Peloponneso e Zante

Viaggio itinerante tra cittadine storiche, spiagge idilliache, paesaggi mozzafiato... per finire a Zante con le sue sorprese ittiche
Scritto da: marimila
peloponneso e zante
Partenza il: 30/06/2012
Ritorno il: 19/07/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Peloponneso e Zante

Il tour del Peloponneso… quella grande penisola (o per i più pignoli, isola, dal taglio dello stretto di Corinto) che a ben guardarla dall’alto, pare una mano a quattro dita, poggiata sul Mediterraneo.

Sabato 30/06/2012

Partiamo con la nave della Grimaldi Lines da Brindisi la sera alle 20:00, viaggiando con moglie e due figli di 9 e 12 anni, naturalmente abbiamo prenotato la cabina, così nella tarda mattinata di Domenica 01/07/2012 arriviamo belli riposati a Patrasso, da dove ci dileguiamo rapidamente, imboccando la superstrada che costeggia il golfo di Corinto. Stasera dobbiamo essere a Nauplia in Argolide (il pollice della mano), in tempo utile per assistere alla finale dell’europeo di calcio Italia – Spagna (che ora sappiamo bene com’è andata), ma prima vista l’ora, ci fermiamo per un pranzetto veloce e non propriamente greco in autogrill, poi si prosegue per il ponte sul canale di Corinto, proprio nel momento in cui un’enorme nave, sfila 80 metri sotto i nostri piedi. C’è anche la possibilità di provare un bungee jumping tra le pareti verticali, ma il coraggio manca. Così proseguiamo passando dalle parti di Epidauro, dove non si può evitare una visita al teatro costruito da Policleto nel 320 a.C., essendo uno fra i meglio conservati, e che ancora oggi ospita festival importantissimi. A Nauplia per la notte, ho prenotato con Booking un monolocale a 35€ che è un pò problematico trovare, ma alla fine, siamo fortunati a quasi sbattere il naso, in un mini cartello formato A4, che ci indirizza all’hotel Vassilis. C’è il bagno e anche la cucina attrezzata! L’ora è abbastanza tarda, tutti sotto la doccia e poi via per le strade di questa simpatica cittadina, con i nostri pargoli che, indossando orgogliosi le magliette di Balotelli, accendono l’entusiasmo di tanti greci che tifano per noi. Nauplia è sormontata da una collinetta, su cui si erge una fortezza veneziana, mentre un pò più in basso, un castello domina sulla baia. Sul porticciolo si trova facilmente parcheggio e il lungomare è disseminato di taverne e locali con tavoli e mega schermi all’aperto. Nonostante la stagione sia ormai iniziata, ci stupisce la poca gente in giro, evidenza della crisi che attanaglia la Grecia di questi tempi. Ci sediamo ad una delle ottime postazioni disponibili e ci prepariamo per la finale, gustando il primo piatto greco della vacanza. Alla fine però, a rimanerci indigesto sarà solo il risultato della partita…

Lunedi 02/07/2012

Il mattino seguente, pensiamo esclusivamente al viaggio itinerante che ci aspetta. Lasciamo la costa e seguiamo una bella strada, che si snoda salendo attraverso verdi colline, il versante opposto però, è molto più brullo e rapidamente scendiamo a Sparta, dove non è rimasto gran che da vedere; Ma qui la vera attrattiva è Mistra. Vista l’ora, ci fermiamo a pranzo in un quasi deserto ristorantino, proprio sotto la collina su cui sorge l’antica città. Fortunatamente, il servizio è veloce, perchè arriviamo all’ingresso del sito appena in tempo. Con la crisi che morde, hanno tagliato i fondi e alle 15:30 chiude. Così facciamo un giro tra le belle chiese bizantine, visitabili anche internamente, e sparpagliate sulle pendici di questa collinetta che si erge ai margini del massiccio del monte Taiyetos. Di qui si gode di un bel panorama sulla vallata ricoperta di olivi e sparuti cipressi, in cui sorge Sparta. Riprendiamo la strada in direzione sud, perchè abbiamo programmato di raggiungere Monemvasia, un’altra importante città bizantina perfettamente conservata, situata sul fianco di un piccolo isolotto, collegato alla terraferma da un ponte. Giungiamo nel tardo pomeriggio a Yefira, il paesino al di qua del ponte, dove troviamo facilmente una quadrupla vista mare con colazione inclusa a 50€. C’è il tempo di bagnarsi tra le onde di un mare decisamente mosso da un forte Meltemi, per poi prepararsi a passare la serata a Monemvasia. Parcheggiamo gratuitamente a pochi metri dalla spettacolare porta d’ingresso, larga si e no un paio di metri. Chiaramente l’accesso è solo pedonale, così vaghiamo indisturbati tra questi vicoli in pietra tra edifici caratteristici dell’epoca bizantina, gatti assonnati e begli affacci su un mare ribollente che lancia schizzi spumeggianti. Non fatichiamo a scegliere dove cenare: una tipica taverna dove parlano italiano e ci sanno consigliare ottimi piatti locali, purtroppo però non ricordo il nome.

