Il nord della Spagna
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IL NORD DELLA SPAGNA
Martedì 29 ottobre: ROMA – BILBAO – BURGOS ( km 170 – 1h.40m )
Arrivo con volo Lufthansa all’aeroporto di Bilbao alle h. 17,40 dove ritiriamo una monovolume per 7 persone presso l’autonoleggio Atesa. L’emozione dei partecipanti sarà grande nel mettersi ancora una volta alla prova con la temibile imprevedibilità dei viaggi itineranti.
Lasciandoci alle spalle i Paesi Baschi, percorreremo prima in direzione sud l’autopista AP 68 e a seguire, piegando verso ovest, la AP1 per complessivi 170 km. In poco più di un’ora e mezza di viaggio raggiungiamo la prima tappa del nostro tour, l’antica città di Burgos.
Nella città castigliana la comitiva alloggerà presso il Boutique Hotel Fernan Gonzales, albergo centralissimo ma dal gusto spiccatamente kitsch. Non potranno non colpire infatti gli arredi eccessivi, i drappi e velluti rossi di un gabinetto rococò, i tendaggi damascati nonché la profusione di stucchi d’oro e d’argento. Insomma, la stessa sobrietà di una casa di tolleranza.
Qualche minuto a disposizione delle signore per un’incipriata ed un cambio di mise e poi pronti per la nostra prima notte brava alla ricerca di un locale dove brindare in onore del Cid, il più illustre abitante di questi luoghi.
Mercoledì 30: BURGOS – LEON ( km 180 – 1h.45m )
Una sana e corroborante colazione sarà consigliabile se è vero quanto recita la guida in mio possesso: “per la sua posizione isolata su un altipiano di circa 900 metri d’altezza, Burgos è sovente esposta ai rigori dei gelidi venti invernali”.
La giornata sarà interamente dedicata alla visita di quest’importante capoluogo, disseminato di monumenti e chiese, testimonianza viva della sua intensa storia. Fondata nell’ 884, Burgos ha giocato un ruolo politico e militare assai importante nella storia spagnola. Punto di partenza della riscossa e dell’unificazione della Spagna, dal 1073 è stata la capitale dei Regni uniti di Castiglia e Leòn fino alla cessione del titolo a Valladolid dopo la resa di Granada nel 1492. All’oblio politico corrispose però un notevole dinamismo commerciale ed artistico. Nel XV e nel XVI secolo infatti, come molte altre città castigliane, si arricchì con il commercio della lana i cui proventi vennero usati per finanziare buona parte delle splendide opere d’arte ed architettoniche ancora oggi presenti in città. Architetti e scultori, provenienti soprattutto dal nord Europa, le diedero un’impronta gotica: Burgos diventa allora la capitale del “gotico spagnolo” di cui fulgido esempio ne sono la Cattedrale, il Monastero della Huelgas e la Certosa di Miraflores. Persino il Generalissimo Franco, non proprio un sensibile estimatore dell’arte, scelse Burgos quale suo quartier generale durante la sanguinosa Guerra Civile del ‘36.
La visita non può che iniziare attraversando il Ponte di Santa Maria. Da qui, oltrepassato il fiume Arlanzòn, incrociando l’Arco di Santa Maria (porta dell’antica cinta muraria la cui facciata fu modificata nel XVI sec. per diventare arco di trionfo in onore di Carlo V) si giunge al quartiere vecchio.
Mi limiterò a fare un succinto elenco dei monumenti della città.
La Cattedral de Santa Maria, le cui grigie guglie sono visibili da ogni parte della città. Una delle più belle cattedrali spagnole, la terza in ordine di grandezza dopo Toledo e Siviglia, è un capolavoro del gotico maturo.
