Città imperiali, Tangeri e altro ancora
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Come spesso accade, alcuni luoghi hanno meritato la digressione, altri meno, comunque il viaggio (e l’itinerario) nel complesso è stato valido, di seguito ne trovate il diario giornaliero (n.b. i tempi di percorrenza sotto indicati sono al netto delle soste).
1.mo giorno – sabato 5 ottobre: Genova-Roma-Casablanca
L’inizio del viaggio purtroppo non è stato granchè, partendo da Genova alle 7, con cambio a Roma, io e mia moglie Roberta dovevamo arrivare a Casablanca alle 11 ora locale, invece siamo arrivati alle 14 con tre ore di ritardo per una malfunzione all’ impianto di condizionamento dell’ aereo dell’Alitalia.
L’uscita dall’aeroporto è stata poi più lunga del previsto (coda al controllo passaporti, lunga attesa per la consegna dei bagagli e un pò di disorganizzazione al momento del ritiro dell’auto a noleggio), abbiamo anche avuto qualche difficoltà nel trovare l’hotel (Ibis City Center) visto che Casablanca è una caotica e grandissima città; pertanto, anziché avere tutto il pomeriggio a disposizione, abbiamo avuto soltanto il tempo di fare un piccolo giro nei dintorni del nostro hotel x trovare un buon ristorante (la Taverne du Dauphin).
2.do giorno domenica 6 ottobre: Casablanca-Rabat-Khemisset-Meknes 245 Km 3 h e 10 m.
Partiamo da Casablanca alle 8 e alle 11 siamo già a Meknes grazie ad un buon collegamento autostradale. L’hotel (anch’esso Ibis) è facilmente raggiungibile, si trova nella città nuova, vicino alla Medina. Prendiamo possesso della nostra camera e poi usciamo x un primo tour di Meknes, circondata da oltre 25 Km di mura e 20 porte, edificata da Moulay Ismail, qui sepolto, che regnò dal 1672 al 1727. Ci rechiamo in centro (20 min. a piedi) e andiamo subito a visitare il mausoleo di Moulay Ismail (l’ingresso è gratuito ma la mancia al custode è quasi obbligatoria). Proprio di fronte al mausoleo ci sono alcuni negozietti dove i negozianti non sono troppo insistenti, si possono comprare discreti oggetti di artigianato a prezzi convenienti, naturalmente a patto di saper contrattare.
Ultimati gli acquisti passiamo dalla porta Bab el Mansour (la porta imperiale più grande del Marocco) e arriviamo nel cuore di Meknes, Place El Hedim: è bello andarci al tramonto quando la piazza si popola di ambulanti e di bancarelle.
Tornando indietro si riattraversa la porta affacciandosi alla piazza d’armi o mechouar, da qui, sulla destra, in uno spiazzo erboso, si trova un piccolo edificio bianco col tetto di tegole verdi, il Koubat al-Khayattine dove in passato venivano ricevuti gli ambasciatori stranieri (è visitabile assieme ad un granaio sotterraneo ma non è granchè).
Ripassiamo quindi davanti al mausoleo di Moulay Ismail, da lì la strada prosegue diritta per circa 2 km, fiancheggiata da entrambi i lati da altissime mura; costeggiando il palazzo imperiale (il Dar el-Makhzen, ora tra le residenze ufficiali del re) e poi girando a destra arriviamo al bacino Agdal che si affaccia sulle antiche scuderie (potevano ospitare 12.000 cavalli) e sui granai di Heri es Souani. Per visitarli bisogna fare attenzione ad un piccolo cartello che ne segnala l’ingresso, spesso nascosto dalle auto in sosta, che si trova poco prima del bacino Agdal. Concludiamo la giornata cenando nella medina, nell’ottimo Dar Sabrina, e poi torniamo in hotel: la città imperiale però è stata una delusione perché non è visitabile e nemmeno si può vedere visto che è fiancheggiata da altissime mura.
3.zo giorno lunedì 7 ottobre: Meknes-Volubilis-Moulay Idriss–Meknes 60 Km. circa 1 h.