Martedi 03/07/2012

Lasciamo Monemvasia in direzione sud. Ci separano soltanto una quarantina di chilometri dal piccolo porto di Pounta. La strada è stupenda e deserta. In tutto incrociamo due auto e un autocarro. Pounta è a sud-ovest della penisola che nella mano rappresenta l’indice. A poche centinaia di metri dalla costa, c’è la piccola isola di Elafonissos (grande quanto il nostro Giglio). Dal porticciolo, piccoli traghetti fanno avanti, indietro ogni mezz’ora. Ci imbarchiamo in compagnia di una decina di persone, non di più. La traversata è veramente breve, e durante il tragitto, l’acqua poco profonda e di un verde smeraldo invitante, permette sempre di vedere il fondo… Elafonissos, ha un unico piccolo paesino, dove sbarchiamo, e ha lo stesso nome dell’isola. La strada, (in totale 10 Km) non percorre completamente il perimetro. Dal porto 5 chilometri, conducono alla famosa spiaggia di Simos, e altri 5 in direzione opposta, raggiungono quella di Kato Nisi. Ed è proprio qui che siamo diretti. Abbiamo prenotato tre notti all’Elafonissos Daimond Resort, il miglior hotel che l’isola offre. Le altre sistemazioni, sono tutte in paese, ma qui abbiamo a disposizione una spiaggia bellissima e poco frequentata. Il Meltemi stà calando di forza, anche il proprietario ci assicura che nei prossimi giorni cesserà.

Mercoledi 04/07/2012

In effetti l’indomani, regna la pace assoluta. Con il mare calmo, i colori della baia si esaltano. Siamo quasi soli sui 700 metri di spiaggia. Passeggiare su questa sabbia bianca, disseminata di conchiglie, è incantevole. L’acqua è bassa, quando arriva al ginocchio, ci accorgiamo che ad ogni passo che facciamo, si spostano tante piccole sogliole spaventate. A 500 metri dalla riva, ci sono tre o quattro isolotti, uno dei quali raggiungo a nuoto, andando involontariamente a disturbare una colonia di gabbiani. La sera, il paesino di Elafonissos, si “anima”, e ogni taverna, apparecchia i tavoli sul molo. Seduti ad uno di questi, assistiamo ad un tramonto infuocato, mentre dalla parte opposta, una luna quasi piena sbuca dalla collina. Per il resto che dire……La cucina greca è ottima, i prezzi sono bassi e alla fine ci offrono sempre o il dolcino, o il cocomero e il rakì, “tanto”, ci dice il cameriere, “no alcool test a Elafonissos”, e c’è da credergli…

Giovedi 05/07/2012

Abbiamo l’obbligo di visitare la più famosa Simos bay, e di buon ora siamo già sul posto, del resto qui le distanze sono minime. Effettivamente, l’ambiente è paradisiaco: un isolotto ricoperto da una grande duna di sabbia, divide la baia in due spiagge. L’acqua è bassissima e celestiale. A cento metri dalla riva è ancora sotto al costume… Non c’è nemmeno il temuto affollamento, anzi, fino a mezzogiorno, rimane pressochè deserta. Sarà la crisi. Noi comunque passiamo la serata nella taverna con i tavoli sulla spiaggia, che abbiamo “puntato” ieri sera. Gustare pesce fresco, con i piedi nudi sulla sabbia a mezzo metro dalla battigia, è una di quelle cose tipiche della Grecia, che ti restano nel cuore, che ti legano e ti fanno ritornare, considerando anche la spesa alla portata di tutti.

