Tanzania: un sogno, un viaggio
L’idea di questo viaggio è nata un anno fa, quando una coppia di amici ci ha raccontato la sua esperienza di un safari fotografico in Kenya.
Assieme a mio marito Stefano e nostro figlio Davide di 18 anni, decidiamo per i parchi Nord della Tanzania e a seguire, un soggiorno a Zanzibar.
A Dicembre del 2012, acquistiamo da E – Dreams, il biglietto aereo della compagnia Ethiopian Airlines con andata Milano Malpensa – Kilimanjaro e ritorno Zanzibar – Milano.
Per l’organizzazione del Safari e soggiorno a Zanzibar, ci rivolgiamo all’Agenzia Pata Pata Safaris and Tours di Arusha; il referente per l’Italia, Dr. Etienne Mundum, che contattiamo sia telefonicamente che per e-mail, ci invia numerose e articolate proposte che si concretizzano in 5 giorni di safari e 5 giorni di soggiorno a Zanzibar.
Decidiamo di tutelarci rispetto ad eventuali rischi di annullamento e stipuliamo un’assicurazione sia relativa al volo con E Dreams (in concomitanza della prenotazione dei voli) che del pacchetto safari + soggiorno con Europe Assistance. Con la stessa agenzia, in prossimità della partenza, stipuleremo anche un’assicurazione per la copertura sanitaria.
Per quanto riguarda la “preparazione” sotto il profilo sanitario, eseguiamo obbligatoriamente (causa scalo ad Addis Ababa), la vaccinazione anti-amarillica (febbre gialla). Dopo molte perplessità se sottoporci o meno, alla profilassi anti-malarica, propendiamo per il Laryam (8 cp. mutuabile), rispetto al Malarone disponibile in confezione da 12 cp. che ha meno controindicazioni, ma un costo di Euro 54.
Iniziamo la profilassi 2 settimane prima del viaggio, prendendo 1 cp. a settimana e continuando per 4 settimane dopo aver lasciato la zona endemica (Zanzibar non è ritenuta zona a rischio). Tutti e 3 tolleriamo bene il farmaco, nonostante le innumerevoli controindicazioni. Dovessimo decidere oggi, tenuto conto del periodo secco e della quasi assenza di zanzare, durante tutta la vacanza, ne faremmo a meno. Probabilmente erano sufficienti i repellenti (Autan Tropicale e similari, acquistabili nei supermercati).
Presso la nostra banca, cambiamo Euro in Dollari USA, perché ben accetti dappertutto, (n.b. devono essere tassativamente successivi al 2003), di cui una buona parte in tagli piccoli (saranno indispensabili per le innumerevoli mance). Acquistiamo anche lampade frontali a batterie (ci saranno utilissime nei campi tendati), un binocolo, 3 spine adattatori di corrente oltre all’immancabile guida della Tanzania della lonely planet. Per le fotografie, abbiamo utilizzato una reflex Canon digitale Eos 1100 D con obiettivo Tamron 18 -200.
Nella valigia mettiamo indumenti leggeri per il giorno e utili felpe per la sera; consigliabili le scarpe da trekking leggere.
Il nostro viaggio inizia il 9 settembre da Milano e la tratta è la seguente: Volo Alitalia Milano – Roma, volo Ethiopian Roma – Addis Ababa e a seguire Addis Ababa – Kilimanjaro. Arriviamo circa alle ore 13 del 10 Settembre e dopo aver espletato le formalità di ingresso (visto di entrata $ 50 cadauno) ci dirigiamo all’uscita, dove ad attenderci c’è la nostra guida James, di Pata Pata Safaris, che ci accoglie sorridente parlando un discreto italiano. Nonostante la stanchezza, l’emozione è alle stelle e ci contagia inevitabilmente. Mentre con la jeep (Toyota Land Cruiser con tetto apribile) ci dirigiamo ad Arusha, all’ Hotel Impala, si possono già sentire i profumi e vedere i colori di questa terra.
