Pantelleria, per molti ma non per tutti…

Alla deriva tra Sicilia e Tunisia
Scritto da: Panty
pantelleria, per molti ma non per tutti…
Partenza il: 10/08/2013
Ritorno il: 18/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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… proprio così. In questa remota isola siciliana si va perché si sente il desiderio di scoprire un pezzettino d’Italia che del tutto Italia non pare, perché si amano i sapori di Sicilia e si è curiosi di sentirne le contaminazioni nordafricane, perché si è disposti a conquistare col sudore ogni baia ed ogni anfratto delle sue coste aspre e spettacolari e di farsi stupire da un entroterra ancor più stupefacente coi suoi infiniti muretti a secco, le minuscole viti di zibibbo, i suoi ulivi coi rami all’ingiù, le piantagioni di capperi e i caratteristici dammusi sparsi tutt’intorno.

Ma andiamo per gradi. Verso sera del 10 agosto io e Roberto siamo giunti a Pantelleria con volo da Venezia e scalo a Roma. All’uscita dall’aeroporto ci attendevano già il noleggiatore del mehari (una specie di microjeep) e la persona che ci doveva accompagnare al dammuso che avevamo affittato. Se non che sull’ultima ripida salita verso l’alloggio il mezzo ha deciso di abbandonarci e , con un botto e una fumata si è spento per sempre. Mi sento quindi di sconsigliare la scelta di questo tipo di veicolo di cui abbiamo in seguito visto diversi esemplari in panne in giro per l’isola. Comunque il noleggiatore ha provveduto immediatamente alla sostituzione con un’auto più “tradizionale” che, benchè bevesse acqua a ettolitri, ci ha accompagnati per tutta la vacanza.

Giunti al Dammuso “Simona” a Scauri (un delizioso ed economico dammusino di recente fabbricazione) abbiamo incontrato l’omonima proprietaria, un’anziana signora che abita accanto e che si occupa del bel giardino antistante. Per la cena ci siamo recati al ristorante La Nicchia, il più vicino a casa, non economico ma uno dei migliori dell’isola.

Il giorno seguente abbiamo fatto una buona colazione a U Friscu Cafè, un bar con veranda e terrazzo al primo piano dove all’ora dell’aperitivo c’è parecchia vita. E poi via! verso la scoperta del mare pantesco. C’è da dire che la parte veramente bella dell’isola dal punto di vista balneare è la costa orientale. Ci siamo quindi diretti a Punta Li Marsi attraverso l’agevole perimetrale. Per raggiungere le scogliere bisogna sempre lasciare l’auto lungo il primo tratto di sterrata che scende verso il mare e proseguire a piedi. E’ anche il caso di lasciare le infradito in auto e calzare subito scarpette da scoglio o da ginnastica. Altra accortezza è non dimenticare l’acqua fresca per dissetarsi al solleone ed uno spuntino: a Pantelleria potete scordarvi di trovare punti di ristoro nelle vicinanze delle baie più belle. Punta Li Marsi è uno dei pochissimi luoghi a sud dell’isola raggiungibili da terra e vi è situato uno dei quattro fari. Immergersi con maschera e boccaglio è d’obbligo; sotto il mare il paesaggio è l’esatto contrario di quello emerso: agli aridi ed incandescenti scogli si contrappone un fondale ricco di vegetazione e pesce di varie specie, dai saraghi, alle castagnole, dalle stelle marine alle rosee meduse, dalle piccole murene ai morbidi polpi. Le immersioni sono molto gradevoli anche perchè sull’isola la temperatura del mare è sempre accettabile. Nel tardo pomeriggio ci gustiamo un ottimo spriz all’Altamarea prima di andarci a preparare per cena. Ceniamo poi a La Vela, ristorante vicino al porticciolo di Scauri con veranda sulla spiaggia. Consiglio di aprire il pasto con una sfiziosa caponatina. Buona la cucina, giusti i prezzi. Perfetto per chi sceglie di mangiare pesce freschissimo.

