Pasqua ad Antigua
La costa delle spiagge da cartolina è quella a sud-ovest, in pieno versante caraibico, dove praticamente una in fila all’altra troverete la Jolly Harbour Beach, la Valley Church, la Ffries, la Darkwood, la Turners. A posteriori posso dire di averle conosciute tutte quante, spiagge simili, eppure diverse, malgrado siano a poche centinaia di metri di distanza l’una dall’altra, e tutte bellissime. La Jolly Harbour Beach è la spiaggia più lunga e grande di Antigua, si può camminare per un paio di chilometri almeno e la spiaggia è anche molto larga e piena di palme. E’ la spiaggia del Jolly, uno dei resort più accessibili dell’isola, ma non perché sia brutto in senso assoluto, tutt’altro, sono gli altri ad essere spesso… incredibili! La Valley Church, piccolina, dalle acque straordinariamente placide e tranquille: bisogna seguire le indicazioni del ristobar “The Nest” per arrivarci, occhio però se siete con l’auto che il bar alle 18 chiude e con lui chiude anche la stradina sterrata che porta alla spiaggia. La Ffries è la spiaggia più bella dell’isola, a mio personale giudizio: ci abbiamo trascorso la domenica di Pasqua, e per molte ore c’eravamo praticamente solo noi. Abbiamo mangiato aragosta da “Dennis”, un ristorantino leggermente soprelevato sul promontorio a lato della spiaggia dal quale si gode una vista che toglie il fiat.
La Darkwood, che molti additano come la spiaggia migliore per vedere il tramonto: personalmente l’ho trovata troppo vicina alla strada, e per il tramonto secondo me andava più che bene anche la Ffries o la Jolly Beach. Infine, la Turners, sulla quale ci sono almeno due ristorantini, “Jackie O” e “O.J.”: li abbiamo provati entrambi. Menzione particolare per “Jackie O”, di proprietà di un signore inglese che, dove aver a lungo vissuto ad Annecy ed a Montecarlo (!) ha deciso di trasferirsi ad Antigua ed ha aperto questo ristorantino sulla spiaggia, il più elegante di tutti quelli che abbiamo provato. Si mangia molto bene, cucina caraibica rivisitata in chiave europea (o cucina europea rivisitata in chiave caraibica?), ma la qualità si paga ed il conto è salato.
Nella costa nord abbiamo provato la Dickenson Bay, che poi in realtà si affaccia anche lei ad ovest, sul mar dei Caraibi e viene annoverata tra le spiagge a nord solo perché è a nord della capitale St. John. La Dickenson è la spiaggia del Sandals, mega resort di stralusso che però a me sembrava un enorme casermone, e del più piccolo Buccaneer Beach, un resortino italiano che avevamo a lungo preso in considerazione ed alla fine scartato solo perché abbiamo preferito una posizione più strategica. Devo dire che avevo letto un sacco di cattiverie sulla Dickenson Bay, che fosse strapiena di turisti “vomitati” dalle navi da crociera, che “puzzasse” per via degli scarichi fognari a mare… mha, a me è sembrata una bellissima spiaggia, anche lei molto lunga se considerate anche la zona del Sandals, certo c’è un po’ più gente della Ffries ma ecco, non è certo come Rimini, come pure avevo letto da qualche altra parte. A noi è piaciuta, grazie anche al “Coconut Grove”, altro ristorantino sulla spiaggia meritevole di una visita!
Detto che le spiagge prettamente a nord sono molto ventose ed adatte a certi sport acquatici più che alla normale balneazione, spostiamoci quindi sulla costa est, dove ci sono un paio di spiagge più lontane ma degne di essere visitate, la Long Bay e la Half Moon Bay. Diciamo subito che qui siamo sulla costa atlantica, quindi il mare è molto diverso, più profondo, più freddo (diciamo meno caldo, vah), e il clima è più ventoso. La Long Bay non so chi l’ha chiamata così perché non è affatto molto “long”, noi l’abbiamo simpaticamente ribattezzata la “shortarell bay”: una buona metà è anche occupata da un resort mentre sulla piccola scogliera dall’altra parte c’è una piccola zona adatta allo snorkelling dove abbiamo giocato con i pesci trombetta ed altri piccoli abitanti del mare. Un paio di uomini rasta sulla spiaggia vendono piccoli ananas e noci di cocco, dal succo caldo e dolce: “it’s a natural viagra… the secret of rasta men!”. Un tizio inglese dietro di me ne compra tre. Se non avete mai assaggiato il cocco non fatevelo scappare, non ha NULLA, assolutamente NULLA in comune con il “cocco bello cocco fresco” delle nostre spiagge. Nelle vicinanze della spiaggia merita una rapida visita il “Devil’s Bridge”, un particolare punto della costa dove le onde dell’oceano si infilano dando luogo ad un bello spettacolo: troverete l’imbocco della sterrata che ci arriva poco prima di arrivare alla spiaggia, sulla destra.
