Un posto per tutti a New York City
Ho imparato che a New York ognuno può trovare il proprio posto. Forse è questo uno degli aspetti newyorkesi che mi è piaciuto di più. È una città che offre talmente tanto e in talmente tanti modi diversi che è difficile non potersi cucire addosso il proprio abito da queste parti. Puoi trovare la quiete dei parchi pubblici (magici nei colori autunnali) o le luci stroboscopiche di Times Square, una tranquilla libreria in una strada secondaria dove bere un caffè (ovviamente annacquato!) così come locali all’ultima moda dove sfilare come fossi sul red carpet, puoi fare indigestione di alcune delle più belle opere d’arte del mondo così come perderti tra le vetrine scintillanti della 5th Avenue.
Ho imparato che a New York è tutto grande, big, esagerato, ogni cosa sembra sempre alla ricerca di un primato…e questo a volte è un bene a volte è un male…ma nonostante questo a Manhattan puoi spostarti con facilità con i mezzi pubblici e anche a piedi e non sentirti poi così spaesata.
Ho imparato che qui non importa quanto sei strano, non importa come ti vesti, non importa il colore dei tuoi capelli…nessuno ti noterà per le strade di New York, perché anche la cosa più stralunata che tu possa fare probabilmente qualcuno lì l’ha già fatta molto prima di te!
Ho imparato che pur nella sua frenesia, confusione, spersonalizzazione anche questa città può regalare squarci di grande umanità. Ho impressa nella mente e nel cuore l’immagine di una famiglia che pranza insieme al fast food o quella di un giovane che offre qualcosa da mangiare ad un senza tetto alla fermata della metro o della signora sull’autobus che ci vede con la cartina in mano e ci offre il suo aiuto per trovare la strada o della ragazza all’uscita dal Madison Square Garden che ci regala la maglietta dei Knicks o l’immagine del matrimonio a Central Park o, infine, l’immagine del tifo e del calore del pubblico per i corridori disabili della Maratona. Sono questi sguardi, questi gesti, questa umanità e questi momenti di tenerezza uno dei ricordi più belli che “riporto a casa” da questo viaggio.
Quel che è certo è che sentirò sempre un legame a doppio filo con New York City, che in ogni caso prima o poi dovrò tornarci perché ci sono ancora milioni e milioni di cose che vorrei vedere e che avrò sempre un debito di riconoscenza nei confronti di questa città (e delle mie compagne di viaggio naturalmente!) perché mi ha regalato in un momento difficile attimi di vera serenità, fiducia e libertà.
P.s. A breve l’itinerario di viaggio!