Gocce di Brasile: viaggio fai da te tra avventura e magia
Gocce di Brasile : viaggio fai da te tra avventura e magia
Questo viaggio non era nei nostri programmi, o meglio non di quest’anno, ma come diceva George Bernard Shaw “le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare”; nel nostro caso sono anche costose!!! Abbiamo così coinvolto i nostri amici e ci siamo messi a preparare un altro viaggio fai da te con una delle destinazioni che più ci emoziona: il Brasile! Il Brasile è talmente grande che scegliere cosa andare a vedere e a cosa rinunciare, ci ha messo davvero in difficoltà. Alla fine abbiamo scelto un itinerario ambizioso: il nord est, da Sao Luis a Fortaleza, poi Manaus con la permanenza di qualche giorno nella foresta amazzonica ed infine Rio de Janeiro. Abbiamo spuntato un buon prezzo per il volo intercontinentale con Alitalia e prenotato i voli interni con la TAM (Rio – Sao Luis, Fortaleza – Manaus; Manaus – Rio). Per l’organizzazione dei trasporti e delle escursioni da Sao Luis a Fortaleza ci siamo appoggiati a Giovanni, titolare della Pousada Peixe d’Ouro, un italiano che vive a Jericoacoara da molti anni che si è dimostrato molto disponibile ad assecondare i nostri cambi di programma e a darci consigli per la costruzione dell’itinerario definitivo. Per l’organizzazione del tour in Amazzonia ci siamo affidati a Gero Tours, un’agenzia locale che ci è sembrata subito molto seria, genuina ed anche economica.
Indice dei contenuti
ITINERARIO : Roma –Rio – Sao Luis – Barreirinhas – Lençois Maranhenses – Caburè – Tutoja- Jericoacoara – Fortaleza – Manaus – Amazzonia – Manaus – Rio de Janeiro – Roma
17-18-19/07/2014 Sao Luis
Siamo in sei: Antonia, Attilio, Mimmo, Nadia, Giulio ed io e partiamo da Roma il 17 Luglio alle ore 21,45; dopo lunghissime ore arriviamo a Rio e da qui con un volo interno raggiungiamo subito Sao Luis, un’isola sospesa come in una fiaba tra voglia di modernità e desiderio di antico. Il turismo di massa non e’ ancora del tutto arrivato sin qua, a mala pena si intravede qualche carioca o paulista, e in alta stagione, qualche europeo nostalgico e curioso di un passato dispiegato come un libro aperto per i vicoli di questo incanto. Alloggiamo a Casa Lavinia, bellissima pousada dislocata nel centro storico con stanze grandi piacevolmente arredate e soprattutto splendidi letti. Durante il giorno è piacevole incamminarsi per i vicoli del centro storico, sorseggiare un’ottima caipirinha in qualche bar e farsi attrarre dal mosaico complesso di odori e sapori del mercato della feira; la sera lo spettacolo di gente e musica, di allegria e vita ci cattura e ci trattiene con le sue mille feste, i sorrisi e i modi gentili . Trascorriamo a Sao Luis due giorni ammirando anche le lunghissime spiagge dove sono ubicati i migliori alberghi e ristoranti della città.