L’Half Moon Bay è invece una baia a mezzaluna bellissima, vista dall’alto della stradina per arrivarci. E’ un po’ fuori mano, e forse proprio per questo è stato abbandonato un resort che c’era da un lato della spiaggia. Gli scogli proteggono la baia dalle alte onde dell’oceano, ma in mare ci sono spesso pietroni, scoglietti ed alghe. E’ la baia più selvaggia tra quelle che abbiamo visto e, insieme con la Long Bay, è molto amata dalla popolazione locale che, in maniera chiassosa e fracassona, si riversa in mare al pomeriggio e nei giorni di festa.
Nella costa sud va assolutamente menzionata la Carlisle Bay, spiaggia dell’omonimo e bellissimo resort. Non fatevi intimorire dall’enorme cancellata 10 metri per 3 che protegge l’accesso alla Carlisle, anzi cercate il burbero custode, spiegategli con le buone che non avete nessuna intenzione di usare le attrezzature del resort o di dare fastidio agli ospiti, e lui stesso vi indicherà il sentiero pubblico per arrivare alla spiaggia, ben consapevole che in Antigua tutte le spiagge sono pubbliche e nessuno vi potrà impedire di andare dove volete, fin quando non entrate nelle zone private delle strutture, ovviamente.
Una costa così ricca va vista anche dal mare, e quindi vi consiglio una bella giornata in catamarano per la circumnavigazione dell’isola. Noi abbiamo scelto i “Wadadli Cats”, contattati direttamente sul pontile del porto di St. John. Per 110 USD a testa (e bambini gratis, come abbiamo contrattato, sulla carta avrebbero dovuto pagare 55 USD a testa anche loro) abbiamo trascorso una bella giornata per mare. In verità gli accordi prevedevano che la barca avrebbe dovuto permetterci di sbarcare a Green Island, una piccola isola disabitata sul lato est, per mangiare e passare un paio d’ore sulla spiaggia dell’isola. Invece il catamarano si è fermato in prossimità della costa ma non sulla spiaggia, abbiamo mangiato in barca ma prima di pranzo abbiamo fatto una grande sessione di snorkelling grazie alla loro attrezzatura, con tanto di avvistamento di mante e di una miriade di pesci. A posteriori mi è andata bene anche così, ma un po’ di chiarezza in più non sarebbe guastata. Peccato che neanche il catamarano può entrare, per via delle correnti (o almeno così dicono loro) nella bellissima ed inaccessibile Randezvous Bay, sulla costa sud, una spiaggia sempre deserta perché ci si può arrivare solo a cavallo o in fuoristrada, via terra, oppure con più piccole imbarcazioni via mare, mentre una seconda sosta bagno l’abbiamo fatta a Johnson Point, nelle immediate vicinanze della Turners Beach, una spiaggia non certo inaccessibile, visto che la strada le passa immediatamente dietro…
Noi però a Green Island ci volevamo andare fortemente, e così è scattato il piano B: andando verso l’Half Moon Bay, quasi arrivati alla fine, una indicazione permette di prendere un lungo sterrato che conduce ad Harmony Hall, un ristorante italiano, proprietà di un signore di Livorno e gestito da altri italiani per sei mesi all’anno (gli altri sei è chiuso). Oltre ad essere molto bello, elegante e piacevole, l’Harmony Hall per soli 5 USD a persona vi porterà, se poi pranzerete da loro, sulla deserta spiaggetta di Green Island dove, prima che la barca torni a riprendervi, passerete quasi tre ore davvero paradisiache. E il pranzo che vi aspetta al ritorno non sarà da meno.
Bene, detto ora delle cose belle, passiamo a quello che non va ed a qualche consiglio pratico. Cominciamo dicendo che tanto Antigua è bella e spettacolare lungo le coste, tanto è arida e brulla all’interno, senza grandi piantagioni, senza foresta pluviale, senza un grande polmone verde interno.
Il migliore e probabilmente unico modo per girare l’isola e passare di spiaggia in spiaggia è noleggiare un’auto, ma sappiate in questo caso che vi aspetta la guida a sinistra, il volante a destra e probabilmente un’auto non precisamente di primo pelo e dotata di cambio automatico. Sappiate anche che le strade di Antigua sono assolutamente pessime, piene di buche e scarsamente illuminate di notte, e la segnaletica è quasi inesistente e, dove c’è, è pure quasi illeggibile.