La Casa del Cordòn. Edificata nel XV sec. per i conestabili di Castiglia, la dimora ostenta ancora oggi sulla facciata il grande cordone francescano da cui deriva il nome. I re cattolici vi ricevettero Colombo al ritorno dal suo secondo viaggio; qui morì improvvisamente Filippo il Bello per un’infreddatura presa dopo una partita di pelota, fatto che fece impazzire di disperazione la consorte Giovanna; nel 1526 Carlo V vi rinchiuse Francesco I re di Francia dopo la disfatta di Pavia. Insomma, non è che questo palazzo sia proprio foriero di lieti auspici.
Il Castillo. Dalla Cattedrale si eleva una strada panoramica che inerpicandosi su di un colle giunge ad una vasta spianata dove un tempo sorgeva il palazzo reale di Castiglia. Dell’edificio è oggi rimasto ben poco ma da quel punto con lo sguardo si può dominare la città.
Real Monasterio de las Huelgas (1,5 km a ovest dal centro). Nel 1180 re Alfonso VIII fondò questo monastero, riservato alle religiose cistercensi di nobile stirpe, sul luogo di un palazzo destinato agli svaghi, las huelgas appunto, del re. Nella cappilla mayor si potrà rendere omaggio al sepolcro del vivace re Alfonso e della consorte Eleonora d’Aquitania.
La Cartuja de Miraflores (4 km verso est). In questo monastero certosino del XV sec. sono presenti altre due bellissime tombe, tra le più insigni di Spagna: il mausoleo di re Giovanni II di Castiglia e di sua moglie Isabella di Portogallo, capolavoro marmoreo attribuito a Gil de Siloe. A completare l’ameno quadretto familiare, a pochi passi di distanza è possibile ammirare il sepolcro in alabastro del figlio, l’infante Alonso, la cui morte prematura permise alla sorella, Isabella la Cattolica, di salire sul trono di Castiglia.
Dopo la ferale mattinata trascorsa tra tombe e sepolcri suggerisco di sostare per un veloce spuntino presso la Pasteleria Alonso del Linaje (Plaza Major 34 e Paseo del Espolon 20), sala da tè vecchio stile dove si gustano le migliori yemas de Burgos e i camelitos del Cid
Partenza per Leon, percorrendo la N 120. Lungo il tragitto che coincide con uno dei tratti più suggestivi del Cammino di Santiago, quello che unisce le due antiche capitali di Castiglia, incontreremo alcune località di notevole interesse. Piccoli villaggi di origine rurale, divenuti col passare del tempo ricchi borghi dove trovavano ristoro i pellegrini in marcia.
E così incrociamo Sasamòn, villaggio di origine romana, incorniciato da possenti mura medievali. Fromista con la bella Iglesia di San Martìn, dalla struttura romanica ma con decori pagani e romani che ne fanno intuire origini addirittura precristiane. Carriòn de los Condes, una potente cittadina di epoca medievale, di cui conserva notevoli monumenti. La sua chiesa di Santa Maria, romanica, è nota per i motivi fantastici dei rilievi presenti sulla facciata. Sahagun le cui chiese di San Tirso e San Lorenzo rappresentano mirabili esempi dello stile mudejar.
Sazi e satolli di chiese e monasteri riprendiamo il nostro cammino alla volta della bella Leòn, antica capitale dell’omonimo regno. La compagnia, ormai in odore di santità, alloggerà questa sera in un luogo del tutto particolare: niente po’ po’ di meno che la Real Colegiata de San Isidoro, edificata nel 1055 da Re Ferdinando I del Leòn per accogliere i resti di San Isidoro. Che serenità sapere che le sacre spoglie riposano a pochi metri dai nostri giacigli!
Preso possesso delle proprie, siamo finalmente pronti per il meritato desco vesperino. Pochi passi ci separano dai vicoli del pittoresco Barrio Hùmedo, quartiere antico intorno alla Plaza San Martin, così chiamato per l’alta concentrazione di locali che sin dal medioevo servono generosamente birra e vino locale. Le prelibate specialità locali: zuppa d’aglio e sanguinaccio!
