Alsazia, un breve viaggio a cavallo tra Germania, Francia e Svizzera

Una terra a lungo contesa posta al confine fra tre stati che ha saputo mantenere intatte le sue tradizioni millenarie e la sua identità sociale e culturale
Scritto da: Oli79
alsazia, un breve viaggio a cavallo tra germania, francia e svizzera
Partenza il: 19/07/2013
Ritorno il: 23/07/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 

Venerdì 19 Luglio 2013 – Milano/Colmar

Verso le otto di mattina lasciamo Milano in una giornata calda ma uggiosa. La nostra meta finale è la cittadina di Colmar, in Alsazia. Per spezzare il viaggio, anche se non particolarmente lungo, decidiamo di fare una sosta a Lucerna. Prima della partenza abbiamo acquistato presso l’ACI di Milano la “vignette”, una sorta di pass indispensabile per poter percorrere le autostrade svizzere. Il costo è di € 33 e la validità di 14 mesi (ovvero i 12 mesi dell’anno solare + dicembre dell’anno precedente + gennaio dell’anno successivo). È possibile comprare la “vignette” anche presso gli uffici doganali e le stazioni di servizio svizzeri al prezzo di 40 CHF.

In circa tre ore percorriamo i 243 km che dividono le due città. Parcheggiamo nei pressi della stazione ferroviaria, recentemente restaurata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, e gironzoliamo sul lungolago, caratterizzato da prestigiosi alberghi di inizio ‘900 e dal KKL Centro della Cultura e dei Congressi, un edificio progettato da Jean Nouvel. Raggiungiamo il centro storico medievale, con le sue chiese, le piazze, le fontane e le case riccamente decorate. Il simbolo della città è il Kapellbrücke (Ponte della Cappella), il più antico ponte coperto in legno di tutta Europa, che attraversa il lago in un punto talmente stretto da sembrare un fiume. Il ponte originale del 1365 è andato distrutto nel 1993 a causa di un incendio ed è stato ricostruito fedelmente in soli nove mesi. Lucerna è una città tipicamente svizzera: fiori meravigliosi ovunque, ordine e una pulizia perfetta.

Dopo un rapido spuntino, ci rimettiamo in viaggio. Il traffico è caotico: file di camion e incolonnamenti continui a causa di lavori stradali di manutenzione. Rimaniamo delusi dal paesaggio, in quanto non siamo circondati dai pascoli verdi e dalle casette in stile Heidi che avevamo immaginato. Superiamo Basilea e senza il minimo controllo doganale entriamo in Francia. La nostra prima tappa alsaziana è Eguisheim, un paesino stile bomboniera a pochi chilometri da Colmar, che si sviluppa su una pianta a tre cerchi concentrici. Qui incontriamo le prime case a graticcio, tipiche di questa regione, che diventeranno il filo conduttore di tutto il viaggio. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, malgrado i numerosi turisti e i mille negozietti di souvenir, le pasticcerie e le cantine di degustazione dei vini. Per la serata è in allestimento una sagra paesana a base delle specialità locali, tra cui la “tarte flambée”, una specie di pizza sottilissima ricoperta da panna, cipolle e dadini di pancetta.

Riprendiamo la macchina e in pochi minuti raggiungiamo l’Hotel Turenne a Colmar, prenotato via Internet. L’albergo si trova a poche centinaia di metri dal quartiere Petit Venise ed è dotato di parcheggio (€ 7 al giorno). La camera è piccola (soprattutto per tre persone) ma è molto pulita e arredata in modo moderno e confortevole. Ottimo il rapporto qualità/prezzo. Ceniamo in zona Petit Venice al ristorante Le Roesselmann con tarte flambée (buona e meno pesante del previsto), quiche lorraine e ottimi formaggi (tra cui il famoso Munster) accompagnati da gelatine locali. Dopo una rapida occhiata alla cittadina illuminata, torniamo in albergo.

Sabato 20 Luglio 2013 – Colmar

Siamo finalmente in vacanza e decidiamo di prendercela con tutta tranquillità. Sarà il letto nuovo, sarà l’abitudine, ma alle sette siamo completamente svegli! La giornata si preannuncia splendida: il cielo è azzurro, non c’è una nuvola, il sole è caldo ma l’aria è fresca. Siccome non abbiamo la colazione in albergo, facciamo come tanti altri “turisti per caso”: in una boulangerie vicina all’hotel acquistiamo alcune buonissime (e burrosissime) brioche, che mangiamo in uno dei bar della piazza antistante il Palazzo di Giustizia. Qui ci facciamo portare caffè, cappuccini e succhi di frutta: un inizio di giornata ottimo e veramente rilassante!

