La Tunisia che non ti aspetti: partiamo!
Tutto è partito con: “Amore, quest’anno sono proprio stanca, andiamo a riposarci in un bel villaggio all inclusive e sbattimenti zero!”
E così è stato fatto. Abbiamo effettivamente prenotato un soggiorno di due settimane in un villaggio a Tabarka, piccola cittadina a 10 km dal confine algerino, famosa per un festival internazionale di musica jazz, che si tiene tra luglio e agosto. Cittadina, che, al nostro arrivo, scopriamo essere stata quasi completamente abbandonata dal turismo di massa (causa crisi economica, fallimento di grandi tour operator e incertezza politica).
Non sono però qui a raccontarvi delle nostre giornate passate a mollo (o almeno ci provavamo!) in un tratto particolarmente vivace del Mare Nostrum. Voglio raccontarvi delle perle che ho avuto la fortuna di ammirare.
La prima è la fortezza genovese, costruita a metà del XVI secolo dalla famiglia Lomellini, che si staglia sulla costa e il cui faro sancisce la fine del digiuno diurno durante il mese di Ramadan. La fortezza è oggi occupata dall’esercito tunisino e non è consentita la visita (è comunque possibile avvicinarsi fino alla porta d’ingresso).
Perla di immensa bellezza è il sito archeologico di Dougga (o Thugga), dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997. Una città romana come ne sono sopravvissute poche (si pensi che ad oggi ne è stato portato alla luce solo il 30%). Tra gli edifici quasi perfettamente conservati: il teatro, il tempio di Mercurio, il Campidoglio, il foro, una rosa dei venti perfettamente conservata. E ancora, il mercato degli schiavi, le ville dei ricchi cittadini e le case delle prostitute, nonché le terme ed i vespasiani. E mentre ti aggiri incredula e stupefatta tra colonne che da secoli sfidano le forze della natura e confermano la loro supremazia, tu, unico visitatore della giornata, sembri quasi avvistare gli antichi abitanti del luogo impegnati nelle loro attività quotidiane. Due ore e mezza di bus da Tabarka, tra tornanti improbabili e villaggi reali, che ti fanno presto dimenticare la levataccia (dopo le 10 di mattina il caldo ed il sole diventano difficilmente sopportabili) e la guida assurda degli autisti locali.
Meritano una visita anche Tunisi ed i suoi più celebri sobborghi, Cartagine e Sidi Bou Said. A Tunisi è imperdibile il Museo del Bardo: antica residenza ufficiale dei bey husseiniti, è anche uno dei palazzi più belli del paese. La nostra visita è stata incentrata prevalentemente sui mosaici di epoca romana e paleocristiana, autentici tesori di valore inestimabile. Non può mancare ovviamente un “giro shopping” alla medina e al souk: profumi, colori e sapori che si annideranno nella vostra anima.
Ricordo ancora quando studiavo le guerre puniche e ricordo la famigerata scelta di Scipione Emiliano di distrugge definitivamente Cartagine…ma Cartagine, come la sua eterna nemica Roma, non può morire. Ed ecco emergere dal verde della macchia mediterranea i resti della seconda Cartagine, voluta da Cesare: a dominare la scena, le colonne delle terme di Antonino Pio, simbolo della ricchezza e del benessere di una città che pare immortale. Abbandonati al loro destino i porti punici.
Già che si è in zona, potete fare un breve salto anche a Sidi Bou Said, piccolo borgo arroccato sulla scogliera, che presenta i tipici tratti dei villaggi greci: finestre blu, muri bianchi e bouganvillee rosa.