Il vero Messico fai da te in auto

Tour fai da te in auto a noleggio, presa a Città del Messico e lasciata a Cancun, poi quattro giorni di mare ai Caraibi, passando per il Chiapas e lo Yucatan. 2700 chilometri on the road in 20 giorni
Scritto da: martapi
il vero messico fai da te in auto
Partenza il: 11/05/2013
Ritorno il: 31/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Giorno 1_ Siamo arrivati a Città del Messico alle 18 circa, e ci siamo trasferiti in hotel, il Regente, in posizione abbastanza centrale, mediante il trasferimento privato previsto dal Tour. L’hotel è bello, pulito, ma la wi fi in camera scarseggiava. Ce ne siamo andati a letto abbastanza presto, visto il fuso orario che si faceva sentire!

Giorno 2_ Abbiamo fatto il nostro primo giro della città, arrivando al palazzo delle belle arti, dove ci siamo gustati il balletto folkloristico locale, molto carino, ma forse un po’ lungo per esser visto alle nove di mattina, e visti i prezzi delle zone turistiche in Messico, anche abbastanza costoso (600 pesos in due). Siamo poi arrivati allo zocalo, la zona pedonale molto carina e piena di negozi, e di polizia turistica, pronta ad aiutare in casi di emergenze (come a noi, che ci si è bloccata la carta al momento del ritiro al cajero automatico). Nonostante la disavventura, non potendo far nulla essendo domenica, siamo proseguiti in direzione parco Alamede, zona rosa, e facendoci a piedi tutta l’Avenida Insurgentes, approfittando del minor traffico domenicale, siamo arrivati con mezz’ora di cammino tra viali alberati al bosco di Chatapultepec, dove si trova il museo d’antropologia, e bancarelle per ogni gusto di cibo (da noi evitato visto lo stomaco non ancora abituato al cibo messicano on the road). Comunque colori, suoni, odori, rimangono ben impressi nella mente, quindi se riuscite capitateci di domenica come abbiamo fatto noi, quando ci sta questo mercato! Il museo, beh è bellissimo, ci si tuffa nel dentro della cultura maya e messicana, le sale sono ben illuminate e piene di reperti interessanti. Peccato che il tutto sia a nostro avviso un po’ disorganizzato, senza frecce o indicatori di percorso consigliato risulta esser un grande insieme di cose belle ma senza troppo filo logico. Magari con una visita guidata si comprende meglio, ma noi l’abbiamo evitata. In seguito, cena nella zona rosa.

Giorno 3_ Dopo un bel giro a piedi per la città, e aver ancora una volta ammirato i mille scarpini, davvero un must a città del Messico e nelle altre cittadine della parte centrale, siamo andati a recuperare la macchina a noleggio. Con difficoltà abbiamo trovato il negozio, e nell’attesa dei documenti di viaggio ci siamo visti portar via la macchina davanti alla faccia! I noleggiatori ridevano, siamo a città del Messico, questa è normalità.

Con la macchina ci siamo spostati al sito di Teotihuacan: semplicemente stupendo seppur con la giornata semi nuvolosa. Salire in cima ai templi è stata un’emozione unica, assolutamente da rifare per la vista e per il percorso stesso, un’emozione davvero intensa. Il sito è anche dotato di un museo davvero ben organizzato e ben fatto, con ottimi rinvenimenti dei vari templi. Inoltre, non fate come noi e acquistate qualche souvenir da qui: la tipica pietra nera, ossidiana, del sito, la ritroverete altrove ma a prezzi pompati, e senza la certezza che sia originale! Nella via del ritorno ci siamo fermati presso la basilica di Guadalupe. La vecchia basilica è affascinante, da fuori è evidente che le mura sono tutte storte per lo smottamento del terreno. Ma dall’interno non si vede nulla, e salire sino in cima alla collina, solo per la curiosità di vedere la chiesa che secondo alcune recensioni era ‘tutta in discesa, visibilmente in pendenza’, è risultato del tutto inutile: se non avete visibili interessi religiosi, lasciate stare la faticata. La nuova basilica a mio avviso è un’ottima opera di architettura moderna, ben inserita nel contesto e rispondente alle esigenze per la quale è stata costruita: accogliere milioni di fedeli devoti.

