Il sud della Francia: un tour un po’ per caso
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Mezzo di trasporto: 2 mountain bike – AUDI A3 1.9 alla partenza con ben gia 250mila km
Km percorsi 3250
Costi:
Benzina euro 230
Caselli euro 170
Tot vacanza euro 1400
Accomodation: Campeggio Presqu’ile de Giens a Giens euro 102 ( 3 notti, con piazzola, 2 persone, auto ed elettricità)
Le Petit Mas des Barres a Les de la Mer euro 123 (2 notti senza colazione)
Campeggio La Forest a Dune sur Mer euro 52 ( 2 notti, con piazzola, 2 persone, auto ed elettricità)
Vieux a Carcassone euro 70 (una notte con colazione)
Conforhotel ad Avignone euro 45 ( una notte senza colazione)
Hotel Castel Luberon a APT euro 56 (una notte senza colazione)
E’ dal 2006 che vorrei completare il giro iniziato con Nizza, Cannes, Antibes, Grasse e via dicendo, ma poi è stato chissà perché, sempre rimandato.
Quest’anno lo decidiamo all’ultimo, il martedì prima della partenza ci viene l’idea: e’ giunta l’ora di completare “quel viaggetto”.
Non abbiamo tempo nulla, organizzare niente, carichiamo in macchina anche la tenda nel caso ci siano difficoltà a trovare posto in hotel, recupero le mie vecchie cartine della Francia, la guida già usata la scorsa volta, carichiamo le bici e partiamo.
1° giorno: domenica 25 agosto 2013
Sveglia ore 7, nella mia testa avevo la partenza prevista per le ore 8, ma mi domando perché ogni volta m’illudo che non ci siano mai imprevisti, accidentali o voluti.
Perché la mattina della partenza, bisogna anche pensare a: gonfiare le gomme, fare benzina, prelevare, caricare il telefono, ad aggiungere l’olio nel motore “perché non si sa mai”. Meno male che arrivano i suoceri con le fettine panate per il pranzo a sacco per alleviarmi il cattivo umore.
Facciamo colazione al bar e partiamo, h. 10.20 la mia ira non ha uguali.
Pero’ discutendo, arriviamo a Ventimiglia…
Arriviamo sulla penisola Giens, una piccola Camargue in miniatura e ci accoglie un vento pazzesco, la prima spiaggia è l’Almanarre, lunga ben 4 km, una miscela di sabbia e ciottoli, è colma in cielo di enormi aquiloni. E’ la spiaggia ideale per i surfisti, che la considerano come uno dei migliori luoghi di windsurf nel mondo.
In macchina con il tablet, prima di attraversare il confine, avevo trovato qualche campeggio, e dopo aver letto qualche recensione ci dirigiamo al camping “Presqu’ile de Giens”. Noi preferiamo i 4 stelle, quando si sta in campeggio, certe piccole accortezze ci vogliono: come avere i bagni sempre puliti ed in ordine.
Sulla penisola se ne trovano molti e anche di meno cari, ma per la qualità… non saprei dire.
Il campeggio a noi è piaciuto molto, la zona tende è su una splendida collina all’ombra della vegetazione mediterranea (querce, corbezzoli, pini), le piazzole sono disposte su terrazze, ideale per chi cerca tranquillità relax e il canto delle cicale sullo sfondo.
Non ci resta che montare la tenda e fare un giretto per la zona, siamo stanchi e usiamo la macchina. Parcheggiamo a Giens – paese, ci sono 2 negozietti, un bar e un piccolo ristorante tutto concentrato davanti alla chiesa. Compriamo una delle tantissime baguette che mangeremo in questa vacanza e rientriamo per una cenetta veloce.
2° giorno: lunedì 26 agosto
In campeggio, bisogna proprio dirlo, i ritmi sono davvero molto lenti: 2 ore per prepararci (mettere il costume) e far colazione, ma questi 2 giorni devono essere di assoluto relax.
Mattinata giro in bici, circumnavighiamo una parte dell’area naturale che occupa le Salins des Pesquiers, habitat di uccelli migratori: aironi e fenicotteri rosa.
Dopo 10 km ci fermiamo alla spiaggia di La Capte. La spiaggia è di sabbia dorata e ciottoli, relativamente tranquilla. Per pranzo rientriamo in campeggio, per la nostra insalata di farro e poi per un dolce pisolino…ma quanto si dorme e si mangia in vacanza?!
Nel pomeriggio andiamo a piedi alla La Badine che non e’ altro che il proseguimento della spiaggia di questa mattina, ma qui la sabbia è color ocra, e c’è moltissima gente, tantissimi bambini in acqua anche se e’ per me davvero troppo fredda. La giornata è meravigliosa peccato il vento un po’ troppo insistente. Non mi sto lamentando, ma non amo il vento e quando vado al mare mi piace l’acqua calda, molto calda!
