Giappone e Malesia da sogno
Arrivati a Tokyo abbiamo avuto subito un’ottima impressione sia della città che dei suoi abitanti, anche se pioveva a dirotto, ed eravamo stanchissimi, il consiglio è di starci almeno tre giorni, noi in un giorno e mezzo abbiamo visto pochissimo! Tokyo è impossibile da descrivere, è come un gigantesco pentolone pieno di ingredienti buonissimi.. Avevamo una guida giapponese che parlava italiano benissimo, Masako, che abbiamo prenotato GRATUITAMENTE tramite il sito Tokyo free guide, veramente bravissima! La prima cosa da fare a Tokyo, per farsi almeno un’idea della città, è prendere il treno sopraelevato, che come una circonvallazione, gira intorno al entro di Tokyo. La particolarità è che non ci sono autisti, il treno è automatico! Dall’alto si capisce benissimo l’immensità della città e l’efficienza dei mezzi pubblici, e si possono vedere anche zone non fondamentali tipo quella marittima di Obaida.
Prima fermata Akihabara, il quartiere dell’elettronica e dei manga, dove sembra di vivere in un cartone animato, ovunque guardi sei circondato da cartelloni luminosi, negozi di fumetti e ragazze vestite come le eroine dei cartoni! Surreale è dire poco! Seconda tappa la stazione di Shibuya, importante luogo di ritrovo dei giapponesi, per gli stranieri famoso per ospitare la statua del cane Hachiko, quello dell’omonimo film (che emozione!). In un attimo si passa dalla super modernità al passato più antico, e andiamo a visitare il tempio buddista Senso-Ji (molto suggestivo) e quello shintoista di Meiji- Ginzu, con i grandi Torii (porte) che spiccano nel verde del parco. Finiamo la giornata con una passeggiata a Omote-Sando, la via dell’architettura e dello shopping, di cui sinceramente si può benissimo fare a meno!
Il giorno successivo decidiamo di prendere il treno e di raggiungere Nikko, (40 min di treno), luogo famoso per l’insieme dei templi e per una bellissima cascata. Lo spettacolo che questo piccolo paese ci offre è unico… Templi, Torii maestosi, e la mia preferita, una meravigliosa pagoda multicolore a 5 piani non visitabile, ma la cui vista vale da sola il viaggio, il tutto nell’arco di un paio di km più o meno! Entriamo nel tempio principale (senza scarpe, questo è un must dei templi giapponesi) e iniziamo ad addentrarci nelle leggende locali, visitiamo la tomba dello shogun e sentiamo la ” voce” del drago… Bellissimo! Pranzo in paese, sperimentiamo uno dei piatti tipici, che diventerà per noi come l’hamburger per gli americani, indispensabile, ovvero la zuppa, in due varianti, di udon (con spaghetti di riso), o di soba con farina di grano saraceno. Ottimi, difficile dire quale dei due piatti sia più buono.
Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita della cascata, bella anche se dopo lo spettacolo della mattina tutto sembra meno bello! A cena torniamo a Tokyo dove un amico, un cuoco giapponese, ci porta a mangiare sushi in un locale di fronte al mercato del pesce “Tsukiji “.
Il terzo giorno insieme a un gruppo di americani ci dirigiamo verso il Monte Fuji, il simbolo del Giappone, su cui saliamo solo parzialmente ( dei suoi 3600 metri circa saliamo solo fino a 2400), ma quanto basta per godere di una vista meravigliosa, mentre nel pomeriggio visitiamo Owakudani, una valle sulfurea le cui vasche di acqua calda raggiungono anche i 100 gradi, e il lago AShi, dove ci imbarchiamo per una breve crociera. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il ryokan, l’alloggio tradizionale giapponese, situato proprio nel bel mezzo delle Alpi giapponesi. L’esperienza è piuttosto singolare, il personale non parla inglese e comprendersi diventa difficile, soprattutto quando si tratta di capire cosa stiamo per mangiare, tutte le difficoltà vengono però spazzate via nel momento in cui entriamo in camera e vediamo la vasca onsen privata che abbiamo a nostra disposizione.