Giovedì 31: LEON – OVIEDO (km 130 – 1h.20m)
La mattina sarà incentrata alla scoperta di Leòn. Tappa importantissima lungo il cammino di Santiago, la città conserva del suo passato splendidi monumenti e mirabili capolavori dell’architettura romanica, gotica ed anche rinascimentale. Non vi sono dubbi sulle origini romane della città, in questo luogo infatti si accampò la VII legio Gemina Pia Felix, reclutata tra gli iberi da Servio Sulpicio Galba, governatore della Hispania Terraconensis in rivolta contro Nerone. Leòn conobbe l’inizio del suo splendore nel X sec. quando, coerentemente con la strategia della Reconquista della Spagna occupata dai mori, i re asturiani decisero il trasferimento della capitale da Oviedo ad una località più avanzata. Lo sviluppo che ne seguì fu portentoso: fra l’XI e il XII sec. Leon diviene il più importante centro della Spagna cristiana. La fortunata posizione lungo il Cammino di Santiago influì favorevolmente sul benessere della città che vide un sempre crescente flusso di pellegrini dall’Europa occidentale.
Il giro dell’antica capitale non può che principiare dal nostro esimio vicino: San Isidoro! Ma chi era costui? Arcivescovo di Siviglia, Dottore della Chiesa, abile conversore, ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende politico-religiose della Spagna visigota del V sec., tanto da essere menzionato da Dante nella Divina Commedia [1]. Della basilica-collegiata dell’XI sec. rimane oggi solo il pantheon dove, in preziosi sarcofagi, albergano circa due dozzine tra re e regine di Castiglia e Leon oltre agli immancabili macabri infanti. Oltre all’indiscutibile alta concentrazione di salme, il luogo rileva per essere una delle prime manifestazione dell’arte romanica castigliana nonché per i preziosi affreschi ottimamente conservati.
Passando per Plaza de San Marcelo (notevoli la neo-gotica Casa de Botines di Gaudì e il rinascimentale Palacio del los Guzmanes dal mirabile patio), si raggiunge la Cattedrale. Definita anche la “Pulchra Leonina” per l’impareggiabile bellezza, è un capolavoro del gotico maturo di gusto spiccatamente francese. Bellissima sì, ma anche fragilissima per via della friabilità dell’arenaria ambrata con cui è costruita. L’eccezionale estensione delle superfici vetrate poi le donano grande luminosità ma al contempo ne compromettono seriamente la stabilità dell’insieme.
Un ultima sosta nella cornice baroccheggiante della Plaza Mayor per un boccone veloce e poi via verso nord, in direzione dell’Atlantico alla volta della Spagna Verde.
Per raggiungere Oviedo è possibile scegliere fra due percorsi alternativi. Una prima possibilità prevede la comoda e larga autostrada A66 che con i suoi numerosi tunnel avrebbe il vantaggio di farci raggiungere la nostra meta in poco più di un’ora. La seconda opzione invece individua un percorso più lungo e più tortuoso ma certamente assai suggestivo: risalendo tra folti boschi la valle del rio Bernesga si giunge fino al Puerto de Pajares, panoramico valico (1379 m.s.l.) della Cordigliera Cantabrica al confine tra la regione del Leòn e le verdi Asturie.
Quale che sia il percorso propongo una sosta d’interesse spiccatamente naturalistico: la Cueva de Valporquero, incredibili grotte calcaree che giungono fino a 3100 m sottoterra (la Compagnia dei Morti non era mai scesa così in basso). La luce vi rivela splendide concrezioni di pietra, ossidi di zolfo e di ferro che hanno colorato le rocce nei tenui toni del rosso, del grigio e del nero. L’interno, freddo e dal fondo scivoloso sarà una di certo un’ardita sfida che metterà a dura prova l’integrità fisica e morale dei visitatori!
Arrivo ad Oviedo, salvo ortopedici imprevisti, in serata. E’ la sera di ognissanti, la folle notte di Halloween in cui tutto può accadere. Sarà divertente girare tra le le tante sidrerìas di Calle Gascona o lungo la vivace Calle Mon, animato ritrovo delle notti oviedine. Bere sidro è peraltro un rito particolarissimo che coinvolge tanto gli osti quanto gli avventori
Venerdì 1: OVIEDO – SANTILLANA DEL MAR (km 170 – 3h)
Le prime ore della mattinata giro della città. Ai piedi del Monte Naranco, in una conca verdeggiante vi è Oviedo, capitale delle Asturie, città di aspetto assai elegante e dalla storia antica.