La giornata è dedicata ai dintorni di Meknes cioè alle rovine romane di Volubilis e alla città santa di Moulay Idriss. Il sito di Volubilis è molto bello ed esteso, ma con indicazioni poco chiare: avendo tempo si può visitare da soli, altrimenti si può prendere una guida a circa 100 DH, alcune parlano anche italiano. Il biglietto costa 20 DH e il parcheggio 5, il sito è aperto dalle 8 al tramonto. Purtroppo i bei mosaici sono esposti alle intemperie, sarebbe opportuno ripararli quantomeno con una tettoia! Tornando indietro, poco distante, una strada sulla sinistra sale a Moulay Idriss: è una cittadina che si erge su una collinetta a 550 mt., fondata nel 788 d.C. da Moulay Idriss, del quale c’è il mausoleo; nella piazza dei bus c’è un mercato, ma la cosa più bella di Moulay Idriss è inerpicarsi per le ripide viuzze sino a raggiungere la “petite terrasse”, un punto panoramico da cui si vede il mausoleo e la moschea dai tetti di maiolica verde. La visita dura poco più di un’ ora perché, vista a parte, non c’ è nient’ altro che meriti la digressione, considerando che il mausoleo e la moschea non sono visitabili dai non musulmani.
Ritorniamo a Meknes e, avendo ancora tempo, andiamo a visitare il museo Dar Jamai, bel palazzo ottocentesco in stile moresco (orario 9-17, giorno di chiusura martedì).
4.to giorno martedì 8 ottobre: Meknes-Azrou-Michliffen-Ifrane-Imouzzer-Fes 223 Km 3 h 10 min.
N.B. I Km comprendono il tratto Azrou-Michlifen A/R pari a 42 Km.
Dedichiamo la mattinata alla visita della Medina di Meknes: partiamo da Place el Hedim, dando le spalle alla grande porta di Bab Mansour, sulla sinistra, c’è un pittoresco mercato coperto.
Passando per rue Sidi Amar arriviamo alla Grande Moschea (purtroppo non visitabile), in compenso visitiamo la vicina Medersa Bou Inania del XIV sec. Continuiamo la visita esplorando il souk delle pantofole, quello dei tessuti e quello dei tappeti arrivando al souk degli strumenti musicali e alla moschea Berdaine, vicino all’omonima porta: attenzione però a non perdersi, personalmente ho faticato ad orientarmi più qui che nella medina di Fes, dove invece ci sono parecchie indicazioni. Più distante, dalle parti di Place el Hedim, c’è anche la porta di Bab el Khemiss, unica vestigia del quartiere dei giardini, che si apre sull’ antica Mellah; costruita dal 1061 al 1147, è conosciuta come porta del giovedì perché è vicina al mercato dei cammelli che si teneva proprio al giovedì.
Verso le 12 passiamo dall’hotel a ritirare le valigie, prendiamo l’ auto e ci rimettiamo in viaggio.
Passiamo per El Hajeb e Ito (una zona di vulcani spenti) e dopo 67 Km arriviamo ad Azrou, cittadina a 19 Km da Ifrane, con 32.000 abitanti e a 1250 mt.; facciamo un breve giro a piedi per il paese ma non ci sono punti di interesse, pertanto riprendiamo l’auto e ci dirigiamo a Michlifen, località sciistica a 21 Km da Azrou; usciti da Azrou si prende la strada x Midelt e, dopo circa 11 Km, sulla sinistra, c’è il bivio x Michlifen, una località sciistica a 2036 mt. situata nel cratere di un vulcano, però non merita, ci sono soltanto un albergo, una casa, due skilift e due piste di poche centinaia di mt.!
Torniamo indietro e poco prima di Azrou prendiamo la strada per Ifrane, dopo pochi Km. una deviazione segnalata da un piccolo cartello conduce, in meno di 8 Km., al cedro Gouroud (ha preso il nome dal francese che lo scoprì) nel mezzo di una foresta di cedri; l’ albero ha circa 750 anni, è alto 40 mt. e ha una circonferenza di 9 mt.; purtroppo è morto pochi anni fa, ha quindi perso parte del suo fascino, essendo ormai spoglio.
In compenso c’ è una vivace colonia di scimmie, presente in due soli posti al mondo, che fornisce una nota insolita.
Continuiamo x Ifrane, una cittadina con 8.000 abitanti a 1650 mt., chiamata la Svizzera marocchina x le sue case dai tetti spioventi (anche qui c’è una lussuosa residenza del re), e infine, passando x Imouzzer a 1345 mt., raggiungiamo Fes nel tardo pomeriggio; pernottiamo all’ hotel Ibis che si trova nella ville nouvelle vicino alla stazione ferroviaria.