12 Agosto

Ci dirigiamo verso una delle mete più caratteristiche dell’isola: l’Arco dell’Elefante. Decidiamo di percorrere la strada che taglia verso l’interno e porta direttamente a metà costa orientare. Ed è durante questo percorso che rimaniamo stregati dalla vera anima di Pantelleria, quella rurale. Tutt’intorno si snodano dolci colline verdeggianti, merlettate da chilometri e chilometri di muretti a secco e punteggiate qua e là da antichi dammusi, spesso abbandonati e dimenticati, altre volte elegantemente ristrutturati ed abbelliti da lussureggianti giardini fioriti. Il famoso Arco non è altro che un enorme roccia grigia a forma di proboscide che scende in mare e ricorda effettivamente un pachiderma in quanto si possono intuire pure l’occhio e l’orecchio dell’animale. Non possiamo non farci una nuotata fin sotto l’arcata e girarci intorno. Questo è uno dei luoghi più facili da raggiungere visto che in auto ci si arriva molto vicino. Nel pomeriggio ci dirigiamo a Punta di Nicà con tappa intermedia a Rekhale per una birra fresca. Nicà è uno dei punti più impegnativi da raggiungere a causa della lunga e ripida discesa e la successiva risalita. Dalla piccola baia è possibile raggiungere a nuoto un’insenatura in cui l’acqua termale raggiunge temperature piuttosto elevate. Per cena scegliamo Il Tramonto, elegante ristorantino in collina con terrazza vista mare, piuttosto pretenzioso nel menù e nei prezzi. Comunque si mangia bene.

Il giorno successivo partiamo per una curiosità che viene pubblicizzata su tutte le guide: il Lago Specchio di Venere. Si trova poco lontano dalla costa nord-orientale e ci si arriva percorrendo una salita a tornati. Ed è soltanto dopo l’ultimo di questi che si rimane letteralmente senza fiato. Innanzi si staglia questo specchio d’acqua che è più grande ed azzurro di quanto lo si possa immaginare dalle foto, e dall’alto lo sguardo lo può catturare per intero. Un bagno caldo nelle sue acque termali è un toccasana per la pelle e lo spirito. Se poi si decide di spalmarsi con i suoi preziosi fanghi la cura di bellezza è completa. Ci spostiamo poi a Cala Cinque Denti, una stretta baia formata da enormi massi franati dal costone. La discesa non è semplice ma le sue acque pescose e cristalline ripagano della fatica. Al ritorno ci gustiamo uno spriz a U Friscu Cafè e per cena torniamo a La Vela dove ci attende un gustoso cous cous di verdure con gallinella grigliata.

Il 14 andiamo a Martingana, luogo affascinante e poco frequentato il cui mare è tra i più belli dell’isola. Si può trovare un angolo di pace tra gli scogli che scendono dolcemente verso l’acqua ma ci si deve preparare a sopravvivere ad un sole spietato che vista la totale mancanza d’ombra non dà tregua. Infatti, dopo un paio d’ore ed un lungo bagno ristoratore ci spostiamo nella baia che ritengo la più bella di tutta la costa: la Balata dei Turchi. Raggiungerla non è così difficoltoso e gli scogli che la compongono sono relativamente comodi per prendere il sole. La sera ceniamo a La Conchiglia in località Tracino che ha una bella terrazza coperta e offre originali piatti a base di pesce a prezzi accessibili.

A Ferragosto, complici un po’ di nuvole, decidiamo di visitare il sito archeologico dove si possono ammirare i Sesi, tombe risalenti all’età del bronzo. L’accesso alla necropoli è libero e ci stupisce di essere gli unici quel giorno a visitare questi enormi tumuli funerari in pietra che sono stati definiti i monumenti primitivi più singolari del mondo. L’orgoglio di Pantelleria. Appartengono ai Sesioti che sono stati probabilmente i primi abitanti dell’isola. La tregua del sole ci permette di percorrere tutti i labirintici sentieri battuti che portano da un tumulo all’altro e di visitare l’intero sito. Più tardi ci spostiamo a Pantelleria città dove, dopo aver gustato una fresca granita in uno dei bar lungo il porto andiamo ad acquistare uno scatolone di souvenir enogastronomici che ci facciamo spedire direttamente a domicilio. Prima di rientrare facciamo un tuffo a Nicà visto che il sole è tornato a risplendere verso il tramonto. Per cena andiamo a La Favarotta in località Khamma Fuori. La raggiungiamo anche grazie al nostro navigatore in quanto le insegne scarseggiano ed il locale è piuttosto fuori mano. Appena giunti però restiamo conquistati dal terrazzo alberato e dall’aria campagnola del posto. Ci accomodiamo ad un tavolo sotto ad un carrubo e consumiamo una delle cene migliori di tutta la vacanza.