Sta sera andiamo a cena a Hyeres, cittadina medioevale arrampicata sulla collina piena di scalinate e vicoli scoscesi all’ombra di un castello medievale. Ceniamo al “Cafe La Regence” davanti c’era un complesso che suonava dal vivo e pensavamo fosse carino, sì carino è carino, ma la qualità del cibo si lascia davvero desiderare. Robi ha ordinato delle Moule Frites che non erano assolutamente fresche, invece il mio piatto di carne non era male. Io di certo non lo consiglierei.
3° giorno: martedì 27 agosto
Oggi dovevamo andare a Porquerroles, ma la mia cervicale non mi abbandona da 2 giorni e il solo pensare all’acqua fredda e lo stare su un isola battuta dal vento, mi fa desistere dalla tentazione di visitare quest’isola dalle sabbie bianche. Quindi restiamo sulla terraferma cercando le spiagge dove il vento sta calando.
Scopriamo che a Giens c’è il mercato, e via in bicicletta…aiuto… per arrivare la salita e’ durissima ma sogno la discesa rapida del ritorno. Quando sono in vacanza adoro andare per mercati e di solito se so che ne incontreremo uno sulla nostra strada non sono capace ad evitarlo.
Questa volta sono partita molto molto prevenuta dopo l’enorme delusione del mercato di Bonifacio dello scorso anno, ed invece e’ una moltitudine di colori, odori, sapori.
Compriamo di tutto, frutta, olive, provo un salame che dicono buonissimo ma io lo sputo in faccia alla commessa (carne di toro probabilmente), puahfffff che schifo!
Come immaginavo il ritorno al campeggio con la spesa e di una bellezza unica, un km e mezzo, tutta in discesa, in 2 minuti e siamo alla nostra tenda. Torniamo alla La Badine, sto davvero malissimo, prendo un analgesico e mi addormento in spiaggia.
Pomeriggio si va alla spiaggia Le Salins, dal nostro campeggio c’è anche una navetta gratuita, ma noi preferiamo la macchina per non aver vincoli di orari. Le Salins è un incantevole porto di pesca circondato di ristoranti e bar. Abbiamo fatto una lunga passeggiata, il vento qui è fortissimo, arriviamo fino alla spiaggia sabbiosa ricca di tamerici ed … è strettamente riservata ai nudisti. Robi subito mi guarda male, oddio e che sarà mai provare?!
Al rientro passiamo al super, acquistiamo carne per la nostra grigliata con il grill usa e getta: FUNZIONA!!! Viene tutto buonissimo anche le zucchine, peccato che scopriamo che in campeggio è vietato, si possono usare solo i grill elettrici.. va be oramai e’ fatta, pazienza!
Dopo cena ci mettiamo a guardare la cartina, domani smontata la tenda da che parte andiamo?
4° giorno: mercoledì 28 agosto
Partenza dal Camping ore 10.30, colazione, benzina, siamo in ritardo come sempre. Oggi che decidiamo di andar via, il vento cala completamente…. Il dubbio ci viene: restiamo per andare a Porquerroles? Si, la risposta doveva essere Sì, Sì, Sì…….perché ora ho il rimpianto di non averlo fatto, il bello di non aver programmato niente è questo: che niente ti aspetta. Ecco questo lo metteremo tra le cose da fare!
Arriviamo a Les Saintes-Maries-de-la-Mer poco dopo l’ora di pranzo. Su booking avevo notato un posticino molto carino a poco prezzo, Manade Cavallini, ma è completo, pernottiamo quindi a quello accanto “Les petites mas des Barres” è un maneggio, come tutti d’altronde nella zona, niente di che ma ha il parcheggio interno, il wi-fi e anche la piscina. Tra il fare un tuffo in piscina e ricollegarsi con , optiamo per quest’ultimo soprattutto per dire a tutti quelli che ci dicevano di non venire in questa zona ad agosto che “DI ZANZARE NON C’E’ NE SONO!”
Arriviamo in centro, parcheggiamo l’auto e via in bicicletta, ma prima di avventurarci da qualsiasi parte devo mangiare, ho una fame da lupi. Ci pappiamo un Kebab enorme e andiamo all’ufficio del turismo. Non e’ che sono molto sveglie, ne so più’ io dalle info lette su Internet che le ragazze sedute dietro il banco. Con cartina alla mano, ci avventuriamo per il sentiero “Digue a la Mer“, 26 km di cui qualcuno sulla sabbia. Passiamo 4 ore bellissime in un posto incantevole e fuori dal mondo, c’è poca gente e la sensazione di vastità e immensità è totale, la vista si perde, l’orizzonte sembra infinito. Il parco comprende cordoni di sabbia, risaie, stagni e lagune dove vivono anatre, aironi e i famosissimi fenicotteri rosa. Nei campi, ai margini delle paludi pascolano bradi i bianchi cavalli della Camargue.