5.to giorno mercoledì 9 ottobre: Fes
Dedichiamo l’intera giornata alla visita di Fes, fondata nell’808 da Moulay Idriss II; partiamo dall’hotel di buonora anche perché dalla ville nouvelle, costruita dai francesi, al centro storico ci sono più di 20 min. a piedi.
Iniziamo con la visita di Fes el-Jdid: si parte da place des Alouites raggiungendo il gigantesco palazzo reale con le porte con pannelli in oro, poi si attraversa la nuova medina del XIV sec. con la grande moschea e i templi del quartiere ebraico (mellah); si passa la porta Bab Sammarine e ci si immette nella pittoresca rue Fes El Jdid, girando poi a destra incontriamo i bei giardini Jnan Sbil nei quali facciamo una piacevole passeggiata.
Continuando entriamo nella medina di Fes el-Bali (è facile da visitare, ha due vie principali e parallele, Talaa Seghira e Talaa Kebira, nelle quali si sbuca ripetutamente) attraverso la porta Bab Boujloud dove stazionano diverse guide abusive che offrono i loro servizi, noi ne abbiamo preso una al costo di 100 DH x circa 3 ore, comunque, avendo un discreto senso dell’ orientamento, se ne può fare a meno anche perché nella medina ci sono parecchie segnalazioni, ad ogni modo, se non volete guide, dite un no deciso, ma gentile, del tipo la shukran (no, grazie).
Nelle vicinanze si può visitare il Dar Batha (un palazzo che ospita il museo delle arti marocchine), noi ci dirigiamo alla medersa Bou Inania (visitabile, è una delle più belle e importanti scuole coraniche del Marocco), poi proseguiamo x Talaa Kebira incontrando il souk dei falegnami e la Zaouia con i resti di Moulay Idriss II (è vicina a piazza Nejjarine, risale al 1437, opera dei Merinidi), purtroppo anche questa non è visitabile.
Arriviamo a Place Nejjarine (vicino alla Zaouia e alla Bou Inania) dove ci sono una fontana con stucchi e mosaici e un’antico foundouk (magazzino) attualmente sede del museo dell’artigianato ligneo dalla cui terrazza si gode una bella vista della medina, c’è anche un punto di ristoro dove servono tè; poi incontriamo il piccolo e caratteristico suq dell’hennè.
Proseguiamo x il souk El Attarine (spezie) vicino al quale si trova la medersa El Attarine (è visitabile ed è molto bella, fu costruita dal sultano Abu Said tra il 1323 e il 1325, dalla terrazza si gode una bella vista della Zaouia di Moulay Idriss II e del cortile della moschea Qaraouiyyine, ma purtroppo ora non ci si può salire a causa di alcuni lavori); una volta usciti ci si può far accompagnare sulla terrazza di un vicino negozio di tappeti per ammirare la Moschea e l’Università Karaouiyyine dall’alto (fu fondata nell’859 o 862 da una donna, Lalla Fatma Beut Mohammed El Fehi, ospita l’ università di Fes, la più antica con quella del Cairo, al solito, i non musulmani non possono entrare).
In basso c’è la più recente medersa Cherratine anch’ essa visitabile, dirigendosi verso l’ oued Fes ci si imbatte nel souk dei tintori e poi in quello del bronzo e dell’ argento che si trova in piazza Seffarine.
In questa piazza ci si arriva anche dall’alto, costeggiando prima le mura dell’università e poi puntando verso il basso.
In piazza Seffarine (c’è l’omonima medersa che è la più antica di Fes ma non è visitabile) gli artigiani cesellano il ferro ed il rame in un frastuono assordante e si possono ammirare enormi piatti che vengono affittati x i matrimoni. Più in alto, sempre costeggiando l’oued, c’è il souk dei conciatori, immersi in grandi vasche per lavorare le pelli (N.B. dalle terrazze soprastanti si possono fare belle foto). Attraversato l’oued si accede al quartiere degli andalusi con la moschea degli Andalusi (capolavoro di arte moresca, fondata nell’ 861 e con un bellissimo portale) e la medersa Sahrij, una scuola coranica del 1321 non visitabile.
La medina, dopo le 21, può essere pericolosa, invece nella parte nuova, con molti locali e hotel, si può girare senza pericolo; noi abbiamo cenato al ristorante Aladino, all’inizio della via davanti alla stazione e vicinissimo all’ hotel Ibis, non è da gourmet però si mangia discretamente e con prezzi minimi.
