Weekend lungo a Parigi con bambini al seguito

Una Parigi inaspettata, tra pittori e sfilate di carnevale
Scritto da: bagagliAmano
weekend lungo a parigi con bambini al seguito
Partenza il: 04/03/2011
Ritorno il: 08/03/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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PARIGI – 04/08 MARZO 2011

MIA – 5 anni ZENO – 3 anni

Era da una vita che Riccardo lavorava per una società francese e morire se gli hanno mai piazzato una trasferta in giorni interessanti! Sempre levatacce in mezzo alla settimana, scomodissime. Oppure corsi di aggiornamento nella nebbiosa campagna parigina, lontani da tutto e da tutti, tipo ritiro spirituale. E poi finalmente ecco che gli mettono un meeting di lunedì e martedì. Nonostante entrambi abbiamo già visto Parigi, una cosa servita così è IMPOSSIBILE farsela scappare. E poi, noi l’avremo anche vista e rivista… ma Mia e Zeno no.

In ufficio storcono un po’ il naso perché pensano di dover prenotare per tutti, ma quando capiscono che faccio tutto io e loro devono solo rimborsare la parte di Ric per i giorni di lavoro (e che risparmiano rispetto a quel che avrebbero fatto loro), ogni nube si dissolve rapidamente e mi lasciano volentieri il timone.

Mi metto a cercare volo e albergo e mi ritrovo subito davanti a degli scogli:

1) Prezzi (sia del volo che dell’albergo) alti, un po’ perché viaggiare nel we costa sempre tanto, un po’ perché è Carnevale. Da brava milanese non ci avevo mica pensato… qui si festeggia il Carnevale Ambrosiano.

2) Gli alberghi ti offrono una scarna scelta: o suite imperiali che costano uno sproposito, oppure camere che sono assicurate per un massimo di 3 persone. Noi siamo in 4 quindi ci lasciano la scelta tra spendere una barcata di soldi o dormire in camere separate (buuuu).

3) Gli orari dei voli, che sono abbastanza improbabili e vanno giusto bene per chi fa il pendolare Milano-Parigi! Non ci arrendiamo a nessuna di queste prospettive e ci scervelliamo finché non troviamo il piano B.

Il problema albergo viene risolto cambiando opzione. Navigando in Internet ho trovato questo sito e ho iniziato a contattare un po’ di posti. I primi mi hanno rimbalzata e poi ho trovato un appartamentino che faceva al caso nostro. http://www.2binparis.com/it/ Alla fine ci siamo trovati un bellissimo appartamentino a Montmartre (rue des Abbesses), quindi quartiere davvero carino e vivace, soprattutto per coppiette e famigliole, pieno di negozietti, in cui è sempre piacevole fare due passi. Avevamo tutto quel che serviva sotto casa (giostre comprese!) e la metro a 50mt dal portone. Camera da letto, salotto con cucina a vista (divano letto), tv, wi-fi, Mac, bagno con vasca idromassaggio e cromoterapia. E il costo è stato di 375 euro (125 a notte, che per 4 non è male). Passiamo all’aereo, che per noi, in questa circostanza non andava bene. Troppo cari e partenze pessime, che ci avrebbero obbligati ad alzarci a orari impensabili coi bimbi (di quegli orari che poi te la fanno pagare per tutto il we…), o a prendere giorni di ferie in più, o a perdere parte della vacanza. Quindi? Se l’aereo non va bene come ci arriviamo a Parigi? Facile. In treno. E viaggiando di notte. E così abbiamo prenotato subito. Comodissimo. Si parte alla sera dopo l’ufficio, dormi in treno, arrivi a Parigi alla mattina riposato e con tutta la giornata davanti. E al ritorno lo stesso, ti godi tutto l’ultimo giorno, dormi in treno, arrivi a Milano e vai direttamente al lavoro. Le Ferrovie (sia italiane che francesi) fanno sempre offerte per le famiglie, per cui spesso ci scappano i bambini gratis, e poi ci sono diverse possibilità di sistemazione comode per tutti (T2, T3, T4 e il vagone solito da 6). Quindi ce n’è un po’ per tutte le tasche. Per non parlare delle mete, visto che ci sono i treni di notte anche per altre destinazioni, come Vienna, Berlino, etc…

Problemi risolti, possiamo partire. Mia è particolarmente emozionata perché ha sempre detto che lei da grande vuole fare la pittrice parigina che fuma la pipa, quindi a questo viaggio ci tiene molto. E questo è stato anche uno dei motivi per cui abbiamo cercato un appartamento proprio nella zona di Montmartre, piena di pittori!