20/07/2014: Sao Luis – Barreirinhas- Parco Lençois Maranhenses
Dobbiamo percorrere circa 4 ore e mezzo di bus per arrivare a Barreirinhas ed ammirare la vera attrattiva del Maranhao, i Lencois Maranhenses. Il sole è già alto e l’aria umida profuma di frutti tropicali. La vegetazione è lussureggiante con l’alternarsi di banani, palme da cocco, eucalipti e caju. Le case sono basse, sempre solo ad un piano; hanno grandi antenne paraboliche trasparenti che sembrano tanti ombrelli rovesciati. Siamo ospiti della pousada Barlavento, centralissima e con una vista meravigliosa sul lungofiume. Il tempo di sistemarci e siamo già su un 4 X 4 che ci condurrà ad un vero e proprio santuario ecologico detto il “Sahara brasiliano” per le sue alte dune di sabbia bianca, intervallate da laghi di acqua pura e cristallina. Le foto e i depliants non ci hanno preparato allo spettacolo che si spalanca davanti ai nostri occhi quando finiamo di scalare il muro di sabbia alla cui base l’autista ha parcheggiato: dapprima è il bianco abbagliante della sabbia che contrasta con l’azzurro intenso del cielo senza nuvole, poi frammenti di cielo distribuiti nel candore delle dune attirano lo sguardo e l’insieme si ricompone nell’immagine di questo magnifico spettacolo di dune immacolate, inframmezzate da piscine azzurre e verdi dalle forme sinuose, spazzate a tratti da refoli di sabbia impalpabile. E tutto questo si amplia mano a mano che risaliamo la duna più alta fino a riempire l’intero orizzonte.
Passiamo le ore successive a fare bagni immersi in una sorta di stupore per il luogo in cui ci troviamo. L’acqua è incredibilmente fresca e quando ci immergiamo decine di piccoli pesci argentati ci circondano incuriositi, guizzando veloci in una danza di benvenuto. Fortunatamente non siamo in molti a goderci lo spettacolo e il vento disperde le voci di quanti osano alzare il tono e urlare. A me questo luogo ispira muta ammirazione, quasi il silenzio significasse rispetto per un capolavoro. Il sole che aveva giocato per un po’ a nascondino tra le nubi, ora splende perfetto sopra di noi mentre il vento allontana i rumori e ci culla in un’atmosfera ovattata e idilliaca. Accoccolati su una duna osserviamo come i riflessi nel biancore della sabbia cambino con l’avvicinarsi del tramonto e quando siamo al culmine delle tonalità arancioni è ora di rientrare: l’aria diventa fresca e il vento si fa fastidioso. Dobbiamo proseguire il nostro viaggio e lasciare questo piccolo scampolo di paradiso nel mezzo del deserto più bagnato del mondo.
21/07/2014: Barreirinhas – Caburè – Tutoja
Partiamo alle ore 08:15 per iniziare la discesa del Rio Preguica con una lancia fuoribordo. Il grande Rio Preguica divide il parco in due: Grandi Lencois e Piccoli Lencois. In quest’oasi vivono alcune specie in via d’estinzione (tartarughe marine giganti) e sopravvivono piccoli villaggi, dove la maggior parte della popolazione pratica ancora la pesca seguendo i metodi più tradizionali. Comincia la lenta navigazione: il fiume piega a destra e si lascia alle spalle l’oceano. La sabbia cambia colore, qua e là sorge qualche piccola capanna di giunchi e osserviamo scene di vita quotidiana. Non ci vuole molto a raggiungere Vassouras, ovvero l’accesso ai Piccoli Lençois che si estendono a est del fiume. Scesi dalla barca, raggiungiamo una lunga capanna con tavoli e panche, abitata da alcune divertenti scimmiette e al bar ci concediamo un cocco. Fuori c’è una duna gigantesca , con fatica la scaliamo, dietro, di nuovo piccoli laghetti ormai più o meno familiari, anche se lo stupore per questa sorta di anomalia della natura ancora non ci ha abbandonati. Qui la sabbia ha un colore diverso, più tendente all’ocra: sono i piccoli Lençois . Fa molto caldo!!! Risaliti in barca è tutta un’altra storia: la brezza riporta la temperatura corporea sotto il livello di guardia e il cervello ricomincia a funzionare correttamente ; sosta al Faro di Mandacarù. Attraversiamo il paesino alla volta del faro strisciando letteralmente lungo le case, mendicando ombra e ci arrampichiamo con fatica sui 160 scalini dei 35m della torre. Ma almeno, una volta in cima, troviamo la solita brezza marina che ci salva la vita. La vista è sul fiume, sull’oceano e sulla spiaggia che li separa, una vista superba che permette di capire finalmente l’effettiva conformazione del luogo. Da Caburè, sempre con la solita 4 X 4, attraverso un paesaggio fatto di mangrovie che costeggiano l’oceano, fiumi da attraversare con chiatte , lagune, paludi e dune di sabbia, giungiamo a Tutoja , Pousada Jagatà . La Pousada è molto bella e confortevole, affacciata sulla spiaggia Andreza, orlata di palme .
