Roatan, salva la vida

La perla della baia dell'Honduras
Scritto da: easyrab
roatan, salva la vida
Partenza il: 20/02/2014
Ritorno il: 04/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Un viaggio vale sempre la pena di essere fatto ed i Caraibi valgono sempre un viaggio! Inizierei così il mio racconto del nostro recente viaggio a Roatan una delle Isole de la Bahia (forse la più famosa) dell’Honduras.

Abbiamo organizzato questo viaggio on line (sia dall’Italia che poi direttamente sul posto), come nostra abitudine, per risparmiare un po’ di soldini ed anche per evitare di restare invischiati in un villaggio turistico ed i suoi pacchetti fissi da tour operator (7 o 14 giorni).

Il volo lo abbiamo acquistato su Expedia il 31 dicembre 2013 premendo sul tasto -acquista- a mezzanotte in punto ed è stato il nostro autoregalo di buon anno!

Abbiamo volato con la United (Milano-Newark-Houston-Roatan)…non avendo optato per un volo charter il viaggio all’andata è piuttosto lungo ed ha previsto una notte di sosta a Houston.

Il decollo da Newark verso Houston è stata la prima perla della vacanza: la vista indimenticabile su New York di notte!

Dal nostro punto di vista anche il viaggio è già vacanza e quindi anche la sosta a Houston è stata piacevole (pernottamento e tipica cena texana in un alberghetto vicino all’aeroporto internazionale G. Bush che offre il servizio navetta da e per l’aeroporto compreso nel prezzo (http://www.ramada.com/hotels/texas/houston/ramada-houston-intercontinental-airport-south-hotel/hotel-overview).

Da Houston a Roatan sono necessarie circa 4 ore di volo durante le quali si prega di non dormire perchè si sorvola il meraviglioso blue hole della barriera corallina del Belize: un vero incanto.

Arrivati a Roatan il caldo ci ha avvolti piacevolmente e ci siamo diretti al Clarion Suites at Pineapple, l’hotel che avevamo prenotato https://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g1759941-d654709-Reviews-Clarion_Suites_Roatan_at_Pineapple_Villas-French_Harbour_Roatan_Bay_Islands.html). L’hotel si trova a French Harbour nella parte centrale dell’isola cioè equidistante da West Bay e Camp Bay ed è un’ottima base d’appoggio per visitare l’isola in entrambe le direzioni. E’ costituito da tre condomini, ha tre piscine di cui una molto bella (deserte… il mare sicuramente è maggiormente attraente) ed ha anche un ristorante e uno sports bar. La nostra stanza era spartana senza balconcino, ma molto pulita e ci siamo stati bene. Offrono anche delle bellissime suites con angolo cottura.

Come da nostra abitudine l’intenzione era quella di cenare in locali diversi, ma per fortuna avevamo il ristorante dell’albergo a portata di mano almeno il sabato e la domenica quando, inspiegabilmente, la maggior parte dei ristoranti dell’isola è chiusa.

Grazie ad una gentilissima receptionist abbiamo noleggiato un’auto per tutto il periodo (ottenendo un prezzo buono di 35 dollari al giorno per una auto nuova anche se piccolina). L’auto, se si pernotta al Pineapple, è indispensabile per raggiungere i numerosi punti di interesse (il motorino è da escludere perchè le distanze sono notevoli). Un’unica strada percorre l’isola da est ad ovest e nel tratto verso est all’altezza di Oak Ridge diventa sterrata… passeggiare a piedi non è tanto fattibile!

Il primo giorno lo abbiamo trascorso a cercare di orientarci perchè le cartine che avevamo a disposizione non era tanto attendibili e, ad esempio, mentre pensavamo di essere sul lato rivolto a sud eravamo sul lato nord! Questo scorazzare su e giù è stato utile e ci ha permesso di farci una idea dei diversi luoghi e delle distanze tra essi (cosa che, inizialmente, avevamo sottovalutato).