La nostra destinazione è a est, la Digue a la Mer, la diga di mare, che protegge l’area del delta dalle mareggiate e dall’azione erosiva delle onde, pedalando siamo arrivati fino al faro di La Gacholle.
Al faro c’è un cannocchiale, ci si siede e si osserva; si vedranno volare decine di fenicotteri, e molti ancora sono li con la testa a mollo. Siamo stati fortunati, ci hanno fatto un grande regalo, 5 fenicotteri hanno volato proprio sopra le nostre teste, troppo incantanti per scattare una foto!
Rientriamo in paese quasi alle 8, per strada son tutti pronti per andare a cena, noi siamo stravolti e sappiamo già che se torniamo in camera per cambiarci non avremo la forza di uscire. Leghiamo le bici davanti all’ufficio del turismo e c’incamminammo verso il centro. E’ delizioso, sembra di essere in un villaggio di mare spagnolo, i colori, la musica, gli odori richiamano le atmosfere gitane… m’immagino che sia cosi l’Andalusia.
Chiediamo in giro e ci dicono che il piatto forte è la carne di toro, ma a me non convince per niente. Ovunque si vedono padelle enormi di paella e non so resistere. Mangiamo paella Andalusa, sangria, gelato e macedonia. E’ tutto buonissimo, la paella ricca di pesce, il gelato al cioccolato con le scaglie è fenomenale e la macedonia di anguria e melone (altro che le nostre mele e pere).
Dopo cena, giretto veloce, ma inizia a far freddo, noi alla fine siamo ancora in tenuta ciclistica. Vorrei prendere il sale puro della Camargue, ma rimando l’acquisto a domani: andiamo alle Saline.
5° giorno: giovedì 29 agosto
Ci svegliamo e decidiamo di andare ad Arles (la città adottiva di Van Gogh che la preferì alla fredda Olanda e che qui dipinse moltissimi quadri) la giornata non è caldissima quindi forse è il momento ideale per fare un giro in città. Non facciamo colazione in albergo, 9 euro a testa per quello che ti danno, ci sembra davvero esagerato. Appena arrivati passiamo all’ufficio del turismo per prendere cartina e la mappa del circuito di Van Ghog, costa un euro ma a noi l’hanno regalata e segnala le 10 tappe di un percorso alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato il pittore durante la sua permanenza qui. E’ stato un modo diverso e originale per visitare la città passando tra l’altro per i punti di maggior interesse come l’Arena, l’Anfiteatro, il Teatro antico e le Terme di Costantino. Il cuore di Arles di scopre come in un gioco, senza seguire un percorso prestabilito, senza timore di dimenticarsi soste o monumenti famosi. Ad ogni tappa c’è una riproduzione del quadro originale ed è curioso fotografare lo scorcio di un ponte o di una casa confrontando come era e come è. Niente sembra più lo stesso.
Per colazione compriamo 2 croissants e 2 pain au chocolat in panetteria, sono come sempre buonissime con una bottiglia di succo di frutta, non raggiungiamo 5 euro.
Per pranzo ci fermiamo a comprare qualcosa in un super mercato prima di dirigerci verso Salin-de-Giraud. Prima di arrivare al villaggio, ci si ferma obbligatoriamente alle saline, non puoi non sostare quando improvvisamente ti ritrovi davanti agli occhi questo lago rosa immenso e senza fine. Il vento è incredibile, stare sul punto panoramico è praticamente impossibile, attraversiamo una parte di lago salato dove qualcuno porta via blocchi di sale grezzo.
Compriamo il sale della Camargue, le Fleur de Sel, un sale molto salato che non e’ trattato e questo lo contraddistingue per la sua diversità, data anche dal prezzo. Si usa solo a crudo e non per cucinare.