Fondata da Fruela I, re asturiano nell’VIII sec., fu presto distrutta e poi abbandonata dagli arabi. Nel corso del secolo successivo Alfonso II, detto il Casto, vi trasferì la corte e fece ricostruire la città circondandola di possenti bastioni e abbellendola con numerosi edifici di cui purtroppo rimane oggi ben poco. Nel X sec. Don Garcia traslocò nuovamente la corte, questa volta a Leòn, facendone la nuova capitale fino al 1230 quando il regno delle Asturie fu riunito definitivamente a quello di Castiglia. Dell’antico casato è rimasto solo il titolo di principe che dal 1388 spetta di diritto all’erede al trono di Spagna.
Il cuore della città medievale è rappresentato dalla maestosa piazza Alfonso II circondata da antichi palazzi; sulla stessa piazza affaccia la bella Cattedrale del XV sec. che, di stile gotico fiorito, fu restaurata nel 1938 a seguito dei gravi danneggiamenti riportati nel corso della guerra civile spagnola. Al suo interno l’immancabile corredo di tombe e sarcofagi, stavolta però di re asturiani! Intorno alla Cattedrale il nucleo storico molto ben conservato ospita numerose dimore signorili nonché gli eleganti edifici di stile asturiano dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: l’Universidad, Palcio de Toreno (oggi biblioteca della città), Palacio de Camposagrado (il tribunale) ed il Palacio Valdecarzana.
Sempre vicinissimo, Palacio Velarde, XVIII sec., che ospita in una cornice assai prestigiosa il Museo de Bellas Artes. Al suo interno la collezione, di un certo rilievo, annovera nomi di grandi artisti spagnoli come Goya, Dalì, Mirò e Picasso.
Una breve pausa presso la pasticceria Camilo de Blas dove sorbire un caffè ed assaggiare una specialità locale, les carboyanes, squisiti dolcetti di crema e mandorle, potrà essere un modo assai dolce per accomiatarsi dalla bella Oviedo.
Lungo la strada una sosta sul Monte Naranco è doverosa per visitare, anche solo esternamente, due rarissimi esempi di architettura preromanica: Santa Maria di Naranco e San Miguel de Lillo.
Nuovamente in marcia ci lasciamo definitivamente alle spalle la Spagna continentale per rivolgere il proprio sguardo verso il mare. La N632 sarà la nostra via. Accidentata e tortuosa si dipana lungo la costa affacciandosi sul mare però solo per brevi tratti e correndo più spesso lungo le scoscese pendici dei Monti Cantabrici. Dalle Asturie ai Paesi Baschi questa strada ci porterà a conoscere una Spagna insolita, meno nota ma assai caratteristica: rocce frastagliate e profonde insenature scavate dai fiumi che, giunti alla fine della loro corsa, finalmente si gettano nell’oceano tumultuoso.
Il mare mette appetito e una piccola deviazione ci permetterà di arrivare Lastres, pittoresco villaggio di pescatori aggrappato al fianco scosceso di uno sperone roccioso. Specialità del luogo: arroz con almejas (riso con vongole)!
Nuovamente in moto dopo pochi chilometri raggiungiamo Mirador del Fito, belvedere posto ad oltre 600 m. di altezza da cui si scopre uno splendido panorama che spazia dai Picos de Europa fino alla costa a picco sul mare.
Proseguendo verso ovest si giunge in poco meno di mezz’ora alla tappa successiva: Ribadesella, un incantevole borgo marinaresco che domina l’ampio estuario del Rio Sella. Nel suo porto i pescherecci beccheggiano nel mare scuro davanti al Paseo de la Princesa Letizia.
