Portogallo on the road di and relax

Una settimana da Porto a Lisbona on the road e sette giorni di relax sulle spiagge dell’Algarve
Scritto da: lallis85
Partenza il: 17/08/2013
Ritorno il: 01/09/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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PRIMA SETTIMANA

Partenza: Milano – Porto

Partiamo da Malpensa io, il mio ragazzo e un’altra coppia di amici. Volo su Porto TAP delle ore 21.00.

Il volo (in alta stagione) ci è costato pochissimo (€ 185,00 a persona, andata su Porto, ritorno da Lisbona).

Arriviamo a Porto alle 23, vista l’ora decidiamo di prendere un taxi che per € 25 ci porta alla Duas Nacoes Guest House. Usciamo per mangiare qualcosa e subito ci rendiamo conto del rapporto qualità prezzo dei ristoranti portoghesi. Inoltre l’albergo è vicino a una zona piena di locali e ci concediamo un bel cocktail.

Notte abbastanza insonne, visto il rumore dalla strada e i letti delle camere matrimoniali che sono davvero minuscoli (max 1 piazza e mezza), ma per € 35 a notte a camera non possiamo dire niente…

GIORNO 1: Porto

Eccoci alla scoperta di Porto. Dall’albergo in un attimo siamo in Avenida dos Aliados dove si trova il municipio. Visitiamo la stazione di Sao Bento che all’interno offre degli azulejos fantastici, la Sé (centro storico) con la cattedrale, ci avventuriamo per le scalinate che scendono verso la Ribeira, anima turistica della città, da cui si può ammirare nella sua interezza il ponte Dom Luis. Paghiamo l’ingresso alla chiesa di San Francesco (non ne vale la pena) e per pranzo ci gustiamo una francesinha (una specie di croque madame, con carne, salsa di pomodoro e patate fritte). Percorriamo il ponte Dom Luis da cui si vedono tutte le cantine di Vila Nova de Gaia e una volta giunti dall’altra parte la Ribeira e il Douro. Torniamo indietro e prendiamo il tram (non mi ricordo più il numero) fino all’oceano: questo ci era stato consigliato dalla receptionist dell’albergo, ma si è rivelato una delusione. 5 euro A/R per arrivare alla foce del Douro, dove poi c’è da camminare ancora un bel po’ per arrivare sulla costa. E inoltre una volta rientrati in albergo eravamo così stanchi che non siamo andati alle cantine di Vila Nova de Gaia. Cena in prossimità dell’albergo, ovviamente a base di bacalhau e Porto (tranne Andrea che si concede la trippa con i fagioli).

GIORNO 2: Braga – Guimaraes

Al mattino prendiamo il pullman che in un’ora ci conduce all’aeroporto dove abbiamo noleggiato un auto con la compagnia low cost Interrent. Coda infinita per ritirare l’auto (una Renault Megane) e qualche tassa in più che dal sito e dalla prenotazione che non si evinceva per un totale di circa € 200 a persona per 15 giorni.

In ritardo con il nostro planning (o forse sarebbe meglio chiamarlo tour de force J) partiamo alla volta del Santuario del Bom Jesus a Braga. Salendo su per la collina arriviamo erroneamente alla porta del Santuario senza fermarci ai piedi della scalinata e ammirare l’opera nella sua interezza (in tutto il viaggio abbiamo avuto una certa propensione ad arrivare ai punti di interesse per l’ingresso secondario o il retro). Visto dalla scalinata il Santuario è sicuramente un’opera architettonica interessante, ma purtroppo molto decadente.

Ci dirigiamo a Guimaraes, prima capitale del Portogallo, dove abbiamo prenotato all’Hotel Mestre de Avis: hotel promosso a pieni voti (€ 50/camera). Raggiungiamo a piedi la zona del castello e il centro (famosa la scritta Aqui Nasceu Portugal) con le sue molteplici chiese. La sera rimarrà impressa come uno dei momenti più belli della nostra vacanza: cena in una delle piazzette del centro storico dove tutte le finestre delle case sono illuminate come se fosse Natale e dove sembra che il tempo si sia un po’ fermato.