6.to giorno giovedì 10 ottobre: Fes (mattina) e dintorni (pomeriggio) Km 214
Di buonora andiamo al Borj Nord, una roccaforte su un’altura che ospita il museo delle armi, non è nulla di eccezionale ma si gode di un bellissimo panorama sulla Medina di Fèz, stessa cosa dal vicino hotel Les Merinides e dalle tombe dei Merinidi, un antico complesso tombale ormai in rovina; poi proseguiamo x il palais Jamai, antico palazzo ora diventato un lussuoso albergo Sofitel.
Da qui andiamo alla stazione termale di Sidi Harazem (si segue la strada x Taza, dopo qualche Km c’è una deviazione sulla destra): è carina ma non è imperdibile. Continuando si arriva a Sefrou, cittadina a 800 mt. con 40000 ab. fondata nel VII sec. dove ci sono da vedere le cascate e una piccola medina che purtroppo ha perso molto del suo folklore perché quasi tutti i banchi vendono articoli moderni. Poiché sui vari depliants turistici presi a Fes venivano pubblicizzate le gole dell’ oued Sebou, decidiamo di andarci seguendo la strada x El Menzel; le gole x esserci ci sono (qualche Km prima di El Menzel) peccato che si intravvedano solo in lontananza e che non ci si arrivi vicino, ergo non vale la pena fare più di 40 Km A/R x vederle da distante. Pertanto torniamo indietro verso Fes e facciamo l’ultima sosta della giornata a Moulay Yacoub (altra stazione termale con bagni turchi): a qualche Km da Fes bisogna girare a sinistra.
Questa località è stata la più bella della giornata, non tanto per le terme in sè, quanto per il bel panorama che si incontra qualche Km. prima, una distesa di colline di color giallo vivo (sembra di essere in un quadro di Van Gogh) punteggiate da qualche macchia bianca a significare la presenza di alcuni piccoli villaggi.
7.mo giorno – venerdì 11 ottobre: Fes- Taza – Al Hoceima 376 Km 7 h
Fes-Gorges du Zireg-Abisso di Friulato-Taza 210 Km 3 h e 40 min. Taza – Al Hoceima 166 Km 3 h e 20 min.
Partiamo prima delle 8 per effettuare il percorso più lungo e impegnativo del viaggio. Col senno di poi o conoscendo in anticipo lo stato delle strade (quella da Taza ad Al-Hoceima è un vero disastro), una volta visitata Taza sarei ritornato, tramite la veloce autostrada, a Fes dove avrei quindi pernottato un’ altra notte.
La mattina seguente avrei puntato direttamente su Chefchaouen raggiungibile da Fes in meno di quattro ore (ci sono 217 Km.), avrei così avuto più tempo per visitare meglio sia Chefchaouen (merita davvero!) che Tetouan.
Usciamo da Fes e prendiamo l’autostrada x Taza, purtroppo alle uscite non vengono segnalati le Gorges du Zireg e il parco del Tazzeka (sono a circa metà strada tra due uscite), usciamo alla seconda e poi torniamo indietro sulla statale, non senza qualche difficoltà a trovare la strada giusta che si inerpica attraverso la gola. Il tratto migliore delle gorges è quello iniziale, poi una fitta boscaglia ai bordi della strada impedisce di vederle bene.
La strada è molto tortuosa e sale abbastanza in alto, con tratti sui crinali che offrono bei scorci sulle montagne su cui svetta il monte Tazzeka, alto 1980 mt., da cui prende il nome l’ omonimo parco: una strada sterrata di 9 Km., sulla sinistra, conduce in cima a questo monte ma è percorribile solo con un buon fuoristrada, noi proseguiamo incontrando il villaggio (con i tetti spioventi) di Bab Bou Idir e finalmente, intorno alle 11, arriviamo al Gouffre (abisso) di Friulato.
Questo abisso è l’attrazione più interessante della giornata, di seguito vi fornisco alcuni consigli che, purtroppo, non trovate sulle guide turistiche.
1) Sino in fondo all’abisso si può andare da soli, volendo proseguire x visitare il sistema di grotte che si diparte da lì (sono 4 Km) è invece obbligatorio essere accompagnati da una guida che costa 200 DH cioè circa 18 €.
Poiché le grotte, dalle foto che avevo visto, sembravano molto belle, decidiamo di prendere la guida per visitarle.