Venerdi 06/07/2012

E’ giunta l’ora di lasciare questo paradiso naturale che è Elafonissos. Raccogliamo un pizzico di sabbia candida che mettiamo insieme alle tante conchiglie che abbiamo trovato in questi giorni, e saltiamo al volo sul traghetto. Dal mare, lanciamo un ultimo malinconico sguardo alle dolci e brulle colline dell’isola e ci mettiamo in marcia. Oggi raggiungeremo il Mani, (il dito medio del Peloponneso). Per strada ci fermiamo a Skala, dove davanti alla spiaggia, arenato in un metro d’acqua, c’è un vecchio mercantile arrugginito. Così facciamo un bel bagno, curiosando nella stiva attraverso gli squarci, che col tempo si sono aperti nello scafo. Riprendiamo la strada e in poche curve siamo a Yithio, un piccolo paese costiero dal passato glorioso, visto che fù il porto di Sparta. E’ l’ora di pranzo e percorrendo il lungomare, incorniciato da una fila ininterrotta di taverne,siamo invitati da simpatici imbonitori, a parcheggiare e sederci a tavoli dalle tovaglie a quadretti, sul bordo della banchina. Il pranzo a base di polpo è ottimo, e ce lo gustiamo in un’atmosfera piacevolmente rilassata. Ripartiamo ed entriamo ufficialmente nella regione del Mani. Il territorio si fa via, via più aspro, marcato da montagne ricoperte di massi e ciuffi di erba secca, il mare è di un blu intenso. E proprio a mezza costa tra mare e montagna, perfettamente inserito nell’ambiente circostante, troviamo facilmente l’Althea, l’hotel prenotato per i prossimi quattro giorni. L’appartamento in pietra e legno, è molto caratteristico e tranquillo, con un bel panorama. Manca solo la piscina (peraltro già in progetto). Lasciamo i bagagli e decidiamo di scendere subito a visitare le Glyfadha caves, le famose grotte sotterranee di Pirgos Dirou. L’aspetto più incredibile dell’escursione, è che si visitano trasportati su piccole barchette in legno, rischiando spesso il cuoio capelluto, tanto sono bassi e angusti alcuni passaggi. Un’esperienza da ricordare!

Sabato 07/07/2012

All’Althea, questo piccolo hotel, la colazione, ci viene portata direttamente nel nostro appartamento da una timida cameriera, che non parla una parola d’inglese e che per paura di disturbare, nonostante la sera precedente si fissi l’orario, aspetta sempre che sia prima io ad aprire la porta, piuttosto che lei a bussare. La colazione è molto abbondante, con tante cose diverse a seconda della nazionalità, e quindi delle abitudini dei clienti. Soddisfatte le esigenze mattutine, ci mettiamo in marcia verso nord, viaggiando su una strada che scorre quasi sempre ad una certa altezza sul mare, regalando begli scorci panoramici. Ci fermiamo in una piccola baia ciottolosa, con l’acqua verde e limpida. C’è un chioschetto che arrostisce souvlaki, che i miei figli vanno a gustare standosene semi immersi nel mare. Dopo un pò, ci spostiamo nella vicina Stoupa, una cittadina piuttosto animata, con tanti locali affaciati sul lungomare, ideali per assaporare un buon gelato. Domenica 08/07/2012 Ieri abbiamo fatto la costa ovest, oggi andiamo ad est del Mani interno. Ci fermiamo sulla bella spiaggia di Skutari, sabbiosa, con il mare calmo e un’immancabile taverna. Fra la sabbia, mio figlio Simone, trova una tartarughina d’acqua dolce, probabilmente allontanatasi dal vicino stagno. Non è chiaramente una Caretta-caretta, anche se i siti di riproduzione, non sono poi così lontani, ma di questo ci sarà modo di riparlarne. La sera andiamo ad Anopoli, il capoluogo del Mani. E’ un caratteristico paese, un pò in collina, con bellissimi vicoli lastricati, adornati da tanti stupendi bouganville. Ceniamo in un bel localino, proprio sotto il tipico campanile, a più piani della cattedrale.