Arrivati all’albergo, ci viene assegnata la camera (accogliente e spaziosa), dopodichè ci incontriamo con il Sig. Halidi Msiagi, il responsabile tanzaniano dell’Agenzia per puntualizzare le tappe della vacanza, è una persona di grande professionalità che parla un ottimo italiano.
La voglia di vedere è incontenibile e avendo il pomeriggio libero, chiediamo se possibile occupare quelle ore; Halidi ci propone la visita del mercato di Arusha e poco dopo giunge un suo collaboratore per accompagnarci. Se non sei mai stato in Africa non te lo puoi immaginare; è un brulicare di venditori ed acquirenti che contrattano gli acquisti di verdura, frutta, spezie, pesce, in una esplosione di colori.
Rientriamo verso sera stanchi, ma soddisfatti di questa prima esperienza africana.
Il mattino del giorno successivo (11/9), prima di partire per il Lake Manyara National Park, con James, ci fermiamo presso un ufficio cambio e cambiamo pochi dollari per gli scellini tanzaniani che ci serviranno nell’acquisto della scheda telefonica (Airtel) sicuramente conveniente per le telefonate verso l’Italia e con un’ottima copertura anche nei parchi.
Prima di arrivare al Lake M.N.P. ci fermiamo lungo la strada per acquistare alcuni oggetti in legno d’ebano ( cosa che ripeteremo nei giorni successivi); anche su consiglio della guida, è consuetudine contrattare, considerando circa la metà di quanto viene richiesto.
Durante queste soste, veniamo spesso attorniati da bambini incuriositi; abbiamo portato per loro dall’Italia, matite, biro, pennarelli, quaderni e qualche caramella, che ricevono con grande gioia.
Arriviamo nel primo pomeriggio al Lake Manyara, e facciamo una sosta in un’area attrezzata per un pranzo al sacco. Nonostante il periodo secco, c’è molta vegetazione, un vero gioiello paesaggistico; la nostra guida apre il tettuccio della jeep e così per noi diventa facile vedere gli animali che vi abitano. Incontriamo dapprima famiglie di cercopitechi, poi giraffe, zebre, bufali, gazzelle, gnù, antilopi, struzzi… E’ incredibile quello che si prova nel vedere gli animali liberi nel loro habitat; c’è un grande rispetto e considerazione, li puoi ammirare per lungo tempo a pochissimi metri di distanza, e loro restano lì, incuranti dell’uomo.
Verso sera ci dirigiamo al Manyara Wildlife Safari Camp per la cena e il pernottamento. Graziose ragazze ci accolgono con l’aperitivo mentre alcuni masai si occupano delle nostre valigie. Il lodge è stupendo, situato in posizione panoramica, davanti a noi si apre la savana circondata dalla catena del Rift. Il crepuscolo e la bellezza del paesaggio, sono mozzafiato.
Il 12/9, dopo la prima colazione ci dirigiamo verso il Serengeti National Park, situato a 335 Km. da Arusha; è il parco più esteso e popolare della Tanzania del Nord.
Durante il tragitto, ci fermiamo a visitare un villaggio Masai (entrata $50). Veniamo accolti da danzatori con coloratissimi costumi. In seguito, il capo villaggio, ci mostra l’interno di una capanna, spiegandoci con un inglese “slow” adatto alla nostra competenza linguistica, le loro abitudini di vita. Visitiamo anche una scuola elementare e veniamo accolti dai bambini con un caloroso “Karibu” (Benvenuti). Anche se una sosta turistica, è stata piacevole e ci ha permesso di scattare innumerevoli foto senza problemi.
Questo tratto di strada che conduce al Serengeti, è un susseguirsi di colori di una bellezza indescrivibile; il paesaggio è mutevole, dalla fitta e verde vegetazione, alla terra rossa su cui corre la pista, al giallo ocra della savana con le sue capanne masai disseminate.