Il 16 andiamo a Punta Karace, una baia formata da rocce piatte e piuttosto lisce. Ci sorprende vedere che non c’è quasi nessuno, ma forse è solo un caso. Dopo una bella nuotata e un po’ di sole andiamo a Gadir che è un altro minuscolo porticciolo con la caratteristica di avere acque termali. Per cena siamo tentati di tornare nuovamente alla Favarotta, che non delude le nostre aspettative.

Per il giorno che precede la nostra partenza abbiamo prenotato il giro dell’isola in barca con Fabio di Vivere il Mare. Lo abbiamo scelto fra le varie alternative perché è l’unico che porta al massimo 12 persone. La scelta si rivela azzeccata e l’atmosfera sulla piccola imbarcazione è tranquilla e familiare, al contrario della confusione che si intuisce sui chiassosi ed affollati barconi che incrociamo di tanto in tanto. Si parte dal porto principale intorno alle 10. Si dimostra un eccellente cicerone che ci descrive generosamente ogni dettaglio storico e geografico della sua Pantelleria, con una invidiabile dialettica. Dopo tre soste rinfrescanti con tuffo, nuotata ed esplorazione di grotte ed anfratti, risalendo in barca troviamo il nostro capitano intento ad imbandire un pranzetto luculliano su un piccolo tavolino che trabocca di specialità pantesche di sua produzione: olive, capperi, fichi, uva, accompagnano focacce, crostini di pane, alici, il tutto condito da squisite salsine ed annaffiato da vino bianco. Si chiude con un caffè e con calma si riparte con la minicrocera. Ci si ferma altre tre volte per fare il bagno e con l’ultima sosta il capitano offre una gustosa merenda a base di dolcetti tipici e un bicchierino di Passito. Alle 19 rientriamo al porto satolli e soddisfatti di questa lunga giornata marinara. Per cena ci attende La Nicchia dove un paio di giorni prima abbiamo prenotato un tavolo nel romantico cortiletto circolare interno cinto da un muro a secco e dominato al centro da un maestoso arancio secolare.

L’ultimo giorno, visto che si parte verso sera e la signora Simona ci concede gentilmente il dammuso fino al pomeriggio, ci dirigiamo a Cala Cottone per l’ultimo bagno nelle limpide acque dell’isola. Per raggiungere la baia lasciamo l’auto in uno spiazzo lungo la perimetrale e percorriamo a piedi uno stretto sentiero immerso nel verde della macchia mediterranea. Dopo una ventina di minuti raggiungiamo questa caletta formata da massi più o meno levigati dal mare. Un lungo bagno e un’oretta di sole e corriamo a finire di preparare i bagagli per il rientro.

Come da previsioni alle 23 sbarchiamo a Venezia, dopo il solito scalo a Roma, e ritiriamo l’auto al Parcheggio Marco Polo.

Rientrati a casa non ci resta che attendere il pacco di prodotti panteschi che in una settimana ci viene recapitato via posta e che ci permetterà di rivivere in parte le atmosfere isolane, gustando i famosi capperi, i pesti profumati ed il dolce passito.

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Dal Dammuso Simona

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Capitan Fabio

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Tipica discesa a mare

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Specchio di Venere

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Nonsolomare

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Muretti a secco

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Ulivo pantesco

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Le mille bolle blu

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Tintarella di scoglio

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Terrazzamenti a mare

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Dammuso rurale

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Scauri by night

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Sulla fida 500

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Scauri dal mare

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Pantelleria lungo porto

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Sese grande 1800 a.C.

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Raggi di mare

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Apnea

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Nautiluca Panterinica

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Baia

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Una delle mille grotte



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