2) Scendere sino in fondo non è difficoltoso, ci sono gli scalini ed una ringhiera, attenzione però perché la risalita, se non si è allenati, può essere abbastanza faticosa visto che ci sono quasi 200 mt. di dislivello.
3) Per andare oltre, cioè addentrarsi nelle grotte, è assolutamente indispensabile avere una pila del tipo frontale (si possono noleggiare all’ingresso); io non lo sapevo ed avevo portato una classica torcia a mano ma poi ho avuto qualche difficoltà perché le mani servivano entrambe per tenersi.
4) Nelle grotte è abbastanza freddo, occorre avere una giacca a vento leggera o una felpa.
5) Entrare nelle grotte non è facile, ci sono alcuni passaggi angusti e ci si sporca di fango, pertanto andateci con scarponcini, una cerata o cmq una giacca a vento lavabile e dei vecchi jeans.
6) Difficilmente avrete la forza e la voglia di percorrere tutti e 4 i Km. dell’intero percorso, io ho fatto meno di un Km. e poi ho chiesto alla guida di tornare indietro anche perché l’ unica luce è quella della torcia e quindi non si riescono a vedere molto bene le meraviglie di queste grotte che sono invece ben riprodotte in foto scattate con la luce di flash professionali.
Alle 13 siamo fuori, ci diamo una ripulita dal fango per quanto possibile e proseguiamo per Taza.
Lungo la strada ci sono delle cascate ma, non piovendo abbastanza, sono asciutte e quindi non andiamo a vederle.
Taza, a 580 mt. e con circa 80000 ab., risale all’VIII secolo ed è cinta di mura visto che in passato è sempre stata un passaggio obbligato per tutti gli eserciti, i romani e gli arabi passarono da qui per conquistare il Marocco.
Ne visitiamo la medina dove ci sono una medersa merinide e una grande moschea realizzata dal sultano almohade Abd el-Moumen con un minareto duecentesco: purtroppo non si possono visitare per il solito discorso dell’ accesso vietato ai non musulmani.
Terminata la visita cerchiamo le indicazioni per Al-Hoceima ma non ce ne sono, chiediamo allora alla gente del posto, in particolare ad un vigile che però ci dà indicazioni errate, finalmente riusciamo a trovare la strada ma ci aspetta una sgradita sorpresa: a causa dei lavori di costruzione della nuova strada, quella attuale si è trasformata in un cantiere, per i primi 50 Km. si procede su molti tratti sterrati e con strettoie ad una velocità media di 30-40 Km./h.
Peccato che i lavori non fossero stati minimamente segnalati, arriviamo quindi ad Al-Hoceima che è buio, essendo quasi le 8 di sera, fortunatamente troviamo subito l’ hotel Perla, dotato anche di ristorante; vi ceniamo e poi andiamo subito a nanna, stanchi x la faticosa tappa.
8.vo giorno sabato 12 ottobre Al Hoceima-Oued Laou-Chefchaouen Tetuan-Tangeri 375 Km 6 h
El Hoceima- Chefchaouen via costa 250 Km Chefchaouen -Tetouan 65 Km. Tetouan-Tangeri 60 Km.
N.B. Dai Km. totali sono stati tolti 10 Km. A/R per la deviazione a Tamuda.
Sveglia alle 6.30, dopo un breve giro di Al Hoceima (bella cittadina sul mare) verso le 8 partiamo x raggiungere Chefchaouen lungo la strada costiera che è migliore rispetto alla strada interna ed inoltre offre bei paesaggi su una costa quasi sconosciuta al turismo e con splendide spiagge: purtroppo arrivati a Oued Laou, dove c’ è il bivio per Chefchaouen, c’è un mercato, che si tiene lungo la strada principale (incredibile ma vero) intasandola completamente, che ci fa perdere più di mezz’ora e quindi arriviamo a Chefchaouen alle 13.
Chefchaouen è una piccola città arabo-andalusa a 610 mt., fondata da Moulay Ali Rachid nel 1471, molto suggestiva e caratterizzata dal colore azzurro delle case: c’è una fortezza, sei moschee, un museo, due piazze molto caratteristiche (Outa el Hammam e el Makhzen) e una medina che è un vero paradiso x gli amanti della fotografia.
Nelle sue vie azzurre e bianche, con bei negozietti, si possono inquadrare scorci bellissimi, oltre a tutto non è vero, come ho letto in un altro resoconto, che i venditori sono insistenti, in altre città del Marocco lo sono di più.