22/07/2014 Tutoja/Escursione Delta Rio Parnaiba – rifugio Guaras/Tutoja
E’ mattina presto, mentre dondolo sull’amaca stesa fuori dalla mia stanza, ascolto i suoni di questo paese: il cigolio ritmico di questo letto a mezz’aria, il verso di un uccello nascosto nella vegetazione, un samba in lontananza, suoni che lentamente stanno diventando familiari!!Dopo una fantastica colazione, partiamo alle ore 09:00 dal porto di Tutoja e ci imbarchiamo su una lancia privata fuoribordo per iniziare il nostro viaggio sul delta del Rio Parnaiba: una distesa enorme d’acqua, dove a vincerla sono le radici degli alberi completamente scoperte che si aggrappano al bordo del fiume; la vegetazione è quella che sicuramente la maggior parte dei fiumi di questa zona ha: prevalgono piante di grosse dimensioni e animali di diverse specie, molto difficili da fotografare ; arriviamo in una zona dove le dune sono altissime ed hanno il controllo su tutta la vegetazione. Sono le due del pomeriggio, scendiamo dalla barca per ammirare l’abbagliante splendore che ci circonda: siamo commossi!!!! Scattiamo decine e decine di foto che non potranno mai raccontare ciò che abbiamo visto e ci dirigiamo a Ilha das Canarias dove ci viene servito un magnifico pranzo a base di pesce . Dopo una breve sosta sulle amache riprendiamo la navigazione e ci fermiamo a gustare il tramonto : sul fiume centinaia di uccelli trovano rifugio tra il fogliame . I guarà sono indubbiamente i più spettacolari: mangiano i granchi rossi che abitano le sabbie delle sponde e che danno al loro piumaggio il color fuoco che li caratterizza . Magnifici ed eleganti nel loro volo sono uccelli davvero unici.
23/07/2014 Tutoja- Jericoacoara
Trasferimento in fuoristrada verso Jericoacoara tra sterrati e dune di sabbia. Il percorso da qui in poi si snoda su tracciati sterrati, per lo più direttamente sulla spiaggia. Siamo ammutoliti, il paesaggio intorno a noi è magnetico e la luce del tramonto non fa che aumentarne il fascino. Qui il vento è il vero signore! Nel pomeriggio arriviamo a Jericoacoara. Ho letto e sentito parlare talmente tanto di questo posto che mi emoziona l’idea di essere giunta qui e di aver percorso già così tanti chilometri dall’inizio di questo viaggio. Mi rendo subito conto che Jericoacoara è più bella ancora di come l’avevo immaginata. Non è molto grande, ma è sicuramente unica. Non c’è traccia d’asfalto e la sabbia è l’unica forma di pavimentazione, anche di molti negozi e ristoranti. Solo sei vie di sabbia, piene di negozi e boutiques, ristoranti e alcune pousadas dove alloggiare. Tutto attorno solo natura selvaggia, sospesa tra oceano e cielo .Il mezzo a motore dominante è il dune-buggy…se ne trovano parcheggiati ovunque! La pousada che abbiamo scelto Peixe D’Ouro è molto carina. Ci sono solo 6 camere e la nostra è una di quelle organizzate su 2 piani. La Duna Por do Sol, simbolo di Jeri, come comunemente viene chiamata dai locali Jericoacoara, si tuffa dolcemente nelle acque dell’Atlantico. L’immagine di questa montagna di sabbia dorata, alta quasi 50 metri, è di per sé un vero spettacolo della natura, un angolo di Brasile imperdibile, lontano dal turismo di massa. Si assiste semplicemente al tramonto del sole in pace col mondo e con se stessi, in un’estasi totale dei sensi. Ci fermiamo qui tre giorni . Dopo si va a Fortaleza da dove prenderemo un volo per Manaus.