Incominciamo la visita di questa cittadina, che ha fatto delle case a graticcio, tutte perfettamente restaurate, il suo emblema. Il nostro tour inizia dal quartiere denominato Petit Venise con una passeggiata lungo la Rue de la Poissonnerie e sul ponte Turenne. La zona è molto caratteristica ma non è sufficiente un canale per poterla paragonare alla nostra inimitabile Venezia! Percorriamo poi l’antica via dei conciatori (Rue des Tanneurs), arrivando alla Place de l’Ancienne Douane, dove si trova il Koïfhus, cioè il palazzo della Vecchia Dogana che ricorda il dominio della Germania in Alsazia. All’incrocio tra Rue des Marchands e Rue Mercière troviamo una delle case più scenografiche di Colmar, la Maison Pfister, caratterizzata da ricche decorazioni esterne e da un bellissimo balcone in legno scolpito. La casa apparteneva a un ricco mercante diventato, grazie al suo denaro, un importante uomo politico (i cicli vichiani tornano sempre!).

La visita continua nella Place de la Cathédrale, dominata dalla chiesa gotica di Saint Martin del XIII-XIV secolo, e nella vicina Place des Dominicains, dove si trova la Église des Dominicains, una chiesa sconsacrata famosa per il dipinto della “Vergine al roseto” (ingresso a pagamento). L’immagine della Vergine è diversa dall’iconografia classica, in quanto la Madonna è raffigurata con splendidi capelli rossi e ricci e con una veste rossa dello stesso colore delle rose. In zona (la cittadina è piccola e tutto è a portata di piedi) c’è la Maison des Têtes, un edificio del ‘600, ora trasformato in ristorante di lusso, la cui facciata è ricoperta da sculture che rappresentano teste di animali.

Nel primo pomeriggio riprendiamo la macchina per andare a visitare alcuni dei numerosi paesini medievali che sono disseminati lungo la Route des Vins. In questa zona non ci sono fabbriche ma solo fattorie e vigneti a perdita d’occhio: nulla deturpa questo paesaggio dolce e senza tempo. Ci fermiamo a Riquewihr e poi a Ribeauvillé: si tratta di due borghi antichi, molto turistici ma deliziosi (soprattutto il primo). Rimaniamo estasiati dai colori sgargianti delle case a graticcio che si stagliano nel cielo azzurro e dai fiori che ornano ogni angolo di questi paesi. A Riquewihr non ci perdiamo il negozio di addobbi natalizi (aperto tutto l’anno) “Féerie de Noël” della catena Käthe Wohlfahrt: i prezzi sono decisamente alti, ma non possiamo fare a meno di acquistare delle palline per l’albero di Natale (ormai ne abbiamo di tutti i tipi e di ogni provenienza). Anche i negozi di prodotti locali invogliano all’acquisto: comperiamo, malgrado i prezzi non siano dei più economici, marmellate alle viole e alle mele e cannella da servire con i formaggi e il tradizionale “pain d’épices” (pan pepato).

Al ritorno a Colmar ci imbattiamo in una replica in miniatura della Statua della Libertà, troneggiante nel centro di una rotonda all’entrata settentrionale della città. Questa copia è stata costruita in ricordo dello scultore Auguste Bartholdi, autore dell’originale statua di New York e nativo proprio di Colmar.

Per cenare andiamo allo stesso ristorante della sera precedente, dove ordiniamo più o meno gli stessi cibi, in quanto i piatti tipici della cucina alsaziana (come la “choucroute” e il “baeckeoffe”) non sono nelle nostre corde.

Domenica 21 Luglio 2013 – Colmar/Strasburgo

Oggi tappa di trasferimento verso Strasburgo. Per ammirare i bellissimi vigneti decidiamo di percorrere la Route des Vins, non senza qualche difficoltà in quanto a volte le indicazioni non sono molto chiare. Attraverso un paesaggio collinare verdissimo in una giornata calda e tersa arriviamo alla cittadina medievale di Obernai. Seguiamo il percorso suggeritoci dall’ufficio del turismo e visitiamo il centro storico con le caratteristiche mura di cinta e le immancabili case a graticcio. Nel frattempo è giunta l’ora di pranzo e ci lasciamo tentare dai dolci di una delle numerose pasticcerie. In realtà si riveleranno più belli che buoni e non proprio l’ideale per affrontare la strada piena di curve per salire al Monastero di Sainte Odile, la patrona dell’Alsazia. Il monastero, oggi in parte trasformato in albergo, sorge su un’altura da cui si vede (tempo permettendo) tutta la regione e ha la struttura di una vera e propria fortificazione. Visitiamo il complesso, costituito dalla chiesa principale e da quattro cappelle distaccate dalla chiesa stessa e decorate con mosaici, a nostro avviso troppo “moderni” per il contesto in cui si trovano. Per tornare al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto facciamo una piacevole, seppur breve, passeggiata nel bosco lungo il percorso del cosiddetto muro pagano.