Lunedi 09/07/2012

Oggi ExoMani, ossia Mani esterno, in pratica l’estremità meridionale della penisola centrale del Peloponneso. La strada che si snoda sul versante orientale del Mani, è piuttosto stretta, ma anche deserta. Prima sosta a Yerolimenas, un piccolo porticciolo con una spiaggia ciottolosa, acqua immobile, di un verde limpido in cui è inevitabile farsi un bagno di prima mattina. Nel parcheggio, ci scambiamo consigli di viaggio con marito e moglie, camperisti milanesi, e ripartiamo. Poco dopo la strada sale in cima ad una collinona, dove domina il panorama Vathia, uno dei paesi più caratteristici della regione. Molte case torri, le tipiche costruzioni in pietra a più piani, sono state restaurate, e tutto l’insieme si fonde perfettamente col paesaggio circostante. Scendiamo fino a Marmari, ma le tre spiagge, non sono granchè, quindi continuiamo verso sud e arriviamo alla fine della strada. Capo Tenaro, il punto più meridionale dell’Europa continentale, dista circa un chilometro da qui, ed è raggiungibile con un facile sentiero, che fra l’altro passa accanto ai resti di un antico mosaico. Poi da vedere, a parte il faro c’è ben poco. Forse è meglio farsi una bella nuotata nelle acque trasparenti di due piccole baie riparate, proprio sotto al parcheggio. Il contrasto del mare turchese, con il giallo ocra del terreno ondulato che lo circonda, è molto particolare. Il luogo ha proprio un’aria da fine del mondo….Si è fatta l’ora di pranzo, così, raggiungiamo la vicina Porto Kayio, dove ci accomodiamo ad un tavolo sulla spiaggia, e nall’attesa del pesce, ci rinfreschiamo tuffandoci in mare. Scendendo verso questo minuscolo villaggio, ho notato, dall’altro lato del promontorio, una piccola e solitaria caletta che vorrei raggiungere, così da un amico del proprietario, di questa rinomata taverna Ippocampos, che parla un pò d’inglese, mi faccio spiegare come arrivarci. Lascio la macchina vicino ad un gruppo di case abbandonate sul culmine di una collina, e m’incammino giù per un sentiero poco battuto. In dieci minuti mi ritrovo in un posto idilliaco: un piccolo fiordo contornato da lievi promontori tondeggianti, ricoperti di sterpaglie ocra, acqua cristallina e immobile, quiete assoluta. Mi godo un bagno in completa solitudine, e torno a prendere moglie e pargoli, che hanno preferito rimanere sulla spiaggia di Porto Kayio. Soddisfatti delle odierne esplorazioni, rientriamo alla base e ricomponiamo i bagagli, in vista del trasferimento dell’indomani.

Martedi 10/07/2012

Lasciamo la penisola del Mani; Il percorso ci obbliga ad attraversare la città di Kalamata (la più estesa del Peloponneso meridionale), che dopo i silenzi di questi giorni, è un brusco ritorno alla civiltà moderna….Ma noi proseguiamo per la Messenia (il dito anulare della mano del Peloponneso), uno sguardo a Koroni, con la sua fortezza che comunque non ci conquista, un altro a Methoni, più carina, e siamo a Yialova, affacciata sulla baia di Navarino. Abbiamo prenotato quattro notti al Thanos village, che ha diversi appartamenti fra gli olivi. Il nostro è il più in alto e dalla terrazza, si gode di un meraviglioso panorama sulla baia e le isole che la chiudono.

Mercoledi 11/07/2012

Oggi è il compleanno di Simone (9 anni), quindi dobbiamo accontentarlo, rimanendo in piscina. Festeggiamo con un pranzo in terrazza che terminiamo con una bella torta artigianale. Nel pomeriggio, ci concediamo un pò di mare, sulla antistante golden beach, una lunga, stretta e tranquilla striscia di sabbia, sul lato nord della baia di Navarino. La sera andiamo a cena a Yialova, che a parte due o tre taverne, non ha molto di più da offrire.