Riguardo poi alla scontrosità degli abitanti, restii a farsi fotografare, voglio solo far rilevare che, forse, anche a noi darebbe fastidio essere fotografati da estranei, quantomeno senza avercene chiesto il permesso.
Questa cittadina meriterebbe una visita di almeno mezza giornata, purtroppo abbiamo ancora molta strada da fare e quindi, dopo un paio d’ore, alle 15 ripartiamo alla volta di Tetouan.
Anche Tetuan (300.000 ab.), con 17 moschee (Sidi es Saidi è la principale), i souk, la casba, la porta di Bab el Remouz, il museo del folklore ed il museo archeologico con i mosaici di Lixus, avrebbe meritato più tempo per la visita, noi riusciamo a fare soltanto un giro dei souk nella città vecchia e a vedere l’ ennesimo e lussuoso palazzo reale.
Ripartiamo per andare a vedere le vicine rovine romane nel villaggio di Tamuda, purtroppo neanche il vigile di servizio a Tamuda riesce a fornirci le indicazioni per raggiungerle, pertanto, un pò delusi, non ci resta che puntare su Tangeri dove arriviamo intorno alle 7 di sera.
Tangeri è una città molto caotica, specie alla sera, inoltre, col buio, abbiamo qualche difficoltà in più a trovare l’ hotel Ibis che raggiungiamo soltanto alle 8; essendo abbastanza stanchi, decidiamo di cenare nel ristorante dell’ hotel dove c’è la possibilità di scegliere diversi menu, optiamo per quello che prevede un buffet iniziale e carne alla griglia che si rivela più che accettabile.
9.no giorno domenica 13 ottobre Tangeri
Anzitutto ci dirigiamo alle grotte di Ercole (ingresso 5 DH, dalle 8 al tramonto, seguire le indicazioni x Rabat e dopo circa 13 Km girare a destra); dalla grotta, verso l’esterno, c’è uno scorcio che assomiglia ai contorni dell’ Africa.
A circa 2 Km. sulla costa, verso sud, si trovano le rovine di Cotta, un sito romano del II secolo d.C. dove si produceva il garum, una sorta di salsa di pesce; una cisterna e un piccolo stabilimento sono tutto ciò che è rimasto, però il sito non è visitabile perché uno sceicco ha la villa (con un muro giallo) lì vicino e le guardie non fanno avvicinare.
Pertanto, usciti dalla grotta, andate direttamente a Cap Spartel (ci sono le indicazioni, è a qualche Km. sulla costa, verso Tangeri); separa il Mediterraneo dall’Atlantico, di fronte c’è Gibilterra e nei dintorni ci sono belle spiagge. Rientriamo a Tangeri per visitare la città vecchia e posteggiamo l’auto in un parcheggio vicinissimo a Place 9 Avril.
Iniziamo con un giro del porto, poi entriamo nella medina, completamente cinta di mura, e saliamo sino al punto più alto, dove c’è la Kasbah, per vedere il museo archeologico ospitato nel palazzo Raisum (o Dar el Makhzen).
Poi passeggiamo per le vie della medina facendo qualche acquisto negli innumerevoli negozietti e arriviamo al Petit Socco, una caratteristica piazzetta con caffè e ristoranti che è il centro pulsante della medina, anche se ormai è molto turistica e ha perso parte del fascino legato ai suoi trascorsi internazionali come centro del peccato e della licenziosità: usciamo dalla medina passando dal Gran Socco (una piazza molto più grande, con bar ed un mercato) e riprendiamo l’auto per rientrare in hotel.
Una breve sosta per una doccia e per cambiarci e siamo di nuovo fuori, però questa volta prendiamo un petit-taxi perché, memore del traffico caotico della sera prima, voglio evitare di guidare, oltre a tutto i petit-taxi costano veramente poco, paghiamo 20 DH, cioè meno di 2 €, naturalmente sempre previa contrattazione iniziale.
Ci facciamo portare al ristorante Saveur de Poisson (è vicino alla medina, a fianco dell’ hotel Menzà), segnalato fra i migliori di Tangeri da Trip Advisor.
Al ritorno prendiamo un taxi (pagheremo la stessa cifra dell’andata) nella vicina piazza del Gran Socco, faticando un pò perché non ci sono file di attesa, ogni taxi in arrivo scatena scene da assalto alla diligenza, per cui bisogna entrarci abbastanza di prepotenza; comunque alla fine rientriamo in hotel, soddisfatti dell’ottima cena a base di pesce.