La sera abbiamo cenato in hotel: la pioggia battente, purtroppo, seppur durata un’oretta, non di più, non ci ha permesso di spostarci troppo.

Day 4_ Attraverso la route 150, ci siamo diretti a Puebla. Strade larghe e a scorrimento veloce: una gioia dopo il traffico assurdo di città del Messico (che scopriremo esser una delle caratteristiche ricorrenti di tutte le cittadine, fatta eccezione per Campeche). È stato davvero emozionante. Arrivati a Puebla, ci siamo trasferiti in hotel: al centro, con parcheggio privato, un ex convento: davvero bello!

Con la macchina ci siamo subito spostati verso Cholula: piccola cittadina con la piramide antica sormontata da una collina, sopra la quale sorge una chiesa: davvero suggestivo. Inoltre vi era un mercato davvero tipico, dove respirare l’atmosfera del vero Messico! Da lì ci siamo diretti verso Tonentzintla e Acatepec: per la prima le indicazioni stradali scarseggiavano, e invece abbiamo trovato abbastanza agilmente la seconda.

Ci sta una chiesa davvero particolare, all’interno è vietato fare le foto, ma fuori è tipica: sembra una miniatura per quanto è decorata e lustrata: assolutamente da vedere, si tratta della tipica architettura messicana.

Di rientro, abbiamo fatto un giro in città, per il mercato, davvero bello e colorato: pieno di souvenir e prodotti tipici. La cittadina stessa è tipica coloniale: colorata, calma, pacata, con uno zocalo verde e fresco, pieno di gente. Una cittadina davvero bella, nella quale si sta tranquilli e quieti, e si gusta ottimo cibo messicano.

Day 5_ Di buona mattina ci siamo spostati verso Oaxaca. Anticipiamo che noi abbiamo trovato belle tutte le strade messicane, ciascuna per motivi diversi. Attraverso la route 150, ci siamo diretti a Oaxaca. Il percorso in macchina è stato davvero bellissimo: la strada panoramica permette di vedere posti stupendi, scavati tra le montagne, costeggiati da cactus giganteschi. È stato davvero emozionante.

Il nostro hotel si trovava lievemente fuori, e passando per la periferia abbiamo potuto notare le condizioni di questa bidonville, in cui vivono tutti ammassati. Inoltre, molti percorsi pedonali si sviluppano su linee ferroviarie dismesse: davvero suggestivo e riflessivo.

Il centro vero e proprio non risente della povertà del resto della cittadina: carino, pieno di gente calma e pacata. Ci abbiamo beccato anche il mercato, pieno di dolciumi e di prodotti provenienti dai paesi vicini.

Day 6_ Siamo andati al sito di Monte Alban, seguendo la via interna che passa davvero per paesini isolati, senza troppe indicazioni: strada stretta e in condizioni non sempre ottimali, ma comunque fattibile. Il sito è davvero bello: ci s trova in cima alla montagna, e i reperti sono in ottimo stato e in alcuni templi si può salire fino in cima. Siamo rimasti esterrefatti dai prati verdi di questo sito, a differenza di Teotihuacan, dove la lunga ‘strada della morte’ era in pietrisco.

Discendendo abbiamo seguito un pullman turistico, che ha percorso una strada molto più fattibile di quella scelta da noi in precedenza! Siamo arrivati a Mitla, con non poche difficoltà viste le poche indicazioni stradali una volta arrivati alla cittadina. Il sito è dislocato in due aree. Mentre la prima non è molto degna di nota, la seconda è molto particolare: è possibile entrare proprio all’interno del tempio, potendo ammirare l’arte figurativa tipica azteca, siamo potuti discendere su due tombe, davvero emozionante. Nonché, ancora un edificio mantiene un colore rosso porpora, sicuramente simile a quello originario.

Nella via del ritorno, ci siamo fermati a una fabbrica di mezcal. Peccato che il liquore alle una del giorno, a digiuno, risulti non molto gustoso (penso neanche dopo, ma opinione personale), e che il venditore fosse di poche parole non conoscendo la lingua e parlando uno spagnolo dialettale, ma è stato comunque molto gentile.