All’arrivo a Salin de Giraud, non so esattamente cosa mi aspettavo di trovare, ma forse avendo visto St. Maries immaginavo una qualunque località turistica invece c’è solo molto silenzio: le case del villaggio operaie e le montagne di sale sono simili a cumuli di neve. La strada lungo gli argini tra marais e lagune, termina nell’immensa spiaggia di Piemanson, 6 chilometri di sabbia chiara, bordata da dune, a ovest della foce del Grande Rodano. Il cielo è colorato dalle vele dei kite-surfer e anche noi trascorriamo qui il pomeriggio, tra gitani e camperisti facendo volare il nostro aquilone. All’ufficio del turismo di Salin, una ragazza davvero in gamba ci spiega davvero a modino la zona e ci invita a fare delle esperienze davvero interessanti. Ancora una volta noi non ne faremo nessuna, altro errore e altre cose da aggiungere alle cose da fare. Onde evitare di scordarmelo, se dovessi ritornare in questa zona me le appunto:
- Passeggiate a cavallo sulla sabbia al tramonto per soli 16 euro all’ora
- Nel cuore del Parco Naturale della Camargue è possibile fare una guida naturalista, purtroppo solo in lingua francese, scoprendo la parte più riservata dei fenicotteri rosa nella zona non aperta al pubblico. La visita in estate inizia al tramonto (ore 18.30) per terminare circa dopo 3 ore al crepuscolo. Ci si avvicina alle colonie di nidificazione fino a 800 metri, la visita permette di ritrovarsi in un ambiente straordinario e unico. Costo euro 11. Non l’abbiamo fatto, perché’ come per il cavallo, Robi è angosciato dalla lingua francese, avrei potuto tradurgli tutto, ma è un fatto personale tra lui e il resto del mondo.
- Le saline di Aigues-Mortes vengono attraversate viaggiando su un trenino turistico, percorrendo la tavole salate, scoprendo come nasce il sale e perché le acque sono rosa prima della raccolta. Anche questo pensavamo fosse solo in lingua francese ma poi a casa visitando il sito, abbiamo scoperto che sul trenino ci sono le cuffie per ascoltare ognuno la visita nella propria lingua madre. Costo euro 9.
Questa sera torniamo in camera prima di cena, per cambiarci e vestirci un pochino più adeguati alla temperatura serale. Ceniamo Le Romain, io non so resistere, son troppo ghiotta di paella, ma questa volta lo provo di pesce e pollo… ottima, davvero buonissima. Robi prende anche il dolce, l’ile flottant, non ho ancora capito cos’era!
6° giorno: venerdì 30 agosto
Partenza ore 9, oggi i km da fare sono molti, non abbiamo studiamo molto il territorio della prossima destinazione, sappiamo solo che vogliamo vedere le dune più alte d’Europa (le dune du Pilat). Ci vogliono davvero molte ore per fare 600 km. Siamo pigri e ci fermiamo spesso ai vari autogrill per fare soste e distrarci un po’ dalla lunga autostrada.
Arriviamo a la Teste de Buch quasi alle 17. Passiamo già sapendo dell’esito, davanti ad un hotel che avevo visto su booking, ma e’ pieno, e tristemente ci rendiamo conto che tutti gli hotel sono prenotati fino a domenica. All’ufficio del turismo ci trovano inizialmente una sistemazione che non ci piace per niente visto che l’hotel non ha parcheggio e l’auto dovremmo lasciarla in stazione, poi finalmente ci danno l’idea giusta “perché’ non andare in campeggio visto che siamo attrezzati e visto che la permanenza sarà di gran lunga più interessante?”
Ci danno la cartina della zona per trovare i campeggi, sono tutti uno accanto all’altro nella zona di Pyla sur Mer. Noi ci fermiamo al primo, La Forest, rimaniamo incantati appena scendo dalla macchina. Sinceramente penso che siano tutti molto simili sia come location sia come qualità, nessuno è oltre alle 3 stelle.
Il campeggio e’ immerso in una foresta di pini, è molto spartano, soprattutto i bagni. La zona ristorante è bellina con le sue serate a tema. Sta sera Moules Frites, c’è un pentolone enorme, ma bisognava prenotare quindi sta sera a noi toccherà la pizza, visto che non fanno nient’altro.
Oramai siamo rapidissimi ed in un’oretta abbiamo montato la tenda e scaricato tutto.
La cosa che mi aveva incantata arrivata al campeggio erano le dune, si perché campeggi sono proprio sotto le dune, davvero uno spettacolo unico, è un’autentica emozione, dormiremo sotto le dune, non l’avrei mai pensato!
Oramai siamo troppo elettrizzati e vogliamo raggiungere la cima. La parte che dà sulla foresta è molto ripida, hanno messo a disposizione una scaletta, ma si scivola e la sabbia è cosi fine sembra di essere nel deserto. Arrivati in cima si rimane a bocca aperta, da una parte una vista mozzafiato sull’oceano e dall’altra parte ti sembra di volare sopra le punte degli alberi. Scorgiamo laggiù piccolissima la nostra tendina. Non riusciamo a resistere e ci mettiamo a correre a tutta birra come bambini giù per la lunga discesa. Verso l’oceano è meno ripida ma più estesa.
Le dune sono alte 110 metri e lunghe 3 km. Abbiamo letto che crescono da uno a 4 metri all’anno tant’è che un hotel e’ stato costretto a chiudere, la sabbia lo stavo letteralmente mangiando.