Ancora qualche chilometro e s’incontra la vivace cittadina di Llanes col suo porticciolo dei pescatori di aragoste. Dal Paseo de San Pedro che sovrasta il villaggio si scopre il quartiere vecchio, le rovine degli antichi bastioni e del castello e lo tozza sagoma della medievale chiesa di Santa Maria. Caratteristiche di questo piccolo borgo sono le casonas indianas. edifici ottocenteschi fatti erigere dai cosiddetti indianos, ovvero gli spagnoli che, avendo fatto fortuna nelle Americhe, una volta rientrati in patria, si facevano costruire grandi dimore dalle facciate colorate per ostentare il nuovo status sociale.
Arrivo nel tardo pomeriggio a Santillana del Mar dove alloggiamo presso l’Hotel Los Infantes, in un edificio del XVIII secolo.
Sabato 2: SANTILLANA DEL MAR – BILBAO (km 150 – 2h)
Santillana del Mar. Splendida città-museo, mirabile esempio della vita di un nobile piccolo centro della Spagna medievale. Rimasta identica a come la lasciarono, secoli orsono, maestri del romanico, hidalgos, caballeros ed artigiani che scolpirono nella pietra gli stemmi nobiliari sulle facciate di tante solariegas (case nobiliari). Raccolto borgo della costa cantabrica di appena 4000 anime è conosciuta anche come la città delle tre bugie: non è santa (santi), non è piana (llana) e non è nemmeno sul mare (del mar). Più prosaicamente deve il suo nome ad un ospite di eccezione, Santa Juliana, martire del medioevo, uccisa dal marito per non aver voluto rinunciare alla verginità ed alla fede, le cui spoglie, riposano all’interno dell’omonima collegiata. Di origine medievale, Santillana sorse intorno al monastero divenuto presto importante meta di pellegrinaggio. E’ una delle cittadine più deliziose della Spagna settentrionale con stradine acciottolate e belle dimore nobiliari in pietra dorata del sec. XV-XVIII. Al centro la pittoresca ed incantevole Plaza Mayor.
La Collegiata dal caratteristico colore ambrato è uno dei più rilevanti monumenti romanici di tutta la costa cantabrica. Coevo il bellissimo chiostro attiguo vanta raffinatissimi capitelli fantasiosamente istoriati.
Poco distante il cinquecentesco Monasterio Regina Coeli, fondato dai benedettini ospita oggi monache clarisse.
E’ giunta l’ora di raggiungere i Paesi Baschi, ultima tappa del viaggio.
Riguardo il percorso di quest’oggi ritengo opportune alcune osservazioni. La costa basca, quantomeno la parte tra Santander e Bilbao, sfortunatamente è priva di centri d’arte di un certo interesse. La vicinanza alla popolosa Bilbao peraltro ha contribuito a deteriorare ampi tratti di costa trasformando quelli che una volta erano autentici villaggi di pescatori in moderne località balneari. Anche la stessa Santander, devastata da un terribile incendio nel 1941, è stata ricostruita secondo i dettami di una elegante e cosmopolita stazione di villeggiatura. Per queste ragioni ritengo consigliabile raggiungere direttamente la zona di Bilbao e lì toccare due località maggiormente meritevoli di attenzione: Guernika-Lumo e Gaztelugache.
La prima sosta ci porterà a visitare un luogo diventato un simbolo degl’eventi più drammatici del secolo scorso: Guernika, tristemente nota per la terribile devastazione che subì ad opera della Luftwaffe. Nel corso della sanguinosa guerra civile spagnola, il 26 aprile del 1937, giorno di mercato, la temibile aviazione hitleriana, in appoggio di Franco, colpì assai duramente il piccolo centro causando oltre 1500 vittime.
Ma sin da prima che si verificasse questo terribile episodio Guernica ha costituito un simbolo importante per il popolo basco. Per secoli infatti i suoi capi si sono riuniti qui, sotto una grande e maestosa quercia, in assemblee democratiche. Il tronco secolare di quell’albero oggi pietrificato, emblema delle radici basche, è tutt’ora gelosamente custodito dagli abitanti del luogo.