Giovedi 12/07/2012

Anche stamattina i bambini indugiano in piscina. Al Thanos village (niente in comune con il nostro intendere “village”), ce ne sono due. Una è davvero bella e panoramica, con intorno tanti olivi che ospitano colonie di cicale, il cui canto è ormai diventato la colonna sonora di queste vacanze. Noi insistiamo per andare alla famosa e vicina spiaggia di Voidhokilia. Una striscia di sabbia bianca, fra lo stagno ed il mare, che si arrotola su se stessa, quasi a chiudere un cerchio, che la tiene al riparo dai venti e dalle onde. Questo è anche un luogo di nidificazione delle tartarughe Caretta-caretta, infatti, troviamo le tracce sulla sabbia, e anche il grosso carapace di uno sfortunato di questi rettili. Su uno dei costoni rocciosi che chiudono la baia, sorgono i resti del castello di Navarino; Ci si arriva con un ripido sentiero, ma la fatica è ampiamente ripagata dalle visioni da sogno che il posto offre. Da quasi duecento metri d’altezza, Voidhokilia, appare in tutta la sua bellezza della sua incredibile forma. Pomeriggio obbligato in piscina, che oltre ad essere stupenda, è quasi a nostro uso esclusivo, davvero molto rilassante. La sera andiamo a Pilo. Il paese affacciato sulla baia, è carino. Il tramonto, con il sole che se ne va dietro l’isola, è proprio bello. Ceniamo in una taverna vicina al porto, mangiando bene e spendendo poco. Come sempre.

Venerdi 13/07/2012

Ieri sera abbiamo visto varie agenzie che effettuano escursioni in barca e che affittano imbarcazioni a buon prezzo. Per 40€, noleggiamo una barca a motore per l’intera giornata! Dopo un’essenziale scuola nautica in inglese, si parte. Samuele, il figlio più grande, (11 anni) ha un pò di paura, ma non è molto giustificato, perchè il mare nella baia è riparato dalle isole che ne chiudono il perimetro. Passiamo da un grande arco di roccia e poi ci fermiamo a fare un tuffo, nelle acque verdoline di una piccola cala riparata, piena di grandi stelle marine rosse. La barca ha la tenda per ripararsi dal sole, così mangiamo i nostri panini in mare. La giornata prosegue con altri approdi solitari su minuscole spiagge e bagni meravigliosi.

Sabato 14/07/2012

Dopo un’ultima gustosa colazione servita a bordo piscina, ricevuta in omaggio una bottiglia del loro prezioso olio d’oliva, salutiamo i proprietari e partiamo diretti a nord. Non facciamo fermate per non rischiare di perdere il traghetto. A mezzogiorno siamo a Kilini, un piccolo porto a meno di cento chilometri a sud di Patrasso, dove ci imbarchiamo sul traghetto per Zante. La traversata è breve, circa un’ora e mezza. E’ sabato e la nave è piuttosto affollata. Sull’isola abbiamo prenotato un appartamento al Therrianos village. Paragonabile ad un nostro agriturismo, ma con solo quattro simpatiche casette indipendenti, con la cameretta in mansarda sotto un tetto spiovente in legno (una gioia per i bimbi), sparse in un frutteto, più o meno al centro dell’isola, in posizione strategica per girarla in indipendenza. Facciamo conoscenza con la proprietaria, un’arzilla anziana signora che non parla inglese, ma si fa capire bene, soprattutto quando si presenta con gli squisiti dolcetti che prepara lei stessa. Più tardi conosciamo anche Dimitri, il figlio trentenne, mio omonimo come spesso accade in Grecia. Sono persone molto carine e disponibili. Decidiamo di esplorare i dintorni. A pochi chilometri da qui, ci sono le ampie baie sabbiose di Alykes e Alicanes, luoghi molto turistici e non troppo attraenti, mentre noi ci attendiamo molto di più da Zacinto.