Scattiamo tantissime foto, è il tramonto e la luce è splendida. Provo a mettere i piedi nell’acqua, è ovviamente fredda e di certo non limpidissima. Ci sdraiamo un po’ al sole ma poi ci mettiamo in marcia per la salita. Arriviamo in cima pronti per vedere il sole che si tuffa nell’oceano, ma sono le otto passate ed è ancora alto, più andiamo verso ovest e più il tramonto diventa più lungo. Aspettiamo un po’, ma alla fine a malincuore decidiamo di rientrare in tenda, dopo le 10 non danno più da mangiare ed io necessito di una doccia.
A cena divento matta per far capire alla cameriera-ragazzina che io la mozzarella proprio non la posso mangiare altrimenti rischio di star male tutta la notte, non c’era verso di dire in cucina una vegetariana senza mozzarella, eppure lo capiva bene quello che le chiedevo, non lo volevano fare… ma è possibile che questi francesi siano proprio cosi….”simpatici”? comunque alla fine non so se le ho fatto pena e mi ha preso per una disperata o alla fine si è convinta che stavo morendo di fame. La pizza arriva, buona devo dire davvero buona, ma devo dire anche carissima. Si si lo so la pizza in Francia è risaputo che non si mangia, ma da buoni italiani la si prova ovunque per confermare che la nostra è la migliore di tutti!
Be’ ma le nostre disavventure non finiscono, abbiamo come vicini di tenda dei ragazzi tedeschi che il massimo della vacanza è stare svegli di notte a bere birra e a dormire tutto il giorno!! Mah.. gusti!
7° giorno: sabato 31 agosto
Oggi relax, andiamo al super del campeggio a comprare baguette, nutella e succo di frutta per la nostra mitica colazione e poi risaliamo sulla duna, questa volta lasciamo le infradito direttamente alla base della scaletta, tanto sono solo un impiccio. Facciamo una bella passeggiata sulla cima della duna, il sole è alto nel cielo e caldo ma stranamente la sabbia resta fresca, sarà grazie al maestrale che continua a soffiare dall’oceano?
Facciamo tante foto e correre giù per la discesa è troppo divertente, se non fosse per la salita la farei decine di volte. Ma bisogna stare attenti a non esagerare sta mattina abbiamo visto un ragazzo con la caviglia fasciata… eeeeeehhhh non faccio in tempo a notarlo che: “chi si diverte a scendere in scivolata?” E voilà caviglia slogata e di corsa in farmacia! Eh si perché con tutto quello che mi son portata, il Voltaren e la fascia elastica proprio l’avevo scordata. Proviamo prima a tenere la caviglia al fresco con delle bottiglie d’acqua ghiacciata per evitare che si gonfi.
Verso le due va meglio, quindi prendiamo le bici e facciamo uno dei tanti percorsi ciclabili nella foresta. Noi andiamo in direzione di La Teste, perché vorremmo trovare una farmacia, non urge, ma meglio se recuperiamo il necessario per impedire che questa caviglia ci rovini il resto della vacanza. Vicino alla farmacia c’è anche il super, compriamo yogurt e frutta, dopo tutta la nutella mangiata a colazione necessito di purificarmi.
Passiamo il resto del pomeriggio sotto i pini, ai piedi delle dune a rilassarci, dormicchiare e ad ammirare un cielo azzurro e limpido.
Sta sera andiamo a cena ad Arcachon. La cittadina turistica è piena di ristoranti e negozi, è davvero una piacevole scoperta, il lungo mare è pittoresco e molto caratteristico, sulla sabbia stanno facendo delle magnifiche statue di sabbia colorate, rimangono incantata da quante sono, dai colori e dalle forme davvero sensazionali. Il lungo mare è pieno di ristoranti soprattutto di pesce: aragoste, cozze e ostriche ma in realtà sono anche tutti piuttosto cari e molto alla moda. Noi cerchiamo qualcosa di più tipico, locale e tranquillo. Scegliamo “L’Ilot” è pieno di gente e sembrano tutti soddisfatti e i prezzi sono ottimi. Robi non rinuncia alle sue Moules Frites, invece io mi faccio tentare dalla malinconia e prendo finalmente la tanto ricercata Galette. Quante ne abbiamo mangiate nel nostro tour della Normandia e Bretagna di 4 anni fa.
Tornando in campeggio mi agita un po’, il pensare che i ragazzi tedeschi questa notte, faranno ancora rumore fino a tardi e noi domani mattina dobbiamo alzarci presto per smontar le tende. Per fortuna anche se hanno dormito tutto il giorno, sta notte proprio non riescono a star fuori, il vento è forte, fastidioso e freddo, ma questo non vieta a dei ragazzi, come la notte scorsa, ad avventurarsi su per le dune con le pile per scendere giù’ di corsa al buio gridando come se ruotassero sulle montagne russe più alte del mondo.