PRIMO GIORNO

Arriviamo in stazione a Parigi alle 9 e andiamo subito all’appartamento per posare le valigie. Prima però non ci neghiamo una bella colazione. Il quartiere ci piace subito, come dicevo prima, è molto vivace. Posiamo le valigie, apprendiamo quel che c’è da apprendere dell’appartamento e iniziamo a salire verso la Basilica di Montmartre. Facciamo una sosta nella piazzetta dei pittori, sempre bellissima e romantica, identica a se stessa da decenni. Visitiamo la Basilica, ci riposiamo un po’ godendoci il panorama (fa freddo, ma c’è un sole bellissimo!) e poi corriamo (letteralmente… super-gara a squadre: io e Mia contro Riccardo e Zeno) giù fino alla metro, sostando però davanti al Moulin Rouge per una doverosa foto e poi per un caffé in Lepic al famoso locale dove serviva Amelie (Caffé des 2 Moulin).

Con la metro scendiamo a Concorde e ci facciamo un giro per i giardini del Louvre, vediamo la Piramide e gironzoliamo lasciandoci guidare da quel che ci attrae. Mia e Zeno riescono a trasformare in gioco ogni occasione e sono già innamorati di Parigi.

Torniamo a casa presto, facciamo merenda con una baguette e del favoloso formaggio e poi io e Mia ci tuffiamo nell’idromassaggio, mentre Zeno guarda un cartone animato e Riccardo studia un po’ per il meeting di lunedì. Decidiamo di cenare in quartiere, ma capitiamo in una Brasserie tanto carina quanto una fregatura. È tutto deludente, dal cibo al servizio.

SECONDO GIORNO

Ci siamo alzati con calma e poi ci siamo subito diretti in un negozietto di Rue Lepic famoso per la sua torta alla prugna. Andateci se vi capita: Petit Mitrons, Rue Lepic 123, Montmartre. Poi in metro fino a Notre Dame. Ci facciamo un giro di tutta la Chiesa. Ci sono maschere ovunque, allegria, scherzi. Una bellissima atmosfera. I bambini raggiungono l’apice della mattinata quando un ragazzo vestito ad arte da vecchia strega, tutto gobbo, con le mani accortocciate, inizia a seguirci e fare le facce a me e Mia (che siamo qualche passo indietro). Mia gli indica Zeno e lui va a fare un po’ di scena a Zeno. Riccardo, che stava guardando un’altra cosa dall’altra parte della strada non si è accorto di nulla. La strega ha approfittato di un momento in cui Zeno si è staccato dalla mano di Riccardo per “sostituirsi” a lui, dando la mano a Ric! Ric, prima ci ha messo un attimo a capire che la mano che teneva non era esattamente la mano di Zeno… poi quando si è girato e si è visto appeso alla mano questa strega (ma era davvero ben truccato!) ha fatto una faccia… tra l’inorridito e l’”adesso ti sgozzo dove c***o è mio figlio, ridammelo immediatamente”. Frazione di secondi, perché Mia e Zeno (e io pure…) se la ridevano grassa e quindi ha capito!!! Peccato non aver immortalato quella faccia con una bella foto. Mia e Zeno ancora adesso ogni tanto tirano fuori questo ricordo parecchio divertiti! Una cosa che mi appaga molto dei viaggi, è vedere che i bambini se li ricordano. Certo non tutto, ma tante cose sì. Le ricordano, le raccontano, le disegnano… alla faccia di quelli che mi dicono “ma cosa li porti a fare che sono piccoli e non si ricordano niente”. Col cavolo… si ricordano eccome!