Day 7_ Da Oaxaca ci siamo spostati verso Tuxla Gutierrez: 550 km in 10 ore, e noi non ci credevamo. Invece è proprio così: strade di montagna, con tornanti, topes. Siamo passati per la Ventosa, un’area piena zeppa di pali eolici, te li vedi ovunque. Un viaggio bello, ma stancante. Siamo passati per mille paesini di collina, e visto e toccato con mano le condizioni di arretratezza in cui vivono in alcuni casi. La sera abbiamo fatto un giro per la zona vicina all’hotel, ma eravamo davvero cotti. E forse anche a causa della stanchezza abbiamo fatto una scelta un po’ azzardata: presi dalla foga di esser nel Chiapas, stato a detta di tutti rischioso ecc.… ci siamo convinti a fare l’escursione del giorno dopo, al canyon del sumidero, con un gruppo guidato, per un totale di 400 pesos a testa: trasferimento, canyon e Chiapa de Corzo.

Day 8_ Il nostro autista parlava poco, e poco spagnolo. Il canyon è davvero bello. La gita in lancia è stata emozionante: abbiamo visto coccodrilli, scimmie, cormorani, aironi. il tutto costeggiato dai crinali altissimi. Certo, in alcuni punti l’uomo ha inquinato un po’, purtroppo. Ma sicuramente merita una visita. Il comandante della lancia parlava uno spagnolo comprensibile ai più, perché come sempre eravamo capitati con turisti spagnoli e messicani (impressionante la non presenza turistica in queste aree del Messico). Durante la traversata di circa due ore abbiamo potuto vedere messicani che si affacciano al canyon per pescare, davvero suggestivo.

Senza una parola, ci siamo poi diretti a chiapa de Corzo, dove l’autista ci ha lasciato si tutto il tempo che volevamo a nostra disposizione, ma non ci ha detto niente di cosa si potesse o meno vedere volentieri. Un po’ allo sbaraglio, abbiamo visitato questa piccola cittadina, carina ma niente di che. Ci siamo poi diretti verso san Cristobal de Las Casas. Abbiamo incontrato una dimostrazione al casello autostradale, per cui non abbiamo dovuto pagare nemmeno il pedaggio! (ecco il Messico) e un semi tamponamento si è tramutato nel guidatore tamponato che è sceso e ha chiesto scusa al tamponatore per esser sceso, visto che non c’erano segni del mini incidente!

La cittadina è davvero carina, piccola e con ampie strade pedonali piene di bar e ristoranti: qui si notano un po’ di turisti francesi e sempre messicani. Indubbiamente merita una visita. Il nostro hotel era proprio in centro, e ci siamo trovati davvero bene. In giro si trovano numerose aziende che organizzano viaggi per le vicine cittadine indigene, e noi abbiamo optato, facendo stavolta un’ottima scelta, per uno di questi.

200 pesos a testa san Juan Chamula e Zinacantan!

Day 9_ Siamo andati, con le guide spagnole, ma davvero brave: parlavano lentamente e ogni tanto ci facevano delle traduzioni per esser sicuri che capissimo tutto. Prima siamo stati a Ziancantan: in questi due paesi indigeni, è sconsigliato far le foto. Le loro credenze lo vedono di cattivo auspicio: ci hanno raccomandato di rispettare queste usanze, tranne all’interno della famiglia locale, nella quale abbiam mangiato ottime tortillas, dopo aver visto la modalità d esecuzione, visto come usano i telai per creare sciarpe, vestiti tipici, e oggetti per tutti i giorni. Ci hanno simulato un matrimonio tipico loro, e la loro usanza di bere agave a vari gusti per festeggiare. Un’esperienza davvero bella.

Day 10_ La mattina siamo partiti direzione Palenque. Attraversando strade di montagna, con curve e numerosi topes, ma sempre in stato decente e con paesaggio attorno davvero affascinante, siamo arrivati alle cascate di Agua Azul. Siamo stati molto fortunati a trovarle in ottime condizioni: acqua davvero azzurra, fantastica. Una passeggiata in mezzo alla foresta pluviale, e un primo assaggio dell’estremo calore e tasso di umidità che si percepisce: sudavamo pur stando fermi. Numerose bancarelle accompagnano il passante nella sua passeggiata (non consigliamo di arrivare fino alla fonte, poiché i paesaggi più mozzafiato li abbiamo visti nella parte iniziale del cammino, e in dei mini tour che abbiamo fatto per vedere le parti più nascoste, al costo di 2,5 pesos, pagati a un bimbo davvero carino!). Stupisce il fatto che tante famiglie indigene usino queste cascate come fonte di lavaggio, per se stessi e per gli abiti: si ha un’idea delle condizioni in cui si vive dentro la foresta. Si poteva fare il bagno, e la voglia era tanta, ma abbiamo evitato poiché sprovvisti del necessario, e perché ci attendeva un viaggio ancora lungo. Per la strada del ritorno abbiamo incontrato immagini che ci rimarranno fisse nella mente per sempre: una donna che si butta in mezzo alla strada per vendere bevande e bottiglie di benzina, e dei bimbi che da un lato all’altro della strada tirano un filo con delle conchiglie, per obbligare le persone a fermarsi, e chiedere l’elemosina: vedendo ciò, qualunque cosa tu abbia a casa, ti senti fortunato.