8° giorno: domenica 1 settembre
Sveglia ore 7,30, ci prepariamo veloci, smontiamo tutto e prima di lasciare il campeggio compriamo croissant e baguette per la colazione, alle 10 siamo in macchina direzione Carcassone.
Ci fermiamo per il pranzo a sacco in un’area di sosta, son davvero tutte molto curate e pranzare qui nel verde è davvero piacevole.
Arriviamo a destinazione alle tre, in tempo per poter cercare un posticino carino, ma siamo sfortunati c’è una festa dal 29 agosto al 1 settembre. La prima Gite de France ci propone 100 euro perché proprio sotto le mura della città, ma ci sembra un po’ esagerato!
Per caso finiamo da Eddy che purtroppo è pieno ma ci è stato davvero di grande aiuto. Lo consiglio a tutti il suo B&B, si chiama “Les hauts de fontgrande”ha una vista mozzafiato sulla città medioevale e poi il proprietario è di una dolcezza e simpatia…. lo so a cosa state pensando che è impossibile che un francese sia cosi. Esatto, è quello che ho pensato anch’io e gliel’ho detto, sapete la risposta “è Andaluso”! Non si necessita di commenti! Ci aiuta lui a trovare un posticino, l’hotel che oggi non avremmo mai trovato perché la fiera è proprio nella via dell’hotel e mai l’avremmo potuta fare in macchina, tratta lui il prezzo per noi e alla fine la spunta.
Andiamo subito a fare un giro per la fiera, ma poi senza accorgercene ci siamo spinti fino alle mura. La città è una fortezza nella fortezza, come poi comprenderemo meglio domani nella visita. È circondata da alte mura e dentro ci si disperde nel dedalo delle strette vie medioevali. Ovviamente ci sono negozi di souvenir di ogni tipo ma anche tantissimi di dolci, quindi per gli amanti del cioccolato c’è di che sbizzarrirsi. Proseguiamo per l’alberata place Marcou, stracolma di pizzerie e ristoranti. Mangiare nella città vecchia è assai più costoso e sinceramente non troviamo niente che ci colpisca.
Rientriamo in hotel per fare le foto al tramonto dalla terrazza; è incredibile la doppia cinta di mura, incredibile le decine di torri rotonde con il tetto grigio scuro a cappello di fata, il tutto danno a Carcassone un fascino fuori dal tempo.
In camera diamo un’occhiata anche a booking per prenotare, questa volta, l’hotel di domani ad Avignone. Quelli più carini son tutti in centro ma non riusciamo a trovare niente con il parcheggio, poi domani capiremo perché….. Quindi optiamo per uno a 3 chilometri e mezzo dal centro.
Per cena, non vogliamo sforzare troppo la caviglia di Robi, quindi decidiamo di cenare sotto l’hotel: mangiamo due omelette enormi con funghi e prosciutto e insalata.
Dopo cena ci spingiamo solo fino al pont Vieux per ammirare il Canal du Midi e mi viene un’idea…tornata in camera, sfrutto l’internet wi-fi, per trovare qualcosa d’interessante.
9° giorno: lunedì 2 settembre
Questa mattina, dopo la colazione andiamo di corsa al castello, abbiamo la visita guidata (euro 23). Il giro è molto interessante, è molto bello l’itinerario delle bertesche, che fino a questo momento non sapevo neanche cos’erano. Sono gallerie in legno che completano il sistema difensivo delle fortificazioni, proteggendo la base delle mura. Tutto questo era per difendere gli eretici che rifiutavano l’ autorità’ pontificia. E’ molto interessante anche il filmato che evoca la storia del monumento attraverso le sfide poste dal suo restauro.
Prima di lasciare Carcassone acquistiamo i biscotti da “La cure Gourmande”.
E ora ci dirigiamo alla location della mia ricerca serale: Le chiuse di Forserannes.
Robi rimane incantato, ma è normale: è un progetto del XVII secolo che ha trionfato e della cui eredita’ trae indiscussi benefici l’attuale economia turistica francese. Le chiuse infatti permettono alle barche che vi transitano di superare un dislivello di ben 25 metri: una montagna d’acqua. Le chiuse sono composte da nove paratoie che si aprono successivamente,otto vasche, su una lunghezza di 315 metri, fiancheggiate all’esterno da quattordici rampe di scale. Lo spettacolo delle chiuse durante il riempimento e lo svuotamento delle vasche, è sempre molto impressionante.