Andiamo per gradi: la spiaggia più famosa, quella di sabbia bianca si chiama West Bay si trova ad ovest e si raggiunge oltrepassando West End verso sud e poi svoltando alla prima deviazione a destra. La spiaggia è incantevole, una lunga e stretta striscia di sabbia bianchissima sulla quale si affacciano decine di hotel (compreso il rinomato Henry Morgan) e di conseguenza centinaia di bagnanti…

Il mare è meraviglioso! Tutta l’isola è circondata dal parco marino, la barriera corallina è facilmente raggiungibile da riva (almeno in questa spiaggia). La parte più a sud della spiaggia è chiamata Tabyana Beach ed ha di fronte un tratto di mare con una barriera corallina ricchissima di coralli e pesci (di certo la varietà di fauna è maggiore alle Maldive o sul Mar Rosso, ma i coralli non hanno rivali).

A West Bay oltre che a questo non vi è molto altro, si può anche pranzare nei vari locali che danno sulla spiaggia, ma i prezzi sono più alti che altrove.

Sulla strada che da West Bay conduce a West End si trova il negozietto della Roatan Rum Company che vende rum e torte al rum oltre che magliette col il loro logo. Fate una sosta, offrono vari assaggini ed inoltre dal loro giardino si gode di una vista memorabile.

West End invece è il paesino con più locali (per cenare e/o bere qualcosa). Si tratta di un agglomerato di basse costruzioni ai lati di una strada sul bordo mare con un traffico esagerato rispetto al luogo (la strada che lo attraversa è asfaltata e non più sterrata come avevo letto). Il mare non è male, la spiaggia è molto più stretta rispetto a West Beach…noi vi abbiamo trascorso un pomeriggio, ma il rumore delle moto e la puzza di nafta ci hanno un po’ infastidito. In questo paesino è molto piacevole invece bersi una birra (buone birre locali sono la Port Royal e la Salva Vida) e godere del tramonto (il Sundowners è il locale più in voga, con musica live, ed è l’unico da cui si vede bene il tramonto perchè è un poco più scostato dal promontorio).

Sulla stradina centrale di West End si trova anche il negozio ufficiale del Parque Marino de Roatan che vende bellissime magliette e gadgets vari il cui ricavato va a vantaggio del parco stesso.

Sempre a West End si può cenare in molti locali, il nostro preferito è Pollo, una rosticceria creola sempre affollata dove si mangia un buon pollo, ma anche gamberi spendendo pochi dollari (p.s.: non perdetevi la torta al rum!). Sotto il suo portico spesso musicisti girovaghi suonano allietando la cena.

Prima della nostra partenza avevo letto che West End è la zona della vita notturna, sarà… sarà che noi stavamo in giro tutto il giorno, sarà che a Roatan si cena alle 18,30 massimo 19, ma alle 20,30 si aveva la percezione fossero già le tre di notte…

Se vi aspettate l’isola caraibica dove tutti ballano salsa e merengue vi sbagliate, qui l’influenza musicale maggiore è quella giamaicana seguita da quella statunitense (quasi una colonia turistica direi). Tutti gli isolani parlano inglese anche tra loro (lingua quasi esclusiva fino a qualche tempo fa quando il governo centrale li ha costretti a studiare anche lo spagnolo). Musica tipica è la Punta, musica che nasce dal gruppo etnico dei Garifuna che vivono nell’est dell’isola (originari della Nigeria).

Sulla strada che porta da West End a Sandy Beach tre segnalazioni:

· il negozietto Rusty Fish (www.rustyfish.com/) che produce oggetti decorativi in metallo davvero carini (pesci, polpi….) ottenuti riciclando lamiere e bidoni.

· Subito accanto un caffè gestito da una ragazza incantevole che produce buonissimi dolci ed un buon caffè.

· il giardino botanico Carambola Gardens: andateci di mattina presto (apre alle 7) e salite fino in cima al mountain trail da cui si gode di una vista spettacolare! ci sono anche migliaia di piante tropicali tra cui passeggiare piacevolmente.