Fare il bagno all’aperto nell’acqua bollente con l’aria fredda che ti soffia addosso è straordinario, indescrivibile, così come dormire nel tatami, il materasso tipico alto non piu di 5 cm che si trova dentro l’armadio (???) e che va preparato da soli.
Il giorno dopo restiamo in zona Alpi e andiamo a Takayama, un piccolo paese molto carino, facile da girare e molto piacevole da vedere, il viaggio per arrivarci è molto lungo ma i treni sono così comodi che non si sente il peso delle ore passate, e ci rimane tempo di fare una passeggiata esplorativa. La cena decidiamo di farla in hotel, dentro il Best Western, il che si rivela un immenso sbaglio perchè mangiamo in modo poco più che decente e spendiamo una vera fortuna, il vantaggio di cenare in hotel è che possiamo dedicare la serata alla SPA che è all’interno dello stabile!! Il giorno dopo lo dedichiamo alla visita del museo dei carri allegorici, che due volte l’anno sfilano nel centro del paese, e del villaggio tradizionale di Hida No Sato, un vero e proprio museo all’aria aperta dove sono state raggruppate tantissime abitazioni tipiche, e dove si possono provare le attività di produzione di artigianato locale, mentre nel pomeriggio visitiamo le antiche dimore private dei mercanti, diventate adesso negozietti di souvenir e fabbriche di sakè. Per la cena decidiamo di affidarci ai consigli della Lonely Planet, che anche stavolta non ci delude, e andiamo in un ristorante dove mangiamo dell’ottimo manzo di Hida e dei buonissimi gamberi in tempura e spendiamo circa 50 euro in due!
L’ultima tappa di Takayama, la mattina successiva, è la passeggiata boschiva dei templi, un vero e proprio percorso della durata di circa 2 ore dove si possono vedere più di cento te mpli diversi. Pomeriggio trasferimento a Shirakawa-go, altro villaggio tradizionale, e trasferimento a Kanazawa. Qui entriamo in contatto con la vita e la storia dei samurai, e visitiamo il castello (carino, tutto in legno, con la particolarità che nella costruzione non c’è neanche un chiodo, ma le travi di legno sono tutte incastrate una sull’altra), e uno dei tre giardini più famosi del Giappone, il Kenrokuen, una vera meraviglia, anche per una come me che non ama particolarmente piante e fiori!
Ma la città da cui restiamo assolutamente rapiti è Kyoto, che da sola richiederebbe almeno 4 giorni, senza contare le zone limitrofe. Purtroppo noi ne abbiamo solo 2, quindi cerchiamo di ottimizzare anche grazie alla guida giapponese che ci accompagna. Il primo giorno iniziamo con una passeggiata perlustrativa, visitiamo la zona di Gion, famosa per essere abitata dalle Geishe e dalle Maiko, e la Kyoto tower, da cui si gode di un bel panorama. Ma la vera sorpresa è iniziare a visitare i templi. Solo nella città di Kyoto ce ne sono più di 2000, impossibili quindi da visitare tutti, noi scegliamo i principali, quindi Sanjusangendo, il tempio buddista che racchiude 1001 statue della dea Kannon, la dea della misericordia dalle mille mani, e i suoi 28 guardiani maestosi (meraviglioso, forse il mio preferito, unica pecca che non si possono fare foto), Kiyomizu-Dera, situato in cima a una collina, e posizionato in modo così strategico da sembrare sospeso nel nulla e c’è anche una bellissima pagoda e una fonte che si dice regali a chi ne beve la “Lunga Vita” (il che causa code chilometriche!), Ginkaku-Ji, ovvero il Padiglione d’argento, un’autentico spettacolo immerso nella natura e circondato da un bellissimo giardino zen.