26/07/2014 Jericoacoara – Fortaleza (in auto) e Fortaleza – Manaus
27-30/07/2014 Manaus- Foresta Amazzonica
La seconda parte del nostro viaggio inizia da Manaus dove è cominciata la storia contemporanea dell’Amazzonia da metà dell’800 con il boom del commercio della gomma. Metropoli inattesa da ben due milioni di abitanti nel mezzo di un mare verde e con il porto fluviale più importante del Brasile, si estende sulla riva sinistra del Rio Negro, in posizione strategica per i trasporti. Sei chilometri a valle della città, infatti, le acque calde di questo fiume incontrano quelle più fredde e chiare del Rio Solimões che scende dalle Ande, ricco di minerali. Per la differenza di densità e temperatura, acque bianche e nere scorrono parallele senza miscelarsi per qualche chilometro. Dal loro incontro nasce il Rio delle Amazzoni, padre di tutti i fiumi. La nostra barca dondola in bilico su questa linea di confine, mentre l’emozione ci stringe la gola! Gero Tours ci offre un’organizzazione perfetta: un’ora e mezza di lancia e approdiamo all’Ararinha Jungle Lodge, in mezzo alla foresta. Il lodge è un po’ spartano, ma confortevole, costruito su palafitte, con solo 12 camere ; è un posto unico, senza collegamenti con il mondo, senza telefono. Soltanto foresta, animali, acqua e cielo!!! Il tempo di sistemare i bagagli e siamo pronti, emozionatissimi saliamo in barca per esplorare la foresta ed “accarezzare” il Rio! Non si vede terra intorno a noi per chilometri, e non si scorge nemmeno l’orizzonte, mentre la nostra piroga scivola veloce. Gli isolotti che affiorano dalla distesa d’acqua del Rio Negro sono in realtà le chiome di enormi alberi che sembrano annaspare. Questa è la foresta pluviale amazzonica e prospera proprio così, allagata per sei mesi l’anno. Ci addentriamo nel verde: tronchi come colonne e liane serpentiformi si riflettono nell’acqua in un intrico magico. Ora la canoa procede lenta, mentre schiviamo orchidee maculate cresciute sui rami degli alberi. Non avrei mai immaginato di trovarmi in barca tra le fronde di un albero . La nostra guida Cobra ha mani ossute ed appartiene al popolo della foresta che abita microvillaggi di palafitte lungo il fiume. È grazie ai suoi occhi allenati che riusciamo ad avvistare tucani dal grande becco, pappagalli, scimmie, alligatori e bradipi supermimetici . Battendo energicamente sull’acqua, tuona un forte richiamo, Buo! Buo! Buo! , La barca scivola lenta sulle acque ferme che sembrano lisce come l’olio e hanno il colore del sole. A poche decine di metri si inarcano un paio di schiene: sono i delfini rosa dell’Amazzonia e come quelli marini sono curiosi e seguono le barche. Il sole al tramonto accende con colori di fuoco il lago e la foresta intorno si riflette nell’acqua creando mille sfumature dai colori accesi e riempie il cielo di striature fantastiche. E’ uno di quei momenti dove ci si ferma inebetiti ad osservare una palla di fuoco che fa il suo solito grande spettacolo e ci si chiede il perchè, ma funziona sempre ed ogni volta si rimane estasiati! Quando usciamo per la cena ormai è buio, un cielo immenso si apre sopra le nostre teste, è nerissimo e le stelle sembra quasi ti cadano addosso. Domani torniamo a Manaus, impossibile dimenticare la pesca ai piranha sul Rio delle Amazzoni e l’immagine della luna piena che illuminava la selva : l’acqua era un fiume d’argento mentre noi a motore spento scivolavamo sulle piroghe in silenzio!