10.mo giorno lunedì 14 ottobre Tangeri-Asilah-Lixus-Larache-Casablanca 360 Km, circa 4 h e 30
Tangeri-Asilah 49 Km.; Asilah-Larache 48 Km.; Larache-Rabat 153 Km.; Rabat-Casablanca 110 Km
Anche oggi ci aspettano parecchi Km. ma il collegamento tra Tangeri e Casablanca è totalmente autostradale. Noi percorriamo il primo tratto su strada statale perché vogliamo visitare Asilah e Larache, per poi immetterci in autostrada in quest’ultima località. Asilah è una cittadina con un passato antichissimo che risale all’ epoca cartaginese, ci si insediarono poi i romani e successivamente gli arabi, ma le vestigia più importanti, le mura, risalgono al periodo portoghese. Noi ci siamo arrivati alla mattina presto e in giro non c’era nessuno pertanto è stato piacevole scattare foto sui bastioni e nelle stradine deserte; c’è anche un bel palazzo (il palais de Raissouli) ma purtroppo non è visitabile.
Terminata la nostra passeggiata di poco più di un’ora riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso Larache; qualche Km. prima ci sono le rovine di Lixus, (fu fondata dai fenici nell’VIII sec. a.C. e conquistata dai romani nel 40 d.C.), purtroppo non sono segnalate, anzi sulla strada principale c’è un cartello, sulla destra, che segnala il nuovo centro di Lixus, non seguitelo perché porta ad un centro residenziale chiamato Lixus e non alle rovine; proseguite invece sulla statale per 1 o 2 Km finchè, sulla destra, non vedrete alcune rovine recintate, arrivati all’ angolo della recinzione girate subito nella stradina a destra, ci sono alcune guardie ed una piccola entrata (provvisoria) segnalata da un cartello.
L’ ingresso è gratuito ma il sito non è paragonabile a quello di Volubilis (ad es. non ci sono mosaici), è abbastanza bella la vista che si gode dall’ alto del colle ma se non siete appassionati di “pietre antiche” potete tralasciare questo sito.
Conclusa la visita, di poco più di un’ora, in pochi minuti raggiungiamo Larache e ci dirigiamo subito al museo archeologico situato in una piccola fortezza spagnola di fronte ad uno degli ingressi della medina; purtroppo il museo è stato chiuso definitivamente e i reperti, in gran parte provenienti dagli scavi di Lixus, sono stati trasferiti a Tangeri.
Facciamo allora un breve giro nella piccola medina e poi prendiamo l’ autostrada per Rabat, essendo ancora presto, usciamo dall’ autostrada e andiamo a Salè, affiancata a Rabat e anticamente covo di pirati, per vedere le mura che la circondano dopodiché ci rimettiamo in viaggio e arriviamo in hotel a Casablanca alle 7 di sera.
Posiamo i bagagli e, con l’auto, raggiungiamo il Rick’s Cafè (il cui ambiente ricorda il celebre ritrovo del film Casablanca) per cenare.
11.mo giorno martedì 15 ottobre Casablanca-Roma-Genova
Abbiamo l’aereo alle 11, ci alziamo prima delle 8 e andiamo direttamente verso l’ aeroporto, lungo la strada ci fermiamo a far colazione in una pasticceria. In aeroporto arriviamo alle 9.30, consegnamo l’ auto e ci imbarchiamo sul volo per Roma, infine arriviamo a Genova in perfetto orario concludendo così questo bel viaggio.
Considerazioni sul viaggio
Per me e Roberta questa era la seconda volta che andavamo in Marocco, il primo viaggio ci era piaciuto di più (avevamo visitato Casablanca, Rabat, El Jadida, Essauira, Marrakech, l’ alto Atlante ed alcune kasba) principalmente per i paesaggi del sud fatti di cieli azzurri e limpidi e di tutti i toni gialli-ocra delle rocce, della sabbia e dei Ksar.
Quest’ultimo viaggio prevedeva, a parte le due città imperiali di Meknes e Fes che valgono quasi da sole il viaggio, un Marocco “minore” con alcune località molto belle (Chefchaouen su tutte) ma con altre che si sono rivelate trascurabili, ad es. Azrou e Larache.