In questo parco, il primo impatto lo abbiamo con una leonessa, inoltre vediamo leopardi, facoceri, iene, elefanti e prima di concludere la giornata, veniamo ammaliati dalla vista di una leonessa, che salita su una duna, è circondata da sei cuccioli. La nostra guida, molto carinamente, ci conduce a pochi metri dall’animale, dandoci la possibilità di osservare bene questa scena e fare bellissime foto.
Ci dirigiamo al campo mobile tendato Kati Kati, situato nel cuore del Serengeti; dispone di varie tende confortevoli dotate di energia elettrica e doccia con acqua calda, oltre ad una tenda mensa situata al centro del campo. Ceniamo, al chiarore della luna, in prossimità di un grande falò, che arderà tutta la notte, poi, accompagnati da un guardiano dotato di torcia elettrica, ci dirigiamo verso la nostra tenda. Incredibile emozione andare a dormire in compagnia del verso degli animali!
13/9, intera giornata nel Serengeti. Dopo un’abbondante colazione, alle ore 9 si parte!
La sensazione è di vivere in un documentario della National Geographic; assistiamo ad una insolita scena di caccia: uno sciacallo rincorre e cattura una gazzella, il leone vicino a noi, si precipita sullo sventurato sciacallo e gli porta via la preda.
Durante il percorso, vediamo inoltre una famiglia di leoni banchettare con una zebra, un leone divorare i resti di un facocero, una coppia di ghepardi sotto l’ombra di una acacia ad ombrello, un leopardo sull’albero dopo aver catturato un erbivoro e a seguire, tantissimi elefanti.
Il fiume Seronera, ci mostra una varietà incredibile di animali che si abbeverano; ippopotami che sguazzano nell’acqua, un coccodrillo sulla riva in completa solitudine e, lontanissimo, binocoli alla mano, James ci indica il rinoceronte.
La collaborazione tra le guide è fondamentale, sia incontrandosi, che con la radio in dotazione alle Jeep, si scambiano tantissime informazioni, permettendo così ai turisti una gran quantità di avvistamenti.
E’ incredibile come possano coabitare in questo vastissimo territorio, animali dalle razze tanto diverse; siamo davvero entusiasti, la giornata trascorre in una serie infinita di emozioni e alla sera, alla luce di un rapido tramonto, ritorniamo al campo tendato per la seconda notte.
14/9, partiamo per il Ngorongoro Conservation Area; arriviamo al bordo del cratere e dopo una discesa abbastanza impegnativa, giungiamo con la jeep fino al pianoro sottostante,
In quest’ area è possibile ammirare i “ big five” (elefante, rinoceronte, bufalo, leone e leopardo).
Ci fermiamo per il pranzo al sacco sulla riva del lago. Euforici della gran quantità di felini, giraffe, zebre ed elefanti visti al Serengeti, rimaniamo un po’ delusi; il parco è molto suggestivo, ma con una quantità di animali inferiore rispetto al Serengeti. James ci dice che con un po’ di fortuna, qui è possibile avvistare il rinoceronte (noi purtroppo ne vediamo due ma molto in lontananza).
Ci avviciniamo al lago e veniamo ricompensati da una consistente presenza di fenicotteri rosa e da antilopi d’acqua, impala, gazzelle e inaspettatamente da parecchi facoceri e iene.
E’ pomeriggio inoltrato, risaliamo il cratere e ci dirigiamo al Ngorongoro Farm House, uno splendido lodge situato a 4 Km dall’ingresso del parco, contornato da una fitta vegetazione, aiuole fiorite e da piantagioni di caffè. Dispone di 50 cottage arredati in stile rustico come una fattoria coloniale.
15/9, partiamo per il Tarangire National Park situato a 118 km da Arusha. Questo parco è disseminato da numerosi giganteschi baobab e prende il nome dal fiume Tarangire che lo attraversa. Già al suo ingresso, siamo impressionati dalla numerosità di elefanti. La jeep ci accompagna lungo piste tortuose, in un continuo saliscendi tra le colline e il fiume che guadiamo più volte.