In poco più di un’ora raggiungiamo Strasburgo: il navigatore impazzisce perché non riconosce le ultime deviazioni causate dagli immancabili lavori stradali e non è facile raggiungere il nostro albergo, il Best Western Monopole Métropole (sempre prenotato via Internet). L’hotel non è nulla di che ma è ubicato in un’ottima posizione, al limite del centro storico, ed è dotato di garage (€ 13 al giorno). Dopo un meritato riposino, con cartina in mano ci dirigiamo verso il centro (circa 15 minuti a piedi) e ci fermiamo in Place Gutenberg, l’antico incrocio delle due principali vie della città romana di Argentoratum. Al centro della piazza si trovano la statua dedicata a Gutenberg, in omaggio all’inventore della stampa che visse a Strasburgo, e una giostra a carosello per bambini dal fascino tipicamente francese. Ceniamo in uno dei ristoranti della piazza, inondati dai profumi delle specialità locali non proprio adatte ai 30 e più gradi di questa caldissima serata di luglio.

La cattedrale gotica di Notre-Dame ci lascia estasiati. Rimaniamo con il naso all’insù ad ammirare la chiesa che si staglia imponente sulla città al calar del sole, intimiditi, proprio come i pellegrini medievali, dalla grandiosità dell’edificio. Alle 22.30, seduti per terra nella piazza antistante la cattedrale, assistiamo allo spettacolo di luci e suoni che accompagna le serate estive cittadine. È un tripudio di luci colorate che mettono in evidenza la struttura dell’edificio, le statue e il magnifico rosone centrale. Assolutamente imperdibile!! Lo spettacolo dura un quarto d’ora e prosegue fino a mezzanotte e mezza (molto civilmente la musica finisce alle 23). Ci appelliamo al Sindaco di Milano: perché non pensiamo a qualcosa di simile in Piazza del Duomo, soprattutto in previsione della prossima Expo?

Lunedì 22 Luglio 2013 – Strasburgo

Di buon mattino, dopo aver fatto colazione in albergo (inclusa nel prezzo), ci rechiamo all’ufficio del turismo in Place de la Cathédrale per acquistare lo Strasbourg-Pass (costa € 14,90 ed è valido per tre giorni). Anche se ci fermeremo a Strasburgo solo un giorno, riusciamo ad ammortizzare il biglietto con il giro in battello, la salita alla terrazza panoramica della cattedrale e la visita all’orologio astronomico all’interno della cattedrale stessa. Prendiamo il battello delle 10, rigorosamente scoperto vista la giornata splendida e calda, per conoscere la città dall’acqua. Il percorso, che dura un’ora abbondante, si snoda tra i canali e le chiuse che circondano la città vecchia. Vediamo così i più importanti monumenti della Grande Île (Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco) e raggiungiamo il quartiere europeo, dove si trovano il Palazzo dei diritti dell’uomo e il Palazzo d’Europa, sede del Parlamento Europeo (è il palazzo in vetro e cemento con le bandiere dei Paesi membri che spesso vediamo in TV).

Finita la gita in battello, ci addentriamo nelle strette vie medievali che circondano la cattedrale. Poi, sotto un sole cocente, ci mettiamo in coda per vedere l’orologio astronomico (è opportuno non arrivare all’ultimo minuto per via dei numerosi turisti). Alle 12 viene proiettato un cortometraggio che spiega il funzionamento dell’orologio e alle 12.30 ha inizio la sfilata degli Apostoli davanti a Gesù. Dopodichè visitiamo la cattedrale, soffermandoci in particolare ad ammirare il rosone e la Colonna degli Angeli, una rappresentazione originale dell’Ultimo Giudizio. Poi saliamo i 332 gradini (non uno di più, non uno di meno) che ci permettomo di raggiungere la terrazza panoramica da cui si gode lo spettacolo della città dall’alto. Una volta scesi, pranziamo proprio davanti alla cattedrale (perché non siamo in grado di spingerci oltre) con crêpe dolci e salate (a dir la verità non eccezionali).