Domenica 15/07/2012

Oggi andiamo a visitare la penisola di Vasilikos, dove si aprono varie spiagge su cui nidificano le tartarughe Caretta-caretta. Raggiungiamo con qualche difficoltà non prevista, la spiaggia di Dafni, l’ultimo tratto di strada infatti, non è per niente agevole. Ci sono molte taverne che offrono gratuitamente sdraio e ombrellone, con la speranza che ciò basti a convincerti a consumare il pranzo da loro, e certamente questo è un ottimo modo anche per noi di prendere due piccioni con una fava, oltretutto mangiamo anche bene…Sulla sabbia, qua e là, trabiccoli di legno, segnalano la presenza di nidi di tartaruga e su ognuno sventola un cartellino con la data di deposizione. Ogni mattina presto, in questo periodo, squadre di volontari, scandagliano queste spiagge, individuando le nuove tracce che le tartarughe hanno lasciato sulla sabbia nella notte, per scavare le buche dove depositano le uova, e quasi ogni giorno c’è qualche novità. L’acqua è bassa e invitante e c’è anche la speranza di incontrare una “caretta”, ma non siamo così fortunati….Il pomeriggio ci spostiamo sulla più famosa Geraki, che è anche più affollata, ma non più bella. In serata passiamo da Laganas, e ci rendiamo conto che quanto abbiamo letto sul suo riguardo, non era esagerato. E’ praticamente una colonia inglese, con mandrie di giovani che affollano, spiagge, strade, pub, con musica a tutto volume che risuona in ogni dove! Il tutto naturalmente condito da fiumi di birra… Facciamo velocemente inversione di marcia e andiamo a cena nel vicino porticciolo di Limni Keri, dove troviamo tutta un’altra atmosfera, calma e rilassata che invita alla contemplazione della grande baia delle tartarughe illuminata dalla luna. Ceniamo in una buona taverna, dove organizziamo la giornata di domani, con un noleggiatore di barche che parla un ottimo italiano e che quindi ci dà tutte le dritte, per andare alla ricerca delle Caretta-caretta, che in questo periodo dell’anno sarebbe un delitto non riuscire a vedere.

Lunedi 16/07/2012

Siamo impazienti ed euforici pensando alla giornatina che ci attende. Il tempo è perfetto per una bella gita in barca a motore in totale autonomia. Salpiamo presto a bordo di un’ottima barchetta con copertura e volante, il mare è piatto e facciamo subito un giro nel golfo, alla ricerca delle tartarughe, ma non riusciamo a scorgerle, così approdiamo sull’isoletta di Marathonissi, con la sua grande spiaggia bianca, disseminata di trespoli segna nidi. Dopo un bel bagno, si riparte e questa volta vediamo, anche se non proprio vicinissima, una testa di tartaruga uscire dall’acqua, ma poi la perdiamo di vista, quindi ci dirigiamo verso capo Keri, costeggiando alte scogliere. Piano, piano, usciamo dal riparato golfo e il mare comincia leggermente a muoversi. In questa parte dell’isola, la costa è moto bella: passiamo sotto un arco naturale e poi raggiungiamo una scenografica spiaggia ciottolosa ai piedi di una bianca scogliera. Ci fermiamo qui per il pranzo a sacco, e naturalmente non perdiamo l’occasione per un bagno rinfrescante in queste verdi e limpidissime acque. C’è anche una piccola grotta che ci divertiamo ad esplorare con la maschera. Ripartiamo decisi a sondare bene il golfo di Laganas. Girellando piano, piano, con pazienza, alla fine, proprio quando stavamo ormai rientrando verso il porto, incrociamo una grande tartaruga, mentre alza la testa per prendere aria, a meno di tre metri dalla nostra barca. Rapidamente inverto la marcia e tra l’entusiasmo generale, la seguiamo. Per un buon quarto d’ora, le stiamo vicini, vicini, e alla fine decido di fare un bagno insieme, solo che invece di entrare in acqua scendendo dalla scaletta, mi tuffo di schianto vicino a lei, che naturalmente si spaventa e in un attimo si immerge in profondità, mettendo fine a quest’incontro straordinario. Alla fine comunque siamo molto soddisfatti, questa giornata rimarrà impressa a tutti noi, probabilmente per sempre.