Ci fermiamo per il pranzo al sacco in un’area attrezzata, ci sono parecchie mosche che infastidiscono. Siamo in posizione panoramica sul fiume e dalla scarpata, giunge una famiglia di babbuini che riescono a rubare il cestino da viaggio a una coppia di turisti, malgrado un custode armato di bastone, cerchi di cacciarle.
I baobab sono innumerevoli e in questa stagione, sembrano alberi rovesciati, tanto i rami somigliano alle radici.
Assistiamo al tramonto, che conferisce al paesaggio tutte le tonalità, dal rosso al giallo al bruno. Ci dirigiamo al Tarangiri Safari Lodge, per la cena ed il pernottamento. Questo lodge, è situato dentro al parco, su un punto panoramico, con una grande terrazza che si affaccia sulla savana e il fiume sottostante. Ci viene assegnato un cottage all’estremità della struttura e ci accorgiamo con sorpresa, che le gazzelle si spingono fino in prossimità della porta.
16/9, ci alziamo presto e in 3 splendide foto riesco ad immortalare l’alba. Il silenzio assoluto e i colori, rendono questo momento magico, mi commuovo e alcune lacrime mi scendono sulle guance.
L’esperienza del safari in Tanzania, è qualcosa che ci ha lasciato un senso di pienezza interiore; saranno stati i paesaggi sconfinati, questa bellezza e comunione con la natura allo stato puro, i silenzi rotti solamente dalla presenza degli animali a trasmetterci un senso di appagamento e di pace.
Si parte alla volta di Arusha diretti all’aeroporto, per la seconda parte della nostra vacanza; alle ore 15,25 abbiamo il volo per Zanzibar con la Precision Air.
Ci fermiamo per il pranzo presso l’Arusha Coffee Lodge, una bellissima struttura immersa in un parco con alberi esotici e piantagioni di caffè. Qui incontriamo nuovamente Halidi, per fare il punto sull’esperienza del safari e definire le ultime formalità prima del volo; lui ci attenderà all’aeroporto di Arusha.
Sono ormai le 13 ed è arrivato il momento di salutare James, ci abbracciamo e nuovamente mi scendono le lacrime. Anche Stefano e Davide sono emozionati e lo salutano con un’ ultima stretta di mano.
Giungiamo in aeroporto, con Giuseppe, un autista tanzaniano molto simpatico ed estremamente efficiente e disponibile, che parla un buon italiano e ci è molto utile nelle operazioni di imbarco.
L’aeroporto (se così si può chiamare) è di fatto un prefabbricato privo di nastro trasportatore e le valigie vengono caricate a mano; prima del check-in, salutiamo Halidi che risentiremo appena giunti a Zanzibar per confermare l’arrivo.
Partiamo in perfetto orario, appena l’aereo prende quota, avvistiamo tra le nuvole, la vetta del Kilimanjaro. Lasciamo così la Tanzania e dopo un’ora di volo atterriamo all’aeroporto Kisauni di Zanzibar.
Al nostro arrivo a Zanzibar, c’è ad attenderci, un incaricato del Waikiki Resort, che ci condurrà all’Hotel, situato nella costa Est, località Pwani Mchangani, dove soggiorneremo per 5 notti. Durante il tragitto della durata di 1 ora, veniamo allietati da una allegra canzone locale (jambo jambo).
L’isola è molto verde, con innumerevoli palme da cocco e banani. Lungo la strada si possono vedere caotici mercati e tantissime persone a piedi e in bicicletta che trasportano qualsiasi tipo di merce.
Arrivati al villaggio ci accoglie Flavio, il direttore del resort, un ragazzo italiano che lo gestisce con grande entusiasmo, assieme alla moglie Sarah; ci informa sulle varie attività (tra cui le escursioni) ed il funzionamento del villaggio.