Poi andiamo a pranzo nel quartiere latino e da lì in metro fino a Gambetta, da dove partirà il corteo di Carnevale. Ce lo facciamo tutto coi bambini in spalla, un po’ perché vedano meglio e un po’ perché non siano troppo compressi. Quanto si divertono! Il corteo è multietnico al massimo, coloratissimo, con tanta musica.

Per cena siamo tornati nel quartiere latino, dove abbiamo pranzato in un ristorante libanese che Riccardo aveva scoperto nei viaggi di lavoro precedenti e di cui ci aveva tanto parlato. Si chiama Loubnane (www.loubnane.fr). L’ambiente è bellissimo, molto libanese (appunto) e si magia proprio bene e anche se è una cucina particolare con tanti piatti di verdure che di solito non sono il massimo coi bambini, anche Mia e Zeno riescono a riempirsi la panzetta.

Poi metro e tutti a nanna.

TERZO GIORNO

Riccardo è al lavoro, quindi oggi siamo io e i bimbi. Mi sono tenuta da parte l’ATTRAZIONE… la Tour Eiffel! Imponente. Poi parco giochi degli Champs de Mars. Verso l’una ci viene fame e quindi andiamo alla ricerca di qualcosa che ci sconquifferi. Vengono attratti da un pub con dei quadri molto particolari e ci mangiamo delle omelette. Dopo pranzo l’idea era andare sui pony ai giardini del Louxembourg, ma i bambini sono stanchi e quindi torniamo a casa. Arriviamo per l’ora della merenda, guardiamo qualche cartone e ci buttiamo in vasca. Quando siamo ben cotti e rilassati, ci rivestiamo e andiamo a fare la spesa in quartiere per la cena. A Parigi è bello anche solo fare la spesa nei negozietti!

Alla sera ci guardiamo un po’ di TV e capitiamo su un documentario su Cleopatra e i bambini vogliono assolutamente vederlo. Siccome è in francese, do io voce alla narrazione e racconto la storia di Cleopatra e Cesare… basta… quella è diventata la favola della buonanotte delle due settimane successive!

QUARTO GIORNO

Per l’ultimo giorno c’è l’asso nella manica: La Cité des Enfants (http://www.cite-sciences.fr/fr/cite-des-sciences/contenu/c/1248104303612/cite-des-enfants/): tanti giochi, tanti esperimenti, si sono proprio divertiti. L’unica cosa che non ho apprezzato è che la visita è a tempo. Hai a disposizione un tot di tempo per vedere ogni area e quando è finito il tempo ti sbattono fuori. Quindi se c’è poca gente (c’è mai poca gente?! … io sono andata un martedì qualunque di marzo ed era IMBALLATO) va anche bene, ma se c’è tanta gente… beh o avete i figli bravi a sgomitare o, se sono invece più timidini come i miei, va a finire che aspettano educatamente il loro turno e quando finalmente arrivano agli esperimenti è già quasi ora di uscire. Va altresì detto che erano tutti talmente esaltati che correvano da una parte all’altra e alla fine stavano pochissimo sugli esperimenti, il che ha permesso a Mia e Zeno di godere di tutto. Perché se hai la sfortuna di trovarti magari davanti un bambino che monopolizza un esperimento, alla fine il tempo scade e tu non l’hai provato… e sarebbe un peccato… con quello che costa il biglietto! Noi poi siamo andati nella sezione dei piccoli perché rientravano tutti e due in quell’età. Magari in quella dei più grandi le cose vanno diversamente. Che vi devo dire… tutto meraviglioso… ma tra questa e il Tecnorama di Zurigo vince Zurigo! A noi piace fare le cose senza il naso tra le lancette dell’orologio. Poi siamo tornati a casa, a riposarci un po’, chiudere le valigie, ridare le chiavi dell’appartamento. Quando è tornato Ric dal lavoro, ci siamo comprati dei panini buoni per cena e poi ci siamo diretti in stazione. In treno, come all’andata, i bambini sono stati bravissimi. Hanno dormito e, io ero un po’ preoccupata, non hanno fatto storie per la sveglia alle 5.30 del mattino. Arrivati a Milano abbiamo preso un taxi e a casa li ho rimessi a letto e si sono svegliati a mezzogiorno. Riccardo è andato regolarmente in ufficio e io ho lavorato da casa.



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