Intensamente Singapore
Giorno Uno. La sfavillante e caotica Orchard Road
Seconda tappa del nostro viaggio di nozze, che approderà poi in Malesia. Arriviamo a Singapore a metà pomeriggio, dopo un volo di circa 6 ore da Dubai (compagnia di volo la confortevole Emirates). Il transfer prenotato tramite agenzia italiana arriva puntuale, ma con un auto decisamente scassata e un terribile gattino cinese di plastica che ci fa ciao dal parabrezza. L’Hotel Rendez Vous è in pieno centro, all’inizio della famosissima Orchard Road, la via dello shopping per eccellenza. È grande ed elegante, con una piccola ma bella piscina. Ci renderemo ben presto conto di essere praticamente gli unici turisti occidentali di tutto l’hotel e, dunque, realizziamo di essere finalmente arrivati in Asia! L’unica pecca è la signora mandata dal Tour Operator che cerca di venderci dei tour guidati e ci tratta male quando le diciamo di aver già prenotato online quanto ci interessava. Dribblata l’ostinata venditrice usciamo per le affollate strade di Singapore. Il cielo è grigio, il tasso di umidità altissimo, a tratti pioviggina. Orchard Road è trafficata e affollatissima. Centinaia di taxi colorati sfrecciano senza sosta e centinaia di pedoni si ammassano sui marciapiedi. Intorno a noi i centri commerciali si susseguono senza soluzione di continuità (molti sono collegati internamente tra loro). Enormi palazzi sfavillanti contengono negozi di ogni genere disposti su più piani. Il tutto è abbastanza incredibile. E tra un palazzo e l’altro tanta vegetazione tropicale con alberi altissimi e stormi di rumorosissimi uccelli esotici, tanto che sembra di stare nel bel mezzo di una foresta. Questa è Singapore e ci piace. Ceniamo nel Food Court di uno dei tanti centri commerciali, da Soup and Go (zuppe ottime, prezzo popolare), poi vaghiamo in lungo e in largo facendo qualche acquisto qua e là (carta per origami, bacchette e qualche altro gadget). Prima di rientrare in albergo facciamo un’ultima tappa da Toast Box, una catena asiatica molto diffusa in città che serve té (che qui chiamano “chai”, spesso servito con latte condensato) e dolci. Da provare. Andiamo a dormire con impresse negli occhi milioni di luci, qui tutto ha un retrogusto avveniristico, onirico, dalle panchine di design ai lampioni, alle futuristiche stazioni della metro, tutto ci sorprende. Il primo impatto con questa grande città è stato senza dubbio intenso!
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Giorno Due. Tornare bambini al Science Center e la magia di Marina bay.
La colazione dell’hotel è superlativa. Da provare la specialità mattutina del luogo: marmellata di cocco, che qui chiamano “kaya” (solo per chi ama sapori molto zuccherosi). Ci sono anche numerosi piatti orientali, e ovviamente ci buttiamo a capofitto nella gastronomia locale. Viva i noodles di prima mattina! Cerchiamo la fermata della metro più vicina (in realtà ce n’è più di una, la metropolitana di Singapore è capillare, puntuale, pulita, ineccepibile) e acquistiamo un Tourist Daily Pass con 10 Dollari di Singapore (SGD). Per fare la tessera digitale dovete depositare altri 10 dollari di cauzione. Ci dirigiamo a Jurong Est, la nostra meta è il Science Center. Siamo appassionati di musei della scienza interattivi e questo non deluderà le nostre aspettative. Usciti dalla fermata della metro fatichiamo un po’ a trovare l’ingresso: bisogna prendere l’uscita a sinistra, verso il centro commerciale e il museo si trova proprio dietro. Oggi c’è il caldo è veramente intenso e l’aria condizionata del museo è un sollievo, ma rischiamo una bronchite. Portatevi sempre, sempre, una felpa, in qualunque locale andiate. L’ingresso al Science Center costa 12 SGD, ed è davvero divertente, interattivo e interessante, sia per i bimbi sia