Il resort ci piace subito, semplice ma accogliente, immerso in un giardino tropicale direttamente sulla spiaggia, di sabbia bianca finissima. E’ formato da un corpo centrale che comprende la cucina, la zona pranzo e il bar; vicinissimo c’è un altro bar adiacente ad uno spazio ricreativo e infine, una ventina di camere collocate in tipiche strutture zanzibarine.
Ci viene assegnata la camera, (Safari Standard) dotata di letti con zanzariere e bagno con doccia. Ci apprestiamo ad andare a cena consapevoli che il giorno successivo sarà di assoluto relax.
17/9 Ci svegliamo abbastanza presto perché la voglia di vedere è tanta. Mentre facciamo colazione, siamo cullati da musica soft in sottofondo; si sta davvero bene, il villaggio è tranquillo, gli ospiti non sono molti e la giornata promette bene. Finalmente si va in spiaggia, l’ ombrellone e i lettini sono in dotazione al villaggio. La spiaggia è bellissima, il candore della sabbia, contrasta con il turchese del mare; lungo il litorale fa da cornice una moltitudine di palme. Qui è presente un fenomeno curioso: quello delle maree; ogni 6 ore si alterna la bassa all’alta marea. Ciò, ci ha permesso di fare lunghe passeggiate fino alla barriera corallina ( a 1 km. circa dalla spiaggia), dandoci la possibilità di vedere coralli, conchiglie e stelle marine di vario colore. Questa particolarità, permette agli abitanti di sostenersi con la pesca (uomini) e la coltivazione delle alghe (donne).
Sulla spiaggia c’è anche un altro “aspetto caratteristico” rappresentato dai Beach Boys, ragazzi che propongono con molta, molta insistenza, varie escursioni; uno di loro, ci è stato appresso per tutta la mattina.
Pranziamo, poi il pomeriggio trascorre piacevolmente, restiamo sui lettini (molto comodi) a crogiolarci al sole tra una foto e l’altra.
Dopo cena, ci accordiamo con Abramo, ragazzo tanzaniano che lavora al villaggio, ci propone le escursioni caratteristiche dell’isola, probabilmente le paghiamo di più, rispetto a quanto richiesto dai Beach Boys, ma preferiamo così. Compriamo un pacchetto da 75$ a persona, che ne prevede tre:
– snorkeling a Mnemba,
– profumi delle spezie,
– tramonto a Nungwi.
La giornata è finita, domattina partiamo per la prima escursione.
18/9. Sveglia alle 8, colazione e poi si parte alla volta di Mnemba. La giornata è soleggiata, saliamo su un pulmino e lungo la strada ci fermiamo ad un diving centre per rifornirci di maschere e pinne.
Dopo circa un’ora arriviamo alla spiaggia di fronte all’isola e lì saliamo su una barchetta a motore che ci conduce verso Mnemba, un’isola privata. Possiamo solo avvicinarci ma non attraccare, quindi ci fermiamo ad un centinaio di metri dalla riva, tuffandoci in acqua e subito una moltitudine di pesci colorati appare ai nostri occhi. E’ bellissimo! Uno scenario così, l’avevamo visto solo nel Mar Rosso; risaliamo sulla barca e Abramo ci offre un coreografico piatto di frutta (noci di cocco, cocomero, mandarini e banane). Rientriamo per l’ora di pranzo e il pomeriggio lo trascorriamo in spiaggia tra una camminata e un bagno.
19/9. Mattinata libera, dedicata alla spiaggia. Dopo pranzo, ci dirigiamo ad una piantagione. Questa è la gita più caratteristica di Zanzibar, veniamo accolti da una guida che insieme ad Abramo, ci accompagna lungo un percorso a piedi in mezzo ad alberi e piante di curcuma, vaniglia, noce moscata, chiodi di garofano, cannella, pepe, ananas, e tante altre.
E’ un susseguirsi di profumi, poi alcuni addetti alla piantagione, ci omaggiano con oggetti (cappelli, borsetta, cravatte, anelli) fatti con foglie di palma e ci offrono da bere latte di cocco.