Andando invece da West Beach verso Flowers Bay incontrete due villaggi tipici senza troppi turisti: Roatan e Coxen Hole.

Roatan è un villaggione che non viene menzionato con questo nome sulle mappe, piacevole da attraversare in quanto vissuto in esclusiva dagli isolani.

Sulla strada che porta a Coxen Hole da ovest verso est proprio al bivio accanto alla farmacia segnalerei un chiosco messicano dove si possono gustare tacos, nachos etc. buonissimi spendendo pochi dollari.

Coxen Hole (il covo del pirata Coxen) è un villaggio animato e vivace dove c’è da segnalare la presenza del diving Waihuka che organizza la famosa immersione Cara Cara (faccia a faccia) con gli squali.

Questo diving funziona solo attraverso la prenotazione da altri diving o resorts e l’immersione costa circa 100 dollari (davvero tanti rispetto al costo delle altre immersioni sull’isola), ma a nostro avviso ne vale comunque la pena! Non è certo una immersione impegnativa ed è fattibile anche da sub col solo brevetto open in quanto la profondità massima raggiunta è di 21 m. Il sito di immersione è a circa 15 minuti dalla costa (e durante il viaggio abbiamo avuto la fortuna di incontrare i delfini), si arriva con un barcone e ci si immerge lungo una fune fino ad arrivare al punto preciso. Gli squali sono grigi di barriera e si comportano come cani a cui è stata dato uno stimolo condizionato pavloviano (pesce cane vorrà pur dire qualcosa!) si avvicinano subito ben sapendo che la guida ha con sé un secchio pieno di pezzi di pesce… gli squali iniziano quindi a girare in tondo e dopo qualche minuto di sola osservazione anche ai sub è concesso di nuotare con loro. Che emozione! Straordinario nuotare a fianco e sentirsi in armonia con loro… irripetibile!

Dopo qualche minuto ai sub viene chiesto di riavvicinarsi al reef, viene aperto il secchio/ciotola e tutti tutti i pesci della zona si gettano sul desco. Finito il pranzo si fa il deserto ed ai subacquei resta la possibilità di cercare qualche dentino di squalo perso durante l’abbuffata (dicono portino fortuna!).

Durante questa immersione non è possibile utilizzare videocamere personali e nemmeno macchine fotografiche con la scusa ufficiale che infastidirebbero i pesci…in realtà una delle guide riprende il tutto ed alla fine, con solo 45 dollari, è possibile entrare in possesso della propria copia digitale dell’avventura!

Rimanendo in tema immersioni noi ci siamo appoggiati al diving Barefoot Divers che definirei perfetto (http://www.barefootdiversroatan.com/) con personale serio, competente, gentile. Attrezzatura ottima ed una struttura incantevole con armadietti e doccia. Il costo delle immersioni è legato al numero totale e la cifra si aggira intorno ai 30-35 dollari ciascuna.

Hanno due sedi, la nostra era quella vicino a French Harbour (la seconda è al Palmetto). C’è anche la possibilità di pernottare in bungalows molto carini (alla nostra prossima visita credo ne approfitteremo!).

Con loro abbiamo organizzato alcune immersioni che mi sembrano degne di nota: prima tra tutte Mary’s place (uno dei siti più famosi con una spaccatura di natura vulcanica che arriva a 95 piedi), il relitto Mr. Bud (un cargo affondato nel 1995), la spettacolare Valley of the kings…

Poco oltre il Barefoot Diving in direzione est si arriva a French Harbour dove si trova un mercatino, un buon caffè al Cafecito e la possibilità di fare un tour per le vie della cittadina verso il mare. Case coloratissime, decine di chiese di confessioni diverse e allegria diffusa. Da queste parti si trova anche un ristorante di cui ci han parlato bene lo Yacht Club, ma non siamo riusciti a trovarlo aperto quando ci abbiamo provato.

