Un ponte tra le fiabe
Siamo partiti verso le 6 del mattino in direzione Neuschwanstein muniti di navigatore che, purtroppo si è guastato dopo più o meno un paio d’ore, e questo ha reso tutto alquanto arduo, ma in qualche modo ce l’abbiamo fatta, in fondo una volta si viaggiava senza il supporto della tecnologia. La coda al Brennero ci ha rallentato e siamo giunti al Castello alle 12 circa. Dopo un pasto frugale e un paio di foto paesaggistiche per cogliere la bellezza di questo castello meraviglioso e incantato, abbiamo comprato i biglietti, 12 euro ciascuno. Il successivo tour guidato all’interno del castello iniziava alle 13.40, quindi abbiamo scelto di arrivare a piedi. La passeggiata dura circa 30 minuti, altrimenti si può arrivare in autobus (ma c’era una lunga coda, e poi come salita non è stata per nulla faticosa) e fare a piedi soltanto gli ultimi 10 minuti. Il tragitto a piedi permette di soffermarsi a guardare il panorama. Purtroppo i tedeschi non sono così organizzati come sembrano. Un signore molto gentile ci ha detto di non entrare col gruppo con cui stavano oltrepassando l’ingresso, ma di aspettare il nostro turno visto che avevamo la possibilità di fare il tour con una guida, ma dopo 20 minuti si è scoperto che la guida era scomparsa e quindi ci hanno dato le audio guide in italiano e siamo entrati col gruppo successivo. A parte questo piccolo inconveniente, anche l’interno del castello va visitato, è un miscuglio di stili e di colori sgargianti, inoltre la visita dura meno di 30 minuti, quindi non è né noioso né stancante.
Dopo la visita al castello e aver chiesto un paio d’informazioni ai passanti ci avviamo verso il Baden-Wuttemberg, meta Triberg. Arriviamo appena in tempo per il check-in dopo altre 4 ore di viaggio, stremati, ma con ancora qualche energia che ci permette di arrivare fino alle cascate. Il nostro albergo è a 300 metri dalle cascate e quindi facciamo in tempo a vederle con la luce del giorno, aspettare il tramonto e osservarle illuminate di notte. La prima cena tedesca (pranzo al sacco) e poi a dormire.
Il venerdì andiamo a vedere uno dei due orologi a Cucù più grandi del mondo, non scegliamo quello di Schonach ma quello di Hornberg che è a pochi chilometri, solo per motivi di tempo, anche se ci avevano detto essere quello più turistico. In effetti di fianco al cucù c’è un negozio di souvenirs in cui ci facciamo tentare nell’acquisto di un paio di liquori tipici. Per vedere suonare il cucù occorre inserire un euro e, ahimè, dopo averlo fatto, scopriamo che alle 11 il cucù suona spontaneamente senza cacciare una lira. Quindi aspettate lo scoccare dell’ora: inizierà la musichetta, uscirà il cucù, e gli altri personaggi si animeranno.
Da lì andiamo a Gutach, a pochi chilometri, dove sta il museo ricostruito con le cascine e la vita d’epoca. A rendere il tutto più entusiasmante: il sole e gli animali, cavalli, capre e capretti, pecore e agnellini, oche e una simpatica mucca. Non c’è molto da vedere ma ne vale solo per il bellissimo panorama.
Dopo un pranzo sul tragitto arriviamo a Friburgo. Purtroppo il nostro albergo è un po’ fuori Friburgo, il che non è il massimo senza navigatore, ma è comunque ospitale e pulito; del personale fanno parte anche due donne italiane che potranno darvi utili informazioni. Dopo un sonnellino pomeridiano andiamo in centro a Friburgo, dove visitiamo la cattedrale (bellissima, anche se purtroppo c’era la messa e non è stato possibile visitarla all’interno), il municipio, le due porte e ci mescoliamo nella vita universitaria fatta di pub, musica e fiumi di birra. E’ una città molto viva e ci siamo subito sentiti a nostro agio.
Sabato mattina, visto il tempaccio, andiamo in un o stabilimento termale a 20 chilometri da Friburgo, “Vita classica”, dove restiamo fino a metà del pomeriggio (costo 13 euro giornaliero). Queste terme sono meravigliose, ci sono 7 vasche interne, con diverse temperature che vanno dai 29 ai 36 gradi, e due vasche esterne. Ci sono anche un centro benessere e un centro di cura e fisioterapia, ma noi ci siamo accontentati delle terme.
Usciamo completamente rilassati e ci avviamo a Titisee, precisamente il nostro hotel è in un paesino a 10 minuti di strada che si chiama Rotenbach (Friedelwieler), completamente sperduto nel mondo. La pioggia non ci dà tregua. Quindi passiamo lì la nostra serata mangiando wurstel accompagnati da un buon vino bianco tedesco. L’albergo offre camere ampie e spaziose complete di letto, poltrone e tavolino, cucinino nell’ingresso, bagno interno e terrazzo, peccato non averlo potuto sfruttare di più. Unica pecca: quando siamo arrivati il riscaldamento era spento e fuori faceva molto freddo, quindi abbiamo subito acceso i termi e nel giro di mezzora la stanza si è scaldata.
Al mattino sveglia non troppo presto. Titisee ci è piaciuta molto, sarebbe stato ancora meglio vedere il panorama con il sole; la pioggerellina e il grigio ci hanno scoraggiato dalla camminata per circumnavigare il lago e abbiamo preferito rintanarci in un caffè. Era la nostra ultima occasione per assaggiare la torta della foresta nera e non potevamo dire di no! Entriamo anche in un negozio per acquistare qualche salamino tedesco che ci avrebbe senz’altro aiutato a sopravvivere durante il lungo cammino del ritorno. Ma prima l’ultima tappa di viaggio: pranzo a Saint Blasien con la sua bellissima abbazia benedettina in stile neoclassico che domina la valle.
Alloggi
Triberg: Hostel Garni Central, Hauptstraße 64. Costo: 70 euro camera matrimoniale. Posizione centrale; ottimo rapporto qualità prezzo; personale disponibile che parla inglese.
Friburgo: Hotel Restaurant Hochdorfer Hirschen , Zur March 2. Costo: 75 euro camera matrimoniale. Posizione periferica, occorrono i mezzi per spostarsi. Personale italiano e disponibile.
Titisee: Landgasthof Rössle , Hauptstr. 14, 79877 Rötenbach. Costo: 67 euro camera matrimoniale. Bellissimo e ampio appartamento. Personale disponibile che parla in inglese. Ottima cucina. Raggiungibile solo in auto e a 10 km da Titisee.