Gaztelugache è invece una piccola penisola spazzata dai severi venti dell’atlantico dove un sentiero di duecento gradini sale fino all’eremo di San Giovanni Decollato (XI sec.). Pronti a compiere quest’estremo atto di sacrificio e penitenza? La strada per Bilbao, dove giungeremo nel pomeriggio, segue la costa in un alternarsi di scoscese scogliere e strette insenature, regalando un panorama assai scenografico ed incredibilmente suggestivo.
Giunti nel capoluogo biscaglino prendiamo possesso dei nostri alloggi presso l’Hotel Artexte. Questo piccolo hotel a conduzione familiare, poco fuori Bilbao, è allocato in un affascinante casale basco da cui si godono splendide vedute della città sottostante.
Bilbao! Principale centro industriale dei Paesi Baschi nonché primo porto della Spagna. Non bella ma certamente ricca, è divenuta una città fiorente quando, nel ‘800, acciaierie ed industrie chimiche cominciarono a far parte del paesaggio locale. Negli ultimi decenni un radicale progetto di sviluppo urbano, a partire dallo straordinario Guggenheim, è riuscito in poco tempo a ribaltare completamente l’immagine di Bilbao, facendone dimenticare il passato di città industriale priva di fascino. Il nuovo look ha avuto inoltre il merito di valorizzarne anche le antiche vestigia, sia della parte medievale, sia dell’Ensanche, dove gli edifici liberty ed eclettici testimoniano l’euforia di una borghesia più che prospera.
Vi abbiamo accennato poc’anzi, il Museo Guggenheim è il gioiello culturale della città. Capolavoro architettonico, è l’edificio stesso un’attrazione da non perdere: uno stupefacente susseguirsi di curve argentee, disegnate dall’archistar americana Frank Gehry, che vorrebbe farlo assomigliare ad una nave o forse ad un fiore. La collezione custodita in questo prodigio di forme e modernità fornisce un interessante ed ampio spettro dell’arte moderna e contemporanea: dalle avanguardie classiche al minimalismo, dall’espressionismo astratto alla Pop Art. Le opere, esposte a rotazione, provengono dai vari musei della fondazione Guggenheim in giro per il mondo.
Cena in uno dei tanti locali del Casco antico, il quartiere vecchio di Bilbao, zona animata e punto di ritrovo della movida cittadina.
Domenica 3: BILBAO – ROMA
Risveglio in un cornice agreste e bucolica per l’ultimo petit-dejeuner di questo mini-tour della Spagna settentrionale. Trasferimento presso l’aeroporto Sondika di Bilbao dove prenderemo commiato dalla fidata monovolume che, percorrendo l’arida Meseta, valicando le aspre cime della Cordigliera Cantabrica, e giungendo infine al ventoso Atlantico ci ha accompagnato in ogni passo di questa nostra avventura.
Una curiosità sull’aeroporto Sondika di Bilbao. La struttura, inaugurata nel 2000 e disegnata dell’architetto Santiago Calatrava, dovrebbe rappresentare una colomba nell’atto di volare. Beh, speriamo che nessuno le spari!
HOTEL
Boutique Hotel Fernàn Gonzales – Calera 17, Burgos, 9002 – Tel. +34 947 209 441 reservas@hotelfernangonzales.com
Hotel Real Colegiata San Isidoro – Plaza Santo Martino 5, Leòn, 24003 – Tel. +34 987 875 088 – reservas@hotelrealcolegiata.es
Hotel Castro Real – Bermùdez de Castro 82, Oviedo, 33011 – Tel. +34 984 081 852 – reception@hotelcastroreal.com
Hotel Los Infantes – Avenida Le Dorat 1, Santillana del Mar, 39330 – Tel. +34 942 818 100 – infante@hotel-santillana.com
Hotel Artetxe – Carretera Enekuri km 7, Artxanda – Bilbao, 48015 – Tel +34 944 747 780 info@hotelartetxe.com