Cinque incredibili giorni in Giordania
Non sono un’amante dei tour organizzati e in Giordania non ce n’è veramente bisogno così prima di partire contatto un driver consigliato da un’amica. Rushdi Rabaia (pagina fb) si rivela essere una super guida; ci accompagna con esperienza e professionalità, entusiasta di condividere con noi la bellezza del suo Paese. Insieme facciamo la spesa nei mercati e nelle botteghe, organizziamo picnic nel deserto sotto un desert tree, o tra le rovine di una fortezza, facciamo bagni in sorgenti di acqua calda in mezzo ad improbabili canyon, ci accompagna al mercato dei beduini nella riserva di Dana, ci racconta aneddoti, ci coinvolge.
Lasciamo Aquaba e ci attende il deserto. Il paesaggio e i colori del Wadi Rum non hanno bisogno di commenti ma non dormire in questo deserto anche solo per una notte sarebbe come non esserci stati. Il nostro camp è stato il Rumshines, ultimo dei camp con l’infinito davanti, il deserto rosso che incontra quello bianco, il cielo più stellato che abbia mai visto e quando sorge la luna è pura magia. Il calore dei nostri ospiti beduini con Khaled e il suo team, allegri e coinvolgenti, i canti intorno al fuoco, il buon cibo, i racconti del passato si intrecciano con quelli degli altri ospiti. Khaled è anche guida per rampicata ma noi ci accontentiamo del sand surfing!
Altra tappa fuori dal tempo è stata la notte trascorsa al Feynan eco-lodge, nella riserva di Dana. Tutto self made, dalle candele unica fonte di luce di tutto il lodge e nelle camere, al cibo rigorosamente vegetariano, ai pannelli solari. Indimenticabile la passeggiata al tramonto e il tè offerto sotto la tenda beduina della famiglia di Suleiman. Si raggiunge con una buona mezz’ora di jeep (per lo più scassate perché per coinvolgere la popolazione locale sono i beduini stessi ad accompagnarci).
Il villaggio di Dana è molto caratteristico e la popolazione stessa sta capendo il potenziale di questo villaggio, ora praticamente quasi abbandonato, ma tutte le casette in pietra sono in ristrutturazione. Luogo ottimale per gli amanti del trekking.
Il nostro amico ci conduce per le strade e i paesaggi senza fine e i colori dalle mille sfumature della Giordania, evita le vie di grande scorrimento e ci fa vivere a pieno la suggestione di questo magnifico e accogliente Paese. E così arriviamo a Karak che, ad esser sincera, non mi ha colpita in modo particolare ma pare essere tappa obbligatoria.
Giriamo, vaghiamo, ci lasciamo trasportare dalle emozioni e dai modi cordiali di questa gente così disponibile, dativa, coinvolgente. Beviamo tanto tanto tanto ottimo tè che sempre generosamente ci offrono!
L’ultimo giorno e mezzo li dedichiamo a Petra per poter ripartire con questo calore nel cuore. Per Petra ho cercato una guida che parlasse italiano per non perdere neanche una parola della storia e dei significati. Ci è stato caldamente sconsigliato di prendere il somarello per arrivare fino al Monastero ed effettivamente questi ciuchini sono pericolosi anche per chi sale e scende a piedi perchè bisogna essere prontissimi a lasciargli il passaggio. Le mie figlie, esauste dopo la salita e la discesa dal Monastero, hanno poi preso il somarello per arrivare in quella che sembra essere la parte più bella di Petra, al Sacrificio.
Vorrei dare due piccoli consigli: Siq al-Barid (Piccola Petra) preferibilmente andrebbe visitata prima di Petra e… tramonto! Petra va assolutamente goduta, respirata, fotografata, vissuta con la luce calda del tardo pomeriggio fino tramonto.
Spero esser stata utile e…buon viaggio a tutti!