Col senno di poi, rivedendo l’itinerario, si sarebbe potuto guadagnare un giorno dedicandolo ad una maggior scoperta della costa mediterranea oppure alla visita più approfondita di Tangeri o delle due enclave spagnole di Ceuta e Melilla.
Ciò non toglie che il viaggio ci sia piaciuto e che ci abbia consentito di ampliare le nostre conoscenze del Marocco.
L’unica nota dolente è costituita dal fatto che, come già scritto, molti monumenti, tipicamente le moschee ma non solo, sono chiuse ai non musulmani e quindi è un pò come se, qui da noi, non si potesse entrare nelle chiese che, in qualsiasi città, costituiscono, da sole, una grossa fetta del patrimonio artistico.
Anche i musei, per quanto ci sia uno sforzo per esporre gli oggetti secondo percorsi e criteri museali di concezione moderna, sono pochi e poco valorizzati, se non addirittura chiusi come il museo di Larache.
Bisogna anche ricordarsi del fatto che in Marocco il venerdì è festivo.
Per quel che riguarda le strade, a 18 anni dal nostro primo viaggio, sono migliorate notevolmente, ad es. l’ autostrada da Casablanca arrivava a Rabat, adesso arriva sino a Tangeri.
L’ affabilità e la disponibilità delle persone è invece rimasta, fortunatamente, invariata, ovviamente è d’ obbligo rispettare i loro costumi e le loro usanze religiose.
Di seguito elenco gli hotels ed i ristoranti in cui siamo stati (li ho anche recensiti su Trip Advisor), non esitate a contattarmi, per consigli e/o chiarimenti, il mio E-mail è francogigante1953@gmail.com
HOTELS
Casablanca: IBIS Casablanca City Center Angle Zaid Ou Hmad Rue Sidi Belyout 20190 CASABLANCA
Tel. (+212)0520484970 E-mail H6573@accor.com Prezzo 1 notte 490 MAD+26,40 MAD x tassa di soggiorno.
Meknes: IBIS Meknes Avenue des F.A.R 50000 MEKNES Tel. (+212)0532110281 – E-mail H3362@accor.com – Prezzo 2 notti 73,7 € + 44 MAD x tassa di soggiorno.
Fes: IBIS FES Avenue des Almohades Place de la Gare 30000 FES Tel. (+212)0532110282 E-mail H2033@accor.com – Prezzo 3 notti 1180,05 MAD+79,2 MAD x tassa soggiorno.
Al Hoceima: La Perla Av. Tarik Ibnou Zaiad 32000 AL HOCEIMA – Tel. (+212)539984513 Prezzo 1 notte 750 MAD
Tangeri: IBIS Tanger City Center Lotissement Tanger Offshore Plazza 90000 TANGER – Tel. (+212)0531060564 – Prezzo 2 notti 828 MAD
Casablanca (ultima notte): IBIS Casablanca City Center – Prezzo 1 notte 562,5 MAD+26,4 MAD x tassa di soggiorno
RISTORANTI
Casablanca:Taverne du Dauphin 115, President Felix Houphonet Boigny (si trova all’ inizio della medina di Casablanca, appena sopra l’ IBIS, a sinistra) speso in due circa 700 MAD mangiando bene (pesce e frutti di mare).
Rick’s cafè 248, Boulevard Sour Jdid (si fa il Blv des Almohades sino al ristorante la SQALA, si prosegue x circa 200 mt. e poi si gira a sinistra) tel. 212 22 274207/08, è bene prenotare.
Propone cucina mediterranea, circa 40 € a persona, è tra i primi locali di Casablanca, vale soprattutto per l’ ambiente.
Meknes: Dar Sabrina speso in due meno di 300 MAD, si mangia molto bene, però è nella medina e non è facile da trovare, quindi consiglio di inviare un E-mail (o di telefonare) alla proprietaria francese, Sabrina, che vi viene a prendere in un posto facile da trovare.
Fes: Aladino in due si spende 150 MAD al max, consiglio la brochette mista.
Al Hoceima: La perla, 200 MAD in 2 senza infamia e senza lode
Tangeri: ristorante dell’ IBIS con cena a buffet (150 MAD a persona), molto buona la carne alla griglia.
Saveur de Poisson, Escalier Waller 2 (si trova a fianco dell’ hotel Menzà, si deve scendere una scalinata) prezzo fisso 200 DH, cucina marocchina a base di pesce, è ai primi posti tra i ristoranti di Tangeri tel. 5 39 336326