GIORNO 3: Coimbra – Batalha

Iniziamo a macinare un po’ di km partendo alla volta di Coimbra, storica città universitaria e patria del fado. Dopo aver parcheggiato al limite della zona pedonale, ci inerpichiamo verso la Sé (il centro storico), dove visitiamo la bellissima Cattedrale vecchia, uno degli edifici romanici più importanti del Portogallo e ovviamente l’università di Coimbra (dopo una coda di mezz’ora per fare il biglietto). La visita vi porterà via un po’ di tempo, anche perché per certe attrazioni, tipo la biblioteca, vi daranno un orario di ingresso. Il caldo inizia ad essere davvero devastante (alla faccia di chi ci aveva prospettato di aver freddo al nord del Portogallo!) e ci fermiamo al primo posto utile a mangiare, dove un’insalata con il tonno ci ha regalato qualche problemino la sera in albergo…

Nel pomeriggio arriviamo a Batalha all’albergo Casa do Outerio (€ 63,00 a camera, colazione inclusa) e ancora una volta ringraziamo la nostra Rough Guide: l’albergo è accogliente e la piscina sta aspettando solo noi! Chiedete come abbiamo fatto noi una camera con vista Monastero e vedrete che spettacolo. Cena fantastica a base di carne in un bar a fianco del Monastero consigliatoci dall’albergo.

GIORNO 4: Batalha – Fatima – Tomar – Nazaré

Per prima cosa visitiamo l’unica attrazione di Batalha, il Monastero, patrimonio mondiale dell’Unesco e uno dei posti che più mi hanno impressionato di questa vacanza. Bellissimi la Cappella del fondatore, i chiostri e la Cappella incompiuta.

Oggi è la giornata delle scelte e dei compromessi: Fatima sì o Fatima no? Io vorrei andare ad Alcobaça ed evitare Fatima, ma siccome siamo 1 contro 3 (anche se i miei compagni non sono molto religiosi, sono incuriositi dal luogo), Fatima sia… Purtroppo Fatima si è rivelata una delusione anche per loro: Santuario costruito nel ‘900 e quindi privo di fascino, troppi turisti curiosi e troppo poco credenti, fatta eccezione di quei pochi che camminano sulle ginocchia per arrivare alla statua della Madonna.

Andiamo verso Tomar, dove il mio amico Andrea rischia la vita provando un piatto tipico fatto di sanguinaccio e riso, condito con olive e broccoli e divide un piatto di lumachine di mare con me. Il centro storico di Tomar ha una chiesa con un campanile molto particolare, ma l’attrazione principale è il Convento dell’Ordine di Cristo, sede leggendaria dei Templari. Un luogo pieno di fascino e mistero, peccato per il caldo che anche qui ci ammazza negli spazi esterni.

Prima della cena mi faccio anche una corsetta per Batalha, oggi non mi ferma nessuno… J

Cena al sitio di Nazaré, la parte alta della città, a picco sull’Oceano… e qui sì che c’è un gran vento e quel bel vestitino di seta me lo potevo anche risparmiare. Cena al ristorante Casa Pires – A Sardinha: consiglio di mangiare in bacalhau con i gamberi. Porzioni enormi e prezzi tranquillissimi.

E con questa fantastica cena si chiude una delle giornate più intense e particolari (anche a livello di cibo) della vacanza.

GIORNO 5: Obidos – Cabo da Roca – Sintra – Lisbona

La mattina visitiamo Obidos, questa cittadina medievale che ha conservato intatte le sue mura e le casette dipinte di blu e giallo. Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più, anche qui l’impressione che il tutto necessiti un buon restauro non manca, ma forse il posto acquista più fascino al tramonto.