per gli adulti. Tra un gioco e una simulazione, l’impressionante dimostrazione della bobina di Tesla e del tornado di fuoco, trascorrono 3 ore, senza che ce ne accorgiamo. Riprendiamo la metro, questa volta diretti al Singapore Flyer, la ruota panoramica simbolo della città (fermata Promenade, della Circular Line). On line abbiamo acquistato in anticipo un “Citypass” che comprende la salita sulla ruota, un portachiavi e una foto in omaggio, un voucher per il pranzo e un giro panoramico su un mezzo anfibio, il tutto per 50 SGD, cioè meno di 30 Euro (vedi il sito del Singapore Flyer). Arrivati alla biglietteria del Singapore Flyer bisogna recarsi all’ufficio “Tourist and Transit Hub” per ottenere, su presentazione della ricevuta emessa online, i biglietti di ingresso, i voucher per pranzo da utilizzare presso il Food Trail situato nel giardino (del valore di 5 SGD), i gadget in omaggio e per prenotare l’orario di partenza del tour con mezzo anfibio, gestito dalla compagnia “Captain Explorer DUKW”. Riuscire a ottenere tutto non è stato semplice perché i ragazzi dello sportello non sono molto informati rispetto ai pacchetti in vendita online, ma alla fine tutto funziona (arrivate lì preparati). Il giro sulla ruota dura mezz’ora ed è bellissimo. Ci si sistema in comode e modernissime cabine cilindriche di vetro e via alle foto! Si vede tutta Marina Bay con i suoi grattacieli pazzeschi che si specchiano sulla baia, compreso quello famosissimo che ospita il Marina Bay Sands Hotel, in cui tre grattacieli reggono sulla cima una specie di barca su cui ci sono giardini pensili e una piscina a sfioro, il palazzo a forma di fiore che ospita il museo di Arte e Scienza (dove organizzano mostre temporanee di vario genere) e il futuristico ponte. Sembra di stare in una dimensione parallela, tutto è esageratamente esagerato, in senso buono però. Una volta scesi pranziamo (anche se l’orario è ormai quello della merenda) nel Food Trail a base di satay (spiedini di carne) appena arrostiti e intinti nella salsa di arachidi, e gelato al thé verde, poi raggiungiamo la partenza del mezzo anfibio prenotato. Si parte con un giro sulla terraferma e poi, splash! Si prosegue via mare, con un bel giro all’interno della baia. Intanto arriva l’imbrunire, il sole scende lentamente, le lucine dei grattacieli iniziano ad accendersi e tutto diventa magico. Salutiamo da vicino il Merlion, il mitologico simbolo della città, con testa di leone e corpo di pesce.
Dopo il romantico giro facciamo una passeggiata sulla Promenade della Marina, giusto in tempo per l’inizio dello spettacolo delle fontane danzanti (alle 20 e alle 21.30). Lo spettacolo è molto bello, con giochi di luce e spruzzi, filmati proiettati su muri d’acqua, musica coinvolgente… il tutto nella surreale cornice dei grattacieli illuminati. L’atmosfera è emozionante. Ceniamo all’interno del centro commerciale Marina Bay Shopping presso “At Rajapura”: ramen piccante con gamberi, ramen con wonton di gamberi, crema fredda di mango con sago e palline gelatinose non meglio identificate e una crema calda di mandorle, tutto ottimo, spesa di circa 20 SGD.
Giorno Tre. Templi, temporali e l’immenso Botanical Garden
Usciamo di buon’ora, a piedi, diretti verso Little India. Da Orchard Road procediamo su Bras Basah Road, verso sud, poi svoltiamo in Bencoolen Street, fino al piccolo Sri Krishnan Temple (in Waterloo Road). Il tempio Hindu è piccolo e meno famoso di altri presenti in città, ma è molto suggestivo. Entriamo, rigorosamente scalzi, e assistiamo a un’animata cerimonia, accompagnata da musiche e preghiere. Poco più in là, sulla medesima via c’è il Kwan Im Thong Hood Cho Temple, un tempio cinese buddhista dedicato alla dea della misericordia, dove tanti devoti pregano agitando i loro bastoncini di incenso.