Arriviamo verso le 5 al nostro hotel, in mezzo alla foresta anch’esso, dotato di piscina, di amache davanti alla porta, davvero un hotel da sogno, con tanto di possibilità di udire dei rumori tipici della foresta pluviale.

Day 11_ Yachilian e Bonampak Partenza alle 6 di mattina con un tour organizzato, al costo di 800 pesos a testa, con spostamenti in pulmino, colazione e pranzo. Abbiamo optato per questa scelta e abbiamo fatto bene, sia per la difficoltà logistica di raggiungere il sito, sia per i posti di blocco (in realtà uno solo, ma ci avevano spaventato le varie recensioni a riguardo), ma soprattutto per la strada, davvero tanta, da fare. E da soli non avremmo speso tanto meno!

La strada da percorrere è davvero affascinante: si passa in mezzo alla foresta, si vedono le condizioni in cui vivono le popolazioni che abitano lì, si vede la grandezza, immensità della foresta stessa, le sue parti letteralmente ‘bruciate’ dal passaggio dell’uomo. Ma si tratta di un viaggio dentro al viaggio, da assaporare davvero. La colazione tipica lasciava un po’ a desiderare, ma in mezzo alla foresta non poteva esser meglio. A Yachilian ci si arriva solo tramite barca, attraversando un fiume che divide Messico e Guatemala, emozione unica! Il sito, avvicinabile solo tramite barca o elicottero, è davvero bello: abbiamo sentito e visto le scimmie urlatrici, visto tucani, alberi secolari, pipistrelli, e il sito, davvero affascinante. La nostra guida (100 pesos in più, unica pecca del viaggio poiché non eravamo stati informati di ciò), era spagnola, ma davvero simpatica e ben comprensibile. Siamo saliti, e ne vale la pena, in cima al sito, per una strada a scalini davvero scoscesa e rovinata, ma in cima si prova un’amozione unica, e si DEVE salire. Dopo un veloce, ma buon pranzo in un ristorante del posto, ci siamo diretti al sito di Bonampak: abbiamo cambiato pulmino, situandoci in uno con vetri addirittura scheggiati, e attraversato una strada davvero rovinosa, piena di buche e davvero avventurosa: abbiamo vissuto il Messico in tutta la sua interezza. Sito altrettanto interessante, con tanto di murature colorate all’interno degli edifici (visionabili solo una volta, ci stanno guardie fuori che non fanno fare un altro giro, dunque assaporatele con calma nella loro interezza). Rientro, cotti, in serata.

Day 12_ Sito di Palenque Ci siamo immersi in questo sito in mezzo alla foresta, un po’ più turistico degli altri (ora cominciamo a vedere volti europei, non solo messicani fino ad allora). Sito davvero bello, un sogno poter trovare. Immerso nel verde e gigantesco. Poi partenza direzione Campeche, attraversando una strada che costeggia l’oceano, davvero esilarante. Abbiamo anche avuto il nostro primo controllo militare. Ma è stato abbastanza comprensibile, e non ci ha assolutamente chiesto nulla e lasciato andare dopo poco. La cittadina è davvero carina con i suoi colori vivaci, coloniale, sembra di stare in una cartolina vivente, è bella anche di sera, con luci e suoni che accompagnando il cammino del viandante. Ci sarei rimasta più giorni, perché è davvero carinissima, con tanto di camminata in riva al mare.