Che dire di St. John, la capitale… le capitali delle isole caraibiche non sono mai un gran che, ma questa St. John è particolarmente brutta. Il mercato, molto affollato specie il sabato e la domenica, vende quasi esclusivamente frutta, e neanche questa è buona come in altre isole, Antigua produce pochissimo ed importa praticamente tutto. Per il resto, la parte più turistica di St. John è il Redcliff Quay, il quartiere dello shopping vicino al porto, pieno di negozi duty free e complessivamente falso come una moneta da tre euro. Mi ha deluso anche il molto reclamizzato (su internet) Hemingway’s Cafè, ristorante al primo piano di una palazzina in pieno stile Indie Occidentali appena fuori il Redcliff Quay. La Cattedrale invece meriterebbe una visita secondo me, però noi l’abbiamo trovata chiusa per (necessari) restauri.
Un’altra cosa da evitare accuratamente è Shirley Heights, un posto nella costa sud dal quale si gode di una vista meravigliosa sul tramonto e sul bellissimo porto di English Harbour (molto bello ed interessante, lui sì che merita una visita, ma andateci di giorno). Intendiamoci: la vista è davvero splendida e il tramonto è notevole, ma evitate accuratamente il giovedì e la domenica, quando questo posto che altrimenti deve essere meraviglioso si trasforma in una trappola per turisti, affollatissima di sole facce bianche e dove una coreografica band invece di suonare musica reggae e calypso si butta sugli Abba (!) e su Gloria Gaynor. La domenica oltretutto si paga anche il solo ingresso.
Gli antiguani sono gente semplice, onesti e disponibili. Una sera ci è capitato di forare un pneumatico, cosa certo non improbabile visto lo stato generale delle strade, le buche numerosissime ed i frequenti sterrati per raggiungere zone particolari. Una macchina si è immediatamente fermata, senza che io abbia chiesto nulla, per consigliarmi innanzitutto di spostarmi in una zona meglio illuminata (consiglio molto opportuno) e poi mi ha dato anche una mano a cambiare la ruota. Devo dire che simpatizzavo molto con la gente locale, bombardata da una campagna elettorale dove brutti musi per niente diversi da quelli che imperversano qui da noi promettono la Luna: uno slogan recita: “ready to rebuild”, riferendosi probabilmente agli effetti del rovinoso uragano Louis del settembre 1995 che si vedono ancora ovunque, a distanza di quasi 20 anni. Ripensando ai terremotati dell’Irpinia, dell’Abruzzo, dell’Umbria… come non essere dalla loro parte?
La moneta locale è il dollaro caraibico, ce ne vogliono circa 3,7 per fare un euro. Qualcuno accetta gli euro, tutti invece vorrebbero i dollari USA, una cultura che complessivamente ha fin troppo inquinato quella antiguana. Ci sono alcuni bancomat (in aeroporto, ad esempio, o a St. John) dove ho potuto tranquillamente usare le nostre carte preventivamente autorizzate, in Italia, a prelevare valuta locale ad Antigua.
Come resort abbiamo scelto il Tranquillity Bay, affianco al Jolly nei pressi di Jolly Harbour. Il Tranquillity Bay offre appartamenti piuttosto grandi ed i suoi ospiti possono utilizzare tutte le attrezzature dell’adiacente Jolly. Non posso parlarvi dei ristoranti, che non abbiamo mai provato, ma la piscina di acqua dolce, piuttosto grande, è molto bella, circondata da palme e vicinissima alla spiaggia, che come ho già avuto modo di dire è tra le più belle dell’isola. La posizione del resort è comunque assai strategica, vicina alle più belle spiagge e tale da non costringere ad attraversare ogni volta St. John ed il suo traffico per andare in un qualunque posto. E vicinissimo c’è un buon supermercato, l’Epicurean Market, raggiungibile dal villaggio anche a piedi!
Il volo che abbiamo usato è British Airways con scalo a Londra Gatwick, compagnia grazie alla quale abbiamo anche prenotato il residence e l’auto a noleggio usando la combinazione volo + hotel + auto disponibile sul sito della British e risparmiando un bel po’ rispetto agli acquisti separati: l’esperienza è stata decisamente positiva, la British ci fa chiesto solo il 10% di acconto al momento della prenotazione mentre per il saldo lascia il cliente libero di versare quello che vuole nel numero di rate che vuole e quando vuole, con la sola condizione che tutto il dovuto sia versato 40 giorni prima della partenza. Per la necessaria notte a Londra abbiamo scelto il Premier Inn, a pochi passi dal Terminale Nord di Gatwick.
Infine, per concludere, la domanda più difficile: vale la pena andare ad Antigua? Dipende da quello che cercate. Se siete disposti a girare e cercate spiagge meravigliose e per questo siete disposti a chiudere un occhio su altre cose, allora sì, Antigua fa per voi; se invece vorreste anche qualcosa da visitare o se l’idea di una spiaggia fuori mano e di po’ di sterrato vi spaventa allora forse altre isole caraibiche potrebbero interessarvi di più.
Ma, se visiterete Antigua… salutatemi la Ffryes!