Dopo averlo lasciato con la bocca aperta per un po’ gli propongo un giro in bici. I percorsi in bici sul Canal du Midi son molteplici, considerate che il canale e’ lungo ben 240 km. All’ufficio del turismo ci dicono che uno dei tratti più suggestivi partono da Montgiscard, una ventina di chilometri da Toulouse verso Castelnaudary. Noi pero’ siamo a Beziers quindi l’unico percorso è arrivare fino al tunnel! Non ci credo che da qui passano le chiatte, non ci credo, resto qui e voglio vederne passare una…aspettiamo un po’, ma poi rientriamo abbiamo altri 12 km da fare per recuperare la macchina e poi dirigerci fino ad Avignone. Mi son documentata al porto che abbiamo incontrato durante la nostra biciclettata e credo che sarebbe davvero molto molto interessante fare un week end noleggiando una barca e percorrere un tratto del canale. Ci sono molte soluzioni, giornaliere e settimanali tutte senza patente nautica (altra cosa da appuntare). Arriviamo ad Avignone in un’oretta, l’hotel non e’ proprio come me l’immaginavo, è uno di quelli per rappresentanti con un bagno piccolissimo: mi consolo tanto dobbiamo dormirci una notte sola. Arrivati in centro, capisco perché’ gli hotel non hanno il parcheggio, non si può entrare nelle mura con la macchina, bisogna lasciarla fuori dove si possono trovare dei parcheggi enormi. Ceniamo in centro nella Place de l’Horologe. Sta sera carne!
10° giorno: martedì 3 settembre
Siamo indecisi se andare in città in bici, ma il solo pensare che poi devo ritornare qui in hotel mi fa cambiare idea e ci avventuriamo a cercar parcheggio. Perché è vero, che il parcheggio fuori le mura, e’ enorme e contiene davvero moltissime auto, ma è anche vero, che di auto c’è ne sono tantissime. A fatica troviamo un posticino! Facciamo colazione con 2 croissant e un cappuccino percorrendo le strade del centro che anche qui sono un groviglio di vicoli carini e pieni e di negozietti che portano all’impotente Palazzo dei Papi. Io ho poco da dire su questa città perché sinceramente non mi ha colpito molto e sinceramente con il senno di poi eviterei la sosta. Non mi è dispiaciuta la vista dal giardino accanto al palazzo, puoi vedere il famoso pont Saint-Benezet. Quest’ultimo mi avrebbe fatto piacere percorrerlo, ma a malincuore scopro che dobbiamo pagare euro 4,50 a testa… ma scherziamo, neanche il Tower Bridge di Londra e’ a pagamento! Dopo 2 ore di giretti, ci sono dei negozi di souvenir davvero ricchi di cose carine, ecco, forse bisognerebbe passare di qui solo per questo, ripartiamo.
Prima di arrivare al castello prenotato per questa notte, abbiamo sul percorso parecchie cose interessanti. La prima il museo della Lavanda: ma arrivati rimaniamo un po’ delusi ci accorgiamo che il percorso della distilleria e’ tutto molto turistico.
Una cosa che credo, sia davvero spettacolare, che noi abbiamo purtroppo saltato perché l’abbiamo scoperta quando eravamo già ad Apt è la Carriere Lumiere. Io non l’ho vista ma solo leggere le recensioni di TripAdvisor, mi fa sentire una gran fessacchiotta di non aver fatto 100km per rifare il viaggio al contrario.
Facciamo una sosta al borgo di Gordes, sinceramente doveva essere di strada per l’abazia di Senanque, ma scopriamo per caso che c’è il mercato. Lasciamo la macchina al Parking (3 euro) e c’incamminiamo. Il paesino di per se è davvero grazioso, arroccato con questa vista magnifica su tutto il Luberon. Compro il miele alla Lavanda e mi pento di non aver comprato qui le saponette, perché m’illudo che ad APT troverò chissà cosa…. In una bancarella, da una ragazza bellissima, compriamo il nostro pranzo: cosce di pollo e patate alla provenzale, 4 euro la porzione… è enorme, tantissima e super buonissima. La mangiamo al parco del Comune, seduti per terra, divoriamo le nostre cosce alla Obelix.
Lasciata Gordes andiamo all’abazia, uno degli scorci più fotografati della Provenza, peccato che la lavanda abbia già fiorito. Scopriamo che anche qui come in Italia a maggio e’ stato un mese particolarmente freddo e piovoso e le fioriture sono state un po’ in ritardo e che hanno fatto raccolti fino ad UNA SOLA SETTIMANA FA’… grrr che rabbia, avremmo dovuto essere qui all’inizio della nostra vacanza. Comunque nonostante manchi un tocco di viola i paesaggi meritano lo stesso un click.
Il pomeriggio andiamo a Roussillon, uno dei più bei borghi della Francia. Qui tutto è rosso e non possiamo non percorrere il Colorado Provenzale. Il sentiero delle Ocre (euro 2,5) è un percorso facile e particolare. Si viene subito colpiti, storditi e affascinati dall’incredibile color ocra, l’arancione degli hoodoos (cosi abbiamo scoperto che si chiamano in America) che si innalzano verso il blu del cielo. A noi ricorda molto il Bryce National Park.