Eccoci alla volta di Cabo da Roca, uno dei posti più famosi del Portogallo, il punto più occidentale dell’Europa continentale: colori bellissimi, vento fortissimo e foto d’obbligo. E’ tardi, abbiamo fame, e non ci sono molti posti per mangiare… finiamo per infilarci al Réfugio da Roca, accorgendoci dopo di essere entrati in un ristorante davvero chic (c’è una foto con Hilary Clinton)… ce la caviamo con € 25 a testa per del bacalhau e dei calamari al formaggio che sono la fine del mondo!

Su Sintra non eravamo molto preparati a livello logistico e quindi facciamo un po’ di confusione per arrivare al parcheggio del Palacio de Pena: le orde di turisti e il prezzo spropositato per l’ingresso (€ 13,50) ci fanno capire di essere arrivati nella parte più turistica del Portogallo (e quanto già ci mancano il Nord e l’Estremadura!). La Rough Guide definisce il Palacio de Pena “un’orgia chic” e noi non possiamo che concordare. La vista di questa struttura così colorata e stravagante è comunque un divertissement per gli occhi.

Ci dirigiamo alla volta di Lisbona, dove per trovare un albergo che disponesse di un parcheggio gratuito abbiamo prenotato 3 notti al Sana Executive Hotel (€ 60 a notte, colazione inclusa). La scelta dell’albergo non si è rivelata felicissima: in reception non sono per niente accoglienti, il parcheggio è un labirinto di difficile accesso, l’albergo è circa 5 minuti a piedi dalla metro Sao Sebastiao che porta direttamente in centro, ma fare avanti e indietro 2/3 volte al giorno con la stanchezza accumulata nei giorni precedenti non è molto agevole…

GIORNO 6: Lisbona

Visitiamo Lisbona partendo dalla Praça Restauradores (molto bello l’ingresso della stazione ferroviaria), Praça Dom Pedro IV (Rossio), beviamo un cicchettino della famosissima ginginha e vagabondiamo per la Baixa fino ad arrivare a Praça do Comercio, dove si può vedere il Ponte 25 de April, il ponte più lungo dell’Europa. Purtroppo Lisbona è stata distrutta a fine 700 da un violento terremoto e questa parte della città risale tutta all’800. Dopo un pranzo in uno dei tanti bar del centro (e anche qui Andrea rischia la vita provando il maiale con le vongole) prendiamo il famosissimo tram 28 fino al capolinea. Il miradouro Graça ci regala una panoramica su tutta Lisbona. Ci perdiamo in viuzze non proprio raccomandabili dell’Alfama e riusciamo in qualche modo ad arrivare al castello, la più grande delusione della vacanza: 7 euro per quattro mura rimaste in piedi…

Cena a Bairro Alto: già solo prendere l’elevador de Santa Justa (un tram/trenino che sale a questo quartiere) con i murales ai lati e i ragazzi che si attaccano all’esterno del tram per non pagare il biglietto vale la serata… La movida portoghese è qui, per la cena o per bere qualcosa si ha solo l’imbarazzo della scelta.

GIORNO 7: Belem

Con il tram da Praça de Figueira arriviamo a Belem, dove visitiamo il Monastero dos Jeronimos, il monumento dos Descobrimentos e la famosissima torre di Belem che ci appare molto più piccola e bassa di quanto ci aspettassimo. Non può mancare ovviamente una tappa alla pasticceria per mangiare il famoso Pasteis de Belem… buonissimo! Il caldo è pesantissimo e stiamo rischiando un altro colpo di calore come a Coimbra, cerchiamo refrigerio allo Starbucks. A cena ovviamente torniamo a Bairro Alto e ci concediamo un po’ di ginginha. Per fortuna che ci siamo portati dietro i maglioncini perché lo sbalzo termico alla sera è davvero elevato.