Martedi 17/07/2012

Anche oggi è una giornata perfetta per uscire in mare, e dato che per domani, le previsioni danno vento forte e noi non ci vogliamo perdere l’altra gita “obbligata” a Zante, quella alla baia del naufragio e alle blu caves, di buon mattino, in macchina andiamo a Capo Skinari, dove fra l’altro ci sono un paio di caratteristici mulini a vento. Da qui, parte il barcone per la baia del naufragio, mentre uno più piccolo, fa un giro fra le grotte azzurre. Mentre saliamo su questa barca, una foca monaca nuota nella piccola baia. Il barcaiolo, la chiama per nome: “Popi, Popi…”, e lei ogni tanto esce a farsi vedere… Incredibile, scovare anche la foca, uno dei rari esemplari rimasti nel Mediterraneo! Nel giro delle grotte, si entra con la barca, in un paio di queste, e si può anche provare il brivido di una nuotata nella poca luce azzurrognola che filtra all’interno. Ritorniamo all’imbarcadero, saliamo su una barca più grande, e partiamo a tutta velocità verso la baia del naufragio. Giriamo intorno alla punta nord dell’isola, da qui in poi, la costa è veramente inaccessibile via terra. Le scogliere sono altissime e a strapiombo. Si aprono alcune insenature che ci fanno credere di essere già arrivati, ma solo quando scorgiamo il navaio, comprendiamo di essere a destinazione. Com’era prevedibile, la spiaggia è assediata da barconi di ogni sorta che scaricano folle di gitanti. Il posto è comunque di una bellezza maestosa, con la scogliera alta oltre duecento metri, che gira intorno alla spiaggia, dove nel bel mezzo, c’è questo relitto in cui si può addirittura entrare! L’acqua è celeste, profonda e non proprio limpida, a causa anche del moto ondoso, che sul lato ovest di Zante, non manca mai. Il tempo di fare il bagno, qualche foto e si riparte più forte di prima. Il mare è mosso e sulla prua della barca si vola per davvero, ma è bello! Torniamo sulla terraferma e andiamo a mangiare in una taverna alta sul mare, proprio in cima alle scale che risaliamo dall’imbarcadero. Come sempre, prendiamo cose diverse, così assaggiamo un pò di tutto, e ne vale la pena! Dopo pranzo Simone, vuole provare le pinne nuove, e la piccola insenatura, dove questa mattina, nuotava la foca, sembra ideale, da quassù poi, ha dei colori veramente invitanti. Così ci godiamo un bello snorkeling in questo angolo tranquillo. La sera la passiamo a Zante città, precisamente a Bohali, che su una piccola altura, domina il porto e la capitale. Che bello godersi la luce del tramonto e il lento calare della notte, seduti al tavolo di una taverna panoramica….

Mercoledi 18/07/2012

Oggi è il nostro ultimo giorno sull’isola, tira vento e il mare è agitato. Mi sà che abbiamo fatto molto bene a fare la gita ieri. Si parte per un giro sulle strade strette e tortuose, della selvaggia e aspra costa ovest dell’isola.Prima meta Kampi. Non c’è molto da vedere, ma sporgendosi dal parapetto dell’immancabile taverna, un mare ribollente, s’infrange con fragore sulle rocce. Sarebbe stato meglio giungere qui sull’ora del tramonto. Proseguiamo verso nord, sulla strada che si snoda più internamente rispetto alla costa. Con un pò di pazienza nel sopportare le curve, arriviamo alla fine della strada, in un piazzale proprio sopra la baia del naufragio. Da un balcone, è possibile ammirarla in tutta la sua interezza, ma per i più temerari, ci sono altri vari punti spettacolari, sporgendomi dai quali a mio rischio e pericolo, da un’altezza di oltre duecento metri, senza protezione e con il vento impetuoso alle spalle, ho provato dei brividi, non proprio causati dal freddo! Ma l’emozione è veramente grande! Assolutamente non consigliabile a chi soffre minimamente di vertigini! La sera assaporiamo la cucina tipica della proprietaria del Therranios, che ci rimpinza con un pò di tutto, mentre passiamo la serata chiaccherando con suo figlio delle vicende greche e italiane. Alla fine siamo invitati a lasciare una traccia sul libro dei commenti e noi tutti vi partecipiamo ben volentieri.

Giovedi 19/07/2012

Una foto con gli ospitali proprietari, un saluto malinconico e presto siamo sul traghetto che ci riporta sulla terra ferma. L’ultimo pranzetto greco lo consumiamo alle porte di Patrasso, dove nel tardo pomeriggio ci imbarchiamo sulla nave della Grimaldi lines per il ritorno a casa. E’ stato davvero un viaggio da ricordare a lungo e un’eperienza nuova soprattutto per i bimbi.



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