Day 13_ Uxmal_ Sito bello, ma costoso rispetto agli altri: siamo nel vivo del turismo messicano, che non considera solitamente i siti e le località da noi viste, e che assolutamente meritano altrettanto se non più. Qui si ammira l’arte puc, dotata di sculture sulla pietra e sulle facciate degli edifici, e si vedono le gigantesche iguane, erbivore, che costeggiano e camminano incuranti tra i passanti. Nel pomeriggio siamo arrivati a Merida, subendo il secondo controllo militare, stavolta con tanto di apertura di tutte le valigie e le borse delle medicine, ma senza abusi o eccessi di potere. La gente di Merida è abituata ai turisti, ti consiglia cosa vedere, è solare e gentile, e in tanti parlano italiano! Anche questa cittadina ha l’aria coloniale, ed è davvero carina da vedere!

Day 14_ Chicken Itza. Sito bello, per carità, da inserire nel tour, ma non si può salire su nulla, è pieno zeppo di turisti e di bancarelle di souvenir, e venditori con cui contrattare i prezzi. Bello, ma abbiamo visto di meglio! Con tanti altri chilometri di strada libre, bella come sempre, siamo arrivati a Cancun: città farlocca, piena di hotel giganti che non permettono di stare in spiaggia al sole dopo le 4, poiché il sole scompare dietro gli hotel stessi. Comunque il mare è bello, e gli hotel sono da favola (noi avevamo la camera con vista sull’oceano, dunque ci è andata alla grande!).

Day 15_ Playa del Carmen. Dopo aver lasciato la nostra amata macchinina, compagna di un viaggio fantastico, siamo andati con il taxi fino a playa del Carmen, la località di mare che ci avrebbe dovuto far sognare, e che invece non l’ha fatto! Noi non la consigliamo, spiagge piene di gente, peggio di Riccione, hotel bello e pulito, quello sì, ma il nostro ombrellone era a 10 minuti di camminata, con musica da discoteca anche alle 3 del pomeriggio. Insomma, non era il mare che noi ci immaginavamo, assolutamente. Abbiamo capito da subito che bisognava spostarci per poter vedere il bel mare dei caraibi, e così uno dei (tantissimissimi) italiani li presenti, ci ha consigliato di andare in giro con i pulmini li presenti, o di spostarci nella baia di Sianka an, o biosfera, posto al limite dell’immaginabile, piccolo villaggio di pescatori, davvero affascinante.

Day 16_ Siamo rimasti a playa, per riprenderci dalla stanchezza del tour, nonostante il mare non ci piacesse un granché.

Day 17_ Volevamo fare qualche tour, ma non c’era disponibilità, e ci siamo organizzati per gli ultimi due giorni, restando nella zona e comprando gli ultimi souvenir (mannaggia a noi che non li abbiamo presi prima! Qui c’erano grandi negozi commerciali, niente di autentico a paragone con cosa avevamo visto prima, e i prezzi erano addirittura in dollari e non in pesos, a prova di quanto eravamo nel clou del turismo di massa)

Day 18_ I nostri progetti di vedere la spiaggia di Tulum e di Akumal, consigliabili, sono stati distrutti dalla pioggia, non abbiamo potuto far nulla, ma ci siamo risposati. E abbiamo un buon motivo per tornare in Messico!

Day 19_ Siamo finalmente andati a Sianka an. Bellissimo tour, con tanto di guida italiana e altra gente italiana con noi. Il viaggio è davvero stancante, strada piena di buche, ma proprio piena, ma abbiamo visto mille granchi giganteschi, uno spettacolo della natura, attraversato questa strada che lambisce una lunga striscia di terra, davvero stretta, e visto posti mozzafiato.

Volevamo fare snorkeling, ma le condizioni meteorologiche del giorno precedente e il mare mosso non ce l’hanno permesso. Abbiamo fatto il giro della costa, visionando la laguna di mangrovie, davvero affascinante. Abbiamo visto delfini e tartarughe, a bordo di un’imbarcazione davvero avventurosa. Abbiamo fatto il bagno nelle Piscine naturali, assaporando cosa è il mar dei caraibi: acqua trasparente, sabbia finissima, temperatura dell’acqua ottimale.

Dopo aver pranzato li, siamo rientrati nel pomeriggio. Ne è valsa la pena, nonostante il mancato snorkeling!

Day 20_ Ritorno in patria, ricchi di emozioni da raccontare e di posti da descrivere e da rivivere che non ci dimenticheremo mai!



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