SECONDA SETTIMANA: Algarve

Prima di lasciare Lisbona per l’Algarve facciamo un salto a Cascais, ma fatichiamo a capire che cos’abbia di così tanto speciale questa cittadina.

Dopo 4 ore di auto sotto il sole cocente arriviamo in Algarve, dove abbiamo prenotato una settimana a Carvoeiro, all’hotel Tivoli. L’hotel offre una vista fantastica su una baia con grotte e anfratti. Tuttavia le camere sono un po’ datate (certamente non da 4 stelle), ma pulite. Colazione ricchissima, come si aspetta la clientela prevalentemente inglese.

I primi due giorni sono dedicati al relax più totale, vista la stanchezza accumulata nella settimana precedente. Carvoeiro è un piccolo paese sommerso da turisti inglesi e la sera non ha nulla da offrire.

Di seguito le località dell’Algarve che abbiamo visitato:

– Benagil: un giro in barca di mezz’ora ci ha fatto vedere le famosissime grotte dell’Algarve, il cratere di Benagil, le formazioni rocciose e le spiagge più famose;

– Ponta da Piedade e Praia Dona Ana a Lagos: luoghi fantastici, anche se Praia Dona Ana era un po’ troppo affollata;

– Sagres, Cabo San Vicente e la scuola di Enrico il Navigatore: punto estremo a ovest dell’Algarve dove partivano le caravelle verso l’America, terra un po’ brulla, spiagge incontaminate e paradiso dei surfisti.

Note generali sull’Algarve: prima di partire ci aveva un po’ intimorito l’idea che andare in spiaggia sull’Oceano significasse acqua fredda e vento fastidioso. In realtà non abbiamo mai avuto di questi problemi, neanche quando eravamo a Sagres. Ho trovato un vento molto più fastidioso in Spagna a Tarifa e a Cagnos de Meca. Abbiamo visitato solo l’Algarve occidentale, caratterizzato da strane formazioni rocciose e fazzoletti di spiagge che quando c’è l’alta marea quasi scompaiono. L’Algarve orientale è completamente diverso, caratterizzato da lunghe distese di sabbia e isolotti. Meriterebbe anche la Costa Vicentina (a ovest), selvaggia e battuta dal vento. L’ospitalità è stata stranamente il punto debole dell’Algarve: contrariamente a quanto si possa pensare da Lisbona verso il nord sono molto più accoglienti e calorosi. L’Algarve è la patria degli inglesi e quindi il rischio di sentirsi un po’ estranei c’è.

RIENTRO

Dopo una settimana in Algarve rientriamo a Lisbona dove restituiamo l’auto (non riuscivamo a trovare la sede di Interrent, salvo poi scoprire che sia il brand low cost di Hertz). Volo alle 19 che ci riporta a Linate per le 23. E’ l’1 settembre, a Milano piove e noi siamo senza ombrello: welcome back!

Il viaggio è andato benissimo e io mi convinco sempre di più che nella vita avrei dovuto fare il tour operator: i miei compagni di viaggio mi avevano dato carta bianca e grazie a una buona organizzazione nei mesi prima di partire (menzione d’onore alla Rough Guide) in 15 giorni siamo riusciti a visitare il Portogallo.

Cinque cose che porterò per sempre con me:

1) La piazzetta illuminata di Guimaraes dove il tempo si è fermato a quando nasceva il Portogallo;

2) L’accoglienza dei portoghesi, soprattutto al Nord, nei posti dove meno te l’aspetti, anche quando l’inglese non è contemplato e leggi la saudade nei loro occhi;

3) Il monastero di Batalha, immenso e intimo allo stesso tempo;

4) Le porzioni abbondanti a prezzi abbordabilissimi, ma soprattutto i piatti improponibili che Andrea ha voluto provare;

5) L’oceano che si infrange sulle pareti rocciose e brulle di Sagres e tutto ciò che vedi non è nient’altro che una linea all’orizzonte.



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