Una parentesi speciale per l’ultimo tempio di Kyoto che abbiamo visitato, il Kinkaku-Ji, il Padiglione d’oro, chiamato così perchè completamente rivestito da foglie d’oro, e che da solo meriterebbe un’intera giornata di visita, visto che cambia colore alla minima variazione della luce(io da profana ho fatto almeno 500 fotografie da ogni angolazione possibile!!), e per il giardino zen, il Ryoan-Ji, che nella sua semplicità ( si tratta infatti di un piccolo cortile con 15 pietre sistemate in modo tale che da qualsiasi angolazione venga osservato è impossibile vedere tutte e 15 le pietre) spiega la filosofia zen meglio di qualsiasi enciclopedia!
Le serate di Kyoto ci hanno introdotto anche alla cerimonia per eccellenza del Giappone, la cerimonia del te, alla quale si può assistere su prenotazione e che merita assolutamente di essere vista (anche se il te per me aveva un sapore orribile, tipo passato di bietola piuttosto denso, servito con un accompagnamento di gelatina di fagioli rossi….. BLEAH!), e la serata successiva a conoscere uno dei personaggi più affascinanti e misteriosi di tutto il Giappone, la Maiko, ovvero l’apprendista Geisha, che ha danzato per noi e ha risposto a tutte le nostre domande.
L’ultimo giorno di Kyoto ci riserva ancora delle bellissime sorprese, a partire dal castello di Nijo, la residenza dello shogun dove si possono ammirare le stanze private e quelle per i ricevimenti ufficiali, e dove si può sentire il primo “allarme” a pavimento, ovvero un sistema di sicurezza innovativo ideato mettendo delle graffe sotto il pavimento di legno, che quando qualcuno camminava sul pavimento emetteva un suono simile al cinguettio dell’usignolo, usato specialmente contro i ninja.
Il resto della giornata lo trascorriamo a Nara, un paese a mezz’ora da Kyoto dove il cervo è un animale sacro, e ce ne sono circa 1000 sparsi in giro tra strade, giardini e templi, completamente allo stato brado, in cui visitiamo il tempio Kokufu-Ji, bello e affiancato da una meravigliosa pagoda a 5 piani e da un museo, pieno di opere d’arte legate a templi buddisti che fanno parte del patrimonio nazionale giapponese. Dopo pranzo visitiamo il bosco sacro, pieno di cervi a cui si può dare da mangiare (esperienza divertentissima, ci sono un sacco di bancarelle che vendono dei biscotti apposta, e i cervi lo sanno e seguono le persone), e il santuario Kasuga, particolare perchè al suo interno ci sono più di 3000 lanterne, gran parte in pietra e alcune di bronzo, pervenute li grazie a donazioni dei fedeli shintoisti. Il top della giornata è però sicuramente il Todai-Ji, il tempio buddista in legno più grande del mondo, e che a sua volta contiene la statua di Buddha in legno più grande del mondo. Lo spettacolo è garantito, sia la struttura che la statua sono davvero meravigliosi, e sul retro del tempio si svolge un rito curioso. In uno dei pilastri c’è un buco che ha il diametro uguale a quello di una narice del Buddha, e la leggenda dice che i bambini che riescono ad attraversare il buco potranno avere il risveglio spirituale.
L’esperienza di Kyoto termina con la visita al tempio Fushimi-Inari, il tempio dai mille Torii, che si susseguono uno dietro l’altro creando dei bellissimi corridoi colorati, davvero molto belli! La giornata è lunga, e la tappa successiva è anche una delle più struggenti, Hiroshima, la cui tragedia è nota a tutti, ma che è forse l’esempio più evidente della grandezza d’animo dei giapponesi, che da un evento così triste hanno saputo non solo rinascere ma anche creare qualcosa di positivo, ovvero il museo della pace, con testimonianze e monumenti davvero indimenticabili.