30/07/2014 Manaus – Rio de Janeiro
Alloggiamo al Copacabana Rio Hotel, molto confortevole e soprattutto in una posizione eccellente e con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Siamo a meno di cento metri dalla spiaggia di Copacabana ed accanto ad una stazione di polizia. Vorremmo già stringere Rio nel pugno della nostra mano, ma siamo stanchi e domani Marcos, un ragazzo che parla benissimo l’italiano ci verrà a prendere alle 8,00 con la sua macchina e ci farà scoprire la città. Lo abbiamo scovato su internet (vinifertonani@hotmail.com oppure marcos@rioonthemap.com); un ragazzo puntuale, gentile e soprattutto un’ottima guida per Rio de Janeiro che ci ha permesso di evitare lunghe file, di risparmiare molto tempo e soprattutto di scoprire degli angoli che soltanto chi vive lì può conoscere! La “cidade meravilhosa” mi lascia incantata. Resto ammaliata non appena raggiunta la vetta del Pao de Açucar, promontorio da cui gli occhi hanno accesso a tutti i luoghi più caratteristici della città, tra i quali Copacabana di cui molto è stato scritto e molto è stato cantato e il Cristo Redentore che dall’alto domina l’intera città. Lo stadio Maracanà, tempio del calcio mondiale, è un luogo in cui passato e presente trovano un’armoniosa fusione. Il quartiere di Santa Teresa offre invece contrasti tra antiche case coloniali, lussuose ville, strette stradine e favelas poverissime, che gli donano un caratteristico fascino bohémien. Marcos si offre di accompagnarci alla favela Rocinha, accettiamo incuriositi. A Rio le favelas sorgono sulle colline che punteggiano la città, a pochi metri dalle case dei ricchi e dalle spiagge delle cartoline. La strada si arrampica tra i tornanti costeggiata di minuscoli negozi con le insegne verniciate. Il traffico è frenetico fino alla cima da cui si vedono la laguna e la spiaggia di Ipanema. Discendiamo le stradine che si estendono in tutte le direzioni. La luce spesso non arriva nel labirinto di scalini e tubi di scarico. Bisogna evitare i cavi elettrici scoperti e dribblare gli escrementi di cani e topi. Ogni tanto la vista si apre sul terrazzo di qualche fortunato e ti permette di respirare. Non esistono scarichi, le fogne sono a cielo aperto. Ogni abitante è costruttore, idraulico ed elettricista della propria casa. Generalmente una sola stanza per tutta la famiglia. Qualcuno riesce a migliorare la sua condizione economica ma poche persone abbandonano la rocinha. Alcuni ragazzi surfano le onde di São Conrado anche se il sogno rimane quello del calcio. Incrociamo un ragazzo scalzo che custodisce i suoi scarpini in grembo, gli adolescenti fantasticano tutti allo stesso modo anche se da questa parte del mondo le mura sono di mattoni a vista, la puzza a volte è insopportabile e ti chiedi come facciano a sognare qui.
Il nostro viaggio è finito, le valigie sono pronte, più numerose di quando siamo partiti. Via via che passavano i giorni, oltre alle immagini, alle emozioni, ai profumi e ai sapori, ci siamo portati via anche qualcosa di tangibile di questo paese. Ma non c’è oggetto che valga il ricordo, sia pur di un solo attimo, vissuto intensamente. Si fissa nella nostra mente, capace di rivivere al nostro richiamo, anche dopo anni. I ricordi sono l’immutabile presente del nostro passato, fanno parte di noi, del nostro vissuto, ne sono la testimonianza. Abbiamo condiviso sensazioni forti e diverse tra loro,visitato terre e scenari naturali molto variegati e apprezzato la semplicità, la gentilezza e la gioia di vivere della gente di questo fantastico paese: al prossimo viaggio!