Quale occasione migliore per portare a casa il guscio della noce di cocco!
Proseguiamo per Stone Town, per un giro nel dedalo delle viuzze, accompagnati da Abramo che in buon italiano ci mostra il Palazzo del Sultano, la chiesa anglicana adiacente alla moschea, la casa natale di Freddy Mercury e il mercato dove acquistiamo alcune spezie.
Concludiamo il giro, fermandoci al celebre “African House” per un drink.
20/9. Mattinata in spiaggia e nel pomeriggio partenza per Nungwi, al Nord dell’isola. Durante il tragitto, ci fermiamo in una scuola media dove Stefano distribuisce penne e quaderni. Arriviamo alla spiaggia di Nungwi e dopo una breve passeggiata, torniamo ai lettini per sottrarci alle richieste insistenti di danaro da parte dei bambini. Dopo il bagno, ci apprestiamo, con macchina fotografica alla mano, ad immortalare il tramonto; gli scatti si sprecano ma lo scenario è meraviglioso, quando poi una barca a vela si interpone tra il sole e il mare, lo spettacolo raggiunge il suo apice.
21/9. E’ il giorno della partenza, pranziamo e salutiamo Flavio che molto carinamente mi regala due tovaglie che avevo adocchiato nei giorni precedenti. Lo stesso ragazzo che ci era venuto a prendere, ci riporta in aeroporto. Il cielo è grigio e piove, in perfetta armonia col nostro stato d’animo.
L’aeroporto è caotico e dopo alcuni controlli, arriviamo al check in, qui ci chiedono 5$ a testa che paghiamo senza capirne la ragione.
Partiamo verso le 15,30 e dopo uno scalo tecnico a Dar Es Salaam arriviamo in serata all’aeroporto di Addis Ababa per riprendere il volo previsto alle ore 23,59 con destinazione Milano. Apprendiamo con disappunto che è stato annullato, e che potremo ripartire soltanto alle ore 7,30, pertanto ci viene messa a disposizione una camera in albergo, con cena, colazione e una telefonata intercontinentale. Alle 4 del mattino siamo riaccompagnati in aeroporto, partiamo per Milano e dopo uno scalo tecnico a Roma, arriviamo alle ore 15 a Malpensa.
Siamo in Italia, il nostro viaggio è finito.
Questo è stato per noi un viaggio e un’esperienza stupenda e per quanto si possa tentare di descriverla, le parole non rendono giustizia. Abbiamo visto una parte di mondo a noi sconosciuta, incontrato persone meravigliose che regalano sempre un sorriso, ascoltato nella notte i rumori della savana e ammirato celi stellati di ineguagliabile bellezza.
I lodge utilizzati durante il safari, (non sempre con internet o connessione wi-fi), sono veramente tutti di ottimo livello, in posizioni fantastiche; per quanto riguarda la qualità della cucina, a nostro parere, abbiamo apprezzato maggiormente il Manyara Wildlife Safari Camp e il campo tendato Kati Kati, ove i pasti venivano serviti, a differenza degli altri che erano a buffet. I pasti naturalmente non comprendono le bevande, ma i prezzi sono bassi (1,5 lt. di acqua 2$, una bottiglietta di Coca Cola 1$).
E’ consuetudine lasciare una mancia (non dovuta, ma attesa) alla guida, calcolando 20/30 $ per ogni giorno di safari.
Per coloro che oltre al safari, fossero interessati a trascorrere un soggiorno a Zanzibar, ci sentiamo di consigliare sicuramente il Waikiki Resort per l’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Infine un ringraziamento di cuore al Dr. Etienne Mundum e Halidi Msiagi dell’Agenzia Pata Pata Safaris and Tours, che hanno reso per noi questo viaggio unico e indimenticabile.
Paola, Stefano e Davide
Per ulteriori informazioni potete contattarci a questo indirizzo: iotti_paola@libero.it