Ripartiamo e arriviamo a Miyajima, un’isola bellissima nel mare interno de Giappone, famosa per il Torii sospeso in acqua, anche se in realtà il torii è ben piantato in terra, e lo spettacolo che si vede nelle foto si può ammirare solo con l’alta marea. Quando arriviamo la marea è bassa, quindi arriviamo a toccare il torii a piedi ma x vedere l’immagine tanto famosa del torii sospeso in acqua dobbiamo aspettare la mattina dopo! La delusione temporanea per la bassa marea viene subito spazzata via dalla meraviglia della sistemazione, infatti nonostante l’esperienza del ryokan di Gora non fosse stata particolarmente esaltante, abbiamo deciso di concludere l’esperienza giapponese tornando al Ryokan, e ne abbiamo scelto uno consigliato anche dalla nostra mitica Lonely Planet! L’ambiente è bellissimo, elegante, tutto lo staff parla un ottimo inglese, la stanza è motlo carina e confortevole, ci servono come fossimo principi, tè e pasticcino di riso e fagioli, e un’ottima cena servita in camera dalla proprietaria in kimono, una sequenza impressionane di piatti buonissimi! Poco dopo assistiamo alla preparazione del tatami, il letto giapponese, e proviamo l’ultima, indimenticabile esperienza, l’onsen. Si arriva vestiti con lo Yukata, una veste tipica simile al kimono, ci si spoglia completamente (naturalmente vasche divise tra uomini e donne), ci si lava completamente col sapone, anche i capelli, qundo siamo perfettamente lavati ci si può immergere in una delle due vasche, una più grande, all’interno, e una piccolina ma meravigliosa, all’aperto, circondata da un bellissimo bosco, in cui si gode appieno dell’escursione termica tra aria fredda e acqua bollente, e dove finalmente comprendo il significato della parola “rilassarsi”. La conseguenza è che facciamo una dormita davvero soddisfacente, e la mattina successiva siamo pronti a vivere il nostro ultimo giorno giapponese. Iniziamo con la visita del monte Misen da cui si gode di un’ottima vista del mare interno giapponese, visitiamo il santuario degli amanti, e scendendo verso il mare visitiamo il tempio Itsukushima e la pagodaa 5 piani, la seconda più alta del Giappone, e la Omote-Sando, la via dello shoping, dove c’è il cucchiaio di legno più grande del mondo! Il nostro viaggio termina a Osaka, di cui purtroppo non riusciamo a vedere niente se non un centro commerciale e un ottimo ristorante di Ukonomi-Yaki, le frittate famose nei manga tipo Ranma 1/2.
Il giorno successivo ci trasferiamo in Malesia, dove facciamo un giorno di sosta a Kuala Lumpur, utile purtroppo solo per vedere le torri, fantastiche davvero, e ci trasferiamo sul lato del Borneo Malese, in un’atollo sperduto di nome Pom Pom Island. Il viaggio è molto lungo e pieno di complicazioni, ritardi del volo interno, un atterraggio di fortuna e quindi un giorno di ritardo per l’inizio del nostro relax.
Ma l’attesa e la difficoltà del viaggio vengono cancellate da questa minuscola isoletta, dover sorge un unico resort il cui staff è parzialmente composto da italiani, e la cui clientela è in buona parte italiana. Qui abbiamo la fortuna di conoscere persone favolose,alcuni amici ospiti come noi del villaggio, e la responsabile del villaggio, Carla, che esaudisce ogni nstra richiesta rendendoci la vacanza un vero paradiso.
Lo spettacolo è unico, mare cristallino, spiagge bianche, e una meravigliosa water villa piena di tutti i confort. Di questi ultimi 5 giorni non possiamo che dire cose favolose, sia riguardo al cibo ( a volte un pò monotono, ma si sa che noi italiani in vacanza all’estero non siamo mai contenti), sia soprattutto all’ambiente marino, se si pensa che tutti i giorni proprio nella spiaggia di fronte al ristorante abbiamo fatto il bagno in compagnia di 4 tartarughe marine giganti, e con una varietà di pesci che avevo visto solo in tv, senza dimenticare la SPA, dove ci siamo fatti coccolare con massaggi e trattamenti..
Insomma che dire, tirando le somme non possiamo che essere super soddisfatti, e consigliare con tutto il cuore una visita a questi due meravigliosi paesi, così diversi ma uniti nella meraviglia dello spettacolo che offrono!