Sempre a piedi, le distanze sono contenute, ci trasferiamo nella Petite France, l’antico quartiere di conciatori, pescatori e mugnai, caratterizzato dalle strade strettissime e dalle case a graticcio (ora trasformate in ristoranti o in alberghi di charme). Questa zona, in formato cartolina, è indubbiamente suggestiva ma noi preferiamo di gran lunga Colmar. Da qui si possono vedere i Ponts Couverts, ponti anticamente coperti (ora non più) collegati tra loro dalle torri di guardia medievali. Sotto un caldo feroce raggiungiamo la vicina Diga Vauban, chiamata così dal nome dell’ingegnere militare che l’ha progettata. Si tratta di una grande chiusa (la cosiddetta “Grande Ecluse”), che in caso di attacco nemico consentiva di inondare la parte sud di Strasburgo, rendendo così la città imprendibile (una vera furbata!). In cima all’edificio è stato allestito un gradevole belvedere.

La sera ceniamo al famosissimo e non proprio a buon mercato La Cloche à Fromage, un ristorante specializzato in raclette e fondue (è consigliabile la prenotazione). Purtroppo non riusciamo a gustare ciò che abbiamo ordinato a causa del caldo: il formaggio della raclette che continua a colare (il fornelletto è ovviamente acceso sul tavolo) non è il cibo ideale per una temperatura così elevata.

Alle 22.30 assistiamo allo spettacolo di luci, suoni, giochi d’acqua ed effetti speciali che si tiene tutte le sere presso il Bassin d’Austerlitz (île André Malraux) e che ha per tema i personaggi e le istituzioni più importanti dell’Alsazia. Uno spettacolo ben fatto e godibilissimo e, ancora una volta, ci chiediamo perché noi italiani non facciamo proprio nulla per promuovere le nostre città e le nostre bellezze.

Martedì 23 Luglio 2013 – Strasburgo/Milano

Oggi si torna a casa ma arriveremo a Milano soltanto in serata. Infatti abbiamo programmato un giro molto particolare, dettato sia da interessi culturali sia da ricordi personali.

Prima tappa della giornata è il Vitra Design Museum, che si trova in Germania a Weil am Rhein (142 km da Strasburgo) al confine tra Francia, Germania e Svizzera. In pratica in soli cinque giorni abbiamo “toccato” quattro paesi: un vero record!

Il Vitra Design Museum è uno dei più importanti musei di architettura e design del mondo. La Vitra è una ditta che produce oggetti per l’arredamento disegnati da importanti architetti ed è famosa anche per i modellini di sedie che costano davvero una fortuna! Alle ore 12, accompagnati da una guida cinese parlante inglese, iniziamo il tour del campus sotto un sole che non dà tregua. Il complesso Vitra è costituito da diversi edifici ipermoderni nati dal genio di archistar come Frank Gehry, Tadao Ando e Zaha Hadid. Il tour è forse un po’ troppo per addetti ai lavori e sicuramente troppo costoso, anche perché abbiamo chiesto un tipo di biglietto e per ben due volte la cassiera si è sbagliata (?) facendoci pagare una somma maggiore di quella dovuta…

Da qui ritorniamo in Svizzera e, attraverso le solite autostrade (fortuna che hanno inventato il navigatore, altrimenti sarebbe stato un disastro), raggiungiamo Zug, un’amena e rilassante cittadina lacustre. Siamo venuti qui per visitare il paese natale della bisnonna. Scopriamo che l’emblema di Zug è lo Zytturm (Torre dell’Orologio) e che la cittadina è famosa per le ciliegie (buonissime ma care come rubini).

La giornata è soffocante e il cielo preannuncia un temporale. Infatti poco dopo la nostra partenza da Zug incomincia a piovere e fino al confine italiano saremo accompagnati da tuoni, lampi, scrosci d’acqua e… dalla mancanza di benzina!! Nelle autostrade svizzere le pompe di benzina sono introvabili e così, per non rischiare di rimare a secco (ormai siamo in riserva), siamo costretti a fare una deviazione nei paesi circostanti dove finalmente troviamo l’agognato carburante. Bisogna fare attenzione in quanto gli euro non sono sempre accettati e per poter pagare con la carta di credito è necessario disporre del codice pin!

Una volta in Italia ritroviamo il sole e in poco meno di un’ora siamo a casa.

Quello che vi abbiamo raccontato è stato un viaggio non particolarmente costoso e organizzabile anche all’ultimo momento, che ci ha consentito di accostarci a una realtà diversa dalla nostra ma a noi vicina.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche