlasse l’italiano ed è stato veramente importante. Il forte è molto bello, vale una visita. Ma ovviamente la perla di Agra è solo ed esclusivamente il Taj Mahal. E’ importante ricordare che il venerdì è chiuso per cui bisogna organizzare la propria visita di conseguenza infatti noi l’abbiamo visitato il giovedì al tramonto. I controlli all’ingresso sono molto severi, in alcune guide turistiche è consigliato di portare con se una pila a batterie per poter ammirare meglio gli interni ma a me l’hanno fatta gettare via all’ingresso! La nostra guida ci ha detto che siamo stati molto fortunati a vedere il sito così vuoto… considerate che le persone erano un’infinità… non riesco a pensare a quanto possano essercene in alta stagione!! Tutto nel Taj Mahal è incredibile, la perfezione delle proporzioni è sconvolgente! La fila per entrare nel mausoleo è stata celere e ci sono stati forniti dei copriscarpe. Purtroppo l’esperienza all’interno non è stata memorabile! Non si entrava per blocchi ma tutti insieme per cui c’era una folla enorme di indiani che continuavano a scattare foto nonostante fosse proibito ma soprattutto ad urlare!! Non abbiamo capito perché lo facessero, ma urlavano! E trattandosi del luogo in cui riposano i resti mortali di due persone l’abbiamo trovato molto sgradevole. Questa purtroppo è stata una percezione comune in tutto il nostro itinerario, la mancanza di spiritualità, cosa che pensavamo invece fosse onnipresente in India. E’ stato triste constatarlo.

L’undicesimo giorno partenza direzione Orchha dove abbiamo alloggiato all’Hotel Orchha Resort. Hotel bellissimo, all’inizio volevano sistemarci in una doppia con letti singoli per la vista piscina, ma su nostra richiesta ci hanno spostati in una matrimoniale dall’arredamento incredibile, il letto, sfarzoso, con un disegno a baldacchino, era ricavato da un blocco di marmo, stessa cosa per comodini, lampade e tavolino! Il ristorante dell’hotel è molto buono a prezzi contenuti e la piscina ci ha riportati a nuova vita, la prima del viaggio, ne abbiamo approfittato a lungo, d’altronde era pur sempre la nostra luna di miele!! Dai giardini dell’hotel si ha una vista incredibile sia sul fiume che sul cenotafio, una location stupenda.

Peccato però che addentrandovisi si scopra che il cenotafio è completamente abbandonato a se stesso e che vi vivano diversi senza tetto. Infatti abbiamo purtroppo preferito non spingerci troppo in là essendo soli. Il forte è molto bello ma purtroppo, nonostante anche qui si paghi un biglietto per l’ingresso, lasciato a se stesso, senza alcuna cura, peccato, veramente. In città abbiamo fatto una passeggiata tra i violetti con una piccola guida di 11 anni che parlava un inglese perfetto e ci ha accompagnati qua e là parlandoci con amore di tutto quello che ci stava intorno. Dopo la ripida scalinata dentro il vecchio Tempio Rama Raja abbiamo incontrato bellissime persone, ma lui è stato molto fiscale nell’impedirci di avvicinarci troppo all’altare dove alcune persone pregavano. Il nuovo tempio invece, situato alle spalle del primo, è visitabile soltanto dopo le 8 di sera per cui non ci è stato possibile vederlo. Però ci ha consigliato nel caso volessimo farlo di lasciare ogni cosa in hotel perché all’interno è proibito portare qualunque cosa e all’esterno niente sarebbe al sicuro.

Dodicesimo giorno direzione Khajuraho, dove abbiamo alloggiato all’hotel Clarks Khajuraho, un’oasi, una struttura enorme con giardini rigogliosi, corsi di qualunque disciplina, dallo yoga al tennis, stanze belle spaziose e pulite, una bella piscina. Unica pecca il ristorante, non eccellente e molto caro. La vera chicca della città sono i templi giainisti ed induisti con scene di sesso tantrico, edifici di una bellezza unica. Mi ha fatto però un po’ arrabbiare che appena arrivati abbiamo rifiutato una guida che parlava il solo inglese sapendo che all’interno avremmo potuto trovare le audioguide in italiano e preferendole visto che mio marito non capisce l’inglese e dove possibile era giusto renderlo più partecipe. Una volta entrati però gli addetti ci hanno detto che l’audioguida non era disponibile ma spendendo un po’ di più potevamo avere la guida in inglese (quella di prima che ancora aspettava fuori dalla struttura). Al che scocciata ho detto che se non era possibile averla ci saremmo arrangiati da noi e magicamente… è saltata fuori l’audioguida!

E’ bello visitare i templi con calma, passeggiando e godendo delle spiegazioni e cercando di imprimere nella memoria ogni più piccola scultura!

Finito il giro abbiamo fatto appena in tempo a rientrare in hotel che si è scatenato un acquazzone di proporzioni incredibili!! Pioggia torrenziale, tuoni e fulmini! Purtroppo ci siamo persi il lightshow in piazza che viste le condizioni meteo e dato il fatto che la corrente è saltata in tutta la città per ore, non si è svolto! Però Madan, il nostro autista, aveva già organizzato per noi una cena in un ristorante italiano, per cui abbiamo mangiato al buio a lume di candela con il cielo illuminato dai fulmini!!

Il tredicesimo giorno era previsto lo spostamento in aereo sino a Varanasi ma purtroppo il volo è stato cancellato per cui, in alternativa, abbiamo dovuto affrontare 3 ore di macchina sino a Satna e da lì prendere un treno con cuccette letto che in 7 ore avrebbe dovuto portarci sino a Varanasi (326km). Purtroppo il tempo in India è parecchio dilatato, per cui le 7 ore si sono tramutate in 12 in un alternarsi continuo di 5 minuti di corsa ed interminabili soste. Una delle esperienze peggiori di tutta la nostra vita!! Per cui, se dovesse capitarvi, chiedete che venga prenotato per voi un treno espresso e non un semplice treno per pendolari! Arrivati a mezzanotte a Varanasi, fortunatamente la nostra guida è venuta ad aspettarci sulla banchina, prima di tutto perché in India nessuno annuncia le stazioni per cui sapere dove ci si trova è una scommessa e poi perché la stazione è un pugno nello stomaco bello forte. Diciamo che abbiamo scavalcato persone distese per terra ed ancora ci chiediamo se fossero in vita. Alloggiamo all’hotel Meraden Grand, l’albergo è bellissimo, la stanza piccola ed il lavandino del bagno, rotto, continua a perdere! Ma è pulita e ci sembra il paradiso! Andiamo a letto stanchi ed arrabbiati, senza pranzo ne cena, provati da questa giornata assurda.

La mattina successiva il nostro nuovo autista ci porta a visitare tutti i templi che le diverse nazioni hanno fatto erigere a Varanasi: cinese, giapponese, tailandese, tibetano. A Varanasi si respira già un po’ di spiritualità. Visitiamo anche il museo, piccolo, ma ne vale la pena. Dopo 3 ore siamo stanchi, il caldo è eccessivo ed io continuo a stare male, per cui rientriamo in hotel. Alle 4 e mezzo l’autista torna a riprenderci ed inizia la vera esperienza. A piedi ci dirigiamo sino al molo e da qui su una barca a remi, navighiamo lungo il Ganga Mata, il grande fiume Gange. Il Ganga è fonte di vita e lo si percepisce, sulle sue rive c’è fermento, passione, forza, migliaia di persone che si bagnano e lasciano andare sull’acqua candele votive, bambini che imparano a nuotare, ragazzini che si tuffano, pire funebri, familiari che piangono e lanciano verso il fiume quel che resta dei corpi. E’ surreale, strano, forte. Alla fine della “crociera” ci viene chiesto se vogliamo assistere alla cerimonia dei bramini per cui, sistemata la barca poco distante dalla riva ci vengono date due sedie e possiamo rilassarci. Dopo un’ora ha inizio la funzione. I mantra, le musiche, gli incensi, le candele. Una marea di persone si riunisce per pregare, è totalizzante. La vera amazing India. Prima che finisca, per non trovarci tra la folla che rientra nelle proprie case, rientriamo in hotel e preferiamo consumare lì la nostra cena. Il ristorante è molto elegante ed i prezzi sono abbastanza contenuti. Inoltre c’è una discreta scelta di piatti internazionali.

L’indomani mattina la sveglia è puntata alle 4 per la seconda crociera, forse anche più emozionante della prima. Peccato che dopo qualche minuto vediamo navigare verso di noi un cadavere. Mio marito ha paura che io possa star male ma la verità è che l’India cambia la percezione delle cose e dopo qualche giorno è difficile restare impressionati, per cui il corpo in decomposizione non colpisce ne me, ne la guida che ride e non pensa nemmeno a chiamare le forze dell’ordine come si farebbe da un’altra parta, ne i bambini che continuano felici a nuotarvi accanto!

Verso metà mattina ci dirigiamo all’aeroporto da dove voliamo sino a Delhi. Da qui, dopo ore di attesa, cambi di orari, compagnie e quant’altro, finalmente partiamo per Katmandu!!

Nel piccolo aeroporto compiliamo il form per la richiesta del visto turistico con validità 15 giorni, che ci viene rilasciato in pochi minuti per 20€ a persona. Ricordate di portare con voi due fototessere!

L’aeroporto è piccolo e poco affollato, subito fuori troviamo ad attenderci la nostra guida, Rajendra, che ci accompagna sino al nostro hotel, il Marshyangdi, semplice ma pulito, con una zona comune bellissima ed il personale straordinariamente cortese e preparato. Ad attenderci in camera troviamo il condizionatore acceso ma anche il decalogo che ci spiega come l’energia elettrica sia disponibile solo per 10 ore circa al giorno in città, divise tra mattina e sera, come l’hotel sia fornito di un generatore ma che anche le scorte di gasolio sono scarse. Per cui per i tre giorni successivi resistiamo al caldo rinunciando all’aria condizionata, non accendiamo la tv ed accendiamo una luce per volta. Rajendra ci consiglia di uscire subito a vivere la città, visto che il nostro albergo si trova proprio nel Tamel, il centro turistico della città. Per cui poggiamo i bagagli e ci incamminiamo subito.

Kathmandu è un altro mondo! Musica ovunque, persone sorridenti, locali di qualunque genere, ristoranti con cucine da tutto il mondo, negozi.. Kathmandu è stupenda e ci ruba il cuore!

Passiamo la prima serata in un pub con musica rock nepali dove mangiamo una bella bistecca con una salsa deliziosa e dei funghi. Io presa dall’entusiasmo ordino i famosissimi Momo ma al primo morso mi rendo conto che sono piccantissimi! Ne mangio un paio ma poi preferisco non continuare. Rientriamo in hotel verso le 11, per strada un gran numero di persone cercano di offrirci droghe che spaziano dall’hashish, alla cocaina, all’eroina, ma basta rifiutare e nessuno è particolarmente insistente.

Il secondo giorno a Kathmandu purtroppo mi sveglio in preda a dolori atroci, mi faccio forza ed esco comunque visto l’appuntamento con l’autista. Riusciamo a visitare lo Stupa di Boudhanath dove la spiritualità è vibrante. Nonostante il gran numero di turisti si percepisce l’incredibile forza della loro fede. E’ un’emozione stupenda. Successivamente ci siamo spostati al Tempio di Pashupatinath, il più importante tempio induista del Nepal, composto da innumerevoli pagode. All’interno del complesso scorre il fiume Bagnati sulle cui rive vengono cremati i cadaveri. Fortunatamente quando siamo andati noi le cerimonie erano bloccate per la pulizia. Non mi è dispiaciuto particolarmente. Finito col tempio i dolori erano diventati insopportabili per cui siamo dovuti rientrare in hotel per tutto il pomeriggio. La sera siamo riusciti ad uscire di nuovo per sentire un po’ di musica e passare del tempo nei bellissimi locali.

Il terzo giorno alle 9 in mezz’ora circa d’auto siamo andati a visitare Bhaktapur, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, un luogo da fiaba, a cui è possibile accedere solo pagando un biglietto ed in cui è ancora possibile vedere le donne sfoggiare l’antico abito Newari.

Purtroppo qui vengono ancora svolti sacrifici animali, soprattutto di galline e capre, ma anche di vacche, in base alla disponibilità economica di chi compie il sacrificio. Grazie al cielo non vi era niente di simile la mattina in cui siamo andati o non so che reazione avrei potuto avere!

Dopo un tour di un paio d’ore circa ci siamo spostati in macchina in montagna, abbiamo impiegato poco più di mezz’ora ed i paesaggi nepalesi sono di una bellezza catartica! Arrivati in cima avremmo dovuto vedere le cime himalayane ma purtroppo l’umidità rendeva l’aria densa ed è stato impossibile.

Al rientro in città abbiamo deciso di pranzare al “la bella vita”, ristorante con cucina italiana in cui in pochi minuti si possono gustare piatti perfetti che sembrano arrivare dalla cucina della mamma… infatti mio marito ha preso il bis di aglio e olio!!!

Nel pomeriggio ci siamo diretti a piedi verso la bellissima Durbar Square. Ci siamo arrivati in circa mezz’ora col naso per aria e gli occhi pieni di stupore per quella che è l’energia di Kathmandu, la sua forza vitale, il suo motore. Rendetevi conto che ci si dovrebbe trovare in un paese del terzo mondo ma la sensazione è quella di stare al centro dell’universo! Kathmandu è senza dubbio la città asiatica al primo posto nei nostri cuori!

Per entrare in questa incredibile piazza è necessario acquistare un biglietto estendibile al giorno successivo. Qui avrete modo di vedere anche la Kumari, la Dea Bambina.

Alla sera ultimi divertimenti nei pub nepali, di cui sentiremo la mancanza!

Al mattino approfittiamo per riempire una sacca di regali! Kathmandu è il paradiso dello shopping alternativo, approfittatene!!

Alle 14 volo per Delhi. Teoricamente da programma avremmo dovuto vedere ancora la città, ma a prenderci all’aeroporto è arrivato un autista che non parlava nemmeno inglese, ci ha accompagnati in hotel e ci ha lasciati lì!

L’Hotel Florence Inn è situato in una zona residenziale abbastanza vicina all’aeroporto e molto più curata delle altre. E’ un bell’albergo con stanze grandi e pulite. Il ristorante non è male e ha dei prezzi accessibili.

Alle 3 sveglia per prendere i voli che ci avrebbero riportato in Italia.

Insomma, non saprei che consigli dare. L’India è un paese dai contrasti forti. Su di noi ha avuto un impatto negativo che purtroppo non siamo riusciti a scrollarci di dosso. Per la prima volta in tutta la mia vita ho desiderato abbandonare un viaggio e ritornare a casa!

Diciamo che se posso esprimere un parere magari lo eviterei come meta viaggio di nozze! E lo consiglierei come viaggio tra un gruppo numeroso di amici, per sentirsi più sicuri, specialmente se ci sono delle donne.

Guarda la gallery
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La bellezza vera dell'India, Jaipur

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Karni Mata Temple, Deshnoke

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Tempio delle scimmie, Jaipur

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Taj Mahal al tramonto

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Ganga Mata, Varanasi

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Gli occhi dei bambini, India

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Tigri, Ranthambhore National Park



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