Proseguiamo fino a Little India, intanto inizia a diluviare e iniziamo a capire cosa si intende per “temporale equatoriale”, solo un piccolo assaggio, un’esperienza intensa ma di breve durata (utilissimo avere un k-way… non fosse che fa un caldo tremendo!). Dopo un giretto all’interno del mercato indiano, dove vendono abiti, borse, oggetti di arredo (ma i prezzi non sono tanto convenienti) e tra i negozietti piccoli e incasinati della via principale, saliamo su un bus turistico hop on – hop off (abbiamo acquistato i biglietti giornalieri in hotel per 20 SGD) e per fortuna il sole torna a splendere. Il giro ci porta verso Kampong Glam e Arab Street, poi prosegue verso Marina Bay e finalmente arriviamo a Chinatown, la nostra prossima meta. Tra colorate bancarelle, turisti, e negozietti vari, arriviamo al Buddha Tooth Relic Temple, imponente all’esterno, suggestivo all’interno, con una grande statua dorata di Buddha che ti osserva con benevolenza. Numerosi monaci stanno intonando ipnotiche litanie accompagnandosi con il tamburo e l’atmosfera trasmette grande pace. L’ingresso è gratuito, ma potete fare un’offerta all’uscita. Le donne devono avere spalle e gambe coperte. È possibile salire ai piani superiori dove sono esposte delle statue di Buddha e dove in alcuni periodi espongono la reliquia, il dente di Buddha da cui il nome del tempio. All’ultimo piano c’è anche un giardino zen, ma purtroppo noi lo scopriamo solo al rientro leggendo una recensione su internet. Mai partire impreparati! Vediamo dall’esterno anche il Sri Mariamman Temple, il tempio Hindu più antico di Singapore, ma, stanchi, decidiamo di non entrare. Facciamo una sosta nel cuore di Chinatown sorseggiando una rinfrescante acqua di young coconut, che ci portano intero con la cannuccia. Riusciamo anche a fare un po’ di China-shopping. Scoviamo infatti un negozietto in cui vendono solo buffi gattini della fortuna, di ogni dimensione, adorabili! La commessa poi è irresistibile, sembra appena uscita da un cartone animato e ha una risata contagiosa. Raggiungiamo a piedi il mercato coperto di Lau Pa Sat. È molto caratteristico, ma gli standard di igiene dei diversi stand non sembrano elevatissimi, soprattutto per quanto riguarda il lavaggio delle stoviglie. Scegliamo “Tapa Singapore” sostanzialmente perché serve il cibo su fogli di carta oleata e ha posate di plastica usa e getta. Mangiamo una Queen Tapa che comprende uovo fritto servito sul riso bianco e carne speziata. Compresa nell’esiguo prezzo anche una zuppa allo zenzero speziatissima. Non male, se vi piacciono i sapori forti. La nostra passeggiata procede in Raffles Place, cuore finanziario della città, con i suoi imponenti grattacieli, poi risaliamo sul bus turistico per raggiungere i giardini botanici. Il tragitto è piacevole e il parco (a ingresso gratuito, tranne il giardino delle orchidee per cui è richiesto un irrisorio ingresso di circa 2 Euro) vale davvero la pena. È immenso (preparatevi a camminare tanto) e curatissimo, la natura qui è davvero rigogliosa. C’è anche una parte di foresta equatoriale originale ed è bellissimo passeggiarvi dentro, ci sentiamo degli esploratori! L’Orchid Garden è fantastico, con tantissime specie di orchidee di ogni colore e forma. Facciamo tantissime foto, poi, esausti, torniamo alla base.
Il tempo di cambiarci e ripartiamo per il Night Safari, presso lo Zoo di Singapore (questa giornata non finisce mai!!). Il tragitto non è breve e prevede metro fino alla fermata Ang Mo Kio, più autobus numero 138 (il biglietto si fa a bordo). Mangiamo una cena al volo presso lo stand indiano (un grande piatto misto da dividere in due circa 15 Euro). Il tour inizia con un giro di 45 minuti sul tram che ti porta attraverso il grande parco alla scoperta di tanti animaletti, molti dei quali (i più innocui ovviamente) pascolano a bordo strada a portata (quasi) di carezza. Vediamo iene, rinoceronti, leoni, tapiri, elefanti… in un’atmosfera quasi surreale. La visita prosegue a piedi, passeggiando nella penombra della giungla, con tutti i suoi rumori, lungo sentieri ben tracciati e non molto affollati. Molto romantico. Gli ospiti del parco che inteneriscono di più sono Slow Loris, un piccolo primate notturno che cerca di raggiungerci incuriosito dai nostri richiami, le volpi volanti (enormi pipistrelli rossicci in verità…) e lo scoiattolo volante che sgranocchia noci sul suo ramo. Un’esperienza molto divertente, per grandi e piccini. All’uscita (e ormai sono le 23.30) scopriamo con piacere che è disponibile un servizio navetta per il centro città e che ci lascerà proprio davanti all’hotel (con soli 5 SGD). Evitiamo così la sfacchinata inversa con bus e metro, ottimo!
Questi tre giorni a Singapore sono stati decisamente intensi, ma molto molto divertenti. Domani ci aspetta la seconda parte del nostro viaggio, in Malesia… to be continued!