Proseguendo sempre sulla strada principale in direzione est si arriva al resort Parrot Tree che permette l’entrata anche ai non residenti. Ha una bella spiaggia ed una sorta di laguna/piscina naturale dove è molto rilassante nuotare. Anche il bar sulla spiaggia è piacevole, fermatevi ad assaggiare il loro gustoso ceviche.

Proseguendo nella medesima direzione si trova un mercatino di prodotti locali situato a livello di un mirador che permette la vista sul lato nord dell’isola.

Subito oltre sulla destra troverete il ristorante forse migliore dell’isola il Temporary Cal’s Cantina https://www.tripadvisor.ca/Restaurant_Review-g292019-d2633876-Reviews-Temporary_Cal_s_Cantina-Roatan_Bay_Islands.html) si mangia cucina tipica su di una terrazza con una vista meravigliosa (attenzione però perché è aperto solo dal martedì al venerdi).

Dopo pochi chilometri svoltando verso destra si dirige ad Oak Ridge una cittadina di pescatori molto colorata dalla quale ci siamo imbarcati per una gita di un giorno in catamarano alla volta di Port Royal…covo del pirata Morgan raggiungibile solo via mare e dove si dice sia ancora nascosto il suo tesoro. La gita full day è organizzata da Radical Adventures (http://www.svfreeradical.com/) con un bellissimo catamarano. I ragazzi dell’equipaggio sono di Roatan e sono molto cortesi. Il pranzo (compreso il pane) è preparato a bordo durante la navigazione! Si fanno alcune soste in angoli strepitosi per lo snorkeling e per tuffarsi nel blu (una giornata davvero piacevolissima).

Oltre Oak Ridge la strada si biforca e si fa sterrata (meglio evitare di percorrerla al buio se non si ha una 4×4). In direzione nord est si va verso Punta Gorda ed il territorio dei Garifuna. Proseguendo dritto invece si arriva a Camp Bay l’estremità est raggiungibile via terra. Lungo questa strada si incontrano alcuni hotel, diving che organizzano sia uscite di snorkeling che immersioni sul lato nord dell’isola (non è infatti possibile raggiungere la barriera a nuoto in quanto piuttosto lontana).

Molto carino ed “alternativo” con spiaggia aperta anche ai nudisti il Paya Bay Beach Resort che ha anche un ristorante e che, su richiesta, organizza tour a Pidgeon Key (un cayo solo spiaggia e palma che dicono meraviglioso (purtroppo non siamo riusciti a visitare perché il giorno del tour coincideva con una immersione già pianificata).

Proseguendo ancora si arriva al termine della carretera e si trova l’altro ristorante cantina famosissimo sull’isola: La Sirena…una palafitta con piccola area ristorante dove pranzare o bersi una birra…che ci è piaciuta un sacco (sarebbe stata nostra intenzione andarci a cena, ma la distanza e la strada piena di buche non ce lo hanno consentito).

Questa la nostra esperienza nell’isola, ci siamo divertiti, rilassati ed abbiamo potuto godere di questo mare paradisiaco…

Alcuni aspetti di carattere generale che possono tornare utili:

Organizzare una vacanza in autonomia offre dei vantaggi soprattutto di costi ed anche rispetto alla possibilità di esplorare l’isola. Rimanere confinati in un resort, a mio avviso, non ci avrebbe permesso di godere della bellezza naturale di questa isola incantevole. E’ pur vero che i resort organizzano uscite, ma i costi ed il numero di partecipanti sono molto più elevati (cosa che vale ovviamente anche per le immersioni).

Il costo dei taxi è davvero esorbitante e utilizzarlo ad esempio per andare a cena costerebbe molto di più il trasporto del ristorante. I costi infatti vanno dai 15 ai 25 dollari per tratta ed aumentano nei giorni in cui le grandi navi da crociera fanno tappa sull’isola.

Essendo l’isola piuttosto lunga (circa 70 km) conviene selezionare bene i siti dove andare a fare snorkeling, le immersioni od anche solo una gita in catamarano e scegliere i diving che si trovano sul lato dell’isola più vicino al luogo di destinazione. Ad esempio la gita a Port Royal o al Pidgeon Key la organizzano in molti, ma se partite da West End anzichè da Oak Ridge o dal Paya Baya i costi raddoppiano. Tenete anche conto che tutte queste uscite si fanno solo se si raggiunge un numero minimo di partecipanti quindi non è detto che se prenotate la gita si farà sicuramente.

Noi ci tenevamo molto ad andare a Cayos Cochinos con la gita di due giorni in catamarano, la organizza un italiano che si chiama Ruggero ) che noi avevamo contattato già dall’Italia. Purtroppo durante i 10 giorni della nostra permanenza nessun altro si è aggiunto alla nostra prenotazione e quindi abbiamo dovuto rinunciare. Abbiamo poi incontrato casualmente l’italiano una sera a cena e ci ha detto che gli italiani spesso preferiscono stare nel resort dove hanno già pagato e non spendere altro denaro e quindi è diventato piuttosto infrequente riuscire ad organizzare questa escursione. Il fatto è che i Cayos sono lontani dall’Isola ed il tour in giornata -che offrono in molti- risulta una sfacchinata (senza contare che i costi sono simili alla due giorni con cena e pernottamento offerta da Ruggero). Un vero peccato e per rimediare credo che dovremmo tornare quanto prima! Un’ulteriore possibilità di visitare Cayos Cochinos è quella di imbarcarsi da La Ceiba cioè il porto sulla terraferma Honduregna raggiungibile anche col ferry dal porto di Roatan.

Altri tasselli mancanti alla nostra visita sono l’isola di Utila (al largo di Roatan) dove ci sono molti siti di immersione e snorkeling interessanti e dove, in alcuni mesi dell’anno, è possibile avvistare gli squali balena!

Il mio consiglio è quello di avere la possibilità di connettersi ad internet e contattare direttamente sul posto i vari diving/resort per organizzare le escursioni (il wi fi non ci ha dato nessun problema!).

Per concludere il racconto del nostro viaggio, il volo di rientro previsto con la United (Roatan-Houston-Francoforte-Milano) senza pernottamenti compresi, si è modificato in itinere in quanto il volo Roatan-Houston era in ritardo per un guasto ed abbiamo quindi perso la coincidenza per Francoforte.

Il nostro spirito di viaggiatori è quello secondo cui qualche contrattempo fa parte dell’avventura ed infatti anche in questo caso è stato così! Arrivati al banco informazioni della United di Houston abbiamo trovato un’impiegata rasta di colore che era un vero spasso e che per trovarci una soluzione ha avviato con una collega una conversazione degna del film Clerks! Dopo averci proposto soluzioni sulle 48 ore di soste varie e dopo aver incassato un nostro generoso “we trust in you!” ci ha proposto di goderci la serata (“guys, I’m rasta!”) rilassandoci e dormendo comodamente in uno dei migliori alberghi 5 stelle di downtown Houston centro, tutto a carico della United con tante scuse! Recuperato un taxi (spesato) abbiamo trovato alla guida un simpatico ragazzo che parlava italiano e che era stato militare per un periodo in Italia in una delle basi USA (a Domodossola?!) con cui abbiamo chiacchierato amabilmente di politica, cibo e quant’altro.

L’hotel superlativo, la stanza enorme col letto più comodo mai sperimentato, una cenetta frugale ed anche la esplorazione del grattacielo di 30 piani sono stati molto piacevoli soprattutto perché imprevisti. Il mattino successivo il “nostro” taxista ci riconduceva all’aeroporto dopo una altra mezz’ora di chiacchiere piacevolissime!

Col volo modificato e sosta imprevista a Newark siamo alla fine rientrati a Milano con gli occhi pieni di colori e la voglia di iniziare, al più presto, a pianificare la prossima avventura.



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