In Portogallo tra borghi e città, passando per la Spagna

Una meta vicina ma piena di sorprese. Bellissimi borghi, persone cortesi e buon cibo
Scritto da: bartolomeo
Partenza il: 08/09/2013
Ritorno il: 25/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Partecipanti: Cinzia e Luca

Periodo viaggio: dall’8 al 25 settembre 2013

In partenza per un nuovo e interessante viaggio. Per me la meta è nuova, forse poco esotica rispetto alle precedenti, ma tutta da scoprire. Luca invece è un po’ timoroso, ha visto il Portogallo circa 25 anni fa, strade sterrate, poche abitazioni e pochissimi negozi, ancora un pizzico primitivo e con una discreta influenza araba… Come si sarà trasformato il paesaggio? E le persone come saranno, ancora un po’ chiuse ma estremamente dignitose o puri occidentali con il telefonino sempre in mano e abiti firmati?

Alzataccia alle 4 di mattina con prima destinazione Barcellona. Stiamo dando un passaggio a nostra figlia, Tania, che dopo circa 2 anni di freddo finlandese, ha deciso di vivere la “movida” spagnola. Arriviamo senza problemi alla meta, depositiamo Tania con armi e bagagli nella sua nuova casa e di corsa prima di notte raggiungiamo Lleida, nostra prima meta vacanziera. Troviamo un comodo parcheggio vicino al centro, bordo fiume e ci mettiamo a nanna stanchi morti.

La mattina con un bellissimo sole, passeggiamo per le vie della città, saliamo fino al castello per ammirare il panorama, ma purtroppo è lunedì, per cui è tutto chiuso… Allora avanti fino a Saragozza, la nostra seconda meta. La strada tutta statale è comoda e poco trafficata ma soprattutto attraversa paesaggi bellissimi, punteggiati dalle famose sagome di toro. Ci fermiamo presso un grosso parcheggio, anche questo vicino al fiume con vista sulla maestosa cattedrale, che in pieno sole si specchia sulle acque limpide. Attraversiamo il ponte e ci tuffiamo nelle vie del centro storico, il sole caldissimo rende luminose le strade in pietra lucida tanto da far male agli occhi. Visitiamo la cattedrale molto più maestosa fuori che dentro e proseguiamo il nostro giro nel palazzo del sultano, anche detto Castillo Aljaferia, sede fra l’altro del parlamento della regione. Una visita guidata in spagnolo della durata di un’ ora con un ragazzo simpaticissimo, ci mostra tutti gli anfratti del castello, raccontandoci aneddoti e curiosità. E’ stata una tappa veramente interessante e tutti contenti ci dirigiamo in Portogallo.

Arriviamo a Braganca in serata e con grande piacere scopriamo un attrezzato camper service, proprio ai piedi del castello dove soddisfatti ci fermiamo a dormire. Sarà che siamo appassionati di borghi e castelli, ma anche questa visita ci piace un sacco e il sole pur in questa tarda estate ci accompagna caldo. A Viana do Castello facciamo il primo incontro con l’oceano, decisamente freddo, ma ben si sapeva visto che sembra che anche a luglio sia improponibile! Mi stuferò di ripetere quanto siano graziosi i centri storici, con la pavimentazione rigorosamente in pavè e le case con i balconcini fioriti, perché il Portogallo sarà tutto un susseguirsi di tali beltà. Parcheggiamo e dormiamo al porto, proprio di fronte alla nave ospedale, ora diventata museo. Sulla guida è segnalato l’ingresso gratuito, ma haimè, c’è la crisi non è più tempo di sconti! Per cui passiamo oltre. Prossima meta Braga dove dormiamo in un parcheggio di camion piuttosto squallido e vicino a una strada abbastanza trafficata.

Al mattino decidiamo di non visitarla e andiamo direttamente al santuario del Bon Jesus. Arriviamo pigramente in cima alla scalinata servendoci della funicolare ad acqua, che ci posa comodamente ai piedi della chiesa. I giardini fioriti sono variopinti e profumatissimi e dopo la visita al santuario, scendiamo comodamente le scale sbirciando ogni cappella della via crucis che accompagna la discesa.

Proseguendo arriviamo a Porto. L’ingresso alla città è un po’ caotico a causa del traffico dell’ora di punta. Ci hanno consigliato di parcheggiare vicino al faro, ma non troviamo posto, per cui su consiglio di un vigile, ci fermiamo in un parcheggio vicino alla fermata della metropolitana.

Bellissima città e, a parte il primo impatto con il traffico congestionato, la si visita facilmente con i mezzi pubblici. La cattedrale, l’altissimo ponte, le chiese ricoperte di azulejos… e poi si mangia benissimo! Razioni abbondanti ad ottimi prezzi!

Viseu, la nostra prossima tappa merita anch’essa una sosta per la visita della sua splendida cattedrale, poi si prosegue per Coimbra, nota per la sua celebre e antichissima Università. Qui assistiamo alla cerimonia di iniziazione delle matricole. Centinaia di ragazzi in toga nera e tocco sulla testa, sottopongono a prove iniziatiche i nuovi iscritti: chi li fa cantare in coro in mezzo alla piazza, chi li fa vestire in maniera eccentrica, chi deve farsi il bagno vestito, ecc. via alla fantasia! Non sembrano prevaricazioni ai danni dei nuovi arrivati, e apparentemente sembra che tutti si divertano. Certo che vuoi l’ambientazione architettonica, vuoi l’abbigliamento, sembra di essere in un libro di Harry Potter… Ci si aspetta quasi di vedere in mano a questi ragazzi una bacchetta magica con cui fare prodigi.

Proseguiamo il nostro viaggio verso il grandioso Monastero di Batalha. Ci vuole una buona mezza giornata per visitarlo tutto e merita senz’altro il tempo che gli si dedica. L’unico rischio è perdersi nei suoi meandri tanto è grande e complesso. E che dire di Obidos? Aiutata da un buon bicchierino di Gingia un liquore locale, distillato dalle ciliegie e gustato in deliziosi bicchierini di cioccolato, io che sono astemia e soffro di vertigini, mi faccio tutto il giro delle mura, che in un susseguirsi di sali e scendi, circondano ininterrottamente questo piccolo borgo antico. Anche il paesaggio circostante è insuperabile, con l’acquedotto romano che dalla città si perde all’orizzonte.

Un’altra tappa che merita una sosta è Sintra. Il biglietto d’entrata che si può acquistare cumulativo per le diverse ville oppure singolarmente per sito turistico, è abbastanza oneroso e prima di prenderlo ci pensiamo parecchio… Ma devo dire che ne è valsa la pena. I palazzi sono incredibili nella loro grandiosità e la visita dei vari luoghi ci prende tutta la giornata. Unico neo, tira un vento freddissimo che il sole non riesce a scaldare. Sembra che tali palazzi, servivano ai signorotti del tempo per allontanarsi dal caldo torrido di Lisbona e adesso capisco perché! Ma se proprio dovete fare una scelta fra le varie bellezze del luogo, non fatevi scappare il “Palacio da Pena”. Sulla cima più alta del colle, domina tutto il territorio circostante, i giardini sono bellissimi e lo stesso palazzo costruito in stili estremamente diversi, presenta una sorpresa ad ogni angolo, sia all’esterno che all’interno.

E ora Lisbona, la capitale

Parcheggiamo comodamente e gratuitamente in riva al mare di fronte al Monastero dos Jeronimos, che alla luce del sole abbaglia per le sue mura bianche. Da qui partono diversi mezzi per arrivare comodamente in centro e per visitare le varie attrazioni. Non vi starò a tediare con la descrizione delle stesse, che potrete reperire in qualsiasi guida, ma anche qui consiglio di entrare nei piccoli ristorantini frequentati dai portoghesi e farvi scorpacciate di bollito, merluzzo e altri piatti tipici cucinati divinamente! Siamo rimasti quasi tre giorni a Lisbona, ma chiamateci tonti, non siamo riusciti a capire dove si comprano e quanto costano i biglietti dei mezzi di superficie. C’è che ci indicava di acquistarli nei bar, ma non c’erano e neanche nelle edicole. Alcuni ci hanno detto nelle stazioni della metropolitana, ma neanche lì li abbiamo mai trovati. Per fortuna l’autista del mezzo, destreggiandosi fra il traffico e le viuzze strettissime ed in salita, senza mai smettere di guidare, ti fa il biglietto in vettura, probabilmente ad un prezzo maggiorato ma comunque non eccessivo. E non tentate di fare i “portoghesi” in Portogallo, perché i controllori sono sempre in agguato!

Non fatevi mancare un giretto sul tram storico, che se non ricordo male è il numero 8, che percorre delle stradine del centro città talmente strette e in salita che basterebbe allungare la mano fuori dal finestrino per farsi la scorta di biancheria stesa fuori dalle finestre ad asciugare. E buona fortuna ai pedoni che a sprezzo del pericolo percorrono tali strettoie! Comunque Lisbona è una città vivibilissima, pulita e accogliente, in cui passeggiare in tutto relax e divertirsi a guardare i vari artisti di strada che improvvisano spettacoli o si fingono statue estremamente realistiche.

Il nostro viaggio continua attraversando il lunghissimo ponte sullo stretto con una sbirciatina al Gesù a mani tese, direzione Evora, città di origini romane, con stradine strette e acciottolate. Un po’ anacronistiche sono le rovine del tempio dedicato o a Diana o a Giove, isolate in una piazzetta. Maestose invece le mura che la cingono per proteggerla dagli assalti dei nemici e dei turisti, che non possono parcheggiare al loro interno!

Ci concediamo una sosta di un giorno in un piccolo campeggio super economico perso in mezzo ad una foresta di sugheri, lettura, bagno in piscina e “meditazione”, altro modo per chiamare le pennichelle di Luca, poi proseguiamo per Elvas, altro luogo inserito nella graduatoria dell’Unesco.

Che dire del suo acquedotto? Forse è il più spettacolare visto fino ad oggi, o forse sono i colori, il bruciato delle pietre antiche che si staglia contro il cielo di un limpido azzurro e un prato verdissimo. Oppure come gli amanti del viaggio sanno, un posto, una rovina, un paesaggio, cambia a seconda del tuo stato d’animo e ciò che per te è meraviglioso, per un’altra persona può essere banale.

Prima di lasciare il Portogallo con una certa malinconia voglio aggiungere ancora un’altra cosa: oltre al fitto mistero dei biglietti dei tram di Lisbona, c’è un altro grande punto di domanda che vi accoglierà in Portogallo…

Le autostrade! Non si sa dove si entra, non si sa dove si esce e anche qui non abbiamo scoperto dove si comprano i biglietti! A parte pochissime munite di casello, quelle di nuova costruzione (e ce ne sono tante)hanno delle telecamere atte a verificare che le auto siano provviste di apposito pass o in caso contrario avvisare la polizia degli abusi. Per fortuna noi le abbiamo usate poco, preferendo i sali e scendi dalle montagne anche perché non sono per niente economiche.

Dopo questa considerazione insolita, ci avviamo sulla strada del ritorno passando nuovamente dalla Spagna. Ma non ci facciamo mancare altre due tappe, la prima Merida. Cosa dire? Che un intero giorno non basta? Purtroppo siamo arrivati nel primo pomeriggio e abbiamo dovuto fare di corsa tutto il percorso. Siamo certi di aver trascurato dei bellissimi scorci di cui la città è piena, ma già il parco archeologico ci ha dato grande soddisfazione. Da non farsi scappare il museo che contiene dei mosaici veramente interessanti e nell’insieme è ben allestito.

Ci fermiamo per la notte ai piedi di un castello in una cittadina persa nel nulla, vicino alla strada principale e al mattino via per Toledo. Ebbene si, ci è piaciuta un sacco anche questa città. Lasciamo il camper in un parcheggio nei pressi della scala mobile che porta in cima alla città antica, ma se speravamo di evitarci le salite, ci sbagliamo di grosso! Su e giù per i vari quartieri, respirando quest’aria che evoca ricordi medievali, ma anche faticando un sacco sotto il sole torrido!

Diretti a Barcellona, con un’ultima tappa per la notte, sotto l’ennesimo castello in un paesino sconosciuto, ritorniamo a trovare nostra figlia che ci farà da cicerone per la città. Parcheggiamo in periferia, vicino allo stadio e ci muoviamo con la metropolitana che arriva un po’ ovunque e la sera assistiamo alla Parata dei Giganti. Una sfilata di sagome di cartapesta, almeno credo, che rappresentano, re, regine, maghi e giullari, persone del popolo e musicisti tutti formato gigante, alte fino a tre metri e con all’interno un uomo, immagino molto forzuto che le fa danzare al suono della musica suonata dai compagni del suo gruppo. Alla fine ci sarà una premiazione per il gruppo che ha creato la statua più bella e suonato il motivo più coinvolgente, ma per me sono tutti bravi e con il ricordo di questi colori e dei motivetti vivaci suonati con ogni tipo di strumento, ce ne andiamo a dormire.

Il giorno dopo altra esperienza insolita. Schiacciati in mezzo alla folla ammiriamo le imprese dei “castells”, chiamate anche piramidi umane. Con enormi sforzi e immagino gradi mal di schiena, i vari quartieri elevano queste torri di 5,7 e addirittura 9 piani, formate da ragazzi e ragazze, che man mano che la torre si alza diventano sempre più piccoli e giovani. L’ultimo stadio è completato da bimbi o bimbe di non più di 5 anni che si trovano in precario equilibrio ad alzare una mano per dichiarare il termine della torre umana. Solo così si aggiudicheranno il punteggio. Ovviamente quelli che stanno sotto, sopportano il peso di tale costruzione. Già visti varie volte in televisione, vederli dal vero procura un’emozione del tutto diversa, e se paragoniamo i molti bambini italiani che a 5 anni sono ancora sul passeggino con il ciuccio in bocca, a questi piccoli scoiattoli spagnoli, si rimane veramente a bocca aperta.

Non è la prima volta che veniamo a Barcellona, ma non ci siamo mai avventurati nella visita della Sagrada Familia: decisamente troppo cara! Ed invece Tania riesce a procurarci i biglietti gratis e il pomeriggio ci vede in coda per scoprire finalmente cosa si nasconde all’interno…

Quale commento fare? C’è chi dice che è un’opera di un genio, chi di un pazzo, ma decisamente è estremamente insolita, nulla a che vedere con le chiese tradizionali. L’immensa folla certamente non aiuta a vivere l’interno come un luogo di culto, ma la rende soprattutto un’attrazione turistica. Questa volta si ritorna veramente e con soltanto un’unica altra sosta per la notte, arriviamo a casa rilassati e soddisfatti.

Per essere un viaggio di ripiego, questo giro in Portogallo ci ha dato grossissime soddisfazioni e forse è per questo che abbiamo guardato con ammirazione i vari luoghi visitati. Siamo arrivati in Portogallo senza grandi aspettative ma torniamo con grandi ricordi. Unica lacuna è stata il non avere il tempo di visitare anche il sud per farci un idea completa dell’intera nazione. Quello che possiamo dire che abbiamo trovato persone cortesi e accoglienti, paesaggi vasti e suggestivi e cittadine ordinate e estremamente interessanti.

Purtroppo non posso fare come mio solito un riepilogo di spese, chilometraggi, aree di sosta, perché i sistemi informatici haimè mi hanno tradito. I primi anni in cui viaggiavamo, facevo l’amanuense e scrivevo giorno per giorno il diario di bordo. Poi mi sono modernizzata, registrando le mie impressioni e le informazioni più importanti, per poi trascriverle a casa in un impeto di ispirazione letteraria…

Le annotazioni vocali di questo viaggio si sono perse e neanche nostro figlio esperto informatico è riuscito a ritrovarle nel vasto ciberspazio. Per cui questo resoconto è stato scritto con il solo ausilio della mia ormai lacunosa memoria!



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