Abbiamo scelto il percorso più lungo 50 minuti ma noi l’abbiamo percorso molto più rapidamente, è una passeggiata davvero adatta a tutti.
Finalmente ci pappiamo un meritato gelato, prima di procedere finalmente con lo shopping ad APT.
Ora non so dove l’avevo letto ma se non e’ giorno di mercato, il sabato, non c’è in questa cittadina assolutamente niente di interessante a meno che non volete pernottare al Castello.
La camera è davvero molto bella con un balcone ampio. Visto che sono le 18 ci facciamo un tuffo in piscina prima di prepararci per la cena.
Ahh che ridere la cena.. dove andare, qui e’ tutto chiuso, una tristezza. Ci fermiamo all’unico ristorante “Le Chat qui Peche”, che scopriamo essere di pesce, peccato che, a parte le Moules-Frites di pesce non ha più niente, perché è troppo tardi. Guardo curiosa l’orologio, ore 20,30…troppo tardi per cosa???? Comunque anche se a malincuore mi tocca mangiare anche sta sera carne, per fortuna è accompagnata da delle melanzane saltate davvero molto gustose e saporite, avrei mangiato solo quelle. Robi lascia una lauta mancia, sono in disaccordo che razza di ristorante di pesce è se finisce il pesce alle 8 di sera!?
11° giorno: mercoledì 4 settembre
Oggi ultimo tentativo di scovare qualche campo di lavanda, da Apt verso Rienz c’è’ la vera Provenza. Ci sono ettari di campi, centinaia di filari, tutti perfettamente allineati e tutti completamente raccolti tranne qualcuno e raro di lavanda “ritardataria”. Lo spettacolo non credo che abbia niente a che vedere con quello della raccolta ma mi accontento. Il punto di massima bellezza è il Plateau de Valensole, ecco bisognerebbe farsi amico uno del posto e al momento della fioritura farsi chiamare per arrivare di volata per un week-end fuori porta.
Arrivati a Rienz scopriamo un negozio di produttori di lavanda e di miele, quindi se non l’avessi comprato questo è un ottimo posto per far acquisti. Noi non ci fermiamo perché scopriamo il mercato di Rienz! Finalmente compro il sapone alla lavanda della Provenza e non di Marsiglia e acquisto 500 gr di lavanda appena raccolta per fare da me i sacchettini profumati per la biancheria! Compriamo un po’ di frutta che scopriamo ogni volta essere dolcissima dalle pesche alle prugne.
Non perdiamo troppo tempo, la nostra destinazione sono le Gole du Verdon. Arriviamo prima al Lago artificiale, Ste-Croix du Verdon e rimaniamo fisicamente a bocca aperta, incantati davanti all’azzurro del lago, sembra finto, colorato con i pastelli a cera. Ma come può essere? Onde sta il trucco?
Proseguiamo perché vogliamo ammirare quello che i francesi dicono sia il canyon più’ bello d’Europa. Dalle balconate panoramiche si resta senza fiato, l’azzurro intenso dell’acqua crea un gioco di contrasti unici con il verde intorno e il grigio delle rocce che scendono a strapiombo. Il tratto delle Gorges du Verdon è quello più’ spettacolare: un abisso tutto da ammirare. Non a caso la strada che vi ruota intorno, passando a sud delle gole, si chiama “Corniche Sublime”. Noi abbiamo fatto solo un tratto perché poi abbiamo ripreso la strada verso casa. Ad Aiguines si ha subito un colpo d’occhio spettacolare sul canyon, proseguendo, la strada passa poi nel punto più stretto del percorso, le Falesie di Bauchet: altra sosta, altra foto e poi via verso lo strapiombo delle Falesie dei Cavalieri. C’è una vista spettacolare anche in prossimità’ del Tunnet del Fayet e da vertigine sul Ponte Artuby, luogo scelto infatti per il bunjee jumping ma quando siamo passati noi non c’era nessuno. Ci siamo anche infiltrati all’hotel del gran canyon, per vedere la vista mozzafiato dalla terrazza del bar.
Ma prima di fare tutto questo tour che poi ci ha portato direttamente a casa, abbiamo fatto sosta ai piedi delle gole per provare l’esperienza della canoa e di percorrerle dal di dentro. L’ abbiamo noleggiata per due ore (22 euro compreso di bidone) e a parte il mio terrore iniziale di poterci rovesciare, poi sono state due ore rilassanti e divertenti ma soprattutto abbiamo potuto ammirare il canyon da un punto di vista completamente diverso.
La nostra vacanza termina qui con una gran lista di cose non fatte, torneremo, la Francia è cosi vicina…